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Autore: Stephaniee    09/10/2018    0 recensioni
Kat Spencer.
Schietta, sveglia. Esteticamente nulla di particolare. Capelli nocciola, occhi marroni. Qualche lentiggine sul naso. A renderla attraente è il suo modo essere. Fidanzata con Frederik, troppo impegnato a giocare a calcio con gli amici per avere cura della loro relazione.
Luke Piterson.
Alto, capelli scuri occhi verde scuro. Sveglio e acuto.
Innamorato perdutamente di Val, la sua fidanzata storica. Fidanzato modello che asseconda con amore ogni richiesta della sua ragazza.
Due mondi completamente distanti che si scontrano. Il risultato di questo scontro cambierà la loro vita per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Primo ed ultimo la Trilogia'
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Chapter eight
I'm not ignoring you, maybe




“Per me un cappuccino, grazie”

 

guardai Emma ordinare la sua spremuta e ci andammo a sedere al nostro solito tavolino.

Era una domenica mattina abbastanza fredda per essere metà ottobre, mi stringevo nel mio maglione oversize cercando di scaldarmi.

Mi ero svegliata con un suo messaggio che mi implorava di farmi vedere dopo venerdì sera, disastroso per me, ma evidentemente non per lei. Infatti era di ottimo umore, gli occhi marroni le luccicavano e la sua solarità era più contagiosa del solito.

“Avanti, so che muori dalla voglia di raccontarmi di Mike, sputa il rospo” il suo viso si illuminò e cominciò a parlare a raffica su tutti i dettagli accaduti venerdì tra lei e lui alla festa, della mia torta che non ebbi la fortuna di vedere, e dei ragazzi che la spiaccicavano sui muri di casa. La guardavo raccontare ed ero veramente felice per come si era evoluta la loro situazione, Mike lo conoscevamo da anni era un bravo ragazzo, come Frederik d’altro canto, ma a differenza, sua sembrava essere in grado di mostrare le sue emozioni.

Al pensiero di lui mi incupì ed Emma purtroppo lo notò subito.

“Sai Kat, dovresti provare a parlare con lui. Non lo difendo lo sai, però questa è una cosa nuova anche per lui. Se il sentimento c’è dovreste provare a parlare chiaro”

“Lo so che è una cosa nuova per entrambi. Ma è anche vero che stiamo insieme da un anno e alcune cose ormai dovrebbe capirle da solo, invece lui si limita a vivere la sua vita senza cercare di entrare nella mia. Sono io che per tutto questo tempo mi sono adattata alle partite, alla compagnia… Per carità! Mi trovo bene con i ragazzi e sono felice anche che tu li abbia conosciuti e abbia trovato l’amore” risposi sinceramente “però vorrei solo che lui si sbloccasse, io me lo merito.”

Emma mi strinse la mano per confortarmi, in quel preciso momento il cameriere portò la nostra ordinazione e tornammo ad argomenti più felici: Emma e Mike.

 

 

Stavo camminando verso casa dopo la mia colazione con Emma, quando per forza di cose passai di fronte casa di Frederik. Mi fermai un attimo e fissare il suo balcone e poi ripresi il mio tragitto.

Forse Emma dopotutto aveva ragione, non sempre ci si capisce con uno sguardo e per quanto io vorrei che fosse così, devo guadare in faccia la realtà: io e lui non siamo sulla stessa onda di pensieri.

Questo però non significa che tra noi sia tutto da buttare, vale la pensa darsi un ultima possibilità.

 

Con questa convinzione bene a mente, una volta arrivata a casa invio un messaggio a Frederik chiedendogli di vederci nel primo pomeriggio per parlare. Felice della mia decisione, andai a pranzare con i miei genitori.

 

 

“Ok Kat. Alle 14:30 al parco”

Ero davanti allo specchio e cercavo di prepararmi un discorso da fare a Frederik in modo da non sbottare, come ero solita fare, e vomitare cattiverie.

Non sarebbe stato facile, ma avrei mantenuto la calma e mi sarei fatta capire. Il sentimento c’era, quindi doveva per forza esistere un punto di incontro.

 

“Ciao Kat! Mike mi ha detto che oggi pomeriggio andranno a fare un giro qui nei dintorni per una festa di paese. Verrai anche tu?” il messaggio di Emma mi rese triste e felice nello stesso momento.

Ero felice perché se la mia chiacchierata con Frederik fosse andata male, lo avrei ignorato in compagnia e avrei avuto un diversivo per distrarmi. Ero triste perché lui non mi aveva detto nulla di questa uscita. Come sempre del resto.

 

 

14:28

Ero seduta su una panchina al parco. In realtà non avevo scelto una panchina qualunque ma la panchina dove Frederik mi aveva baciato durante la nostra prima uscita.

Probabilmente lui non l’aveva memorizzata.

Forse per la prima volta in tutta la sua esistenza, Frederik arrivò puntuale ad un appuntamento con me.

 

L’ansia smuove le montagne.

 

“Ciao Kat” disse sedendosi accanto a me. “Ciao a te”

“Allora di cosa vuoi parlarmi?” chiese fingendo palesemente disinteresse. “In realtà vorrei fare chiarezza su quello che ci siamo detti venerdì ed arrivare ad un punto, una svolta, un qualcosa.” risposi mentre sentivo già il sangue andarmi al cervello.

 

Kat devi stare calma.

 

“Allora parla, ti ascolto” disse lui guardando di fronte a sé.

 

Io lo detesto.

 

“E va bene allora faremo così. Volevo solo dirti che hai ragione quando dici che io devo imparare a parlare, a lamentarmi se qualcosa non mi va bene. Pretendere che le persone mi leggano nel pensiero ferisce solo me. Queste cose nella vita reale non succedono. Non succede che due persone si incontrano e le menti si parlino. Quindi se vogliamo continuare a stare insieme sappi che non ne posso più di congelarmi il culo sugli spalti di mezza provincia quando potrei dedicarmi a me stessa. Passare del tempo insieme non è questo. Come vedersi non significa guardare te che giochi a calcetto con gli altri. Per non parlare delle rare volte in cui mi dedichi qualche ora: fare l’amore con me e poi lasciarmi dove sono per raggiungere i tuoi amici è squallido... Le cose devono cambiare o altrimenti non vedo che senso abbia stare insieme...” per quanto mi si fossi sforzata di stare calma, le ultime parole le avevo praticamente strillate.

 

La faccia di Frederik a chiunque sarebbe potuta apparire indifferente, ma io sapevo che stava elaborando il mio discorso. In qualche modo avevo toccato i punti giusti perché delle emozioni apparivano sul suo volto.

 

“Kat io non voglio perderti. Se tu mi avessi parlato prima di tutto questo le cose sarebbero potute essere diverse. Io ero veramente convinto che a te piacesse quello che facevamo insieme, ed ogni volta che me ne andavo da casa tua mi dicevi che dovevi studiare, o fare altre cose. Mai avrei pensato che tu soffrissi per questo. Probabilmente sono uno stupido o non sono abbastanza attento...Non lo so. Possiamo provare a essere più chiari tra di noi?”

 

Aveva preso le mie mani e le teneva strette, mi fissava in attesa della mia risposta, sembrava quasi avesse paura di perdermi. Incredibile. In un anno non aveva mai manifestato il timore di perdermi.

 

“Proviamo a vedere come va. Se lo merita la nostra storia, per quei pochi momenti belli che abbiamo condiviso solo noi due soli, si la merita una seconda occasione.” Risposi convinta.

 

Frederik sorrise. Si alzò e mi fece cenno di seguirlo.

 

“Frederik?”

“Dimmi Kat”

“Puoi tenermi per mano oggi pomeriggio davanti agli altri?”

“Certo Kat. Da ora in poi lo farò sempre, e anche molto altro...”

 

Sorrisi ed afferrai la sua mano mentre andavamo al ritrovo con gli altri del gruppo.

 

Forse non era troppo tardi per noi.

 

 

 

Stavamo camminando da diverso tempo per la festa di un paese vicino, una moltitudine di bancarelle colorate,

un sacco di gente per le strade, noi tutti insieme e Frederik che mi teneva per mano in giro e mi sorrideva. Gli altri sembravano ancora più felici di noi nel vederci più vicini.

Mi sentivo, felice, spensierata dopo tanto tempo. Ci stavamo dirigendo verso il fiume per passeggiare quando da lontano riconobbi una figura famigliare. Anzi, due.

 

Di colpo mi sentivo come la sera precedente sotto casa mia, sentivo i suoi tutti ovattati e la mia attenzione era su di lui, che però non mi aveva notata. Continuava a camminare con Val e altre persone. Distolsi lo sguardo e lo posai sulla mano intrecciata a quella di Frederik, lui si era accorto che qualcosa non andava e si era voltato verso di me: “Kat tutto bene?” la sua voce mi risultava lontana, loro si avvicinavano sempre di più e il panico prese il sopravvento. Vedevo la scena della sera precedente nella mia testa, la sua presa su di me, il suo sguardo, il viaggio in macchina… Dentro mi sentivo logorare dai sensi di colpa.

Non è successo nulla. Eppure era come se cento chili mi fossero caduti sullo stomaco.

 

Esternamente rimasi impassibile come un automa quando mi passarono a fianco.

 

“Ciao Kat” la sua voce arrivò perfettamente alle mie orecchie rompendo la bolla ovattata in cui mi trovavo.

 

Non risposi. Mi limitai a guardare Frederik, gli sorrisi e lo baciai di getto. Quasi avessi qualcosa da dimostrare.

Lui rispose al bacio, lo sentivo sorridere sotto le mie labbra mentre io ero sull’orlo di una crisi di pianto.

Una Val ignara della scena e Luke proseguirono tranquilli, sentivo però il suo sguardo su di noi, lo sentivo addosso.

 

Kat sei pessima.





 
*Spazio per Steph*
colgo l'occasione per ringraziare nuovamente Karen della sua recensione!
Eccoci qui con un nuovo capitolo della storia!
Inoltre volevo ringraziare anche:
- Mary19874
- Natalja_Aljona
- November Rain
per avermi incluso tra le storie seguite!
A presto ragazze!
Steph
   
 
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