The Doctor and the Captain

 
 

Mi alzai da terra dopo quello schianto. Sentii un po’ di dolore dietro alla schiena e rimasi sorpresa di non aver nessun altro osso frantumato. In fondo, ho avuto di peggio.

Mi guardai intorno, era buio, circondato da cavi caduti e ricoperto di casette -?- a terra, per poi vedere l’enorme buco del tetto che avevo fatto con il mio schianto.

“Ops” dissi tra me a me.

Ora dovevo capire dove mi trovavo e come ritornare indietro, finché, non sentii uno strano rumore, quasi indescrivibile. Mi guardai intorno e vidi una cosa a dir poco bizzarra: una cabina blu che si stava materializzando in lontananza.

“Ma che diavolo…?”

E in quell’istante mi ricordai una cosa: in vari pianeti e culture - anche quelli degli Skrull - esistono varie storie e leggende di un Dottore dentro una scatola magica blu, descritto sempre in un modo diverso, che arrivava sempre per risolvere le situazioni di pericolo.

Quando si materializzò completamente uscì una persona, una donna, alta, capelli biondi a caschetto, una lunga giacca grigia, pantaloni larghi blu, stivali neri e una maglia nera. Mi guardò con aria seria:
“Carol Danvers?”

“Come sa il mio nome?”

Forse avrei dovuto dire “e tu chi sei”, ma ero più sconvolta che sapesse come mi chiamavo, sul il  perché era anche lei qui.

“Ti conosco Carol, ma solo di fama. Comparisti in una Starforce di una squadra di Kree, ottima pilota, ma con grandi poteri cosmici. Tanto potenti da farti chiamare Capitan Marvel.”

“Mi dispiace dirtelo, ma nessuno mi ha mai chiamata così.”

“Ma, questo non è il tuo simbolo?”

Dalla sua tasca tirò fuori una specie di cercapersone, facendo vedere una specie di simbolo: una stella sistemata in mezzo ad una bandiera rosso e blu.

“Mai visto in tutta la mia vita.” dissi freddamente.

Non devo abbassare la guardia, soprattutto dalla vista di una cabina.

“Eppure è il tuo simbolo. Un simbolo che ha sempre dato speranza alla galassia intera.”

E questa volta guardai meglio il suo volto: dietro a quel volto privo di emozioni, c’erano due occhi sicuri, ma insoliti.

Sembravano antichi, che guardati meglio, sembravano stonare con il suo viso. Quello sguardo che sembrava aver visto tante cose, più cose di quanto lei potesse vedere, come se avesse vissuto una lunga esistenza.

Capii che un solo essere poteva aver quel tipo di sguardo. 

“Tu sei il Dottore.” Dissi quasi sconvolta da quella scoperta: “L’uomo dai mille volti, che porta amore e distruzione con sé. Ma cerca di salvare più persone possibile. L’ultimo della sua specie…”

“E questo è il Tardis” disse indicando la cabina dietro di lei.

Era una delle astronavi/macchina del tempo più potenti della galassia e l’ultima del universo. Non ci potevo credere. Tutte quelle storie e leggende che avevo sentito erano vere.

“Ma c’è una cosa non mi torna.”

“Di solito, il Dottore non era descritto come un uomo?”

Non mi rispose, ma fece una risata. Rimasi un po’ sorpresa e allo stesso tempo mi stupii.

“Sono un alieno. Ho due cuori e posso rigenerami in qualsiasi cosa pur di evitare la morte. Posso rigenerarmi in un essere umano o in un alieno a due teste e quattro gambe.”

Feci un breve risata. Ma mi venne un dubbio: “Perché sei venuta da me a cercarmi? Non so nemmeno che cosa è successo o dove c troviamo”

“Io vengo dal futuro.” Mi rispose seria, avvicinandosi a me e guardandomi negli occhi: “Vengo da vent’anni nel futuro. E un giorno metà universo scomparirà letteralmente via dal nulla senza eccezione. Compresi i miei amici.” E il suo tono divertito divenne una voce triste e straziante. Capii che era anche una questione personale.

“E quando la gente iniziò a scomparire ho trovato questo con il tuo simbolo. Il che vuol dire che tu, Carol Danvers, sei l’unica a poter trovare una soluzione a tutto questo.”

“E cosa ti aspetti da me? Sei il Dottore. L’essere più potente e intelligente mai esistito. Al conforto, io non sono niente.” Guardai in basso con aria seria.

Perché era vero. Sarò anche una brava pilota, una grande combattente e una buona leader. Ma niente, in confronto a lei.

“No. Non è vero.” Mi rispose convinta.

Alzai lo sguardo con occhi spalancati a quelle parole.

“Nel corso della mia lunga vita, non ho mai conosciuto nessuno e dico nessuno, che non sia veramente importante. E se c’è qualcuno che ti cerca in questo momento vuol dire che sei la persona giusta per invertire questa tragedia. E io, risponderò a tutte le tue domande.”

Da quelle parole e anche delle sue affermazioni capii che potevo fidarmi di lei.
“E poi, sono il Dottore. E in questo momento, ho bisogno di un capitano.”

Non potevo credere a quelle parole. L’essere più potente che potevo mai incontrare della galassia, stava chiedendo il mio aiuto pur non sapendo molto dalla mia attuale situazione e mi offriva il suo anche per questo. E non sapevo se sentirmi più fortunata o sollevata. Ma di certo, ero in buone mani.

“Allora, voi venire con me?”

Le risposi sorridendo: “Fammi strada.”

Sorrise a sua volta e mi fece salire sul Tardis, pronti a salvare l’universo da una minaccia più grande di noi.

Ma presto, avrei scoperto le mie origini, diventando più potente e non più sola. Avevo il Dottore al mio fianco: avremmo affrontato qualsiasi cosa, pur di salvare l’intera esistenza e le persone a noi più care.


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Note:
Ecco una piccola storia crossover che avevo in mente
da un pò.
So che domenica è uscito il primo episodio di Doctor Who
con il 13 Doctor! :D
Ma, non l'ho ancora visto. 
Però, fin da quando hanno annuciato il trailer di Capitan Marvel!
E Che mi sono sembre immaginata queste due insieme!
E visto che ho ancora visto poche fan art su loro due,
ho scritto una bella storia!
Spero che vi piaccia e rigrazio ad tutti
quelli che leggerando!
Evola