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Autore: Violet Tyrell    12/10/2018    0 recensioni
Sequel di "Profumo di Tenebra".
Dopo i MAGO, Anastasia Silente deve pensare al suo futuro... e a come allontanarsi dall'influenza di Tom Riddle che ha rischiato di schiacciarla: accettata per un apprendistato presso un noto Spezzaincantesimi nordico, la giovane ex-Corvonero parte per la Finlandia e ottiene un lavoro come insegnante di Volo a Durmstrang per non dover pesare sulle spalle della famiglia.
La avrà una sorpresa-non sorpresa ovvero la presenza di chi inizialmente ha collaborato al suo rapimento. La convivenza sarà difficile, soprattutto se è proprio quell'uomo che il destino ha deciso di metterle al fianco per tutta la sua vita.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Buon sangue non mente'
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Angolo di benvenuto_ 

Avevo detto "ci vediamo tra un mese". Sono passati oltre quattro anni. Vabbè. Quasi certamente pochi saranno interessati al proseguo di questa storia, ma qualora ci foste, io sono qua per raccontarvela :=) spero che la possiate trovare di vostro gradimento.
Solo un piccolo riassunto: ci siamo lasciati con Anastasia piena di problemi con Stilling, un po' con Dorian e con l'arrivo di questo serpente che l'ha gravemente ferita. Ripartiremo da qui.


Il lato più affascinante della luna è quello che non ci è consentito vedere



Capitolo 6 - Non riusciranno a indebolirmi
 


Sören Stilling  si guardò attorno, ma la stanza in cui era stato chiuso non aveva nulla che potesse aiutarlo a distrarsi e a non pensare; quello doveva essere uno stanzino per le scope, soltanto più grande visto che si poteva muovere avanti e indietro. Il giovane era una tigre in gabbia, ma aveva perso la consueta arroganza che lo contraddistingueva: era soltanto un giovane in preda  alla paura e alla tensione crescente accumulata durante quel giorno da incubo. Faticava ancora a credere che quella mattina fosse riuscito ad alzarsi con il solito ghigno perfettamente al suo posto; guardando la parete grigia si chiedeva che cosa stesse succedendo a pochi metri da lui.
Una parte di lui dava la colpa a quella stupida dell'insegnante Silente, una piccola intrigante che era riuscita a mettergli contro tutta la scuola in pochissimo tempo, cosa mai accaduta durante i suoi anni scolastici; ma una parte di lui - quella più obiettiva - sapeva che la maggior parte di quanto accaduto derivava dalla propria idiozia, non poteva usare una parola differente. Come gli fosse venuto in mente di mettersi a spadroneggiare a quel modo davanti a una docente di poco più grande di lui non se lo ricordava neppure più, ma sapere di essere stato in qualche modo sconfitto lo rendeva ancora più consapevole di essere sceso a un livello così infimo che faticava a crederlo possibile.
Ma quanto accaduto quella notte no, non era colpa sua. Forse detestava quell'inglese dai capelli strambi, ma non al punto da desiderare di ferirla o addirittura peggio; se chiudeva gli occhi gli sembrava di rivedere l'orrendo rettile strisciare e sibilare a pochi passi da lui, girare attorno al corpo della ragazza svenuta come se niente fosse. C'era qualcosa di più terrificante e letale di quelle bestiacce?  Sören ne aveva il folle terrore sin dalla sua prima visita in Egitto quando era ancora un bamboccio che faticava a camminare, solo uno stupido avrebbe potuto anche solo pensare che potesse averne evocato uno... Invece - riflettè arrabbiato - al preside Dekan erano bastati meno di dieci secondi per allontanarlo da lì e chiuderlo in quel posto, sigillando la porta dall'esterno come se temesse una sua fuga. In verità il ragazzo si sentiva quasi più sicuro lì che vicino a un serpente, o ai suoi resti; rimaneva il problema di chi fosse il colpevole.
L'insegnante di Pozioni forse?
C'erano dei trascorsi, dopotutto. Le chiacchiere erano circolate qualche mese prima, quando lo scandalo era esploso come una Caccabomba difettosa: il regime di Grindelwald aveva anestetizzato tutto il Nord, ma il fatto che addirittura un insegnante di Durmstrang ne fosse coinvolto aveva sconvolto tutti. Il professor Thorvaldsen era sparito improvvisamente, proprio alcuni giorni prima della cattura del potente mago oscuro, e lui in prima persona aveva riferito di alcuni spostamenti sospetti al Preside.
 Dekan non doveva però avere rivelato questo dettaglio all'insegnante, di questo lui era quasi certo, altrimenti ci sarebbero state ripercussioni; a lui non era mai piaciuto tanto il modo di fare dell'insegnante e aveva riferito ciò che sapeva. Poco, però il Preside assieme ad alcuni Auror avevano evidentemente preso sul serio i suoi avvertimenti.
Un gufo più volte visto arrivare proprio alla finestra del professore, il suo modo di fare che lo faceva apparire sempre distante durante le lezioni e una pergamena vista di sfuggita, con parole sopra che potevano essere solo un codice. Si era sentito importante, Sören, quando aveva saputo di essere stato utile: non che fosse stato lui a porre fine al regime di Grindelwald, ma aveva comunque aiutato ad accelerare il tutto.
Che il professore si fosse quasi costituito spontaneamente gli era sembrato strano, eppure pareva vero: si era esposto fino a farsi catturare ed era stato processato in Inghilterra, per poi essere pure rilasciato per mancanza di prove. Tutti a Durmstrang avevano esultato nel sentire che il grande Albus Silente si era mosso personalmente per affrontare il mago oscuro che li teneva nel terrore da moltissimo tempo.
 Si sarebbe esposto lo stesso se non avesse avuto la nipote rapita?
 Lui non ne era sicuro, ma poco importava: da quando il regime del terrore di Grindelwald era finito, pareva che tutto il Nord si fosse ridestato, ricominciando davvero a vivere. Tutti gli erano grati per averli liberati e Sören quasi aveva faticato a credere che il Preside avesse permesso di nuovo al professor Thorvaldsen di tornare al suo ruolo di insegnante a settembre.
Com'era possibile? Eppure, nonostante tutti se lo domandassero, nessuno era andato direttamente a porre la domanda ai due maghi, forse per timore, o anche perchè in fondo temevano di mettersi nei guai. Lui per primo aveva visto però il cambiamento: Dorian Thorvaldsen era ancora l'insegnante severo e competente che aveva sempre conosciuto, ma ora pareva più chiuso in se stesso, meno disposto a tollerare eventuali chiacchiere nel laboratorio di Pozioni e anche più incline a non lasciare avvicinare nessuno di loro alla sua sfera personale. Lui sapeva che un sacco di sue compagne di studio avrebbero dato chissà che cosa per vedersi rivolgere anche solo un sorriso dall uomo, ma erano rimaste tutte deluse in quel senso. Che stupide.
La porta si aprì da sola dopo quella che sembrava essere una vita e comparve la sua insegnante, Kathrina van Arpien che lo squadrava con una strana espressione. "Seguimi, per favore" gli disse semplicemente, facendogli cenno con la bacchetta di precederlo. Il ragazzo avrebbe quasi voluto continuare a rimanere lì, che cosa sarebbe successo se non fosse riuscito a dimostrare che non aveva nulla a che fare con quello che era accaduto? Tuttavia non poteva nemmeno rimanere rintanato come un codardo, soprattutto quando non aveva nulla da nascondere così precedette la strega.



"So chi è stato, signor Dekan, non devo nemmeno cercare troppo in là". Anastasia poteva percepire il calore che emanava in quella stanza; l'infermeria di Durmstrang a quanto pareva esulava dal divieto dell'uso del fuoco e lei aveva messo a fuoco il locale solo mezz'ora prima, quando aveva aperto gli occhi, ridestandosi dallo stato di incoscenza in cui era piombata dopo aver visto il serpente.
C'era quasi una folla attorno a lei: il Preside naturalmente, altri suoi colleghi insegnanti tra cui aveva riconosciuto Dorian. Beh non era stato facile in un primo momento, non lo aveva ancora visto con la veste da Guaritore, ma soltanto con il classico abbigliamento nero da professore che indossava ogni giorno; le era servito qualche minuto per capire dov'era, e soprattutto perchè.
Maledetto Riddle.
Anastasia non aveva alcun dubbio, quel serpente comparso quasi improvvisamente in mano a lei portava la firma dell'ex compagno di scuola, non poteva sbagliarsi. Ricordava distintamente di avere aperto la finestra della sua stanza quando aveva sentito l'insistente picchiettare di quello che si era mostrato come un bellissimo gufo, dal piumaggio scuro e gli occhi sottili. Un momento dopo averlo però fatto entrare aveva avuto la terrificante sorpresa: l'enorme serpente era comparso come dal nulla - probabilmente dal gufo stesso - e l'aveva attaccata, quasi prima che lei potesse avere il tempo di difendersi.
Impossibile che arrivasse da qualcun altro, soltanto lui poteva farle una cosa del genere: non glielo aveva forse detto che le avrebbe rovinato la vita? E c'era davvero mancato poco, quella volta; la ragazza abbandonò però temporaneamente i pensieri di vendetta per concentrarsi su ciò che le accadeva attorno.

Alla domanda di Dragomir Dekan su chi fosse quindi l'autore di un gesto tanto crudele, pensò quasi di non rispondere, poi però capì: non poteva in alcun modo lasciar credere che fosse stato qualcun altro. "Un mio vecchio compagno di scuola, ma dubito fortemente che lo conosciate, si chiama Tom Riddle e abbiamo qualche piccolo conto in sospeso. A dire il vero ero convinta che non si ricordasse neppure della mia esistenza, ma non importa... lo sistemerò a dovere" borbottò la ragazza mettendosi a sedere su quel lettino. Era almeno contenta di potersi muovere, aveva davvero creduto che il veleno l'avrebbe paralizzataa definitivamente.
"Capisco. Beh cercheremo di capire in che modo è riuscito a eludere le protezioni della scuola, non abbiamo nessun bisogno di altre sorprese del genere, magari ai danni di qualche studente". Anastasia si disse d'accordo col Preside, ma la domanda era effettivamente interessante: come era riuscito a far vacillare delle difese senza che gli insegnanti se ne accorgessero?
 E di che ti stupisci? Riddle è capace di qualunque cosa, sarà stato quasi un allenamento per lui....
a volte lei tendeva a dimenticare che pur avendo solo diciannove anni, era indubbiamente più bravo di molti maghi adulti e sulla carta con più esperienza di lui. Ma la cosa che le piaceva di meno era che significava che la teneva sotto controllo e lei non se ne era resa conto: avrebbe dovuto fare qualcosa, non poteva permerttersi un'altra sorpresa del genere, anche per il bene degli studenti a cui insegnava adesso.
Doveva in qualche modo allontanare la sua influenza malefica, a costo di strappargli le ossa dal corpo di persona e bruciarlo vivo.



Il mago osservò il blu che adornava la stanza, alternato ad un curioso color bronzo ; aveva atteso l'invito a entrare, non si sarebbe sognato di farlo senza permesso nemmeno se si fosse trattato di un altro collega. Lui per primo non amava le imposizioni e detestava di cuore chi provava ad entrare nei suoi alloggi senza il suo consenso; la strega sembrava in forma a giudicare dalla voce perfettamente squillante.
"Dovresti sospendere almeno per domani le tue lezioni". La voce di Dorian Thorvaldsen le giunse a distanza abbastanza ravvicinata e quasi la infastidì; sapeva di essergli debitrice per quello che aveva fatto, tuttavia non aveva nessuna voglia di essere trattata come una ragazzina bisognosa di aiuto.
O come una prigioniera.
Scacciò il pensiero all'istante, non poteva pensarci in quel momento, alzando lo sguardo su di lui Annuì. "Il tempo non è adatto a volare, hai ragione, li farò studiare in aula" rispose quasi con un sorriso: si sarebbe trattato di un'ora abbastanza difficile da gestire, ne era sicura, a nessuno studente doveva piacere l'idea di trattare Volo come una lezione canonica, ma era successo anche a lei. Quanti di loro conoscevano bene la storia del Quidditch? Pochi, lo aveva già appurato durante le prime lezioni quando, per correggere alcuni errori, aveva citato vari episodi storici e quasi tutti l'avevano guardata come se fosse un esemplare particolare di Avvincino che non riuscivano a identificare.

"Non era quello che intendevo, il veleno potrebbe causarti ancora qualche problema nonostante l'antidoto, io stesso lo conosco poco"le rispose l'uomo e Anastasia digrignò i denti, ma la sua ira non era rivolta a lui, bensì a quello che era successo. Non le piaceva l'idea di essere ancora vulnerabile, esposta al pericolo; si era quasi illusa che, una volta terminata Hogwarts, non sarebbe stata più alla stregua di pericoli come incidenti vari. Non le piaceva affatto la sensazione di debolezza, lei si era sempre considerata forte ed era lì per dimostralo. Soprattutto a se stessa.
Alzò lo sguardo su di lui, lottando quasi con ciò che stava per dire. "Sono colpita comunque, mai mi sarei aspettata che potessi creare un antidoto così in fretta". Anastasia quasi inciampò sulle parole, ma era un particolare che l'aveva colpita subito quando il Preside le aveva detto cos'era successo. Lei era abituata a vedere gli antidoti come misture già pronte da usare, semplicemente bastava prendere l'ampolla e il gioco era fatto; Lumacorno aveva insegnato loro a prepararne, era vero, ma mai in una situazione di emergenza. Solo in momenti in cui il tempo non era un problema. Lo vide alzare le spalle, quasi noncurante. "Non è stato complicato, sono abituato ad agire in situazioni complesse: quando ero Guaritore ho più volte dovuto muovermi con prontezza, un solo secondo di troppo e un'esitazione possono condannare la persona in attesa di cure".
Anastasia sapeva che era vero: pur non essendo mai stata tentata dalla carriera di Guaritrice, le era capitato di assistere al loro lavoro e aveva visto come fossero sempre pronti ad agire, come se mai il dubbio li sfiorasse in ciò che facevano. Erano da ammirare. Lei non era certa che ci sarebbe riuscita, o se non altro non avrebbe potuto fare diventare una costante un ritmo tanto pressante; in un certo senso riusciva anche a capire perchè Grindelwald aveva scelto proprio lui quando si era trattato di tenerla in vita.

Borbottò quello che era un ringraziamento per averla aiutata: le riusciva difficile parlare di quello perchè sentiva di essere in parte vulnerabile e non si era fidata ad alzare gli occhi su di lui. "Non so perchè, ma il nome Tom Riddle mi pare di averlo già sentito..."
Le parole di Dorian quasi folgorarono Anastasia, la quale pregò dentro di sè che il mago non ricordasse quando di preciso aveva sentito quel nome; seppur con meno veemenza di Grindelwald, anche lui aveva visto qualcosa nella sua mente e l'aveva persino derisa agli inizi quando aveva capito che si aggrappava al ricordo di un ragazzo. Non aveva tutti i torti, pensò tra sè, visto come poi si era conclusa la vicenda, anche se a quel tempo... beh se non era letteralmente sprofondata nella disperazione era stato anche per merito del ricordo di Tom, non c'erano dubbi.
Fa che non se lo ricordi... era la sua sola speranza, non aveva nessuna voglia di dire proprio a lui quello che era successo al suo ritorno a scuola. "Cosa sarebbe quella, comunque? Sembra una Strillettera" le disse di nuovo Dorian, indicando il foglio che stava accuratamente chiudendo con un colpo di bacchetta, procurandole la scusa perfetta per non indugiare nei propri pensieri. Anastasia sorrise apertamente e per un momento - ma soltanto uno - le parve che Dorian fosse completamente preso dal suo sguardo.
"Oh si... o per meglio dire, è una cosa che ho modificato. Non sono molto brava con i nomi, ma più che Strillettera, la chiamerei Lettera Sputatrice. Fa un po' pena come nome, lo riconosco..." Vide l'altro aggrottare le sopracciglia, confuso e soffocò una risatina. Se non altro era già qualche minuto che aveva dimenticato tutte le sue paure ed era una buona cosa.
"Diciamola così', invece di urlare beh... sputerà in faccia al destinatario. Soltanto a lui, ovviamente" gli svelò, molto orgogliosa della sua birichinata.
Dorian la osservò, chiedendosi se avesse davvero sentito bene. Lo sconosciuto Riddle le mandava qualcosa che avrebbe anche potuto ucciderla, e come risposta lei si preoccupava di spedirgli.... uno sputo? La ragazza anticipò la sua domanda, scrollando la lunga chioma.
 "Conosco Riddle e lui mi conosce altrettanto bene, se non meglio. Il suo è stato un semplice modo per dirmi che sa dove sono e che mi controlla, se avesse voluto uccidermi... lo avrebbe fatto in modo più diretto. Oh, credo che lo farà, prima o poi" aggiunse Anastasia osservando il cielo grigio per non voler incontrare gli affascinanti occhi del suo collega.
"Se sa dove sono è colpa della mia ingenuità" aggiunse, ricordando di avere apertamente detto al matrimonio dei Malfoy dove fosse diretta, a quel tempo non aveva pensato che Abraxas avrebbe potuto effettivamente rivelare la cosa a Tom, ma ormai il danno era fatto. "Dovrei passare la vita a nascondermi se volessi davvero far perdere le mie tracce, ma farlo vincere così... mai" concluse, roteando il polso e sigillando la lettera con la punta della bacchetta. "E questo sarà il mio avvertimento, per dirgli che non ho nessuna paura di lui... uno sputo in faccia per lui sarà molto più efficace di un mio gesto avventato: non soltanto lo sorprenderò, ma gli sarà anche chiaro che non è più in grado di farmi compiere gesti avventati".

Dorian a quel punto ne fu certo, pur senza chiederlo. Un innamorato respinto. Non poteva che essere così, la voce di Anastasia era carica di dolore e rabbia, che se ne accorgesse oppure no. Quel nome gli ronzava in testa, dove lo aveva sentito? Era però certo che fosse collegato strettamente alla ragazza, anche se gli sembrava una reazione eccessiva: perchè mandare un serpente solo per un semplice ammonimento? Sapeva qualcosa su di lui che spingeva l'ignoto Riddle a minacciarla in modo così macabro? Sembrava quasi noncurante del fatto che potesse rimanere ferita... ma a sorprenderlo era che persino lei sembrava aspettarselo, come se fosse una gara a chi sorprendeva l'altro.
C'è sicuramente stato qualcosa tra loro. Era la sua esperienza a farlo riflettere in quel modo, la voce di Anastasia era pregna dell'amarezza che solo una delusione amorosa poteva lasciare, lui stesso aveva ancora il cuore dolorante e non poteva fare a meno di pensare che la giovane dovesse essere cieca per non vedere il suo interesse. Le basterebbe una parola e sarei ai suoi piedi.
Il suo stesso pensiero lo spaventava.La vicinanza con lei non lo aiutava, ma si sentiva confortato dal fatto che se non altro non aveva ancora perso del tutto la testa e c'erano forti speranze che nel giro di un po' di tempo si sarebbe dimenticato di lei. Stava per aggiungere altro quando si sentì bussare alla porta. Dorian non l'aveva chiusa e la sagoma di Stilling - il quale sembrava tentare quasi di nascondersi nel timore di essere visto - era perfettamente visibile.
"Oh si, entra pure, solo un momento..." La voce di Anastasia invitò ad entrare il ragazzo, che aveva l'espressione di un condannato a morte e guardava l'insegnante di Pozioni come se potesse salvarlo da qualunque cosa lo attendesse."Se ti serve altro sai dove trovarmi" si limitò a dire alla strega, congedandosi e richiudendo la porta alle sue spalle con un colpo di bacchetta prima di allontanarsi. Era quantomeno divertente sapere che lo studente avrebbe avuto la sensazione di sentirsi chiuso in trappola.

 


Note:

Un excursus sui pensieri di 
Sören Stilling era quasi d'obbligo, anche se credo che fosse già ben chiaro che non era lui il mandante del regalino serpentesco, però serviva per rivelare che è stato lui ai tempi a mettere gli Auror sulle tracce di Dorian. Una cosa che lo stesso insegnante ignora, ma non importa in fondo.
Inoltre per quanto antipatico, anche lui ha le sue paure, la sua storia tragica alle spalle - vivevano nel terrore di Grindelwald, le tragedie erano all'ordine del giorno anche se non credo la racconterò completamente la sua storia - e capisce di essere un cretino.
Ok penso che non fosse davvero una sorpresa sapere che ci fosse il buon Voldy dietro a quel regalino, era pure ovvio visto che ha promesso di distruggerle la vita e lo farà ogni tanto; come potete vedere, Anastasia sta abbandonando rapidamente  il suo essere ragazzina impulsiva per lasciare spazio alla donna che diventerà, più prudente e saggia. Non che fosse del tutto imprudente, ma avendo ancora 19 anni è chiaro che sta crescendo, e non è che passerà a diventare una rompi-Bolidi, semplicemente un po' più se stessa u.u
Inoltre sta iniziando a ragionare da insegnante: abbiamo sempre visto gli insegnanti a Hogwarts preoccuparsi dei loro studenti, aiutarli, proteggerli ecc ed è quindi giunto il momento che anche lei inizi a pensarci. Il processo sarà graduale, ma è comunque un passo.

Qualche parola su Voldemort: all'incirca siamo nel periodo in cui ha già lasciato Magie Sinister quindi ha già ucciso Hepzibah Smith e dovrebbe essere arrivato a creare almeno 3 Horcrux, forse 4(non conosco bene la cronologia della creazione degli Horcrux quindi andrò un po' a caso). E ovviamente mica si è dimenticato che c'è una Anastasia da terrorizzare e spaventare per il resto della sua vita, eh no u.u e magari pure da uccidere, ma ci arriveremo u.u
Avevo detto che lui sarebbe stato una presenza marginale, tuttavia mi rendo conto andando avanti che si tratta invece del contrario, anche se di rado comparirà in prima persona <.<
Comunque spero che vi piaccia :=) ci vediamo al prossimo aggiornamento, stavolta di sicuro non passerà tutto questo tempo, diciamo sulle due settimane se altri impegni non mi rallentano. Ciao!
   
 
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