Parole: 318

"Abre tu corazón y no tengas miedo de que te lo rompan. Los corazones rotos se curan. Los corazones protegidos acaban convertidos en piedra."

“Da grande sarò una fata!”
“Non accadrà mai, stregaccia!”
Alcune volte, che lo volesse o meno, quelle stupide frasi, sentite spesso da bambina, le tornavano prepotenti alla mente.
Una strega eh?
A causa di quel potere malefico racchiuso nei suoi occhi, Evergreen aveva creduto per lungo tempo che una strega sì, lo era per davvero.
E così aveva iniziato ad agire: aveva guardato dentro sé stessa per l'ultima volta e, sotto il suo stesso incantesimo, anche il suo cuore era diventato di pietra.
Ma ogni magia ha il suo limite e, piano, l'incantesimo aveva iniziato a dissolversi.
Anche quando quel potere aveva finalmente imparato a soggiogarlo, però, la tristezza non era svanita.
“Sono la più bella delle fate.”
Ma che fosse una fata o una strega, infondo, non era importante: nessuno l’avrebbe mai guardata davvero, nessuno avrebbe mai cercato di leggere nei suoi occhi quale altro potere nascondessero.
Per cui, trasformare tutti in pietra era stata un po’ la sua vendetta e, in ciò, aveva iniziato a leggervi la pura bellezza. Non c’era corpo, espressione, movimento che, pietrificato, non fosse reso sublime.
Ed anche Elfman lo sarebbe stato se, coperti da un velo di lacrime, i suoi occhi non l’avessero tradita.
Evergreen non seppe mai se fu frutto del suo potere o meno ma, quando Elfman l’aveva stretta a sé e guardata negli occhi con una dolcezza che nessuno le aveva mai riservato, Evergreen si era pietrificata. Il respiro spezzato, ogni muscolo bloccato. Era stato stupido, da parte sua, ma si era perfino chiesta se agli occhi di quell’uomo anche lei, in quel momento, fosse bella come le statue che creava.
“Va tutto bene. Un uomo non piange!”
Tra le lacrime un lieve sorriso le comparve a fior di labbra: di certo Evergreen un uomo non lo era ma, se un uomo poteva guardarla e scioglierle il cuore in quel modo, forse neanche “strega” le si addiceva più.