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Autore: Niaile    13/10/2018    3 recensioni
Sapete quando vi vien voglia di urlare al mondo che quello che avete vissuto è stato reale? Realmente è esistito? Ecco.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona lettura:

Ciao, sono Linda e questa è la storia di una ragazza e di un ragazzo che si sono conosciuti solo quando conoscersi non serviva più, quando si sono dati le spalle e si sono allontanati.

Non vi dirò che è stata colpa sua, probabilmente dovrei dire che è stata colpa mia, però sono dell'idea che è stata colpa del momento.

Mi portava margherite e tulipani, mi accarezzava dietro l'orecchio, cantava per me e mi ascoltava leggere. Però non è mai stato innamorato di me.

Era il mio migliore amico.

 

 

Era un giovedì qualunque, la radio trasmetteva un canzone d'amore moderna, di quelle sottili, dove le parolacce rafforzano i concetti, era il tre novembre ma non faceva freddo e mentre mia madre lavava i piatti, mio padre preparava il caffè, mio fratello faceva i compiti e la gente continuava la sua quotidiana monotonia, io ero in macchina con lui diretta al mare.

-Penso di amarti!

-Ami me o un'idea completamente assurda di me?

-Amo i tuoi gesti nei miei confronti.

-Allora ami ciò che io faccio per renderti felice?!

-Amo il fatto che tu mi renda felice.

-Quindi ami molta gente?!

Avevo il mare davanti, un'immensa distesa d'acqua che si fondeva tranquillamente col cielo in un gioco d'ombre all'orizzonte. E lui, così dannato, che tirava sassi e disturbava le onde, non mi guardava neanche mentre io mi aprivo.

Aprirmi. Non mi è mai riuscito bene anche se l'ho sempre fatto, nessun mio sentimento è stato trattenuto da ragione o raziocinio, forse perché ho sempre tenuto bene distinti la ragione dal sentimento, però l'ho sempre fatto in maniera sbagliata: troppa foga, troppa ansia, troppo velocemente, o fin troppo esasperatamente. Insomma non arrossivo solo io ma chiunque fosse la vittima dei miei sentimenti.

Poi è arrivato lui.

Pieno di problemi e guai. Con un amore sbagliato alle spalle, che di finire però non ne voleva sapere. Con un incidente mortale di cui ancora porta cicatrici psichiche profonde, più di quelle che, quando si graffia per l'ansia, sanguinano. Con un pacchetto di sigarette sempre dietro. Con i ricci in disordine. Con la fissa per la palestra.

-Non è questo il punto.

-E- ispira dalla sigaretta -dimmi- nuvola di fumo -quale sarebbe il punto?

Non lo so. Non so mai nulla con lui. Non so rispondere mai. Io che sono un'indigestione di parole, con lui non so rispondere, con lui non trovo le parole. E anche se le parole le trovassi, non riuscirei comunque a parafrasarle.

-Il punto è che tu sei il "a capo" e quindi non possiamo continuare. Il punto è che io sono il punto e non andremo mai d'accordo.

-Sai che puoi esprimerti meglio.

Avevamo ancora il mare davanti. Disturbava ancora le onde. Ma si era appena fermato a guardarmi. Era bello. Aveva gli occhi grandi di quel castano per cui da piccoli ci si beccava un "marrone cacca". Era espressivo. Non parlava ma diceva un sacco di cose. Aveva il naso all'insù di un aristocratico accattivante. Aveva le lentiggini. Ne aveva un sacco. E io ne amavo tantissimo una, sopra al labbro, sotto la narice destra, era più grande e scura delle altre e rendeva le sue labbra così sexy. Perdevo ore ed ore a guardarla. Immaginavo di leccarla e poi morderla, e poi dedicarmi con più dovizia a tutto il resto. Aveva delle mani grandi, di quelle ben definite, piene di vene e con le unghie larghe. Si mangiava le pellicine e quindi li aveva sempre insanguinate e piene di cerotti. Era bello. Avevo i brividi.

-Possiamo anche far finta che io non mi sia dichiarata e continuare il nostro pomeriggio rilassante.

-Non ti vedo molto rilassata.

-Ma tu continui a sorvolare.

-Cosa vuoi detto, Linda?

-Hai già detto abbastanza.

Si era alzato. Mi guardava. Avevo la sua attenzione.

-A volte mi sembri stupida. Altre volte me lo dimostri.

Mi ero alzata. Lo guardavo. Aveva il mio odio.

-Non ti sto chiedendo di amarmi. Ti sto solo dicendo che ti amo.

-E vuoi una risposta da me.

-No.

-Si, altrimenti non me lo avresti detto.

-Sarò pure stupida, come dici, ma sono anche trasparente. Ho bisogno di parlare, di aprirmi.

-Non ti amo, Linda.

-Lo so.

-No, non è vero. Ci speri ogni notte. Ci speri in ogni nostro momento insieme. Ci speri quando mi dici di andare a prendere un caffè o quando mi fai leggere le tue moleskine. Ci speri da quando mi conosci…

-…Non ti conosco.

Non potevo continuare ad ascoltare. Stava dicendo una verità imbarazzante e in quell'esatto momento mi sono resa conto che non lo conoscevo.

-E allora come fai ad amarmi?

-Nella stessa maniera in cui ho amato il mare fin dalla prima volta che l'ho visto. Nella stessa maniera in cui amo il cielo o le margherite o scrivere. Ti amo e basta. Senza ragione. Ti amo quando ti guardo. Ti amo quando mi guardi. Ti amo quando ti giri a cercarmi. Ti amo quando mi pensi e mi chiami. Ti amo quando mi regali un libro che ti ricorda me. Ti amo quando trovo un libro che mi ricorda te. Ti amo quando ascolto la musica. Ti amo quando mi aspetti sotto casa. Ti amo quando litighiamo e a casa mia non vieni. Ti amo quando parti. Ti amo perché torni. Ti amo. Ma non ti conosco. E non ho bisogno di conoscerti perché non ho bisogno d'altro per amarti.

Aveva il mare alle spalle. Si confondeva con esso perché in quell'esatto momento era diventato il mio orizzonte, ma io avevo appena capito che in quell'orizzonte non c'era posto per la nostra amicizia.

-Il tuo è un romanticismo da quattro soldi.

Aveva il solito giubbotto di pelle ormai invecchiato. Aveva la maglietta con la margherita che gli regalai anni addietro. Aveva il solito ghigno di chi non ha niente da dire.

-Un romanticismo sbilenco. Come il tuo ghigno oserei dire.

Ride. La sua risata cristallina. Tossisce. Le sue troppe sigarette. Strofina gli occhi ben chiusi. Ha capito.

-Non ti sei dichiarata. Hai apertamente dichiarato che è finita. Non è vero?

-Sono sempre stata io il libro aperto tra i due.

Me ne andai.

Era finita. Come quando guardi negli occhi qualcuno e più che leggere la sua consapevolezza, ammetti la tua.

 

 

Ciao, sono Linda. E questo è l'inizio della mia storia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pensieri e Parole:

Sono tornata. Non mi do nessuna scadenza, perchè tra l'università e la mia tormentata vita amorosa, sono sicura che deluderei tutti, quindi vi posso solo dire che, anche se le collega un filo, sono comunque storie autoconclusive, quindi mi aspetto lo stesso qualche recensione! 

Vivogliotroppobene

Sempre vostra Nia <3

   
 
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