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Autore: Black Beauty    17/10/2018    6 recensioni
Villa Black, 1972, poco dopo la fuga di Andromeda.
Narcissa si consuma nella passione per il suo innamorato, sullo sfondo uno degli sfarzosi balli firmati Black.
Tutti sanno del marciume di Bellatrix, del suo amore ossessivo. Pochi sanno invece quello che si cela dietro gli occhi trasparenti di Narcissa - è davvero così perfetta la minore delle Black?
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Druella Black, Narcissa Malfoy, Sorpresa | Coppie: Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Perfetta
Perfetta

«Sei la più bella tra le mie figlie» le sussurra sua madre, mentre le pettina i capelli «Sei la più bella tra le mie figlie, sei perfetta»

Druella Black ha la voce impastata dal vino e lo sguardo vuoto di chi sa che suo marito non tornerà a casa stasera.

Le accarezza il viso diafano, identico al proprio «Non accontentarti di nessuno che sia meno di te»



La sala da ballo di Casa Black è gremita di ospiti e gli enormi lampadari illuminano le figure sottostanti, gli eletti che hanno ricevuto l'onore di essere stati ufficialmente invitati a un ricevimento di tale importanza.

Narcissa osserva il suo amato da sopra l'enorme scalinata di marmo e lo vede impegnato in un animato discorso con altri giovani purosangue, solo il meglio del meglio tra gli ospiti dei suoi genitori. Non può fare a meno di pensare che non esista nessuno di più bello al mondo.

Si è vestita con cura, sapendo che lui ci sarebbe stato. L'abito lungo color blu notte ha un taglio raffinato e contrasta meravigliosamente con i capelli biondi, arricciati per l'occasione, che questa sera sembrano brillare al pari dei gioielli costosi che indossa. Si è persino messa il rossetto rosso – qualsiasi cosa pur di sembrare più grande, qualsiasi cosa pur di farsi notare da lui. Lui è sempre perfetto e anche lei sarebbe diventata perfetta per lui.

Come rampollo di una nobile e antichissima famiglia, non è di certo a corto di pretendenti, ma nessuna splende più della stellina dei Black stasera, nessuna. Tranne una – pensa Cissy e sente le interiora annodarsi, la bile salirle in gola – e lei la odia, la odia, la odia.

Non riesce a pentirsi per questo.

Quando scende le scale, la piccola Black lo fa con il portamento di una regina, sembra davvero più grande dei suoi diciassette anni e sente gli occhi di molti su di sé. Gli sguardi degli uomini le vagano addosso e indugiano più del dovuto, ma a lei non importa, basta che tra quelli ci sia anche il suo.

Non c'è.

Per tutta la serata gli lancia sguardi di sottecchi, mentre tiene un calice di champagne con la punta delle dita curate e cerca di non pensare a quanto sarebbe bello poter parlare con lui, ridere insieme. Gli avrebbe dimostrato quanto era perfetta, quella sera.

In molti si offrono di ballare con lei, per un po' declina gentilmente, ma alla fine accetta la mano protesa di suo cugino Evan1, che ha i capelli color del grano, labbra sottili e occhi che le scavano dentro. Anche lui è una preda ambita nel mondo purosangue – ha sentito sua madre e suo padre parlottare una volta: una delle loro figlie avrebbe potuto sistemarsi con lui. Cissy aveva sperato ardentemente di no; il problema non era tanto l'incesto, che anzi avrebbe garantito la purezza dei loro figli, ma Evan non era perfetto. Era un bel ragazzo, raffinato, elegante, purosangue, ma non era perfetto e lei non si sarebbe accontentata di nulla di meno della perfezione.

La scelta, alla fine, era ricaduta su Andromeda, che aveva gettato un solo sguardo all'avambraccio non più candido del suo promesso e aveva deciso immediatamente che non sarebbe mai stata sua moglie.

Suo cugino ha venticinque anni e due occhi famelici, la stringe troppo forte e le sorride come se riuscisse a vederle dentro, la fa sentire nuda. Lei ricambia lo sguardo con la fierezza di una regina di ghiaccio – lei è perfetta e lui no. Come osa farla sentire inferiore?

Quando il ballo finisce, Evan la scorta fuori dalla pista, fin troppo cortese, per poi baciarle la mano – le labbra indugiano a lungo sulle nocche. «Sei cresciuta bene, Cissy» mormora. Si sente sporca solo a stare in sua presenza e sta per congedarlo, scappare via, prima di accorgersi che lui li sta fissando.

Il suo sorriso cessa di essere tirato all'istante e diventa dolce come il miele: «Bevi qualcosa con me, Evan?» Se lui è stupito, non lo dà a vedere. Narcissa sente già la testa leggera per tutto lo spumante bevuto prima, ma si costringe a buttare giù altro liquido dorato e a ridere quando suo cugino fa una battuta – sente il suo sguardo sulla pelle e brucia di soddisfazione.

Rimane lì, a parlare con suo cugino, a ridere sempre più forte, sempre più stordita dall'alcool, sempre più impaziente, sempre più disperata – perché, perché, non le si avvicina? Non la vede forse? Non è forse perfetta, lei, stasera?

Le sembra che passino anni, ma alla fine lui si avvicina a Evan, lo saluta. Sono entrambi aspiranti Mangiamorte e si conoscono dai tempi di Hogwarts; non mancano un paio di battute sulle bravate fatte a scuola e su quanto Silente la stia rendendo sempre peggio. Lui la guarda quasi con compassione: «Pensa che tra poco avrai finito, tieni duro Cissy». Il cuore di lei si stringe, ma non sa se di gioia per quel nomignolo affettuoso o di irritazione perché lui la considera ancora piccola – e non deve, lei è perfetta per lui, come fa a non vederlo?!

Non tiene i capelli legati indietro, quella sera, cosa che lo rende ancora più affascinante. Narcissa si intromette nella discussione ogni volta che può, cercando di non risultare inopportuna o disperata. Cerca di rendersi più grande, riempirsi la bocca di parole che ha sentito solo dai suoi genitori o da Bella. Non riesce a smettere di pensare che lui è lì perché geloso di Evan, anche se non ha motivo di esserlo, ovviamente. È di molto superiore a suo cugino, non c'è paragone nella mente da diciassettenne infatuata di Cissy. Lui sembra ascoltarla, annuisce quando parla, le dà importanza, non la tratta come una bambina, come la trattano tutti. Sente di amarlo ancora di più per quel motivo.

Non si accorge mai di un paio di occhi che fissano il terzetto, pericolosamente assottigliati.

Lui è palesemente interessato, si autoconvince la mente della ragazza. Scherza con lei, le sorride ed Evan è sempre più irrilevante, ci sono solo loro due... La sovrasta, ma in maniera rassicurante, non cerca d'imporsi come farebbero molti uomini, è sicuro di sé, pacato, perfetto. Anche lei è sempre più affascinante, a tratti civettuola, non riesce a non sbattere le ciglia, non riesce a non ridere, forse un po' troppo forte. Alla fine le chiede di ballare. Narcissa accetta con tutta la cortesia purosangue di cui è capace, quando invece non vorrebbe fare altro che saltargli al collo e stringerlo forte e baciarlo e... I suoi pensieri prendono una piega inaccettabile per una giovane donna di buona famiglia e deve controllarsi – avrà tempo per le sue fantasie proibite più tardi, nel suo letto, e avrà tempo di soddisfarle appieno per tutta una vita, deve solo giocare bene le sue carte.

Non nota il luccichio negli occhi del suo amato, che sembra sapere esattamente ciò che le passa per la testa.

Quando finalmente ballano insieme, Cissy sente il suo cuore esplodere di gioia; lui la prende per la vita con delicatezza e la stringe, ma non abbastanza da farle male, e quando le fa fare una giravolta è sicura di amare quelle mani. No, in realtà è sicura di amare tutto di lui, dagli occhi fieri al portamento aristocratico. Lo adora, perché è perfetto. Si ripete che non stonerebbero affatto, l'uno accanto all'altra.

Continuano per due, tre, quattro balli – l'ultimo è un valzer e Cissy tocca il cielo con un dito mentre annega nei suoi occhi. Stanno dando bella mostra di loro stessi, a ballare in quel modo, lo sa benissimo. Ma è solo invidia, è tutta invidiale serpi vestite a festa mascherano la loro verde invidia dietro sorrisetti di scherno e occhiate ammiccanti, come se tutti sapessero qualcosa che lei non sa. Ma è lei a saperne più di loro, pensa. È lei che tutti invidiano. Nessuno può toglierle questa gioia. Nessuno tranne... Ma no, non è possibile. Questo ballo in sé smentisce qualsiasi voce, qualsiasi dubbio di Cissy: lui non ha occhi che per lei, è palese.

È anche per questo che non capisce la furia di sua madre quando tornano indietro insieme, a braccetto. Sono perfetti insieme, perché sua madre non lo vede?

«Madame Black» fa un baciamano perfetto a sua madre, mentre Cissy sorride radiosa e pensa che niente e nessuno al mondo è più felice di lei.

«Buonasera» il tono è gelido. Narcissa non coglie, o forse si rifiuta di cogliere, non capisce perché sua madre, simile ad una sentinella in quel momento, sembra così seccata.

«Mi duole disturbarvi, ma avrei bisogno di parlare con mia figlia» Druella non aspetta nemmeno l'assenso del suo accompagnatore per afferrarle un polso e praticamente trascinarla via. Non ha mai visto sua madre agire in quel modo, dare spettacolo così – sente i sussurri degli astanti, le vipere imbellettate. Si volta indietro, come per scusarsi con lo sguardo con il suo amato e chiedergli di aspettarla, ma lui non c'è già più.

Sua madre non è mai stata violenta e Cissy non ha mai avuto paura di lei – almeno fino ad adesso. La spinge dentro un salottino del secondo piano, con la carta da parati bordeaux e con quadri di antenati Black non particolarmente importanti appesi alle pareti. Druella ha assunto le sembianze di una delle tre Furie, i suoi occhi mandano lampi e sembra volerla polverizzare.

«Cosa credevi di fare?» le sibila contro.

«In che senso?» Sua madre è esattamente come tutti gli altri – non vede, non capisce.

«Nel senso che non voglio che tu dia mai più spettacolo in un modo simile! Ballare in maniera così indecente e con chi, poi!» Questo non è da sua madre, che ha sempre elogiato e apprezzato la famiglia del suo amore.

«Con chi?» ripete Cissy, infatti, in tono piccato – possono insultare chiunque davanti a lei, ma non lui. Neanche sua madre deve permettersi. «Se non sbaglio siete voi a lodare lui e la sua famiglia in continuazione! Non fate altro che ripetere a me e a Bella che è un ragazzo eccezionale. Vi sto facendo un favore, soprattutto dopo...» La voce diventa sempre più flebile, fino a scomparire. C'è un silenzio pesante nell'aria. Andromeda era scappata di casa un anno prima e il disonore era stato enorme. I sussurri, le battutine, gli sguardi di compassione o di fredda goduria li seguivano ancora. Quel ballo era la prima festa in casa Black da molto tempo, un'occasione per dimostrare al mondo che erano ancora in piedi.

«È esattamente per quello che ci ha fatto quella disgraziata di Andromeda» la voce di sua madre assume una sfumatura pericolosa quando sputa il nome di quella che una volta era sua figlia «che tu non ti puoi permettere di mettere in imbarazzo la tua famiglia! E poi...» Sembra far fatica ad ammetterlo, ma alla fine riesce a dire «E poi non voglio che quell'uomo ti si avvicini».

«Io non vi capisco! È un ottimo partito e a me piace così tanto» la sfumatura nella voce di Narcissa diventa lamentosa – si odia per questo: non può fare la bambina se vuole essere perfetta, degna di lui.

Sua madre sembra stupita, la guarda in modo strano. «Lo è, infatti» pronuncia queste parole come se la figlia fosse impazzita.

«Allora non capisco qual è il problema!» Le due donne si scrutano come se l'altra non riuscisse proprio a capire l'ovvio. La più giovane delle Black, però, inizia a nutrire un bruttissimo presagio e un lungo brivido freddo le attraversa la schiena.

A sorpresa, sua madre sospira: «Oh, figlia mia, non ti credevo così cieca!» Il brutto presentimento si intensifica, il cuore di Narcissa si fa pesante e al contempo inizia a battere più forte. «Il tuo amore ha occhi solo per tua sorella; tuo padre e suo padre sono già in fase di trattative, nonostante l'onta di Andromeda. Non ti permetterò di boicottarle» il suo tono è più dolce, ora, ma la fermezza di fondo rimane.

Sua figlia, però, non l'ascolta già più: è sbiancata e immobile, come pietrificata. «Non è vero» sussurra – non è possibile che lui preferisca Bellatrix. Narcissa è perfetta, loro due insieme sarebbero perfetti.

«Cissy...»

«Non è possibile, non è vero! Perché mi mentite così, madre?» Sembra che le abbiano rovesciato in testa un catino d'acqua gelida, pare un uccellino che cerca riparo dalla tempesta, Narcissa, mentre fissa la madre con gli occhi lucidi di chi sa di negare il vero.

«Non essere sciocca, Narcissa».

«A lui piaccio io! Venite, chiedeteglielo pure se volete, vi farò vedere, ve lo dimostrerò! Io e lui siamo perfetti. Me l'avete detto voi, no? Devo accontentarmi solo della perfezione».

Se sua madre è colpita, non lo dà a vedere. Si limita a un freddo, quasi sprezzante: «Io credo che sia perfetto per tua sorella invece».

Parla di Bellatrix come se non fosse sua figlia. Narcissa non ha mai capito perché, tra sua madre e Bella c'è sempre stata tensione, ma nell'ultimo periodo sembra aver raggiunto picchi estremi. Nessuno ne parla mai con lei, però. Prima era Andromeda a spiegarle i piccoli dettagli che non riusciva a cogliere, ma ora più che mai sembrava che tutto le venisse taciuto, che fosse sempre all'oscuro delle dinamiche che muovevano l'Antichissima Casata dei Black. Si ripeteva che era solo perché la ritenevano troppo piccola, che poi le cose sarebbero cambiate, ma man mano che il tempo passava si rendeva conto che le sue sorelle, alla sua età, le avevano sempre dato l'impressione di sapere tutto.

Li detestava per questo – Bellatrix, perfida com'era, godeva nel vederla persa e in svantaggio e sua madre l'aveva sempre trattata come una bambina. Entrambe giocavano con lei come se fosse stata una bambola – pallida, perfetta porcellana, che ricordava a Druella tutto ciò che non era stata e a Bellatrix tutto ciò che non sarebbe mai potuta essere.

Narcissa si dirige verso il salone principale, sua madre alle calcagna. Ha intenzione di dimostrare, sia a lei che a sua sorella, che questa volta avrebbe vinto lei, che aveva sopportato per anni, ma l'unica volta che contava davvero sarebbe stata lei a prevalere, non Bella.

Le due sorelle Black rimaste non avevano mai avuto un rapporto idilliaco, erano entrambe state più legate ad Andromeda, l'unica veramente equilibrata delle tre – erano entrambe altezzose, arroganti e sempre in competizione. Avevano bisogno che la terza si annullasse completamente a loro favore per poterla amare.

Anni dopo, davanti alla tomba di una delle sue sorelle e lo sguardo dell'altra, incapace di perdonarle persino in quel momento, Narcissa avrebbe finalmente capito che erano state loro a scacciare Andromeda – l'avevano oppressa, schiacciata, annullata nella loro faida.

Andromeda non era mai stata se stessa: si trasformava a turno nell'incoraggiamento di Cissy di fronte di una sorella maggiore che cercava in tutti i modi di screditarla, e nell'affetto di una madre assente che sembrava amare solo la sua terzogenita – le mani ferme sulle spalle di Narcissa o una carezza sulla guancia di Bellatrix. Loro se ne erano nutrite avidamente ed erano cresciute nel loro stesso orgoglio, mai curandosi di ricambiare – avevano bevuto Andromeda fino all'ultima goccia e l'avevano abbandonata, troppo impegnate ad ammirare i loro stessi riflessi nei suoi occhi sempre più vuoti per accorgersi che il resto di lei stava marcendo.

Ma la Narcissa diciassettenne, frivola e vanitosa, non ci sarebbe mai arrivata.

La Narcissa diciassettenne può solo cercare con lo sguardo il suo amato e morire dentro quando lo vede accanto a sua sorella. Per tutta la sera, Bellatrix le aveva fatto la cortesia di volatilizzarsi nel nulla, erano ore che non si faceva vedere – solo per farsi venire a cercare.

Narcissa – ingenua, sciocca, piccola Narcissa – può soltanto avvicinarsi e interrompere la conversazione tra i due con un flebile «Eccomi tornata».

Lui si volta verso di lei, ma adesso le sembra diverso, non è più il ragazzo pacato, composto, perfetto che l'ha fatta ballare. Appena Bellatrix si palesa, lo sguardo nei suoi occhi diventa famelico, si perde ad ammirarla come un predatore scruta la preda – ad un tratto hanno gli stessi occhi, la stessa aria pericolosa e oscura che a Narcissa mette i brividi.

Le sorride di nuovo, ma adesso le sue labbra assomigliano a quelle di Evan e sembrano trasudare compiacimento – alcune persone in sala stanno osservando la scena di sottecchi, attente a non farsi notare, e lui sembra godere nell'essere al centro dell'attenzione.

È sua madre che rompe il silenzio, rivolgendosi alla sua primogenita con un freddo: «Dove ti eri cacciata?» Come al solito non sembra neanche che sia sua figlia, sangue del suo sangue.

Bellatrix accenna soltanto un sorrisetto, gli occhi scuri le brillano di sadica gioia: «Ma madre, sono sempre stata qui»

Pian piano, il freddo si insinua sotto la pelle di Narcissa. Sono sempre stata qui.

Sua sorella ha ereditato i tratti nobili e severi dei Black, è avvolta in una veste di pizzo nero che la fascia e la valorizza. Sembra il peccato fatto persona e riesce a uguagliare la sorellina in quanto a bellezza – Bellatrix ha sempre dovuto dimostrare di poter brillare più di lei.

Con enorme sgomento della piccola di casa Black, ci riesce benissimo. I suoi occhi sono tutti per Bella, sembrano volerla spogliare lì, adesso, per possederla fino all'alba, incurante di tutto e tutti. È palese quanto la desideri.

È sbagliato, è tutto sbagliato! Come fa a non capire che Bellatrix, per quanto ammaliante, non è perfetta?

Il sorriso del suo amato è la fotocopia di quello di sua sorella, ora e persino Madame Black sembra accorgersene, perché si rivolge al giovane con parole affilate, pienamente consapevole di come tenga in pugno entrambe le sue ragazze: «Ti stai divertendo, stasera, Rodolphus

«Oh, moltissimo, signora Black» L'astio che sprizza dal viso di Druella si intensifica, mentre il sorriso sul volto del ragazzo si allarga.

Rodolphus Lestrange ha ventiquattro anni, la voce di velluto e gli occhi di un lupo. Nasconde il richiamo della foresta dietro a sorrisi cortesi – socialmente, la scelta migliore per lui sarebbe Narcissa, ma non si accontenterà di nessuna al di fuori di Bellatrix.

Più Cissy li guarda, più sente l'odio ribollire dentro di lei e per un istante pensa che sarebbe così facile sfoderare la bacchetta e affatturare sua sorella. Vorrebbe solo farle a pezzi le ossa, tagliarle la testa e appenderla di fianco a quelle degli Elfi Domestici di zia Walburga, scioglierle il corpo – oscuro, attraente, Black – nell'acido. Non conosce neanche un incantesimo per fare queste cose, ma sarebbe pronta a saltarle addosso alla babbana, a distruggerla con le sue stesse mani.

Conoscendola, Bellatrix riderebbe fino alla fine. Neanche la morte riuscirebbe a scalfire quel sorrisetto fastidiosissimo – ma l'idea di lei con le labbra insanguinate e i denti spaccati fa stare meglio Narcissa, anche se solo per un istante.

Ci mette un attimo per capire che il suo amore stava soltanto cercando di catturare l'attenzione di sua sorella, ma la realizzazione la distrugge.

«Con permesso, Madame Black, Cissy» Tenendo Bella per la vita, il giovane Lestrange la conduce verso il centro della sala, proprio mentre il direttore d'orchestra sventola la bacchetta e gli strumenti incantati intonano una contraddanza.

La maggiore delle sorelle Black si stringe a Rodolphus, come per rimarcare il suo possesso – Narcissa è in frantumi, ma parte di quei cocci godono nel sapere che Bellatrix è stata gelosa di lei, anche se solo per un attimo.



«Sei la più bella tra le mie figlie» sua madre è dietro di lei, la guarda negli occhi attraverso l'enorme specchio dalla cornice dorata. Per un istante sembrano quasi la stessa persona, sdoppiata.

Narcissa è in piedi, ritta nel suo abito da damigella di seta lilla, ed è davvero bellissima. Sua madre le aggiusta l'ultima forcina nei capelli. «Attenzione a non far sfigurare la sposa» aggiunge, la voce carica di veleno. In tutto questo tempo, ancora non è riuscita a capire come mai sua madre detesti Bellatrix.

Cissy è già di fianco all'altare quando sua sorella entra in chiesa. Ha sempre creduto che Bellatrix vestita di bianco non sarebbe riuscita a togliere il fiato, che non fosse proprio il suo colore.

Aveva sperato, si era davvero illusa, di riuscire a essere più bella di sua sorella, il giorno del suo matrimonio. Sarebbe stata una magra rivincita.

Ma mentre la vede avanzare verso l'altare – verso Rodolphus – non può far altro che pensare a quanto le piacerebbe macchiare tutto quel candore di sangue.

Rodolphus è perfetto, ma anche Bellatrix lo è. Sono perfetti insieme.

E lei li odia, li odia entrambi.



1Evan Rosier, Mangiamorte, imparentato con Druella Rosier, madre delle sorelle Black.

Note dell'autrice:
Eccomi tornata a parlare della famiglia più disfunzionale del Mondo Magico, signori e signore, ecco a voi i Black!
Da dove cominciare?
Una delle grandi cause dei disturbi delle piccole Black è proprio la madre, Druella, intrappolata in un matrimonio vuoto e frustrante, con un marito disattento e due figlie maggiori che gli assomigliano troppo. Voglio farvi notare, infatti, che all'inizio Druella non sopporta Bella per il puro e semplicissimo motivo che assomiglia a Cygnus ed è “troppo Black”. Questo però peggiora solo le cose, perché Bella assume per ripicca anche il carattere dei Black, peggiorando ancora di più l'astio della madre e tutto questo diventa un circolo vizioso.
Narcissa è invece amata solo perché la fotocopia della madre – può ancora diventare ciò che Druella non è stata. In più, viene trattata come una bambina da quest'ultima proprio perché è l'unica che Druella vuole davvero proteggere dal sudiciume dei Black – e solo perché vede in lei un riflesso di se stessa.
Bellatrix è ovviamente gelosa di questo amore e tra le due si instaura una competizione per chi “brilla” di più; spoiler: essendo molto più forte, caratterialmente parlando (ma non solo), della sorella minore, Bellatrix vince sempre.
Andromeda, poverina, si divide tra le due sorelle, le ama entrambe e cerca di tenerle entrambe contente, dando ad ognuna quello che le manca, senza mai chiedere nulla in cambio. Non è mai stata davvero detestata da Druella, ma neanche amata, è sempre lì nel mezzo; questo la rende l'unica equilibrata e l'unica capace davvero di amare incondizionatamente.
Al contrario e ci tengo a precisarlo, Bellatrix e Narcissa sono due egoiste montate. Sono entrambe marce e corrotte, e sono capaci di amare la sorella solo “consumandola”. Stanca di questo inferno, Meda fa l'unica cosa possibile e le abbandona.
Infine il peggiore di tutti, Rodolphus è un sepolcro imbiancato: all'interno è feroce, selvaggio, bramoso, ma al contrario di Bellatrix (che comunque ha capito di che pasta è fatto e lo desidera proprio per questo) sa nascondersi dietro una maschera di formalità e cortesia, che strega Narcissa. Lui si accorge di ciò e cerca di sfruttarla a suo vantaggio per conquistare Bellatrix, che ci casca a sua volta come una pera: Rod si accorge dell'orgoglio dei Black e la prende per il naso, la manipola in modo che lei creda di desiderarlo, quando in realtà non vuole semplicemente essere seconda alla sorella.

   
 
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