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Autore: lou0987    18/10/2018    0 recensioni
Dal primo capitolo: ''Quando diede nuovamente luce a quelle iridi erbose, ricercò con lo sguardo Grace. Era ancora nella stessa posizione assunta quella mattina, rifiutandosi di mangiare, occupata ancora a fissare la porta d’ingresso come se sperasse nell’arrivo di qualcuno. E Edith improvvisamente sentì una fitta dolorosa da qualche parte dentro al suo organismo. Gli occhi iniziarono ad inumidirsi e forse iniziò anche a piangere, ma non se ne accorse perché quelle gocce salate scesero piano e silenziosamente, e la sua bocca non emise alcun rumore. Le ricordava incredibilmente Lauren ogni qual volta Jamie spariva la notte. Passava le ore ad aspettare che tornasse, fissando con il fiato sospeso la porta di casa, fin quando non tornò più.''
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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2 marzo 1995
 
Gli occhi verde smeraldo avevano iniziato a diventare cupi, di un colore simile al verde delle fitte foreste dove il sole non arriva mai a scaldare il suolo, dove la vita c’è e resiste ma non si vede. Edith era rinchiusa in una rigida postura, in quelle sedie di legno che contornavano il tavolo della cucina. Le mani erano tra i capelli e stringevano tra le dita i filamenti biondi come se volesse strapparsi ogni cosa, anche il cuore se avesse potuto. Chiuse gli occhi come a intimarsi di darsi una calmata, perché non poteva essere così, perché quella bambina rannicchiata nel divano intenta a fissare la porta aveva bisogno di lei in quel momento. Eppure non ci riusciva. Aveva solo 26 anni e si sentiva la terra cadere sotto i piedi, sentiva il freddo e la disperazione corroderle le ossa e portarla alla deriva - sapeva che se solo avesse provato a spostarsi da quella sedia sarebbe crollata, come una statua di marmo. Quando diede nuovamente luce a quelle iridi erbose ricercò con lo sguardo Grace: era ancora nella stessa posizione assunta quella mattina, rifiutandosi di mangiare, occupata ancora a fissare la porta d’ingresso come se sperasse nell’arrivo di qualcuno. E Edith improvvisamente sentì una fitta dolorosa da qualche parte dentro al suo organismo - forse al cuore. Gli occhi iniziarono ad inumidirsi e cominciò a piangere, ma non se ne accorse perché quelle gocce salate scesero piano e silenziosamente e la sua bocca non emise alcun rumore. Le ricordava incredibilmente Lauren ogni qual volta Jamie spariva la notte: passava le ore ad aspettare che tornasse, fissando con il fiato sospeso la porta di casa, fin quando non tornò più.
Grace aveva preso quasi ogni cosa da suo padre: i capelli color grano, bruciati dal sole in estate, la pelle bianco latte, gli occhioni acqua sporca che nelle migliori giornate londinesi diventavano di un azzurro intenso e luminoso. Ma quel sorriso, quelle labbra, l’espressione che assumeva quando Aaron la faceva infuriare per l’ennesimo gioco rubato, o per il panino non condiviso, tutto questo l’aveva preso in modo impeccabile da Lauren. Distolse lo sguardo da quella figura esile, da quei sei anni compressi in un corpicino che sembrava volersi spaccare a metà sotto il peso di un attesa incessante, per posare la sua ansia e la sua preoccupazione verso un altro bambino di poco più grande: capelli corvini, occhi che parevano due pozze d’acqua nell’oceano, pelle pallida da tipico inglese. Ma nonostante da Edith non avesse preso nulla, nonostante in ogni forma ci fosse il ricordo di Lucas, quel bambino era suo figlio. E quel bambino, esattamente suo figlio, in quel momento le voltava le spalle, ricurvo, come se ci fosse anche sulla sua piccola schiena un macigno pronto a schiacciarlo. E Aaron, nonostante avesse solo sette anni, in quel momento sembrava la persona più matura dentro quella cucina che risucchiava l’aria e la forza. Il bambino osservava con insistenza la fragilità di Grace, ancora rivolta verso la porta, sopra quel divano, come se stesse aspettando solo di vederla crollare davanti a sé, come se fosse pronto a raccogliere i primi cocci di quella rottura che –Edith lo sapeva, se lo sentiva – sarebbe accaduta tra poco.
E finalmente quella porta si aprì. Edith sentì distintamente il suono metallico della maniglia abbassarsi e il tonfo sordo del legno chiudersi di colpo. Grace e Aaron restarono immobili, ancora, come se nulla fosse accaduto e lei li fissò per un istante che sembrò interminabile. A quell’epoca Edith aveva solo 26 anni e la bellezza dei vinti, le sue spalle erano troppo deboli ancora per sopportare tutto quello che di lì a poco le si sarebbe mostrato.
Michael fece la sua comparsa in cucina e quello che Edith vide nei suoi occhi fu la conferma della sua disfatta. Michael aveva 30 anni, Michael non piangeva mai, Michael era forte, Michael era quello che le aveva dato la mano quando guardandosi allo specchio non sapeva più chi fosse e che cosa ci facesse con Aaron tra le braccia. Michael aveva 30 anni e non piangeva mai, ma in quel momento lo fece.










Ciao a tutti! 
Questo è il primo capitolo di una storia che avevo già precedentemente pubblicato su EFP ma che avevo deciso di eliminare per poterla successivamente modificare, avendo io stessa le idee più chiare per quanto riguardava gli avvenimenti da narrare. La trama si muoverà attraverso flashback dei vari personaggi presenti nella storia così da delineare, piano piano, la vita dei protagonista tra passato, presente e futuro. Spero che questa introduzione possa ispirarvi e che decidiate di seguirmi in questa piccola avventura :)

Lou
   
 
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