Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Ricorda la storia  |      
Autore: Tea_Drop    18/10/2018    2 recensioni
Breve one shot [Kirikami, of course] ispirata da una bellissima Art di Nekori Sama!
.
.
.
Dal testo -perchè davvero non so come descriverla, sorry- :
Kaminari Denki era, prevalentemente, un tipo tranquillo.
Si arrabbiava di rado, non attaccava briga -non per primo, almeno- e cercava sempre di essere il più amichevole possibile con tutti.
Era il ragazzo buffo della classe, insomma, quello che cercava di far ridere le persone o alla quale capitavano un sacco di sfortune minori.
Ma quel giorno, beh...era davvero arrabbiato.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaminari Denki, Kirishima Eijirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Antistress particolari
[Un altro kink di Nekori, ops <3]



Kaminari Denki era, prevalentemente, un tipo tranquillo.
Si arrabbiava di rado, non attaccava briga -non per primo, almeno- e cercava sempre di essere il più amichevole possibile con tutti. Era il ragazzo buffo della classe, insomma, quello che cercava di far ridere le persone o alla quale capitavano un sacco di sfortune minori.
Ma quel giorno, beh...era davvero arrabbiato.
Ed “arrabbiato” non era neppure il termine giusto per descrivere il suo stato emotivo attuale. Perchè andava bene essere un tantino sfortunati, si diceva.
Ma addirittura rompersi una gamba cadendo come uno scemo dalle scale della scuola era decisamente troppo! In più era tutta colpa sua: sua e dei suoi piedi idioti che andavano un po' dove gli tirava il culo e lo facevano inciampare ovunque.
Grazie al cielo, quando era successo, Kirishima e Bakugou lo avevano raccolto dal pavimento e portato d'urgenza in infermeria per controllare che tutto fosse ancora al suo posto.
“Si sa mai che il cervello abbia subito maggiori lesioni” lo aveva preso in giro Katsuki.
E se ci pensava in quel momento gli saliva la voglia di soffocarlo con il cuscino. In infermeria mancava Recovery Girl (che era andata fuori città per tutto il weekend) e quindi aveva dovuto rinunciare al bacetto “sistema tutto”
Perchè la gamba gli doleva in modo assurdo ed era sempre più certo che non fosse una semplice slogatura.
Per farla breve: Denki era stato costretto a raggiungere l'ospedale in metro (sempre in compagnia dei suoi amici), essere visitato da un medico che sembrava appena uscito da un film dell'orrore (con quei suoi capelli bianchi e neri sparati in aria ed un occhio di vetro) e ricevere la bella notizia dell'osso fratturato.
Ora stava spaparanzato sul letto di camera sua con le braccia incrociate al petto, a casa propria e senza la minima voglia di vedere una sola anima viva o morta.
E grazie al cielo, pensò, i suoi erano usciti a causa del lavoro lasciandogli modo di poter essere lasciato in totale pace e libertà. . . .
Denki non imprecava mai. O forse di rado, magari mentalmente o con i denti stretti. Evitava di buon grado, se poteva, o camuffava le bestemmie inventandone di nuove e tutte personali. Ma successe che imprecò, si, e di buon gusto!
Perchè prima di addormentarsi aveva spento il telefono e messo a tacere qualunque cosa avesse potuto rompergli le scatole in quel dannato giorno. E invece c'era qualcuno che aveva il coraggio di disturbarlo, di non comprendere la sua ira imminente e di andare a suonare a quel suo strabenedetto citofono! Kaminari non aveva alcuna intenzione di alzarsi dal suo letto.
Non aveva neppure per l'anticamera del cervello l'idea di afferrare la stampella e di trascinarsi la gamba ingessata fino alla finestra o di raggiungere il dispositivo di risposta che si trovava nel corridoio.
Voleva/sperava solo che l'individuo non desiderato si stancasse o che perdesse l'uso del dito che stava usando per premere il campanello. E in tutta risposta, proprio perchè non gli importava nulla, alzò il cuscino e se lo spiaccicò sopra la testa.
E durò poco, davvero pochissimo, perché arrivo quasi subito il suono del telefono di casa a disturbare i suoi poveri timpani e la sua venetta pulsante.
Denki ringhiò come un cane da lotta affamato e si mise a sedere di scatto sul letto.
Fissò il lampadario con la luce spenta e si mise a maledire qualunque cosa lo stesse trattenendo da un po' di calma interiore. Ma il telefono non la voleva smettere di squillare e questo lo obbligò ad afferrare con un gesto veloce e furioso la stampella posta tra comodino e letto, fare uno sforzo enorme per mettersi in piedi e raggiungere il telefono in cucina.
-Pronto.
Se avesse potuto sputare in faccia a chiunque si trovasse dall'altra parte del cavo lo avrebbe fatto senza troppe storie.
-Denki! Ho suonato per mezz'ora, ma nessuno mi ha risposto... Credevo fossi morto!
Era Kirishima.
Il giovane si portò una mano a sfregare gli occhi ancora assonnati e sbadigliò di buon gusto. -Stavo dormendo. Aspetta che ti apro.
Buttò giù il telefono in malo modo senza nemmeno salutarlo.
“Niente visite per quel giorno” si era ripromesso.
Ed ecco che la Dea bendata si prendeva gioco di lui un'altra volta. Ma certamente non poteva spedire a casa l'amico, senza nemmeno avergli offerto almeno un bicchiere d'acqua, dopo tutte le pene che si era dato per andare a vedere come stava.
Quindi schiacciò il tasto che apriva il cancelletto e fece retro front per tornare a coricarsi sul suo letto deciso ad attendere lì Kirishima.





-Ma come sono belli i tuoi capelli! Kirishima fece capolino dalla porta che andava alla stanza di Denki sfoderando il più caldo dei sorrisi.
Il padrone di casa sbuffò sonoramente e gli mandò un occhiataccia velenosa che, a pensiero del rosso, sembrava poterlo pietrificare lì sul posto.
Non che Kirishima temesse l'ira dell'altro, ovviamente.
Anche da arrabbiato sembrava la cosa più tenera del mondo! Di quelle che ti facevano venire voglia di coccolarle fino allo sfinimento e di mordicchiarle tanto sembravano buone e dolci da mangiare. E con le guance arrossate e le braccia incrociate al petto, Denki, stava mettendo a dura prova il suo doversi OBBLIGATORIAMENTE trattenere.
-Non ho avuto il tempo di sistemarli.
-Come?- chiese Kirishima evidentemente troppo distratto per poter dare retta alla conversazione.
-I capelli.
-Oh.
Calò il silenzio per un qualche minuto.
Kirishima non sapeva bene cosa dire, davvero, perchè l'unica cosa che desiderava (mentendo spudoratamente a se stesso) era di poter stare accanto al suo compagno e vedere che non se la passasse male.
-Domani ritorna Recovery Girl.- disse. Kaminari sospirò pesantemente e lasciò che i muscoli delle spalle si sciogliessero almeno un poco.
-Grazie al cielo! Sono stanco di questo...coso.- imprecò sbracciandosi per indicare il pesante gesso che portava alla gamba. Eijiro si mise a ridere di buon gusto illuminando l'atmosfera e sciogliendo non poco il cuore dell'infortunato.
-Ma cosa sei venuto a fare qui?- domandò. Il rosso passò una mano tra i capelli e appoggiò di peso la borsa a terra.
-Ho saputo che i tuoi sono fuori e mi sono detto che, ecco...- e si fermò
-Si?- cercò di convincerlo a continuare.
-Che potrei prendermi cura io di te, oggi! Ho anche preparato una sorpresa!
Denki voleva davvero dire qualcosa, rispondergli, fargli capire che non c'era bisogno del suo aiuto o di qualunque sorpresa l'altro gli avesse preparato... Ma non gliene lasciò il tempo! Era sgattaiolato veloce come un fulmine in bagno chiudendosi la porta alle spalle con irruenza.
E a quel punto decise che era inutile lamentarsi, che avrebbe accettato SOLO la sua presenza e che attendere rilassandosi era forse la cosa più giusta da fare. . . .
-Sei pronto? La voce di Kirishima fece capolino da dietro la porta del bagno dopo ben quindici minuti da quando vi era entrato.
Kaminari appoggiò il fumetto, che stava leggendo per passare il tempo, sul proprio petto e diede il proprio consenso non esternando troppe emozioni. Mica voleva dargli così presto la soddisfazione di aver migliorato, anche se di poco, la sua giornata. Eijirò aprì la porta lentamente e si presento in stanza sfoderando un allegro e smagliante sorriso.
-Ti piace?
Denki si ritrovò a boccheggiare con il volto in fiamme e la voglia improvvisa di avere il potere di rimettersi a posto le ossa da solo.
Perchè quel dannato gesso doveva mettersi tra lui e la gioia più totale? E di sicuro non era il sorriso dell'altro ad aver scaturito in lui quella repentina voglia di guarigione e di poter balzare giù dal letto per saltargli addosso, ma bensì ciò che indossava: Una strettissima divisa da infermiera (quelle provocanti, quelle che usavano le ragazze per donare un po' di piacere visivo al proprio partner) che faticava a coprirgli il fondoschiena, le autoreggenti che gli fasciavano le gambe toniche e muscolose, una siringa giocattolo infilata all'interno del taschino posto sul torace e il tutto meravigliosamente in rosa confetto.
Kaminari pregò, per la propria sanità mentale, che la biancheria non fosse cambiata e che ci potesse intravedere i soliti boxer fantasiosi che di solito amava portare.
-Denki?- lo chiamò il rosso sventolando le mani in modo da richiamare le sue attenzioni.
Il padrone di casa scosse la testa e si schiaffeggiò entrambe le guance per darsi una sana svegliata da tutte quelle cose troppo belle.
-Sei un po' ingiusto.- sussurrò.
-Come?- chiese Kirishima.
-Sei ingiusto!- gridò allora per farsi sentire meglio.
Il rosso lo fissò sbattendo le palpebre come se gli fosse venuto un improvviso tic nervoso. -E perchè mai?
Denki abbassò lo sguardo e portò il giornalino a coprirsi il volto fino ad altezza occhi.
Cercava in un qualche modo di far sparire, di nascondere, quello stato di imbarazzo che lo stava assalendo e martellando da quando Kirishima aveva fatto capolino dal bagno. In più il suo stupido cuore non la voleva smettere di martellargli nel petto e la cosa lo stava innervosendo all'inverosimile.
-Voglio toccarti.- borbottò a bassa voce.
Eijiro sorrise, riuscì ad udirlo ugualmente e prese ad avvicinarsi con calma al letto del suo “paziente”. -Ma non posso muovermi da qui per colpa di questa maledetta frattura!- si lagnò sbattendo la gamba sana sul materasso a molle.
-Sono qui.- lo rassicurò. E Kirishima si mise in piedi, al suo fianco, come il più fedele dei soldati.
Il biondo non poté proprio evitare di sorridere come un bambino alla quale avevano appena dato un giocattolo nuovo o sacchetto delle caramelle preferite. Ma per lui in fondo era proprio così.
-Non c'è molto gusto così.- brontolò stiracchiando la pelle delle braccia indolenzite.
Notando il bicchiere in plastica colorata sul comodino decise di tentare di farlo “accidentalmente” cadere a terra. Un trucco un po' scemo, forse, ma sperò che le cose andassero proprio come aveva programmato.
-Ops... Me lo puoi raccogliere?
Eijiro annuì felicissimo e si piegò per raccogliere il bicchiere vuoto dando le spalle all'infortunato.
E lì Denki dovette stare calmo, calmissimo, per non rischiare di dover tornare in pronto soccorso a causa di un improvvisa e capiente perdita di sangue dal naso.
La visione delle natiche di Kirishima, in HD, coperte da quella microscopica porzione di stoffa rossa che apparteneva a mutandine da donna, gli stava annebbiando la vista e quel poco di ragione che gli era rimasta.
Non si trattenne, non ce la fece proprio a non allungare una mano -seppur tremante e incerta- e stringere con leggera pressione una delle chiappe sode e toniche.
Eijiro sorrise sotto i baffi, ma lo lasciò fare indisturbato mentre fingeva di aver perso di vista il famigerato coso in plastica e lamentandosi che, secondo lui, fosse finito con lo svincolare sotto il comodino. Denki spostò il busto in avanti quel tanto che bastava per riuscire a stampare un bacio sul lato B del suo compagno, la mano sempre intenta a strizzarlo come si fosse trattato di un antistress.
Ma in effetti stress e rabbia erano realmente scomparsi dal suo corpo.
-Vogliamo cambiare gioco o hai intenzione di toccarmi lì fino a domani mattina?- ci scherzò Eijiro notando quanto impegno ci stesse mettendo l'altro nel baciarglielo o mordicchiarlo. Non che si stesse lamentando della cosa, ovviamente.
-Dipende...- bofonchiò a guance gonfie -Tu lo hai trovato il mio bicchiere?


....


Spazio dell'autrice 

Alloooooora... 
Stava nel pc e mi sembrava cattivo non pubblicare anche questa Kirikami ;;
Che sono una coppia bellissima, che amo, e... Kirishima è troppo un biscotto, va bene? <3
Anche questa è stata scritta per accontentare una mia amica (nekori <3) che ha questo piccolo kink per le sue adorate coppie gay. <3
Voleva che qualcuno fosse ammalato, insomma, e che l'altro si prendesse cura di lui.
Uhm... non credo di aver centrato il bersaglio, ma non importa xD
Non riesco a vederl TROPPO smielosi questi due -e nemmeno i katsudeku, in realtà- u.u
Bene. Ora chiudo, ma ci tengo a ringraziarvi in anticipo VOI che leggerete <3
Un abbraccio - <3

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Tea_Drop