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Autore: Dioni    18/10/2018    1 recensioni
Giappone,sengoku jidai,mentre il paese del sol levante percorre il suo periodo più caotico,un giovane yokai vive la sua vita,inconsapevole che la sua esistenza sarà turbata dall'arrivo di un nuovo nemico,più forte e temibile di quanto lo siano stati i suoi nemici precedenti,ma in suo aiuto interverrà un umano molto particolare,proveniente da una terra lontana.
Tra intrighi e battaglie,personaggi famosi e luoghi dimenticati,una storia prende vita,una storia dove niente e quello che sembra e che alcuni segreti e meglio che rimangano tali.
Buona lettura.
(crossover Inuyasha/Assassin's Creed.)
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Diverse ore più tardi,poco prima dell'alba,villaggio degli assassini.

Stava iniziando come una giornata qualsiasi,il cielo era un pò cupo li in montagna,mentre il sole a fatica riusciva ad illuminare il cielo,ma apparte questo,tutto sembrava nella norma.

Ma non per loro due,non per il cane e la pantera che dormivano sotto lo stesso tetto.

Era successo qualcosa a Sesshomaru,qualcosa che lei non sapeva spiegarsi,si era destata dal sonno quando cominciò a sentire il suo antico rivale emettere dei piccoli versi,come se stesse avendo un incubo.

Lei si alzò,si avvicinò all'inuyokai,con una leggera ansia verso lo stato in cui lui si ritrovava,si muoveva nel sonno,compiendo piccoli movimenti spezzati,come se facesse fatica a fare qualcosa,ma non capiva bene cosa potesse essere.

Provò a strattonarlo un poco e a chiamarlo allo stesso tempo,ma non sembrava reagire,ciò aumentò la paura che in Toran era già forte di suo,ma il peggio sarebbe arrivato a breve.

Decisa a non arrendersi provò ad aprirgli le palpebre,forse questo lo avrebbe riportato alla realtà,provò con un occhio,ma quando lo aprì constatò con inquietudine che la pupilla era biana,bordata di rosso,come se l'occhio si fosse girato su se stesso.

A quel punto provò il tutto per tutto,cominciò ad agitarlo con forza,a chiamarlo sempre più forte e nel timore che potesse peggiorare gli si inumidirono gli occhi.

- SVEGLIATI,TI PREGO,APRI GLI OCCHI.

Urlò,come se facendolo potesse richiamarlo a se e a quel punto,accadde.

Uno scatto inaspettato la prese alla sprovvista ed una mano,incoscente di quello che stesse accadendo le si strinse alla gola,per poi essere buttata a terra.

La pressione intorno al collo era tale che rischiava la rotturà delle vertebre cervicali,cercò di liberarsi,facendo forza ma senza ricorrere agli artigli o al ghiaccio,ma la sua forza in confronto a quella del cane era paragonabile a quella di un pollo che cerca di liberarsi dalla morsa di una volpe,la differenza era abissale.

I muscoli della mano sembravano fatte di pietra,non aveva mai avvertito una tale forza in lui,nemmeno quando combatterono tra le rovine nella montagna,lo sentiva ringhiare,come se fosse nella forma animale,mentre gli occhi rossi,fissavano un punto indefinito,era certa che sarebbe morta di li a poco.

Ma tutto ad un tratto,la situazione cambiò.

Lo sguardo di lui tornò normale,la presa si fece meno forte,ed un espressione di sgomemento si manifestò su quel volto solitamente corrucciato.

E dopo un tenero abbraccio e parole di conforto i due erano ancora li,l'uno stretta all'altra,l'orrore era sparito,ora c'erano solo loro,li,insieme,a stretto contatto,quanto avrebbe voluto che quel contatto fosse durato abbastanza a lungo da divenire qualcosa di più che solo un abbraccio.

E magari senza i vestiti addosso,almeno per lei,lui indossava solo l'intimo.

Ma a quel desiderio lussurioso,si sostituì un affetto meno libidinoso,quasi materno,vederlo in quello stato,non osando immaginare cosa possa aver passato per avere una reazione simile.

- Sesshomaru,vuoi dirmi cosa ti è successo?

Disse lei sussurandogli dolcemente in un orecchio.

Lui si staccò da lei,il movimento era stato eseguito con fare calmo,quasi temesse di poter farle ancora del male,anche soltanto con un semplice gesto come quello.

Si mise in posizione più eretta,seduto sul futon e coprendosi con la coperta fino alla vita,comprendo così la sua parziale nudità.

La testa era china verso il petto mentre chiudeva le palpebre,impedendo così alla vista di posarsi su di lei,si vergognava,lui,che voleva solo ribellarsi,che voleva combattere...che voleva fuggire.

Da quella cosa.

Era ancora li,a malapena ricordava nel dettaglio cosa fosse successo,ma ancora aveva ben in mente la parte peggiore di tutto quello.

La scritta mostro ripetuta più e più volte su tutta la scalinata,lui bloccato,inerme,debole,rassegnato,impotente di fronte a quell'orrore,a prima vista era una sagoma rettangolare con un strato nero che circondava l'interno della forma artificiale.

Ricordava di come scendeva le scale,pur non muovendosi,come se l'ambiente e l'oscurità fossero la stessa cosa,eppure non sapeva definirlo con esattezza,la natura stessa della vicenda rasenta la follia.

- Non riusciresti a comprendere,nemmeno io ci riesco,fai un favore a te stessa,lasciami qui,allontanati e continua questa tua alleanza con gli assassini senza di me,ti ho già ferita abbastanza.

- Non dire così,non'é colpa tua,so che non volevi farmi del male,io mi fido ciecamente di te.

Lei gli posò una mano sopra una delle sue,la mano di lei si era posata in un gesto delicato,come a volerlo consolare,sostenere,a fargli capire che lei era con lui,sempre.

- Infondo,sono o non sono la tua compagna di viaggio?

Disse lei sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.

Lui la vide in volto,si sentì indifeso di fronte a quel modo di fare,così gentile e caritatevole,lei era una guerriera,una combattente,una vera dura,eppure aveva la sensazione che da quando si erano rivisti dopo tanto tempo,lei sembrò più tenere,dolce,affabile,almeno con lui.

E lui non seppe cosa dirle,quel volto così sereno,quelle labbra così vicine al suo volto e quello sguardo,quegli occhi così azzurri,che avrebbero dovuto congelare chiunque con una sola occhiata,invece sembravano scaldarlo,reazione ironica,dato il potere di lei.

lui in risposta,capovolse la mano coperta da lei e gliela strinse leggermente,segno di complicità,non sapeva nemmeno lui perché facesse così,era la prima volta che si sentiva in quel modo di fronte a qualcuno.

Probabilmente Jin aveva ragione,forse lei provava dei sentimenti più pronfondi,di quelli che lui voleva ammettere.

E forse,anche lui,aveva lei sentiva una certa attrazzione verso di lei,solo che non n'è era ancora convinto.

O che non aveva il coraggio di ammetterlo a se stesso,lui sapeva essere così orogoglioso da negare l'evidenza persino a se stesso.

Ma non poteva negare che il tocco della sua mano era un balsamo miracoloso più forte di qualunque capacità di rigenerazione,leniva ferite che il suo corpo non poteva guarire e che la sua mente e il suo spirito pativano ormai da diverso tempo.

- Come ci riesci?

Chiese lui con fare perplesso.

- A fare cosa?

- A non aver paura,ti ho aggredita,ti ho fatto del male,ho rischiato di ucciderti,come puoi starmi vicino dopotutto quello che ti ho fatto passare?Il combattimento nella montagna,il litigio al fiume e adesso questo,in ogni cosa che fai tendi a comportarti bene nei miei confronti,dimmi perché.

Lei non seppe cosa rispondere,distolse lo sguardo dal suo,non avrebbe potuto reggere a quella pressione,subito si rialzò dirigendosi subito verso il punto della stanza dove aveva lasciato le sue solite vesti.

- Perché sono incaricata della tua salvaguardia,Ezio e Yuki mi hanno espressamente chiesto di controllare il tuo stato di salute...é poi sono ancora in debito con te,hai resuscitato la mia famiglia e salvato il mio clan dal mio precedente signore,sono estremamente in debito con te,senza dimenticare che sei intervenuto quando ero circondata dalle guardie di Akira.

- Ti ho già detto come la penso sulla questione,non hai alcun debito verso di me e se anche ci fosse ti scioglierei da un simile vincolo,non mi sei debitrice di nulla.

- Lo so...ma io sento il bisogno di sdebitarmi,se non fosse stato per te io non sarei mai stata alla guida del mio clan,le mie sorelle e mio fratello ora gestiscono gli affari del clan anche grazie al fatto di essere vivi,questo lo devono a te,posso dire con certezza che le pantere esistono ancora anche grazie a te,come posso non sentirmi in debito?

Sesshomaru non seppe cosa rispondere,dal punto di vista dell'inuyokai lei sembrava in qualche modo diversa da come la ricordava,questo ormai era evidente,ma più in particolare le sembrava simile ad un altra persona alla quale ormai non pensava più.

Rin.

Quella bambina così gentile,riconoscente,gioiosa della vita che adesso si stava godendo appieno,in qualche modo le assomigliava,o almeno con lui,un tempo sarebbe stata più diretta,arrogante e strafottente,esattamente come lui,un blocco di ghiaccio,ma ora sembrava avere un carattere più affabile,era diventata soffice come la neve appena caduta.

Ovviamente Toran non era altrettanto infantile come quella fanciulla umana,ma se non altro mostrava quel lato che lui apprezzava tanto e che solo in quella bambina credeva che potesse esistere.

E invece ora quella morbidezza d'animo,quel lato tenero del cuore lo ritrovava li,ma stavolta più maturo,in Toran,la faceva sembrare quella donna che molto tempo fa non avrebbe potuto suscitare in lui nessun autentico interesse,pur tuttavia senza cancellare quel lato guerriero,combattivo e decisamente maschiaccio che lui rispettava in lei,forse era questo strano miscuglio di attributi che in un modo o nell'altro attirava le sue attenzioni su di lei.

Lei non era sofisticata,viziata o altezzosa,lei era diversa,un pò come lui.

E a lui questa cosa piaceva.

Mentre lui rifletteva su queste cose,vide qualcosa che lo prese in contropiede,la ragazza sciolse il nodo dell'obi che teneva la veste,lo fece cadere e subito dopo,si scoprì le spalle,facendo scivolare la veste sulla propria pelle,delicatamente,quasi con malizia.

Difficile a dirsi se l'aveva fatto apposta o pure no,l'unica cosa certa era quello che stava osservando,ormai senza vestiti Sesshoamru potè vedere,con un certo interesse,che la pantera non era poi così nuda,una fascia bianca ripetutamente fatta girare intorno al petto copriva i seni,mentre sotto portava un semplice perizoma di cotone bianco.

- Toran...che stai facendo?

Disse lui incredulo a quello che stava vedendo.

- Mi sto cambiando.

Disse lei mentre era girata,intenta a indossare il suo solito abito,lei spostò lo sguardo su di lui e lui prontamente girò il suo in un altra direzione.

- Tranquilla,non ho visto niente.

- Avevi ragione ieri sera,non siamo più dei ragazzini,possiamo cambiarci pur rimanendo nella stessa stanza,non abbiamo nulla di cui vergognarci.

- Non c'è bisogno che tu lo faccia solo perché ho detto così,ho solo espresso un mio pensiero personale.

- A me non sembrava,sembravi piuttosto deciso quando l'avevi detto.

- Vestiti,invece di perdere tempo in chiacchiere.

- Come vuoi.

Finito di vestirsi la ragazza si mosse verso la porta.

- Ti aspetto di fuori.

- Guarda che non c'è ne bisogno...

Ma lei subito uscì,senza dare la possibilità a Sesshomaru di poter finire la frase.

Chiuse la porta e subito dopo si rivolse verso una delle pareti della casa,ci si appoggiò e si coprì il volto.

Ripensò alla scena di poco fa,facendola sentire la ragazza più stupida del mondo intero.

Non sapeva nemmeno lei spiegare come fosse accaduto il tutto,l'unica cosa che aveva intenzione di fare era alleviare la tensione che si stava respirando la dentro,per non parlare di quello scambio di parole,lui che le chiedeva come potesse stargli vicino e lei che gli aveva risposto con il volersi sdebitare.

A quel punto qualcosa era scattato nella sua testa,lui,ai suoi occhi così fragile,così bisognoso di lei,solo allora seguì ciò che le diceva il cuore.

Si spogliò davanti a lui.

Si diresse verso il punto in cui teneva le sue vesti e cominciò a vestirsi,ma dentro di lei sapeva cosa volesse fare veramente.

Un misto di compassionevole pietà e un ardente desiderio delle carne di lui,l'aveva spinta a quel gesto,dandogli le spalle sperava che lui si alzasse,alla ricerca del suo corpo,che la prendesse,che la baciasse,per poi portarla con se sul pavimento e....

Non osava immaginare oltre,la cosa la imbarazzava troppo.

Lo bramava,lo desiderava..lo amava.

Ma lui non lo sapeva,i suoi problemi occupavano tutto il suo tempo e lui,per quanto gli stesse vicino era come se fosse a miglia di distanza.

Avrebbe voluto dirgli cosa provava nei suoi confronti,ma non né aveva il coraggio,come poteva? Sesshomaru era bello,forte,con un coraggio che pochi possono vantare di possedere,qualità di cui si era accorta solo dopo che lui aveva riportato in vita Shuran,Karan e Shunran.

Nei giorni successivi la figura di quel avversario di sempre,era cambiata,prima di allora non si era resa conto di come fossero profondi quegli occhi dorati,di come fossero lisci i lineamenti del viso,di come quella lunga,ma ordinata massa di capelli argentei gli dessero quell'aspetto così regale.

Le ci volle ancora molto per comprendere che ormai era divenuto il suo eroe,un glorioso guerriero solitario contro tutto e tutti,un uomo,solo contro il mondo intero.

E lei gli sarebbe rimasto accanto....era un promessa,verso se stessa e verso ciò che provava per lui.

All'improvviso sentì la porta scorrevole aprirsi e subito si staccò dal muro e levò le mani dal viso,cercando di simulare un atteggiamento calmo e tranquillo,cosa che lei in quel momento non era per niente.

Sesshomaru se n'è uscì già vestito e col cappuccio posato sulle spalle,ormai non c'era più bisogno di nascondersi,buona parte degli yokai presenti al villaggio ormai sapevano chi si nascondeva sotto quelle vesti da iniziato.

Il volto e lo sguardo fisso davanti a lui preannuciava l'ovvio,una giornata cominciata male,destinata a peggiorare.

- Andiamo.

Ordinò lui senza troppe premure.

Lei non disse niente e lo seguì,temendo per lui le conseguenze di quella situazione.

Le strade erano deserte e i rumori delle prime ore del giorno erano ancora lontane per l'ora in cui si stavano diregendo da Yuki,il cielo era a malapena illuminato da un sole ancora distante,una tinta unica di un blu denso e scuro stava lentamente diventando chiaro,annunciando così il sorgere del sole che ancora una volta avrebbe illuminato quella giornata.

Un leggero vento soffiava in quel momento,gelido,che sembrava passare di li,tra loro due,come un brezza giocosa che si intromette e col suo freddo pungente ricordava ad entrambi il gelo che era sceso su i due giovani yokai.

Si inoltrarono nel centro abitato,il silenzio era presente,quanta calma,mentre loro due,con la loro presenza passavano,anche loro altrettanto silenziosi,che con i loro passi infrangevano il silenzio,come un sassolino infrange la superficie di un specchio d'acqua.

Gli edifici erano testimoni della loro presenza in città,mute presenze,semplici nella loro funzione,era così strano passare per quelle strade senza il solito chiacchiericcio dei passanti e lo sbraitare dei mercanti,non un qualcosa di bello in quel paesaggio urbano,un cambio di prospettiva sulla classica caoticità che solitamente era li presente.

Ma sotto tutta quella calma si nascondeva un ansia e una tensione tali da pesare sulle coscenze di entrambi gli yokai.

Toran cercava star vicino a Sesshoamru,ma quest'ultimo istintivamente si distanziava da lei,come poteva starle accanto,dopo quello che gli aveva fatto? Come poteva affiancarla dopo quello che aveva visto?

La schiena nuda di lei,il desiderabile seno che in parte aveva intravisto nel suo profilo e più sotto,i suoi glutei,quelle curve,così sensuali nella loro naturalezza,piccoli al punto giusto,tonici,desiderabili.

Per non parlare di quello che si nascodeva sotto quel perizoma,al solo pensarci sarebbe impazzito,era come ritrovarsi di fronte ad un bel fiore e non poterlo cogliere per paura di fargli male.

Temava di farle male,temeva di aggredirla ancora,non avrebbe osato toccarla,non dopo aver rischiato di spezzarle l'osso del collo.

Ma se avesse potuto toccarla....

Se fosse stato possibile,se ciò che sospettava fosse reale,se era vero che lei provasse qualcosa per lui,allora si sarebbe fatto avanti.

Si sarebbe alzato senza indugiare,si sarebbe mosso piano,l'avrebbe guardata come un cane da caccia che insegue la sua preda,sguardo da predatore,occhi fissi di chi è pronto a fare la propria mossa,l'avrebbe stretta attorno alle sue braccia,l'avrebbe baciata,mentre le sue mani avrebbero vagato sul suo corpo,su quella pelle bianca come la neve,più preziosa della porcellana,posandosi sul suo collo,sul suo petto,sul ventre,sui fianchi ed infine scendendo più in basso,dove non osava immaginare.

Si dovette riprendere da quella fantasia,la loro meta era in vista.

La casa del libro,Sesshomaru tornò di nuovo in quel posto,per la terza volta,ormai ricordava la strada a memoria,cosa che non lo faceva sentire particolarmente orgoglioso.

Bussò,neanche con gentilezza,due colpi forti per farsi riconoscere,quasi rischiò di abbatere la porta.

Non arrivò nessuno,aspettarono ancora un pò,ma nessuna traccia di chi cercavano,forse non si era fatto sentire abbastanza bene,per tanto volle riprovare,ma questa volta più forte.

- Spero che tu sia qui per una buona ragione,o forse tutto ad un tratto ti da fastidio il mio locale?

Toran e Sesshomaru si girarono verso una delle finestre delle case adiacenti,videro una donna dai lunghi capelli neri,pelle diafana e lo sguardo di chi si è svegliata da poco.

- Devo parlarti.

L'espressione del volto del ragazzo era serissima,come sempre del resto,ma questa volta nella sua voce non c'era segno di noia o di fastidio.

E la cosa la metteva a disagio.

- Entrate.

Disse lei chiaramente preoccupata.

L'interno dell'abitazione rispecchiava per dimensioni la maggiorparte delle case del posto,piccola e accogliente,ma a differenza delle altre case,era arredata con un basso tavolino in legno laccato nero,con diversi fogli appogiati sopra e con un cuscino di seta li accanto e altre due porte scorrevoli presenti nella stanza.

Ma la cosa più sorprendente era un piccolo dettaglio che entrambi gli yokai non si accorsero in precedenza,ora che la vedevano senza cappuccio si accorsero di due orecchie appuntite ai lati della testa,anche lei era uno yokai.

Come mai non se n'erano accorti prima? In particolar modo dell'aura,non la sentivano,possibile che non n'é possedesse una?

Quella donna di certo nascondeva molte cose,è non solo l'aura.

- Prima accomodatevi.

- Non ho tempo per queste scemenze.

Disse Sesshomaru spazientito,Toran prontamente gli portò una mano al braccio e lo guardò con fare rassicurante.

- Ci parlo io.

La voce della panterà lo calmò leggermente,in un qualche modo la sua presenza lo rilassava,non riusciva a capire come,però ci riusciva,era dalla sera prima che sentiva chiaramente che con pochi gesti lei riusciva a raffreddare alcuni punti cocenti del suo carattere...e a riscaldarne altri.

- Nobile Yuki,siamo qui per alcuni aggiornamenti riguardo alle condizioni di Sesshomaru...

Toran cominciò a spiegare la situazione avvenuta poco fa,i lamenti nel sonno,lei che cercava di svegliarlo e poi l'aggressione,spiegò come lui continuasse a stringerle il collo nonostante cercasse di farlo rinsanire e di come alla fine si riprese.

Yuki ascoltò meticolosamente ogni dettaglio,la preoccupazione si leggeva sul suo viso,esattamente come i tanti manuali e manoscritti che teneva nella sua piccola biblioteca,non aveva battuto ciglio,statuaria,magnifica,concentrata,paziente.

Infondo erano li per questo.

Ma la pantera non gli disse dei dettagli più intimi,non gli disse di come lei chiamò disperatamente l'inuyokai o di come lo abbracciò,quando lo vide sconvolto e in preda alla confusione,quando poi subito dopo lui l'abbraccio a sua volta e di come lei poco dopo si sentì avvampare e di come quell'abbraccio facesse nascere in lei intimi pensieri.

- Come immaginavo,speravo che non cominciasse così presto.

Disse Yuki in tono rammaricato,chiuse gli occhi e cominciò a respirare letamente,tramutando il suo volto in una maschera di tristezza.

- Potete fare qualcosa?

Chiese Toran con sincera preoccupazione

- Se siete venuti qui,con la speranza di una sorta di cura o una soluzione di qualche tipo,la mia risposta è no,sono spieacente,davvero.

- Ma ci sarà qualcosa che si può fare,non potete lasciarlo così.

- Capisco quello che provate,ma io non ho quello che cercate,ma ho qualcosa da consegnare a lui.

La maestra si diresse verso il tavolino,prese un foglio di carta spiegazzato e lo passò a Sesshomaru,l'inuyokai se n'è era stato in disparte durante la spiegazione che Toran aveva fatto all'assassina,per tutto il tempo era rimasto attaccato ad un muro,con le braccia attorno al petto e gli occhi chiusi,come se in qualche modo volesse estranarsi da tutto e tutti.

Cosa che solitamente faceva,ma mai prima di quella mattina,aveva sentito il bisogno di fuggire anche dalla realtà,che a suo avviso era diventata anche fin troppo brutta.

- Leggi.

Sesshomaru si riprese dal suo tentativo di isolamento,prese il foglio con non curanza e cominciò a leggere.

- Ordine diretto del mentore del ramo Giapponese della confraternita,a seguito dei recenti fatti che sono avvenuti a danni dell'intera confraternita,ritengo opportuno che il figlio di Inutaisho venga mobilitato il più presto possibile verso la zona settentrionale del paese,nell'Hokkaido.

Ci risulta dalle nostre ultime infomazioni che la gran sacerdotessa Otsune stia organizzando le forze a sua disposizione per ottenere il controllo sull'intera zona nord del paese,aspetto ulteriori aggiornamenti riguardo alla situazione attuale.

Finito di leggere Sesshomaru passò la lettera a Toran e poi si rivolse all'altra donna presente nella stanza.

- E perché mai dovrei andarci proprio io?

- Aspetta,c'é dell'altro,Otsune è un alleata di Akira,anche se lei non é un membro dei templari il suo sostegno politico assicura i templari un vataggioso territorio a loro disposizione,per non parlare dei problemi che gli Ainu e gli yokai che potrebbero causare,sempre se riescono a rivendicare i territori persi.

- Ainu? Mai sentiti prima.

Rispose lui incuriosito.

- Gli Ainu sono un antico popolo umano del nord,nei tempi antichi il loro territorio si estendeva per l'intero paese,ma con le invasioni di coloni provenienti da Corea e Cina costrinsero questo popolo a raggiungiere le zone glaciali dell'Hokkaido,dopo secoli di isolamento sono tornati a farsi sentire e temo che Akira voglia aproffittare della situazione,non oso immaginare cosa succederebbe se riuscisse nei suoi intenti.

- Se dovessi partire,troverei anche Akira?

- Forse,ma preferirei che non ti scontrassi con lui,sai benissimo com'é andata a finire l'ultima volta,piuttosto,se vuoi veramente fare del male al gran maestro,ti suggerisco di colpire Otsune,solo così potrai arreccargli un serio danno ai suoi piani.

Sesshomaru rimase in silenzio,ripensò ad Akira,ripensò a lui e a come potesse avere occasioni di poterla fare finita con tutta questa storia,non gli interessava niente della situazione nel nord,ma sapere che Akira era a portata di mano gli dava la sensazione di poter regolare i conti con quel dannato e poter così tornare alla sua vita precedente.

Yuki guardò gli occhi del cane,brillavano di una luce furiosa,luce che caratterizzava il suo sguardo quando un nemico particolarmente forte gli dava filo da torcere e lui sentiva la carica che la sola idea del combattimento potesse dargli,ma purtroppo la maestra sapeva bene che la vera motivazione di Sesshomaru era un rancore profondo,il senso di sfida questa volta,non c'entrava assoluatamente niente.

- Va bene,volete farmi l'assassino? Per me sta bene,ma ad una condizione.

- Apparte il fatto che come novizio ti è stato dato un ordine diretto, e che non potresti rifiutare,quale sarebbe questa condizione?

- Voglio che Toran venga con me.

La richiesta del dayokai suonò come una cosa bizzarra,personalmente l'assassina si aspettò una cosa come il poter uccidere Akira,oppure,andarse fuori dalla confraternita a missione finita,ma di certo non il fatto di portarsi la pantera con se,questo era stato certamente un evento inaspettato.

- Benissimo,infondo vi conoscete,siete stati avversari per così tanto tempo,che ormai vi conoscete anche fin troppo bene,per non parlare degli ultimi svolgimenti,che sono più che sicura vi hanno avvicinato ancor di più,oltre a ciò,lei potrà continuare a verificare il tuo stato di salute,ritengo che questa sia un ottima idea,partirete domani,tuttavia...

- Tuttavia?

- Non potete partire senza la guida di qualcuno più esperto di voi,poi avrai bisogno di allenarti nelle arti della confraternita,quali la furtività,il ladrocinio,l'omicidio e tutto ciò che ti potrà essere utile,per questa ragione,vi affido la guida di Ezio per ciò che dovrete fare.

Sesshomaru sospettava che Yuki avrebbe detto qualcosa del genere,poi quel sospetto divenne reale e per ciò non si stupì più di tanto,ormai era scontato che quell'umano facesse parte della sua quotidianità,era stato presente fin dall'inizio di quella storia,perché mai non avrebbe dovuto averlo vicino anche in questa faccenda?

- E ti pareva che non ci fosse anche lui,va bene,se serve anche lui ad ammazzare Akira,me ne farò una ragione,c'è altro?

- Veramente si,pare che da quelle parte si siano avvistati diversi membri  di diverse tribù di lupi,soprattutto gli Yoro,in un qualche modo devono essere collegati a quello che sta succedendo da quelle parti,non ho altro da dirvi riguardo la questione.

- Bene.

E detto ciò Sesshomaru uscì dall'abitazione,con passo fiero e composto.

Toran fece per alzarsi,ma subito la maestra si fece risentire.

- Toran,c'è una cosa con cui vorrei parlare con te,in privato.

La pantera si rimise al suo posto e subito le due si guardarono per un attimo,poi ricominciarono a parlare.

- Come va il tuo rapporto con Sesshomaru?

- Bene,apparte questo incidente,procede tutto liscio,non'è certamente un tipo facile con la quale averci a che fare,però non'è così male,perché me lo chiedi?

- Ultimamente io è il maestro Ezio abbiamo notato che voi due state sviluppando degli atteggiamenti un pò atipici per il vostro carattere,come quando ti sei offerta volontaria per intempretare la parte della finta traditrice,oppure quando sei intervenuta durante il combattimento di ieri,c'è forse qualcosa che senti il dovere di riferire?

La ragazza si sentì schiacciata da tutta quella pressione,mentre la yuki la osservava tranquilla,composta,ma facendo capire bene tra quello che si stava svolgendo in quella casa non era una semplice discussione,era un interrogatorio in piena regola.

Meno diretto,ma pur sempre un interrogatorio.

- No,nulla di particolare,adesso se vuoi scusarmi,io andrei.

Toran si rialzò per l'ennesima volta e questa volta era più che decisa ad uscire da quella casa,la cui aria sembrava la stesse facendo soffocare,le mura sembravano schiacciarla e quella donna la stessa guardando dentro,tutto la dentro sembrava volerle fare sputare fuori una verità che lei stessa non voleva rivelare nessuno,nemmeno a quella persona che ormai occupava i suoi pensieri.

- Come assassina ti dico che il tuo eccessivo coinvolgimento col tuo vecchio rivale e assai pericoloso,noi sappiamo cosa pensi realmente di lui e ciò potrebbe risultare dannoso per lo svolgimento del tuo compito.

La voce di Yuki arrivò alle orecchie della pantera,che la fece fermare sull'uscio,ma Toran non aveva intenzione di risponderle,parlare di quelle cose le avrebbe fatto troppo male.

- Ma come donna ti dico di stare attenta,i tuoi sentimenti per Sesshomaru sono puri,ma lui é molto più del guerriero che tu conosci,temo che sotto la superficie della sua anima si nascondono cose ben peggiori di quello che vuole ammettere....e la cosa più triste e che lui non ha colpa di tutto questo,una vittima inconsapevole,di un destino crudele dettato da un antico conflitto.

Non una parola,non un singolo suono era uscito dalla bocca della ragazza,rimase li,con lo sguardo che andava all'entrata,persa in pensieri che duravano meno di un istante,per fortuna di lei,dato che nessuno di quei pensieri era buono e tutti rivolti a lui.

Uscì dalla casa,lasciando così da sola la maestra,sola,in compagnia dei suoi pensieri,dei suoi timori.

E del suo ospite.

Yuki si avvicinò ad una delle porte scorrevoli dentro la casa,l'aprì e dentro vi trovò l'uomo che si celava al suo interno.

- I sintomi hanno cominciato a peggiorare,temo che presto o tardi possa manifestare comportamenti più violenti di sta mattina,confido che possiate prenderne cura voi,Ezio.

Il fiorentino si trovava ai suoi,spoglio dei suoi indumenti e sdraiato su un futon,guardava il soffitto mentre sul suo volto si faceva spazio un espressione pensierosa,poi li richiuse,cercando di godersi la calma di quel risveglio,interrotto dall'arrivo dei due yokai.

- Immagino,dato che il ragazzo e alla sua prima missione dovrò guidarlo attentamente nelle basi degli insegnamenti,il vero problema sono le sue condizioni,temo che la prossima volta che accadrà dovrò usare...metodi poco ortodossi,per farlo tornare sano.

- Vi riferite alla mela? Ma così c'è il rischio di ucciderlo.

- Spero solo di non dover arrivare a tanto,adesso se mi vuoi scusare,voglio sfruttare le poche ore di sonno che mi restano,non mi va a genio l'idea di affrontare la giornata col sonno che mi perseguita.

Yuki fu in procinto di lasciare la stanza,ma all'ultimo istante si fermo girandosi ancora una volta verso il fiorentino.

- Niente battute maliziose oggi?

Ezio dal canto suo mostrò un sorriso di genuina allegria tenendo tuttavia ancora gli occhi chiusi.

- E ancora presto per fare certe cose,ma se vuoi più tardi,possiamo fare cose ben più impegnative di qualche semplice battuta...ci sono modi più interessanti di usare la bocca,mia cara.

La ragazza fece una breve risata,segno che aveva apprezzato la frase,un simile umorismo era un autentico toccasana per lo spirito,si sentiva fortunata a collaborare con un uomo simile,per quanto fosse poco ortodosso il metodo di quello straniero doveva riconoscere che aveva un certo stile in fatto di approcci con il sesso opposto.

- Riposate Ezio Auditore,domani vi aspetta la missione più difficile che abbiate mai affrontato.

- Visto che dovrò stare dietro a Sesshomaru per tutto il tempo della missione,si,penso che sarà un autentica impresa,comunque,c'è ancora una questione della quale dobbiamo parlare.

- Quale?

- Riguarda il motivo per la quale sono qui,ancora non mi spiego cosa possa essere successo è sopratutto non so se sono l'unico ad essere arrivato in questo mondo,oppure ci sono i miei altri due compagni,faccio fatica a trovare un senso a tutto questo.

L'assassino ricordava ancora il momento in cui il suo senso della realtà era ancora quello di sempre,ricordava ancora la fine della sua ultima missione,del suo ritorno dalla Spagna,e di quel luogo,sotto la città di Roma,antico,dimenticato,perduto,la cui struttura era fuori da ogni contesto conosciuto,l'architettura irriconoscibile,bella e sconosciuta.

Solo loro avrebbero potuto costruirla,solo loro avrebbero potuto concepire una tale costruzione,loro che nel suo mondo era stati definiti dei,loro che un tempo vennero chiamati Giove,Giunone e Minerva,insieme ad altri esseri a loro simili.

Loro,coloro che vennero prima.

Poi quella luce,quello scoppio improvviso di energia,un bagliore accecante,forte quanto la luce del sole in piena estate,poi,li vide,gli altri due,colleghi,amici,compagni fidati,da anni persone che lo aveva aiutato a capire che genere di uomo voleva essere.

Li vide spinti,travolti,sopraffatti,proprio come lui,provò a chiamarli,ma la sua voce venne soffocata,resa esile,dal boato tremendo che si manifestò li dentro.

Poi il nulla,non ricordava bene quanto tempo passò,forse una decina di minuti o forse un ora,poi,la foresta,la neve e quel mondo pieno di magia,mostri altre cose incredibili.

Se mai fosse tornato a casa,nessuno avrebbe creduto a quella storia,lui stesso faticava a crederci.

- Ho inviato la vostra richiesta al mentore del nostro ramo,non siamo ancora certi di cosa possa essersi trattato,sono spiacente per la vostra situazione.

- Non quanto dispiaccia a me.

- Riposate,il giorno non'è ancora giunto,approfittatene.

E detto ciò Yuki chiuse la porta,lasciando Ezio con i suoi pensieri,lui a sua volta pensava a casa e a come stavano andando le cose senza di lui,a come stava procedendo il suo lavoro a Roma senza la sua presenza.

E poi,nel pensare alle persone che aveva bisogno del suo aiuto,gli venne in mente lui,quel ragazzo,dalla lunga chioma argentata,gli occhi color dell'oro e di quante gatte gli stava facendo pelare,era arrogante,presentuoso,pieno di se e sbruffone fino all'ultimo.

In parole povere,gli ricordava se stesso,quando era ancora un giovane della nobiltà fiorentina,l'unica cosa che li differenziava era il carattere.

Forse era per questo,che si era affezionato a Sesshomaru.


Toran uscì dalla casa trovando Sesshomaru fuori dalla porta,con lo sguardo diretto chissà dove,fissava il cielo che si stava schiarendo,segno che l'alba era ormai vicina,gli occhi dell'inuyokai vagavano verso il cielo,quel immenso lenzuolo sopra le loro teste che mosso da chissà quali regole naturali cambiava da giorno a notte e viceversa.

Il sole e la luna,l'alba e il tramonto,due faccie di una sola ed unica entità,il cielo,forse anche lui era così,forse c'erano un altro lato di lui che non aveva mai esplorato prima,qualcosa di più profondo ed oscuro di quanto volesse ammettere,ma connessa in qualche modo con Akira e quei frammenti di passato di cui nemmeno si ricordava.

- Sesshomaru,tutto bene?

Il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri,ma ancora non riusciva a togliere gli occhi da quello spettacolo del mattino.

- Dimmi Toran,ti sei mai sentita fuori posto? Come se nessuna delle creature che hai attorno potesse capire come ti senti?Comprendere chi sei,o cosa vuoi veramente?

- Da che ho memoria ho sempre avuto la mia famiglia,Shuran,Shunran e Koran,mi sono sempre stati vicini,i miei genitori quasi non me li ricordo,hanno lasciato questo mondo due secoli fa,da allora sono dovuta crescere sia come donna che come guerriera,adesso però mi tocca anche crescere come capo clan adesso che so che c'è uno yokai che minaccia l'esistenza della mia gente.

- Quando ero più piccolo,mio padre mi era sempre sembrato un eroe,era forte,fiero,audace,ma era anche un uomo gentile,leale con gli alleati e spietato verso i suoi nemici.

- So chi era di fama,ma non avevo mai saputo queste cose di lui,da come ne parli sembrava un grande uomo.

- Lo era,è stato l'unico essere che ho mai ammirato,volevo essere come lui,emulare le sue gesta,superarlo,ma ora,non sento di essere degno di lui,mi sento schiacciato,calpestato,sconfitto e umiliato da un destino più grande di me.

Toran era li che lo fissava,in quel momento gli parve di vederlo sotto una nuova luce,forse perché era la prima volta che lo sentiva parlare così,in quella maniera molto distante dal cane che solitamente rispondeva a monosillabi,lo vide che guardava il cielo,come a voler cercare una risposta da chissà quale entità,lo sentì parlare,non come il solito Sesshomaru,il ragazzo continuamente sul piede di guerra,non sapeva descriverlo con esattezza,ma lo sentiva diverso,non sapeva come,ma diverso.

- Sesshomaru tu...

- Fino a qualche tempo fa mi sentivo perfettamente bene con me stesso,credevo di essere il più forte,il più agguerrito,il più abile yokai di tutti i tempi,invece adesso mi ritrovo qui,in momento della mia vita che non riesco a comprendere,percorro un sentiero pericoloso Toran,ogni ostacolo ora mi sembra insormontabile,ogni avversario mi sembra più forte o più abile di me e adesso mi ritrovo a dover risolvere un problema della quale non vedo la soluzione e che presto o tardi,perderò di nuovo il controllo.

- E anche se fosse?Se non altro adesso sappiamo cosa aspettarci e quindi possiamo reagire di conseguenza,io non ho alcuna intenzione di lasciarti da solo,mi conosci da troppo tempo,se mi metto una cosa in testa non me la toglie più nessuno,quindi,non credere di liberarti di me tanto facilmente.

Sesshomaru la fissò con sguardo furente e il suo volto divenne una maschera di rabbia.

- Tu la fai tanto facile,pensi semplicemente che le cose possono andare per il meglio,ma non ti rendi conto di come mi sento davvero,no,tu non puoi capire,come potresti?

Toran ascoltò quelle parole con sdegno e indignazione,anche lei cominciò ad irritarsi.

- Davvero? Non ci riuscirebbe nessuno a capirti,visto che sei tanto bravo a chiuderti in te stesso,avvolte mi chiedo sei un cane o una chiocciola,visto che ti riesce tanto bene a chiuderti nel tuo guscio,forse se mi dicessi qualcosa in più riguardo alla tua reazione potrei anche capirti.

Il ragazzo fu preso da un improvviso scatto d'ira,prontamente le puntò un dito addosso

- E TU INVECE SEMBRI UNA....

Sesshomaru si fermò,non riuscì a continuare la frase che subito la sentì di nuovo,quella rabbia,quella paura,quella mancanza di autocontrollo,poi,lo rivide,fu giusto un attimo,ma gli era apparso di nuovo,durò solo un battito di ciglia.

La porta,quel varco nero,quell'oscurità,durò un solo istante,ma lo rivide,sentiva ancora quell'ansia,quel profondo terrore che nel profondo della sua anima era ancora riemerso,solo per poterlo sottomettere ancora una volta,per farlo soffrire di nuovo.

Si portò la mano con la quale puntava la pantera e istintivamente se la portò sul viso,come a volersi coprire da quell'orrore,profondo e incomprensibile,lo rivide,vivido,come se c'è l'avesse di nuovo davanti.

La rabbia che stava manifestando verso di lei,gli aveva fatto sentire quello che provò li,nella casupola,quando la sua mano,forte delle fatiche e del suo nobile lignaggio stringeva selvaggiamente il collo di lei,in un impeto di ira profonda verso qualcosa che nemmeno lui sapeva riconoscere.

Toran lo vide li,curvo su se stesso,mentre lo vide coprirsi gli occhi,come un bambino che distoglie lo sguardo,per timore che dal buio possa uscire un mostro.

E lei sospettava che qualcosa non quadrava.

- Sesshomaru che succede?

Disse la pantera preoccupata,lei provò ad avvicinarsi a lui,mentre con una mano sfiorò quella del cane che si posava sul volto,nel tentativo di calmarlo,di tranquillizzarlo,di riportarlo da lei.

Ma appena ne sfiorò la pelle,subito lui,diede un ciaffone alla mano,come a volerla tenere lontano da se,il viso,ora scoperto mostrava un espressione spaventata,allo stesso tempo boccheggiava,cercando aria con difficoltà,mentre nello stesso istante il petto si alzava e abbassava in maniera preoccupante,quasi stesse soffocando.

- NON MI TOCCARE.

Lo sguardo di Sesshomaru dava i brividi,vi si poteva leggere una rabbia profonda,ma insieme ad essa si poteva scorgere un moto di paura,basso,viscerale,che si insinua nella mente come un serpente che si nasconde sotto terra,in attesa di scattare da un momento all'altro.

Toran per istinto si massaggiò il palmo,non perché provava dolore,il colpo in se non era stato forte,quanto piuttosto il gesto che aveva subito le aveva fatto male più di ogni altra cosa,persino più della mani dell'inuyokai strette al suo collo.

Assurdo,ma vero,quando lui,qualche momento prima,il suo tentativo di soffocarla non era dettato da una volontà sicura e ferma nel suo essere rigida,com'era solitamente Sesshomaru,in quell'atto violento,sentì la sua forza,la sua rabbia,il suo odio.

Ma non lui,lui non lo sentiva,era presente in quella stanza,ma era come se non ci fosse,come se il suo corpo facesse qualcosa contrario alla volontà di Sesshomaru,fu per quello che lei riuscì riuscì ad essere comprensiva,sapeva che negli ultimi tempi la mente di Sesshomaru faceva strani scherzi.

Ma quel gesto,quella mano urtata,quella mano che voleva solo aiutare,era stata respinta,con violenza,come se l'averla vicino le desse fastidio,ed era conscio di quello che aveva fatto,qualcosa in lei si era scheggiato,incrinato e per quanto non fosse visibile,faceva male,per quanto piccolo e insignificante potesse essere,faceva veramente male.

Essere tenuta a distanza come un animale randagio,da quell'uomo alla quale stava dando tante attenzioni,era la cosa peggiore che poteva immaginare in quel momento.

- Sesshomaru...

- Non ti faresti che male.

Toran era titubante su quello che voleva fare,non sapeva come reagire a quella frase,le avrebbe fatto ancora del male?L'avrebbe aggredita?Magari con esiti persino peggiori di prima?

Non poteva saperlo con certezza,era divisa,da una parte avrebbe voluto avvicinarsi,sostenerlo,dirgli sarebbe andato tutto bene,ma dall'altra l'istinto gli diceva di non tirare troppo la corda,tutto di Sesshomaru diceva che non sarebbe stato saggio provocargli un altra reazione.

Sesshomaru chiuse gli occhi mentre nello stesso momento si portò una mano sulla fronte,come se stesse male,sembrava in preda ad un forte stato confusionale,sentiva che la testa gli pulsava terribilmente,come se avesse un forte malditesta,eppure,nonostante il dolore,che a dire il vero era poco,sentiva che tutto attorno li stesse facendo più confuso,annebbiato,quasi irriconoscibile.

Tutto era sfocato,la sua vista percepiva le cose come se stesse osservando il mondo attraverso un specchio d'acqua,sporco e torbido,le immagini erano confuse,appannate e quasi indefinite,non riusciva a trovare una risposta a quello che gli stava succedendo,sapeva solo che qualcosa non quadrava.

Sentiva la mente annebbiata,faticava a pensare,a reagire a quello strano stato della mente,non sapeva cosa fare,non si era mai sentito così,come sarebbe stato bello che qualcuno avesse potuto rispondergli.

Rispondergli,rispondere,risposta.

Ci pensò un attimo,un fugace momento di lucidità,non sapeva come gli fosse venuto in mente,ma era comparsa così,all'improvviso,un ispirazione improvvisa,una fugace speranza velata dal caos della sua mente.

- Risposte...mi servono risposte.....é forse so dove cercarle.

Disse lui mentre guardava un punto indefinito di fronte a lui,come se fosse perso in un pensiero.

- Di che stai parlando?

- Devo andare.

E con queste parole si girò dall'altra parte è cominciò a correre,lasciando indietro la ragazza che inultimente lo chiamava a se,lui però non le diede ascolto,troppo immerso nei suoi pensieri per ascoltare la sua voce,per farsi convincere a restare.

In gran fretta sfruttò al sua naturale velocità per uscire dal villaggio,le strade erano ancora vuote, presto si sarebbero riempite di persone,ma lui ormai era già lontano,lontano da quella creatura che tanto lo faceva star bene e che lui aveva rischiato di uccidere.

Solo un piccolo angolo della sua mente riconosceva ancora quell'azione vergognosa precedentemente compiuta,se solo avesse avuto la prontezza di accorgersi di quello che stava facendo,se solo la sua mente non stesse crollando su se stessa.....

Ma ormai era tardi per pensarci é preso com'era da quella confusione improvvisa,da quel senso di smarrimento,si inoltrò sempre più nella foresta,dove stesse andando,lo sapeva solo lui.

O quasi.


un ora e mezza dopo.


Era tornato li,li dove tutte le sue sicurezze erano state rovesciate,li,dove due giorni aveva affrontato la sua antica rivale,li,dove ormai c'erano solo rovine,resti di un passato alla quale non prestava troppa attenzione.

Era di nuovo li,di fronte all'entrata dell'antica sede degli assassini,il luogo stavolta era realmente deserto,nessun assassino,nessun ostacolo di alcun genere,solo il silenzio,il cupo silenzio,così grande da sembrare assordante.

Ancora una volta li,nell'oscuro ventre della terra,dove forse nemmeno lui sapeva bene cosa cercare.

Entrò nell'edificio abbandonato,appena fece il suo primo passo all'interno risentì di nuovo quella strana sensazione,quell'impressione che ci fosse qualcosa di estraneo e inconsueto,antico e misterioso,si ricordava ancora i disegni e le incisioni all'interno dell'area.

Figure stilizzate,grandi esseri umanoidi più grandi di altri,incisioni,scritture e segni indecifrabili,sulle colonne,sui muri,sul soffitto,lui non ci capiva nulla e quel nulla lo rendeva incerto sul da farsi.

Come reagire,come avanzare nella sua ricerca della verità? Non lo sapeva,ma qualcosa in lui gli diceva che quello era il posto giusto,che li,da qualche parte si potesse nascondere la giusta direzione per scoprire cosa gli stava succedendo.

E seppe subito dove cercare.

Andò spedito in direzione della statua che tanto lo intimoriva,dentro di lui sapeva che quella grande figura di pietra nascondeva dei segreti,molte domande alla quale avrebbe voluto subito una risposta,l'uomo raffigurato aveva il suo viso,il suo corpo,la sua bellezza.

Ma quello yokai non poteva essere lui,come poteva?Eppure era uguale identico a Sesshomaru,tranne che per le ovvie differenze,come l'acconciatura o le vesti,ma sembrava lui,in tutto e per tutto.

Chi era?Perché si trovava li?Era un personaggio importante?Da dove veniva? Ma sopratutto,cosa diavolo aveva a che fare con lui?

La cosa peggiore e che sentiva qualcosa,lo percepiva sotto pelle,era sensazione strana,ma allo stesso tempo familiare,eppure non sapeva dargli un nome,non sapeva descriverla,in effetti a quel punto non sapeva più niente.

- Chi sei tu?

Disse Sesshomaru rivolto alla statua mentre estraeva la spada e puntandola verso il diretto interessato,forse nella speranza che potesse parlare,per dargli informazioni,per dargli risposte,o forse per vedere se in qualche modo potesse interagire con lui,come quella grossa sfera di metallo che aveva Ezio,oppure la tavoletta con le incisioni recuperata da Toran.

Fissò intesamente la scultura,ma non dava cenno di muoversi,di parlare,di essere viva,sperava in cuor suo che potesse reagire a quella domanda,alla sua provocazione,ma nulla,se ne restava li,ferma,immobile,nella sua straordinaria bellezza artistica,che stonava con tutto il resto.

A quel punto Sesshomaru abbassò la spada e deluso,chiuse gli occhi é abbassò la testa,come in segno di sconfitta,infondo cosa sperava di trovare?Un luogo morto,con segni e simboli senza senso,anche quella statua,maestosa ed imponente,risulatava alla fine solo un pezzo di pietra.

Grande,bello,ma pur sempre pietra,senza vita,senza volontà,solo pietra,nuda roccia ben scolpita,ma apparte questo nulla di più.

- Nessuno sa chi sia,nemmeno gli assassini n'é sanno più di tanto.

- Jin.

Sesshomaru si riprese immediatamente dalla sua delusione,concentrando tutte le sue attenzione su quell'essere che ormai da tempo infestava i suoi pensieri.

- MISERABILE,CHE DIAVOLO ERA QUELLA...COSA?DIMMELO.

Disse Sesshomaru con tutta la rabbia che aveva in corpo,questa volta però non si era limitato a pensarlo,lo aveva espresso a voce,urlandolo,tanto la sotto,chi lo avrebbe sentito?

- Mi rendo conto di quello che stai passando adesso,ma,la situazione é più complicata di quello che credi.

- DIMMELO.

- E una volta che l'avrò detto,che cosa farai?Ti addormenterai nel tentativo di tornare dentro te stesso,solo per poter avere di nuovo a che fare con quell'incubo?Dammi retta,come piano fa pena,anche se fosse fattibile,poi cosa farai?

- E UNA MIA DECISIONE,NON TUA.

- Ti metterai ad affrontarlo? E con cosa? Con la tua spocchia e le tua tracotanza?No Sesshomaru,sarai anche forte,ma le verità che si celano dentro di te sono talmente grandi,che non ti rendi conto di come stiano pesando sul tuo animo.

- TU NON HAI IDEA DI QUELLO CHE STO PASSANDO.

- Si invece,io sono dentro di te,comprendo il tuo dolore,le tue preoccupazioni,io lo so,non volevi farle del male.

L'inuyokai smise di urlare,lo aveva sentito bene,lui non voleva farle del male,ma ciò non cambiava cosa aveva fatto,perciò rimase fisso su quel pensiero,sapeva che lei non gli dava nessuna colpa,ma allora perché continuava a tormentarsi?

Continava a pensarci,a tormentarsi,era arrabbiato,furioso,si odiava per quello che aveva fatto,se avesse esagerato con la forza,se non si fosse ripreso per tempo dallo strangolamento...

Non voleva immaginare cosa sarebbe successo,non osava farlo,poteva comprendere quale sarebbe stata l'orrenda alternativa,ma avrebbe preferito non immaginarla,lei,esamine,per terra,senza più aria nei polmoni.

Senza più vita...per colpa sua.

Sesshomaru non dava più segni di rabbia,quelle sfuriate di prima sembravano ormai una cosa del giorno precedente,ma era ancora nervoso,in preda a quello stato confusionario che si era manifestato al villaggio.

- Jin....che mi sta succedendo?

- Temo che la tua ultima esperienza notturna abbia in un qualche modo avuto ripercussioni sul tuo spirito,il tuo equilibrio interiore è sconbussolato,ora,devi solo calmarti é...

Sesshomaru ascoltò con attenzione ogni parola detta da Jin,poi,all'improvviso,cominciò a sentirsi strano,sentì la testa farsi sempre più leggera,i suoni sembravano ovattati,la vista si offuscò,se prima stava male,ora si sentiva peggio.

- Che succede?

Non riuscì a dirlo,ma lo pensò molto chiaramente,sentì il cuore accellerare di colpo,gli mancò l'ossigeno,si sentì mancare e cadde al suolo,come privo di conoscenza.

suoni in lontananza,versi di uccelli,forse gabbiani.

Acqua,acqua che si scontra con la terra,forse il mare.

Terra,granulosa,pizzica,calda e fastidiosa,forse sabbia.

Riaprì gli occhi,era disteso su un fianco,si guardò attorno,spaesato,confuso,disorientato.

Si fece forza con le mani e sentì sui palmi la sabbia,si rialzò tutto d'un colpo ancora intontito,ma era abbastanza lucido da comprendere dove si trovasse.

Era di nuovo nella spiaggia,era tornato nel mondo dentro di lui.

Si guardò attorno e questa volta non trovò porte,statue o qual si voglia stranezza immaginabile.

Poi,controllando meglio verso il mare,vide qualcosa in lontananza,forse era uno scherzo della sua mente,sperava che lo fosse,perchè quello che vide era una barca,che si stava avvicinando a riva.

Aveva una struttura abbastanza semplice,lo scafo era rovinato,scheggiato e raschiato nei punti più disparati,era scolorita,probabilmente era molto più vecchia di quello che sembrava ed era priva di un remo,cosa che avrebbe reso la navigazione piuttosto difficile.

Ma non era quella la cosa che lo sorprese di più,sulla piccola imbarcazione sedeva un uomo e li gli venne in mente un altra figura a lui conosciuta,una corta chioma argentea,una veste marrone con degli anelli nel mezzo,lunghi pantaloni bianchi,con una fascia che scendeva in mezzo alla gambe.

Non ci credeva,non poteva,non lo concepiva in alcun modo,era lui,quel misterioso yokai che portava lo stesso volto di Sesshomaru,uguale in tutto e per tutto,tranne per la capigliatura e la mancanza di segni sul viso.

Per istinto Sesshomaru si porto la mano al fianco,alla ricerca di Bakusaiga,ma non la trovo,nemmeno Tenseiga era con lui,aveva solo se stesso con cui poterlo minacciare,tanto bastava a confrontarsi con lui,c'erano troppo domande che aveva da fargli,gliela avrebbe fatte tutte è avrebbe avuto le rispsote che cercava,anche a costo di ucciderlo.

Spinta dolcemente dalle ultime onde,la barca toccò terra,incastrandosi sulla battigia, e poco dopo il misterioso yokai scese dalla barca,ora si trovava a pochi metri da lui,lo vide attentamente,pronto a una qualunque reazione dello sconosciuto.

- Chi sei tu?

Disse Sesshomaru con tono minaccioso,ma l'altro non sembrava interessato a quelle parole,anzi,sembrava non averlo sentito,si guardava attorno con aria indagatoria,confusa,come se si fosse perso,come se fosse uno straniero.

Dava l'impressione di essere confuso e disorientato,guardava in tutte le direzione,alla ricerca di qualcosa che sapeva soltanto lui.

- Ti ho fatto una domanda,rispondi.

L'estraneo continuò a ignorarlo,non lo aveva degnato nemmeno di uno sguardo,come se l'inuyokai non ci fosse nemmeno su quella spiaggia.

A quel punto Sesshomaru perse le staffe e si diresse a passo deciso verso l'uomo,le sue mani erano pronte per prenderlo e alzarlo dal terreno,forse con un pò di forza lo avrebbe convinto a non fare tanto il furbo con lui.

Appena gli fu vicino mosse una mano verso la giugolare dell'altro yokai,ma appena lo toccò sentì solo l'aria,lo aveva attraversato,come se fosse aria.

- Ma cosa....

- Lui non'é qui veramente.

Sesshomaru si girò di scatto verso la voce e a lato lo trovò di nuovo,Jin,se ne stava in piedi,a guardare il mare,con il volto sempre coperto dal cappuccio,se ne stava fermo,con le mani congiunte sul ventre,dandogli così un aspetto da saggio.

- Jin...

- In questo preciso istante la tua mente sta assimilando e decifrando le informazioni che hai raccolto nella stanza,la tua comparsa in questo luogo é dovuta al tuo precedente scatto d'ira,non ti sei ripreso totalmente dalla brutta esperienza di questa notte.

- Non parlare come se questa faccenda non ti riguardasse,che cos'era quella cosa?

- Accontenti che io ti abbia salvato dal suo influsso,è molto più forte e distruttivo di quello che credi,quello che hai visto è ciò che si trova sotto la superficie dei tuoi pensieri,dimmi Sesshomaru,cos'hai sentito in quel momento?

L'inuyokai si irrigidì di fronte a quella domanda,una richiesta così facile da comprendere,ma così difficile alla quale rispondere,ricordava in tutto e per tutto cosa aveva provato in quel momento,ogni sentimento nefasto,ogni paura più profonda,ogni cosa che la sua mente tendeva a scacciare o a seppellire nella coscienza si era manifestate di fronte a lui,in tutta la loro potenza.

E lui n'è ebbe terrore.

Abbassò la testa,inizialmente cominciò a guardare la sabbia poi,si perse nei suoi pensieri,lasciando che lo sguardo vagasse in cerca di un punto cieco,fuori dalla sua attenzione.

- Orrore...quello che ho sentito in quel momento era l'orrore,puro,contorto,ricordo ancora la sua immagine,un grosso ammasso scuro,nero,come una notte senza stelle,faceva orrore,in tutto il suo essere,c'era qualcosa di sinistro,di orrendo,era innaturale.

Poi rialzò la testa,ormai ripresosi dai ricordi di quel mostruoso incontro,in quel momento divenne lucido e calmo,si era tolto un peso dalla coscienza,non era abituato a parlare dei suoi pensieri personali e quegli ultimi eventi che stavano sconvolgendo la sua vita lo stavano rendendo fin troppo estroverso.

E lui odiava questa cosa.

Tornò a fissare la figura di Jin,quest'ultimo,era ancora concentrato a guardare il mare,in cerca di chissà cosa,tra i flutti delle onde e il blu del mare,Sesshomaru però non gli diede importanza,aveva altro per la testa.

- Tu sai cosa sta succedendo dentro di me,vero?E sopratutto,quello yokai,non'è veramente qui,vero?scommetto che tu lo sapevi già.

Ci fu un attimo di silenzio,poi,Jin si voltò verso Sesshomaru,il volto era coperto,per tanto non riusciva a capire quale fosse l'aspetto che si celava sotto il cappuccio,eppure sentiva che ci fosse qualcosa di stranamente familiare in quello strano individuo,di cui non sapeva niente.

- Quello yokai e legato a questa vicenda,molto più di quello che pensi,perché credi che il vostro aspetto si assomigliano così tanto,perchè pensi che ci sia qualcosa di innaturale nelle vostre somiglianze?Ti sei posto queste domande,ma senza trovare nessuna risposta,ora però,c'è un altra cosa che devi osservare attentamente,guarda.

Disse infine Jin,mentre con una mano indicava la figura dello straniero,Sesshomaru si girò e quello che vide lo lasciò stupito.

L'altro yokai aprì gli anelli in mezzo alla veste e ne estrasse un oggetto già noto all'inuyokai,la rivide li,dentro la sua coscienza,in quel luogo,dove logica e follia si mescolavano l'uno con l'altro e ricordi perduti di un infanzia lontana si sovrapponevano alla presenza di oggetti dagli strani poteri,mentre oscure e indistinte minacce lo attaccavano dove lui non poteva difendersi.

Quanto ancora si sarebbe meravigliato e avrebbe sofferto per cose che sfuggivano alla sua conoscenza?Mentre nemici e alleati giocavano la sua vita in una guerra portata avanti da tempo immemore,personaggi di cui non sapeva nulla e persone che,seppur poche,che poteva contare sul palmo della mano,erano le uniche alla quale tenesse veramente.

E ora la rivedeva li,in mano a lui,con la sua forma rurale e le sue incisioni misteriose.

La tavoletta.

Nelle mani di quell'uomo però risplendeva di una luce tutta sua,come quella strana sfera che aveva Ezio oppure come l'occhio di Akira,o ancora,come lo strano segno che aveva sulla mano,ma tutte e tre avevano una cosa in comune,la loro potenza,era grandemente pericolosa. 

Lo yokai proveneinte dal mare pronunciò qualcosa,non capì nessuna parola,come se fosse un altra lingua,forse era un particolare dialetto,ma non ricordava di averlo mai sentito nelle terre in cui aveva vagato,possibile che venisse da un altro paese?

Che venisse dal continete?Forse era cinese,ma non gli sembrava che l'idioma fosse quello,o forse veniva da un paese più lontano? In quel caso non sapeva cosa pensare.

In ogni caso ora sapeva che non era Giapponese,il mistero su quell'uomo si faceva ancora più fitto,per non parlare poi che portava con se la tavoletta,quel maledetto pezzo di roccia senza alcun particolare significato per lui.

Lo straniero sembrava muovere le dita sulla tavoletta,come se stesse tenendo traccia di qualcosa,quasi stesse leggendo un foglio,e questo rese curioso Sesshomaru,che si avvicinò ancora di più a quell'estraneo.

Gli giunse infine ad un palmo dal naso,a quanto pare aveva ragione,non era realmente sulla spiaggia,non si era nemmeno dato la pena di guardarlo,ad ogni modo,era più interessato cosa stesse facendo con quel diabolico oggetto che sfuggiva alla sua comprensione,come molte cose negli ultimi tempi.

Guardò l'oggetto e ciò che vide lo confuse ancor di più,le iscrizioni sulla pietra sembravano aver preso vita propria,l'aveva vista solo due volte,quindi non sapeva nemmeno lui cosa fosse in grado di fare quell'oggetto.

Tutto quello che vedeva erano solo luci e immagini che si mescolavano tra di loro,cambiavano posto e si muovevano da tutte le parti,un pò a casaccio,ma poi,più attentamente,si accorse che il tutto stava seguendo uno schema preciso.

Le incisioni,non più soggette ad una posizione fissa cominciarono a formare tutta un altra immagine,immagini di fiumi,montagne,foreste e sentieri si stavano formando di fronte ai suoi occhi,non sapeva spiegarsi quella cosa,ma doveva ammattere che aveva del sorprendente.

Poi come se non bastesse,in un punto specifico della mappa si formò un immagine a lui molto familiare,il simbolo di una mezzaluna,comparve su quella che sembrava una montagna stilizzata,insieme ad essa comparve una sola è singola parola,l'unica cosa che riuscì a capire con esattezza.

Taisho.

- Ma che cosa...

Non fece in tempo a finire la frase che una luce ancora più intensa si manifestò di fronte agli occhi dell'inuyokai,abbagliandolo a tal punto da fargli distogliere lo sguardo,si girò nel tentativo di coprirsi,ma poi vide che tutto intorno a lui cominciò ad illuminarsi,tutto divenne accecante,la sabbia,il cielo,il mare,tutto stava diventando luce,per poi sbiciolarsi e svanire via,come se fosse polvere.

Il mondo che lo circondava,stava svanendo di fronte ai suoi occhi.

- Non temere ragazzo...

Disse Jin rivolgendosi al giovane yokai,per poi muovere le mani verso l'orlo del cappuccio.

- Prima che tu vada,c'è una cosa che voglio farti vedere.

E si tirò giù il cappuccio,ma tutta quella luce ormai rendeva inutile il tentativo di vedere in volto l'uomo che viveva nella sua testa.

Tutto si fece bianco,di un bianco da bucare gli occhi,Sesshomaru non vedeva più niente,se non quel candido,puro,immenso bianco che non sembrava aver più fine.

Poi,poco alla volta,il bianco si attenuò,fino a distinguere masse indefinite di immagini e suoni distorti tutto attorno a lui,la vista era annebiata,l'udito confuso,ancora una volta era preda di una situazione che non comprendeva.

Ma di una cosa era sicuro,questa volta,non era sdraiato per terra.

Si accorse di essere in piedi,dentro un luogo chiuso,non riusciva a capire per l'esattezza dove si trovava,poichè,una leggera presenza di fumo,rendeva la visuale ancora peggiore,proprio nel momento in cui si stava riprendendo.

L'udito tornò a posto,sentì bene che c'era una voce cavernosa e autorevole parlare li dentro.

- Jin,sei riuscito nel compito a te assegnato,siamo fieri di te.

- Non merito alcun elogio maestro,ho fatto solo ciò che mi é stato chiesto.

- E per questo te ne siamo grati.

Mentre i due parlavano,la vista di Sesshomaru tornò a posto,ma ancora una volta,non sentì niente,non sentiva le braccia,le gambe,ogni parte del suo corpo sembrava sparita,era confuso su ciò che stava accadendo,poì,tutto ad un tratto capì,stava succedendo di nuovo.

Era di nuovo nel corpo di Jin.

Ma questa volta l'ambiente era cambiato,non era più nella piazza della confraternita,dove un tempo tutte quelle persone,di razze differenti,condividevano idee e comunicavano nello stesso luogo,riconobbe subito il posto.

Era l'interno della sede degli assassini,ma l'interno era differente,vi risiedevano alcune persone,di taglia e misure differenti,tutte incappucciate e irriconoscibili,mentre al centro della stanza un enorme braciere di bronzo nella quale ardeva una grande fiamma.

- Jin,sappiamo che sei tornato da soli pochi giorni qui in città,ma abbiamo un altra missione urgente.

- Sono un assassino é come tale agisco,la mia fedeltà alla confraternità e assoluta,ditemi dove andare e io ci andrò.

- Il tuo prossimo compito é giungiere in un piccolo regno chiamato Yamato,già da qualche tempo una giovane sovrana di nome Himiko ha preso il potere di quella nazione,pare che sia una sacerdotessa umana dotata di capacità straordinarie,il suo popolo la chiama la figlia del sole.

- Sembra una persona al quanto potente,costituisce un pericolo per questa confraternita?

- E quello che devi scoprire,non sappiamo quali siano i suoi obbiettivi e quale sia la sua politica personale,appena sei pronto parti,contiamo sulla tua discrezione é sulle tue abilità.

- Sarò una lama tra la folla...maestro,possa farvi una domanda?

- Riguarda ancora quella richiesta?

- Si.

- Sono spiacente Jin,ma non ti è ancora permesso andare a nord.

- Perché no?Qual'é connesione c'é tra lo straniero,i primi Inuyokai e gli Ainu? E perché io e lui...

- Basta...non puoi ancora conoscere la verità,per il momento,accontentati di quello che sai,ricordati,niente è reale...

- Tutto é lecito,come volete,maestro.

- Bene,ora va.

- Si,maestro.

Sesshomaru aveva osservato l'intera scena dal punto di vista di Jin,altri ricordi,altre traccie di un passato che non gli apparteneva,era questo quello che l'assassino voleva fargli vedere?Una riunione di incappucciati che parlano di una missione,in chissà quale regno del passato,era questo che voleva fargli vedere?

Aveva accennato anche allo yokai venuto dal mare,alla tavoletta e al nord,luogo nella quale anche a lui era stata affidata una missione,che le sue vicende e quelle di Jin potessero essere collegate?La risposta era ovvia,eppure,sentiva che mancava un pezzo importante di quella storia,qualcosa non quadrava.

- Io è lui,che anche Jin abbia a che fare con l'uomo raffigurato in quella statua?In quale modo può essere collegato a lui?C'è qualcosa che mi sta nascondendo riguardo a questa faccenda.

E proprio mentre Sesshomaru rifletteva su quanto stava accadendo,la sua attenzione fu attirata da un altro evento inaspettato.

La fiamma,che era ben visibile di fronte a lui cominciò a farsi strana,sembrò rallentare,il suo movimento serpetino sembrò fermarsi,poco alla volta,fino a che,non si fermò del tutto.

Alzò lo sguardo e notò che persino il fumo ed anche le persone di fronte a lui fossero bloccate,tutto era immobile e lui sembrava l'unico ad essere conscio della cosa.

Non poteva muoversi,il corpo non era il suo,prigioniero di una carne che non era realmente li,soggetta ad eventi che lui non conprendeva.

- Ma cosa....

Non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che Sesshomaru si sentì di nuovo il corpo,ogni parte era tornata sensibile,nulla di preoccupante,solo un leggero formicolio,si guardò attorno e vide che al suo fianco c'era la figura di Jin,ancora retto,calmo,controllato.

- Era questo quello che volevi farmi vedere?Era davvero così importante?

- Tu non credi che lo fosse?

- Mi stai nascondendo qualcosa?Perché volevi andare nelle terre settrionali?Cosa cercavi li?

- La verità,su quello che siamo veramente.

- Di che stai parlando?

- Di noi,me,te...

Jin alzò un braccio e puntare un dito verso la statua.

- E lui.

Sesshomaru sembrò stranito dalla cosa,osservava Jin con fare confuso e disorientato.

- Mi odierai per questo.

Jin mise sui bordi del cappuccio e se lo abbassò,rivelando qualcosa di inaspettato,Sesshomaru era confuso su quello che stava guardando,come se all'inizio facesse fatica a capire,poi,prendendo consapevolezza si accorse di quello che i suoi occhi non osavano credere.

Un capo rasato,che mostrava una corta capigliatura argentea,occhi color dell'oro e un volto che lui,purtroppo,per la seconda volta,riconobbe fin troppo bene.

- Che diavolo....non'è possibile,anche tu....

- Si,anche io,proprio come lui,proprio come te....e temo che non siamo gli unici ad avere lo stesso aspetto.

Seshomaru non poteva crederci,anche Jin,l'uomo che viveva dentro di lui,nella sua coscenza,nella sua mente,portava anche lui,il volto di Sesshomaru.

- Com'è possibile?Perché anche tu hai il mio volto?Esigo una spiegazione.

- Io sono venuto ben prima di te é lui prima di me,comunque,non esiste una risposta facile da dare,però c'è una cosa che ti consiglio caldamente di fare.

- Smettila con questi giochi e dimmi la verità.

- La verità?Pensi di sapere cosa sia realmente la verità?Credi di poterla reggere,di poterti far carico del suo peso,senza pagarne le conseguenze?No Sesshomaru,tu della vera natura della verità,non sai niente,già adesso sei incredulo di fronte al mio vero aspetto,di quando ero ancora carne e sangue,un passo alla volta Sesshomaru,correre alla rinfusa,non ti porta da nessuna parte.

- Parla chiaramente maledetto.

Jin si girò di spalle e si incamminò,inoltrandosi nel fumo.

- Vai a nord,altro non posso dirti.

Sesshomaru era desideroso di sapere,di comprendere il perché di quell'assurdità,si aspettava delle risposte vere e concrete,invece aveva ricevuto solo un indizio su quello che voleva apprendere.

Era rancoroso,rabbioso,gli bruciava un fuoco dentro,questa volta non se lo sarebbe fatto scappare.

- Ehi,aspetta,non abbiamo ancora finito.

Sesshomaru scattò in avanti,tendendo la mano nel voler riportare le attenzioni dell'assassino su di se,avrebbe avuto le risposte che cercava,costi quel che costi.

Ma proprio quando sentì di poterlo acciuffare il fumo attorno a lui cominciò a luccicare di una luce abbagliante,che subito lo accecò,perdendo il suo obbietivo,perdendo la stanza,persino il suo corpo lo sentì svanire.

- Sesshomaru,svegliati.

Una voce di donna riecheggiò in quella luce,ma non capì bene chi potesse essere,di nuovo l'udito coperto,di nuovo quella sensazione di vuoto,nessuna carne,nessuno scheletro,solo soscienza del proprio io.

Poi,la luce scomparve,insieme a quel mondo che esisteva dentro di lui,al suo posto,la stanza,di nuovo cupa e piena di misteri,poi la vide.

Lei,ancora una volta al suo fianco,ancora una volta pronta a sostenerlo,lei,guerriera e compagna di quella strana avventura che ormai era diventata la sua vita,antica rivale e nuova alleata,ancora lei.

- Toran?

Disse lui con fare confuso e poco cosciente,come di chi si sia svegliato da poco.

lei gli teneva una mano dietro la nuca,sollevandogli la testa dal granitico terreno,quasi sentisse il bisogno di trattarlo come un malato,che troppo indebolito dalla scarsa salute,necessita di aiuto,anche solo per sollevarsi.

- Si può sapere cosa ti è preso?Sei scappato in preda a chissà quale altra mania del momento,ti rendi conto di quanto mi sia preoccupata per te?Per non parlare poi di Yuki ed Ezio,che appena saputa la notizia hanno fatto muovere tutti gli assassini del villaggio solo per venirti a cercare,ma la cosa peggiore e che ti saresti potuto far male,ti rendi conto della scemenza che hai fatto?

Sesshomaru restò fermo ad osservarla,si accorse della preoccupazione che aveva fatto vivere a lei e ai due maestri assassini che da qualche tempo ormai lo caricavano di attenzioni,o lo sorvegliavano,a seconda del suo punto di vista.

Di Yuki e di Ezio non gli importava granché,ma sapere che la pantera lo avesse cercato,spinta dal timore e dalla preoccupazione che gli fosse successo qualcosa,lo faceva star male,eppure,non ricordava molto di come ci fosse arrivato,sapeva solo di sentire una grande euforia in corpo é un istinto inspiegabile lo aveva portato li,però ricordava tutto il resto.

L'uomo sulla spiaggia,la tavoletta,quell'ennesimo ricordo di Jin ed infine,quella rivelazione,quel volto,quel suo volto così simile al suo,così simile a quello dello yokai venuto dal mare,cosa stava succedendo realmente?

E poi il nord,perché il nord? Cosa c'erà a nord? Che c'entrasse qualcosa la sua missione nelle terre degli Ainu?E quella mezzaluna?E il nome della sua famiglia?Cosa diavolo c'entrava tutto questo con lui?

Ormai non sapeva più dove sbattere la testa,più il mistero si infittiva,più lui aveva meno risposte da poter dare ai suoi dubbi,ma nonostante ciò,lei era li,per l'ennesima volta.

Istintivamente mosse una mano verso una guancia di lei,appoggiò il palmo delicatamente,mentre le dita si posizionarono a lato del collo e lo sguardo di lui si fece più intenso,ma al contempo più dolce.

- Toran,io...

Disse lui,mentre il suo volto si mosse letamente vicino a quello di lei.

- Si?....

E lei a sua volta mosse il suo viso vicino a quello di lui.

Nel contempo entrambi aprirono leggermente le labbra,mentre le loro lingue sentirono un forte desiderio di danzare insieme,all'unisono.

Un attimo di intensa emozione,lungo tutta un eternità.

Le bocche si avvicinarono,gli animi si scaldavano,mentre istinti più bassi e focosi stavano prendendo forma nelle loro menti.

Un attimo ancora è....

- Eccovi qua.

Una voce di donna interruppe quel momento,si ripresero entrambi dal loro sogno ad occhi aperti e tornarono alla realtà,quella realtà che sapeva essere così vigile e brutale,in grado di strappare anche i più brevi momenti di felicità.

La cosa più stupida in quel moemento,fu che quando Toran si sentì scoperta per quello che stava per accadere,lasciò subito la testa dell'inuyoaki,facendoglila sbattere sul pavimento,cosa che lui non gradì molto,anche se Sesshomaru non diede gran peso alla cosa.

Entrambi si girarono in direzione della voce è poi la videro,era Yuki,che velocemente si mosse verso i due ragazzi.

- Come sta?

Chiese l'assassina alla pantera.

- l'ho trovato per terra,come se si fosse addormentato,ma non saprei dire cosa sia successo.

- Yuki,Toran,c'è una cosa che dovete sapere.

Dopo queste parole,Sesshomaru rivelò tutto quello aveva vissuto poco prima,li,in quel luogo,sotto la montagna,dove antiche verità si scontravano con le preoccupazioni del presente,con la speranza che,forse,un futuro più sereno,potesse giungiere al più presto.

Una sola cosa era certa,prossima destinazione...Hokkaido.


In quello stesso momento,vicino alla costa della prefettura di Kyushu,nei pressi di Tanegashima


Il galeone portoghese si avvicinava alla costa di quel paese di cui Marco polo aveva solo accennato nei suoi racconti di viaggio è che i missionari gesuiti erano già pronti a portare a quegli abitanti,così tanto diversi da loro,la parole del signore.

Nel mentre,Paulo,dalla sua nave,vide la spiaggia,qualche pescatore in riva al mare,nulla di che,se non un umile spettacolo.

Ma la sua mente era altrove,c'era altro che passava per la sua testa,altre preoccupazioni,altri obbiettivi scalpitavano nella sua mente,obbiettivi così importanti che era stato incaricato segretamente di raggiungiere l'altro capo del mondo conosciuto e che la scusa di una relazione diplomatica imposta dal suo re sembrava la scusa perfetta per intervenire.

Nel mentre,due grossi energumeni dalla pelle color dell'ebano,perfettamente identici,entrambi vestiti solo di un corto gonnellino,uno verde e l'altro giallo si mossero verso la direzione dell'uomo.

Gli altri marinai evitarono il contatto diretto con quei due colossi,alti,muscolosi,feroci combattenti,le cui gesta riecheggiavano in tutte le conosciute portoghesi situate sulla costa occidentale dell'africa.

I due leoni,così li chiamavano,nessuno su quella nave sapeva con esattezza chi fossero realemente,alcuni dicevano che fossero due umani,che rimasti orfani dei genitori furono allevati da strane bestie mangia uomini,altri dicevano che fossero due spiriti evocati da uno stregone ormai morto da tempo,queste è altre mille voci giravano tra gli iberici sul loro conto,l'unica cosa certa e che stavano sempre a fianco dell'inviato del re.

Tutto il resto su di loro,era un mistero.

Arrivarono alle spalle di Paulo senza emettere una parola,silenziosi,come guardiani silenti,in attesa di una parola,di un ordine,di una qualunque cosa che dasse loro un motivo per essere li.

- Sapete bene ora cosa ci resta da fare,io inizierò le trattative con questa gente,darò loro l'impressione di interessarmi al commercio con questo clan,tuttavia,la nostra presenza qui è un altra,dobbiamo conttattare il gran maestro dell'ordine di questo paese,un certo Akira se non mi sbaglio,il consiglio vuole parlare con lui,per adesso restate sulla nave,quando giungierà il tempo,vi mobiliterete,ora andate.

E ricevute queste parole,i due uomini si congedarono e diressero sotto coperta,in attesa di ricevere nuovi ordini.

Paulo continuò a guardare la costa in lontananza,il suo volto manifestava un animo pensieroso è,mentro uno sguardo freddo e piatto si inpuntava sul paesaggio che aveva davanti.

Poi abbassò lo sguardo verso una delle delle tasche della sua casacca,vi mise la mano dentro e n'è estrasse un piccolo oggetto,una pietra rotonda,un onice,presentava delle incisioni finemente lavorate da mani esperte,vi era rappresentato il volto di un giovane uomo,dal volto statuario,con occhi seri e col capo coperto da un elmo crestato.

E sotto il viso presentava una scritta in latino.

CANIS MAIOR.

- Non importa quante epoche passano,quante civiltà possano passare,quante identità possano cambiare,il tuo aspetto non cambia...non troppo almeno.

Parlò da solo,sovrapensiero,chissà se le voci erano vere.

Chissà,forse,certi segreti,era meglio che restassero tali.




ALLORA,SIAMO GIUNTI ALLA FINE DI QUESTA FANFIC,MA LA STORIA NON FINISCE QUI,VORREI RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE HANNO SEGUITO QUESTA STORIA COMINCIATA UN PAIO DI ANNI FA,CHI HA RECENSITO,CHI HA LETTO E CHI HA VOLUTO DARE SOLO UN OCCHIATA.

SO DI NON ESSERE ANCORA MOLTO BRAVO,CHE FACCIO ANCORA ERRORI GROSSOLANI CON LA GRAMMATICA,MA NON HO INTENZIONE DI ARRENDERMI E SONO ANCORA DESIDEROSO DI CONTINUARE.

DESIDERO RINGRAZIARE SOPRATUTTO BANKOTSU,CHE FINO ADESSO HA RECENSITO,MI HA CORRETTO E CHE SOPRATTUTTO HA PROVATO PIACERE NEL LEGGERE QUESTA STORIA.

CIAO E A PRESTO.
  
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