Che qualcuno riuscisse a far tacere Stiles Stilinski risultava già, di per sé, una cosa estremamente difficile. Se poi si considerava l’esistenza di una lista segreta ed invisibile delle cose impossibili da realizzare, chiudere la bocca a Stiles Stilinski occupava, sicuramente, il primo posto. Qualsiasi fossero gli argomenti, il luogo e l’ora, il giovane trovava il modo e il momento meno adatti per dire qualcosa. E, proprio per questa ragione, Stiles Stilinski e Derek Hale non avrebbero potuto essere più diversi fra di loro. Ma l’Hale amava le sfide, e far tacere Stiles era nella lista delle sue priorità.
E allora, se così diversi, perché stavano pomiciando nello spogliatoio della scuola, desiderando di essere in tutt’altro posto per spingersi oltre, più in là? Nessuno dei due avrebbe saputo rispondere a quella domanda – non che avessero intenzione di farlo.
«Derek-» sospirò il giovane, senza fiato per i respiri rumorosi del moro contro il suo collo. L’ossigeno gli mancava, e annaspava con le mani per averne un po’, graffiando la schiena del lupo attraverso lo strato morbido della maglietta. Percepiva il calore di Derek, vicinissimo al suo corpo, che lo scaldava e lo bruciava come un fuoco scoppiettante. Con sorpresa, Stiles non aveva alcuna intenzione di allontanarvisi, anzi: desiderava avvicinarsi ancora di più, fondersi con lui, con il suo calore da lupo guastafeste.
«Der-» sospirò di nuovo, mentre il lupo gli accarezzava la mascella con la punta del naso, attirandolo a sé, stringendolo per i fianchi. Stiles riusciva a percepire gli artigli del mannaro sulla sua pelle, che lo graffiavano con decisione ma non con rabbia, con bramosia ma non con violenza, marcandolo senza ferirlo.
«Sta’ zitto, Stiles» mugugnò Derek contro il suo pomo d’Adamo, azzannandogli dolcemente la gola. Stiles voleva andarsene da lì, e il più in fretta possibile. Strinse forte i fianchi di Derek, prima attirandolo a sé e poi spingendolo via, tentando di fargli capire le sue vere intenzioni. Con un sospiro di disapprovazione, il moro si staccò da lui, guardandolo con bramosia attraverso gli occhi rossi di un alpha. L’attesa, l’essersi fermati per qualche secondo, era fonte di angoscia per entrambi.
Troppo distratti l’uno dall’altro per udire qualcosa, si accorsero troppo tardi di avere compagnia: il bidello, scopa in mano e sul volto un ghigno di disapprovazione e divertimento insieme, roteò gli occhi, alzandoli al cielo.
«E ci risiamo…» pronunciò l’uomo, burbero, alzando melodrammaticamente gli occhi al cielo.
Non era passato molto tempo dall’ultima volta che erano stati lì, troppo impegnati a pomiciare e strusciarsi come due ragazzini – o meglio, Stiles lo era, ma Derek… il giovane Stilinski non avrebbe saputo immaginare lo sguardo omicida di Derek alla parola «ragazzino».
Stiles rise sotto i baffi e, stringendo forte la mano di Derek, lo trascinò fuori dallo spogliatoio, con la fretta di chi ha qualche commissione urgente da fare. Si scambiarono uno sguardo complice, impaziente.
“Chissà,” pensò Derek, mentre Stiles lo trascinava (a fatica) verso la Jeep “forse non è poi così male essere ragazzini.”

Note d’autrice: è passato molto tempo dall’ultima pubblicazione nel fandom di Teen Wolf – a dire il vero, sono trascorsi mesi dalla mia ultima pubblicazione su EFP.
Ma oggi, per “festeggiare” l’anniversario dei miei quattro anni sul portale, ho deciso di scrivere una flashfic senza pretese, quasi no-sense, che permette a voi di immaginarvi un finale tutto vostro. Non è niente di speciale, me ne rendo conto, ma se voleste utilizzare due minuti del vostro prezioso tempo per farmi sapere cosa ne pensate, risulterebbe essere un grande piacere.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che lo faranno. Un abbraccio!