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Autore: SweetPaperella    19/10/2018    2 recensioni
Dal testo: Erano ancora sdraiati sul lettino della stanza in cui per tutto il giorno erano stati, avevano appena fatto l’amore per dirsi addio, dopo aver parlato a lungo della loro relazione, del loro matrimonio finito, eppure non riuscivano ad allontanarsi l’uno dall’altra, nonostante Allison avesse già detto “devo proprio andare” ma non l’aveva ancora fatto.
Stava così bene tra le sue braccia, si era sentita nuovamente viva, al sicuro, amata. Aveva visto negli occhi di suo marito una nuova luce, forse semplicemente entrambi in quei quattro mesi in cui erano stati separati, erano finalmente adulti e realmente consapevoli dell’importanza del loro legame. Allison Cameron questo non poteva saperlo, sapeva solo che una parte di sé non voleva lasciare quel lettino, ma l’altra voleva nuovamente scappare da Princeton e tornare alla sua vita, nonostante il piccolo segreto che si portava dentro e che avrebbe dovuto dire a Robert, ma non ci riusciva.

Ispirata all’episodio 6x17.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Cameron, Robert Chase | Coppie: Allison Cameron/Robert Chase
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La vita di Allison Cameron e Robert Chase (nel futuro) '
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Parte 4

 

3 mesi dopo 

 

Finalmente era finito il termine e da lì a pochi giorni Allison avrebbe partorito la piccola Charlotte, aveva smesso di lavorare in ospedale già da una settimana, si occupava da casa solo delle ricerche, facendo videoconferenze su Skype con i suoi colleghi di dipartimento, dei quali la dottoressa Cameron si fidava ciecamente, per questo motivo era andata ben volentieri in maternità, ma anche perché non riusciva stare più di cinque minuti in piedi senza stancarsi, la piccola Charlotte cresceva e lo faceva anche bene, soprattutto nell’ultimo periodo scalciava parecchio, al punto da far avere alla sua mamma forti dolori.

Robert da padre e marito premuroso, nell’ultimo periodo preparava sempre lui la cena affinché sua moglie potesse riposare il più a lungo possibile, sapeva che ormai per lei fosse diventato difficile fare qualsiasi cosa, a lui poi piaceva cucinare e non era affatto un problema, alcune sera avevano anche mangiato la pizza davanti a qualche serie tv, concedendosi un romantico momento solo per loro, anche se puntualmente Allison finiva per addormentarsi sulle sue gambe o sulla sua spalla, al tocco delicato della mano di Robert che le accarezzava i capelli. 

Era martedì mattina e Allison era sveglia già da qualche ora, le sue ore di sonno erano già notevolmente calate, perché la bimba scalciava spesso anche durante la notte e riusciva a dormire veramente poco; quando improvvisamente si accorse che Charlotte stava per venire al mondo. Le contrazioni erano sempre più ravvicinate e sapeva anche che da lì a poco si sarebbero rotte le acque, sperava che accadesse quando era già in ospedale. Chiamò Robert con tutta la forza che aveva il gola e lui se pur ancora assonnato, si era precipitato in cucina, con una ciabatta sì e una no ai piedi, una l’aveva persa nel corridoio per la fretta di raggiungere sua moglie. 

«Credo che Charlotte abbia deciso di venire al mondo oggi» disse piegandosi ancora al dolore delle contrazioni.

Robert non se lo fece ripetere due volte, prese il cappotto di sua moglie, le infilò le scarpe velocemente, andò in camera e con la velocità della luce prese le prime due cose nell’armadio e si mise le scarpe anche lui, pronto per andare in ospedale. Non sapeva nemmeno bene cosa avesse indossato a dirla tutta, sapeva che avrebbe dovuto preparare il giorno prima qualcosa di pronto da indossare nel caso sarebbe successo all’improvviso, come effettivamente stava accadendo, ma ci stava pensando solo ora. Allison invece previdente ogni sera si preparava dei vestiti, infatti quella mattina era vestita in modo più decente di suo marito.

Superò con la macchina tutti i limiti di velocità, specie quando Allison gli disse che le acque si erano rotte e a loro mancavano ancora quindici minuti per arrivare. Non aveva mai guidato così velocemente in tutta la sua vita, soprattutto in uno stato di emozione tale, era nervoso per la paura di non arrivare in tempo in ospedale, ma allo stesso tempo era felice che la loro Charlotte stesse per venire al mondo. Allison anche provava un mix di sentimenti contrastanti, un po’ legati alla paura di partorire in macchina, non era il massimo, ma anche perché improvvisamente si rese conto che la sua principessa stesse per nascere e che presto l’avrebbe abbracciata e stretta a sé, era emozionata e felice al pensiero, ma anche spaventata, quello spavento tipico di ogni mamma, legato alla paura di non essere all’altezza. 

I pensieri di entrambi vennero allontanati quando parcheggiarono davanti all’ospedale, avevano deciso di partorire al PPHT, in modo che potessero usufruire del loro parcheggio riservato come dipendenti. Robert disse all’infermiera di prendere una sedia a rotelle per sua moglie e chiamò l’ostetrica che conosceva al cerca persone per farla venire subito. 

Le contrazioni erano sempre più ravvicinate e mancava davvero poco che Charlotte nascesse, per fortuna arrivarono in sala parto in tempo, giusto in tempo per far sì che Allison potesse iniziare a spingere per far uscire la piccola. Robert era al suo fianco che le teneva la mano, era emozionantissimo, ma cercava anche di infondere coraggio a sua moglie. Allison invece in quel preciso istante pensava solo al dolore, non riusciva a pensare ad altro e stringeva talmente forte la mano di suo marito, il quale più di una volta aveva fatto una smorfia di dolore. Il dolore sembrava non cessare mai, Allison si ritrovò a pensare che fosse il peggiore della sua vita e che non l’avrebbe voluto provare mai più, che probabilmente Charlotte sarebbe rimasta figlia unica, ma in realtà sapeva in cuor suo che non sarebbe mai stato così, lo pensava solo per la tensione del momento e lo stress accumulato in quelle settimane che stava venendo finalmente tutto fuori.

Un’ora dopo Allison era nel suo letto con accanto la sua bambina, la teneva in braccio e addosso aveva la tutina che Robert aveva comprato qualche settimana indietro. Aveva fatto in modo che l’infermiera prima che la portasse da sua moglie, le mettesse la tutina con gli unicorni.

Vedendo la tutina aveva alzato gli occhi verso Robert, non credeva a ciò che stava osservando, non ne aveva capito niente quel giorno e solo ora si rendeva conto che il disguido sul sistema era una scusa per comprare la tutina che lei aveva guardato con amore e fantasticando. Le aveva fatto una sorpresa bellissima ed era senza parole, l’unica cosa che riuscì a fare fu baciare suo marito. 

Robert si era incantato a guardarla mentre con stupore si girava verso di lui e poi aveva assaporato le sue labbra, sapendo che era riuscito a farla rimanere senza parole, ma il bacio che gli diede sua moglie per lui valse più di mille parole, era un bacio di amore vero, lo sentiva da come il loro cuori battevano all’unisono. 

Con la loro bambina in braccio rimasero un tempo infinito per entrambi, ad osservarla. Era così bella, profumata, delicata. Era tutto il loro mondo.

Allison la stringeva forte, ma allo stesso tempo cercando di non farle male, quasi fosse di porcellana e si incantò a guardare i suoi occhi: in un primo momento sembravamo verdi, come i suoi, ma guardandola meglio vedeva anche qualche punta di celeste, sapeva che non si poteva ancora definire bene il colore degli occhi di un neonato, ma lei si sentiva che sarebbero stati di entrambi i colori, sia verdi come i suoi, sia azzurri come quelli di Robert. Aveva tanti capelli per essere così piccola, ora capiva perché aveva avuto tanta nausea in gravidanza, specie nell’ultimo periodo, ed erano di un biondo intenso, sicuramente sarebbe stata bionda e sarebbe stata una bambina meravigliosa. La sua bambina meravigliosa, la sua Charlotte. Ora poteva dirlo, poteva stringerla, accarezzarla, guardarla, ora poteva dire di essere mamma, di essere la mamma di Charlotte Chase.

Robert anche rimase incantato a guardarla a lungo, rendendosi conto solo in quel preciso istante quanto fosse meraviglioso essere papà. Solo adesso che poteva toccarla, accarezzare la sua pelle delicata e morbida, guardarne i tratti, poteva dire di sentirsi veramente suo papà, sangue del suo sangue. Charlotte aveva il suo stesso sangue e il suo cognome, lui era il papà di quella meravigliosa principessa e avvertì nel cuore una sorta di amore, di protezione che non aveva mai provato prima, si ritrovò con gli occhi lucidi dalla felicità mentre guardava la sua bambina muovere le manine o chiudere gli occhi, anche quei piccoli gesti da parte sua per lui significavano tanto. 

«Amore, ma lo sai che giorno é oggi?» disse infine Allison, riprendendosi dai suoi sogni ad occhi aperti.

«Si, martedì, nostra figlia é nata nel nostro giorno. Tu amore mio sei meravigliosa, ma la nostra Charlotte lo è ancora di più.» guardò prima sua moglie negli occhi, ancora lucidi dall’emozione e poi tornò a guardare la sua principessa, totalmente e completamente rapito da lei, come se gli avesse fatto un incantesimo. Come ogni martedì stava dichiarando a sua moglie il suo amore, ma ora aveva Charlotte e dichiarò amore eterno anche a lei, alla sua bambina.

«Ah quindi adesso farai i complimenti solo a lei?» disse ancora Allison, facendo finta di offendersi.

Robert annuì, per poi scoppiare a ridere e aggiungere: «Ally mi dispiace, ma ormai Charlotte é l’unica donna della mia vita.» ma prima che sua moglie potesse replicare, la baciò con passione, stando attento a non fare male alla piccola in mezzo a loro. 

I colleghi andarono a trovare la neo mamma con la piccola Charlotte solo nel pomeriggio, immersi completamente dal lavoro e con grande stupore di Cameron, era andato anche House, si era mostrato come sempre poco entusiasta, ma comunque era andato e Allison fu felice di avere tutti intorno. 

Ancora più felice lo fu quando poté stringere la sua bambina, sentirla addormentarsi dopo aver preso il latte, mai come quel giorno fu felice di restare tutta la notte sveglia a guardare dormire la sua piccola Charlotte, con suo marito al suo fianco, anche lui completamente incantato sulla loro principessa.

 

 

 

 

Una settimana dopo, decisero di andare a fare una passeggiata al parco tutti e tre insieme, avevano progettato un picnic per passare una giornata in famiglia, lontano dal rumore della città e godersi un po’ di meritato relax, anche perché Charlotte impegnava parecchio i due neo genitori. Sia Robert che Allison si era quasi pentiti di essere rimasti svegli ad osservarla dormire la notte della sua nascita, perché avevano gettato l’unica e ultima possibilità di farsi un vero sonno, considerando che Charlotte puntualmente ogni sera si svegliava per mangiare o semplicemente perché non aveva più sonno; a turno si alzavano, ma puntualmente erano e rimanevano svegli entrambi, faticando sempre a riprendere sonno. Speravano quindi che una giornata all’aria aperta avrebbe stancato la piccola al punto da dormire una notte filata.

Robert arrivati al parco, si stese sul telo che avevano portato per il loro picnic e quasi si stava per addormentare dalla stanchezza, ma venne subito e prontamente richiamato da sua moglie.

«Ah é così che passi la giornata con noi? Ingrato.» punzecchiandolo e dandogli una spinta.

«Disse colei che ogni sera si addormenta sul divano mentre guardiamo la tv e facendomi parlare solo perché ti addormenti senza preavviso.» ribattendo a sua volta.

«Charlotte, amore, difendi la mamma» rivolgendosi alla piccola, in braccio a lei.

Robert la prese dalle braccia di sua moglie, per cullarla e stringerla lui.

«La principessa di papà é dalla mia parte» disse poi spostando lo sguardo da sua figlia a sua moglie.

Si scambiarono un bacio mozzafiato che venne però interrotto dallo squillo del telefono di Robert.

Guardò il display ed era House, l’uomo scocciato rispose, dalla voce traspariva che lo stava disturbando.

«Che c’é House cosa ti sei perso questa volta?» Disse Chase, sapeva che se non avrebbe risposto avrebbe chiamato insistentemente per tutto il giorno e non l’avrebbe sopportato.

«Passami tua moglie, devo parlare con lei» disse perentorio e Robert sbuffando mise il viva voce al suo cellulare, rivolgendosi a Allison con un “vuole parlare con te”.

House non avrebbe voluto chiamare la sua ex dipendente, ma era l’unica persona a cui poteva rivolgersi e poi aveva sentito di grandi cose fatta da lei in quei mesi al reparto di immunologia e ora aveva bisogno di un consulto in merito.

«Mi stai chiedendo aiuto?» disse la donna ridendo, come ero cambiate le cose, un uomo come House non avrebbe mai chiesto aiuto a lei e la cosa la lusingava parecchio, ma non perché era ancora interessata in qualche modo a lui, ma perché questo denotava ancora una volta che era riuscita a superare il maestro, che lei era diventata una persona nuova, indipendente e soprattutto brava almeno quanto lui, House poteva essere anche un dio della medicina, ma lei ci andava molto vicino e lo sapeva e il fatto che lui le stesse chiedendo aiuto, faceva bene al suo ego. Come erano cambiate le cose si ritrovò ancora a pensare.

«Ovvio Cameron, sennò non avrei chiamato il canguro di tuo marito per farti un saluto sai... poi mi devi aiutare, visto che sono a corto di un uomo nel mio team a causa tua, da quando avete Martedì Adams, Chase si è rammollito ancora di più.» Allison scoppiò a ridere al soprannome che House aveva dato alla sua bambina, si stupiva ancora adesso di come lui facesse a sapere sempre tutto, era ovunque in quell’ospedale anche se non lo si vedeva e lui sapeva che il martedì era il giorno suo e di Robert e aveva giocato con la cosa.

«Mercoledì si chiama la bambina della famiglia Adams, ma dimmi del paziente»

House le diede della pignola e poi iniziò ad elencarle i sintomi e la anamnesi del paziente.

«Morbo di Basedow» disse prontamente Cameron, ne aveva fatto da poco una ricerca ed era sicura della sua risposta.

«Colpisce prevalentemente le donne tra i 20 e i 40 anni» puntualizzò House.

«Prevalentemente, può colpire anche gli uomini e lui ha 30 anni ci può stare.»

«Lo so, avevo pensato alla stessa cosa, volevo una tua conferma, ho saputo che ne avevi fatto una ricerca qualche settimana fa. Vuoi tornare nel mio team e licenzio tuo marito?» sapendo benissimo che Chase potesse sentirlo. 

Allison disse di no prontamente, prima che Robert potesse dire la sua e House insistette: «Ti offro più soldi e un parcheggio riservato, anzi il mio.» 

«Dirigo il reparto di immunologia ho già più soldi e un parcheggio riservato.» rispose prontamente e scuotendo la testa.

«Allora ti porto a cena fuori come l’ultima volta» ricordandole che fosse stata proprio lei a voler andare a cena con lui. Ma le cose erano cambiate e parecchio adesso e lui lo sapeva, stava semplicemente punzecchiandola, si divertiva come al suo solito.

«Solo se possono venire Robert e Charlotte» ribatté ancora, non lasciandosi provocare da lui.

«Non é più divertente giocare con te, sei noiosa. Ciao Cameron.» chiudendole quasi il telefono in faccia, sicuramente senza darle ulteriore modo di ribattere, ma dal suo tono di voce Cameron capì che era lo stesso House di sempre, presuntuoso e pieno di sé, che si divertiva a prendere in giro gli altri, ma sapeva anche che ancora una volta l’allieva era riuscita a superare il maestro o quanto meno ad arrivare al suo livello.

Chiusa la telefonata tornò a concentrarsi su suo marito e la sua piccola principessa, spegnendo completamente il suo telefono e anche quello di Robert. Lui ne fu subito immensamente felice e la baciò con trasporto, mentre Charlotte sdraiata sul telo in mezzo a loro, faceva risolini e mugolii, sembrava felice quanto loro di quella giornata in famiglia e all’aria aperta.

Quando la piccola Charlotte, si addormentò dopo aver fatto la pappa, Allison e Robert si avvicinarono l’uno all’altra, a guardare la piccola dormire beata, era bellissima e loro non avrebbero mai smesso di guardarla incantati, non ne potevano fare a meno, nonostante si sforzassero di non farlo.

«Ma come fa a essere così bella?» disse Robert, prendendole la manina, anche nel sonno la piccola strinse quella del suo papà e il suo cuore sussultò per l’emozione, l’aveva già fatto ma ancora riusciva a sentirsi emozionato ogni volta.

«Merito della mamma ovviamente» rispose Allison ridendo.

«Poco ma sicuro, dovrò litigare con tutti i suoi futuri fidanzati» 

Allison scoppiò a ridere ancora più forte a quella sua affermazione è si immaginò Robert geloso della sua principessa, a minacciare tutti i ragazzi che solo osavano guardarla, figurarsi a sfiorarla con un dito, a dirla tutto poi lo vedeva proprio bene come padre protettivo e questo la fece avvicinare ancora di più a lui e stringergli la mano libera. 

Robert gliela portò la mano di Allison alle sue labbra e dopo averla baciata, sorrise dolce, aveva ragione sua moglie, se la loro bambina era così bella, senza dubbio era merito suo, le somigliava molto  e crescendo sarebbe stata ancora più bella, ne era certo e soprattutto sapeva che sarebbe stata intelligente come la sua mamma. Una donna meravigliosa proprio come lo era Allison.

«Possiamo sempre farne un altro, magari maschietto, così controlla la sorella da eventuali male intenzionati.» propose Robert così a brucia pelo, non gli sarebbe dispiaciuto un altro figlio dalla sua Allison, anche se sapeva bene che ora era presto, ma in futuro chissà che non potevano pensare di allargare ulteriormente la famiglia, a lui piacevano le famiglie numerose, gli erano sempre piaciute e da quando aveva Allison al suo fianco, quel pensiero non lo aveva lasciato stare, anzi si era fatto più insistente.

«Credo che Charlotte resterà figlia unica per un po’, a meno che tu non voglia essere il primo uomo a partorire un figlio» ironizzò lei, ma sinceramente non gli dispiaceva l’idea di un altro bambino, anche se sicuramente non sarebbe stata una cosa imminente, ora voleva solo occuparsi di Charlotte e darle una vita più soddisfacente possibile, ricca di amore. 

«Ti farò cambiare idea» disse Robert di rimando, intuendo i suoi pensieri, ma buttandola anche lui sullo scherzo, in fondo aveva veramente le sue armi per convincere sua moglie e sorrise tra sé e sé, immaginando che potesse farle il solletico che ovviamente soffriva o giocare nel modo in cui si ritrovavano sempre a fare nel letto, cosa che faceva sempre letteralmente impazzire Allison. 

Prima che lei potesse replicare qualcosa, intuendo a sua volta i pensieri di suo marito Robert, lui la baciò nuovamente. Un bacio lungo, passionale, pieno d’amore.

«Almeno amore mio, permettimi di sposarti ancora una volta» disse separandosi di poco da lei. 

Allison lo guardò sorpresa, non si aspettava una cosa del genere.

«Rinnoviamo le promesse Ally, siamo stati separati per troppo tempo e voglio sposarmi nuovamente con te.» disse ancora, vedendo che sua moglie era rimasta completamente senza parole, ma che i suoi occhi erano lucidi di emozione. 

«Si, lo voglio.» riuscì semplicemente a dire, non smettendo di guardare Robert negli occhi.

«Aspetta... non ho ancora finito: Allison Cameron Chase, mi vuoi fare l’onore di diventare nuovamente mia moglie?» mettendosi in ginocchio, non aveva un anello con sé, ma un bracciale per Charlotte, lui e Allison, anche perché sapeva che lei non avrebbe mai cambiato il vecchio anello di fidanzamento, ci era affezionata e difficilmente si sarebbe separata da esso, sua moglie era una persona che si affezionava alle cose e non riusciva a separarsene.

«Si, sarebbe un onore Robert Chase» rispose baciandolo e poi prendendo i braccialetti dalla scatola, né infilò uno al polso di Charlotte, uno a quello di Robert e poi fece segno a lui di metterle il suo.

Ora erano una famiglia e soprattutto Charlotte avrebbe potuto dire di essere stata presente al secondo matrimonio dei suoi genitori.

Erano felici e insieme, questo poteva loro bastare. Non desideravano altro dalla vita che fermare il tempo in quel preciso istante, in cui per un attimo tutto sembrava perfetto. 

Spazio autrice: Ciao a tutti, questa storia nasceva come una one shot, ma ritrovandomi a scrivere é diventata più lunga del previsto e ho deciso di dividerla in 4 parti, infatti questa é l’ultima. Spero che la storia vi sia piaciuta, come è piaciuto a me scriverla... Adoro Cameron e Chase e a giorni mi metterò a scrivere una nuova storia su di loro, con cui parteciperò a un concorso. Se vi andrà di leggermi, mi farà piacere. ;)
 
   
 
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