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Autore: fedegelmi    25/10/2018    8 recensioni
Halloween è la notte più spaventosa dell’anno.
O almeno così dicono.
Come fa ad esserlo per me che sono morto?
Genere: Horror, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Halloween è la notte più spaventosa dell’anno.
O almeno così dicono.
Come fa ad esserlo per me che sono morto?
 
«Hai preso tutto l’occorrente?» la donna dai lunghi capelli biondi per poco non ruzzolò giù dalle scale, sopraffatta dal peso degli scatoloni.
«Tesoro, ti avevo detto che ci avrei pensato io a quelli» sospirò l’uomo andando in contro alla moglie per aiutarla, non prima di aver posato le borse della spesa a terra, davanti all’ingresso.
«Lo so, ma ero ansiosa di provare i costumi. In più non possiamo mica festeggiare con noncuranza, considerato quello che sto ospitando qui» si sfiorò il ventre dopo che il marito le ebbe preso gli scatoloni. «Ho in mente un costume di coppia e mezza veramente favoloso! Sono sicura che quest’anno vinceremo il premio per il migliore costume del vicinato!»
L’uomo sorrise alla moglie entusiasta e posò gli scatoloni in soggiorno, dove era sicuro che di lì a poco avrebbe passato le successive ore del pomeriggio.
Sistemarono insieme le borse della spesa tra una chiacchiera e l’altra e quando ebbero finito, la donna si andò a sedere sul divano.
«Uff, lo amo tanto, ma questo bambino mi stanca molto. Amore, hai voglia di tirar fuori i costumi?»
«Certamente, mi lavo le mani e arrivo».
Mentre l’acqua gli scorreva tra le dita gli cadde l’occhio sull’espositore di coltelli che la moglie aveva comprato appena qualche settimana prima.
Lo sfiorò un’idea che aveva represso già parecchie volte.
Si ricordò della sua prima volta, quanto gli era piaciuto.
Aveva visto la vita scivolare via dal corpo di quel ragazzo, come ora l’acqua gli scivolava tra le dita.
Poi gli passò per la mente il volto di una donna, non sua moglie, ma quella alla quale aveva preso la vita. La sua seconda vittima. La sua seconda preda.
Pensò ad altri volti, ad altre vite che si era preso.
Le aveva conservate tutte, nel suo corpo.
 
Sono morto, eppure… vivo più di cento vite ricordandole tutte.
Sono dentro di me, presenti e combattive.
Persino ora, in mezzo alla folla, riesco a percepirle tutte, ognuna di loro vuole sopraffare sulle altre.
Ma non le lascerò andare, non ancora.
 
«Il nostro costume è stato un successo, abbiamo vinto!» esclamò entusiasta la donna stringendosi al braccio del marito. «Caro, raccontagli la storia! D’altronde è stato il tuo tocco di classe a farci vincere. Quel sangue che hai applicato sui costumi è sembrato talmente realistico che la giuria quasi non credeva che fosse stato creato a mano, senza comprarlo!»
«Pensate un po’, lei aveva comperato questi vestiti da hippie, o forse te li avevano dati i tuoi genitori, eh, tesoro? Loro non erano degli hippie incalliti negli anni sessanta?»
«Erano tanto innamorati di quel movimento, tutt’ora lo sono e hanno conservato ogni ricordo possibile di quel periodo. Erano loro i vestiti».
«Esatto, scusate l’interruzione. Purtroppo certi dettagli non li so con certezza e piuttosto che raccontare una storia non veritiera preferisco chiedere conferma a mia moglie, che è sempre tanto precisa e dolce. Comunque, si era fatta prestare questi vestiti perché la sua idea per Halloween era ricreare degli zombie direttamente dagli anni sessanta, essendo proprio in quel periodo l’anniversario di matrimonio dei suoi genitori -ha voluto onorarli in questo particolare e divertente modo. Il fulcro di quest’idea stava nel coinvolgere anche il futuro nascituro nel travestimento, per questo era riuscita a ricreare dei bozzetti tridimensionali delle manine e dei piedini del bimbo da inserire al di sotto dell’abito, in modo che sembrasse volerle uscire dalla pancia. Si tratta pur sempre di un travestimento di Halloween e in quanto a macabro, mia moglie non la batte nessuno». L’uomo prese il suo cellulare e cercò la fotografia che gli avevano fatto quella sera. «Proprio all’ultimo minuto abbiamo deciso di tagliare il vestito –sotto consenso di sua madre- e di far fuoriuscire le manine e i piedini. Guardate» disse porgendo il telefono agli amici. «Non sembra proprio che stia uscendo dalla sua pancia?»
«Oddio, è incredibilmente realistico! E questo davvero sarebbe sangue finto?!» esclamò la donna di fronte a lui con una mano sulla bocca.
«Adesso vi racconto del sangue. Badate bene, non è stato affatto semplice. Sono uscito quella stessa sera, il 31 di ottobre, quando ormai il sole stava calando. Ho portato con me poche cose essenziali: un secchio, un coltello e un cambio di vestiti. Sono andato a nord, verso quel quartiere malfamato pieno di gente poco raccomandabile. A quel punto mi sono infilato in un vicolo e ho aspettato che qualcuno mi avvicinasse per chiedermi chissà quale schifezza. Non ho aspettato molto, a dirla tutta. Si è avvicinato un uomo dalla stazza decisamente importante e subito ha cercato di chiedermi qualcosa. Non ha fatto in tempo a dire “a” che il mio coltello gli si era già conficcato in pancia. È colato tanto di quel sangue che il secchio mi si è riempito subito e sono potuto tornare a casa, non prima di aver prelevato la sua anima dal corpo».
«Amore, suvvia, Halloween ormai è passato» ridacchiò la moglie prendendogli dolcemente la mano. «Ovviamente scherza, anche se come storia a tema è decisamente azzeccata, non trovate?»
«Quindi come hai creato quel sangue finto così realistico? Non vuoi svelare i tuoi trucchi?»
«Un mago non rivela mai i suoi trucchi».
 
Il mio corpo esiste, lo si può toccare, ma la mia anima ormai corrotta deve condividerlo con altre cento vite.
Posso scomparire, se voglio.
Posso far scomparire, se voglio.
Ma cos’è che voglio io?
Non lo so.
Quello che so è ciò che non voglio: condividere con qualcuno l’anima di mia moglie e quella di mio figlio.
 
La donna urlava e spingeva, urlava e spingeva.
Erano passate parecchie ore dal momento in cui tutti avevano cominciato ad agitarsi, ma solo da poco era cominciata la sofferenza vera e propria, quella che si sarebbe conclusa con una nuova vita.
L’uomo non era entrato.
Nonostante volesse supportare la moglie, non poteva entrare in quel luogo così pieno di sofferenza e di sangue, si sarebbe notata troppo la sua sete.
Dopo la ricaduta di Halloween non era più riuscito a fermarsi, voleva altre anime e le voleva subito.
Cosa sono io?, si chiedeva.
Non lo sapeva.
Era solo consapevole della sua sete di sangue e di anime. Voleva vedere la vita scivolargli tra le dita, la vita degli altri.
 
Non so cosa voglio, ma so chi sono.
Non sono umano, ma vivo sulla terra.
Non mi cibo di sangue, ma di vita.
Non ho un nome, se non quello da umano.
Sono quello che più si avvicina ad un traghettatore di anime, come quello raccontato dagli esseri umani, solo che io non le traghetto, le conservo.
Non sapevo come potevo farlo, non lo so tutt’ora.
Eppure dentro di me risiedono cento anime che non aspettano altro che essere liberate.
E quale miglior momento se non nella notte di Halloween?
Apro le braccia, tiro indietro la testa.
Nessuno mi guarda in mezzo alla folla, sono tutti distratti e travestiti; non noterebbero mai me, uno fra i tanti. Ed è proprio qui che si sbagliano.
Le anime si agitano, sanno cosa sta per succedere, sanno cosa sto per fare.
Un battito del cuore: un'anima che se ne va.
Devo gestire i battiti, non posso sprecarli.
Quando il mio corpo avrà suonato l’ultimo battito sarò finalmente morto e la mia anima resterà di nuovo sola, potrò fare ciò che desidero da tempo: unirmi con mia moglie e mio figlio e non separarmene più.
I cadaveri che avevo fatto scomparire, ora stanno riprendendo vita.
Già li vedo girovagare tra le strade della città: ammuffiti, decomposti, con gli occhi che penzolano dalle orbite o con la mascella completamente scoperta. Mi godo quello che sarà l’ultimo attimo senza battiti del cuore, è da tempo che non lo sento suonare: più anime occupavano il mio corpo, più il cuore perdeva battito, non riusciva a reggere tanto orrore; fino a che un giorno si è semplicemente fermato.
Sento il suono delle campane, il momento è arrivato.
Il primo battito mi lascia senza fiato, lo subisco come un pugno.
Avverto l’anima andarsene, la vita scivolare via dalle mie mani per non tornare più.
Non riesco più a trattenere i battiti, vanno all’impazzata, mi stordiscono e mi riempiono di gioia.
Cominciano le urla, altre vite se ne stanno andando mentre libero quelle che tenevo prigioniere.
Stupidi e sempliciotti esseri umani, festeggiano travestendosi da mostri e ora io li ripago con quelli veri.
I battiti del mio cuore sono talmente tanti che si sono uniti in un unico, lungo battito.
Solo quando l’ultima anima è finalmente uscita dal mio corpo mi accascio a terra.
Il cuore ha smesso di battere, ora per sempre.
Posso unirmi finalmente con mia moglie e mio figlio, ormai staranno per morire anche loro.
Oh, Halloween.
Dicono che tu sia la notte più spaventosa dell’anno.
Come fai ad esserlo per me che sono morto?
 

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