Alba
I
festeggiamenti proseguirono per un tempo che Belle non avrebbe
assolutamente saputo calcolare. Le danze si succedevano senza tregua
così come i calici di vino che quella notte scorreva a fiumi senza
che mai le bottiglie si svuotassero. La ragazza aveva il sospetto che
quella bevanda fosse stata incantata poiché possedeva lo strano
potere di rinvigorire all'istante chi ne sorbiva anche solo un sorso.
Era grazie ad essa se non era ancora crollata a terra preda del sonno
e della stanchezza, lascito di quella nottata così carica di
emozioni.
Molti
altri invitati si fecero avanti per complimentarsi con lei per
l'eccellente ricevimento, per la sua bellezza e per la grazia
dimostrata sulla pista da ballo. Nel complesso, Belle si trovò ad
ammettere con riluttanza che si erano dimostrati tutti (o quasi)
molto gradevoli per essere stati criminali della peggior risma in
vita.
A un
certo punto della notte, la giovane vide avanzare verso di lei tre
donne dall'aria minacciosa e riconobbe alcune delle aspiranti
ballerine che poco prima (o forse molto prima?) si erano fatte avanti
per danzare con Rumpelstiltskin e le avevano indirizzato occhiate al
vetriolo quando egli le aveva respinte, seppure con garbo e
galanteria, in suo favore.
Non
aveva nessuna voglia di interagire con loro, anche perché immaginava
che non si sarebbe trattato di una conversazione amichevole, ma in
quel frangente rivestiva il ruolo della padrona di casa e non poteva
esimersi. Sarebbe stato di pessimo gusto ignorarle dopo aver
intrattenuto discorsi con almeno tre quarti degli ospiti. E poi non
era certo stata lei a gettarsi tra le braccia del Signore Oscuro e a
pretendere di ballare con lui davanti a tutti, anche se alla fine non
le era affatto dispiaciuto, anzi...
Cosa
mai poteva temere da quelle donne? Erano morte da un pezzo e inoltre
quella sera lei era la Regina, padrona del Castello Oscuro al pari di
Rumpelstiltskin nonché investita di un potere che non aveva mai
avuto modo di sperimentare nemmeno quando ancora si trovava ad
Avonlea, relegata da suo padre nella parte di eterna
principessa-bambina. Quella notte era tutto diverso: Belle si sentiva
una donna, si sentiva forte, sicura di sé e in grado di tenere testa
anche a un drago, figuriamoci a dei cadaveri ammuffiti!
Spronata
da questa sensazione stimolante, Belle sollevò la testa con orgoglio
e andò incontro al trio con un sorriso radioso. - Buonasera,
signore. Spero che vi stiate godendo la festa e che il vino sia di
vostro gusto. -
Se le
tre donne erano rimaste impressionate dal portamento fiero e
tranquillo di Belle non lo diedero a vedere, invece la soppesarono
con lo sguardo, scrutandola con sufficienza.
- Non
c'è male. - rispose la più alta ed evidentemente la più audace
delle tre, che sfoggiava una vistosa chioma rosso fuoco e una
scollatura indecentemente profonda. - Ma il vino era molto meglio
l'anno scorso, così come l'atmosfera... -
Le due
compari annuirono con convinzione e, davanti al silenzio di Belle, la
leader del gruppetto si sentì incoraggiata a proseguire le sue
lamentele: - In verità, trovo che Rumpelstiltskin abbia perso lo
smalto. Quest'anno la festa è sottotono e noiosa. Temo che gli
standard del Signore Oscuro si siano abbassati parecchio... -
Pronunciò
quelle ultime parole scoccando a Belle un'occhiata sprezzante e la
giovane capì che non si stava riferendo solo alla capacità di
Rumpelstiltskin di organizzare ricevimenti; ad ogni modo non vacillò
e continuò a sorridere affabile. - Se i festeggiamenti non vi
soddisfano, potete sempre andarvene. In quanto padrona di casa
non mi permetterei mai di trattenere degli ospiti contro la loro
volontà. E sono sicura che anche Rumpelstiltskin la pensi così. -
Un
lampo d'odio attraversò le iridi scure della rossa, che abbandonò
in fretta ogni pallido tentativo di mantenere un atteggiamento
cortese e parlò in un sibilo. - Allora tu sei la sua sgualdrina?
Credevo che l'Oscuro avesse gusti più raffinati, a meno che tu non
possegga qualche qualità nascosta che non ci è dato sapere, ma a
vederti ne dubito fortemente. Rumpelstiltskin potrebbe avere molto di
meglio, ma se gli piace trastullarsi con sciacquette da quattro soldi
non sono certo affari miei... -
Belle
sentì montare la rabbia e stava per dare voce ad una replica
tagliente quando Rumpelstiltskin si materializzò al suo fianco.
-
Perdonate l'interruzione, signore. Voglio solo assicurarmi che vi
stiate divertendo e che Belle non vi annoi troppo con le sue
chiacchiere sui libri. Temo sia il suo argomento di conversazione
preferito, ma ovviamente a voi non interessa, dico bene? -
Le tre
donne, rossa compresa, rimasero interdette e la loro espressione
bellicosa si stemperò all'istante, cedendo il passo all'incertezza e
al timore.
Alla
fine fu di nuovo la rossa a prendere la parola. - Noi... stavamo
facendo conoscenza. -
- Ah,
molto bene. - disse Rumpelstiltskin, che non si era lasciato
ingannare neanche per un istante. - Allora immagino che vi siate
fatte un'opinione della nuova padrona di casa. Che ne pensate? -
Capelli-In-Fiamme
si fece avanti di nuovo: - In tutta onestà, la troviamo un
tantino... insulsa. Insomma, credevo che il Signore Oscuro cercasse
una compagnia un po' più... piacente. -
Sull'ultima
parola, la rossa spinse in fuori il petto e usò un tono suadente e
vellutato; ebbe perfino l'ardire di muovere un passo verso il
folletto, ancheggiando vistosamente.
A quel
punto, Rumpelstiltskin cinse il fianco di Belle e l'attirò più
vicina a sé. La rossa si arrestò immediatamente, lo sguardo gelido
fisso sulla mano di lui intorno alla vita della ragazza.
- Temo
che non siano affari tuoi, che tipo di compagnia gradisco, dearie.
- la voce del Signore Oscuro suonava pacata e calma ma tanto glaciale
da sembrare un sommesso ringhio d'avvertimento e la donna si ritrasse
lievemente, pur non demordendo.
-
Eppure ricordo che gli anni scorsi voi e io ci siamo divertiti
parecchio, Rumpelstiltskin. Dite, questa ragazzina vale davvero la
rinuncia a quel divertimento? -
La
stretta di Rumpelstiltskin sul fianco di Belle si fece più salda e
la sua mano ebbe un fremito che trasmise al corpo della giovane tutta
la collera che il folletto provava in quel momento.
- Sta'
attenta, Mary Bateman*. Modera il linguaggio o rischi di non trovare
il tuo nome nella lista degli invitati del prossimo anno. -
La
rossa impallidì, sempre che i cadaveri potessero farlo.
- E ti
dirò di più... prova ancora a insultare la mia dama e tu e queste
due graziose damigelle tornerete alle vostre bare putrescenti molto
prima che giunga l'alba. -
Così
dicendo, Rumpelstiltskin si voltò e condusse Belle lontana dal trio.
-
Vipere! - sibilò il Signore Oscuro a denti stretti. - Spero proprio
che abbiano imparato la lezione. - poi si rivolse a Belle: - Stai
bene? -
Lei si
finse offesa, anche se, in effetti, un po' lo era sul serio. - Ma
certo! So gestire perfettamente una serpe invidiosa come quella. Se
l'aveste lasciata a me, l'avrei rimessa al suo posto in un baleno. -
Rumpelstiltskin
ridacchiò. - Non ho dubbi, dearie. Ma non sta bene che la Regina del
Ballo si accapigli con un'invitata. Cosa avrebbero pensato gli altri
ospiti? -
- Di
che divertimenti stava parlando? - domandò Belle a bruciapelo.
Rumpelstiltskin
sbatté le palpebre, interdetto. - Come? -
-
Quella donna ha detto che gli anni passati vi siete divertito
parecchio con lei. Cosa intendeva? - ora la voce di Belle si era
fatta fredda e scostante, il suo sguardo attento e sospettoso mentre
frugava negli occhi del folletto in attesa della sua risposta.
-
Niente di che, dearie! Potrei aver ballato due o tre giri di valzer
con lei, ma nulla di più! E comunque, perché t'interessa? Non è
che, per caso, Mary Bateman non è la sola ad essere gelosa? -
Quell'insinuazione
maliziosa fece avvampare la ragazza. - Non siate sciocco! Non mi
abbasserei mai al suo livello! - e così dicendo voltò le spalle al
Signore Oscuro e se ne andò, lasciando un Rumpelstiltskin molto
divertito.
La
festa proseguì e il trio delle “vipere”, come le aveva definite
Rumpelstiltskin, si guardò bene dall'avvicinarsi nuovamente a Belle,
memore dell'avvertimento minaccioso del folletto.
A un
tratto la musica si interruppe e nella sala calò un silenzio che
venne presto squarciato dall'inconfondibile canto di un gallo. Dalla
folla si levò un coro di proteste ed esclamazioni di disappunto e
delusione.
Era
l'alba del primo giorno di novembre, il che significava che la loro
unica notte di libertà era terminata e per un altro anno gli
invitati avrebbero dovuto tornare... be', morti.
E
infatti, uno dopo l'altro presero a trasformarsi in ammassi di
polvere e cenere che si dissolvevano appena toccavano terra.
Quando
la sala si fu svuotata del tutto calò il buio più completo e Belle
non vide più nulla. Durò qualche secondo, poi Rumpelstiltskin
accese una torcia affissa al muro e davanti agli occhi della giovane
non ci fu più traccia della sontuosa sala da ballo, né dei
lampadari, degli addobbi, dei tavoli o del pavimento a scacchiera.
Lei e il folletto si trovavano in uno stanzino angusto dalle pareti
di pietra e dal pavimento in legno tutto impolverato; non c'era
mobilio fatta eccezione per una vecchia cassapanca sgangherata, un
mastello di legno che aveva visto giorni migliori e una scopa
spelacchiata con il manico spezzato.
- Ma...
ma cosa... - Belle, che ora indossava nuovamente il suo abito da
lavoro celeste e il cui viso era di nuovo libero dal trucco pesante
della sera prima, guardò il Signore Oscuro con aria interrogativa.
Lui, il
cui abito da cerimonia era scomparso per lasciare il posto ai soliti
pantaloni di pelle nera e ad una semplice camicia di seta dorata a
maniche larghe, alzò le spalle. - Magia. - disse semplicemente a mo'
di spiegazione. - Ora andiamo, dearie. Abbiamo fatto un gran lavoro
stanotte e direi che ci meritiamo una bella colazione. -
Belle
scese nelle cucine e tagliò due generose fette di torta alle
castagne che aveva cucinato il giorno prima, aggiunse un piattino
colmo di biscotti all'uvetta e cannella e trasferì il tutto su un
vassoio che già ospitava una teiera fumante e due tazze da tè con
decori blu, una delle quali era la famosa tazza che quel primo giorno
al Castello Oscuro di Belle le era caduta dalle mani e si era
sbeccata. Inspiegabilmente, Rumpelstiltskin non l'aveva mai né
riparata né gettata via, al contrario, era diventata la sua
preferita.
La
ragazza salì al piano di sopra reggendo il vassoio e raggiunse il
folletto già seduto capotavola al lungo tavolo di legno laccato al
centro della stanza dell'arcolaio.
Posò
il tutto e prese posto accanto a lui.
Consumarono
la colazione in silenzio e Belle si stupì di quanto appetito avesse.
Divorò la torta in men che non si dica e subito dopo passò ai
biscotti.
A
Rumpelstiltskin non sfuggì la formidabile voracità della sua
domestica e non perse l'occasione di punzecchiarla. - Fare le ore
piccole non ti fa bene, dearie. A questo ritmo, potresti fare piazza
pulita dell'intera casetta di marzapane della Strega Cieca in meno di
un secondo. -
Lei non
alzò nemmeno gli occhi dal suo piatto, continuando ad addentare i
biscotti. - Non so cosa mi sia successo, ma sono affamata! -
- Temo
sia colpa del vino, dearie. -
- Che
cosa intendete dire? -
- Be',
vedi, quello era un vino incantato, appositamente creato dai nani per
non far sentire la stanchezza o il sonno a chi lo beve, altrimenti
come saresti riuscita a reggere per tutta la notte che, tra
parentesi, è durata molto più a lungo di una notte normale? Il
problema è che, una volta svanito l'effetto, lascia lo stomaco
sgradevolmente vuoto e non solo... non ti senti un po' assonnata, per
caso? -
Solo in
quel momento, come se la domanda di Rumpelstiltskin avesse avuto un
effetto profetico, Belle avvertì una stanchezza incontrastabile
impadronirsi del suo corpo e le sue palpebre si fecero pesanti come
macigni.
- E
perché a voi non succede nulla? - domandò, soffocando uno
sbadiglio.
- Io
sono il Signore Oscuro, dearie. Sono immune a questi fastidiosi
effetti collaterali. -
Rumpelstiltskin
osservò la sua domestica che lottava con tutte le sue forze per
tenere gli occhi aperti e dalle labbra gli sfuggì un mezzo sorriso.
- Credo che faresti bene ad andare a letto, Belle. Altrimenti rischi
di addormentarti con la faccia nel piatto dei biscotti. -
Lei
annuì e fece per alzarsi ma vacillò pericolosamente e dovette
appoggiarsi al tavolo per rimanere in piedi.
Rumpelstiltskin
sospirò e si alzò a sua volta, raggiungendo la ragazza e
sollevandola senza sforzo tra le braccia.
Lei
avanzò qualche debole protesta ma ormai la sua voce era talmente
impastata di sonno che il Signore Oscuro distinse solo alcune parole
sconnesse.
- Per
tutti gli déi, Belle! Si può sapere quanti calici di vino nanico ti
sei scolata la notte scorsa per essere ridotta così? Forse dovrei
iniziare a chiudere con un lucchetto magico il mobile dove conservo i
liquori. -
Sghignazzò
e, in risposta, la giovane gli diede una pacca sulla spalla talmente
leggera che a Rumpelstiltskin sembrò più che altro una sorta di
carezza.
Se non
fosse stata già mezza addormentata, Belle si sarebbe accorta che il
folletto non la stava portando nei sotterranei, verso la sua cella,
ma aveva invece imboccato una rampa di scale per raggiungere il piano
superiore del castello.
Quando
si fermò, Rumpelstiltskin si trovava di fronte all'entrata della
camera nella quale la sera prima la sua domestica si era preparata
per il ballo. La porta si spalancò con un cigolio e il Signore
Oscuro si diresse verso il letto, dove adagiò la ragazza, ormai con
tutti e due i piedi già nel mondo dei sogni.
Prima
di andarsene, Rumpelstiltskin la coprì con un morbido plaid azzurro
e si concesse un istante per constatare come, nonostante la
“mascherata” della notte appena trascorsa, Belle non avrebbe
potuto essere più bella che in quel momento: senza gioielli, senza
trucco, senza lo sfarzoso vestito del ballo; con il viso di
porcellana stanco ma sereno e rilassato nel sonno, le gote come
petali di rosa e le labbra schiuse lievemente e incurvate in un
sorriso appena accennato.
Le
aveva chiesto uno sforzo non da poco la notte prima, o meglio,
l'aveva preteso. Eppure Belle aveva svolto il suo compito in modo
impeccabile, superando di gran lunga le sue aspettative e
conquistando i cuori fermi e rattrappiti di tutti gli invitati.
Perfino quelle vecchie canaglie putrefatte e senza un minimo di
morale avevano dovuto cedere al suo sorriso dolce e alla bellezza
pura e innocente che la sua domestica emanava ovunque andasse.
Che
razza di ipocrita! fece una vocina insolente nei recessi della
mente di Rumpelstiltskin. Non fingere che le qualità di Belle ti
lascino indifferente. In fondo, non sei forse anche tu una vecchia
canaglia senza un minimo di morale?
*Mary Bateman: famosa avvelenatrice vissuta nell'800
Da
Stria93: Sembrava impossibile... ma ce l'abbiamo fatta! (e pure
qualche giorno in anticipo rispetto al previsto)
Eccoci
qui, dearies! Non finirò mai di scusarmi per tutto il tempo che vi
ho fatto attendere, ma finalmente siamo giunti al capitolo conclusivo
di questa storia, che spero non vi abbia deluso.
Non vi
tedierò ulteriormente, voglio solo ringraziare di cuore chi,
nonostante tutto, ha continuato a sperare in un finale per questa ff
che, come vedete, a distanza di anni è arrivato (alla buon'ora!).
Vi
anticipo che ho già pronti altri lavori a tema RumBelle (e non solo)
che vedrò di pubblicare al più presto.
Bacioni
e un felice Samhain/Halloween!