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Autore: Cipollina    27/10/2018    3 recensioni
Harry è infastidito da qualcosa e dopo anni passati a sopportare in silenzio ha finalmente deciso di parlarne a Draco... perché anche dopo un pranzo da dodici portate, il dessert è pur sempre il dessert!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Draco lo sentì infilarsi nel letto, ma la sua consapevolezza non ritenne la cosa degna di nota e stava già riscivolando nel sonno quando lo sentì:

“Devo chiederti una cosa”

Provò ad aprire gli occhi, ma quelli non collaborarono e lui prese un respiro profondo, rinunciandovi per concentrarsi sulla propria voce.

Hmn

Allungò una mano verso di lui alla cieca e la lasciò appoggiata mollemente sul suo avambraccio. Harry non si mosse e la sua coscienza gli pizzicò lo stomaco. Aprì un occhio: era sdraiato supino, gli occhi fissi al soffitto, le braccia lungo i fianchi… irrigidite. Improvvisamente aveva meno sonno.

“Che succede?”

“Dovevamo vederci per pranzo oggi…”

Draco spalancò gli occhi e la sua reazione attirò finalmente quelli di Harry. Un attimo dopo si passò la mano sul viso, sconsolato.

“Mi dispiace, non me ne sono proprio ricordato… non… mi hai aspettato per tanto?”

Harry tornò a fissare gli occhi al soffitto:

“No, ho ricevuto un biglietto: Mi dispiace informarti che non mi è possibile raggiungerti per il pranzo. Draco Malfoy.

Draco prese un respiro profondo, poi rotolò su di lui, appoggiando il viso sul suo petto.

“Mi dispiace, ero convinto di riuscire a liberarmi ma quell’idiota del Senatore sudafricano è arrivato in ritardo e quello francese si ostinava a farsi tradurre dall’interprete anche quello che c’era scritto sulla bustina dello zucchero, Ghertine sapeva che non mi sarei potuto liberare in tempo e ti ha mandato il biglietto… mi dispiace”

“Il punto non è che non potevi venire a pranzo, lo so che sei impegnato e non posso certo lamentarmi, anche io annullo continuamente i nostri appuntamenti … sei impegnato ma…”

Harry sbuffò dal naso, contrariato, e Draco appoggiò una mano sotto al proprio mento per poterlo guardare in viso, una ruga di confusione fra le sopracciglia, possibile che Harry fosse arrossito?

“Non voglio che la tua segretaria mi mandi un messaggio con la tua firma in fondo!”

Draco si rialzò sui gomiti, davvero incapace di comprendere e Harry arrossì definitivamente.

“Se hai un problema e non hai tempo… beh, non mi sembra che sia tanto pretendere che tu prenda un cavolo di pezzo di carta e scriva qualcosa tipo: Non posso venire. E se non ce la fai, può sempre scrivermi lei, ma almeno firmare con il suo di nome, non con il tuo, non dopo una frase simile!”

Draco si morse le labbra, fece per dire qualcosa, poi tacque. Quando Harry si decise a gettargli un’occhiata lo trovò a guardarlo con una strana espressione negli occhi, amareggiata ma compiaciuta al tempo e sbuffò ancora una volta.

“Smettila di guardarmi così!”

E Draco non riuscì a trattenere il sorriso e si ritrovò a baciarlo ancora prima di rendersi conto di essersi mosso.

“Va bene… è stupido e cattivo da parte mia considerarla una cosa tenera, adesso smetterò di gongolare, hai fatto bene a dirmelo, non succederà una seconda volta”

Harry sbuffò sonoramente:

“Sono quattro anni che lo fa!”

Nel proprio imbarazzo Harry fu contento di vedere il compagno con gli occhi spalancati, senza parole.

“Perché non me lo hai detto prima?!”

“Perché… perché è stupido, perché è imbarazzante e perché sapevo che avresti gongolato! Però sono stufo di ricevere messaggi gelidi con la tua firma sotto!”

Draco alzò le mani di fronte alla sua rabbia:

“Va bene, va bene… a rischio di ripetermi: mi dispiace, mi dispiace sul serio, non succederà più.”

“Ok… allora puoi tornare a dormire”

Il sorrisino sul viso di Draco si dilatò a macchia d’olio e Harry sentì i capelli sulla nuca rizzarsi all’improvviso mentre la pelle d’oca gli ricopriva il corpo.

“Non ancora… credo che sia mio sacrosanto dovere…  farmi perdonare per cinque anni di messaggi gelidi inviati da Ghertine…”

Harry chiuse di scatto la bocca e Draco ebbe il coraggio di sogghignare, prima di posare un bacio sul suo petto e sparire sotto alle coperte. Lentamente lo sentì spostarsi verso il basso, punteggiando ogni manciata di centimetri con un nuovo bacio. Nello sciocco tentativo di mostrarsi in controllo della situazione, Harry richiamò la propria testardaggine:

Quattro anni…”

Da sotto alle lenzuola arrivò la testardaggine di Draco, di quella ne avevano entrambi a tonnellate:

Ghertine lavora con me da cinque anni…”

“Sì, ma cinque anni fa non annullavi i nostri appuntamenti, cinque anni fa ci venivi e basta!”

Draco gli morse il ventre e lui sussultò, serrando forte le labbra per trattenere il mugolio che suscitarono le mani di Draco fra le sue cosce. Sentì il suo alito esattamente dove avrebbe dovuto essere… poi le spalle del compagno si irrigidirono e lui si fermò.

“Senti Draco, lo so che non è tua abitudine chiedere perdono, ma farti implorare non è esattamente il modo migliore di scusarti!”

Draco lo ignorò e Harry perse il sorriso per decidersi infine a sollevare le lenzuola dalla testa del compagno: lo sguardo era perso nel vuoto.

“Draco?”

Gli occhi grigi tornarono improvvisamente su di lui, seri, ansiosi:

“Davvero cinque anni fa non annullavo i nostri appuntamenti?”

Harry sospirò, ma con un sorriso sulle labbra, dolce e un pochino emozionato, poi lo tirò verso di sé e Draco assecondò i suoi movimenti trovandosi ancora una volta sdraiato completamente su di lui così che Harry potesse baciarlo e accarezzargli il viso su cui la preoccupazione non era svanita:

“In cinque anni ne sono successe tante di cose… e un pranzo è solo un pranzo, non è con quello che misuro i tuoi sentimenti, probabilmente eri meno impegnato”

Draco scosse la testa, gli occhi ancora tremendamente seri:

“Non è vero, cinque anni fa ero nel pieno del lavoro… mi ricordo che uscire a pranzo con te a volte aveva il sapore di una boccata d’aria dopo un’immersione… se c’è un periodo in cui non avevo tempo di pranzare fuori, quello erano cinque anni fa!”

Harry giocò lentamente fra le ciocche dei suoi capelli per poi baciarlo con leggerezza e commozione al tempo:

“Non importa, non abbiamo bisogno di quei pranzi, sono solo il caffè dopo una cena da dodici portate, non hanno poi tutto quel significato”

Draco annuì appena, cogliendo il significato di quello che gli stava dicendo e baciandolo con molta più intensità di poco prima, eppure Harry lo sentì ancora distratto.

“Ti ricordo che un momento fa stavi… cercando di farti perdonare…”

Cercò di sfoggiare un sorriso innocente, ma Draco scoppiò a ridere, rilassandosi improvvisamente e rituffandosi sotto alle coperte.

 

***

Ghertine aprì silenziosamente la porta e scivolò lungo le pareti della Sala Riunioni, Draco colse la sua presenza con la coda dell’occhio, ma tenne lo sguardo fisso e minaccioso sull’uomo seduto due sedie più in là. Il Consigliere perse improvvisamente la sua boria e abbassò gli occhi sui suoi appunti, alla ricerca di rassicurazione. Draco si tirò leggermente indietro sulla sedia e Ghertine, ormai alle sue spalle, gli passò un foglio bianco e una piuma già intinta nell’inchiostro.

“Sono le dodici e cinquanta, avete un appuntamento con il signor Potter fra dieci minuti”

Draco abbassò gli occhi sul tavolo mentre la discussione riprendeva e il Consigliere si rifaceva baldanzoso sfruttando la sua distrazione. Spostò gli occhi sul foglio bianco e sulla piuma che la donna gli stava porgendo. Erano ben lontani dall’aver discusso tutti i punti all’ordine del giorno. Afferrò la piuma e scrisse velocemente una frase prima di restituire il foglio alla segretaria, Ghertine lasciò la stanza silenziosamente così come ne era entrata.

Draco ascoltò la discussione farsi animata mentre le persone al tavolo cominciavano a parlare tutte assieme come un branco di animali. Un respiro profondo e si alzò, gli occhi si puntarono su di lui mentre i presenti si azzittivano, lasciandogli la parola.

“Direi che per questa mattina abbiamo discusso abbastanza, propongo di interrompere la riunione e riprenderla fra un’ora”

Senza nemmeno aspettare che qualcuno si riprendesse dalla sorpresa: non si era mai sentito di un’interruzione per il pranzo, almeno non quando c’era di mezzo Malfoy!, o che qualcuno si pronunciasse sulla sua proposta, Draco si alzò e lasciò la stanza.

Ghertine scattò in piedi, presa alla sprovvista, cominciando ad elencargli tutti i problemi che erano insorti mentre lui era alla riunione e tutte le decisioni che necessitavano della sua attenzione.

“Va bene Ghertine, ma ora non ho tempo, Harry mi aspetta per pranzo, chiedi a qualcuno di aprire le finestre nella Sala Riunioni, non ci si respira più lì dentro”

“Sì… signor Malfoy?”

Draco si fermò sulla soglia, uno sguardo interrogativo e perplesso di fronte all’inusuale titubanza della donna.

“C’è forse una ricorrenza che mi è sfuggita o un problema di cui devo venire a conoscenza?”

Draco sorrise, un sorriso luminoso e abbagliante che la donna riconobbe immediatamente, dovette guardarsi alle spalle per essere certa che il signor Potter non fosse entrato nella stanza, ma gli occhi di Draco erano fissi nel vuoto, concentrati su un’immagine nella propria mente.

“No Ghertine, nessuna ricorrenza, solo la rinascita di una vecchia abitudine: tutti i miei appuntamenti con Harry avranno la più alta delle priorità.”

Ghertine sorrise, Draco non ricordava di averglielo visto fare spesso, ma non poté che rispondere a quel sorriso con uno gemello, perché la donna rispondeva al suo amore per Harry e aveva dannatamente ragione.

“Sì signor Malfoy, buon appetito”

 

***

Harry si rinfilò la camicia nei pantaloni con le braccia che ancora tremavano. Prese un respiro profondo, togliendosi i capelli dalla fronte. Draco si stava infilando la cintura:

“Dovremmo farlo più spesso”

“Ho un’esercitazione di cinque ore questo pomeriggio e non ho mangiato nemmeno un boccone, se lo facessimo più spesso finire in Infermeria!”

Draco scoppiò a ridere, ma quando si avvicinò a lui Harry rapì le sue labbra in un bacio appassionato e lontano dall’essere appagato, malgrado quello che avevano appena fatto.

“Non so se ho fatto bene a chiederti di scrivermi tu stesso i messaggi… Non metterti le mutande, vado di fretta e non voglio perdere tempo a sfilartele. Draco… forse erano meglio quelli di Ghertine

“Bugiardo… lo hai adorato il mio messaggio, ce l’avevi duro ancora prima che ti infilassi le mani nei pantaloni”

“Beh, è stranamente eccitante andare in giro senza mutande... ma lo scoprirai da te!”

Harry gli fece l’occhiolino, fissando svergognatamente gli occhi sulla patta dei suoi pantaloni e Draco arrossì appena, non sapendo se fosse più eccitato dal fatto che Harry stava indossando le sue mutande oppure dal fatto di non indossarne lui alcuna.

“Sarò in una stanza piena di uomini, sei sicuro che ti piaccia immaginarmi eccitato in mezzo a loro?”

“Non voglio fare cinque ore di esercitazioni senza mutande, di questo sono sicuro!”

Draco si mise a ridacchiare, poi infilò le mani nei suoi pantaloni, stringendogli le natiche e tirandolo verso di sé, lasciando che il suo sorriso sornione si infrangesse sulle proprie labbra.

“Stavo pensando, visto che quelle sono le mie mutande…  è giusto pensare che io sia il solo con il sacrosanto diritto di levartele, no?”

Harry si strusciò su di lui, leccandogli le labbra, ma proprio quando Draco stava per baciarlo, si tirò indietro:

“Io invece sto’ pensando allo stato in cui saranno queste mutande dopo l’esercitazione, se me le levi tu il tuo nasino sensibile potrebbe farti svenire… quindi, o mi autorizzi a disporre del tuo corpo svenuto a mio piacere, oppure non vedo l’interesse…”

Draco arricciò il suddetto nasino sensibile e Harry glielo baciò.

“Va bene, ti accordo il diritto di levartele per fare la doccia”

“Molto obbligato signor Malfoy”

“E comunque sei autorizzato a disporre del mio corpo svenuto come ti pare e piace”

“Grazie, ne terrò conto per il futuro”

Draco lo baciò con un mugolio contrariato.

“Devo andare, non so nemmeno se hanno davvero interrotto la riunione e sono andati a pranzo o se sono ancora lì a complottare e indignarsi contro di me… e ho fame… sia di cibo che di te!”

Harry scoppiò a ridere di fronte al suo broncetto infantile, poi sbirciò se nel bagno ci fosse qualcuno, prima di uscirne con tutta la nonchalance possibile, il che, considerando che si erano fiondati nel bagno del ristorante senza consumare nulla, non era molta. Draco lo seguì poco dopo, il suo aspetto impeccabile… se non fosse stata per quell’aria appagata negli occhi limpidi. Si morse le labbra per trattenere la voglia di baciarlo un’ultima volta, un’occhiata d’intesa e si Smaterializzò.

 

***

“Bentornato Signor Malfoy, non sono ancora rientrati tutti, ma quelli già arrivati li ho fatti riaccomodare nella Sala Riunioni”

“Bene, grazie Ghertine

Quando entrò nella stanza il Consigliere lo scrutò con aria beffarda e leggermente irritata:

“Ha mangiato bene?”

Draco gli sorrise, sul viso un’espressione insolitamente innocente, perfettamente calmo mentre dentro di sé analizzava la strana sensazione del tessuto dei pantaloni sulle natiche nude.

“Divinamente”

Il Consigliere perse tutta la sua spocchia, da dove arrivava tutta quella improvvisa calma?, che Malfoy fosse venuto a conoscenza di quelle informazioni secretate che si era premurato in tutti i modi di far sparire?

Draco ritornò dalle sue fantasticherie con una smorfia di fastidio, che aveva il Consigliere da dimenarsi tanto sulla sedia?!

 

  
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