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Autore: ballerina 89    28/10/2018    3 recensioni
Raccolta di One-Shot dedicata ai nostri capitan Swan. Le storie tratteranno come tema principale scene di vita famigliare che tutti noi vorremmo vedere nella serie ma che purtroppo ci sono state negate. I personaggi che troverete all'interno di questa raccolta sono gli stessi delle mie due opere precedenti ( Happy Begining e l'amore vince ogni cosa). Buona lettura a tutti voi.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV EMMA.

Quanto può essere brutto sentirsi impotenti davanti ad una richiesta dei propri figli? Ve lo dico io: è orribile.  Io so che Chloe è una bambina particolare, capricciosa, lamentina e anche un po’ viziata... un po’? Ok lo ammetto... tanto viziata, ma è anche una bambina adorabile e con un cuore grandissimo. Ha affrontato e sta ancora affrontano una brutta situazione ed proprio a causa di questo grande ostacolo che non so come comportarmi dopo quello che mi ha all’incirca una settimana fa  prima di metterla a letto. 

- Mamma potto chiedetti una cosa? - inizió più o meno così la nostra conversazione. 

- Se provi a riformulare la frase con qualche errore di pronuncia in meno allora si tesoro mio. - risposi sorridendole, ormai erano settimane che provavo ad insistere maggiormente sul suo parlato, sapevo che era un blocco psicologico dovuto all’arrivo del fratellino il suo, ma ormai erano mesi che Liam era con noi, lei in grandi linee lo aveva accettato quindi di conseguenza non vedevo il motivo per non spronarla un po’. - So che sai parlare bene amore mio, alla mamma manca sentirti parlare bene come un tempo sai? Perché non provi a sforzarti un po’?

- solo quetta false peló - la vidi concentrarsi - Mamy potto chiede...rti una cosa? - riformuló la frase questa volta con un solo errore. La mia bambina... quanto la amo.

- Certo amore mio, tutto quello che vuoi!

- È belo che tra poco è il mio compeanno? 

- Si tesoro mio. 

- E mi falete un fetta bella come quella dello corso anno? - i suoi occhi  si illuminarono come non vedevo illuminarsi da mesi ormai. I miei al contrario si dipinsero in un’espressione di terrore. Temevo questo momento da mesi ormai, dal giorno in cui uscì dall’ospedale per essere precisi. È da quel giorno che soeravo di rimandare questo problema il più  a lungo possibile ma purtroppo era arrivato il momento. Sapevo cosa volesse chiedermi con quella fare, voleva rivedere i suoi amichetti, giocare con loro e divertirsi come tutti gli altri bambini della sua età. 

- Amore certo che ti organizzeremo una festa ma non sarà esattamente come quella dello scorso anno. Non preoccuparti però, sarà comunque una festa bellissima.

- No fa niente se no uguale. Batta ci salanno tutti i miei amici... - ecco... appunto. 

- Vedi amore mio... - ero tentata di spiegarle la situazione, ma ogni volta che tentavo di parlare lei mi bloccava iniziando a fantasticare su come sarebbe stata la sua festa. 

- Boglio i pallonzini cololati, quelli che volano a folma di fiocco di neve. I biccheri, la tovaglia e i patti di flozen, le mutiche di flozen... tutto di flozen! Anche la torta di flozen. Potto mamma?

- Certo che puoi amore, è la tua festa devi scegliere tu il tema. Però devo dirti una cosa...

- Non vedo l’ora di bedere i miei amichetti. Non li bedo da tanto. Mi mancano. - il mio cuore si ruppe in un milione di pezzi e la cosa più brutta è che non riuscii a dirle la verità. Le dissi che era ora di dormire e corsi in camera mia. Killian dormiva già, Liam lo aveva distrutto quel pomeriggio, lo lasciai riposare senza accennargli che avevamo una piccola emergenza da risolvere. 

***

- Amore guarda che così li bruci! - il mattino seguente mentre ero immersa nei miei pensieri una voce alle mie spalle mi fece tornare alla realtà 

- Cosa???  - chiesi tornando alla realtà.

- Dicevo: se continui a pensare a me in un modo così intenso, rischierai di far bruciare  tutti i pancakes! - ero scesa in cucina molto presto per preparare la colazione ma il problema della sera prima continuava a tormentarmi e non ci volle molto prima che i miei pensieri iniziassero a vagare liberi e indisturbati tralasciando il fattore colazione. 

- Killian sei sempre il solito! - scherzai per poi avvicinarmi e dargli il bacio del buongiorno. 

- Che hai? Ci sono problemi? - chiese

- Uno! Ed è abbastanza grande. 

- Non c’entro io vero? - chiese scrutandomi 

- No, riguarda Chloe. Mi ha chiesto una festa per il suo compleanno.

- E quale sarebbe il problema? La Stavamo già pensando giusto? 

- Si ma il fatto è che vuole la festa con i suoi amici e come ben sai è fuori discussione. Ho provato a dirglielo ma era troppo euforica e mi sono bloccata. Non volevo ci restasse male. 

- Emma... - mi ammonì - avresti dovuto dirglielo...

- Lo so, ciò provato davvero ma ogni volta mi interrompeva per gioire di qualcosa... io... io non me la sono sentita di farla soffrire.

- Ei vieni qui! - mi strinse a se. Ho sempre adorato i suoi abbracci, mi sento sempre protetta e al sicuro stretta a lui ma  nonostante ciò il mio cuore non si risollevó d’animo.

- Ci penso io ok? Dirò io a Chloe che non sarà possibile per quest’anno avere la festa con i suoi amichetti, per questa volta dovrà accontentarsi di noi famigliari. 

- No... - quella vocina triste che entrò in cucina così all’improvviso mi gelo sul posto. Era Chloe, era davanti la porta della cucina ed aveva appena ascoltato tutto.  - io.. io boglio i miei amici alla festa... - guardò suo padre e il suo sguardo fu esattamente lo stesso che avevo io la sera precedente.

- Amore mio vieni qui! - le disse facendola avvicinare - ti ricordi che siamo stati in  ospedale qualche mese fa? 

- Ti, avevo la bua. 

- Esattamente, a causa di quella brutta bua per qualche altro giorno dovrai restare qui senza vedere i tuoi amichetti. Lo so che è triste come cosa ma bisogna farlo per la tuo bene tesoro. 

- Pochi zorni? 

- Si tesoro solamente altri pochi giorni.

- Allola alla fetta pottono venire velo? 

- No amore mio, mi dispiace davvero ma non preoccuparti, avrai comunque una festa meravigliosa.

- No! Io no boglio pu fetta! Fetta tenta amici brutta e io no boglio fetta brutta! - come era solita fare, visto l’impedimento fisico ancora presente, svanì in una nuvola di fumo. 

- Allora mio caro maritino... come ti senti adesso?

- Un vero schifo proprio come te. 

La giornata passó velocemente ma Chloe in tutte quelle ore non si fece vedere ne da me ne da suo padre. Andai io a controllarla di tanto in tanto e ogni volta mi maledicevo per averla fatta stare male. Se ne stava nella sua cameretta, sdraiata a letto con quattro dei suoi peluche preferiti. Chloe non era tipa da stare a letto e se non giocava era evidente che non stesse bene. Psicologicamente o fisicamente non aveva inportanza, la mia bambina in quel momento non era la mia bambina e io ne ero in parte responsabile.

- Dobbiamo fare qualcosa Killian! - dissi più convinta che mai. - Non posso vederla così un secondo di più. 

- E cosa pensi possiamo fare? Tu sai che non è colpa nostra e quando sarà un po’ più grande vedrai che lo capirà anche lei. La stiamo tutelando Emma!

- Lo so Killian ma non mi piace il fatto che sia arrabbiata con noi. Già la situazione di Liam ancora non l’ha superata del tutto, vogliamo aggiungere altro astio? 

- Cosa suggerisci di fare allora? 

- Non possiamo farle la festa che vuole questo è scontato peró possiamo cercare di farle capire il perché e trovare insieme a lei un compromesso.

- Non abbiamo già provato questa mattina a farlo?

- Si ma per lei è stata una doccia fredda, magari adesso a mente lucida riesce a comprendere qualcosina in più. 

- Mmmh... vuoi far capire qualcosa a Chloe? Buona fortuna amore! - rise.

- Non ridere è una cosa seria! 

- Hai ragione! Domani sera le parleremo ok?

- Pensavo a domani mattina per essere sinceri! 

- Lavoro...

- Allora se per te va bene le parlerò da sola, andrei adesso ma voglio che riposi. Non posso aspettare oltre Killian.

- Nessun problema, sei di sicuro più brava di me a parlare con loro, io come già sai mi sciolgo subito, rischierei di dirle di sì a tutto.

- Esatto, fosse per te avresti organizzato la festa anche con cinque giorni di anticipo.

- Sono un papà è il mio compito viziarle! 

- E io sono una mamma e ho il compito di... beh di fare tutto a quanto pare! - sorrisi  - Domani le parlerò, spero solo di riuscire a far qualcosa di buono. - Ci addormentammo subito quella sera ma il mio sonno era disturbato, ero preoccupata per mia figlia e non vedevo l’ora di chiarire con lei. Quando il mattino arrivó mi alzai, preparai la colazione, allattai Liam e aspettai che le due pesti scendessero per far colazione insieme, come precedentemente detto Killian uscì presto quella mattina per via del lavoro. 

- Buongiorno mamma! - esordi Leila entrando. Erano le nove e mezza del mattino e la signorina si era appena svegliata.

- Tra poche settimane ricomincerà la scuola tesoro, direi sia il caso di iniziare a svegliarci un po’ prima la mattina per abituarci non trovi?

- Uffaaaaa! Odio la scuola.

- Non farti sentire da tua nonna! - Risi. - tua sorella? Sta scendendo? - la vidi scrollare le spalle 

- Abbiamo litigato, non ci parlo con lei! - disse seria.

- Leila... che è successo questa volta?

- Sono entrata in camera sua per chiederle di giocare insieme e lei mi ha risposto male e mi ha cacciata fuori. Sta tornando la nana rompiscatole di prima.

- Tesoro so per certo che non l’ha fatto di proposito. 

- Mah perché devi sempre...

- Lasciami finire, no! Non è assolutamente un modo per difenderla. Ieri è successa una cosa che le ha rovinato la giornata e ora continua a stare male. 

- Che le è successo? Ha perso il lecca lecca? - chiese con cattiveria

- Leila!!!! - l’ammonii - niente di tutto questo! Le ho confessato che non potrà avere la sua festa di compleanno... o meglio, le ho detto che non può averla come vorrebbe lei. 

- Ha fatto bene ad arrabbiarsi allora! Perché gli hai detto questa cosa? Se lo avessi fatto a me io non ti avrei parlato più!

- Grazie del coraggio che mi dai ogni volta amore, è sempre molto apprezzato! - era ironica la cosa - non è che mi sono alzata ieri mattina e ho deciso questo... no! C’è un problema fondamentale per cui non si può fare una festa in grande stile. Vuoi sapere qual’è? La sua salute. Sai anche tu che non può uscire e vedere altre persone onde evitare di ammalarsi, sai anche tu che a settembre non reiniziera scuola come te... fin quando non guarirà completamente non potrà condurre una vita normale al 100%. Purtroppo per lei la Festa è compresa nelle cose da evitare.

- Ah....! Beh allora scusa per come ti ho risposto. Hai fatto bene a dirglielo, lo hai fatto per lei, non è colpa tua.

- Lei non la pensa così... si è rimessa a dormire?

- No è sveglia ma non vuole scendere.

- Ho capito... vado io da lei, torno subito! 

Presi un vassoio lo riempii dei suoi piatti preferiti e la raggiunsi nella sua cameretta.

- Bai bia! - mi disse non appena mi vide arrivare.

- Ma tesoro mio, la mamma ti ha portato la colazione.

- No fame io! Bai bia! 

- No che non vado via, non andrò via fin quando non parleremo. Non voglio vederti soffrire Chloe e credimi... farei qualsiasi cosa pur di accontentarti in quello che desideri ma non posso. Non sei ancora guarita, cosa facciamo se ti ammalassi di nuovo? Io non lo sopporterei amore! 

- Non taró male!  - rispose convinta. 

- Non puoi saperlo!

- Io lo to. Boglio fetta! Fetta con tutti i miei amici.

- Amore non insistere, non si può! Posso farti una bellissima festa ugualmente: ci saremo io e papà, Henry Leila e Liam, nonna Snow, nonna Alice e nonno David e zia Regina con zio Robin. Metteremo tutte le decorazioni che vorrai e per quanto riguarda la torta possiamo anche farla io e te. Sarebbe divertente no? Cosa ne pensi, potrebbe essere un compleanno altrettanto bello? 

- No! No amici... no fetta! 

- Andiamo stellina mia, non possiamo non festeggiare, è il tuo quarto compleanno! 

- No fetta! No no no!

- Ok va bene, faremo come dici tu ma almeno la torta la vuoi?

- No! 

- Un regalino? Dai almeno un regalino si non trovi? Puoi chiedermi tutto quello che desideri, non ti dirò di no! - volevo rimediare  in quelche modo anche se, come facilmente intuibile, mi sarebbe costato un patrimonio.

- Tutto tutto? - mi chiese.

- Tutto tutto! 

- Ok! Boglio.... boglio i miei amici a casa per fettezzare. 

- Piccola furbetta lo sai che non si può!

- Ma hai detto tutto tutto!

- Si ho detto che puoi scegliere come regalo qualsiasi cosa in cambio della festa grande. Non puoi chiedermi la festa per regalo! 

- Allola no boglio fetta, no boglio torta, no boglio regalo, BOGLIO CHE BAI BIAAAA! - le  gridó quelle ultime parole e devo essere sincera: mi ferirono parecchio. Assecondai i suoi desideri e uscii dalla porta della sua camera, nenache trenta secondi dopo la sentii piangere come poche volte l’avevo sentita fare. Sapevo riconoscere un pianto da capriccio da uno vero e questo non era assolutamente un capriccio. Tornai immediatamente indietro, non importava se mi avrebbero gridato contro di uscire anche questa volta, stava male e volevo anche se solo in parte aiutarla. Entrai nella sua camera per la seconda volta consecutiva e rimasi stupida quando nel vedermi allungó le braccia verso di me. Non la feci aspettare oltre, mi fiondai sul letto con lei, la strinsi a me e cercai di sussurrarle all’orecchio che tutto sarebbe passato e tutto si sarebbe risolto presto. Si calmó, ci volle un bel po ma alla fine riuscii a farla smettere di piangere. Era sfinita così pensai bene di lasciarla riposare un po’. Mi alzai dal suo lettino per permetterle di stare più comoda e mi avviai verso la porta.

- I miei amici ti tono dimenticato di me? - mi chiese singhiozzando

- - no amore mio certo che no, perché pensi questo?

- No li bedo da tanto... no vengono alla fetta... lolo non ti licoldano pu di me. No mi bogliono più bene.

- Amore ma che dici.... certo che si ricordano di te! Come potrebbero dimenticarsi di una meraviglia come te! 

- Sicula?

- Certo che sono sicura e vuoi sapere perché lo so? Perché i tuoi amici chiamano ogni giorno per sapere come stai! Loro e le loro mamme ti vogliono davvero bene. - non era una bugia, era tutto vero, le mamme chiamavano ogni giorno per interessarsi della sua salute e mi raccontavano che i loro figli non facevano altro che chiedere di lei. 

- Dabbelo?

- Si! E lo sai chi è che chiama anche due volte al giorno? Erik. Te lo ricordi Erik? 

- Ti. Potto pallare con loro qualche botta al telefono?

- Se mi prometti di non fare capricci perché non puoi ancora giocare con loro si!

- ba bene! 

- Ok questa è fatta! Ora dimmi questa festa in famiglia per festeggiare la principessa di casa possiamo farla? 

- No! Ho detto no mamy! Senza amici no è fetta! No compleanno bello senza amici. Io quetto anno no fazzo compleanno. Io ancora anni così - i dico il numero 3. - no quatto io! - se per una festa stava facendo così cosa avrebbe fatto quando avrebbe scoperto di non poter tornare a scuola fino a gennaio? Meglio non pensarci. restai parete della mattina con lei cercando di farla svagare un po’ e quando finalmente la vidi un pochino più tranquilla tornai ad occuparmi degli altri due che per quella mattina avevano ricevuto meno attenzioni. Quando Killian tornó a casa gli raccontai del gran casino avvenuto quella mattina e insieme concordammo che fosse giusto fare qualcosa per rendere felice quella bambina; ma cosa? 

***

POV KILLIAN.

Era un gran bel problema. Come si poteva far  felice Chloe senza la cosa che più desiderava per il suo gran giorno? Tutti i bambini adorano le feste di compleanno, qualsiasi esse siano quindi in un primo momento , dopo essermi ingegniato inutilmente per cercare una soluzione,  pensai che forse fare una festicciola solo tra di noi l’avrebbe fatta felice ugualmente anche se non voleva ammetterlo,  ma poi pensai che non stavamo parlando di una qualsiasi bambina ma di Chloe e la cosa quindi era alquanto diversa. Si è vero è viziata, ma ora il suo capriccio non mi infastidisce come potrebbe infastidirmi per altre cose, questa volta più che un capriccio il suo mi sembra più un modo di manifestare qualcosa. A modo suo ci sta facendo capire quello che sta vivendo e mi stupisco che non l’abbia fatto prima. Non deve essere semplice per lei sentire sua sorella raccontare di essere stata al parco, vedere me uscire di casa per lavoro o sua madre per fare spesa. Non deve essere divertente passare 24h in casa senza poter far nulla di nuovo. Può essere rilassante all’inizio ma poi diventa una vera e propria tortura. Non voglio che soffra più del dovuto e quindi vorrei cercare di trovare un qualcosa che possa renderla felice almeno per il suo giorno speciale. So che per Emma è lo stesso anzi per lei forse lo è ancor di più visto quello che ha passato da piccola. Da quel che so non ha mai avuto un vero e proprio compleanno fino ai suoi 29 anni e ricordo ancor adesso una chiacchierata fatta tra di noi quando età incinta di Leila: 

 

Non so quanti figli avremo, se lei sarà l’unica oltre ad Henry o ne avremo degli altri ma una cosa è certa: non ricadrò nei miei stessi errori, non ripeterò quello che ho fatto ad Henry e di sicuro non farò mai mancare loro quello che è stato fatto mancare a me. Non saranno tutte rose e fiori lo so, ci saranno giorni in cui saranno tristi ma da parte mia farò tutto ciò che è in mio potere per far tornare loro il sorriso sulle labbra, che sia anche solo per un secondo ma devo riuscirci.” 

 

Emma è sempre stata una combattente e anche ora sta combattendo: sta lottando per mantenere fede alla parola data. Per un paio di giorni non ho avuto modo di parlare con lei, era sempre o al pc o al telefono a fare non so che cosa; poi un giorno passando per puro caso mentre lei era al pc capii, leggendo sul monitor, quello che stava facendo.

- davvero?? - dissi facendola sussultare 

- Non so cos’altro fare... la mia unica idea per renderla felice è  questa quindi mi informo per vedere se è fattibile come cosa. - annuii - tu che pensi: sto esagerando vero? Lo so lo so non c’è bisogno che tu me lo dica, una mamma non si comporterebbe così, metterebbe al primo posto altro ma io... io sto mettendo al primo posto la sua salute devi credermi, ma vorrei anche.... 

- shhhhh! Il solo informarti per questo - indicai lo schermo - ti rende una mamma eccezionale. Lo sei già non fraintendermi ma oggi mi stai dando prova di quanto tu sia forte amore mio. 

- Forte? Non credi che io sia debole invece? 

- Essere deboli è altro! Avanti, tu fai le chiamate che devi fare, io continuo qui. 

Lavorammo giorno e notte per rendere possibile quello che stavamo pensando di progettare e alla fine riuscimmo nel nostro intento. 

Era la mattina del compleanno di Chloe, mi svegliai intorno alle 7 del mattino come di consueto ma non trovai mia moglie accanto a me come invece pensavo di trovare. Vederla dormire accanto a me è  una delle cose per cui amo svegliarmi presto la mattina. Scendo al piano di sotto e come sospettavo la trovai lì al tavolo della cucina con un caffè fumante tra le mani. 

- vuoi far nevicare in piena estate amore? Cosa ci fai già sveglia? 

- Io... io ho ripensato a quello che abbiamo fatto in questi giorni e... e credo che abbiamo sbagliato. 

- Abbiamo letto ogni minima nota trascritta su tutti quei documenti, su tutte le mail ricevute e hai tartassato di domande tutti quelli con cui hai parlato. Hai ascoltato le loro risposte e sai tutto ciò che c’è da sapere quindi dimmi: cosa c’è che ti fa pensare che abbiamo sbagliato? 

- Ho paura. Non siamo mai state persone fortunate, chi ti dice che...

- Ascoltami bene, stiamo facendo la cosa giusta, avere un po’ di paura è normale ma andrà tutto bene.  Andiamo a preparare la colazione ok? 

Si mise a preparare i pancakes, la colazione preferita in assoluto da me e Chloe, insieme sistemammo la tavola  per le bambine e verso le otto e trenta andammo a svegliare prima Leila e poi Chloe. Leila sapeva che avevamo in mente una colazione speciale per Chloe  così corse immediatamente al piano di sotto mentre noi andammo dall’altra peste di casa:

- ma chi è la bella bimba che compie gli anni oggi? - esordi Emma sedendosi accanto al lettino della piccola e accarezzandole la testa cercando di svegliarla 

- Mmmh... - mugugnó qualcosa e si giró dall’altro lato in segno di protesta, non voleva svegliarsi. 

- Amore di papà - le dissi per poi posarle un bacio sui suoi capelli biondi - è ora di svegliarsi, c’è  una cosa che io e la mamma vogliamo mostrarti! - senza aspettare risposta la presi in braccio e lei si aggrappò saldamente al mio collo senza fare storie. 

- Ho tanta fame! - disse stropicciandosi con una mano gli occhietti.

- E andiamo a mangiare allora! - scendemmo giù e quando entrammo Chloe notó tutta la tavola apparecchiata di ogni ben di Dio, un’enorme pila di pancackes con una candelina con il numero 4 sopra e sua sorella seduta al suo posto che le gridó:

- Buon compleanno Chloe! - a quella vista si strinse ancora di più a me e nascose il suo visino per non farsi vedere. “Che timida pensai” ma poi mentre provai a farla sedere capii che non era la timidezza a farla reagire così. Non ne voleva proprio sapere di quello che le avevano preparato; infatti non appena riuscii a farla sedere cominció a scansare tutto quello che aveva davanti facendo cadere anche tutti i pancake. Con la magia Leila impedì che cadessero tutti ma poco importava: sia a Emma che a me bastó guardare lo sguardo di nostra figlia piccola per capire che quella non era di certo una sorpresa gradevole.  

- No più fame! Bado in camera mia. - svanì con la magia lasciandoci interdetti. 

- Mamma papà ci siete rimasti male? - chiese Leila vedendo le nostre espressioni - È stata proprio una cafona! 

- No amore, non dire così. Sapevamo che poteva reagire in questo modo. Mi dispiace solo che non riesca a capire tante cose. 

- e se le parlassi io??? 

- tranquilla tesoro, non pensarci ok? Almeno tu mangia.

Cosa dire... la colazione fu un disastro e la mattinata non fu da meno. Qualsiasi cosa le venisse proposta Chloe rifiutava categoricamente facendo rimanere Emma molto male per quell’atteggiamento . È vero che per il pomeriggio avevamo in mente una cosa carina ma se continuavamo di questo passo qualsiasi cosa sarebbe stata inutile. Approfittammo che Chloe fosse di sopra per sistemare le cose per quel pomeriggio dopodiché dopo un altro paio di chiamate, fatte da mia moglie per “essere più sicuri”, tornammo dalla nostra principessa per stare un po’ con lei e per convincerla a togliersi il pigiamino e mettere un vestitino carino.

- Ho detto che no boglio fetta tenza amici quindi io no metto bettitino. Limango in pizzamino.

- Non c’è nessuna festa amore, hai chiesto tu di non averla e di conseguenza ti abbiamo assecondata ma tenere il pigiamino per tutto il pomeriggio non trovi sia una cosa un po’ triste? Non hai la Bua che devi stare in pigiama.

- Si ho bua. Bua qui! - indicó il cuoricino. Emma per poco non scoppio in lacrime nel vederla così sofferente ma la vidi farsi forza. 

- Mi dispiace che ti senti così tesoro prometto che le cose cambieranno molto presto. - alzó le spalle.

Mentre cercavamo di convincere nostra figlia a vestirsi vidi Emma mandare un sms a qualcuno, non capii a chi inizialmente ma poi mi fu tutto più chiaro. Qualcuno suono al campanello, Emma andò ad aprire e quando tornó non era da sola, con lei c’era l’unica persona in grado di far smuovere quella peste: nonno David. 

- Dov’è la mia principessa? - disse facendola voltare immediatamente. Erano più di tre settimane che non si vedevano e a Chloe mancava moltissimo suo nonno.

- Nonninoooooooooooo! - in meno un secondo il suo sorriso tornó. David le corse in contro, la prese in braccio e si scambiarono un abbraccio degno di essere chiamato tale.

- Amore mio ma quanto sei cresciuta è? Non ti vedo fa una vita! Come stai??? 

- Cotì... - rispose tenendosi stretta a lui.

- Ma come... è il tuo compleanno stellina, dovresti essere felice! 

- No amizi per copleanno quindi io tliste.

- E se ti portassi qui fuori in giardino a fare una passeggiata solo tu e io? Saresti un po’ più felice? 

- Ti! 

- E allora fatti aiutare dalla mamma a vestirti , io ti aspetto al piano di sotto. - quella era solo una scusa per convincerla a vestirsi, i nostri piani erano altri. Grazie a nonno David riuscimmo a convincerla e nel giro di una mezz’oretta eccola qui in tutto il suo splendore, era più bella che mai. Indossava un vestitino meraviglioso dalla tonalità Blue elettrico con scarpine e cerchietto per i capelli abbinato. Era bellissima, lo era sempre è vero ma vederla vestita così da non so quanto tempo mi sembró ancora più bella del solito. 

- Vogliamo scendere dal nonno? - le dissi mentre Emma le sistemava meglio i capelli!

- Ti! Nonno nonno! 

- Andiamo allora! - prese entrambe le nostre mani e insieme l’aiutammo a scendere le scale. Una volta arrivati al piano di sotto vide palloncini a forma di fiocco di neve ovunque e tutte le decorazioni di forzen che aveva chiesto. La sua espressione cambió e non era nulla di buono. Sembrava  sull’orlo di arrabbiarsi ma prima che avesse la possibilità di farlo da dietro il divano spuntarono all’improvviso tanti bambini che in coro le dissero: “SORPRESAAAAAAAAA! AUGURI CHLOEEEEEE!”

Rimase interdetta per qualche secondo dopodiché iniziò a piangere. Io ed Emma ci guardammo preoccupati e fu lei a chiederle il perché di quel pianto. La risposta commosse anche me: si era emozionata.

Vi chiederete come mai i suoi amici fossero lì e la risposta è abbastanza semplice. Il giorno che vidi Emma indaffarata con il pc e mi avvicinai per vedere cosa stesse combinando, mi spiegó che stava facendo ricerche sul problema di Chloe e sulle possibili infezioni gravi o meno gravi che potesse prendere nel caso di contagio. Era dispiaciuta di come aveva preso male la notizia nostra figlia e voleva rimediare. Le ricerche internet come al solito davano sia risposte molto bande che risposte spaventose. A quelle prime ricerche la sua idee fu quella di abbandonate tutto ma poi capimmo che dovevamo provare altro così chiamammo il medico della bambina per un parere è lui molto gentilmente ci mise in contatto con un paio di specialisti. Tutti concordarono che per la piccola era ancora presto per avere contatti ma se i bambini fossero stati in salute allora avremmo potuto rischiare in quanto le conseguenze, se ci sarebbero state, potevano essere minime. Dopo di loro parlammo anche con il primario di una clinica privata specializzato in malattie infettive e anche per lui la diagnosi fu la stessa. Se i bambini erano vaccinati e non presentavano stati febbrili o altro da almeno due settimane allora i rischi sarebbero stati minimi e blandi. Ci consultammo tra di noi e alla fine arrivammo alla conclusione di regalarle la festa che tanto desiderava. Chiamammo le mamme dei suoi compagni di classe e di un paio di amici conosciuti al di fuori della scuola e spiegammo loro la situazione. Furono tutti felicissimi di quella notizia e si impegnarono subito a far controllare i loro bambini per darci adesione. Molte mandarono addirittura i risultati delle analisi dei propri figli via mail per farci stare tranquilli, altri purtroppo dovettero restare a casa perché influenzati. Fino a stamattina eravamo un po’ in allarme, Emma sopratutto, io cercavo di non darlo a vedere, ma ora vedendola felice raggiungere e abbracciare tutti i suoi amici,posso dire con certezza che abbiamo fatto la scelta giusta. 

 

POV EMMA

Non la vedevo così felice da mesi ormai. Era sempre sorridente in casa, tranne quando faceva i capricci, ma il sorriso che aveva in quel momento era qualcosa che avevo quasi dimenticato. Tutte le paure e le incertezze per quella decisione sparirono non appena incrociai il suo sguardo. Quello sguardo valeva più di qualsiasi altra cosa. Rimasi per tutta la durata della festa seduta sul divano di casa a seguirla con lo sguardo, un po’ per paura che cadesse visto le difficoltà nel camminare e un po’ perché non volevo perdermi nenache un minuto di quella felicità. Sapevo che quella sarebbe stata l’unica eccezione alla regola fino a gennaio e volevo gustarmela a pieno. I suoi amici erano dei bimbi fantastici, nessuno di loro le chiese perché camminava in quel modo anzi, non la fecero mai sentire diversa da loro, non correvano e non facevano giochi con cui avrebbe potuto farsi male. Chiesi alle mamme se avessero spiegato loro la situazione e mi risposero di no, avevano solamente detto che era stato poco bene; in altra parole quei bimbi erano dei veri e propri angioletti. Il più carino di tutti fu Erik, il quale si presentò, anche se con un po’ di ritardo rispetto agli altri bambini, con una bellissima rosa rossa confezionata con tutti nastrini colorati. Killian non vide la cosa di buon occhio, sopratutto quando lui le rubó un bacio sulla guancia ma si risollevó subito di morale quando lei si ripulì la guancia con la manina. Killian Killian Killian... non cambierai mai. Ah proposito di Erik, il suo ritardo alla festa era più che giustificato in quanto per la festa mi servivano due animatori e chi meglio di Anna e Elsa, visto che mia figlia aveva scelto quel tema, potevano aiutarmi? Quando entrarono in casa  a Chloe per poco non venne un colpo così come a tutte le sue amichette. I maschietti non badarono molto a loro ma rimasero impressionati quando con la magia fecero apparire un piccolo olaf animato che gironzolava per casa facendo il pagliaccio. Insomma una festa bellissima conclusa con numerosi regali e una torta a tre piani con in cima il castello di ghiaccio di Elsa e tutti i suoi personaggi. Non avevevamo badando a sapere devo ammetterlo e molto probabilmente ci avrebbero parlato dietro dicendo che avevamo speso soldi inutilmente ma  me non importava. Mia figlia anche se non l’ha mai dato a vedere era triste da molto tempo e avrei fatto qualsiasi cosa pur di vederla come la bimba che ho sempre conosciuto. Naturalmente anche i nonni, gli zii e il fratello non scherzarono e subito dopo la torta prolungarono l’invito a tutti i presenti perché sarebbe iniziato un secondo party o più precisamente un pizza party. La pizza oltre a Frozen era l’unico altro punto debole di Chloe. Lo erano anche le lasagne di Regina e come potete immaginare non mancarono di certo. La festa quindi continuò indisturbata fino alle dieci e mezza di sera quando i bambini sfiniti tornarono a casa. Anche Chloe era distrutta così le feci un bagnetto e la misi a letto. Voleva parlare della sua festa, era felice e io lo ero per lei ma era talmente stanca che non riuscì a far alto che dormire. Non c’era fretta, avremmo parlato il giorno seguente. Tornai al piano di sotto e aiutai la mia famiglia a sistemare tutto il caos che c’era in casa. Anche il piccolo Liam contribuì a modo suo:  mise  le mani sulla torta rimasta e la spiaccicó sulla faccia e su quella di nonna Alice che lo teneva in braccio. 

- Allora amore, cosa ne pensi? Soddisfatta? - mi chiese Killian abbracciandomi da dietro.

- Più che soddisfatta! Ma l’hai vista? Era felicissima. Vorrei vederla sempre come oggi.

- Tra pochi mesi questa battaglia sarà sconfitta e questo clima di tensione e paura sarà solamente un bruttissimo ricordo.  

Finimmo di sistemare il tutto, misi Liam a letto dopodiché tornai dalla mia famiglia, non ci riunivamo tutti insieme da troppo tempo ormai e per quella sera decidemmo di fare un’eccezione. Leila rimase con noi un pochino dopodiché, anche lei sfinita, andò a dormire lasciando noi adulti alle nostre chiacchiere. Ero nel relax più totale, felice per la festa e felice per la compagnia dei miei familiari, quando ricevetti una doccia gelata. Parlando parlando non ci accorgemmo che si era fatta l’una. Mi accorsi dell’orario solo quando vidi Leila mezza addormentata scendere. 

- Leila tesoro... è tardi che ci fai in piedi a quest’ora? - le disse mia suocera. La bambina rispose guardando me. 

- Mi sono svegliata perché sentivo dei rumori... 

- Scusa tesoro ti abbiamo svegliata vero? Torna a dormire, non preoccuparti non ti disturberemo più. 

- Non siete stati voi... è Chloe che mi ha svegliato. Non fa altro che tossire. L’ho chiamata ma non vuole svegliarsi. 

Scattai in piedi come una molla e corsi su per le scale seguita da Killian mentre il restante della famiglia rimanse con Leila che si spaventò della mia reazione. Non appena entrai in camera accesi la luce e mi precipitai da lei: come diceva Leila era un continuo tossire e come se non bastasse era sudata ma allo stesso tempo scottava. 

- Ha la febbre! - dissi preoccupata a  Killian.

-  Non andare nel panico, misurargliela e nel mentre io chiamo il medico ok? Tranquilla Emma è tutto sotto controllo. 

Nella mia testa in quel momento stava nascendo una vera e propria guerra, mi sentivo in colpa perché sapevo che era colpa nostra e della nostra malsana idea ma non avevo tempo di pensarci,  dovevamo far star bene Chloe.  le misurai la febbre appurando che aveva 39 e sette. Ecco perché non riusciva ad essere propriamente cosciente. Killian riferì la notizia al suo medico il quale come prima cosa cercó di tranquillizzarci dopodiché ci disse di raggiungerlo solo per precauzione. Nenache il tempo di riagganciare il telefono che ero già in macchina con Chloe sistemata nel suo seggiolino auto. Aspettai che Killian avvisasse i presenti e chiedesse loro di aiutarci con Liam e Leila dopodiché partimmo. Infransi non sonquanti limiti di velocità ma alla fine riuscimmo ad arrivare in ospedale sani e salvi. Chloe venne portata in pronto soccorso per una visita che a me sembro durare in eterno dopodiché il medico uscì venendoci a parlare.

- Come sta? - io e killian parlammo all’unisono. 

- Ve l’ho già detto per telefono, dovete stare sereni, non sta succedendo nulla di allarmante. 

- Nulla di allarmante dici? Mia figlia, la quale le ricordo non ha difese immunitarie sufficienti a combattere infezioni, ha un febbrone da cavallo e lei mi dice non preoccuparmi???

- Emma, hai fatto quello che ti ho detto per quanto riguarda la festa? Hai chiesto alle mamme di controllare i bambini?

- Certamente! Non crederà davvero che io sia così stupida!

- E allora non devi temere nulla. 

- E se mi avessero mentito? Le mamme dico. Come facciamo ad escludere che sia a causa del contatto con loro se adesso sta così? 

- Innanzitutto non sarebbero state corrette nei vostri confronti e in quelli della piccola  e in secondo luogo tramite le analisi che le ho fatto fare scopriremo la vera causa. Le ho fatte mandare già in laboratorio, dovrebbero essere pronte tra poco. Nel mentre perché non fate un salto su in pediatria? Stanza 148.

- l’avete  ricoverata? 

- Solo per una notte e per precauzione. Le facciamo scendere la febbre e ve la faremo tornare a casa in men che non si dica. Andate da lei ora. Vi raggiungerò tra poco con le risposte delle analisi. 

Raggiungemmo Chloe in stanza, dormiva piccolo amore mio. Le presi la manina e avvicinandomi al suo letto io e il suo papà iniziammo a raccontarle una favola, una favola speciale, quella che che ha portato alla nascita di una piccola stella che porta esattamente il suo nome... la nostra storia. Al solo sentire le nostre voci la vidi rilassarsi e di conseguenza continuammo a parlarle anche dopo la favola aspettando così  il medico che non tardò ad arrivarare.

- ottime notizie - esclamó entrando - Non ha nulla di virale quindi non dovete temere qualche infezione. 

- E allora come si spiega la febbre? E perché ce l’ha? 

- Suppongo che abbia giocato tanto oggi.

- Direi di sì!

- E immagino che abbia sudato. - annuii - Ecco spiegato il motivo: non era più abituata e di conseguenza ha preso la febbre. Febbre come questa non deve spaventarvi in quando non vi è infezione...  è solo un piccolo colpo d’aria che è sfociato così, è normale visto la vita che sta conducendo. State tranquilli dopo un paio di flebo starà benone e potrete portarla a casa. 

- E per le sue difese immunitarie che mi dice? La cura che stiamo facendo sta funzionando?

- Sono aumentate un altro po rispetto all’ultima volta ma non abbiamo ancora raggiunto i numeri che escludono i pericoli. Siamo sulla buona strada però, le medicine fanno effetto. Vi lascio riposare adesso, ci vediamo domani per le dimissioni.

Tirai un sospiro di sollievo. Avevo paura di essere stata io la causa del suo stato attuale: stavo cominciando a maledirmi per aver assecondato il suo desiderio della festa, per essere stata superficiale e non aver messo lei al primo posto ma ripensandoci credo proprio di aver fatto la scelta giusta:  ad onor del vero l’ho messa al primo posto nonostante le mie paure e perplessità nel farlo. Anche se adesso sono un po’ scombussolata e non sono ancora del tutto lucida, visto la paura che mi ha fatto prendere, so che era la scelta giusta fare quella che abbiamo fatto. In cuor mio sapevo che non le avrei mai permesso di ammalarsi seriamente e in caso contrario avrei trovato un modo per curarla anche a costo di trasformarmi nella peggior creatura esistente sulla faccia della terra. In quel momento mi premeva una cosa sola: la sua felicità. Volevo vedere i suoi occhioni illuminarsi di pura gioia e sono felice di esserci riuscita. Fin quanto la vedrò felice, io sarò felice e tutto andrà bene. 

 

Note dell’autore: avevo assolutamente voglia di pubblicare qualcosa visto il brutto tempo che c’è fuori, ma pur di aggiornare non ho controllato fino in fondo i vari errori. Spero non ce ne siano molti. Appena posso ripasserò ad eliminarli. Alla prossima ragazzuoli che vi anticipo subito sarà nel futuro. Ciao ciaooooo

  
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