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Autore: Euphemia    31/10/2018    2 recensioni
Halloween, la notte degli spiriti. Qual è il modo migliore per festeggiarlo, oltre al classico porta a porta “Dolcetto e Scherzetto”? Un rituale per bambini che, di certo, ai nostri ormai “grandi” Ash, Paul, Drew, Gary e Barry non si adatterebbe per nulla. Dunque cosa c’è di meglio che una prova di coraggio al cimitero di Lavandonia, per festeggiare la notte dedicata alla paura? Tra spaventi, terrori, lapidi, ombre notturne e un pizzico di comicità riusciranno i nostri protagonisti a superare indenni la notte di Halloween più spaventosa che mai?
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[Dal 6° Capitolo]
"I ragazzi si voltarono verso colui che aveva parlato: un uomo sulla sessantina con un bastone e un paio di occhiali era dietro di loro, e li osservava con sguardo severo.
“Oddio, ci hanno beccati!” esclamò Barry, facendosi prendere dal panico. “Presto, correte! Fingetevi morti!”"
[...]
"“D’accordo. Ma solo perché sei il nipote di Samuel Oak.”
“Che raccomandato…” commentò Ash con un sorrisetto meschino.
“Zitto, cretino!” esclamò Gary con le guance arrossate."
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[Pokéshipping; Ikarishipping; Contestshipping; Royalshipping; accenni Egoshipping.]
{Avvertenze: per "un pizzico di comicità" non intendevo davvero "un pizzico". Sarà una cosa molto... altamente demenziale.}
Genere: Comico, Demenziale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Barry, Drew, Gary, Paul | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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A trip to the cemetery 

in a Halloween night

 


#Parte sesta.
 
Durante i suoi numerosi viaggi, Ash ne aveva viste di cose strane – fantasmi di bambine inquietanti che apparivano a caso, fanciulle morte che dall’aldilà attiravano con la loro bellezza ragazzi ingenui come Brock, mostri creati da strani scienziati pazzi con manie di onnipotenza pronti a scatenare la loro ira sul genere umano – e perciò, in un certo senso, si aspettava di vedersi sbucare dal terreno uno zombie mezzo marcito affamato di cervelli o un ennesimo spettro in cerca di vendetta. 
Fu principalmente grazie alle sue tante esperienze e pazze avventure che, alla vista di ciò che gli si parava davanti, Ash si sentì quasi, stranamente, sollevato. Si aspettava decisamente di peggio. 
Per qualche attimo, una quiete carica di sorpresa regnò sul cimitero – com’era giusto che fosse, in un luogo di culto. Nessuno aveva osato proferir parola, dopo la suspence che li aveva portati a scoprire la verità sulla misteriosa leggenda del Mangia-Anime; come chiunque si sarebbe aspettato, fu poi Barry a rompere il silenzio con la sua voce stridula. 
“Scusate, ma che diavolo significa?!” esclamò con una punta di nervosismo nel tono, indicando rapidamente il Pokémon viola.
Il Gengar si stagliava davanti alla pietra tombale del defunto Mangia-Anime con un sorriso maligno rivolto ai giovani che aveva di fronte. Il suo sguardo inquietante faceva venire i brividi a chiunque lo guardasse troppo a lungo negli occhi scarlatti. 
Gary ne aveva incontrati, di Gengar, durante le sue numerose ricerche sui Pokémon, ma quello che ora minacciava i presenti con la sua perfida presenza incuteva particolarmente terrore – più di qualsiasi altro Pokémon Spettro che aveva studiato. 
“G-Gary?” sussurrò Lucinda, mentre vide il castano avanzare di qualche passo verso la creatura. 
“E tu chi saresti?”
Gary porse la domanda al Pokémon con una naturalezza quasi inquietante. Nonostante l’assurdità della situazione, il giovane Ricercatore di Biancavilla era riuscito a mantenere la calma: si era avvicinato al Gengar così tanto che, con cautela, decise di inginocchiarsi davanti a lui, in modo tale da guardarlo dritto negli occhi. 
Fu allora che una voce improvvisa fece sobbalzare i presenti – e fece anche scappare un gridolino a qualcuno, probabilmente Barry. 
“Quello, giovanotti, è il Pokémon dell’uomo che voi chiamate Mangia-Anime.”
I ragazzi si voltarono verso colui che aveva parlato: un uomo sulla sessantina con un bastone e un paio di occhiali era dietro di loro, e li osservava con sguardo severo. 
“Oddio, ci hanno beccati!” esclamò Barry, facendosi prendere dal panico. “Presto, correte! Fingetevi morti!” 
“Barry, o corriamo o ci fingiamo morti, no?” fece Lucinda grattandosi il capo imbarazzata. 
“Idiota, quello è Mister Fuji, il sindaco della città!” disse infine Misty, rivolgendosi al biondino. Dopodiché, spostò lo sguardo sull’uomo anziano, abbozzando un leggero sorriso imbarazzato; i ragazzi erano stati sorpresi sul più bello per la loro bravata, e intanto le ragazze erano state immischiate in quel casino – anche se l’idea di fare uno scherzo a quei deficienti era stata sua.
“Ci perdoni per esserci introdotti nel cimitero della città, Mister Fuji” disse la rossa con voce gentile. “Avremo tempo di spiegarle meglio cosa è successo più tardi – o meglio, sarà Gary Oak a doverle raccontare tutto, dato che è stata una sua idea” continuò, rivolgendo uno sguardo pungente al castano. “Però, adesso…”
“Mi spiace doverla interrompere, signorina, ma credo di sapere cosa sta succedendo” intervenne Mister Fuji, avvicinandosi al gruppetto. Lanciando piccoli e veloci sguardi sui lividi e le ferite sulle braccia dei giovani, sui vestiti lacerati e sui capelli scompigliati e sporchi di terra delle ragazze, l’uomo avanzò fino ad arrivare a un metro di distanza da Gary, e lì si fermò. 
“Mister Fuji…” disse il castano, senza alzarsi in piedi per timore che il Gengar scappasse via. “Mi dispiace per i problemi che tutti noi abbiamo provocato…” 
Che tutti noi abbiamo provocato?!” esclamò Vera indispettita. “Ma che faccia tosta!” 
“…Tuttavia, lei sembra sapere qualcosa sulla storia dell’uomo sepolto qui.” Gary ignorò il commento della Coordinatrice di Hoenn. Senza alcuna vergogna, il castano giunse le mani in segno di preghiera, come un bambino che stesse per chiedere qualcosa a un genitore. “La prego, Mister Fuji, ci racconti quello che sa!” 
Mister Fuji lo guardò: quel ragazzo sembrava determinato a sapere la verità su quella storia, a qualsiasi costo – ed era anche per questo motivo che, probabilmente, aveva deciso di introdursi nel cimitero nonostante le regole lo vietassero. Da un certo punto di vista, Gary era fatto così: aveva scelto di abbandonare la carriera di Allenatore perché si era accorto di volerli studiare, i Pokémon, e non di volerli far combattere l’uno contro l’altro. Ogni Pokémon era diverso, le loro caratteristiche variavano non solo da specie a specie, ma anche da individuo a individuo, e scoprire i minimi dettagli di ogni comportamento era il suo principale obiettivo. Le leggende riguardanti i Pokémon lo affascinavano particolarmente, ma anche quelle che interessavano personaggi del passato – tant’è che, a casa sua, aveva riempito scaffali interi con libri su vecchi miti e racconti. La passione per i misteri e per le scoperte gli ardeva visibilmente negli occhi, cosa che Mister Fuji aveva notato.  
L’uomo sospirò, scambiando uno sguardo veloce con il Gengar di fronte alla lapide. 
“D’accordo. Ma solo perché sei il nipote di Samuel Oak.” 
“Che raccomandato…” commentò Ash con un sorrisetto meschino. 
“Zitto, cretino!” esclamò Gary con le guance arrossate. 
Mister Fuji si schiarì la gola, per essere sicuro di venir ascoltato senza che nessun altro si mettesse a parlare. Dopodiché, una volta ottenuta l’attenzione di tutti, cominciò a raccontare quello che sapeva. 
“Tanto tempo fa, all’epoca durante la quale quest’uomo ha vissuto, i Pokémon Spettro venivano visti malignamente.” La voce dell’uomo era roca, ma ipnotica: i presenti non osavano fiatare – nemmeno Barry, che si era seduto per terra con le gambe incrociate, come un bambino che ascolta una fiaba. “Erano in tanti ad averne timore, perché si pensava fossero figli del Diavolo, e che perciò portassero solo sventure e malvagità. In ogni città c’erano addirittura ordini di sacerdoti incaricati di difendere il popolo dalle minacce dei Pokémon Spettro. I metodi in cui essi venivano scacciati erano parecchio ortodossi: i sacerdoti usufruivano addirittura di Pokémon di tipo Buio, trattandoli come meri schiavi, dato che anche i Pokémon Buio erano considerati pericolosi. Certe volte la morte dei Pokémon era inevitabile, e non era nemmeno rilevante, perché avere rapporti di amicizia con i Pokémon Buio che i sacerdoti sfruttavano era loro severamente vietato.” 
“Cosa?!” esclamò con rabbia il corvino, stringendo i pugni.
“Eccolo…” sussurrò Misty alzando gli occhi al cielo, anche se credeva che la reazione di Ash fosse giustificata: sentire racconti del genere le faceva sempre accapponare la pelle. 
“Ma che razza di Allenatori erano questi sacerdoti?!” continuò Ash, visibilmente irritato. “Oserei dire che al confronto con quei tipi persino Paul ha un rapporto affettivo con i suoi Pokémon!” 
“Attento a quello che dici…” 
L’Allenatore di Sinnoh lo guardò in cagnesco, senza aggiungere altro. Sapeva che tipo di persona fosse Ash, e sapeva di essere stato disprezzato da quest’ultimo per l’apparente indifferenza che mostrava nei confronti dei suoi Pokémon. La verità, che Paul non avrebbe mai ammesso, era che, anche se non lo dava a vedere, era molto affezionato ai suoi Pokémon, e non se lo sarebbe mai perdonato, se a qualcuno di loro fosse mai accaduto qualcosa. 
Lucinda guardò Paul, con un sorriso accennato sulle labbra: dopotutto, lei conosceva la verità che c’era dietro al rapporto tra lui e i suoi Pokémon, e sapeva bene che Ash si sbagliava di grosso, nel considerare Paul un Allenatore di Pokémon senza cuore. Un giorno, forse, se ne sarebbe accorto persino lui – come si era accorto, dopo tanti anni, che in realtà Misty era la ragazza che voleva al suo fianco e che era con lei che avrebbe voluto continuare a vivere le sue avventure. 
Nel frattempo, Ash ignorò completamente il monito del suo Rivale di Sinnoh, continuando a inveire, come di suo solito, contro quelle che credeva essere ingiustizie nei confronti dei Pokémon. 
“Se a quei tempi fossi esistito io, avrei cercato di fermare le violenze contro quei poveri--”
“Sì, okay, ora stai zitto Ash, fai continuare la storia al Signor Fiji”
Barry sembrò essere stato irritato dall’interruzione improvvisa della storia, e cercò di zittire il corvino – che, preso alla sprovvista, smise di ciarlare. 
“Sarebbe Mister Fuji...” 
“Sì, vabbè, che lei si chiami come l’acqua che costa un sacco di soldi o come il monte non è importante ai fini del racconto, continui con la storia!”
Per favore, Barry, si dice per favore...” 
“Hai ragione Elena, scusa. Per favore, Mister Fuji?” 
L’uomo sospirò, accennando un mezzo sorriso di convenienza, dato che trovava i discorsi di quello strano biondino alquanto futili e imbarazzanti. Vide di sfuggita il ragazzo dai capelli verdi scuotere la testa guardando Barry – probabilmente un segno di disapprovazione nei confronti del suo bizzarro comportamento – e poi cambiò la direzione dello sguardo verso il ragazzo dai capelli neri. Pensò che, anche se non lo sembravano, quel ragazzo e il nipote di Sameul Oak erano molto simili. 
“C’era un ragazzo, un uomo, di qualche anno più grande di voi, che sin da piccolo aveva una certa affinità con i Pokémon di Tipo Spettro. Era un bambino molto timido, un orfano, che aveva trovato prima dei compagni di gioco e poi degli amici negli Spettri che ogni tanto si nascondevano nella soffitta dell’orfanotrofio che lo ospitava.”
“E poi venne adottato?” chiese Vera ingenuamente. 
“No… No, perché era solitario, fin troppo silenzioso. Non giocava mai con gli altri bambini. Teneva nascosto il fatto che giocasse soltanto con i Pokémon Spettro, perché altrimenti avrebbe passato i guai, ma l’aura attorno a lui spaventava le persone che cercavano un bambino da adottare.”
“Però, quando fu abbastanza cresciuto, andò via dall’orfanotrofio. Per tutta la sua infanzia e adolescenza aveva ascoltato tante dicerie riguardo ai Pokémon Spettro, racconti che dicevano di quanto misteriosi e malvagi essi fossero, insistendo sul fatto che fossero mandanti del demonio, venuti sulla terra a prendere le anime delle persone e portarle all’inferno con loro. Ma lui era cresciuto con Gastlie, Haunter, Banette, Misdreavus e altri Spettri, conosceva i loro comportamenti quasi alla perfezione e sapeva che non erano cattivi, e sapeva anche che ciò che proclamavano i sacerdoti erano solo idiozie.”
“Quando vide per la prima volta l’esecuzione di uno Spettro da parte dei sacerdoti, era uscito da poco dall’orfanotrofio. Nessuno di noi potrebbe nemmeno lontanamente immaginare quanto fossero agghiaccianti, questi stermini, e che dolore immenso provò il ragazzo, quando vide uno dei Pokémon Spettro con cui giocava da piccolo essere ucciso senza alcuna pietàda un sacerdote della città.”
“Io so solo che ho sempre dato del filo da torcere al Team Rocket ogni volta che hanno provato anche solo a sfiorare il mio Pikachu” disse Ash, abbassando lo sguardo. 
“Non vorrai mica dimenticare il giorno in cui ti sei trasformato in pietra quando hai provato a fermare Mew e Mewtwo durante il loro scontro per salvare i tuoi Pokémon! Cavolo, che infarto mi hai fatto prendere. Sei sempre stato uno sciocco sconsiderato!” intervenne Misty, incrociando le braccia. 
“Se Pikachu venisse… se accadesse una cosa del genere davanti ai miei occhi, cercherei di distruggere un’organizzazione così e cercherei di salvare i Pokémon.”
“È esattamente quello che provò a fare quel ragazzo, Ash.” Mister Fuji chiuse gli occhi per un breve momento, poi li riaprì e continuò il suo racconto. “Il suo migliore amico era un Gastlie, e insieme passarono anni a nascondersi, a combattere contro gli ordini dei sacerdoti per salvare i Pokémon Spettro, per distruggere quelle sciocche credenze fondate sulla paura verso lo sconosciuto e per fermare quei terribili massacri non solo di Spettri, ma anche di Murkrow, di Sneasel, di Sableye, di Houndoom, di Poochyena e di tanti, tanti altri Pokémon di Tipo Buio. E per salvare la vita di tante persone.” 
“A cosa si riferisce?” chiese Lucinda, portandosi una mano alla bocca. 
“Si riferisce alla caccia alle streghe.”
Gli occhi color ghiaccio di Gary erano fissi in quelli scuri di Mister Fuji. Aveva studiato quel periodo e sapeva ciò che tante organizzazioni religiose, come la Santa Inquisizione in Europa, avevano fatto – di quante persone avessero ucciso. 
“Chiunque diffondesse idee troppo all’avanguardia e chiunque andasse contro i pensieri delle organizzazioni e degli ordini dei sacerdoti era definito un eretico. Chiunque fosse a contatto con Pokémon Spettro e Pokémon Buio senza autorizzazione veniva considerato uno stregone. In particolare, erano più le donne ad essere accusate di stregoneria. Vi siete mai chiesti perché non esistono più i Meowth dal manto nero?” 
“Esistevano Meowth dal manto nero?!” esclamò Elena, con le mani giunte. “Chissà che meraviglia! Ne avrei tanto voluto uno!” 
“Beh, a quei tempi saresti stata considerata una strega e bruciata viva su un rogo.” disse Gary con schiettezza, rivolgendosi alla ragazza. 
“Che vorresti insinuare?!” intervenne Barry, tirando immediatamente fuori un block notes per le sue multe. “Sarebbe una sottospecie di insulto?” 
“No, io, al contrario di te, sono un gentiluomo, Barry, e non insulto le ragazze. Era una semplice affermazione – vera, perché i Meowth dal manto nero furono bruciati insieme alle streghe, furono cacciati, e furono sterminati del tutto, perché si pensava che fossero un’incarnazione del Diavolo.” 
“Famigli di qua, diavoli sotto forma di Meowth neri di là… Ma c’avevano un po’ di complessi questi tizi, eh?” Barry si grattò il capo, sospirando. “Se proprio volevano bastava multarli, non ucciderli.” 
Gary si ritrovò stranamente colpito da quel commento: era una frase tipica alla Barry, ma allo stesso tempo metteva a nudo la sua ingenuità, il suo particolare senso di giustizia, che si manifestava di continuo sotto forma di quelle stupide multe. Poteva essere un testardo, un deficiente, uno schizzato con manie di protagonismo e scatti isterici improvvisi, ma per la prima volta Gary si accorse che c’era qualcosa di più profondo in lui, qualcosa che non aveva mai voluto vedere, perché aveva sempre pensato a lui in maniera superficiale. Non era un idiota qualsiasi; e Gary, che aveva l’abitudine, l’ossessionedi analizzare a fondo qualsiasi cosa o essere che gli capitasse sotto tiro, lo intuì solo in quel momento. 
Si accorse che Elena lo stava osservando, e quando i loro sguardi si incrociarono, lei gli sorrise. Aveva finalmente capito. 
Gary le ricambiò il sorriso, ma solo per un secondo, perché poi, scrollatosi di dosso la serietà di quel momento, fece un ghigno incrociando le braccia. 
“Sai, un isterico come te avrebbe passato un sacco di guai. Sicuramente ti avrebbero preso per un tizio posseduto dal demonio e avrebbero cercato di esorcizzarti, invece sei solo uno scemo.” 
“Te la cercavi proprio la multa, eh?!” esclamò Barry irritato, cominciando a scrivere sul block notes. 
“Hey, Barry, non perdiamo altro tempo con le multe, okay? Non sei curioso di sentire il resto della storia?” Drew cercò di richiamare l’attenzione del biondino, ottenendo un effetto immediato, in quanto egli, dopo aver alzato di scatto la testa verso Mister Fuji, esclamò un “Sì” particolarmente euforico e lanciò via il block notes e la penna con cui scriveva – oggetti che, involontariamente, finirono direttamente in faccia a Paul. Lucinda trattenne quasi una risata, ma Paul preferì rimanere in silenzio – perché sicuramente l’eventuale assassinio del figlio del Boss del Parco Lotta di Sinnoh a quella giovane età gli avrebbe portato parecchie rogne e non ne valeva assolutamente la pena. 
“Gary sembra essere molto informato sull’argomento. Il ragazzo non solo era un eretico perché aveva idee completamente opposte rispetto a quelle dell’ordine dei sacerdoti, ma anche uno stregone, perché aveva una sorprendente affinità con i Pokémon di Tipo Spettro. Furono molti i Pokémon che salvò insieme ai suoi compagni, ma anche le persone che erano destinate a bruciare vive su un rogo. Tra queste, conobbe anche una ragazza che era stata additata come strega, e se ne innamorò.”
“Ci voleva proprio una storia d’amore in questo racconto!” disse Misty sorridendo. “Almeno questo tizio ha avuto una gioia, nella sua vita.” 
“Sei la solita sdolcinata…” le fece Ash, incrociando le braccia. 
“Sta’ zitto!” 
“Sì infatti, Ash, interrompi sempre Mister Fuji! Tieniti i commenti e le domande per dopo!”
“Ma-”
“Shhh!” 
Dicevo…” Mister Fuji era una persona paziente, ma non ne poteva più di essere interrotto dai commenti di quegli insoliti ragazzi, e pensò quindi di arrivare al punto cruciale della storia. “Passarono degli anni, il ragazzo, ormai diventato uomo, divenne un fuorilegge, un “pazzo pericoloso che diffondeva e proclamava come verità assolute le parole dei demoni”. Iniziò a girare una storia, la storia di un uomo tentato dal Diavolo che veniva accompagnato dagli Spettri e che di notte corrompeva le anime di chiunque lui incontrasse, e poi se le mangiava. Per questo fu soprannominato il “Mangia-Anime”. Molti ne avevano timore, erano in pochissimi coloro che riuscivano a vedere la verità che si celava dietro quella figura, rimanendo affascinati da quell’uomo coraggioso che si opponeva a un ordine di tiranni che controllavano il popolo attraverso le loro paure.”
“Lui e il suo Gastlie, che ormai era diventato un Haunter, ne passarono tante. Vivevano avventure, salvavano persone e Pokémon, scappavano e si nascondevano da coloro che li volevano morti. Riuscirono a farla franca per tanto tempo, fino a quando, alla fine, non finirono in una trappola ben architettata. Quando misero il “Mangia-Anime” e il suo Haunter sul rogo, quest’ultimo, vedendo le fiamme che si stavano inghiottendo il suo migliore amico, riuscì a liberarsi e, in un ultimo tentativo di proteggerlo, si evolse in un Gengar, spaventando coloro che si erano radunati attorno al rogo per assistere all’esecuzione di quell’uomo pericoloso e riuscendo a spegnere il fuoco. Ma fu troppo tardi.” 
Quasi istintivamente, tutti si voltarono verso il Gengar che, adesso, era seduto lì, sulla tomba, con uno sguardo affranto – uno sguardo che nessuno aveva mai visto sul volto di un Pokémon di Tipo Spettro. Il suo ghigno malvagio era scomparso, sostituito da una smorfia di sincero e profondo dolore. 
Gary lo guardò intensamente, prima di proferire parola. 
“Mi dispiace tanto per il tuo amico.” sussurrò, e poi soffermò il suo sguardo sulla tomba di un uomo la cui immagine era stata tramandata per secoli in maniera del tutto sbagliata. “È per questo che vegli su di lui e spaventi chiunque si avvicini troppo alla sua tomba. Vuoi proteggerlo ancora. Lo capisco perfettamente.” 
“Ehi, ma di solito non è Ash quello che fa questo tipo di discorsi?” si chiese Barry ad alta voce, confuso dall’insolito atteggiamento comprensivo di Gary nei confronti di un Pokémon che aveva fatto loro passare le pene dell’Inferno.
“Diavolo, Barry, riesci sempre a rovinare i momenti toccanti” disse Drew, scostandosi un ciuffo di capelli dagli occhi smeraldini. 
Nonostante il vociare dietro di lui, Gary non si smosse di un millimetro. Era vero: di solito, non si sarebbe comportato in quel modo, ma questa volta era diverso. Riconosceva di aver fatto qualcosa di irrispettoso nei confronti di quel Pokémon – anche se per amor di conoscenza, perché in fondo l’obiettivo di Gary era scoprire la verità su quella leggenda del Mangia-Anime, una storia che persino suo nonno aveva sbagliato a raccontare. Fu così che, per la prima volta in vita sua, abbassò prima lo sguardo e poi il capo. 
“Gengar, ti porgo le mie scuse. Sono stato io a organizzare questa gita al cimitero. Mi dispiace.” 
Mentre Mister Fuji accennava un piccolo sorriso, il resto dei presenti, lì, rimase a bocca aperta per quello che era appena successo. 
“Cosa?” disse Misty, incredula. 
“Gary ha appena chiesto scusa a qualcuno!” fece Ash con occhi luccicanti, giungendo le mani. “Non posso crederci! Aspettavo questo momento da sempre!” 
“Wow, Gary, ti sei appena preso la responsabilità delle tue azioni. Sono molto sorpreso, stai maturando!” commentò Barry, portando le mani ai fianchi. “Ti ci vuole ancora molta strada, ma prima o poi diventerai un bravo ragazzo proprio come me!” 
“Okay, credo che possa bastare…” sussurrò il Ricercatore di Kanto digrignando i denti, per poi rialzare la testa e voltarsi con le braccia incrociate e un sorriso superbo verso il resto del gruppo. “Io, a differenza di un certo ingordo e di un certo schizzato, sono una persona con una distinta dignità e so come comportarmi da persona beneducata!”
Come se tutti quei commenti non fossero bastati a mettere in imbarazzo il lato eccessivamente orgoglioso di sé, anche Misty decise che era arrivata l’ora di prendersi la rivincita su di lui. La rossa fece qualche passo in avanti verso Gary con le mani sui fianchi, fermandosi solo a poca distanza da lui, per poterlo osservare meglio. 
“…Oppure” cominciò, con un ghigno malizioso accennato sulle labbra “anche tu hai un cuore” 
“Vorresti scoprirlo?” chiese Gary, ricambiando la malizia del sorriso di Misty. 
“No, è solo che da quando hai ascoltato i commenti di Ash e Barry e ti sei voltato verso di noi sei diventato rosso come un peperone.” Detto questo, la Capopalestra d’Acqua si allontanò di nuovo con un’espressione soddisfatta, prima di dare a Gary il colpo di grazia. “E, sai, a me i peperoni non piacciono per niente.” 
Le risate delle altre ragazze – e di Ash – furono quasi coperte da quella di Gengar, che aveva ripreso il sorriso dopo quello splendido nonché tagliente scambio di dialoghi. Gary incrociò nuovamente le braccia indispettito quando si voltò verso il Pokémon, ma fu troppo tardi per evitare un attacco Leccata da parte sua, che lo fece rabbrividire e indietreggiare di qualche passo. 
“Beh, almeno piaci a Gengar!” disse Ash tenendosi la pancia dalle risate. “Questa è la notte di Halloween più bella di sempre, davvero!” 
“Stai zitto, idiota!” 
“Oddio, ma Paul sta sorridendo! Raga, oddio raga!”
L’urlo di Barry fece voltare tutti verso il più cupo del gruppo, il quale guardò con sguardo truce il biondino. 
Stai calmo, Paul. Non puoi ucciderlo davanti a così tanti testimoni. 
“Ma che dici? Ti sta guardando male come fa sempre” disse Drew “e fa pure bene” 
No, dovete credermi, l’ho visto!” 
“Beh, se Barry dice la verità, questa non solo è la notte più bella di sempre, ma anche la notte dei miracoli.” 
“Onestamente, per me è stata la notte in cui ho convinto le mie amiche a fare una cavolata assurda per seguire voi cretini” fece Misty. 
“Lo volevamo tutte, non è solo tua responsabilità!” 
Vera, con un sorriso, si avvicinò alla ragazza dai capelli rossi, seguita da Lucinda ed Elena.
“Vero, ma la prossima volta ci limitiamo a una festicciola tra ragazze, d’accordo?” asserì quest’ultima, prima di essere trascinata dalla Coordinatrice di Sinnoh in un abbraccio insieme alle altre due. 
“L’importante è rimanere sempre unite!” 
“Sempre!” 
Misty ricambiò l’abbraccio delle sue amiche, sorridente: era contenta di averle al suo fianco, e anche lei sarebbe rimasta accanto a loro, in qualsiasi momento. 
“Santo Arceus, sembrate le Winx…” 
“Chiudi il becco, Drew!” 
“Perdonatemi l’interruzione, ma…” 
Mister Fuji si schiarì la voce, per richiamare l’attenzione su di sé. Era abbastanza chiaro che, pur non avendo detto nulla, stava gentilmente pregando i ragazzi di tornarsene a casa, ora che avevano ottenuto la verità sul misterioso uomo sepolto lì. Ash stava già per aprire bocca per dirgli che sarebbero andati, ma fu Gary a precederlo, non ancora del tutto convinto di volersene andare: c’era un’ultima domanda che voleva porre a Mister Fuji. Dopo essersi ripreso dal brutto colpo infieritogli da Misty e dall’attacco Leccata di Gengar – che, nel frattempo, non aveva fatto altro che girargli attorno –, Gary era rimasto in disparte fino a quel momento, in cui si era ricordato di una cosa importante che avrebbe voluto sapere. 
“Mister Fuji, mi scusi, ma volevo chiedere un’ultima cosa.”
“Dimmi pure, ragazzo” 
“Lei conosce la storia di quest’uomo quasi fin nei dettagli. Potrebbe dunque rivelarci il suo vero nome?” 
L’anziano abbassò lo sguardo e si accarezzò i baffi, prima di dare al nipote del Professor Oak una risposta. 
“Mi dispiace deluderti, ragazzo, ma purtroppo non lo conosco nemmeno io. Il suo vero nome è stato cancellato da ogni registro, durante l’epoca in cui fu ucciso sul rogo. La storia che vi ho raccontato l’ho letta su un antico libro, un diario. Si trattava del diario della donna che era stata salvata da lui, la donna di cui si era innamorato. Lei riuscì a sopravvivere alla caccia alle presunte streghe e tramandò il suo diario ai suoi discendenti, ma non scrisse mai, nemmeno una volta, il nome dell’uomo che amava.” 
Gary lo osservò dritto negli occhi un attimo di troppo; sembrava poco convinto dalle parole di Mister Fuji, ma non si lamentò. D’altronde, sapeva di aver arrecato all’anziano sindaco di Lavandonia fin troppi fastidi, ed era tardi: era il momento di levare le tende. Ciò che aveva scoperto quella notte di Halloween gli sarebbe bastato a placare la sua sete di conoscenza. 
“Capisco” si limitò a dire, per poi rivolgersi al resto dei ragazzi. “Beh, è quasi mezzanotte, credo sia il momento di andarcene.” 
“Alla buon’ora! Non tornerò mai più in questo posto agghiacciante!” disse Lucinda, già pronta per avviarsi verso l’uscita del cimitero. 
“Beh, è ancora presto! C’è tempo per festeggiare Halloween!” 
Nessuno condivideva l’entusiasmo di Barry, il quale fu guardato malevolmente da Misty, che da quella notte in poi avrebbe detestato Halloween. Nonostante questo, dopo tutto quel che era successo, nessuno di loro se la sentiva di tornare nelle rispettive abitazioni, da solo, e avrebbe ben volentieri passato la notte in compagnia. 
“Magari ci guardiamo un film horror?” continuò il biondino, al quale evidentemente non erano bastati i vari spaventi che si era preso prima da Drew e Gary e poi dal Gengar che vegliava sulla tomba del suo Allenatore. 
“Oh no, ti prego, stasera l’abbiamo già vissuto, un film horror” commentò Elena, la cui sanità mentale, quella notte, era stata messa a dura prova.  
“E allora potremmo guardarci un film che non sia horror, o fare qualcos’altro, basta che rimanga una serata tranquilla, che ne dite?” disse Ash, che ancora non era troppo stanco per andare a dormire – cosa che, probabilmente, nessuno di loro sarebbe stato capace di fare.
“Sì, perché no?” fece Drew, incrociando le braccia. “Potrebbe essere divertente fare qualche altro scherzo a Barry” 
“Cosa?”
“Nulla, nulla!” 
Paul non aveva uno sguardo abbastanza convinto – anzi, se fosse stato per lui, se ne sarebbe andato immediatamente a casa, ma gli occhi dolci di Lucinda erano una delle sue più grandi debolezze. 
“Dai, Paul, vieni anche tu!” 
“...Lucinda, ti rendi conto che mi stai chiedendo di trascorrere ancora del tempo con il multatore?” 
“Ma non c’è solo lui! E poi Elena sa come tenerlo a bada” 
“Ah, davvero? Non mi è sembrato, quando anche lei ha cominciato a sclerare come una pazza, appesa a quella pianta.” 
Per favooooreeee…” 
 Ormai Paul non aveva scampo, né dal dolce faccino della sua fidanzata né dalla tediante, fastidiosissima parlantina di Barry – che sapeva, sapeva non l’avrebbe lasciato in pace, se non avesse deciso di venire. Non aveva altra scelta che unirsi, anche lui, al gruppo. 
“…E va bene.”
“Evviva!” 
La ragazza dai capelli blu buttò le braccia al collo di Paul, che, imbarazzatissimo per quella forma di affetto di fronte ad altre persone, ricambiò l’abbraccio con insicurezza.
“Allora andiamo a casa di Misty!” 
“E perché a casa mia, Ash?”
“Beh, perché sei ricca e hai una casa enorme”
“Non posso darti torto. Andiamo!”   
Pian piano, i ragazzi e le ragazze si prepararono ad avviarsi verso l’uscita del cimitero. Salutarono sia Gengar, nonostante non fosse stato tanto dolce di sale con loro per aver profanato il sonno del suo Allenatore, sia Mister Fuji, che non era stato severo con loro come chiunque si sarebbe aspettato, e aveva pure raccontato loro la vera storia di quello che, in realtà, non era affatto un divoratore di anime. 
L’ultimo ad allontanarsi fu proprio Gary, il quale, dopo aver dato due pacche sulla testa al Gengar, adesso inspiegabilmente amichevole nei suoi confronti, si piazzò di fronte all’anziano sindaco di Lavandonia, porgendogli la mano per un ultimo saluto. 
“Mi scuso ancora per l’intrusione nel cimitero. Però volevo ringraziarla per avermi fatto conoscere ciò che si nascondeva dietro alla leggenda del Mangia-Anime. Mi chiedo perché una storia così bella non abbia preso il posto della versione conosciuta da tutti.” 
“Giovanotto, l’unica cosa che può testimoniare la veridicità della storia di questo pover’uomo è il diario della sua donna, e non tutti sanno della sua esistenza.”
“Un giorno mi piacerebbe leggerlo, questo diario.” 
“Un giorno, forse, avrai modo di sentirla raccontare ancora meglio da qualcun altro, questa storia.” 
Gary lo guardò leggermente confuso, ma decise di non tediare l’anziano con altre numerose domande a quella tarda ora. Così, dopo un ultimo cenno di saluto al Gengar e a Mister Fuji, raggiunse i suoi amici, soddisfatto di quello che avevano scoperto quella sera e, in fondo, anche della strana avventura che, tutti insieme, avevano vissuto nel Cimitero di Lavandonia. 
“Gary, se continui a rallentarci ti faccio una multa!” 
“Madre di Mew, Barry, non rompere le palle!” 
 
~ ° ~
 
L’aria fredda di fine Ottobre – anzi, di inizio Novembre – fece leggermente rabbrividire il sindaco di Lavandonia, che era rimasto lì, in piedi, in attesa che sul cimitero, finalmente, regnasse di nuovo il silenzio. 
“Credo che siano andati tutti via, adesso” sussurrò, avvicinandosi di qualche passo di più alla lapide, accanto alla quale Gengar lo osservava con un sorriso sghembo. 
Una leggera nebbiolina si sollevò dalla terra davanti alla pietra tombale, e in pochi attimi una figura umana si materializzò lì, di fronte a lui. Aveva i capelli spettinati e uno sguardo di ghiaccio, sulle sue labbra era impresso un dolce sorriso. Lo spettro guardò il Gengar e gli posò una mano sulla testa per accarezzarlo amorevolmente. 
“Ti ringrazio, Gengar, per vegliare su di me. Sono grato di avere un amico come te.” 
Il Pokémon, contento di rivedere il suo amico anche quell’anno, si beò delle sue carezze e poi gli saltò addosso, in un abbraccio stretto e affettuoso. Dopo i primi saluti, la figura spostò il suo sguardo verso l’anziano di fronte a lui, abbassando il capo in segno di riconoscimento. 
“Buonasera, Mister Fuji.”
“Buonasera, Signor Jacob Oak.” 
“Sono lieto che qualcuno si sia interessato così tanto per conoscere la mia vera storia. Mi sono stufato di essere conosciuto per essere il mostro che non ero.” 
“Non sono affatto sorpreso che sia stato un vostro discendente ad essere così curioso di conoscerla.” 
“Nemmeno io. L’amore per la conoscenza della verità è una caratteristica che si tramanda da generazioni, nella famiglia Oak. A proposito, vi sono riconoscente per non aver rivelato il mio vero nome.” 
“Ho promesso di mantenere la vostra volontà, quando mi avete raccontato la vostra storia. Anche se non ero sicuro fosse giusto mantenere il giovane Gary all’oscuro dell’identità del suo antenato.” 
“Mister Fuji, credo che siate convinto anche voi che il ragazzo tornerà. Conosco bene lo sguardo poco convinto di un Oak.” 
“Avete ragione.” 
Il sindaco di Lavandonia fece per allontanarsi, quando, ricordatosi di una cosa fondamentale, si bloccò sui suoi passi. 
“Sapete dirmi come sta la mia piccola Amber?” 
“Vi manda un grande abbraccio dall’Aldilà. Le mancate molto, sapete? So bene cosa significa per un bambino rimanere da qualche parte senza un padre, in attesa.”
“Vi prego, ditele che la abbraccio forte anche io e che non vedo l’ora di rivederla.” 
“Lo farò.” 
“Vi ringrazio. Se volete scusarmi, tolgo il disturbo. Più noi vivi ci facciamo vecchi, più sentiamo la pesantezza della stanchezza nelle ossa. Arrivederci, Signor Jacob Oak.” 
Detto questo, Mister Fuji si avviò sul sentiero di terra battuta del cimitero, per potersene tornare a casa, mentre lo spettro di Jacob Oak e Gengar continuavano ad abbracciarsi nell’aria pungente della notte di Halloween; dopo tanto tempo, d’altronde, nessuno di loro due aveva voglia di lasciar andare l’altro. Entrambi guardarono la figura dell’anziano allontanarsi nel buio, fino a scomparire, prima di ricambiare il saluto con un sorriso.
“Al prossimo anno.”
 
 
 
FINE.







Angolo dell'autrice 
Mhhh non so come cominciare questo ultimo angolo dell'autrice. Mi sa che innanzitutto devo chiedere scusa a chi avrebbe voluto leggere la fine della storia anni fa, e tipo non mi aspetto affatto che i miei vecchi lettori si ricordino di questa storia e dicano "omeodeo ha aggiornato!", però ho voluto ultimarla perché era da tempo che sentivo che questa incompletezza dovesse finire. Insomma, dovevo mettere una fine a questa storia, perché ci tenevo quando l'ho cominciata cinque lunghi anni fa e quindi l'ho fatto anche per la me del passato, ignara che l'ultimo capitolo l'avrei scritto io, una noiosa ventunenne che non è nemmeno riuscita a fare così tante battute stupide e demenziali come negli altri capitoli. Però ehi, at least i tried ;)
Sono sincera e dico che ci tengo ancora tanto, a questa storiella scema. Sono ancora affezionata ai cari pg delle vecchie serie, e quelli delle nuove beh, nemmeno li conosco, e niente vado sempre in nostalgic loop quando mi ricordi dei tempi in cui questo fandom era pieno di fanfiction come questa - fanfiction con Misty, Ash, Lucinda, Barry eccetera. Però è giusto così, è giusto che il fandom che evolva. Sono io che pubblico con un ritardo ultraspaventoso su cose che non interessano più a nessuno ahah rido
E niente, plottwistone per Gengar, ehDoppio plottwistone con la vera identità del Mangia-Anime che in realtà è un antenato di Gary, eh? (Il vero plottwistone in realtà è Misty che è diventata ricca dopo aver finito il suo viaggio con Ash)
Mister Fuji sarebbe una specie di miscuglio tra il Mister Fuji del gioco e quello dell'anime - quello che crea Mewtwo per Giovanni. Se non conoscete la sua storia vi consiglio di darci un'occhiata, lui cominciò a fare esperimenti sulla clonazione per portare in vita la sua bambina Amber. 
Ho cercato di impegnarmi a finire questo capitolo entro il 31 Ottobre, cioè oggi, in modo tale da essere leggermente più puntuale (?) postando questo capitolo. Cioè, avrebbe fatto strano postare il capitolo a Natale, dato che è una fanfiction su Halloween. 
E quindi boh, ecco spiegati gli errori che troverete, se li troverete. ;) E spero davvero di non avervi delusi o di essere andata OOC.
Non saprei che altro aggiungere a questo angolo, oltre che un enorme grazie a chi ha seguito la storia negli altri capitoli e a chi leggerà anche questo capitolo. Sono contenta di aver finalmente finito questa storia, perché diamine, ce la meritavamo tutti una fine. <3 
Alla prossima, gente, e buon Halloween! 
Eleuphemia >.^

P.S. BAMBINI NON ANDATE NEI CIMITERI DI NOTTE, OK? QUESTA E' SOLO UNA STORIA, NON PRENDETE ESEMPIO DA QUELL'IMPRUDENTE DI GARY :) 
  
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