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Autore: Ely_Pommy    01/11/2018    1 recensioni
Questo racconto partecipa al contest di Not_only_fairytales
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guardava le foto sparse per casa.
Vedeva una giovane coppia intenta a fare bungee jumping, scalare il Monte Everest, abbracciarsi ad un concerto; ecco i due giovani diventare una coppia ormai adulta insieme ad un bambino, eccoli assistere al “Romeo Giulietta” di Shakespeare, travestirsi durante una festa di Halloween, fare foto in varie parti del mondo, con lo spostarsi del suo sguardo, vedeva ora una coppia ancor più adulta insieme a 3 bambini piccoli e 2 giovani adulti.
Spostò lo sguardo verso il planisfero appeso al muro.
Era pieno di spilli: chiunque avesse tramutato la Terra in un porcospino, doveva certamente avere più volte visitato praticamente ogni luogo del pianeta.
Portava ora lo sguardo su una sedia dondolo nel salotto: un'anziana signora stavo lavorando a maglia, quella che sembrava una sciarpa; infine la sua attenzione si spostò: quello che ritornò indietro fu l’immagine di un vecchio.
I capelli canuti che cominciavano a diradarsi, gli occhi circondati dai solchi del tempo, la pelle brunastra tipica di chi non aveva passato mai un giorno a casa per lunghi periodi, la barba rasata di fresco, ma quello che quell’immagine gli restituiva era una gran voglia di fare…fare…ma che fare?
In quei suoi 70 anni di vita, lui e la sua amata consorte avevano provato ogni tipo di esperienza, Ma Harold non volevo ancora lasciarsi andare all’idea classica di pensionato.
Sfogliava pagine e pagine di siti web alla ricerca di nuovi stimoli, Ma non trovava niente che non avesse fatto più di 10 volte.
«Harold ti vuoi calmare?» «Non ci riesco a Giulia! Non ci riesco!» «Amore, Ascolta, Non devi arrovellarti alla ricerca di qualcosa di nuovo! Sei proprio ti annoi, Possiamo rifare qualche impresa delle nostre.» «No, tesoro non capisci! Sento che non abbiamo ancora fatto tutto! Voglio sentire ancora una volta l'adrenalina scorrermi nelle vene, poi mi darò pace.» «Dicesti così anche l’anno scorso e siamo finiti un Paraguay…ma ragiona! Cosa vorresti fare? Uccidere qualcuno? Abbiamo fatto di tutto! Anche a me piacerebbe che ci fosse qualcos'altro, ma non c'è! Tesoro, non posso vederti così!» «Tu sei un genio! Un genio ti dico!» Esclamò dirigendosi verso la libreria e prendendo un libro di Agatha Christie. «Lo so - disse ridendo sommessamente - Bravo, prendi quel libro e mettiti accanto a me.» «No, non hai capito…Ripeti quello che hai detto.» «Di stare tranquillo?» «No, prima.» «Ah, che…No! Non puoi fare sul serio! Sei un padre Harold, uno nonno!» «E allora? Mal che vada finirò in prigione: non ci sono finito quando ho tentato un furtarello da giovane, quindi mi manca anche questo! Giulia, tesoro, non ti sto chiedendo di seguirmi se non te la senti, ma non impedirmelo: ne ho bisogno! Ci sono delle cose che ti ho giurato di non fare e non le farò, ma questo sarà l'ultimo atto da spericolato perché poi vivere il resto dei miei giorni con te e con la nostra famiglia in completa tranquillità…ti imploro!»
Giulia amava il proprio marito, ma era una donna astuta. Guardando l’amato in ginocchio, pronto a piangere, capì che doveva farsi venire in mente un’idea velocemente, in modo da accontentare il marito, ma allo stesso tempo impedirgli di arrivare al suo scopo. Come Hèrcules Poirot al femminile, le sue “celluline grigie” trovarono la soluzione. Fu così che disse: «D'accordo Harold, non ti fermerò. Quando ci siamo sposati, ho promesso di starti sempre accanto, perciò ti seguirò, ma ad una condizione: sceglierò io il quando, il modo e la vittima».
Come era prevedibile, il marito si alzò dal pavimento colmo d'eccitazione e accettò senza pensarci nemmeno un secondo.
Giulia, gli disse: «Bene, finché io non avrò fissato questi termini, tu starai tranquillo, promettilo! Io ti giuro che ti accontenterò, ma fino ad allora, dovessero passare anni, tu ti comporterai come una persona normale. Ora scriverò queste cose in questo biglietto, che ti darò al momento opportuno, giunto il quale tu dovrai agire senza esitazione. Voglio che tu me lo prometta.» «Lo giuro, perché mi fido di te.»
Harold mantenne la promessa e rinvigorito da quella prospettiva misteriosa, ma certa, vedeva i suoi giorni in piena felicità.
Fu un padre, un nonno e un marito fantastico…A parte alcune volte in cui Giulia lo sorprese cercare per casa il biglietto misterioso: una volta l’aveva trovato appeso alla dispensa della cucina, un'altra volta l'aveva trovata a frugare nella libreria in salotto. Tutte le volte lui si inventava una scusa più assurda dell'altra.
Intanto, passavano i giorni, le stagioni, due anni.
Un giorno però, Giulia si sentì male e venne portata in ospedale.
Lei non volle che i dottori parlassero ai suoi familiari finché, in un giorno qualunque, lei si rivolse al marito, che le era sempre vicino nella sua stanza d'ospedale.
Lei gli consegno una busta: dentro c'erano un foglio e un biglietto.
Il foglio riportava una diagnosi di malattia mortale, risalente a 3 anni prima; il biglietto recava solo 2 parole: il nome di lei e “eutanasia”.
«Amore- disse lui- non mi hai detto nulla…non posso.» «non te l'ho detto- rispose calma lei- perché con te volevo vivere ogni istante al massimo, come sempre. Quando poi, tu te ne sei uscito con quella tua voglia stranissima, ho solamente unito l'utile al dilettevole. Io non voglio soffrire e tu sei stato il mio inizio perciò, voglio che tu sia la mia fine…ricordati che hai promesso di non tirarti indietro…ci sarà un momento in cui ti faranno “quella domanda”: sai cosa rispondere.»
Si baciarono, bagnati dalle loro lacrime.  

 
   
 
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