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Autore: Miss Loki_Riddle Gold    01/11/2018    1 recensioni
Quasimodo era alla ricerca di qualcuno che lo accettasse così com’era.
Esmeralda era colei che anche con gli occhi chiusi vedeva il suo Sole, la creatura più bella esistente.
Sygin era la moglie incompresa, colei che ti aspetta a casa e che sai avrai sempre al tuo fianco.
Un sogno ingannatore e dannato.
Poi c’è /lui/, il chaos, che aveva sempre avuto una passione segreta per ciò che non avrebbe mai potuto avere.
Possibile OOC, possibile finale drammatico. Non l'ho ancora deciso.
Per ora questa storia é ferma, magari un giorno la continuerò. Non si sa.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: La Esmeralda, Nuovo Personaggio, Quasimodo
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Gender Bender, Incompiuta
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Note dell'autrice:
Chiedo scusa del ritardo e... presentiamo il quarto personaggio principale della nostra storia. Spero vi piaccia!







“Come si chiama?”
Silenzio
“Bene, quanti anni ha?”
Silenzio.
“Bene, che mestiere fa?”
Silenzio.
Questo era quanto si sentiva nella sala. Qualcuno lo avrebbe poi definito una conversazione fra sordi. Sordi, era esattamente questo che era Quasimodo, guardava, vedeva, ma non capiva. Cosa ci faceva lì? Come mai quell’uomo muoveva la bocca rivolto verso il soffitto? Aveva male alla mascella? Qual era il problema? Non lo capiva, avrebbe voluto comprendere, ma tutto ciò che capiva era che si trovava in mezzo a una sala. Sentiva gli occhi di tutti guardarlo, sapeva che era una cosa ufficiale, non sapeva quale ne perchè avesse dovuto dormire in una fredda cella buia in mezzo a... non voleva sapere cosa e che ora si trovava lì, con le catene ai polsi, in quella stessa stanza in cui solo il giorno prima lo avevano reso tanto felice proclammandolo come loro Papa dei Folli. Era stato felice ed ora... cos’era cambiato? Era questa la punizione per aver fallito in una volontà del suo Padrone e padre, dell’uomo che lo aveva cresciuto, dell’arcidiacono Frollo? Si rese conto troppo tardi che le persone ridevano. Tremò da capo a piedi. Cos’aveva sbagliato? Perchè ridevano? Cosa volevano da lui? Che qualcuno glielo spiegasse perchè non lo sapeva. Fu proprio questo a spingerlo a scuotersi convulsamente cercando di fuggire da quegli sguardi. Le catene lo trattenevano. Le scosse con maggior forza, non ci riuscì. Mosse lo sguardo in cerca di una via di fuga, non ne trovò, anche se lì in un punto lontano vide una donna bionda che gli sorrideva con gentilezza. Era una bella donna, forse se fosse riuscito ad arrivare da lei lo avrebbe protetto! Avrebbe ringhiato, pianto, ma non poteva. Lo avrebbero visti tutti e chissà cosa gli sarebbe successo. Non avrebbe più sbagliato, lo prometteva. Sarebbe riuscito a fare tutto quello che Frollo voleva, ma adesso basta. Basta quelle risate che vedeva, ovunque spostasse lo sguardo, basta quegli sguardi, basta! Era in una morsa indesiderata. Poi una porta si aprì e il silenzio calò nuovamente nel luogo. Un uomo con tanto di cappello in mano e mantello entrò, dietro di lui un gattino nero tutto spelacchiato. Non si sarebbe accorto di quell’esserino nero se questi non lo avesse puntato con lo sguardo, prima che la vista gli fosse negata dalla porta che si chiudeva. Occhi verde smeraldo fu l’unico pensiero che fece Quasimodo mentre guardava il punto in cui un attimo prima c’era stato il randagio. Una strana calma emanavano quegli occhi, una calma che lo avevano raggiunto e che gli permisero di rivolgere la propria totale attenzione al magistrato.


***

Nella Corte dei Miracoli era calato il silenzio, si sentiva solo il frusciare di alcuni fogli spogliati da un uomo seduto in angolo e quello di una piuma che sfregava sui fogli, il crepitio del fuoco nel camino sotto al calderone in cui bolliva la minestra che una donna dai denti anneriti stava rimescolando e il rumore casuale di alcune biglie che si colpivano fra loro. Un folto gruppo di uomini e donne, davanti ai quali erano seduti i più giovani volgevano gli occhi tutti in un punto particolare, verso il centro della stanza dove il moro dagli occhi verde smeraldo e la pelle perlacea osservava divertito tutto attorno a se.
Il silenzio era calato da quando Loki, dato che l’uomo non era altri che lui, aveva esclamato, tenendo un calice di birra davanti a se
- Re Clopin, mi dovete tre rubli, ho vinto la nostra scommessa!
Non era insolito che Loki facesse scommesse, ne era insolito che le vincesse, quindi sarebbe anche passato sotto silenzio se non fosse stato per il fatto che ogni volta che scommetteva tentava di superare se stesso e ogni volta che tornava – seppur mai ci fosse stato un tale periodo di tempo nella sua mancanza– aveva una storia da raccontare. Questa volta non era diverso, per questo era calato un silenzio carico di aspettativa, tutti loro desideravano conoscere i particolari di questa nuova avventura, tutti tranne lei, sua sorella Esmeralda che dal centro della sala guardava i suoi fratelli con rimprovero.
- Questa volta hai esagerato, Loki! – Disse, infatti, guardando entrambi seria.
- Quindi…- iniziò lentamente il Re degli zingari Clopin – ti sei sposato una nobile, una Dama?-
Loki sorrise, si indicò gli abiti
- Monsieur Loki, non suona male, eh?- Scherzò – Comunque è una nobile di stirpe antica, una inglese, una Lady. Lady Sygin, si chiama. Ci siamo sposati due anni or sono ed ha ottimi rapporti con la corte francese. Nella scommessa dovevo restare sposato per due anni, dico bene? Ecco a te, fratello! -
Tirò fuori quasi per magia un documento che attestava il proprio matrimonio e lo lanciò a Clopin.
Tutti scoppiarono a ridere e a parlottare, passandoselo di mano in mano fino a giungere dal loro sovrano.
Il re degli zingari guardò il foglio più volte, non sapeva leggere, ma anche lui sapeva riconoscere la calligrafia di Loki e sapeva riconoscere un documento di matrimonio quando ne vedeva uno. Erano diversi da quelli utilizzati dal suo popolo, questo non eliminava il loro valore.
- Bene, direi di doverti i tre rubli, fratello. Com’era la vita matrimoniale? Sei tornato per la vittoria?- Chiese
Un sorrisetto si andò a formare sul volto del più giovane, mentre la maggior parte delle persone li ascoltava.
- Sono stato a Corte, Re Clopin. Indossano ogni giorno un abito diverso per lo piú decorato d'oro e d'argento. Sono molto pignoli su questo punto, non possono mettere lo stesso vestito due volte se non vogliono spiccare come mendicanti e odiano i mendicanti.- Si andò a formare un brusio indistinto a quelle parole. - Fanno lunghe camminate tutti insieme seguendo il re, come mosche attirate dalla luce. Poi li dovreste vedere mangiare, si siedono composti, con i cani ai loro piedi -ciascuno di loro ha al seguito uno stuolo di cani - e sul tavolo c'è tanto di quel cibo che la metà bastarebbe per sfamarvi tutti. Pensate che non mi ero mai trovato davanti tanti animali, dai maialetti dolci che si sciolgono in bocca, con la crosta croccante che il solo ripensarci fa venire l'acquolina in bocca, poi i tacchini imbottiti con pane, burro, formaggi, gli agnelli si mangiano tutti i giorni, come le caprette.- indirizzò uno sguardo alla capretta al fianco della sorella -Scusa Djali. Non si poteva non assaggiare ogni cosa. La prima volta che sono arrivato mi ero appena sposato con Lady Sygin e mi sono perduto nel giardino immenso, ero stato attirato da alcuni spruzzi, credevo si trattasse di un fiume, invece mi sono ritrovato davanti a una struttura di pietra dalla quale venivano spruzzati in alto almeno una ventina di getti d'acqua, ma tanto alti che si vedevano anche a decine di metri di distanza. La luce, colpendoli variava colore arancioni, gialli, viola si susseguivano ad intermittenza! Avreste dovuto vederli, poi tutto attorno, a perdita d'occhio c'era un leggerissimo strato d'erba ed un sentiero affiancato da alberi di ogni forma, uomini, animali erano intagliati dagli alberi. Come statue, ma di foglie. -
Un ragazzo, interessato a tutto quello si intromise
- Come si vestono?- Chiese.
Loki si alzò sul tavolo, mettendosi una stoffa sulle spalle.
- Indossano degli enormi mantelli ricamati di verde, arancione o d'oro e poi portano al loro fianco una spada lunga e sottile, non piú di un dito.- Nel frattempo prendeva un bastone. -Dei cappelli piumati, alcuni tanto lunghi da giungere a un metro e ai piedi indossano calzoni lunghi, coperti da scarpe di varia misura. Sul capo, poi, delle parrucche bianche, non credo di aver mai visto i veri capelli di una donna o di un uomo lì dentro. Oh, già, anche gli uomini si truccano con dei belletti.- Storse le labbra imitando una donna solo per far ridere il proprio pubblico, il quale dimostrò di avere senso dell'umorismo. Loki sorrise. -Posso mostrarvi come combattono e come cacciano, ma vi assicuro, per il resto li ho trovati piuttosto noiosi. Però mi hanno insegnato a leggere e a scrivere.- Solo in quel momento il frusciare di fogli si bloccò del tutto e l’uomo all’angolo che sembrava essere l'unico a non degnare loro di attenzione alzò lo sguardo al giovane che ora era in piedi sul tavolo a saltare da un posto all’altro, con il bastone in mano neanche fosse stata una spada.
Loki li guardò dalla sua posizione come un buffone con il proprio pubblico.
- Poi però, fratello, mi è venuto tutto a noia e mi mancavate tutti voi, mascalzoni.- Continuò, scivolando al fianco dell’uomo che stava scrivendo fino a poco prima - Mi mancava rubare, essere libero, correre e saltare, mi mancavano le nostre scommesse. Quindi mi sono deciso a tornare. Ho pensato che un buon racconto dettagliato vi sarebbe potuto interessare, ma non ora. Ho una nuova scommessa da fare.-
Le persone iniziarono a parlare fra loro, creando un brusio, scommettendo su cosa si sarebbe inventato quella volta Loki. Insomma, cosa poteva battere il matrimonio con una nobile? Nessuno lo sapeva. Il brusio continuava ad essere diffuso e Loki sorrise gustandosi il momento, divertito. Fino a quando Esmeralda spense quel momento con una frase sola.
- Che cosa vuoi combinare questa volta, Loki? Non tenerci sulle spine, tanto lo sappiamo tutti che se ti metti in testa qualcosa non ne esci più senza portarla a termine.-
- Brava, sorellina, ottima domanda! Allora, ci ho pensato molto. -appoggiò i piedi sul tavolo, mentre parlava, stringendo fra le dita un boccale di birra che qualcuno li dentro doveva avergli passato - Davvero molto a lungo, sapevo che la grande domanda sarebbe stata: che cosa supera il matrimonio con una nobile? Ho quindi vagliato varie ipotesi e sono giunto a questa conclusione. L'unica cosa che potrebbe superarlo è un altro matrimonio, ma questa volta io sposerò un uomo, un parigino. Lo sceglierò domani, ma state tranquilli, non si trova in questa stanza. Se voi ci state, fratello.- disse, rivolgendo uno sguardo a Clopin il quale ci mise un po' decidersi, mentre il brusio ricominciò, impedendo a Loki di parlare nuovamente.
-D'accordo.- calò un silenzio carico di aspettativa. -...ma dovrai riuscirci entro un anno e mezzo! - fu la risposta del sovrano. Loki annuí a sua volta.
-Andata, iniziate già a cercarmi altri tre dubli.- Rispose, una risata sulle labbra, al che si riformò il brusio, ma Loki aveva già fatto esplodere la sua bomba ed ora, tranquillo, si rivolgeva all’uomo al suo stesso tavolo.
- Come vi chiamate? Vedo che siete un uomo istruito, diverso dal resto della gente e non vi ho mai visto prima.-
- Io, messere, mi chiamo Pierre Gringoire e sono sposato da questa stessa notte con Esmeralda che a quanto ho capto è vostra sorella.-
Loki alzò lo sguardo verso di lei.
- La donna più bella di Francia. È esatto, lei è mia sorella gemella, già. Sono un uomo fortunato.- Sorrise.







Note autrice:
Mi sono giunte notizie che non so mettere a posto le virgole quindi cerco per le mie storie una Beta che mi controlli la punteggiatura e non che mi modifichi le storie rendendo più IC i personaggi perchè lo sono per la storia che tratto.
Seconda cosa, volevo avvertirvi che ho cercato di rendere il dialogo e la situazione di Quasi più simile possibile a quella del romanzo. Non ho sottomano il passo, per ora.
Terza cosa, mi scuso per l'immenso ritardo, ma con tutti i problemi che sto cercandi di superare ho preferito non indicare un momento di pubblicazione del capitolo
   
 
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