“Vuoi sposarmi?”
Aveva ragione, ora aveva
non solo i suoi occhi addosso, ma anche tutta la sua attenzione, oltre che le
sue unghie piantate nel palmo. Il suo viso era mortalmente serio:
“Non scherzare… non… non
lo dire se non lo credi davvero…”
Draco sorrise dolcemente
al tono tanto severo da sembrare aggressivo:
“Voglio sposarti, ho solo
bisogno che lo voglia anche tu”
Harry abbassò la tazza sul
tavolino e gli tolse dalle mani anche la sua, prima di voltarsi a
fronteggiarlo, tanto rannicchiato sul divano da spingerlo a chiedersi dove
fossero sparite le sue gambe. Non avrebbe dovuto stupirsene, lo sapeva quanto
era flessibile. Oh se lo sapeva.
“Certo che voglio
sposarti, solo… non sapevo lo volessi anche tu…”
“Non ho mai pensato di volerlo, ma… eccomi qui”
“Draco, non può essere una
cosa decisa sul momento, non puoi…”
“Ho comprato l’anello e
tutto quanto… l’anello l’ho comprato ad aprile in realtà…”
“Siamo a novembre!”
Draco si strinse nelle
spalle, non aveva mai trovato il momento giusto, era sempre troppo banale o
troppo scontato, o troppo emozionato per chiederglielo davvero…
“Non riesco più ad
aspettare… non… non voglio più che sia perfetto, lo voglio e basta… vuoi
sposarmi?”
“Sì!”
Draco annuì, ancora serio,
nemmeno un’ombra di sorriso sulle labbra, gli occhi fissi su Harry: sembrava
felice, sembrava estremamente felice, aveva perfino perso l’aria stanca. Stava
sorridendo e…
Harry lo baciò, menta e
the questa volta, niente vomito, per cui Draco non ebbe nulla da ridire mentre
il compagno gli divorava la bocca e rideva contro le sue labbra, le dita
intrecciate fra i suoi capelli e la maglietta per tirarlo vicino e impedirgli
di allontanarsi. Draco non aveva intenzione di allontanarsi mai più e voleva un
anello al dito a comprovarlo. Voleva poter dire che Harry era suo… forse voleva
essere di Harry ancora di più. Pazzesco quello che l’amore ti faceva al
cervello… o forse era al cuore, chissà.
Due settimane prima una
ragazza gli si era avvicinata al bar, era un bar babbano ma aveva bisogno di un
caffè per cui i suoi standard avevano seguito un ribasso inversamente
proporzionale al suo bisogno di caffeina. Era una ragazza carina, era perfino
simpatica. Ci aveva provato spudoratamente con lui e Draco aveva pensato:
invece di sprecare fiato potrei mostrarle un anello. Mi basterebbe avere un
anello al dito e lo avrebbe già notato, senza neanche bisogno di mostrarglielo.
La verità era che si era sentito in imbarazzo, non gli piaceva che quella
ragazza ci provasse con lui, non gli aveva dato corda, non era in alcun modo colpa sua… eppure era a disagio, come
lasciare che qualcuno toccasse la sua bacchetta, come se quella donna avesse
provato a toccare quella bolla che apparteneva solo a lui e a Harry. Non gli
era piaciuto pensare ad un mondo in cui avrebbe potuto offrirle un caffè e
magari ripescarne il sapore sulle sue labbra, non gli era piaciuto pensare ad
un mondo in cui non c’era Harry e il suo di sapore, fosse anche stato quello di
prima mattina, Merlino!, come se non gli piacesse il suo sapore di prima
mattina, un po’ troppo pesante per essere razionalmente buono, eppure in
qualche modo perfetto lo stesso, perfetto in quello strano modo che era tutto
Potter.
Quando Harry si tirò
indietro furono gli occhi di Draco quelli pieni di lacrime e Harry glieli
asciugò con una miriade di baci sulle labbra, sulle guance, sulle palpebre e
sul mento, non risparmiò naso e nemmeno fronte.
Sotto quella valanga di
felicità Draco sentì la propria osare mostrarsi e quando infine le sue labbra
si piegarono in un sorriso Harry si tirò indietro e restò a guardarlo, gli
occhi spalancati come se fosse la cosa più bella al mondo.
“Ti amo”
“Lo spero bene, stiamo per
sposarci”
Il sorriso di Harry passò
da meraviglia a euforia:
“Stiamo per sposarci”
Draco gli accarezzò piano
il viso:
“Sì… ma solo se sei sicuro
di volerlo davvero”
Harry scese sulle sue
labbra per un bacio ben più appassionato di quelli di prima e Draco si ritrovò
a sospirare contro le sue labbra umide e bollenti. Non c’era nessuna
possibilità per lui di avere un’erezione dopo due attacchi di panico, per
quanto ne desiderasse una o Harry si sforzasse per ottenerla… a furia di
aspettare il momento migliore aveva finito per scegliere il peggiore.
Fece scorrere le mani
lungo la schiena del compagno, attirandoselo di nuovo addosso fino a quando non
lo ebbe a cavalcioni su di sé, sapeva essere generoso... e il compagno aveva un
conto aperto con lui.
Ancora gli sembrava di
portare sulla pelle il ricordo della volta che si era inginocchiato per lui per
ben tre volte a quella stupida festa di beneficienza, aveva passato tutta la
serata con la sua saliva umida sulla pelle, Harry sembrava sapere il tempo che
ci metteva ad asciugarsi, perché non lo aveva mai permesso. Ancora adesso tutte
le volte che sentiva parlare di Snidget Dorati il suo
di uccello si sentiva in dovere di frullare le ali.
Harry tuttavia sviò le sue
labbra per appoggiare la fronte alla sua spalla.
“Non è giusto…”
Draco gli accarezzò i capelli sulla nuca, rigirandosi le ciocche tra le dita e
lasciando che si prendesse il suo tempo anche se le gambe affaticate dolevano
sotto il peso del compagno.
“Hai passato mesi a
pensare di sposarmi e io… io non sapevo neanche che fosse una possibilità…
voglio comprarti un anello… hai già un anello anche per te?”
“No”
“Allora voglio comprartelo
io, posso?”
“Sì”
“Puoi venire con me mentre
lo scelgo?”
Draco gli posò un bacio contro il collo, Potter e la sua perpetua convinzione
di non essere abbastanza:
“Non c’è bisogno che io
venga, qualunque anello sceglierai finirà per piacermi”
Harry si tirò su con
un’aria scettica:
“E se ti farà schifo?”
“L’importante è che
piaccia a te, quando lo guarderò dovrò pensare a te non all’anello e potrò
fingere che sia una parte di te, una parte di te che mi hai regalato così da
poterti avere sempre accanto”
“… ho sempre pensato che
l’anello fosse un modo per marchiare il partner come una proprietà…”
Draco si sorprese a
scoppiare a ridere, non pensava di trovarne la forza quella sera, eppure eccolo
lì, Harry gli aveva prestato la sua:
“Sì, puoi anche vederla a
quel modo, stavo cercando di essere romantico…”
Harry arrossì e Draco gli baciò le guance, finendo per assaggiare sulla lingua
il calore del suo imbarazzo:
“Se anche volessi
comprarmi un collare con il tuo nome e indirizzo sopra, non avrei nulla in
contrario”
Harry alzò gli occhi al
cielo, ma un attimo dopo stava dondolando sulle sue gambe, ansioso:
“Posso vedere l’anello?”
Draco estrasse la bacchetta e fece comparire la scatoletta di velluto.
Era consunta da un lato,
aveva passato mesi a tenerla in tasca, rigirandosela tra le dita tutte le volte
che il compagno gli mancava, tutte le volte che pensava a lui… sì, era
decisamente consunta, avrebbe dovuto pensare a comprarne un’altra prima di
chiederglielo, beh, ormai era un po’ tardi…
Gli occhi di Harry erano
spalancati, gli prese la mano e sentì sotto ai polpastrelli il ritmo impazzito
del suo cuore. Gli baciò le dita, prima di aprire la scatoletta e mostrargli la
fine banda di oro rosso. Niente diamanti, niente intarsi, una semplice banda
lavorata grossolanamente. Harry deglutì mordendosi forte le labbra. Quando
parlò la sua voce era spezzata:
“Sta succedendo davvero?”
Draco tornò a baciargli le dita e Harry riuscì ad alzare gli occhi dall’anello
per fissarli nei suoi:
“Perfetto”
Gli sorrise, non del tutto
certo se parlasse dell’anello o di lui, non del tutto certo di voler sapere la
risposta, prese l’anello dalla scatola e lo fece scivolare lentamente sul suo
anulare destro.
“Ti ho preso anche una
catenina nel caso non possa indossarlo quando sei in missione o durante le
esercitazioni o… non lo so…”
Harry non alzò gli occhi
dalla propria mano, poi si rialzò con un sospiro e la allungò verso di lui.
Draco la prese con infinita attenzione, quasi potesse rompersi e si lasciò
guidare fino alla camera da letto.
Quando lo strinse a sé non
gli sembrava di poterlo avere abbastanza vicino. Harry gli si era attorcigliato
addosso, eppure c’era ancora troppo spazio fra di loro. Si addormentò con il
suo naso contro il collo e i suoi capelli fra le dita, la mano di Harry
incastrata tra i loro petti mentre il metallo dell’anello si lasciava scaldare
dalla somma del calore dei loro corpi per la prima volta.
***
“Draco!”
Spalancò gli occhi con il
cuore che gli andava a mille. Allungò le mani verso Harry ma non era più
accanto a lui nel letto, era in piedi sulla porta, i capelli sparati in tutte
le direzioni e un’espressione scioccata.
“Cosa… Harry? Cosa?”
“Dov’è?!”
Harry fece una faccia
confusa al suo improvviso panico, ma Draco si era già precipitato nella camera
del bambino, quando spalancò la porta il piccolo stava ancora dormendo
aggrappato al suo peluche.
Quando si voltò verso
Harry l’ansia aveva lasciato posto all’ira:
“Di che diavolo stai parlando?”
Harry lo afferrò e lo fece uscire dalla camera prima di richiudere la porta e
spingerlo nello studio… e Draco capì.
“Ho contattato le poste,
non ho mai richiesto un gufo, non ho mai mandato la lettera perché proprio
quando stavo per chiamare il gufo Ted si è rimesso a
vomitare e io sono andato in panico. Mi sono convinto che l’avevo mandata e
invece non l’avevo fatto! Non è vero?”
Draco si appoggiò allo
stipite, lasciando che il terrore per il risveglio brusco scemasse nel suo
corpo a favore di un po’ di raziocinio.
“Merlino Potter, sono le
cinque!, hai davvero contattato le poste a quest’ora?”
“Non riuscivo a ricordare di aver dato la busta al gufo, ricordavo di averla
scritta, di averla sigillata, ricordavo… non ricordavo il gufo. Certo che l’ho
fatto a quest’ora, le poste magiche sono sempre
aperte!”
Draco chiuse gli occhi e
prese un respiro profondo:
“L’ho bruciata, l’ho
trovata ieri sera e l’ho bruciata…”
“Lo sapevo che saresti
venuto, sapevo che non avresti mai…”
Draco aprì le braccia e Harry vi si rifugiò con la stessa disperazione del
giorno prima.
“Mi dispiace se ho
dubitato di te, ero così arrabbiato ieri e tu… tu non sapevi nulla… sei…”
Draco chiuse gli occhi, stringendolo forte a sé, ma quando sentì il suo
singhiozzo spezzato non fece meno male di quello che si era aspettato: Potter
aveva finalmente unito i puntini.
“Mi hai aspettato! Mi hai
aspettato al ristorante! Non sei andato a cena con nessun altro, aspettavi me,
ma io… e quindi hai pensato… ieri sera davanti casa, è colpa mia!”
Draco spinse con decisione
le dita contro la sua nuca e lo squadrò con rabbia:
“Smettila, smettila subito! Pensavi di aver mandato la lettera e invece sei
stato distratto da Ted e hai finito per non farlo.
Fine della storia! Nessuna colpa deve ricadere sulla testa di nessuno, piantala
di farti del male!”
“Non dovresti sposarmi,
non me lo merito”
Draco lo afferrò dal mento con abbastanza forza da riscuoterlo e costringerlo a
guardarlo negli occhi:
“Ti ho detto di
piantarla!”
“Draco…”
“Vuoi sapere perché non te
l’ho detto subito? Non te l’ho detto perché ero arrabbiato con te, lo ero sul
serio e vederti stare male appagava la mia rabbia!”
“Sì, ma poi hai distrutto la lettera perché preferivi che pensassi di essere
stato ignorato, così lo stronzo eri tu, invece di scoprire che non solo sono un
padrino inetto, ma che per di più la mia totale perdita di controllo ha anche
ferito te”
“Va bene, va bene, sei uno
stronzo, hai vinto… ma non mi importa, non mi importa di quante volte tu possa
spaventarmi, non mi importa di quante volta debba aspettarti pensando che forse
sei morto, che forse sei disperso, che forse stai soffrendo, che forse mi stai
chiamando e io non ci sono…”
“Draco…”
“Non mi importa! Purché
possa tornare a casa e scoprire che non era altro che uno spavento, purché
possa tornare a casa e scoprirti vivo e sano e preoccupato perché Ted ha l’influenza. Ma c’è una cosa di cui mi importa… una
cosa che non puoi fare…”
Gli occhi di Harry erano
fissi nei suoi, una smorfia di sofferenza sul viso ma le mani aggrappate alla
sua maglietta, Draco afferrò quella con l’anello e gliela mise davanti al viso:
“Non puoi tirarti
indietro, non puoi dirmi che non dovrei sposarti o… che non te lo meriti… non
puoi farlo, non puoi. Non puoi giocare con quella decisione… non te l’ho chiesto
sull’onda del momento, non ho mai preso con superficialità nessuna decisione
che ti riguarda”
“Lo so, Draco…”
“Non mi sono mai mostrato volubile, non con te, mai con te… e non ho intenzione di cominciare adesso, ti voglio
sposare perché ti amo e ti voglio sposare perché voglio passare il resto della
vita con te, vomito influenza e feste di beneficienza, tutto il pacchetto”
“Draco…”
“Non è per una stupida
lettera che hai dimenticato di spedire, non è perché ti preoccupi
esageratamente per Ted… non c’è nulla che tu possa
fare per farmi cambiare idea, nulla!”
Harry sfilò la mano dalla
sua e se la strinse forte al petto, nascondendo l’anello con l’altra quasi a
proteggerlo, Draco non sapeva se da lui, da se stesso o semplicemente dall’idea
che non potesse esistere. Draco se lo strinse contro, abbracciandolo forte fino
a quando le lacrime sulle proprie guance non finirono per asciugarsi.
Andava tutto bene.