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Autore: Cipollina    02/11/2018    4 recensioni
Potter è in ritardo.
Draco lo sta aspettando e lascia che la sua mente divaghi abbastanza da impedire alle proprie emozioni di degenerare.
Spoiler: fallirà miseramente.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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“Vuoi sposarmi?”

Aveva ragione, ora aveva non solo i suoi occhi addosso, ma anche tutta la sua attenzione, oltre che le sue unghie piantate nel palmo. Il suo viso era mortalmente serio:

“Non scherzare… non… non lo dire se non lo credi davvero…”

Draco sorrise dolcemente al tono tanto severo da sembrare aggressivo:

“Voglio sposarti, ho solo bisogno che lo voglia anche tu”

Harry abbassò la tazza sul tavolino e gli tolse dalle mani anche la sua, prima di voltarsi a fronteggiarlo, tanto rannicchiato sul divano da spingerlo a chiedersi dove fossero sparite le sue gambe. Non avrebbe dovuto stupirsene, lo sapeva quanto era flessibile. Oh se lo sapeva.

“Certo che voglio sposarti, solo… non sapevo lo volessi anche tu…”
“Non ho mai pensato di volerlo, ma… eccomi qui”

“Draco, non può essere una cosa decisa sul momento, non puoi…”

“Ho comprato l’anello e tutto quanto… l’anello l’ho comprato ad aprile in realtà…”

“Siamo a novembre!”

Draco si strinse nelle spalle, non aveva mai trovato il momento giusto, era sempre troppo banale o troppo scontato, o troppo emozionato per chiederglielo davvero…

“Non riesco più ad aspettare… non… non voglio più che sia perfetto, lo voglio e basta… vuoi sposarmi?”

“Sì!”

Draco annuì, ancora serio, nemmeno un’ombra di sorriso sulle labbra, gli occhi fissi su Harry: sembrava felice, sembrava estremamente felice, aveva perfino perso l’aria stanca. Stava sorridendo e…

Harry lo baciò, menta e the questa volta, niente vomito, per cui Draco non ebbe nulla da ridire mentre il compagno gli divorava la bocca e rideva contro le sue labbra, le dita intrecciate fra i suoi capelli e la maglietta per tirarlo vicino e impedirgli di allontanarsi. Draco non aveva intenzione di allontanarsi mai più e voleva un anello al dito a comprovarlo. Voleva poter dire che Harry era suo… forse voleva essere di Harry ancora di più. Pazzesco quello che l’amore ti faceva al cervello… o forse era al cuore, chissà.

Due settimane prima una ragazza gli si era avvicinata al bar, era un bar babbano ma aveva bisogno di un caffè per cui i suoi standard avevano seguito un ribasso inversamente proporzionale al suo bisogno di caffeina. Era una ragazza carina, era perfino simpatica. Ci aveva provato spudoratamente con lui e Draco aveva pensato: invece di sprecare fiato potrei mostrarle un anello. Mi basterebbe avere un anello al dito e lo avrebbe già notato, senza neanche bisogno di mostrarglielo. La verità era che si era sentito in imbarazzo, non gli piaceva che quella ragazza ci provasse con lui, non gli aveva dato corda, non era in alcun modo colpa sua… eppure era a disagio, come lasciare che qualcuno toccasse la sua bacchetta, come se quella donna avesse provato a toccare quella bolla che apparteneva solo a lui e a Harry. Non gli era piaciuto pensare ad un mondo in cui avrebbe potuto offrirle un caffè e magari ripescarne il sapore sulle sue labbra, non gli era piaciuto pensare ad un mondo in cui non c’era Harry e il suo di sapore, fosse anche stato quello di prima mattina, Merlino!, come se non gli piacesse il suo sapore di prima mattina, un po’ troppo pesante per essere razionalmente buono, eppure in qualche modo perfetto lo stesso, perfetto in quello strano modo che era tutto Potter.

Quando Harry si tirò indietro furono gli occhi di Draco quelli pieni di lacrime e Harry glieli asciugò con una miriade di baci sulle labbra, sulle guance, sulle palpebre e sul mento, non risparmiò naso e nemmeno fronte.

Sotto quella valanga di felicità Draco sentì la propria osare mostrarsi e quando infine le sue labbra si piegarono in un sorriso Harry si tirò indietro e restò a guardarlo, gli occhi spalancati come se fosse la cosa più bella al mondo.

“Ti amo”

“Lo spero bene, stiamo per sposarci”

Il sorriso di Harry passò da meraviglia a euforia:

“Stiamo per sposarci”

Draco gli accarezzò piano il viso:

“Sì… ma solo se sei sicuro di volerlo davvero”

Harry scese sulle sue labbra per un bacio ben più appassionato di quelli di prima e Draco si ritrovò a sospirare contro le sue labbra umide e bollenti. Non c’era nessuna possibilità per lui di avere un’erezione dopo due attacchi di panico, per quanto ne desiderasse una o Harry si sforzasse per ottenerla… a furia di aspettare il momento migliore aveva finito per scegliere il peggiore.

Fece scorrere le mani lungo la schiena del compagno, attirandoselo di nuovo addosso fino a quando non lo ebbe a cavalcioni su di sé, sapeva essere generoso... e il compagno aveva un conto aperto con lui.

Ancora gli sembrava di portare sulla pelle il ricordo della volta che si era inginocchiato per lui per ben tre volte a quella stupida festa di beneficienza, aveva passato tutta la serata con la sua saliva umida sulla pelle, Harry sembrava sapere il tempo che ci metteva ad asciugarsi, perché non lo aveva mai permesso. Ancora adesso tutte le volte che sentiva parlare di Snidget Dorati il suo di uccello si sentiva in dovere di frullare le ali.

Harry tuttavia sviò le sue labbra per appoggiare la fronte alla sua spalla.

“Non è giusto…”
Draco gli accarezzò i capelli sulla nuca, rigirandosi le ciocche tra le dita e lasciando che si prendesse il suo tempo anche se le gambe affaticate dolevano sotto il peso del compagno.

“Hai passato mesi a pensare di sposarmi e io… io non sapevo neanche che fosse una possibilità… voglio comprarti un anello… hai già un anello anche per te?”
“No”

“Allora voglio comprartelo io, posso?”

“Sì”

“Puoi venire con me mentre lo scelgo?”
Draco gli posò un bacio contro il collo, Potter e la sua perpetua convinzione di non essere abbastanza:

“Non c’è bisogno che io venga, qualunque anello sceglierai finirà per piacermi”

Harry si tirò su con un’aria scettica:

“E se ti farà schifo?”

“L’importante è che piaccia a te, quando lo guarderò dovrò pensare a te non all’anello e potrò fingere che sia una parte di te, una parte di te che mi hai regalato così da poterti avere sempre accanto”

“… ho sempre pensato che l’anello fosse un modo per marchiare il partner come una proprietà…”

Draco si sorprese a scoppiare a ridere, non pensava di trovarne la forza quella sera, eppure eccolo lì, Harry gli aveva prestato la sua:

“Sì, puoi anche vederla a quel modo, stavo cercando di essere romantico…”
Harry arrossì e Draco gli baciò le guance, finendo per assaggiare sulla lingua il calore del suo imbarazzo:

“Se anche volessi comprarmi un collare con il tuo nome e indirizzo sopra, non avrei nulla in contrario”

Harry alzò gli occhi al cielo, ma un attimo dopo stava dondolando sulle sue gambe, ansioso:

“Posso vedere l’anello?”
Draco estrasse la bacchetta e fece comparire la scatoletta di velluto.

Era consunta da un lato, aveva passato mesi a tenerla in tasca, rigirandosela tra le dita tutte le volte che il compagno gli mancava, tutte le volte che pensava a lui… sì, era decisamente consunta, avrebbe dovuto pensare a comprarne un’altra prima di chiederglielo, beh, ormai era un po’ tardi…

Gli occhi di Harry erano spalancati, gli prese la mano e sentì sotto ai polpastrelli il ritmo impazzito del suo cuore. Gli baciò le dita, prima di aprire la scatoletta e mostrargli la fine banda di oro rosso. Niente diamanti, niente intarsi, una semplice banda lavorata grossolanamente. Harry deglutì mordendosi forte le labbra. Quando parlò la sua voce era spezzata:

“Sta succedendo davvero?”
Draco tornò a baciargli le dita e Harry riuscì ad alzare gli occhi dall’anello per fissarli nei suoi:

“Perfetto”

Gli sorrise, non del tutto certo se parlasse dell’anello o di lui, non del tutto certo di voler sapere la risposta, prese l’anello dalla scatola e lo fece scivolare lentamente sul suo anulare destro.

“Ti ho preso anche una catenina nel caso non possa indossarlo quando sei in missione o durante le esercitazioni o… non lo so…”

Harry non alzò gli occhi dalla propria mano, poi si rialzò con un sospiro e la allungò verso di lui. Draco la prese con infinita attenzione, quasi potesse rompersi e si lasciò guidare fino alla camera da letto.

Quando lo strinse a sé non gli sembrava di poterlo avere abbastanza vicino. Harry gli si era attorcigliato addosso, eppure c’era ancora troppo spazio fra di loro. Si addormentò con il suo naso contro il collo e i suoi capelli fra le dita, la mano di Harry incastrata tra i loro petti mentre il metallo dell’anello si lasciava scaldare dalla somma del calore dei loro corpi per la prima volta.

 

***

“Draco!”

Spalancò gli occhi con il cuore che gli andava a mille. Allungò le mani verso Harry ma non era più accanto a lui nel letto, era in piedi sulla porta, i capelli sparati in tutte le direzioni e un’espressione scioccata.

“Cosa… Harry? Cosa?”

“Dov’è?!”

Harry fece una faccia confusa al suo improvviso panico, ma Draco si era già precipitato nella camera del bambino, quando spalancò la porta il piccolo stava ancora dormendo aggrappato al suo peluche.

Quando si voltò verso Harry l’ansia aveva lasciato posto all’ira:
“Di che diavolo stai parlando?”
Harry lo afferrò e lo fece uscire dalla camera prima di richiudere la porta e spingerlo nello studio… e Draco capì.

“Ho contattato le poste, non ho mai richiesto un gufo, non ho mai mandato la lettera perché proprio quando stavo per chiamare il gufo Ted si è rimesso a vomitare e io sono andato in panico. Mi sono convinto che l’avevo mandata e invece non l’avevo fatto! Non è vero?”

Draco si appoggiò allo stipite, lasciando che il terrore per il risveglio brusco scemasse nel suo corpo a favore di un po’ di raziocinio.

“Merlino Potter, sono le cinque!, hai davvero contattato le poste a quest’ora?”
“Non riuscivo a ricordare di aver dato la busta al gufo, ricordavo di averla scritta, di averla sigillata, ricordavo… non ricordavo il gufo. Certo che l’ho fatto a quest’ora, le poste magiche sono sempre aperte!”

Draco chiuse gli occhi e prese un respiro profondo:

“L’ho bruciata, l’ho trovata ieri sera e l’ho bruciata…”

“Lo sapevo che saresti venuto, sapevo che non avresti mai…”
Draco aprì le braccia e Harry vi si rifugiò con la stessa disperazione del giorno prima.

“Mi dispiace se ho dubitato di te, ero così arrabbiato ieri e tu… tu non sapevi nulla… sei…”
Draco chiuse gli occhi, stringendolo forte a sé, ma quando sentì il suo singhiozzo spezzato non fece meno male di quello che si era aspettato: Potter aveva finalmente unito i puntini.

“Mi hai aspettato! Mi hai aspettato al ristorante! Non sei andato a cena con nessun altro, aspettavi me, ma io… e quindi hai pensato… ieri sera davanti casa, è colpa mia!”

Draco spinse con decisione le dita contro la sua nuca e lo squadrò con rabbia:
“Smettila, smettila subito! Pensavi di aver mandato la lettera e invece sei stato distratto da Ted e hai finito per non farlo. Fine della storia! Nessuna colpa deve ricadere sulla testa di nessuno, piantala di farti del male!”

“Non dovresti sposarmi, non me lo merito”
Draco lo afferrò dal mento con abbastanza forza da riscuoterlo e costringerlo a guardarlo negli occhi:

“Ti ho detto di piantarla!”

“Draco…”

“Vuoi sapere perché non te l’ho detto subito? Non te l’ho detto perché ero arrabbiato con te, lo ero sul serio e vederti stare male appagava la mia rabbia!”
“Sì, ma poi hai distrutto la lettera perché preferivi che pensassi di essere stato ignorato, così lo stronzo eri tu, invece di scoprire che non solo sono un padrino inetto, ma che per di più la mia totale perdita di controllo ha anche ferito te”

“Va bene, va bene, sei uno stronzo, hai vinto… ma non mi importa, non mi importa di quante volte tu possa spaventarmi, non mi importa di quante volta debba aspettarti pensando che forse sei morto, che forse sei disperso, che forse stai soffrendo, che forse mi stai chiamando e io non ci sono…”

Draco…”

“Non mi importa! Purché possa tornare a casa e scoprire che non era altro che uno spavento, purché possa tornare a casa e scoprirti vivo e sano e preoccupato perché Ted ha l’influenza. Ma c’è una cosa di cui mi importa… una cosa che non puoi fare…”

Gli occhi di Harry erano fissi nei suoi, una smorfia di sofferenza sul viso ma le mani aggrappate alla sua maglietta, Draco afferrò quella con l’anello e gliela mise davanti al viso:

“Non puoi tirarti indietro, non puoi dirmi che non dovrei sposarti o… che non te lo meriti… non puoi farlo, non puoi. Non puoi giocare con quella decisione… non te l’ho chiesto sull’onda del momento, non ho mai preso con superficialità nessuna decisione che ti riguarda”

“Lo so, Draco…”
“Non mi sono mai mostrato volubile, non con te, mai con te… e non ho intenzione di cominciare adesso, ti voglio sposare perché ti amo e ti voglio sposare perché voglio passare il resto della vita con te, vomito influenza e feste di beneficienza, tutto il pacchetto”

“Draco…”

“Non è per una stupida lettera che hai dimenticato di spedire, non è perché ti preoccupi esageratamente per Ted… non c’è nulla che tu possa fare per farmi cambiare idea, nulla!”

Harry sfilò la mano dalla sua e se la strinse forte al petto, nascondendo l’anello con l’altra quasi a proteggerlo, Draco non sapeva se da lui, da se stesso o semplicemente dall’idea che non potesse esistere. Draco se lo strinse contro, abbracciandolo forte fino a quando le lacrime sulle proprie guance non finirono per asciugarsi.

Andava tutto bene.

 

  
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