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Autore: Ireth Anarion    05/11/2018    2 recensioni
Loki ha sedici anni e pensa che la sua vita non abbia più senso di essere vissuta. Con un padre assente e nessun amico a dargli conforto, i cattivi pensieri incombono sempre più su di lui.
Un giorno, navigando in rete, si imbatte nel forum "United We Stand", dove tanta gente proveniente da tutto il mondo si apre e parla dei propri problemi. Ma quando Loki legge la testimonianza di un certo Thor, il quale si lamenta di ciò che ai suoi occhi risulta essere banale e, anzi, una fortuna, la sua rabbia esplode e allora decide di contattare il ragazzo in chat.
Loki non può immaginare che da quel momento tutta la sua vita prenderà una piega diversa.
IL RATING POTREBBE SALIRE.
***Sì, ho cambiato il titolo della storia***
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi ero ripromessa di pubblicare una volta a settimana, ma a causa di vari impegni mi sa che gli aggiornamenti non saranno tanto regolari… chiedo scusa.
     Ad ogni modo, grazie a chiunque abbia seguito/preferito/ricordato questa ff e grazie anche a chi ha recensito <3
     Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, pian piano ci addentriamo più nella storia e il rapporto tra Thor e Loki comincia a nascere ;)
     P.S. Il titolo è cambiato, come avrete potuto notare, e ovviamente anche il nome del forum su cui i due ragazzi si stanno scrivendo :3
     Un bacione, alla prossima!
 
 

    
    






 
 
Loki passa dalla rabbia all’apatia e all’ansia in così poco tempo che spesso si chiede come faccia il suo cervello a non esplodere una volta per tutte. È come trovarsi incastrati in una di quelle macchinine dell’autoscontro dei luna-park, con tutta la gente che ti viene addosso ridendo e schiamazzando mentre tu vorresti solo scendere e stenderti in un posto tranquillo per evitare che il mal di mare ti faccia vomitare. Ma la cosa assurda è che ora, in questo momento, seduto di fronte al PC, Loki trova quasi seducente l’idea di essere invischiato in questo casino. Il fatto che Thor gli abbia risposto è talmente sorprendente per lui che il cuore non smette di battere come un tamburo. È così che ci si sente ad avere qualcuno che prova interesse nel conoscerti? Loki si sente tremendamente patetico, ma è emozionato… Il che fa a pugni con la sua quasi costante apatia e lo rende un po’ tremante, ma tant’è.
     Che male potrebbe fare un po’ di conversazione? In fondo non è detto che debba continuare per forza, potrebbe troncare quando più gli compiace: basterebbe cliccare sulla x e chiudere United We Stand. E poi, questa potrebbe essere una delle rarissime occasioni che ha per fare amicizia.
     “
Perché ci tieni tanto?”, chiede dunque, sinceramente incuriosito ma soprattutto ansioso di conoscere la risposta. Si porta il dorso dell’indice tra i denti per mordicchiarlo piano e i suoi occhi si sgranano appena mentre vede la dicitura “Sta digitando…” in basso nella chat.
     “
Non lo so”, è la risposta di Thor.
     Non lo so? Come sarebbe a dire?
     “
Tutto qui?”.
     “
Tutto qui”.
     “
Non capisco”.
     “
Cosa c’è da capire? Mi incuriosisci, sei misterioso”.
     Questo fa sorridere Loki con il naso arricciato: essere definito misterioso, secondo lui, è un complimento molto apprezzabile.
     “
Mi trovi misterioso? Sul serio?”.
     La risposta di Thor ci mette un po’ ad arrivare.
     “
Sì, soprattutto perché non so ancora come ti chiami. Che tu sia un ragazzo l’ho intuito solo perché usi il genere maschile, altrimenti non mi avevi detto neanche questo”.
     “
Potrei essere una ragazza che sta cercando di depistarti”, replica Loki con un ghignetto maligno.
     “
Nah, non credo. Ma se così fosse, scommetto che saresti davvero sexy ;)”.
     Oh. Questo non se l’era aspettato.
      Le sue guance si scaldano e il pomo d’Adamo fa su e giù nella gola mentre deglutisce a vuoto. Muove le dita sui tasti, senza premerli davvero per lunghi istanti. Poi digita: “
Stai flirtando con me?”.
     Forse non dovrebbe inviarlo, troppo audace. D’altra parte, non è che conosca davvero il tipo, quindi che importanza ha?
     Così invia il messaggio. E poi aggiunge, perché la sua autostima ora è a mille: “
E comunque sono sexy a prescindere”.
     Pensa che a questo punto morirà dall’ansia, e quando si sente così stare fermo a rimuginare non è mai la scelta più saggia: per cui, decide di scendere in cucina e prepararsi una tazza di thè bella forte, che di solito – almeno secondo lui – è la risposta a tutti i malanni. Mentre aspetta che l’acqua si scaldi nel bollitore, scorge dal salotto buio il baluginio della TV, segno che suo padre si è spostato sul divano per guardare la partita di calcio; di tanto in tanto lo sente borbottare suggerimenti e rimproveri verso i giocatori che mai lo ascolteranno, e la cosa gli fa roteare gli occhi al cielo.
     Quando infine il thè è pronto, completo di un goccio di latte e lievemente zuccherato, Loki decide che è giunto il momento di tornare di sopra. I suoi occhi non possono fare a meno di gravitare sullo schermo del PC ancora prima che lui si chiuda la porta della camera alle spalle.
     Thor ha già risposto da cinque minuti.
     “
Non ne ho il minimo dubbio ;)”.
     Questa volta, suo malgrado, Loki ha in viso un sorriso aperto e luminoso. “
Stai ancora flirtando con me”. E non è una domanda. Ammicca al nulla mentre prende un lungo sorso di thè, mugolando soddisfatto.
     “
Ti dà fastidio?”.
     Fa schioccare piano le labbra e ci pensa un po’ su. Scopre che la risposta non la sa neanche lui: non sa se gli dia fastidio che un ragazzo flirti in quel modo con lui semplicemente perché, in primo luogo, non sa con esattezza come classificare la sua sessualità. È abbastanza certo di essere etero, ma a volte gli viene il dubbio che ci si identifichi solo perché… è automatico? Lui è un ragazzo, gli piacciono le ragazze, e… e la testa gli scoppia. È un discorso così contorto. Non ha mai avuto l’occasione di verificare se effettivamente gli piacciano le donne o gli uomini perché non si è mai soffermato a pensarci seriamente, troppo occupato a morire dal disagio nel ritrovarsi in mezzo alla gente. E se fosse asessuale? Sarebbe possibile. Ma in quel caso, se Thor – maschio – ci stesse provando con lui – maschio –, la cosa lo infastidirebbe?
     “
No, non credo”.
     Complimenti per la dialettica.
     “
Non credi? Hahahah”.
     “
Non lo so. Tu sei gay?”.
     “
Wow, come corri. Non so ancora il tuo nome e tu sei a un passo dal conoscere tutta la storia della mia vita”.
     Non sa decifrare lo stato d’animo di Thor. È ironico? Indispettito? Forse ha osato troppo nel porre quella domanda… dopotutto, non è che solo perché si stanno conoscendo può permettersi di impicciarsi degli affari del maggiore. Anche se è stato Thor a cominciare con quelle frasi ammiccanti, non è detto che voglia esternare la sua identità sessuale così apertamente. D’altro canto, Loki pensa che a questo punto potrebbe concedersi di dirgli il suo nome: sarà molto meglio che vedersi rivolgere quell’odioso mio caro anonimo.
     “
Mi chiamo Loki”, invia dunque.
     “
Loki. Mi piace, è particolare. Piacere di conoscerti, il mio nome lo sai già”.
     Loki inarca un sopracciglio mentre scrive veloce: “
Quindi ti chiami davvero così? Pensavo fosse un nickname o qualcosa del genere”.
     “
Ehi, cosa vorresti insinuare?!”.
     Sogghigna. “
Nulla, nulla”.
     “
Pft! Allora, Loki, da dove vieni?”.
     Ora è lui a correre troppo, pensa. “
Prima tu”.
     “
Okay. Sono nato in Australia ma vivo in Danimarca da quando avevo tredici anni”.
     Il primo pensiero di Loki è “Menomale”, non sa con esattezza il motivo; forse perché così non rischieranno mai di incontrarsi, perché a dividerli c’è letteralmente il mare.
     Poi Thor aggiunge: “
Ora tocca a te”.
     “
Io sono nato a Londra e ci vivo tuttora”, scrive Loki.
     La risposta di Thor è ancora una volta istantanea: “
Ugh! Non proprio dietro l’angolo! Hahahah”.
     Il minore digita un sincero: “
Per fortuna”, salvo poi cancellarlo. Questo sarebbe davvero troppo scortese. “Eh, già…”, è la sua replica finale.
     “
Quindi sei un inglesino. Scommetto che in questo momento stai bevendo una bella tazza di thè, hahahah!”.
     Loki guarda in basso alla tazza fumante che stringe nella mano sinistra e storce le labbra in una smorfia.
     “
Generalizzazioni stupide”.
     “
HAHAHAHAH! Dài, ammettilo, ti ho beccato!”.
     “
E invece cosa dovrebbe fare un australiano che vive in Danimarca da” – fa un rapido calcolo – “cinque anni?”.
     “
Si annoia a morte, amico, ecco cosa”.
     Loki, che aveva portato la tazza alle labbra per un altro sorso, si immobilizza. Amico. L’ha chiamato amico.  E okay, è un modo di dire, lo sa, probabilmente Thor è molto più espansivo di lui – anzi, non probabile, sicuro –, ma diamine. Loki odia realizzare che gli piacerebbe essere amico di qualcuno. Odia ammettere di avere queste… queste debolezze.
     E poi, prima di poter pensare a qualunque cosa per replicare, Thor comincia a mandare una raffica di messaggi:
     “
A casa avevo molto più da fare”;
     “
Avevo una vita”;
     “
Tanti amici”;
     “
Una ragazza”;
      “
Qui invece è tutto diverso”;
     “
Ma sai cosa mi manca più di tutto?”;
     “
Andare in spiaggia e fare surf. Mi mancano le onde, l’odore del sale, la sensazione dell’acqua che dondola sotto la tavola”;
     “
Mi manca terribilmente”.
     Loki legge tutto e capisce che ciò di cui ha bisogno il maggiore è parlare, parlare e sfogarsi con qualcuno. E anche se lui non è bravo a fare altrettanto, né a confortare – non ne ha mai avuto l’occasione in primo luogo –, almeno è bravo ad ascoltare. Perciò lascia che Thor continui a scrivere del suo passato in Australia, che deve sicuramente essere stata meraviglioso, fino a che ha compiuto tredici anni e qualcosa è andato storto.
     Tredici anni.
     Nel realizzare ciò, il cuore di Loki fa quasi una specie di tonfo e le mani gli si gelano, nonostante siano strette attorno al thè caldo. Lui a tredici anni ha perso la sua mamma. Thor a tredici anni ha perso la sua vecchia vita. È un caso, certo, solo uno stupido insignificante caso… Ma chissà perché, per un istante ha quasi l’urgenza di dirglielo, di esprimere quella strana sensazione di vicinanza al ragazzo.
     ‘E se non fosse proprio tutto un caso?’, pensa all’improvviso. Se qualcuno, lassù, avesse deciso di mandargli una persona che possa capire almeno un po’ come si sente? Forse proprio sua madre, che continua a vegliare su di lui, ha mandato un… un amico per Loki.
     E poi si riscuote, perché no, cose del genere non esistono nella vita reale. Non è in una stupida commedia adolescenziale dove lui è il protagonista tormentato che ha una vita schifosa e finalmente arriverà qualcuno a salvarlo, soprattutto perché questo Thor non gli sembra affatto il tipo che possa salvare qualcuno. Anzi. Forse è Thor stesso ad aver bisogno di essere salvato. E Loki non ne è in grado, non quando non sa neanche cosa diavolo rispondere a quei messaggi se non uno striminzito, stitico: “
Mi dispiace”.
     Non è giusto. Affatto. Dovrebbe impegnarsi di più, perché il maggiore si è aperto e ha raccontato cose su di sé senza chiedere nulla in cambio. Loki ci pensa con freddezza, senza una vera e propria convinzione, l’apatia che è tornata a ricoprirlo come una membrana spessa, come la pelle di un serpente che proprio non vuole staccarsi.
     Ma Thor risponde con un: “
Non preoccuparti, davvero, immagino che anche tu abbia i tuoi problemi…”, ed è quanto di più gentile e discreto Loki potesse mai immaginare.
     Continuano a parlare fino a notte fonda, quando il rumore delle auto fuori dalla finestra diminuisce drasticamente e la partita di calcio è finita da un pezzo; Loki sente il russare di suo padre come un suono remoto, ma mette ugualmente le cuffiette per isolarsi e ascoltare un po’ di musica.
     “
Ho fatto anche rugby, oltre al surf”, gli racconta Thor, e il piccolo immagina che abbia un fisico ben piazzato; nella sua mente comincia a costruirsi un’immagine idealizzata di come potrebbe essere il maggiore. “Mi piaceva, ma sai, il mio cuore è sempre stato nel mare”.
     “
Non potresti fare surf anche lì in Danimarca?”, chiede allora Loki.
     “
Be', sì, ma abito a tipo due ore di distanza dalla spiaggia più vicina… e qui fa molto più freddo che a casa…”.
     Nota come si riferisca all’Australia chiamandola ancora “casa”, come se si fosse trasferito da pochissimo e la ferita fosse ancora fresca. Questo gli fa provare un gran dispiacere.
     “
Hai diciotto anni. Quest’estate potresti prendere un treno e farti una bella vacanza. D’estate fa più caldo anche lì, no?”.
     “
Magari… Sarebbe un sogno! Mi sentirei rinascere dopo parecchio tempo, credimi”.
     “
Allora pensaci bene, no? Fossi in te comincerei a documentarmi da ora”.
     “
Hahahah, addirittura?”.
     “
Sono un tipo un po’ ansioso”, ammette Loki, leggermente imbarazzato. “E poi, le vacanze prenotate prima costano sempre molto meno rispetto a quelle last minute”.
     “
Non posso darti torto, mio caro Loki”.
     Ed ecco di nuovo quel mio caro. Se non altro, ora Thor usa il suo nome.
     “
Che fai?”, gli chiede a quel punto il maggiore.
     “
Ascolto una canzone”, ribatte lui. Omette il fatto che abbia appena mandato giù l’ultimo sorso di thè, perché sa che lo prenderebbe in giro sul fatto di essere inglese e fare una tipica attività inglese.
     “
Che musica?”.
     Loki arrossisce. Sta ascoltando l’ultima canzone di Miley Cyrus*, ma solo per scelta di YouTube. Lo giura.
     “
Eminem”, mente, ad ogni modo.
     “
Un bel casino prima di andare a letto, hahahah”.
     “
Perché?”.
     “
Perché il rap è agitato. Se vuoi rilassarti, ti consiglio questa”, e poi gli manda un link.
     Loki vi clicca sopra e gli si apre Blowin’ in the wind di Bob Dylan. Rimane senza fiato per qualche istante.
     “
Così dormirai meglio”.
     Loki deglutisce a vuoto e sente gli occhi inumidirsi. Le dita gli tremano mentre digita: “
Grazie”. Deglutisce ancora, chiude un attimo gli occhi e si bea della melodia lenta e malinconica. Il cuore fa così male che gli serra la gola.
     È solo un caso, si dice. È solo un caso che Thor gli abbia mandato una delle canzoni preferite di sua madre. Una di quelle che fischiettava mentre guidava per andare al supermercato o mentre passeggiavano le domeniche pomeriggio dopo un bel pranzo sostanzioso. È solo un caso, ma le lacrime scendono ugualmente, vanno a finire sui tasti del PC, altre scivolano lungo il collo e fin sotto la maglia che usa per dormire.
     “
Figurati, per così poco :D”, scrive Thor.
     Ma Loki pensa che non sia affatto poco, pensa che sia tutto.
     “
È molto bella…”.
     “
Una delle mie preferite. Mi aiuta nei momenti ‘no’, diciamo…”.
     “
Dà speranza”.
     “
Spero di sì. E spero che te ne dia tanto quanto ne dà a me, Loki”.
     Loki sorride tra le lacrime, sentendosi un po’ sciocco. “
È così, davvero”.
     “
Questo mi rende tanto felice. Comunque ora devo andare, è tardi… E credo che anche tu domani andrai a scuola, no?”.
     Il ragazzino guarda l’orario in basso sul monitor: sono le 02:37. Gli sfugge un basso lamento depresso. “
Sì, purtroppo ho scuola”, scrive.  
     “
Allora dovremmo proprio andare”.
     Loki si asciuga veloce le lacrime e le sue solite insicurezze tornano ad affacciarsi nel suo cervello. E se Thor stesse cercando un modo gentile per liquidarlo? Se non dovesse scrivergli mai più?
     “
Però se vuoi possiamo sentirci anche domani”.
     Oh.
     “
Uh, sì, come vuoi”.
     “
Be’, lo sto chiedendo a te”.
     Loki sbuffa e rotea gli occhi al cielo. “
Per me va bene”, scrive, sperando che la sua nonchalance non sortisca l’effetto opposto, ovvero farlo apparire disperato.
     “
Lo sapevo, ti piaccio ;)”.
     Il minore scoppia a ridere di cuore. «Idiota…», mormora al nulla, con la pelle delle guance che tira un po’ per le lacrime ormai secche.
     “
Sì, come no… Sogna, Thor”.
     “
Certo che sognerò, sto già sbadigliando dal sonno u.u”.
     “
Scemo… buonanotte”. Cancella e riscrive. “Allora buonanotte”.
     “
Buonanotte, Loki. A domani! :D”.
     “
A domani”.
     Anche se la conversazione è ormai conclusa, Loki esita un po’ prima di chiudere la pagina di United We Stand. Ha una piacevole sensazione di calore che gli riempie il petto, e per una volta non è a causa del thè. Rilegge gli ultimi messaggi, si sofferma sull’“a domani” entusiasta di Thor e respira piano dal naso come per tranquillizzarsi. Suona come una promessa, in un certo senso lo fa sentire più sicuro.
      Domani non è poi così lontano, si dice. Basta chiudere gli occhi e sarà già arrivato.
     Infine si decide a spegnere il PC. Prende la tazza vuota e la porta di sotto, lasciandola nel lavandino della cucina, ripromettendosi di lavarla prima di andare a scuola. Ne approfitta anche per andare in salotto a dare una sistemata al divano – suo padre ha il brutto vizio di stropicciare i cuscini e strattonarli e sbatterli a destra e a manca per sfogarsi in silenzio quando guarda la partita –, poi sale di nuovo sopra per lavarsi i denti e mettersi a letto.
     Ma ancora non ha voglia di dormire.
     Si nasconde sotto le lenzuola, raggomitolandosi come se stesse per commettere un crimine, e prende il cellulare. Cerca il forum su google e vi accede con un piccolo sorriso, va nella chat di Thor e con disappunto si accorge che da lì è vuota: è normale, dopotutto, non è registrato.
     Oh, be’, si dice, presto verrà riempita anche lì. E allora sorride di nuovo e, Dio, pensa che questo sia un record. Dal cellulare potranno conversare ovunque, anche durante le lezioni, sull’autobus, in attesa dal medico e-
     E non deve esagerare. Non può. Se dovesse finire male, se… non può correre in questo modo, anche se sa che è tipico delle persone sole come lui attaccarsi così tanto al primo accenno di affetto. Ma è proprio per questo non può permettersi un tale coinvolgimento.
     Va sull’app di YouTube e seleziona Blowin’ in the wind, cominciando ad ascoltarla a occhi chiusi. Se Thor manterrà la promessa di quell’a domani, lui sarà ben disposto a rispondergli. Altrimenti, arrivederci e grazie.
     Però è stato tanto gentile. Sembra un bravo ragazzo.
     Prima che la canzone finisca, Loki si è già profondamente addormentato.
             
     









*Non ricordo dove ho letto che Tom Hiddleston ascolta musica trash (NON SO SE SIA VERO, PRENDETELA CON LE PINZE), così ho approfittato della cosa (e anche del fatto che Chris Hemsworth è il cognato di Miley Cyrus) per nominare lei. E nulla, mi divertiva l'idea :D

P.S. So che i capitoli sono un po' cortini, ma purtroppo allungherei solo il brodo se mi sforzassi ad allungarli inutilmente... Spero che andando più avanti nella narrazione si allungheranno di conseguenza :/
Un abbraccio!












 
   
 
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