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Autore: twisted__    06/11/2018    3 recensioni
Sirius Black ha un appuntamento ed è nel pieno di una crisi esistenziale.
James Potter è all'oscuro di tutto ed è nel pieno di una crisi esistenziale.
Lily Evans era all'oscuro di tutto ed è solo in preda alla rabbia.
Peter Minus è all'oscuro di tutto ma non sa di esserlo.
Remus Lupin ha un segreto che non sa come star zitto.
Da un prompt trovato su Pinterest
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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To Build a Home
 
A te, sempre a te
per tutto il tempo che abbiamo perso 
 

 

"James Fottuto Potter, dannazione!"
La risata del campione di Quidditch aveva quasi distrutto i già fragili nervi di Sirius. Quasi. Quello che avrebbe davvero potuto attentare alla loro forza era il modo in cui l'ex grifondoro si era lanciato senza alcun riguardo sul letto dell'amico piuttosto che farsi gli affari suoi e tornarsene al piano di sotto, sul divano, soprattutto dopo aver appagato la propria stupidità lanciandogli contro un incantesimo per legargli i piedi. Scherzo davvero esilarante e grazie tante. "E dai, Felpato, sei veramente una palla colossale" aveva latrato James malamente spalmato sui cuscini regalati al rampollo Black da Peter il giorno in cui si era deciso a togliere dall'incomodo i nuovi coniugi Potter e trovarsi una casa. Sirius lo aveva ignorato, continuando a giocherellare con i pantaloni sdruciti che aveva indosso. Il ragazzo accanto a lui aveva sbuffato, poi si era messo seduto ed aveva iniziato a scrutarlo con gli occhi ridotti a due fessure. Sirius sapeva bene cosa stava per accadere: l'interrogatorio. Era già successo e il più grande dei Black aveva resistito fieramente, neanche James fosse Voldemort e lui l'unico a custodire il segreto della salvezza del mondo. Aveva ceduto, ma Sirius sapeva perfettamente che sarebbe tornato all'attacco ed eccolo lì, il momento che aveva tanto temuto. Eccolo, neanche un'ora prima del suo appuntamento.
"Si può sapere perché sei così nervoso?" - aveva chiesto l'ex studente di grifondoro con un ampio movimento plateale delle braccia - "Non mi hai detto neppure dove vai".
"Sì che te l'ho detto, James. Vado ad un appuntamento".
"Come se questo fosse sufficiente!".
"Ramoso, sono grande, ricordi?" - gli aveva ricordato sfinito con un tono canzonatorio decisamente troppo bassi per i suoi standard di Malandrino - "non devo dirti proprio tutto tutto tutto".
"Certo che devi dirmi tutto! Andiamo, ti ho tenuto in casa mia una vita, brutto figlio di puttana!"
Sirius si era preso in pieno viso un cuscino e avrebbe voluto prendersela per i soliti modi infantili di James, ma la realtà era che in quel momento il vero problema era essersi spettinato i capelli. Aveva quindi scansato il suo migliore amico con una manata ed una risata che non era riuscito a reprimere più di tanto. "Ringrazia che mia madre è quella che è o ti avrei già affatturato" aveva invece sbuffato divertito.
"Ringrazia che io sono quello che sono o tua madre ti avrebbe già affatturato, piuttosto, infame di un cane".
"Ricordami di dire a Lily che ha sposato un bambino di 5 anni".
"E tu ricordami di dire alla donzella con cui stai uscendo che sei un amico di merda".
Ecco, lo sapeva. Erano appena tornati alla questione appuntamento e Sirius sarebbe stato un cretino a dire che non se lo aspettasse. James era fin troppo abile, ma lui era sopravvissuto per anni agli interrogatori della McGranitt e non avrebbe ceduto dopo un così duro allenamento. "Chi ti dice che conoscerai questa persona?" aveva quindi domandato ovvio. Il suo migliore amico si era sistemato in una posizione più composta, giusto per non permettere all'altro di scappare dai suoi occhi inquisitori. "Fai tutti questi misteri, devo dedurre che sia quella giusta! E poi sei così nervoso. Se non ci fossi io avresti già preso a morsi il cuscino".
"Non è vero".
"Certo che lo è, lo fai sempre da cane. Ti innervosisci e mordi qualsiasi cosa, una volta anche le mie coperte preferite, me lo ricordo benissimo".
"Non sono esattamente Sirius quando mi trasformo".
"Io invece sono convinto che tu sia molto più Sirius in quei momenti che-".
"James, mi lasceresti tormentare in pace?".
"Oh, andiamo amico! Proprio non posso! Pensa a quando sarò un recluso e non potremo vederci da nessuna parte se non a casa mia".
"Adesso stai correndo".
"Avrai tutta la privacy del mondo, ma solo da allora. Prima di quel giorno penso di meritare di sapere con chi esci".
Il ragazzo aveva sospirato stanco. Prevedibile anche quella conversazione, ovviamente: James conosceva perfettamente i punti da toccare per far crollare un testimone e non avrebbe guardato in faccia a niente, neanche a quello che l'ascesa di Voldemort avrebbe presto significato per lui, per la sua libertà, per sua moglie e il suo futuro figlio. "Sei anche ingiusto Ramoso, lo sai?" aveva detto a quel punto, un dito puntato ripetutamente contro il petto dell'amico.
"Perché? Non sono affatto ingiusto, sono realista. Ti sottopongo la realtà".
"No, mi sottoponi la realtà per farmi sentire in colpa, ecco perché".
"Ramoso, va bene se non vuoi dirmi chi è per una questione riguardante la sua sicurezza, però -"
"Frena, frena, frena. Che?". James aveva sbuffato in risposta come faceva tutte le volte che stava per ammettere una verità scomoda o qualcosa che gli faceva male. Sirius aveva abbassato il viso al suo livello e "non me ne fregherebbe niente dell'incolumità di nessuno. Al limite posso non dirti chi è perché mi frega della tua, di vita. Ma non è questo il caso".
Il ragazzo aveva stretto le labbra sconfitto ed il maggiore dei Black aveva finalmente rivisto l'atteggiamento caparbio di James che non riesce ad ottenere le informazioni che vuole. Aveva sorriso, ma le affermazioni del suo migliore amico lo avevano fatto sprofondare in uno stato di angoscia che non avrebbe voluto portarsi addosso quella sera, eppure. 

"Dunque è qualcuno che conosciamo!".
"Eh?".
Potter aveva sorriso trionfante, la bacchetta dietro l'orecchio e le mani ossute che avevano afferrato compulsivamente le spalle dell'amico. "E' una persona che conosciamo! Ti sei tradito!" aveva gongolato contento.
"Non - James, non è nessuno che conosci, okay? Non te l'ho detto perché non so cosa succederà e non mi va di fare il gradasso".
"Ti è sempre piaciuto fare il gradasso".
"A diciassette anni. Adesso siamo un tantino più grandi".
"Beh, non si direbbe quando -".

Il campanello aveva suonato due volte e i due amici avevano avuto giusto qualche secondo per guardarsi in faccia prima che tutto accadesse: James si era alzato di scatto dal letto e Sirius aveva fatto per afferrare il lembo del suo maglione. Il ragazzo era stato molto più veloce e si era letteralmente scapicollato giù per le scale con il padrone di casa alle calcagna. "Rictumsempra!" aveva urlato d'istinto durante l'inseguimento mentre puntava la bacchetta contro il giovane Potter. Quello si era accasciato a terra con un tonfo per cui Sirius si era quasi dispiaciuto, iniziando a ridere come se lo stesse torturando una squadra di buontemponi. 
"Sir-ahahahahah! Sirius Blaahahahahahck! Non - ahahahhaahah! Siriuhuhus!".
Da migliore amico più abietto della storia, il rampollo dei Black non aveva minimamente ascoltato le suppliche dell'ex compagno di Casa ed aveva aperto la porta con un sorriso. Dall'altra parte, Remus si stava guardando attorno come se non avesse mai visto quell'ingresso e si era voltato soltanto quando una mano del padrone di casa gli aveva toccato il mento. "Hei" avevano soffiato in coro senza distogliere lo sguardo l'uno dall'altro. Lupin aveva ridacchiato con il fare di chi certe cose le ha sempre lette nei libri. "Hei" aveva ripetuto a quel punto, questa volta sicuro che l'altro non gli avrebbe fatto eco.
Il terzo malandrino si era fatto strada nella piccola casa di Sirius e "chi è che sta ridendo in maniera così disperata?" aveva chiesto prima di percorrere in poche falcate la cucina per affacciarsi in corridoio. 
"Oddio, James! L'ho totalmente dimenticato!".
"James? Avevi detto - ".
"So quello che avevo detto".
"Hei! voi duhuhueeehehehe! Qualcuno mi ahahaaiuahahati!"
Remus si era lanciato velocemente addosso all'amico, liberandolo in pochi secondi dall'incantesimo. "Merlino" - aveva sospirato a quel punto l'ex campione di Quidditch - "avevo paura che sarei morto dalle risate".
"Il solito melodrammatico".
"Beh, meglio così che per mano di Voldemort, no?" aveva aggiunto Sirius mentre aiutava il suo migliore amico a sedersi sul divano. Lupin lo aveva guardato malissimo. "Fai delle battute che farebbero vergognare Godric Grifondoro, lo sai?".
"Rilassati Lunastorta, questa mi è piaciuta".
I tre erano rimasti a guardarsi per qualche istante, Sirius e Remus dietro il tavolo della cucina e James estremamente provato sul divano. 
"Se sei qui per capire cosa sta combinando Black, puoi tornare a casa: non parlerà neppure sotto tortura, pare".
"Io non - perché, cosa sta combinando?".
"Sta flirtando con qualcuno e non vuole dirmelo".
"Ah sì?".
Lupin aveva guardato il padrone di casa giusto per qualche istante. "Cosa hai detto a James?" aveva chiesto serafico nonostante lo sguardo attentamente puntato sul viso dell'amico. 
"Niente, non gli ho detto niente".
"Ti sembra giusto Rem? Abbiamo condiviso tutto! Tutto! Anche la casa!".
"E a quanto pare non avete mai smesso".
"Ora inizia ad uscire con qualcuno che lo rende nervoso e non vuole dirmi neppure chi è!"
"Ah, lo rende nervoso?".
"Voi due mi avete scocciato. Per Godric, avrei dovuto diventare amico di Severus Piton e convincere il maledetto Cappello Parlante a smistarmi in Serpeverde esattamente come avevo in mente di fare la prima ora dopo l'assegnazione delle Case".
"Nessuno vuole uscire con un Serpeverde, non so quanto ti convenga mio caro".
"Parla per te Ramoso, Lucius Malfoy non ha mai perso occasione per fregarsi tutte quelle che trovavo interessanti a scuola".
"Nessuna persona decente uscirebbe con un Serpeverde, rettifico".
"Esagerato. Di nuovo" aveva aggiunto Remus, una vena di esasperazione nel tono della voce. Sirius gli aveva rivolto un sorrisetto dei suoi dalla sua postazione dietro il tavolo della cucina e il ragazzo aveva distolto lo sguardo per ignorare bellamente l'espressione strafottente che aveva fatto cadere sotto il violento armamento bellico comunemente conosciuto col nome di "Fascino" tutte quelle studentesse di Hogwarts. "Io sono uscito con dei Serpeverde" aveva fatto notare a quel punto il lupo mannaro. Black aveva alzato le braccia al cielo.
"Gesù, Remus!".
"Non ti ho ancora espresso abbastanza disprezzo per il fatto che tu sia uscito con forse due persone durante tutti gli anni di scuola e che quelle due persone siano state delle serpi. Grazie per avermi ricordato quanto ti disprezzo".
"Di niente, Ramoso".

 

Sirius aveva afferrato una sigaretta dal pacchetto dimenticato accanto ai fornelli e Lupin lo aveva guardato nuovamente male. "Le sigarette accanto ai fornelli" - aveva detto saputo mentre il figlio dei Black continuava a far finta di niente - "E smetti di fumare in casa!".
"Hai ragione, devo andare. Sono in ritardo. Dovresti andare anche tu".
Gli aveva voltato le spalle in fretta ed aveva cercato di raggiungere ad ampie falcate la porta. Non aveva neppure fatto in tempo ad aprirla che si era ritrovato Peter e Lily sull'uscio. "Che diamine fate voi qui?" aveva chiesto sconcertato. I due erano entrati senza fare complimenti.
"Io cerco mio marito" aveva detto la rossa, una mano ad accarezzarsi il ventre nonostante la gravidanza non fosse ancora visibile. Peter aveva sorriso all'amico in un modo che aveva quasi istigato Sirius a prenderlo a pugni sul muso.
"Ho accompagnato Lily" - aveva detto gonfio d'orgoglio - "per assicurarmi che fosse al sicuro".
"Perfetto, Codaliscia, dove lascio i meritati dieci punti di Grifondoro per questa tua visita?"
"Non ci badare" aveva detto serio James quando Minus gli si era seduto accanto e Lily si era accomodata sulle sue gambe. "E' molto nervoso oggi".

"James, credo tu abbia interrotto qualcosa".
"Non - non fa niente, Lily. Sto uscendo e non farò tardi proprio oggi. Siete tutti invitati a lasciare casa, non importa se dopo di me. Capito Remus?"
"Va bene, va bene" aveva concesso il primo della classe con un'alzata di spalle. James aveva boccheggiato scontento. "E dai! Remus! Dove stai andando Rem!".
Lupin aveva continuato a percorrere il corridoio a passo svelto per cercare di raggiungere Sirius. "Continua a camminare" aveva bofonchiato quello mentre Potter continuava a cercare di farli tornare indietro. "Hei! Voglio sapere dove stai andando Remus Lupin!" aveva urlato impaziente dal divano. Il lupo mannaro aveva guardato nuovamente Sirius e "No!" gli aveva risposto quello con enfasi mentre trafficava con le chiavi di casa.
"Devo dirgli qualcosa" aveva mimato il ragazzo prima di raggiungere nuovamente la cucina.
"Rem, no! Dio".
Ad ogni modo, Lupin non poteva davvero farci niente. Sarebbe uscito con il migliore degli alibi, tranquillizzando sia gli amici che Sirius. "Si può sapere dove vai anche tu?" gli aveva chiesto di nuovo James, gli occhi confusi per la prima vera volta in quella giornata e dritti nei suoi. E Remus, beh, Remus le bugie non aveva mai saputo dirle. L'unico modo che conosceva per risultare credibile era la mezza verità e l'avrebbe usata anche quella volta. Il giovane Black era entrato di corsa nella stanza giusto per sentirlo dire "sto andando ad un appuntamento".
Fine, the end, fin, ende, конец. James Potter lo aveva guardato interdetto per qualche istante e "anche tu?" aveva chiesto incerto prima che Remus capisse di essere appena cascato in una trappola. Aveva guardato Sirius nella speranza che riuscisse a scrollargli i problemi di dosso, ma neppure il re degli scherzi sapeva cosa fare. Aveva restituito al suo migliore amico uno sguardo da cretino, poi aveva guardato nuovamente Lupin e "a-anche tu, Lunastorta?" aveva bofonchiato incerto. Lily aveva intrecciato le braccia visibilmente in attesa di spiegazioni. "Pensa, che caso" aveva riprovato Black con un sorrisetto stupido. L'ex campione di Quidditch loro amico si era preso la testa fra le mani.

"Perché?" - aveva chiesto a quel punto la Evans, gli occhi verdi corrucciati in un'espressione di rimprovero, ma la voce che rivelava una certa compostezza davanti all'accaduto - "perché non dircelo?".

"Non - ragazzi, questa è la nostra serata".
"Potevate renderci partecipi! Non vi avremmo disturbati, però -"

"Lily, Lily" l'aveva chiamata Remus mentre le stringeva le mani. La ragazza aveva alzato lo sguardo in quello dell'amico ed improvvisamente aveva smesso di parlare o anche solo di accennare ad una qualche domanda. "Non adesso, okay? Ti - vi prego".
Lei aveva sospirato piano e con un cenno del capo li aveva lasciati andare. Lupin aveva sorriso raggiante prima di dare un colpo sulla spalla dell'altro ragazzo. Entrambi avevano fatto due passi festanti verso il corridoio, ma poi erano tornati indietro per baciare James sul capo che, dal canto suo, era ancora congelato sul divano nella medesima posizione di prima.
"Ti vogliamo bene, Ramoso".
"Grazie" aveva concluso Sirius mentre gli spettinava i capelli. I due avevano lasciato casa in fretta, sbattendosi la porta alle spalle.

Rimasti soli, i Potter e Peter Minus avevano preso a guardarsi in faccia come se fossero stati bambini babbani alle prese con la scoperta dell'inesistenza di Babbo Natale. "Perché?" aveva chiesto James dopo qualche attimo. "Come ho fatto a non accorgermene? Faccio così schifo? E soprattutto perché non hanno detto niente?!".
"Beh, tu non hai detto loro quando siamo usciti insieme la prima volta".
"Ma certo che gliel'ho detto, Lily! Andiamo! Se ti avessi detto di aver vuotato il sacco, non mi avresti mai concesso un secondo appuntamento!".
La ragazza aveva boccheggiato qualche attimo, poi aveva contratto la bocca in un'espressione arrabbiata e si era alzata dal divano per sparire in corridoio. James aveva sospirato piano mentre ascoltava i passi della moglie farsi sempre più lontani ma mai meno furiosi. "Non ho capito" - aveva detto Peter a quel punto - "con chi diamine escono quei due stasera? E come hanno fatto a mettersi entrambi d'accordo per la stessa serata?".
A quel punto, tutto ciò che si era sentito per chilometri, era stato l'urlo di James.

 

 

 

II 

 

"Quindi ti rendo nervoso eh?".
"Tu non- no, stai ovviamente rigirando la cosa a tuo favore!"
Remus aveva riso sereno, forse per la prima volta da almeno tre mesi. L'aria della Londra babbana era estremamente gradevole quella sera e Dio, non lo avrebbe mai ammesso, ma Lupin avrebbe volentieri lasciato la sua vita per fingersi un babbano come un altro. Avrebbe costretto tutte le persone che amava a farlo, se necessario, ma era abbastanza sicuro che Voldemort sarebbe riuscito a trovarli anche in quel caso. Non per quella sera, certo, mentre Sirius Black gli versava un altro bicchiere di vino rosso con il sorriso sbarazzino che aveva fatto piangere decine di ragazze. "Basta!" gli aveva quasi strillato mentre con una mano difendeva il suo bicchiere. "Basta o mi farai ubriacare!".
"Credi che io stia cercando di approfittarmi di te, Lunastorta?".
"Credo che se anche tu ci provassi, saresti sbranato da un lupo mannaro in pochi istanti".
"Qualcuno che conosco?".
"No, l'ho appena adottato nel giardino di casa".
Il ragazzo aveva riso contento e di nuovo aveva istallato i suoi occhi grigi in quelli di Remus. "Umorismo sui lupi mannari. Mi stai stupendo, Rem".
"Sono diventato grande".
"E non lo hai fatto male".
"Beh, uscire con dei serpeverde non mi ha completamente fuorviato".

Il maggiore dei Black lo aveva guardato estremamente male prima che l'ex prefetto scoppiasse nuovamente a ridere. "Non so se riesco a passare su questa cosa" aveva detto investito dalle risate di Remus. "Possiamo lavorarci. Ti ho aspettato per sette anni" aveva risposto divertito. 
"Stai ignorando tutta la considerevole parte di vita dopo la scuola".
"Ho sempre avuto un debole per te" - aveva ammesso Lupin con un sorriso dolce - "solo che tu eri troppo occupato a sfidare Lucius Malfoy con le tue presunte qualità di amatore ed io hei, sono un lupo mannaro, non avevo esattamente il tempo di occuparmi di quanto tu volessi essere solo mio amico".
"Ignorerò quel "presunte" accostato alle mie doti di amatore e ti dico comunque che avrei mollato qualsiasi altra ragazza per te".
"Non te lo avrei permesso, Felpato".

"Sei ancora un lupo mannaro" gli aveva fatto notare serafico. Si era acceso una sigaretta mentre Lupin continuava a bere piano il suo bicchiere di vino. Lo aveva osservato per qualche secondo, poi quello aveva posato il calice sul tavolino all'aperto di quel locale senza pretese. "Cosa ti ha fatto cambiare idea?" aveva chiesto ancora Sirius, questa volta più serio di prima, perché insomma, gli interessava davvero capire per quale motivo lui e Remus ci avevano messo tanto, perdendosi probabilmente tutto quello che di bello la vita poteva dar loro fino a quel momento. "Perché per quello che ne sappiamo il mondo potrebbe finire domani, Sir".
Si erano baciati senza fretta, quasi stesi sul tavolo e sul calice ancora pieno di vino, assolutamente incuranti del pericolo macchia che sembrava starsene nascosto dietro l'angolo. Poco male, pensava Remus mentre Sirius infilava le sue dita nei capelli che aveva tagliato male. Poco male, quello era l'unico pericolo che potevano correre quella sera. L'odore delle sigarette del giovane Black gli aveva fatto dimenticare qualsiasi cosa stesse accadendo nei paraggi e anche lontano da loro. Non erano due maghi, soltanto Sirius e Remus. Soltanto due persone che si sarebbero amate perché dirsi di averlo sempre fatto avrebbe avuto un suono sbagliato, il suono di un'imperdonabile perdita di tempo e vita.
"Posso portarti a casa?" - lo aveva interrotto Black dopo avergli morso il labbro - "non voglio sembrarti un villano, ma non posso permetterti di startene ancora lì, in quel modo, senza che io possa pensare di averti anche solo per cinque minuti".
"Dipende. Chissà se i Potter sono ancora a casa tua".
"Do fuoco all'appartamento" aveva affermato d'istinto ad un palmo di naso dal volto di Remus che nel frattempo rideva divertito.
"Ho avuto paura quando l'ho visto a casa! avevi detto che saremmo usciti insieme da casa"
"So quello che avevo detto, ma questa volta sarò peggio di Lord Voldemort, dovranno avere paura di me".
"Io impiegherei cinque minuti per delle commissioni. Tanto per iniziare, mi accerterei del fatto che James si sia sbloccato, poi cercherei di capire anche se la situazione a Peter è chiara".
"Più chiara di così avremmo dovuto disegnargliela!".
"Beh non lo so. Sei sicuro che abbia capito che io e te stavamo uscendo insieme questa sera?"
"Vaffanculo Remus Lupin" aveva asserito Sirius con una nuova risata che presto aveva contagiato anche l'altro. Lo aveva baciato di nuovo mentre lo trascinava lontano da quel locale e lontano da quelle strade. Non era sicuro di quante volte si fosse girato per baciare l'ex prefetto, ma quando quello lo aveva respinto con una mano e gli aveva soffiato un "dai, basta!" che gli era suonato come una presa in giro, Sirius lo aveva abbracciato forte. 
"Se hai il coraggio vienimi a prendere" aveva detto al cielo prima di baciare ancora Remus. Quello lo aveva allontanato di nuovo con un risolino. "Si può sapere con chi parli adesso?".
"Con Lord Voldemort. Se ha il coraggio può venirmi a cercare. Adesso che ti amo posso anche morire, Lunastorta, giuro".
Quello aveva riso ancora, questa volta però meno allegro. Gli aveva accarezzato i capelli con il palmo di una mano e per qualche motivo non se l'era sentita di ripetere quelle cinque lettere. "Vaffanculo, Sirius Black" aveva invece detto a bassa voce prima di baciarlo nuovamente sulle labbra.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice:
Sono ritornata ad una delle mie cose preferite: la Wolfstar. Ormai mi sono letteralmente trasferita su wattpad e forse solo coloro che seguivano il mio vecchio account lì sopra ricordano la fan fiction wolfstar che stavo scrivendo prima del cambio di account. Non scrivo di Sirius e Rem da allora e non ho grandi pretese. Non so neppure perché io abbia postato anche qui. Forse mi mancava efp.

Si tratta di un prompt trovato su internet: praticamente scrivere della propria ship in compagnia di una terza persona che chiede ai due dove stanno andando ed entrambi rispondono "ad un appuntamento" causando il caos. Doveva venire un po' più allegra ma per me wolfstar e malinconia fanno rima.

Lo so, Peter Minus stupido è un classico. Odio talmente tanto Codaliscia che non so proprio come si fa a scindere il suo passato con quello che ha fatto ai Potter e sono un'autrice decisamente di parte, sì. Spero vi sia piaciuta l'improvvisata (almeno a voi che mi leggete sempre) e che piaccia a coloro che mi troveranno con questa OS. Vi ricordo che potete sempre trovarmi su wattpad nel caso in cui vogliate vedere come me la passo come @lunastortaswords e potete commentare con me su instagram, il mio account è @llunastortawattpad.  
Baci
Gab 

   
 
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