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Autore: _happy_04    13/11/2018    0 recensioni
13 / 11 - happy birthday Isogai!!
[ MaeIso | fluff | 1386 parole ]
Come fare quando in un giorno speciale manca una persona speciale?
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Yuuma aveva riso. Ebbene sì, il tempo passava per tutti. Sembrava appena il giorno prima quando erano dei ragazzini vivaci e inarrestabili, con la sensazione di avere il mondo in mano. Certo, a trent’anni ancora non è che si potesse ancora definire vecchio, ma senz’altro aveva già un piede nella fossa.
A dire la verità, un po’ gli mancava quel tempo. Lui non era mai stato completamente spensierato, con la famiglia a cui badare, ma di certo la mente di un ragazzino era molto più libera di quella di un adulto.
E poi, non capitava che Hiroto fosse lontano da Tokyo proprio nel giorno del suo compleanno.
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Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Hiroto Maehara, Yuma Isogai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- happy birthday, darling -

Yuuma si sedette sul divano, stringendosi nel maglione e con la tazza di cioccolata calda fumante tra le dita.
Quell’anno, il freddo invernale era arrivato particolarmente presto, e, nonostante non fosse neanche arrivata la metà di novembre, già si poteva distinguere nelle strade e sui tetti delle case una sottile coltre di neve, che imbiancava tutto con delicatezza e poesia. Se non fosse stato per l’assenza delle luci colorate in giro, sarebbe quasi venuta la tentazione di gridare “Buon Natale!” ai passanti.
Erano esattamente queste le notizie che, negli ultimi giorni, erano state trasmesse al telegiornale – ormai, la monotona e tranquilla voce dell’annunciatrice del meteo serviva a Yuuma per non sentirsi poi così solo.
Soprattutto il giorno del suo compleanno.
Per carità, fin dalla mattina era stato tempestato di messaggi e chiamate – ad essere sinceri, i primi SMS erano già arrivati a mezzanotte, solo che non aveva avuto motivo per rimanere sveglio fino a tanto.
La prima chiamata a cui aveva risposto era stata quella di Kataoka, più o meno alle otto e mezza – appena si era alzato, insomma. «Siamo già a trenta,» aveva esordito, con una risata. «stiamo invecchiando anche noi alla fine, eh?»
Yuuma aveva riso. Ebbene sì, il tempo passava per tutti. Sembrava appena il giorno prima quando erano dei ragazzini vivaci e inarrestabili, con la sensazione di avere il mondo in mano. Certo, a trent’anni ancora non è che si potesse ancora definire vecchio, ma senz’altro aveva già un piede nella fossa.
 A dire la verità, un po’ gli mancava quel tempo. Lui non era mai stato completamente spensierato, con la famiglia a cui badare, ma di certo la mente di un ragazzino era molto più libera di quella di un adulto.
E poi, non capitava che Hiroto fosse lontano da Tokyo proprio nel giorno del suo compleanno.
Erano passati circa sette anni da quando avevano cominciato a vivere insieme, in una casa tutta per loro, e le loro professioni permettevano tutto sommato di stare abbastanza insieme. Tuttavia, a volte capitava che Hiroto avesse degli incontri o delle riunioni, che lo costringevano a rimanere fuori casa per qualche giorno.
Allora, Yuuma rimaneva da solo, a combattere il pungente silenzio della casa vuota con le voci della televisione e quelle due o tre chiamate che il suo compagno gli faceva quando trovava miracolosamente qualche minuto di spacco. La sua voce in quei momenti era, seppure un po’ stanca, intrisa di quell’allegria e vitalità che lo caratterizzava e che Yuuma aveva sempre amato di lui, ma lontana, modificata da tutti i maledetti chilometri che li separavano.
Il ragazzo sentiva la sua mancanza dal momento in cui usciva dalla porta con la valigia fino a quando non ricompariva sull’uscio.
Soprattutto in quel 13 novembre, avvolto nel suo maglione di lana, sentiva premergli nel petto il desiderio di averlo accanto a sé, insieme a lui, a condividere la coperta davanti a un vecchio film in bianco e nero con effetti speciali rudimentali e ambientazioni nostalgiche.
Improvvisamente, lo schermo del cellulare si illuminò, e Yuuma sorrise nel leggere il nome comparso sul display. Con un poco di gioia che gli si affacciava nel cuore, si allungò ad afferrare il telefono e premette sul pulsante verde. «Hiroto!»
«Ciao, Yuuma.» Come ogni volta, nella sua voce la distanza era impressa in modo forte al punto di essere dolorosa. «Auguri di buon compleanno! Scusa se non sono riuscito a chiamarti prima. Ti giuro, praticamente mi sono dovuto svegliare già in sala riunioni!» Si lasciò andare ad un sospiro esasperato. «Che stress, ragazzi.»
«Non ti preoccupare, non importa. Mi dispiace solo che tu stia avendo un giorno così pesante.»
«Ah, tranquillo. Spero di riuscire almeno a cenare con un minimo di calma. Certo che certe aziende rompono proprio parecchio!» Concluse questa frase ridendo, e ciò fece ridere anche Yuuma. Giusto un poco.
«Di’ un po’,» riprese Hiroto. «Hai già sentito i ragazzi della vecchia E?»
«Quasi tutti, per la verità.»
«Bene! Come vanno Karma e Nagisa? Avevano comprato una casa anche loro, mi pare.»
Yuuma riportò alla mente i due. Quando aveva ricevuto la loro videochiamata, aveva avuto modo di vedere che il loro rapporto era ancora identico a come era alle medie – battibeccavano un po’, ma si amavano davvero, e si vedeva. «Alla grande. Non sono cambiati per niente, sai?»
«Oh, mi fa piacere! Me li immagino, a volte. Come dire, di sicuro in casa loro non ci si annoierebbe!»
Risero entrambi, e in un certo senso in quel momento la distanza si accorciò un pochino. O almeno, questa fu l’impressione che ebbero per un istante.
Tacquero per un attimo, e Yuuma lo sentì di nuovo allontanarsi. Quel silenzio era carico di parole, di sentimenti, troppo pesanti, a cui Hiroto diede voce, con un tono serio, grave. «Mi dispiace di averti lasciato solo, Yuuma. Non sai quanto vorrei essere lì con te.»
Il ragazzo sentì qualcosa perforargli il cuore, ma cercò di tirare su una piccola risata. «Non essere drammatico. Domani tornerai, no?»
«Sì…»
Non era minimamente sollevato. Anzi, sembrava ancora più giù. E Yuuma non era da meno.
Ci fu qualche altro secondo di silenzio, poi Hiroto parlò di nuovo. «Mi chiamano dalla sala riunioni… Devo andare, scusami.»
Annuì. «Okay.»
«A dopo, Yuuma. Ti amo.»
«Ti amo anch’io.» Fu con queste parole che la chiamata si chiuse, dopo appena quattro minuti e diciassette secondi contro le trentatré ore che aveva trascorso e le altre ventiquattro che lo aspettavano prima che, alle sette del quattordici novembre, Hiroto tornasse a casa.
Posò nuovamente il telefono sul comodino, e tornò a fissare la luce blu dello schermo della TV, sentendo la sua voce ma senza ascoltarla davvero.
«E siamo qui.» mormorò, preparandosi mentalmente alle ore di solitudine che lo spettavano.
Aveva il cuore gonfio di malinconia. Anche non pensando a nulla questa non lo abbandonava.
A risvegliarlo da quella specie di trance fu il suono del campanello. Ora che ci pensava, Rio gli aveva detto che sarebbe venuta da lui più tardi con qualche altro compagno della E a fargli un po’ di compagnia per il suo compleanno. Lui aveva provato a schermirsi e a dirle di non disturbarsi, ma, conoscendo quella ragazza, molto probabilmente era già davanti alla porta con altre venticinque persone.
Con un piccolo sorriso al pensiero, si alzò dal divano, poggiando la tazza accanto al telefono, e si avviò alla porta. Quando però la aprì, si trovò davanti qualcosa che non si sarebbe mai aspettato.
Il cappotto marrone-bordò, la sciarpa celeste, i capelli biondi dai riflessi arancio vivo, gli occhi ambrati. Non c’erano dubbi, o era davvero lui o la sua mente gli stava facendo qualche gran brutto scherzo.
«Sorpresa!» esclamò Hiroto, con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro.
Yuuma gli gettò le braccia al collo, così di slancio che finirono per terra – non che a qualcuno dei due importasse. Tutto quello che importava era che si trovavano a casa, insieme.
«Ho ottenuto il permesso per andarmene prima, così posso stare con te! Contento?» spiegò, stringendolo tra le proprie braccia a sua volta.
«Non potrei esserlo di più!» rispose Yuuma, senza alzare il viso dal suo petto.
Era vero. Sentiva il cuore esplodergli di gioia, tutta la tristezza e la malinconia si erano praticamente vaporizzati nel giro di qualche secondo. Non riusciva a pensare a nient’altro se non al fatto che la televisione ora non sarebbe stata l’unica a tenergli compagnia, e quel silenzio doloroso si sarebbe spento, sostituito dalle risate, dalle loro risate, e le voci, le loro voci, avrebbero nuovamente riempito quelle vuote camere.
«Come, scusa?» rise Hiroto, scherzando sul fatto che la sua voce era stata soffocata dalla stoffa pesante del suo cappotto.
Yuuma alzò la testa, a guardarlo negli occhi con un sorriso che non sembrava accennare a diminuire. «Ho detto che non potrei essere più felice di come sono ora che sei con me.»
Hiroto sorrise a sua volta, poi, una mano sulla sua guancia, tirò a sé il suo viso, lasciandogli un dolce bacio freddo sulle labbra. «Buon compleanno, amore mio.»
Yuuma gli accarezzò i capelli, per poi alzarsi e tendergli una mano. «Fa un tantino freddo qui; che ne dici di entrare in casa?»
«Va bene.» Hiroto si sollevò in piedi, afferrò la valigia e intrecciò le dita libere con quelle del suo compagno, avviandosi oltre la porta.


------Angolo dell'autrice
Salve a tutti!!
Ebbene sì, oggi è il compleanno di Isogai. Cosa vi aspettavate, potevo mai non postare niente proprio il giorno del compleanno del mio bambino preferito? E soprattutto potevo mai farlo senza inserirci neanche un accenno di MaeIso? Sì, capirete che era surreale.
E poi avevo questa roba nel computer da agosto, o forse anche prima. Sì, ho aspettato mesi solo per postarla proprio il 13 novembre. Fissa? Amore? Seri problemi psicologici? Forse tutti.
Non lo so, suppongo di poter concludere. Tanti auguri, mio adorato Yuuma. 
Au revoir!
Bacioni,
Happy.
   
 
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