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Autore: AnnabelleTheGhost    13/11/2018    0 recensioni
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Storia interattiva dove potrete influenzare le scelte del protagonista, Hugo. Riuscirete a realizzare la vostra ship o finirà tutto a scatafascio? Dipenderà tutto da voi e da ciò che sceglierete tra le opzioni date.
In bocca al lupo!
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO I - INTRODUZIONE









 
Hugo aprì gli occhi. Di scatto.
Il buio lo circondava, aveva completamente divorato la sua stanza. Ma dopo qualche secondo gli occhi iniziarono ad abituarsi, a distinguere le sagome degli oggetti nella stanza, a intravedere pallidi raggi lunari farsi spazio tra le tapparelle. Vedeva il computer sulla sua scrivania, il poster accanto al letto e l’orologio ticchettante... Che ora segnava? Non riusciva a vedere con chiarezza dove fossero posizionate le lancette.
Ma l’orario in realtà non era ciò che gli interessava in quel momento. Era notte fonda, nessun impegno imminente richiedeva la sua presenza. Con gli occhi spalancati e fissi nel vuoto, Hugo si domandava perché si fosse svegliato. C’era qualcosa, sicuramente. Qualcosa che faceva fatica a ricordare... Ma cosa poteva essere?
Ragiona, Hugo, si disse. Deve essere stato un sogno.... E grazie al cazzo. Cos’è che stavo sognando?!
Chiuse gli occhi, tentando di concentrarsi. Alla mente gli tornarono sprazzi sconnessi di ciò che stava accadendo prima nel mondo dei sogni. C’era la cucina di casa sua, lui che veniva schiacciato sulla metro, Skull all’entrata della sua università...
Okay, una cosa per volta. Concentriamoci sull’elemento che non c’entra: Skull.
Sbuffò tra sé e sé perché mai nella vita aveva creduto di dover pensare a quell’energumeno per più del necessario ma, se voleva ottenere le informazioni mancanti, quello era l’unico modo per far cooperare il suo cervello.
Perché quell’idiota di Skull era di fronte alla mia università?
Colpa di Eliantho?
No...

Un flash di immagini lo colse: Skull era lì per parlargli di qualcosa riguardo...
Riguardo chi?
Nakita!
Stranamente nel sogno Skull e Nakita erano fratelli (al che gli venne solo da pensare Cervello, ci sei o ci fai?!) e... Cosa era successo prima? Di cosa voleva parlargli Skull? Perché era lì?
E Hugo improvvisamente ricordò. Riaprì gli occhi e un forte rossore divampò sul suo viso. Non riuscì a trattenere un imbarazzato sorriso colpevole. Si rese conto di essersi svegliato di colpo perché, sì, nel sogno Skull era più terrificante del solito ma... quello che era successo prima... Cazzo, al solo pensiero che il suo cervello stesse per cestinare un’immagine così bella!
Le labbra di Nakita sulle sue, i respiri soffocati di lei che si infrangevano sulla sua bocca. Il retrogusto del suo rossetto, le sue dita affusolate sui capelli...
Hugo rimase interi minuti in silenzio nel buio a contemplare la scena, di nuovo e di nuovo ancora, come uno spettatore che alla fine del film rimane in sala per vedere la programmazione successiva finché il cinema non chiude.
Dopo un sogno del genere non poteva tornare a dormire. O almeno, non subito.

 
...
 

Il telefono si mise a squillare. La donna si rigirò nel letto, confondendo i rumori del mondo reale con quelli del mondo dei sogni. Ma il trillo non cessava e come un trapano le perforava i timpani, intimandole di destarsi.
Con un mugugno, Pamela aprì lentamente le palpebre e allungò una mano verso il cellulare. Lo schermo la accecò per qualche istante e, senza riuscire a vedere chi fosse l’interlocutore, accettò la chiamata.
“Pronto?” biascicò con le poche forze che aveva in corpo.
“PRONTO SIGNORA ZIA DI HUGO, SONO...”
“Etan, tesoro, ti ho detto che puoi chiamarmi se ne hai bisogno ma... Sai che ore sono?” lo interruppe, sempre biascicando.
“SISSIGNORA! MA È URGENTE! HUGO NON RISPONDE AL CELLULARE!”
Pamela fu costretta ad allontanare il telefono dall’orecchio: le urla di Etan stavano per farla diventare sorda.
“Etan, hai bevuto?”
“NO CIOÉ, NON CREDO! RAGAZZI, HO BEVUTO????”
Pamela riuscì a sentire una voce in sottofondo dire ad Etan “Allora, Hugo??”
“AH SÌ, HUGO” riprese Etan. “ME LO PASSA, PER FAVORE? QUESTIONE DI VITA O DI.... MORTE! QUESTIONE DI MORTE!”
“Non può aspettare domattina, Etan?”
“NO!!!”
Pamela sospirò e accese la lampada sul comodino. Gli occhi fecero per un attimo fatica ad abituarsi a quella luce improvvisa. Stanca, si alzò dal letto e indossò la vestaglia adagiata su una sedia lì accanto. Uscì dalla stanza da letto e usando il cellulare per illuminare il corridoio, ciabattò verso la stanza di Hugo. Dal telefono provenivano urla, risate e schiamazzi e più avanzava, più Pamela si convinceva che non fosse un’emergenza. Ma per Hughino non era nulla svegliarsi nel bel mezzo della notte e passargli il suo migliore amico.
Giunse di fronte alla porta e si fermò un attimo, per sentire se ci fossero rumori provenienti dalla stanza. Era difficile sentire qualcosa, visto il frastuono proveniente dal telefono, ma le sembrò di sentire dei sospiri. Pamela aprì piano la porta, sussurrando timidamente un “Hughino, sei sveglio?”
“ZIA!!” urlò Hugo, tutto paonazzo, mentre si portava le coperte al collo con fare agitato. “COSA FAI???”
“Hughino, che ci fai sveglio a quest’ora?” chiese invece lei, ignorando le domande del figlioccio.
“ZIA!! È NOTTE!! CHE CI FAI TU IN CAMERA MIA???”
Zia Pam ebbe un sussulto, come se il suo dovere di mamma chioccia preoccupata le avesse fatto dimenticare il motivo per cui era entrata nel cuore della notte in camera del suo Hughino.
“Ah, sì! C’è Etan al telefono. Dice che è urgente”
Si avvicinò al letto per porgergli il telefono ma Hugo la fermò. “LO CHIAMO IO! VAI A LETTO! Ehm... Volevo dire”, si corresse Hugo, sforzandosi di parlare normalmente appena la zia si era fermata. “Non so cosa voglia dirmi Etan. Magari è una cosa lunga... Non voglio che tu perda sonno per colpa mia. Vai pure a letto”
Pamela guardò per un attimo Hugo e non poté che acconsentire, borbottando “Ah, il mio povero sonno di bellezza...”. Comunicò ad Etan per telefono che l’amico lo avrebbe richiamato, chiuse la chiamata e se ne andò, non prima però di aver augurato la buona notte al suo Hughino sulla soglia della camera.
Hugo, ancora paonazzo, afferrò il proprio telefono e notò 5 chiamate perse di Etan. Cosa cacchio voleva a quell’ora?!
Lo richiamò all’istante e nel momento stesso in cui la chiamata era partita, urlò: “ETAN, CHE CAZZO?!!!!”
“AMICOOOOOO!” rispose allegramente. “NON SAI COSA TI STAI PERDENDOOOO!!”
“ETAN!” Poi, ricordandosi che la zia dormiva nell’altra stanza abbassò il tono di voce. “Etan, perché cacchio mi stai chiamando a quest’ora??”
“È STATO FIGHISSIMO, DOVEVI ESSERCI!!” Etan scoppiò in una risata, poi riprese. “Ci siamo tutti beccati in strada. E QUANTE POSSIBILITÀ C’ERANO, AMICO?? E Jjay ci ha detto che i suoi sono fuori città e ora siamo tutti da lui!”
“Bravi, divertitevi da Jjay” rispose Hugo, seccato. Allontanò il telefono dall’orecchio e fece per premere il rosso.
“Hugo” bisbigliò Etan. “C’È NAKITA!!”
“CHE CAZZO HAI DETTO??” urlò Hugo, riportando il cellulare all’orecchio e dimenticandosi della zia che dormiva.
“C’È NAKITA! VIENI, AMICO!!”
Era notte fonda, casa di Jjay era lontana ma...
Hugo chiuse la chiamata.
Non sarebbe stata la prima follia fatta per vedere Nakita.
 
 
 
Fine del primo capitolo!
È molto corto, lo so, ma è solo una breve introduzione che funge da premessa alla storia che verrà.
Questa è una storia interattiva e voi lettori potete cambiarne il corso! E le vostre scelte potrebbero in conclusione cambiare il destino del protagonista, i pairing della storia...
Eccovi di fronte il vostro primo bivio, dunque.
Una volta arrivato alla festa, Hugo con chi andrà a parlare?
  • Etan?
  • Nakita?
  • O *plot twist* opzione jolly (ovvero, votate a scatola chiusa, se vi piacciono le sorprese. Vi do solo un indizio: questo pg cambia/ha cambiato colore di capelli durante il fumetto)?      
  
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