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Autore: Phantomina88    15/07/2009    3 recensioni
La stramba vita di Sally Lunn, una ragazza stravagante come Luna, casinista come Dobby e altrettanto complessata come Cho. Riuscirà il suo enigmatico analista a resistere ai suoi racconti di pura follia?
Genere: Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Scusate il ritardo megagalattico ma gli esami, grandissime scocciature, mi hanno portato via un sacco si tempo. Accidenti a loro! Or dunque, siete curiose/i di sapere come andrà la fantastica cena di compleanno del nostro beneamato Sev? Eccovi qua il capitolo che ve lo spiega…

Poi ditemi come vi sembra e se avete dei consigli.

Capitolo 4

 

Gennaio.

Il compleanno orientale e la torta di mirtilli*.

 

Sbuffo seccata. È da mezz’ora che Tanis sta giocando a “Cicci-Pucci” con Severus al citofono. Funziona così: lei gli dice “Cicci!”, lui le risponde “Pucci” e continuano così fino alla nausea. È un gioco così ridicolo. Lo fanno spesso quando devono aspettarmi: per vestirmi e tutto il resto impiego una mezz’ora buona. Però se devo andare da qualche parte con una persona devo essere come minimo decente, giusto? Comunque non so chi sia il più scemo: se lei che lo chiama oppure lui che le risponde! Poverino! Sev vuole soltanto salire, si tratta di pochi attimi e poi usciamo. Oh, Dio!

“Tanis! Fallo salire, almeno!” esclamo esasperata. Dagli da bere del Whisky Incendiario, mentre aspetta in salotto,ma non farlo stare di sotto, dai! Severus penserà che te l’abbia chiesto io!

“Sally ma sei ancora in accappatoio? Muoviti! Vai a cambiarti!”.

Scatto in camera ma, raggiunto il mio guardaroba, sospiro sconsolata. L’accappatoio è abbastanza umido, inizio a sentire freddo e non ho ancora scelto niente di carino! Esamino ad uno ad uno jeans, magliette, camicie e maglioni. Niente! Nessuno mi soddisfa! Sono tutte robe messe e stramesse! Lancio per aria tutto ciò che è appeso sulle stampelle, infilo la testa nell’armadio per vedere se sono rimasti altri vestiti. Dentro c’è una serie di maglioni che ho comprato da una vita ma che non ho mai messo. Osservo l’orologio! Oh, cavolo! Ma è tardissimo! Mi starà aspettando. Sarà arrabbiatissimo e mi fulminerà con la sua bacchetta magica. Oh, no! ho ancora i capelli umidi!

Okay, Sally. Niente panico!

Prendo la prima cosa che mi capita a tiro dall’enorme montagna di abiti sparsi sul letto. La sfortuna vuole che abbia preso un… tubino nero?! E da quando ho un tubino nero?! Ehm…adesso ricordo! Dal matrimonio di mia cugina Carmen. Ora saranno dieci anni che si è sposata. Mh! Mi entrerà ancora questo coso? Considerando che dieci anni fa avevo più o meno vent’anni e che adesso mi sono un po’ ingrassata, non credo. Comunque tentar non nuoce!

Le maniche mi entrano, il resto del vestito scivola senza problemi lungo il seno per bloccarsi sui fianchi! Oddio! Qui proprio non passa!

“AAARRRGGH!!”

Santo cielo! L’ho strappato!! L’ho strappato! Era l’unica mia ancora di salvezza, stasera! Adesso mi toccherà rimandare la serata.

“Uh, oddio!” urla Tanis al citofono, deve aver sentito il mio, ehm, ululato.

Ma che cavolo hai combinato! Adesso lui penserà che ci è accaduto qualcosa. Che mi è accaduto qualcosa.

“Che è successo, che è successo?” entra come una furia, sbattendo la porta della mia camera. Ehi! ma ti sembra questo il modo?

Uuh, oddio! Che casino!” esclama vedendo lo strappo.

“Non mi sei d’aiuto per niente, Tanis. Hai aperto a Severus?”.

Uuuh oddio! L’ ho lasciato di sotto!” e torna al portone di casa, di corsa.

Povero Sev, lo stiamo trattando come un cane!

Mi tolgo a fatica il vestito e lo butto sul mucchio sparso sul letto. Tanis torna trafelata.

“Eccomi, gli ho aperto. Contenta, piccioncina?”.

“Ma che piccioncina?!” esclamo arrossendo terribilmente “Aiutami a cercare qualcosa di decente, piuttosto!!”.

Torniamo alla ricerca di altri vestiti. Jeans neri? È da un po’ che non li indosso!

“Prova questi!” mi esorta Tanis.

Mi sembra vadano bene. Eleganti ma sobri, inoltre il nero slancia. Perfetto!

“Camicia rossa?”

No! Blu?No! Verde oliva? Assolutamente no! Bianca? Forse un maglione è meglio. Agguanto un pullover di lana bianca con la scollatura a barchetta, su cui è scritto Wand anRoses con degli strass che luccicano ad ogni movimento. Perfetto!

“Sei davvero carina” asserisce la mia scatenata coinquilina.

“Dici sul serio?”.

“Ragazze, posso entrare? Permesso!”.

Oh, merda! È Sev! È qui!

Tanis cura il trucco. Non è possibile! Sembro un pagliaccio! Glielo faccio togliere e rifare come dico io e senza il doppio strato di ombretto fucsia. Con un colpo di bacchetta i miei capelli sono asciugati, setosi e profumati. Li raccolgo in una coda. Bene, manca solo il mio sempiterno profumo al karkadè, la borsa e sono pronta.

“Buonasera, Severus” dice Tanis  tutta contenta “La tua principessa sta arrivando”.

Principessa?! Eh, sì! Tanis ha sempre voglia di scherzare.

Prendo il regalo, apro la porta. Oh! Ahi!

“Scusa!” gli sono andata addosso.

“Ciao. Hai fatto a botte con i vestiti stasera?” sorride beffardo, guardando la roba sparsa sul letto. Okay, okay, non me lo dite. Lo so benissimo da me: classica figuraccia, vero?

Per tutta risposta gli faccio una linguaccia.

“Grazie per l’Whisky Incendiario e la compassione di prima”. Ancora la Legilimanzia!

“Ma non ti stufi mai?” lui scoppia a ridere.

“Stai davvero bene. Sei proprio una principessa dei giorni nostri. Proprio come ha detto Tinais!”.

“Tanis” lo corregge lei. Mi fa l’occhiolino, eccitata. Si sta riferendo alla nostra fantasticheria di ieri sera. Lei mi ha detto che devo fare in modo che ci sia il dopocena! Lei sostiene che fare la sensuale quanto basta trascinerà  gli uomini a saltarti addosso prima ancora che…oddio! Va bene! Okay. Non scendiamo nei dettagli, devo andare a cena! Saluto la mia amica ed esco.

In cinque minuti arriviamo alla macchina. Accende il motore, inserisce un Cd e si parte. Nell’abitacolo si diffonde un’allegra e frizzante musica jazz. Da quando in qua ascolta musica jazz?

“Da ieri. A dire il vero, per caso. Ho scoperto questo Cd in un negozio qui vicino”.

Mi mostra la custodia con la copertina dai colori sgargianti, piena di trombe colorate e chiavi di violino. Severus che rimane colpito da una copertina colorata?! Davvero strano! Sopra c’è scritto il nome del complesso: Marvin & the Foxes. Chissà chi è Marvin e chi le Volpi? Scommetto che questo non sia molto rilevante ai fini della nostra serata.

“Dove andiamo? Pensavo mi avresti portato qui vicino”

Il dubbio mi è venuto perché in effetti stiamo andando un po’ lontano.

“È una sorpresa. Tanto per cominciare, chiudi gli occhi”.

Obbedisco. Sono davvero curiosa.

“Anch’io ho una sorpresa per te” li socchiudo.

“Ah! Ti ho visto, brutta furbastra! Chiudi gli occhi!”.

“Ok”.

Avverto un gran freddo, avvolgermi il corpo. Siamo usciti dall’automobile.

“Abbiamo volato?”.

“Sì, per pochissimo però” mi prende la mano; è caldissima. Sembra un termosifone umano. Sento un crepitio sospetto.

“Cos’è?” chiedo preoccupata.

“Una busta”.

“Dammela subito”.

“No!”.

Severus sei sempre il solito: alla pentolaccia non ci gioco da quando avevo dieci anni! Gli uomini sono così bambini! Però non vale, ho gli occhi chiusi! Severus! Così giochi sporco!

“Non farmi i dispetti! Sono disarmata!”.

“Okay, prendila” mi trascina delicatamente per mano “Fidati di me”.

Entriamo e percepisco subito il calore del riscaldamento acceso. Giunge alle mie orecchie una musica vagamente orientale e sento qualcuno parlare un accento vagamente familiare. Tavolo numelo tle! Ahahah! Ma questo parla come Titti! Dov’è gatto Silvestro? Ahahah! La voce è più suadente, forse la persona che ci ha accolto è una donna. Ancora qualche passo, mi fa sedere delicatamente. Aspetto un altro istante.

“Adesso puoi aprirli”.

Mi ci vuole un po’ per orientarmi. Vedo bacchette, tavolini bassi, cuscini. Ecco perché ci ho messo una vita a sedermi e la sedia era troppo morbida! Le pareti e il soffitto sono piene di disegni ed ideogrammi. La musica che sentivo prima viene da un uomo che sta suonando uno strano strumento. È seduto su una piccola panca…aspetta un attimo! Ideogrammi?! Oh, no! No! Non può avermi portato qui! Non può essere…

Realizzo.

“Di cosa ti meravigli?” chiede Sev.

Rimango qualche attimo folgorata, con la bocca spalancata.

“Guarda che me l’ hai consigliato tu!”.

“Non ti seguo” strabuzzo gli occhi esterrefatta. 

“Hai capito benissimo, invece”.

“Eri tu l’anonimo?!”.

 Mi sento come se fossi stata ibernata e mi avessero scongelato da poco, in un’altra dimensione.

“Certamente” risponde mentre la cameriera ci porta i menù “Ah! Consigli davvero molto bene. è un posto davvero incantevole”.

Spalanco la bocca, sono senza fiato. Chi l’avrebbe mai pensato! Non mi sembrava il tipo per queste cose. Però sono felice che qualcuno voglia sentire consigli anche da me. Impercettibilmente sento sfiorare le punte delle dita dalle sue che poi ritrae subito, non appena abbasso lo sguardo.

“Grazie!”.

“Ti ricordi il tizio giapponese che ti ha aiutato con l’articolo?”.

“Sì, come dimenticarlo!” alzo gli occhi al cielo e nella mia mente si focalizza l’immagine di Akiyo col suo sorriso da tonto.

“Lui era…

No! non ci posso credere! Non voglio crederci! Akiyo era forse Severus che aveva preso la pozione Polisucco? Ne ha una bella scorta nella credenza a quanto ricordo.

“No, Sally. La Polisucco non c’entra niente. Akiyo è un mio amico che lavora in un’azienda Babbana e si è offerto, previa mia richiesta, di aiutarti”.

“Come facevi a sapere…”.

“Usa l’immaginazione!” sorride.

Legilimanzia! Era una risposta retorica la sua, ammesso e concesso che esistano le risposte retoriche. Però questa si è rivelata davvero utile! Non smetterò mai di ringraziarlo. Do uno sguardo al menù. Credo che prenderò il Ramen. È l’unico piatto che conosco bene. Bisogna per forza mangiare con le bacchette? Non ci sono coltello e forchette per, ehm, i principianti? Date le mie scarse capacità non credo che cenerò stasera.

Mi guardo intorno circospetta e parlo sottovoce.

 “ Ehi, Sev! Non credo di saper usare bene le bacchette”.

“Tranquilla, t’insegno io”.

Prende le bacchette e in cinque secondi sa usarle secondo la modalità pinza. Prendo un bastoncino, tra pollice ed indice. Poi prendo l’altro tra l’anula…ops!

Oh, che bello! La bacchetta vola per aria ed atterra precisamente negli spaghetti di altro commensale. Oh, no! E adesso come faccio? Facendo finta di niente mi giro verso Severus che sta ridendo sommessamente senza sosta.

“Sev, non è bello ridere delle disgrazie altrui! Cosa devo fare?” sto diventando isterica.

“Potresti chiedergli scusa, per esempio e riprenderti la bacchetta”.

Mi alzo e vado verso il malcapitato, avendo cura di abbassarmi la spallina della maglietta. Chissà se questo espediente servirà a convincerlo?

“Buonasera. Mi scusi per il disastro, ma è che stavo imparando a usare le bacchette e me n’è sfuggita una”.

Cerco di parlare con la voce più suadente possibile; l’uomo mi lancia uno sguardo così voglioso che penso mi stia mangiando con gli occhi così come sta facendo con il…

“Sashimi! Si chiama Sashimi” la sua voce è tremolante e un po’ insicura “B-buonasera”.

“Suvvia. Non voglio farle paura, voglio solo riprendermi la mia bacchetta” gli dico abbassando ancora di più la spallina. Mi siedo sulle sue gambe e gli metto un braccio al collo.

“Finiamo di mangiare il Sashimi in bagno?” gli strizzo l’occhio.

“Sì, va bene, tesoro”.

L’uomo sta ancora bestemmiando perché la bacchetta ha schizzato dappertutto e gli ha sporcato la camicia. I suoi occhi non sono vogliosi, ma carichi d’odio e rabbia. Accidenti a te, Severus! Questa me la paghi!

“Mi dispiace, sono desolata. Non volevo!”.

“Su caro, non ti agitare” gli dice la moglie “ti ricordi cos’ha detto il dottore?”.

Oddio! Sono finita in un manicomio! Ad ogni modo approfittando della distrazione di lui e del cenno amichevole di lei, riesco a riprendermela, quella dannata cosa di legno! E lascio i due anziani a discutere sulla salute del marito che ancora insulta e manda imprecazioni a tutto spiano. Con mia grande delusione trovo Severus piegato in due dalle risate.

“Questa volta l’arma della seduzione non ti è servita, eh?”.

Promemoria per me: preparare la mia vendetta contro di lui e la sua Legilimanzia del cavolo!!! Può andare come nuovo obiettivo, dottore?!

Mi siedo contando mentalmente fino a dieci, cercando di resistere all’impulso di strozzarlo oppure di trasformarlo in una Lumaca Appiccighiotta.

Vedo un aereoplanino volante sospeso a qualche metro da noi, in attesa delle nostre ordinazioni.

“Prendo un Sashimi” dice con aria professionale.

“Io gli Onigiri” non voglio più vedere bacchette giapponesi per tutto il resto della mia vita.

L’aereo se ne va e rimaniamo in silenzio entrambi.

“Cosa c’è in quella busta?”.

“Oh. Ehm. È la sorpresa. Vuoi vederla adesso?”.

“Sì, perché no?”.

“Spero tanto ti piaccia. Buon compleanno, Severus” gli dico porgendogli il pacchetto decisamente orribile. È fucsia, con un girasole al posto del fiocco.

“Grazie, Sally”.

Lo scarta. Incrocio le dita sotto al tavolo.

“Mi hai regalato un…Wow!”.

“Un maglione a collo alto, sì. Ti piace?”.

“Certo, è meraviglioso! Anche il colore è bello. Non è troppo vistoso”.

“Sono contenta”.

“Appena finito di mangiare lo indosso”.

Mi stampa un bel bacio sulla guancia carico d’affetto e in quell’istante sento uno strano sfarfallio nello stomaco che preferisco scacciare, mandando giù un po’ di sakè. Mh, buono! Un po’ forte ma è buono. Mi regala il girasole. È un ringraziamento speciale per il pullover.

Il Sashimi e gli Onigiri arrivano subito. Come sono gustosi questi triangolini di riso! Severus mi fa assaggiare la sua pietanza. È buona ma un po’ aspra, io preferisco il riso al vapore.

La cameriera arriva, chiedendoci se il cibo è di nostro gusto e se vogliamo prendere qualcos’altro. Ho mangiato tantissimo; gli Onigiri mi hanno fatto venire un appetito pazzesco così li ho trangugiati in pochi secondi.

“No, grazie!” le dice Severus “Vorremmo il conto”.

Alliva subito” dice la donna con un grande inchino.

Severus si alza e porta con sé la busta,vuole provarsi il maglione. Lo guardo scomparire dietro un angolo. Do un occhiata in giro e il mio sguardo si posa su un ragazzo dal profilo perfetto, i capelli neri spettinati e lucenti. Oddio! Mi sento svenire. Lo fisso per un po’ sperando che si accorga di me. È lui! È lui! Finalmente i suoi occhi nocciola mi fissano, lui muove la mano in segno di saluto e ride. Io ho solo la forza di muovere alcune dita ed ho lo sguardo perso. Oh, John. Ti adoro. L’arrivo di Severus mi fa tornare in me. Accidenti! Qui dentro si perde proprio la cognizione del tempo, sarà la musica, i cibi esotici, l’atmosfera invasa dal profumo al gelsomino. Sarà John. Sospiro estasiata. Credo che Severus abbia capito, fa l’occhiolino. Rimane in piedi.

“Come sto?”.

“Oh, beh… stai benissimo”.

“Non mi piace l’effetto del collo alto con i capelli” si siede.

“Oh, mi dispiace. Però un rimedio c’è”.

“Sarebbe?”

Che senso ha domandarmelo quando sa già la risposta?

“Tagliali!”.

“Cosa?!” oddio! Non l’ho mai visto così inalberato, mi fa un po’ paura “Sei matta? Non ci penso nemmeno”.

“Scusami, era solo un suggerimento”.

“Scusa tu, Sally. Non volevo aggredirti in quel modo. È solo che i miei capelli non si devono toccare, ci tengo molto”.

“ Potresti farti una coda: almeno non tagli la tua chioma, ehm, fluente e allo stesso tempo puoi indossare il maglione”.

Sospira e sorride, poi prende il denaro dal portafoglio. Fanno sette galeoni. Ma ti pare possibile?! Un Sashimi e un’Onigiri costano tre galeoni e cinquanta a testa!! È un furto! Forse è che avendo aperto da poco hanno bisogno di un po’ di soldi! Per fortuna che non abbiamo preso il dolce! Per fortuna che l’anonimo era Sev! Se fosse stato un altro mi avrebbe mandato un’altra lettera piena d’insulti e di frasi minatorie.

Paghiamo, infiliamo i nostri cappotti e dopo aver salutato la cameriera usciamo. Mi giro indietro per vedere se John è ancora lì, seduto tutto solo ad un tavolo, mezzo coperto da una pianta d’orchidee. Sì è lì! Mi sto squagliando come il gelato al sole.

“Era John,vero?”

“Oh, sì” dico sospirando.

“Sbaglio o ti segue come un cagnolino?”

“Non lo so”rispondo e cerco di frenare l’impulso di dirgli che ho dimenticato qualcosa al ristorante per ricominciare a mangiare Onigiri con John. Non posso dargli questo colpo gobbo proprio la sera in cui festeggia il suo compleanno! È da sconsiderati!

“Sei proprio innamorata” afferma mentre rientriamo in macchina.

“Sì”.

Sbaglio o mi è parsa si sentire una nota di delusione nella sua voce? No! È soltanto una mia impressione! Sono io che mi faccio strambe idee.

La Volvo rimessa a nuovo sta planando dolcemente nel cielo blu notte. Finalmente Sev ha tolto dall’autoradio la musica jazz, non che non mi piaccia ma a lungo andare stava diventando noiosa. Abbiamo sentito le stesse canzoni un centinaio di volte. Severus le ha imparate a memoria quasi tutte, accidenti che memoria che ha!

“Ti è piaciuto il ristorante?”.

“Oh, sì. Tanto” stai ancora pensando a John?! Maleducata! Mi schiarisco la gola e ripeto per essere chiara “Tantissimo”.

“Sono davvero felice che tu abbia passato la serata con me”.

“Alla cena del tuo compleanno non potevo mancare!” sorrido.

“Grazie! È da un bel po’ che non uscivo con una persona”.

“Davvero? Da quando?” sono sorpresa.

“Da quando andavo a scuola”.

“Era una ragazza?” chiedo. Oddio! Sono stata troppo indiscreta?

Le sue guance pallide come la luna, si tingono di rosa, “Sì”. Mi sembra un po’ triste; forse la mia domanda è stata davvero troppo invadente. Devo assolutamente trovare un modo per renderlo più allegro e scacciare i cattivi ricordi. Frugo nella sacca scura, dei Cd.

Inserisco il Cd e si diffonde l’energica musica degli Abba. Non pensavo che a Sev piacesse la musica Babbana. Wow! Questa la conosco anch’io, Dancing queen. È quella con cui vado a correre la domenica al parco. Che c’è? Non ci credete? Guardate che anch’io vado a correre al parco la domenica. Me l’ha fatta sentire Tanis. Lei è Mezzosangue, come me. L’unica cosa che possiamo portare dal mondo dei Babbani è la musica. Quella almeno non fa male a nessuno.

Cosa? Cosa? Cosa? Conosce tutte le parole!! Ha anche una bella voce! Ma sì, cantiamo insieme! Mi sto divertendo un mondo: muovo la testa a ritmo mentre lui canta il ritornello.

“Canta, Sally!”

“Oh, no. Sono stonata!”.

“Non ci credo, le donne sono sempre in filino più intonate degli uomini!”.

“Non nel mio caso, sembro una papera”.

“Lascia giudicare me”.

Inizio a canticchiare col naso qualche parola.

“Devi parlare, anche sennò non vale”.

Canticchio sommessamente.

“Immagina di essere libera e di gridarlo con questa canzone”.

Wow! È questa la mia voce? Non andrò tanto alto, ma non mi sembra di essere così stonata.

“Brava, hai una bella voce”.

Arrossisco, non sapevo di avere capacità nel canto. Grazie Sev! È uno spasso! Faccio le onde con le mani. Batto le mani cercando di andare a tempo. Severus è troppo simpatico!! Nei suoi occhi è tornata la luce di felicità che era scomparsa prima ed io sento nuovamente quel fastidioso sfarfallio nello stomaco. Sarà colpa di tutto quel sakè che ho preso.

La macchina scende dolcemente di quota. Lui spegne la musica e nell’abitacolo scende il silenzio. Siamo davanti ad un locale con le luci blu, soffuse.

“Spero che ti piaccia qui. Ci vengo sempre quando ho voglia di stare solo”.

Attraversiamo la strada correndo ed entriamo. Il barista lo saluta e gli chiede se vuole prendere il solito. Troviamo posto ad un tavolo vicino alla finestra. In pochi minuti l’uomo porta due piatti di torta ai mirtilli.

“Dai, assaggia!” fa Severus “Poi dimmi che ne pensi”.

Incuriosita ne prendo un boccone. La pasta è così morbida, per non parlare della crema soffice e densa e dolce, che smorza il sapore un po’ aspro dei mirtilli. Le mie papille gustative stanno andando in tilt, è così tenera che ti si scioglie in bocca in pochi secondi.

“È deliziosa”.

“È la mia preferita” afferma continuando a tagliare la sua fetta.

Seguo il suo esempio e ne mangio un altro pezzo. Mi sento osservata e  la cosa m’imbarazza, alzo un attimo lo sguardo e incrocio quello scuro di Sev. I suoi occhi sono neri come la notte e spaventosamente intensi, brillano di una strana luce che non avevo mai visto. È uno sguardo disarmante. No, è lui che è un pervertito! Sally! mi meraviglio di me stessa. Come posso farmi delle idee tanto strampalate su di lui! Torno a mangiare la torta, dovrò pur difendermi in qualche modo. No?

“Stai parlando di John?” mi chiede, appoggiando la forchetta sul piatto vuoto.

No, di t…aspetta. Sally, ti prego non fare un passo falso. Ogni cosa che dirai sarà usata contro di te, quindi vacci piano con le parole.

“Di chi?”.

“Non farci caso a quello che penso, ho bevuto troppo sakè”.

“Ma se ne hai preso solo un bicchiere!”.

“Guarda saputello, che per chi non è abituato, un bicchiere di sakè vale per dieci”.

Sposto lo sguardo verso uno spiazzo davanti al jukebox. Nel bar si è diffusa una musica romantica e una coppia sta ballando un lento in mezzo alla pista. Alcuni anziani li stanno fissando e fanno commenti maliziosi, seguiti dalle risatine sciocche. Oddio!  Sembrano comari! Non c’è più rispetto nemmeno per i giovani innamorati!

“È vero” dice Sev “vogliamo far parlare di noi?”.

“Cosa?” gli domando scioccata.

“Scendiamo in pista”.

“No, grazie! Non vorresti mica che ti pestassi i piedi?!”.

“Ma dai! Tutti sanno ballare”.

“Sì, chi più, chi meno. Non ho intenzione di farmi prendere in giro da quei vecchi allupati”.

Sev fruga nelle tasche dei pantaloni e si alza. Dove va? Ah, sì che stupida sono! Va a pagare, no? no?

No! Si dirige a passo deciso verso il jukebox. Oh, no! Le sue intenzioni sono serie, vuole davvero portarmi a ballare. Si sente il tintinnio dello zellino nell’apparecchio ed esce una musica dolce e soffusa.

Lui torna da me e mi tende la mano, sorride. Oddio! Ci manca solo che estrae un cofanetto scuro e mi chieda di sposarlo. Fisso i suoi occhi e improvvisamente mi sento indifesa; in Severus vedo l’unica persona in grado di proteggermi e di salvarmi. Come ipnotizzata mi alzo anch’io e lo seguo nella pista. La mia mano trema quando è a contatto con la sua, enorme e bollente. Il mio corpo ha un leggero sussulto quando lui appoggia l’altra sul mio fianco. Iniziamo a dondolare seguendo ogni minima nota della musica. Piano piano dimentico la mia incapacità: sembra che sappia ballare da una vita. Severus è un sacco bravo, riesce a metterti sempre a tuo agio. Adesso non sono più disarmata, adesso sento che potrei combattere anche con un Ippogrifo inferocito. Appoggio la testa nell’incavo della sua spalla. E mi lascio andare.

Ogni tanto lancio un ‘occhiata fugace al tavolo degli anziani. Hanno gli sguardi interessati e curiosi, qualcuno sorride, un altro da una leggera gomitata all’amico distratto invitandolo ad osservarci. Le ciocche più corte dei suoi capelli mi fanno il solletico sulla guancia. Ho perso il contatto con la realtà, mi sto addormentando, gli occhi si fanno più pesanti. Sospiro.

“Sei stanca?”.

“No” gli rispondo con la voce insonnolita “sto bene qui”.

“Tu hai sonno!”.

“Non è vero”biascico le parole.

“Dai, ti riporto a casa”.

Gli dico che lo aspetterò fuori, seduta sulla panchina. Vedo la sua figura scura fermarsi al bancone e chiacchierare con il proprietario. Non ce la faccio più, mi si chiudono gli occhi. Sev ti prego, sbrigati. Okay! Mi stendo e faccio un pisolino, poi quando arriverà Sev sarò bella pimpante e mi farò riportare a casa ancora sveglia.

Beh, buona notte, mondo.

“Buonasera, Cicci”.

“Ciao Pucci” è la voce della mia coinquilina, ha un non so che di metallico.

“Ho qui una bella addormentata, che vorrebbe tanto toccare il suo letto”.

“Oddio! Quella si addormenta sempre nei posti più disparati!” esclama Tanis, aprendo il portone.

Sev sale le scale pianissimo, che carino! Non vuole svegliarmi. Sally che diavolo dici! Torna in te, il sakè mi ha proprio dato alla testa! Strizzo gli occhi: la luce dell’appartamento mi da proprio fastidio. Finalmente la mia schiena tocca qualcosa di morbido, non ce la facevo più a stare sospesa. È il mio adorato materasso.

“Ehi, Sally” sento qualcuno che parla sottovoce.

Mh?” riesco a pronunciare solo questo monosillabo idiota, ma non ho più energia.

“Grazie per la bellissima serata”.

Distendo la bocca lentamente in un sorriso languido.

“Ti voglio bene. Buona notte”.

Mi giro su un fianco, gli sto di spalle. Scusami Severus, è che sono stanchissima! Non volevo essere scortese.

Lui si china e mi da un bacio sulla guancia, come fa un padre affettuoso con la propria figlia.

“Stai tranquilla, non sei scortese affatto”. Sul mio viso appare un sorriso compiaciuto. Adesso posso dormire sonni sereni. Adesso posso dire davvero: buona notte mondo!

Ah! E buona notte anche a te, Sev.

*****

 

* Mirtilli: chiaramente molti di voi sapranno che  non abbiamo mirtilli in inverno, ma nel mondo magico accadono tante cose bizzarre…XD.

Detto questo ringrazio di cuore Aloysia Piton, Melikes, gelb_augen e tutti gli altri amici/che che seguono la storia di Sally. Un bacio a tutti, al prossimo capitolo.

La vostra Phantomina88.  

 

  
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