Il paradiso
perduto.
Capitolo 7.
Chiacchierata col morto – Parte 2.
“Ti avverto: questa creatura è portatrice
di morte. Non mangerà mai, non dormirà mai e non si fermerà mai.”
[Ardeth Bey, dal film “La Mummia”]
Draco fissò Bell come se gli fosse spuntata
un’altra testa e, accanto a sé, sentì Nettie trattenere bruscamente il respiro.
Alistair, invece, era rimasto perfettamente immobile, limitandosi solo a
spostare lo sguardo sul padre, come se si fosse aspettato che da un momento
all’altro lui dicesse qualcosa riguardo la follia
dell’ultima affermazione dell’uomo.
Nell’incredulità collettiva, fu Bell a parlare per
primo. «Mi aspettavo una reazione differente, a dirla tutta. Di solito la gente
scappa via urlando. In Irlanda è capitato in più di un’occasione che mi
lanciassero dietro crocifissi e acqua santa, per qualche assurda ragione»
commentò, arricciando il naso. Si voltò verso Krum,
allora, ricevendo un’occhiata esasperata. «Mia sorella ti ha mai raccontato di
quando mi hanno dato dell’Anticristo?».
«да1» fu la laconica
risposta del cercatore bulgaro. «E tu hai ripetuto almeno sei o sette volte da
quando ti conosco. Non è divertente come pensi» gli disse, sospirando, per poi
tornare a guardare i tre giovani Malfoy, ancora in diversi gradi di shock.
Sembrò perdere un paio di tonalità in viso, quando guardò Nettie. «Vi ho mai
raccontato che mia nonna è capo di Ordine di Endor?».
Il modo in cui sua cugina sembrò gonfiarsi per la
rabbia lasciò intendere a Draco che no,
non avesse mai raccontato quel particolare.
«L’Ordine di Endor2 è stato fondato
quasi tremilacinquecento anni fa da un gruppo di negromanti sfuggiti alle
persecuzioni» intervenne Aloisius, impedendo alla figlia qualunque tipo di
risposta e preferendo dare loro tutte le spiegazioni del caso. Era più
probabile che quella spiegazione fosse diretta principalmente a Draco, che
sembrava essere l’unico a non avere la più pallida idea di cosa stessero
parlando tutti quanti. «Si trattava di sacerdoti egizi, devoti a Toth, perseguitati dai sacerdoti di Anubi
perché con le loro conoscenze capaci di sottrarre al regno del loro Padrone
delle anime che gli appartenevano».
«Toth era il dio della
conoscenza, che è ciò che noi
ricerchiamo più di tutto» si intromise Bell, con un sorriso allegro. «I
negromanti erano dei canali
attraverso cui era possibile ricevere dai morti il loro sapere, riportandoli
per il tempo necessario nel mondo dei viventi. A questo scopo venne creato il
Libro dei Morti3, un breviario con tutte le formule ed i riti che
ancora oggi noi utilizziamo».
Aloisius annuì, seppur palesemente irritato
dall’interruzione. «Il contenuto del Libro doveva restare segreto, così che
nessuno all’infuori dei sacerdoti potesse conoscerne il vero potenziale.
Sfortunatamente, però, nessuno aveva fatto i conti con l’incapacità dell’uomo
di tenere dei segreti tanto a lungo, soprattutto quando questi sembravano
l’unica via per ottenere potere o, secondo altre interpretazioni, l’amore» continuò, con un sospiro
stanco. «Secondo i registri, una giovane sacerdotessa di Toth
si invaghì di un iniziato al culto di Anubi,
raccontandogli dei loro rituali per conquistarlo. Lui la sfruttò e la convinse
a fargli vedere il Libro».
«Si chiamava Amunkhet»
si intromise ancora una volta Bell, annuendo con aria saggia. «Una povera anima
in pena, se volete il mio parere. Quando gli mostrò il Libro, lui provò a
rubarlo e lei si oppose, venendo uccisa nel tentativo di proteggere i segreti
della sua gente. Quando gli altri sacerdoti la trovarono, il Libro non c’era
più ed i sacerdoti di Anubi erano già riusciti a
farli incriminare tutti dal Faraone,
accusandoli di aver adirato il loro Protettore ed aver causato una delle
peggiori carestie dell’intera storia egizia fino a quel momento. Il Libro venne
recuperato, ma era stato ormai irrimediabilmente corrotto dalla Magia della
Morte ed i suoi rituali quasi completamente andati distrutti. I pochi sacerdoti
rimasti e le loro famiglie furono costretti a scappare, rifugiandosi nelle
terre di Canaan4 e da lì, dopo la seconda purga, si organizzarono in un Ordine, decidendo di
sparpagliarsi per il mondo e non essere più semplici da trovare e sterminare. Endor è il luogo in cui l’Alto Sacerdote – o sacerdotessa – era solito risiedere.
Ovviamente oggi non sono più rinchiusi in vecchie grotte e ogni Alto Sacerdote,
quando eletto, ha piena libertà di domicilio. Per esempio, sua nonna», nel
dirlo indicò Krum, rimasto sempre in silenzio, «è
rimasta in Russia finché Grindelwald non l’ha costretta ad emigrare in
Bulgaria».
Risvegliato dalla trans in cui sembrava essere
caduto, Alistair fissò il cercatore con tanto d’occhi. «Mi hai detto che
Grindelwald ha ucciso tuo nonno perché credeva che possedesse uno dei Doni
della Morte» gli disse, accigliato, «ma non è stato così. È morto per
proteggere lei?5».
Krum annuì, il volto scuro.
Draco ricordava di aver visto quella stessa espressione quando lui aveva tentato di farselo amico.
«Grindelwald pensava che mio nonno era Alto Sacerdote, era un ostacolo per lui.
Nonna è riuscita a scappare con suoi figli in Bulgaria e da lì ha aiutato
Silente a sconfiggerlo».
Draco ebbe un’illuminazione improvvisa. «Mi stai
dicendo che la storia dell’Armata spettrale è vera?6 Davvero c’è stato un esercito di morti che
combatteva contro Grindelwald e sotto il controllo di Silente?» domandò,
sgranando gli occhi. Aveva letto più e più volte le cronache dello scontro e di
come Grindelwald, disarmato, si fosse alla fine arreso, ma aveva sempre creduto
che quel dettaglio fosse stato aggiunto per dare una maggiore credibilità alla
scena. Hermione credeva che fosse
tutta una bufala! Oh, quando le avrebbe raccontato… «Un’armata di zombie!».
Bell fece una smorfia. «Noi preferiamo il termine richiamati. Zombie è così volgare» si
lamentò, alzando gli occhi al cielo con l’aria di un giovane principino
scontento. Draco si chiese se anche lui avesse certe movenze involontarie e se
anche lui avesse ispirato violenza in tutti gli altri. «Certo, da quando il
Libro venne rovinato non è stato più possibile portare a termine delle
rinascite complete. La Corruzione di Anubi ha appiccicato
la morte agli spiriti, quindi i corpi tendevano a restare attaccati all’anima
ed a risvegliarsi in qualunque condizione fossero al momento. È per questo che
gli egizi erano fissati con la
mummificazione» continuò, con tranquillità. «Siamo riusciti a girare intorno ai
nostri stessi limiti ed abbiamo fortunatamente trovato modi per conservare i
corpi o, comunque, riportarli in condizioni accettabili» nel dirlo, indicò il
cadavere a terra. «Qualcuno di noi però è sempre troppo frettoloso o non
abbastanza delicato, ergo la
descrizione degli zombie che nella cultura moderna sembrano essere tanto
apprezzati».
«Che cosa barbara»
si lagnò Krum, con una smorfia, sobbalzando quando,
all’improvviso, si ritrovò Nettie praticamente sotto al naso. «Ti prego, non
uccidermi» pigolò allora, sollevando le mani con aria indifesa. «Ho un
allenamento domani mattina».
Draco conosceva quello sguardo di sua cugina e
sapeva benissimo che non fosse assolutamente portatore di buone conseguenze. I
Malfoy, gli aveva detto suo zio poco tempo prima, erano una famiglia di ossessionati. Se trovavano una ossessione,
allora erano pronti a morire per questa. O ad uccidere, in base ai casi. Per
Aloisius, l’ossessione era stata sua moglie. Per Nettie era la scienza.
«Tu sei un
negromante e non mi hai. Mai. Detto.
Nulla?» sbottò, puntellando il dito sul petto del Cercatore con abbastanza
forza da farlo indietreggiare. «Viktor, ci
conosciamo da quando eravamo bambini» continuò, sdegnata come se Krum avesse preso a calci uno dei suoi cani infernali.
Draco ritenne fosse una fortuna che le bestiole non fossero interessate a
vendicare l’orgoglio ferito della “padrona”, altrimenti avrebbero avuto
solamente dei brandelli di Krum da ricucire per
rispedirli alla famiglia. «Come hai potuto?».
«In sua difesa» la interruppe Bell, avendo
probabilmente notato che Aloisius non fosse interessato ad intervenire, «lui non è un negromante. Il Dono ha saltato un paio di generazioni,
bizzarramente. Sua nonna era piuttosto disperata quando neanche sua sorella è
riuscita ad aprire il Libro» spiegò, con una risatina. «Credo sia per questo
che alla fine l’ha costretto ad un matrimonio combinato».
Gli occhi dei tre giovani Malfoy si posarono
immediatamente su Krum, decisamente più pallido di
poco prima. «Bell, ti avevo chiesto
di aspettare».
L’altro lo liquidò con un veloce gesto della mano.
«Sciocchezze, lo avrebbero saputo comunque. Deve sposare mia sorella e, se
saranno fortunati, dovranno sfornare tutta una serie di piccoli negromanti
appassionati di Quidditch che, ovviamente, giocheranno per la nazionale
irlandese».
«Katie Bell è una negromante?» chiese Draco,
anticipando di un secondo il coro di borbottii confusi dei suoi cugini. «Aveva
la faccia di chi avrebbe potuto uccidermi nel sonno per aver respirato in sua
direzione, ma non la faccia di chi avrebbe potuto riportarmi indietro!».
Hermione avrebbe perso la testa se avesse saputo. Sarebbe completamente andata
fuori dai gangheri alla sola idea di
avere una Negromante praticamente alla porta accanto, costretta a non dirle
nulla perché altrimenti l’avrebbero cacciata immediatamente da Hogwarts e la
McGranitt le avrebbe dedicato quel suo sguardo pieno di disappunto capace di
far piangere sia Tiger che Goyle. «Non posso
crederci».
«Mia sorella è molto talentuosa» si vantò invece
Bell, allegro. «Peccato sia minorenne per altri tre giorni, le sarebbe piaciuto
venire e dare una dimostrazione delle sue abilità» continuò, sfoderando uno
sguardo contrito che durò esattamente tre secondi, prima di tornare a puntarsi
su Nettie ed illuminarsi. «Allora, dottoressa, per farmi perdonare di questa
invasione e di tutte queste novità posso resuscitarle il cadavere, così che lei
possa studiarlo come meglio riterrà opportuno?».
Nettie, per un istante, lo squadrò attentamente.
«Questo è un modo per provarci con me?».
Bell si accigliò, prima di sollevare la mano
sinistra – su cui svettava una fede nuziale – e scuotere il capo. «Per l’amor
di Merlino, sono già stato maledetto da una moglie, di certo non ho intenzione
di andare alla ricerca di un’altra donna che tormenti le poche ore che passo
lontano da lei» spiegò, prima di sospirare con aria sognante. «La amo
immensamente, sapete. Fra pochi mesi nascerà il nostro primo figlio, un
maschietto. Lo chiameremo Liam7».
Ricevuta la notizia dell’apparentemente felice
matrimonio del negromante, Nettie si
illuminò, facendo venire i brividi al cugino. «Per favore, Monsieur Bell, resusciti un morto per
me».
Solo in quel momento, Draco notò con la coda
dell’occhio Alistair, gli occhi puntati sul padre pieni di accuse e rabbia.
Senza salutare – bizzarro per lui, sempre estremamente educato – si avviò
all’uscita, lasciandoli soli con i loro ospiti. Draco non aveva la più pallida
idea di cosa fosse successo, se si trattasse di ribrezzo verso il rituale che a
breve si sarebbe realizzato o di qualsiasi altro motivo. Sapeva soltanto che
non aveva mai visto suo cugino
talmente arrabbiato.
***
Senza che Draco sapesse come, all’improvviso si ritrovò coinvolto in quella che aveva tutta
l’aria di essere una seduta spiritica appena uscita da uno dei libri babbani
che Hermione gli aveva spedito per fargli capire quanto i pregiudizi non
fossero solo quelli dei Purosangue. Che quegli autori babbani avessero visto un
negromante all’opera, copiandone i rituali? Possibile, ma Draco dubitava che
avrebbero avuto il coraggio di riportare su carta quanto avevano visto. Lui era un mago – figlio di Mangiamorte
– e temeva che non avrebbe dormito per un
bel po’, dopo quell’avventura. In compenso, avrebbe potuto vantarsi con la
Granger per il resto della sua vita, vedendola struggersi per essersi persa una
simile occasione.
La sua era una Sanguesporco
bizzarra.
Accanto a lui, con gli occhi fissi sul cadavere,
Nettie sembrava sul punto di perdere i sensi tanto era agitata. Dietro di loro,
tutti i quattro i segugi infernali tenevano gli occhi rossi puntati su Bell,
quasi volendolo sfidare a fare un passo falso. Erano nervosi e lo stesso Draco
riusciva a percepirlo. Una branca dei Magizoologi
contemporanei riteneva che i segugi fossero i guardiani del confine fra i vivi
ed i Morti, quindi, in un certo senso, era come aver costretto dei poliziotti
ad assistere ad un furto senza potersi muovere. Se Nettie non fosse stata
presente, le sue bestiole avrebbero consentito a Bell di portare avanti quel
rito?
«Hermione ci ucciderà quando saprà» mugugnò Krum, seduto al fianco di Draco. Aveva avuto la
lungimiranza di piazzarlo fra se stesso e Nettie,
forse preoccupato che lei potesse tentare di ucciderlo per i segreti tenuti
tanto a lungo. Notando lo sguardo fra il confuso ed il preoccupato di Draco, il
Cercatore ridacchiò. «Noi siamo… come dite in Inghilterra? Amici di penna8»
spiegò, scuotendo il capo. «Ho sempre saputo che voi eravate amici e che poi…»
fece un gesto vago con la mano, probabilmente intendendo l’evolversi piuttosto
recente della loro relazione.
Draco, naturalmente, si irritò parecchio a quella
notizia. «Già, che poi. Spero
vivamente che quanto successo durante il Torneo Tremaghi
non sia ancora nei tuoi obiettivi, Krum» sibilò,
contrito, percependo di nuovo la stessa stizza
che l’aveva colpito al Ballo del Ceppo. All’epoca la Sanguesporco
non era per nulla interessata a lui – non come lui lo era già a lei – e
fortunatamente non si era resa conto che non fosse stato solo Weasley a
lanciare al bulgaro occhiate poco amichevoli. Che Weasley l’avesse fatto più
perché geloso di quanto Hermione si fosse avvicinata a Krum
e non l’opposto, non cambiava certo l’atteggiamento che entrambi avevano tenuto9.
Krum, maledetto, ebbe l’ardire di ridergli
in faccia. «Malfoy, io devo sposarmi appena Katya
finirà la scuola10» gli fece notare, scuotendo il capo. «Non ho
intenzione di essere infedele. E Katya ha qualcosa
che Hermione non ha, oltre ad essere intelligente e allegra» gli disse,
ghignando con una certa soddisfazione. Al suo sguardo interrogativo, rispose
con un sospiro vagamente sognante. «Lei è migliore cacciatrice di Hogwarts e
vuole continuare anche dopo il matrimonio. Nessuno mi impedirà di mettere i
miei figli su una scopa appena saranno capaci di tenersi in equilibrio».
Draco ebbe un flash dell’unica volta in cui aveva provato a mettere Hermione sulla scopa
ed un brivido gli attraversò la spina dorsale. Poi, invece, pensò a quella
volta in cui la Bell era riuscita a segnare con un colpo di piede dopo essere
rimasta appesa alla scopa solo con una mano.
«Posso capire il tuo punto di vista» ammise alla
fine, stringendosi nelle spalle.
Nettie si intromise nella discussione, senza
tuttavia staccare gli occhi dal cadavere o dal negromante, che in quel momento
era inginocchiato ed intento a mescolare erbe estremamente puzzolenti in
diversi contenitori d’oro e argento. «Mi auguro di ricevere almeno un invito al matrimonio, visto
che per il resto sono stata completamente ignorata» sbottò, con cattiveria. Krum abbassò lo sguardo, colpevole, ma lei non sembrò
intenzionata a farsi intenerire. «Non hai mai pensato di dirci della tua famiglia?
Capisco tu abbia voluto tenere il segreto con me, avrei tentato di aprirti in
due alla prima occasione… ma Alistair! Viktor,
sei il suo migliore amico».
Draco era sempre più basito.
Krum sospirò, passandosi una
mano fra i capelli. «Съжалявам11,
Nettie, ma non è stata una mia scelta» mormorò, incrociando le braccia al
petto. «Mia nonna è sempre stata molto chiara, per la sicurezza dell’Ordine nessuno è autorizzato a rivelarne i
segreti con gli estranei. L’ultima volta, mio nonno e tanti altri sono stati uccisi da Grindelwald».
Confuso, Draco sollevò lo sguardo dalle proprie
mani e lo puntò sulla porta oltre la quale erano spariti prima Alistair e poi
Aloisius. Dubitava che lo zio fosse andato a parlare e calmare il figlio
maggiore – non era decisamente nel suo stile – e comunque dubitava che suo
cugino avrebbe sentito ragioni. Lo aveva visto arrabbiato ben poche volte e gli
erano bastate per sviluppare un briciolo dello stesso divino terrore che
provava per Nettie. Fu pensando a loro due che, tuttavia, Draco cominciò a far
lavorare il cervello sulle circostanze che si stavano presentando.
Nessuno poteva sapere dei negromanti, eppure
Aloisius sapeva.
Non solo sapeva
– cosa giustificabile, visti gli agganci che aveva avuto grazie all’Ufficio
Misteri – ma conosceva la famiglia
dell’Alta Sacerdotessa. La conosceva al punto che suoi figli erano diventati
amici intimi del nipote della stessa.
«Voleva provare a riportare in vita sua moglie,
non è vero?» chiese, senza guardare nessuno in particolare, il tono più neutro
possibile. «Per questo andavate a trovare la famiglia di Krum».
Viktor ebbe il buongusto di abbassare lo sguardo,
mentre Nettie sbuffò una risatina sprezzante. «Lui è riuscito a far riportare indietro nostra madre» specificò,
lasciando trapelare una stizza che Draco non credeva di averle mai sentito
usare prima d’allora. «Un giochetto da ragazzi per l’Alta Sacerdotessa,
immagino. Ma deve aver impiegato anni per rimettere insieme quello che l’Ardemonio aveva lasciato» continuò, senza neppure voltarsi
a guardare in direzione del vecchio amico, evidentemente non bisognosa di
conferme. «Immagino quello fosse il motivo delle tante estati trascorse in
Bulgaria, nella tenuta della sua famiglia. Poi, finalmente, è riuscito a
rimettere insieme abbastanza pezzi da poterla richiamare. Immagino che il
risultato non sia stato dei migliori, visto che maman non è qui con noi».
Krum sospirò. «Non conosco i
dettagli, ma mia nonna ha detto che quando l’ha riportata indietro, lei
soffriva tanto. Le sue urla erano
terribili, perché le ferite dell’Ardemonio non
guariscono» spiegò, cupo, alzando gli occhi al cielo con aria sconfortata. «Non
ho idea di cosa sia successo dopo, però. Da quell’anno non siete più venuti a
farci visita in estate».
«Posso dirvelo io». Facendoli sobbalzare, Alistair
fece la sua comparsa, lasciandosi cadere al fianco di sua sorella e senza
guardare nessuno di loro negli occhi. «Stavo tentando di sgattaiolare in
giardino per fare un giro con la scopa al chiaro di luna. Sentii le urla e
riconobbi la voce di mia madre. Ovviamente mi precipitai a vedere, perché non poteva essere vero» la sua voce
raggiunse il livello di un sibilo furioso, facendo accapponare la pelle a
Draco. «Arrivai giusto in tempo per veder un
mostro dalla carne bruciata essere ucciso da mio padre. Poi ricordo solo di
essermi svegliato accanto alla mia scopa e di essere stato punito per essere
sgattaiolato fuori. Quando gli raccontai cos’avevo visto, lui negò tutto e mi fece
sentire un idiota incapace di distinguere fra realtà e incubi». Si voltò solo
in quel momento verso di loro, fulminandoli con i suoi occhi verdi chiarissimi.
«A quanto pare, non sono mai stato un idiota».
Prima che qualcun altro potesse intervenire, le porte
principali vennero aperte, lasciando entrare Aloisius ed altre tre persone:
Kingsley Shacklebolt, Remus Lupin e Bill Weasley. Draco sapeva che suo zio
avesse mandato a chiamare rappresentanti dell’Ordine della Fenice e, per un
momento, aveva sperato che Hermione si sarebbe accodata. Ovviamente la parte
più razionale di lui era cosciente che prima di lei sarebbe stato Potter a
dover essere presente, ma anche lui sembrava non essere stato chiamato in
causa. Era piuttosto certo, però, che Silente avrebbe dovuto essere presente.
Bizzarro.
«Signori, vi presento Alexander Bell, Negromante
di Endor» presentò Aloisius, accomodandosi sulla sua
poltrona con un leggero tonfo. Era pallido, aver camminato autonomamente tanto
a lungo doveva averlo portato allo stremo, ma non avrebbe mai usato la sedia a rotelle davanti ai loro ospiti. «Il professor
Silente non è stato disturbato per questo incontro, la sua posizione riguardo i
Negromanti avrebbe potuto ostacolare la nostra ricerca» spiegò, probabilmente
in favore dei figli e del nipote12. Draco non aveva la più pallida idea di cosa stesse
parlando. «Ho chiesto quindi all’Agente Shacklebolt ed ai signori Lupin e
Weasley di essere presenti per testimoniare quanto accadrà». Rivolto a Bell,
sembrò sentirsi in dovere di specificare altro. «Oltre ad un Auror, ho ritenuto che uno Spezzaincantesimi
specializzato nell’Antico Egitto ed un mio collega potessero essere d’aiuto»
spiegò, lanciando quindi uno sguardo a Lupin. «Ho motivo di credere che i
migliori risultati nella materia, ad Hogwarts, siano stati ottenuti grazie a
lei».
Lupin accennò un sorriso. «Il mio piccolo problema
peloso ha impedito che il mio contratto si espandesse oltre il singolo anno».
Draco si sentì leggermente in colpa. Lupin era
stato trasformato da Greyback quando era un bambino e da allora era stato
condannato a non avere più una vita normale. Le cicatrici sul suo viso non
erano più, agli occhi di Draco, un simbolo di vergogna. Anche lui ne aveva una
sul braccio e il peculiare piacere per la carne al sangue che nelle ultime
settimane aveva sviluppato lasciava bene intendere quanto avesse rischiato di
fare la stessa fine dell’ex insegnante.
Aloisius lo scrutò per un lungo istante. «Com’è il
suo francese, Monsieur Lupin?».
Il licantropo lo guardo con confusione, prima di
rispondere. «Direi più che decente. Ho vissuto in Francia per un paio d’anni,
la loro politica sui mannari è meno pesante
di quella inglese, ma quando Silente mi ha offerto il lavoro ho preferito
tornare a casa». Curioso, piegò il capo di lato. «Posso chiedere il perché di
questa domanda?».
«Madame Maxime sta
ancora cercando un rimpiazzo per me. Mi ricordi di scriverle una lettera di
referenze».
«Sono pronto». Bell impedì che Lupin potesse dire
alcunché. La sua voce era diventata cupa e sembrava quasi avesse l’eco. Quando
Draco si voltò verso di lui, mancò poco che il cuore gli balzasse fuori dal petto.
Dell’uomo allegro che era stato prima, non era rimasto assolutamente nulla: pallido come un cadavere, occhi
come coperti da una patina di petrolio e strani tatuaggi luminescenti su tutto
il viso, era diventato l’esempio da libro di testo di come un negromante
avrebbe dovuto essere. Draco credeva che quella “forma” fosse naturale a quelli
come lui, che, semplicemente, fossero
così, non immaginava che l’utilizzo del potere comportasse quella trasformazione.
«C’est manifique» esalò Nettie, accanto a lui, gli occhi
sgranati ed il viso rapito in un’espressione di incontenibile meraviglia.
Sembrava sul punto di balzare in avanti per osservare meglio la procedura,
quindi Draco reputò che fosse saggio afferrarle il braccio per tenerla ferma,
pur non allontanando lo sguardo da negromante e cadavere davanti a lui.
Bell iniziò a borbottare parole in una lingua a
Draco sconosciuta, dondolando su se stesso e lasciando
che le sue mani si posassero sul petto del corpo che lo fronteggiava, coperto
precedentemente dalle stesse erbe che lui aveva preparato. Nella stanza, la
temperatura sembrò scendere di parecchi gradi e, lentamente, tutte le luci
presenti si assopirono, come coperte da un telo scuro a loro invisibile. I
segugi infernali si fecero avanti, ringhiando con rabbia, ma non oltrepassarono
mai la linea formata dai Malfoy e da Krum. La litania
del negromante crebbe d’intensità ed uno strano odore di fiori bruciati ed
incenso cominciò a pervadere la stanza. Draco sentì un brivido di freddo
attraversargli l’intero corpo, seguito da un’ondata di calore che gli mozzò il
respiro.
Poi, come se fosse stato naturale, la mummia
spalancò gli occhi.
»Marnie’s Corner
Bentrovati e
bentornati, cari amici di EFP!
Prima di
tutto, ho una pagina facebook! Seguitemi per futuri
aggiornamenti!
Perché io
torno sempre ai miei vecchi amori e Katie Bell negromante è uno di questi.
Vi giuro che
sto pubblicando per semplice forza di volontà, non ho idea di cos’ho scritto. Purtroppo sono in piena stesura della parte finale della mia
tesi, quindi devo chiedervi di avere pazienza se i prossimi aggiornamenti
arriveranno un po’ a singhiozzo.
Sono stanca.
#SaveViktor
Punti
importanti:
» 1 – “Sì” in
russo
» 2 – Perché
Endor? Non mi sono inventata il nome. La Strega di Endor è una negromante dotata del potere di evocare lo
spirito dei morti, citata nella Bibbia, nel capitolo 28 del primo libro di
Samuele. Il testo biblico non ne riporta il nome, ma nella tradizione rabbinica
è identificata con Zefania, madre di Abner, primo cugino e comandante in capo dell'esercito di
re Saul.
» 3 – Questo libro esiste veramente nella tradizione egizia ed è stato
più volte ripreso da svariati libri e film (Es. La Mummia). Io l’ho,
ovviamente, plasmato a modo mio. Per qualsiasi domanda al riguardo non siate
timidi e chiedete! Non mi dilungo nelle spiegazioni perché sono davvero esausta
e non credo di potermi esprimere al meglio!
» 4 – Anche
qui, non mi sono inventata il nome del Paese. La Bibbia contiene numerosi
riferimenti alla negromanzia: nel Deuteronomio il popolo di Israele è messo in
guardia dalle pratiche negromantiche degli abitanti di Canaan. Ergo, dall’Egitto
li ho spostati lì.
» 5- Nel quarto
libro (CREDO), Krum dice che Grindelwald ha ucciso
tante persone, fra cui suo nonno. Dovendo
cercare un motivo, ho buttato lì che credesse che lui fosse in possesso dei
Doni, quando in realtà lo credeva l’Alto Sacerdote. A questo punto della
storia, sia i Malfoy che Krum ritengono che i Doni
siano una pura fantasia.
» 6 – Dopo
Animali Fantastici 2, mi sento autorizzata a scrivere qualunque scemenza
relativa alla sconfitta di Grindelwald. Quindi ho deciso che la nonna di Krum ha aiutato Silente evocando un esercito di spiriti in
stile Signore degli Anelli ma con gli zombie al posto dei fantasmi (Mi
riferisco alla Battaglia di Pelagir con l’Esercito
dei Morti evocato da Aragorn).
» 7 – Io amo Alexander Bell. E lui ama sua moglie. È stato un convintissimo
scapolo finché non l’ha incontrata e da lì, semplicemente, non sapeva come smettere
di parlare male del matrimonio. Quindi ora è una contraddizione vivente. Lui vive per sua moglie ed il loro bimbo non
ancora nato. Alexander Bell è un Draco Malfoy che non è cresciuto fra i
Mangiamorte.
» 8 – Hermione
ha continuato a scrivere a Krum almeno per tutto il
quinto anno. Per me, la loro amicizia è continuata anche dopo ed Hermione ha
sentito di potersi confessare solo con lui, lontano e consapevole di cosa
voglia dire vivere con i pregiudizi della famiglia (nel suo caso, della scuola)
sul collo. Hermione e Krum BFF.
» 9 – Sapete che a me Ron non piace. È praticamente una premessa per chiunque voglia leggere i miei lavori. Ora, nel quarto libro abbiamo Ron con le crisi di gelosia, giusto? Per me, quelle crisi sono non per Hermione ma verso Hermione, perché lei ha avvicinato Krum, l’idolo di Ron. Mi rifiuto di accettare la versione dei libri.
» 10 – Piccola digressione. Krum e Katie si sono conosciuti al Torneo Tremaghi ma avevano già avuto modo di incontrarsi grazie
alla famiglia di lui. Proprio quell’anno, dopo averli visti discutere insieme
amabilmente, Nonna Krum ha colto l’occasione di
prendere due ippogrifi con una cioccorata: accasare
il nipote ed accaparrarsi una delle stirpi più forti in famiglia. Non è un
mistero, infatti, che Alexander Bell possa diventare il futuro Alto Sacerdote e
far sposare suo nipote con la sorella è un modo per tenere la famiglia in buone
grazie. E, ovviamente, spera in tanti pronipoti negromanti. Una specificazione:
nella società purosangue, ancora di più in quella dei negromanti, il matrimonio
combinato non è un tabù. È normale. Krum
e Katie, oltretutto, avevano già iniziato a farsi gli occhietti dolci. Che lei
abbia quasi compiuto diciassette anni
e sia ancora a scuola è relativamente irrilevante, i libri ci insegnano che i
maghi si sposano abbastanza giovani.
» 11 – “Mi dispiace” o “scusami”
in Russo.
» 12 – Silente non apprezza i
negromanti, forse perché mettersi in contatto con i morti della sua famiglia (e
non) potrebbe non essere un’esperienza carina? Forse perché sente ancora il
rimorso verso di loro ed ha paura che se vedessero cosa sta combinando
potrebbero arrabbiarsi un pochino? #codadipaglia
Zio Aloisius
sta proprio mettendo i bastoni fra le ruote del Preside. Cosa succederà?
Vi aspetto martedì
prossimo! Se ci saranno cambiamenti vi avviserò, perdonatemi ed abbiate
pazienza!
Per altre comunicazioni/anticipazioni/esaurimenti nervosi, vi aspetto
su facebook!
Grazie ancora a chiunque leggerà,
-Marnie