Ho
lo stomaco chiuso, mi sono appena svegliato, ma avrei voglia di prendere a
schiaffi il mondo intero. Non mi sembra di aver chiuso occhio in tutta la
notte. Stasera arrivi e non posso fare a meno di sentirmi un po’ disgustoso e
triste. Ieri ho pulito tutta la casa e ho cambiato le lenzuola, adesso mi
sembra una cosa stupida. Sono patetico. Sono stato via per ben più dei 34 giorni in cui sei stato via tu, eppure tu
non ti sei mai lamentato, non hai mai piagnucolato, quando tornavo a casa eri
sempre, non lo so, perfetto. Dovrei essere felice per l’opportunità che hai
avuto e se dovesse ripetersi non voglio che tu ti senta in colpa a lasciarmi da
solo. Non credo che ti darò queste pagine.
Draco prese un respiro
profondo prima di entrare a casa. Harry gli aveva mandato un messaggio
scusandosi perché non sarebbe riuscito a venirlo a prendere in stazione, c’era
stata un’emergenza sul lavoro. Sorrise, sentendosi emozionato ed elettrizzato
alla sola idea di poterlo vedere di nuovo. Chissà come era stato per lui
trovarsi da solo a casa. Era sempre il contrario, era sempre lui quello che
aspettava il ritorno di Harry. Ricordava quanto era stato difficile le prime
volte, beh, in realtà non era mai stato nient’altro che spiacevole. Ma era
sicuro che per Harry era stato diverso, lui aveva i suoi amici, il suo lavoro,
era sempre così tanto impegnato che probabilmente si era appena reso conto
della sua assenza.
Sorrise, abbandonando le
valigie nell’ingresso per godersi la sensazione di essere di nuovo a casa. Gli
era mancata, si guardò attorno e quasi scoppiò a ridere, era felice di essere
lì… ma senza Harry non era davvero completa, non era magico come riusciva ad
essere. Si sfregò la nuca, imbarazzato dai propri pensieri, poi portò le
valigie in camera. Si allungò per tirare il piccolo angolo di coperta che era
restato incastrato nello scomparto sotto al letto, ma non appena sentì il
leggero tonfo del cassetto che si chiudeva si fermò. Perché Harry avrebbe
dovuto aprirlo? Ci tenevano solo i vestiti estivi, allora perché era aperto?
Con un sorriso malizioso
tornò ad aprire il cassetto, possibile che Harry ci tenesse qualche rivista
zozza? Fu innocentemente che cominciò a leggere, sicuro che il compagno non gli
avrebbe nascosto nulla… e quando cominciò non riuscì più a fermarsi.
***
Harry entrò lentamente in
casa, ancora timoroso di incontrarlo, stupidamente spaventato dall’averlo
finalmente di nuovo con sé, forse aveva ragione Hermione ed era stata la sua
autoindulgenza a farlo tanto soffrire, forse nel vederlo si sarebbe reso conto
che sì, era felice di vederlo, ma che il peso che aveva sul petto non era
dovuto alla sua assenza e non sarebbe magicamente sparito, forse era solo
bisogno di dormire.
Quando vide la luce accesa
in cucina sentì il cuore picchiettare furiosamente nelle sue tempie stanche.
“Draco?”
Entrò con un sorriso
ancora un po’ cauto, ma quando lo trovò davvero davanti a lui, i suoi occhi
limpidi fissi nei propri, i suoi capelli così perfettamente biondi
impeccabilmente pettinati e la sua posa irreprensibile, malgrado fosse
semplicemente a casa… quando lo vide il suo sorriso si allargò in quella che
poteva solo essere una risata e i suoi occhi sprizzarono pura gioia.
“Sei tornato”
Draco dimenticò tutti i
pensieri che gli vorticavano nel cervello e si mise a ridacchiare, imbarazzato
e altrettanto felice.
“Sono a casa”
Harry arrossì
furiosamente, poi scoppiò a ridere e attraversò la stanza trovando le braccia
del compagno pronte a riceverlo. Un attimo dopo lo stava baciando e il suo
cuore minacciò sul serio di evadere dalla cassa toracica. Dovette allontanare
Draco da sé per prendere un respiro profondo. E poterlo guardare di nuovo, gli
occhi spalancati dalla meraviglia: Draco era tornato, Draco lo amava, Draco era
finalmente fra le sue braccia. Come poteva essere davvero tanto fortunato?
“Credo… credo di essere un
pochino emozionato… non hai idea di quanto… io… Merlino, sono felice che tu sia
qui, dannatamente felice!”
Draco gli accarezzò il viso,
scrutando i suoi occhi con attenzione improvvisamente seria mentre i pensieri
tornavano a ronzargli fra le orecchie.
“Credo di saperlo…devo… ma
non so se ti arrabbierai…”
“Non credo di essere in
grado di arrabbiarmi, sono troppo felice di averti qui”
Draco gli baciò il viso,
una volta, poi un’altra, infine una terza e Harry sorrise, sapeva che era un
modo per prendere tempo, ma gli piaceva da matti:
“Hai lasciato il cassetto
socchiuso e ho trovato la lista”
Harry ammutolì mentre il
sorriso gli moriva sulle labbra. Fece un passo indietro, gli occhi che
saettavano fra i suoi. Un paio di secondi in cui Draco trattenne il fiato, poi
arrossì furiosamente e abbassò gli occhi:
“Beh… in realtà all’inizio
pensavo di fartela leggere… io… credo di essermi fatto prendere la mano… è
stato un periodo un po’ strano… ero un pochino giù di morale”
Alzò gli occhi su di lui,
le guance ancora in fiamme, ma un’aria interrogativa sostava nei suoi occhi.
Draco sorrise, dolce,
emozionato:
“E così hai bevuto il mio
the…”
Per un attimo Harry non
poté fare altro che spalancare gli occhi dalla sorpresa, poi un guizzo di
sollievo illuminò il suo sguardo.
“… solo una volta…”
“E hai mangiato i miei
dolcetti…”
“Però poi ho riempito di
nuovo il nascondiglio… e tu hai mangiato tutte le caramelle mou!”
Si misero a ridere
entrambi, mordendosi le labbra per trattenere la felicità scoppiettante,
confusi e scossi da quella reazione esagerata.
“Anche tu mi sei mancato,
non ho nessuna lista per provartelo, ma mi sei mancato…”
Harry tornò ad arrossire,
spostando imbarazzato il peso da un piede all’altro e Draco prese un respiro
profondo:
“Senti Potty, devi
smetterla di farmi innamorare di te, c’è un limite oltre il quale il mio cuore
non riuscirà più a farcela”
Harry arrossì ancora di
più, ma un sorrisone felice gli piegò le labbra e tornò ad abbracciarlo,
godendosi il suo calore, il suo profumo, la familiarità del suo corpo contro il
proprio, c’erano così tante cose che gli erano mancate, così tante cose la cui
esistenza doveva ringraziare:
“Mai”
Draco chiuse gli occhi e
gli occhi gli si inumidirono dal sollievo di averlo accanto: sì, era tornato a
casa.
…
…
“A proposito di farsi
prendere la mano… dobbiamo lavorarci
un po’ su, è un campo che abbiamo decisamente trascurato e in cui ti scopro
tragicamente mancante… stai indossando le mie mutande?”
Harry si morse le labbra
per trattenere il sorrisone, ma le sue guance avevano raggiunto un bel colore
rosato:
“… forse?”