DISCLAIMER:
I personaggi sotto presentati non mi appartengono.
La
storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
Storia partecipante al contest “Share with me…” indetto da Fiore di Cenere sul forum di Efp
Se Qualcuno mi Attende
È
facile da comprendere:
come la violenza può raggiungere inimmaginabili livelli
d’orrore,
così anche l’istinto
di protezione e il coraggio
possono mutare il corso di
ogni destino.
Semplicemente, quando la sorte decide di mostrarsi, a volte qualcuno
non si accorda con il suo disegno e preferisce perdere sé
stesso che
vedere gli altri cadere; sì, sceglie di andarsene senza
pensarci un
attimo, magari ben sapendo che cosa comporterebbe un solo istante di
razionalità.
Tale è il cuore: non obbedisce
alla prudenza o a imposizioni esterne, corre secondo le proprie
regole, ha i suoi modi di sentire e agire per salvare; e
nessuno è
più forte di chi ha
imparato a piangere, e che
quindi risparmierà
quelle
stesse
lacrime
agli altri.
Pietro lo
sapeva cosa vuol dire
perdere tutto.
Lo sapeva da troppo tempo, così
che appena ha visto il destino ripetersi, la sua anima ha detto: no,
non di nuovo.
Vi siete incontrati senza
nemmeno guardarvi: il padre che ha voluto far da scudo a un bambino
non suo e il ragazzo che ha scelto di salvare entrambi sono diventati
un’unica
cosa tra il metallo, il
sangue e la polvere, al
di là di ogni contatto fisico; e nel
tempo di un sospiro hai
compreso la realtà ancor prima di girarti ad affrontarla,
quando hai sentito un’improvvisa
crepa nel cuore e l’urlo
che ha scosso pure
il vento.
Come un’ultima
barriera, gli occhi hanno tardato nel riconoscere la figura
del giovane e le chiazze scarlatte giunte a macchiare il blu della
libertà; ma il pianto della sua esatta metà del
cuore ti ha
raggiunto comunque, e allora tutto ciò che ti aveva reso
distante
dai gemelli Maximoff è
stato spazzato via da triste impotenza e da una consapevolezza
più
grande, già nota e tuttavia non meno dolorosa: che il
sacrificio non
nasce dalle idee, da schieramento o età, ma dall’umanità.
Proprio
nel
grembo della peggior
follia è avvenuto questo
sacrificio, gesto
che ha protetto un’intera
famiglia
ma
che, però, ti ha fatto male fin dentro la carne, fino
a togliere il fiato.
Perché
lo
hai fatto?
Nella
vita, un uomo ha poche possibilità di cambiare le cose, di
agire nel modo giusto, di
essere un eroe, se vuole; e
tu lo
hai sempre voluto, tentando
anche l’impossibile
per
proteggere
gli altri e
rimediare agli errori, lenire il dolore e
non abbandonare nessuno…
eppure,
davanti
alla Morte che più non guardava e al
soldato caduto al tuo posto,
ti sei trovato a pensare:
dov’è,
davvero, quell’eroe?
Nessun
figlio dovrebbe
mai
morire per un adulto, mai.
Il
dolore l’abbiamo
portato noi, e con noi sarebbe dovuto finire; ma tu, ragazzino…
tu hai stravolto tutti
i piani,
e
invece della speranza
hai scelto la guerra. Ora
dimmi:
come
posso cambiare il tuo, di destino?
Questa
era la volta giusta per correre e lasciare indietro il cuore…
ma hai preferito diventare qualcuno degno di essere ricordato.
Se
solo tu li potessi ascoltare, quei racconti.
«Guarda, l’alba è ormai qui. Bella, vero?»
La prima
volta che vi siete
incontrati, quella maledetta saetta ti ha fatto
quasi
uccidere; e anche se in quel momento hai desiderato di ricambiare il
favore, poi ti sei trovato a soffrire per la sua realizzazione,
perché niente può la rabbia di un istante davanti
alla vera essenza
dell’anima.
A cosa sono mai valsi tutti
quegli scontri tra voi, e l’odio
iniziale? Avete sempre condiviso il fronte di battaglia e lo
avete compreso troppo tardi, e infine il sangue l’ha
sancito definitivamente —
lo stesso che ti ha macchiato le dita quando le hai
appoggiate sul petto del
tuo scudo,
cercando di non udire il suo silenzio.
E
se qualcuno ti
stesse aspettando?
Non varrebbe la
pena resistere un
istante ancora, vivere anche solo un altro sospiro?
Non
è davvero finita così.
«Non
piange
più, ora che è qui
con me…»
«Pietro,
stai sorridendo anche troppo.»
Un istante, basterebbe questo per cambiare tutto…
«Sai, Laura, credo che qui i bimbi siano quattro.»
… E
un solo istante basta davvero
per giungere al tempo del risveglio, per ritrovarsi nel
mattino già rischiarato dal sole. Le immagini del sogno non
ti
impediscono di riconoscere la tua camera da letto e il calore di
Laura ancora trattenuto dalle lenzuola, né le giovani,
pacifiche
voci che si rincorrono a poca distanza da te.
E una volta ancora, come sempre
appena giunge la luce, ti ritrovi a sorridere
proprio
come
quando, quel giorno di fuoco, il
destino ha deciso di ascoltare
le preghiere e
mutarsi;
così che
sotto le dita insanguinate e
tese alla resa,
improvvisamente
tu
non
hai sentito
solamente silenzio.
Wanda
solleva di scatto la testa
quando ti sente avvicinare, sorride dolcemente e si allontana appena
dalla sedia a dondolo per farti spazio.
«Avanti,
ora fai il bravo e cedi il
tesoro al suo papà», dice quindi scherzosamente,
allungandosi verso
chi
lo schienale nasconde e causando uno sbuffo di falsa irritazione.
«Oh,
il vecchietto si è già
svegliato? Siamo
mattinieri oggi…»
«Sono
qui dietro di te, marmocchio.»
I
tuoi occhi incontrano quelli di
Pietro e
il sorriso del piccolo Nathaniel, che, cullato dalle braccia del suo
personale angelo custode, non potrebbe essere in un luogo
più
sicuro; e non c’è
visione più serena sotto il cielo ancora rosa.
«Ma
tu guarda, sembra davvero che il piccolo ti preferisca a me…»
«Portiamo
lo stesso nome, non poteva che cercare il meglio.»
«Oh,
è così? Beh, allora è il caso di
dargliene un altro…»
L’abbraccio
di Wanda completa le allegre invettive e rende
tutti più vicini, in una sintonia che si rivela essere l’ennesimo
colpo duro contro i fantasmi della perdita; ma il più forte
è
quando la ragazza rapisce Nathaniel dalle braccia del gemello e
fugge via per giocarci,
così che
solo tu e Pietro
siete testimoni
di
quel mamma
che sfugge al biondo
appena
Laura appare e vi
guarda dolcemente,
così che solo voi sapete
di quella stretta con cui
lo circondi e che lui ricambia più forte.
«Sai,
ragazzo…
potrai chiamarla mamma
tutte le volte che vorrai», sussurri mentre lui sorride con
imbarazzo e annuisce; e nessuna
parola è più necessaria, l’anima
conosce già ogni cosa.
NOTE
Il titolo riprende una frase della canzone If You Got Somebody Waiting di Joel Alme nella sua versione acustica.