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Autore: Manto    05/12/2018    3 recensioni
♥ Prima classificata parimerito al contest 'Share with me...' indetto da Fiore di Cenere sul forum di EFP
"Il dolore l’abbiamo portato noi, e con noi sarebbe dovuto finire; ma tu, ragazzino… tu hai stravolto tutti i piani, e invece della speranza hai scelto la guerra.
Ora dimmi: come posso cambiare il tuo, di destino?
Questa era la volta giusta per correre e lasciare indietro il cuore… ma hai preferito diventare qualcuno degno di essere ricordato."
La Morte, spesso, rivela più della vita stessa: è il momento che tramanda al mondo ciò che siamo veramente, cosa vogliamo, cosa possiamo. Ma, a volte, anche Lei può retrocedere e liberare cosa o chi ha già preso...
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Pietro Maximoff/Quicksilver, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: I personaggi sotto presentati non mi appartengono.
La storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.


Storia partecipante al contest “Share with me” indetto da Fiore di Cenere sul forum di Efp



Se Qualcuno mi Attende




È facile da comprendere: come la violenza può raggiungere inimmaginabili livelli d’orrore, così anche l’istinto di protezione e il coraggio possono mutare il corso di ogni destino. Semplicemente, quando la sorte decide di mostrarsi, a volte qualcuno non si accorda con il suo disegno e preferisce perdere sé stesso che vedere gli altri cadere; sì, sceglie di andarsene senza pensarci un attimo, magari ben sapendo che cosa comporterebbe un solo istante di razionalità.
Tale è il cuore: non obbedisce alla prudenza o a imposizioni esterne, corre secondo le proprie regole, ha i suoi modi di sentire e agire per salvare; e nessuno è più forte di chi ha imparato a piangere, e che quindi risparmierà quelle stesse lacrime agli altri.



Pietro lo sapeva cosa vuol dire perdere tutto.
Lo sapeva da troppo tempo, così che appena ha visto il destino ripetersi, la sua anima ha detto: no, non di nuovo.
Vi siete incontrati senza nemmeno guardarvi: il padre che ha voluto far da scudo a un bambino non suo e il ragazzo che ha scelto di salvare entrambi sono diventati un’unica cosa tra il metallo, il sangue e la polvere, al di là di ogni contatto fisico; e nel tempo di un sospiro hai compreso la realtà ancor prima di girarti ad affrontarla, quando hai sentito un’improvvisa crepa nel cuore e l’urlo che ha scosso pure il vento.
Come un’ultima barriera, gli occhi hanno tardato nel riconoscere la figura del giovane e le chiazze scarlatte giunte a macchiare il blu della libertà; ma il pianto della sua esatta metà del cuore ti ha raggiunto comunque, e allora tutto ciò che ti aveva reso distante dai gemelli Maximoff è stato spazzato via da triste impotenza e da una consapevolezza più grande, già nota e tuttavia non meno dolorosa: che il sacrificio non nasce dalle idee, da schieramento o età, ma dall’umanità.
Proprio n
el grembo della peggior follia è avvenuto questo sacrificio, gesto che ha protetto unintera famiglia ma che, però, ti ha fatto male fin dentro la carne, fino a togliere il fiato.
Perché lo hai fatto?
Nella vita, un uomo ha poche possibilità di cambiare le cose, di agire nel modo giusto, di essere un eroe, se vuole; e tu lo hai sempre voluto, tentando anche limpossibile per proteggere gli altri e rimediare agli errori, lenire il dolore e non abbandonare nessuno eppure, davanti alla Morte che più non guardava e al soldato caduto al tuo posto, ti sei trovato a pensare: dov’è, davvero, quell’eroe?
Nessun figlio dovrebbe mai morire per un adulto, mai.
Il dolore labbiamo portato noi, e con noi sarebbe dovuto finire; ma tu, ragazzino tu hai stravolto tutti i piani, e invece della speranza hai scelto la guerra. Ora dimmi: come posso cambiare il tuo, di destino?
Q
uesta era la volta giusta per correre e lasciare indietro il cuore ma hai preferito diventare qualcuno degno di essere ricordato.
S
e solo tu li potessi ascoltare, quei racconti.


«Guarda, lalba è ormai qui. Bella, vero?»


La prima volta che vi siete incontrati, quella maledetta saetta ti ha fatto quasi uccidere; e anche se in quel momento hai desiderato di ricambiare il favore, poi ti sei trovato a soffrire per la sua realizzazione, perché niente può la rabbia di un istante davanti alla vera essenza dell’anima.
A cosa sono mai valsi tutti quegli scontri tra voi, e l’odio iniziale? Avete sempre condiviso il fronte di battaglia e lo avete compreso troppo tardi, e infine il sangue l’ha sancito definitivamente — lo stesso che ti ha macchiato le dita quando le hai appoggiate sul petto del tuo scudo, cercando di non udire il suo silenzio.
E se qualcuno ti stesse aspettando? Non varrebbe la pena resistere un istante ancora, vivere anche solo un altro sospiro?
N
on è davvero finita così.


«Non piange più, ora che è qui con me…»
«Pietro, stai sorridendo anche troppo.»


Un istante, basterebbe questo per cambiare tutto…


«Sai, Laura, credo che qui i bimbi siano quattro.»



E un solo istante basta davvero per giungere al tempo del risveglio, per ritrovarsi nel mattino già rischiarato dal sole. Le immagini del sogno non ti impediscono di riconoscere la tua camera da letto e il calore di Laura ancora trattenuto dalle lenzuola, né le giovani, pacifiche voci che si rincorrono a poca distanza da te.
E una volta ancora, come sempre appena giunge la luce, ti ritrovi a sorridere proprio come quando, quel giorno di fuoco, il destino ha deciso di ascoltare le preghiere e mutarsi; così che sotto le dita insanguinate e tese alla resa, improvvisamente tu non hai sentito solamente silenzio.



Wanda solleva di scatto la testa quando ti sente avvicinare, sorride dolcemente e si allontana appena dalla sedia a dondolo per farti spazio.
«Avanti, ora fai il bravo e cedi il tesoro al suo papà», dice quindi scherzosamente, allungandosi verso chi lo schienale nasconde e causando uno sbuffo di falsa irritazione.
«Oh, il vecchietto si è già svegliato? Siamo mattinieri oggi…»
«Sono qui dietro di te, marmocchio.»
I tuoi occhi incontrano quelli di Pietro e il sorriso del piccolo Nathaniel, che, cullato dalle braccia del suo personale angelo custode, non potrebbe essere in un luogo più sicuro; e non c’è visione più serena sotto il cielo ancora rosa.
«Ma tu guarda, sembra davvero che il piccolo ti preferisca a me…»
«Portiamo lo stesso nome, non poteva che cercare il meglio.»
«Oh, è così? Beh, allora è il caso di dargliene un altro…»
L’abbraccio di Wanda completa le allegre invettive e rende tutti più vicini, in una sintonia che si rivela essere l’ennesimo colpo duro contro i fantasmi della perdita; ma il più forte è quando la ragazza rapisce Nathaniel dalle braccia del gemello e fugge via per giocarci, così che solo tu e Pietro siete testimoni di quel mamma che sfugge al biondo appena Laura appare e vi guarda dolcemente, così che solo voi sapete di quella stretta con cui lo circondi e che lui ricambia più forte.
«Sai, ragazzo… potrai chiamarla mamma tutte le volte che vorrai», sussurri mentre lui sorride con imbarazzo e annuisce; e nessuna parola è più necessaria, l’anima conosce già ogni cosa.





NOTE


Il titolo riprende una frase della canzone If You Got Somebody Waiting di Joel Alme nella sua versione acustica.

   
 
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