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Autore: giuggiola95p    07/12/2018    1 recensioni
E se d'improvviso tutte le emozioni provate per Emma piombassero su Regina? E se si rendesse conto che tutto ciò che hanno passato insieme è il risultato di uno schema prestabilito? E se...
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Confessioni”
 
Era iniziata un’altra giornata a Storybrooke, una di quelle giornate cupe, il sole era coperto da una folta coltre di nubi e nessuno sembrava voler uscire di casa.
Regina era in camera sua, era di fronte allo specchio e guardava il suo riflesso. Quegli occhi avevano pianto tanto in quegli anni, ma adesso pensando a quella silhouette longilinea dai capelli biondi, sorridevano. Poteva essersi presa una cotta per Emma? La madre di suo figlio? La risposta a quella domanda era sempre stata No…fino ad oggi almeno. Oggi riflessa in quello specchio aveva capito quanto quei sentimenti che si muovevano dentro di lei erano reali. Quando quei sentimenti la investirono per la prima volta in maniera reale e pregnante tutto quello che riuscì a fare fu sedersi sul letto e rimanere lì, immobile a fissare il vuoto.
Non era una cosa facile da accettare, l’aveva sempre saputo infondo, aveva sempre provato quella strana sensazione allo stomaco quando le era vicina, ma non l’aveva associato all’amore o meglio aveva sempre evitato di farlo.
Oggi invece tutto le sembrò più chiaro, non sapeva perché o come tutto questo fosse possibile, ma oggi tutto era venuto a galla.
Si tiró su e continuò a fissare il suo viso allo specchio fin quando Henry non la riportò alla realtà.
<< Mamma che stai facendo? >>
<< Pensavo... >>
<< Di fronte lo specchio? >>
Regina annuì e sorrise al figlio per poi concentrarsi qualche altro istante sul suo riflesso, si sorrise, per poi distogliere nuovamente lo sguardo.
<< Andiamo amore, che si fa tardi, devi andare a scuola. >>
Henry corse giù per le scale allegro e aspettò Regina vicino la porta d’ingresso.
<< Mamma andiamoooo! Che ti prende oggi? Non sei mai in ritardo... stai diventando come mamma Emma? >>
Regina non aveva sentito niente tranne che quel nome! Emma!
<< Dov’è Emma? >>
<< Mamma! Ma l’hai preso il caffè oggi? Dove hai la testa? >>
Regina ritornò in sé, non sapeva davvero cosa le fosse preso oggi...scese giù per le scale e prese al volo le chiavi della macchina.
<< Andiamo... >> disse in modo secco.
Non aggiunse altro, fece uscire il figlio e si chiude la porta alle spalle.
<< La macchina è aperta, salta su che sto arrivando. >>
Regina rimase pochi istanti davanti la porta d’ingresso, prese il telefono in mano e compose un messaggio.
“Ho bisogno di parlarti! Possiamo vederci quando hai del tempo libero?”
 
*Inviato*
 
Regina respirò profondamente quando il messaggio fu inviato e si diresse verso la macchina, in attesa di una risposta.
***
 
Emma era ancora avvolta tra le coperte quando il suo telefono vibrò sul comodino.
Voleva ignorarlo, ma sapeva che poteva essere qualcosa di urgente e che comunque era ora di alzarsi. Prese il telefono e lesse:
 
*Nuovo messaggio da Regina*
 
Si drizzò subito...e le venne il panico. Cosa poteva volere da lei? Qualcosa era cambiato tra loro, non litigavano più e questo la rendeva davvero molto serena e contenta, ma non aveva mai ricevuto un suo messaggio, se le doveva dire qualcosa riguardante Henry la chiamava sempre quindi...non si trattava di Henry!
Tutto questo avrebbe potuto essere risolto con l’apertura del messaggio, ma Emma non ce la faceva!
Decise che era meglio farsi una doccia e poi avrebbe letto il messaggio.
 
***
 
Era arrivato il momento! Perché avesse aspettato così tanto tempo non lo sapeva spiegare...adesso avvolta nell’accappatoio, immersa nella nebbia creata dalla doccia calda teneva il telefono stretto nelle mani.
<< Ok Emma puoi farcela! >>
Aprì il messaggio...
 
“Ho bisogno di parlarti! Possiamo vederci quando hai del tempo libero?”
<< Cazzo! Che ho fatto? >> ecco l’unica cosa che si riuscì a domandarsi Emma leggendo quel messaggio.
Ripassò a mente tutto ciò che aveva potuto fare nell’arco della settimana che avrebbero potuto causare un malessere a Regina, niente! Buio totale, non le venne niente in mente...beh forse voleva solo parlarle, così, per fare 2 chiacchiere.
Ride tra sé e sé...era impossibile anche pensare una cosa del genere, Regina che voleva fare due chiacchiere con lei? Da morir dal ridere!
In tutto questo ancora non le aveva risposto, era passata più di un’ora dall’arrivo di quel messaggio e ancora era lì incredula e incerta sul da farsi!
Poteva un messaggio causarle tutta quell’incertezza dentro? Che poi si domandò, cos’era tutta quest’urgenza?
Respirò profondamente come a volersi fare coraggio e iniziò a scrivere sul suo cellulare.
 
“Ci vediamo alla pausa pranzo da Granny’s?”
 
Avrebbe voluto scrivere altre duecento cose, del tipo “è successo qualcosa?” o “come mai tutta quest’urgenza?”, ma non lo fece! Cliccò su invia e tornò a respirare dopo un periodo di apnea...poi silenzio. Si vestì, uscì di casa e si immerse nel lavoro aspettando ansiosamente una risposta dalla bruna...
 
***
 
Erano quasi le 9:30 e Regina era seduta sulla possente sedia del suo ufficio. Cercava di concentrarsi sull’immensa mole di fogli che si ergevano sulla scrivania eppure l’unica cosa che riusciva a fare era accendere lo schermo del suo cellulare per controllare se fosse arrivato qualche nuovo messaggio.
Niente!
Sbuffo arrabbiata e si alzò.
<< Maledetta! Maledetta me e lei! >> disse camminando per la stanza.
<< Ma che diavolo ci vuole a rispondere ad un messaggio? >>
Respirò forzatamente come se il suo apparato respiratorio avesse bisogno di una sollecitazione perché se non avesse fatto in quel modo i suoi polmoni non sarebbero riusciti in quell’ardua impresa.
Continuò a camminare in lungo e in largo per l’ufficio, non riuscendo a concentrarsi sul lavoro, mormorando parole a raffica maledicendosi per aver scritto quel messaggio che ancora non aveva avuto alcuna risposta.
Quando ecco che il ticchettio dei suoi tacchi sul parquet fu interrotto dalla vibrazione del cellulare posizionato sulla scrivania. Nei suoi occhi era percepibile una sensazione di panico che si diffuse in tutto il corpo, immobilizzandola per qualche istante. Poi si mosse velocemente verso la scrivania, prese il telefono tra le mani e lo strinse forte, come se quel gesto la potesse tranquillizzare.
Era un messaggio da Emma! Non esitò un istante, lo aprì.
 
“Ci vediamo alla pausa pranzo da Granny’s?”
 
Respirò e sorrise, fu una cosa genuina...aveva pensato a tutte le possibili risposte...ovviamente il suo messaggio non lasciava trapelare niente, ma...aveva comunque paura di quella che sarebbe stata la risposta di Emma, e invece...
Invece aveva risposto con molta calma...adesso le toccava rispondere. Respirò ancora una volta profondamente e iniziò a digitare freneticamente.
 
“Certo, ci vediamo fuori...a dopo.”
 
Adesso dopo aver ricevuto la conferma di quell’incontro era ancora più agitata di prima. Doveva formulare un discorso di senso compiuto per spiegare ad Emma il perché di quell’incontro, così si sedette alla scrivania e invece di continuare con il suo lavoro, iniziò a scrivere ciò che voleva dire ad Emma.
 
***
 
Emma ricevette la risposta di Regina, tutto questo le sembrava un po’ strano. Regina non era mai stata così misteriosa, non con lei. Qualcosa tra loro era cambiato, si certo, però non avevano ma avuto questo gran rapporto. Chissà cosa voleva e questo non sapere le mandava in pappa il cervello.
La giornata passava e ogni tanto Emma si perdeva a fissare il vuoto e pensare a Regina. Ormai le capitava spesso di pensare a quello che avevano passato insieme, ma oggi, le capitò molto più spesso...perché quel messaggio nascondeva così tanti misteri.
 
Finalmente era arrivata la pausa pranzo ed Emma si incamminò verso Granny’s e girando l’angolo notò un’agitata Regina all’ingresso che camminava avanti e indietro.
<< Ei >> disse Emma sfoggiando uno dei suoi sorrisi.
<< Ciao >> disse Regina sforzandosi di sembrare calma e tranquilla.
<< Tutto ok? Ti vedo leggermente agitata. >>
Regina annuì solamente rimanendo sorpresa che quella volta non era riuscita a nascondere le sue emozioni, non a lei. Si maledisse… non sapeva cosa le fosse accaduto quella dannata mattina, le emozioni, le consapevolezze le erano piombate addosso tutte in una volta.
<< Vogliamo entrare? >> chiese respirando profondamente Regina.
Emma sorrise vedendo Regina un po’ impacciata, quella donna sempre forte adesso sembrava un piccolo essere indifeso ed era molto curiosa di sapere cosa la rendesse così.
Con una mano aprì la porta lasciando passare Regina la scrutò. Quella donna era sempre perfetta, neve, pioggia, sole, quella donna era in grado di mozzare il fiato a qualunque essere umano, anche ad Emma.
Regina si accomodò in un tavolo abbastanza lontano dalla folla, un po’ più appartato, aveva bisogno di un po’ di solitudine, lontana da occhi indiscreti. Quello che stava per dire ad Emma non era una cosa facile e non sapeva davvero come la bionda l’avrebbe presa.
<< Allora Regina…come mai siamo qui? >> Emma si sedette di fronte alla bruna e andò subito al punto.
Regina deglutì e sfoggiò uno dei più finti sorrisi al mondo.
<< Allora… >>
Regina non riuscì a dire niente poiché venne interrotta da Ruby che era arrivata per prendere la loro ordinazione.
<< Buongiorno ragazze, che bello vedervi qui insieme…>>
Regina le scagliò un’occhiataccia.
<< … cosa vi porto di buono? >> disse Ruby cambiando subito argomento.
Emma senza nemmeno guardare il menù ordinò.
<< Buongiorno Ruby, allora per me un hamburger con patatine fritte, una coca-cola e un muffin al cioccolato. Grazie. >>
Regina guardava sorridente la bionda mentre dava la sua ordinazione, era davvero una bambina, mangiava come tale e si comportava come tale, eppure lei, la regina cattiva, la persona più cattiva di tutta la foresta incantata si era innamorata di lei. Si morse il labbro inferiore sorridendo rumorosamente attirano entrambe le ragazze.
<< Per me un bagel con salmone affumicato, avocado e quella crema delicata al formaggio e dell’acqua naturale. >>
Ruby annuì. << Arrivano subito. >>
Regina non appena staccò lo sguardo da Ruby si ritrovò gli occhi di Emma fissi su di lei.
<< Cosa ti ridi signorina? >>
<< Sei così buffa…>>
<< Come scusa? >>
<< Non in senso negativo eh! Mangi in modo strano…avocado? Salmone affumicato? È tutto così sofisticato. >>
<< Parli tu che mangi come i bambini! >>
Emma roteò gli occhi sbuffando.
<< Uffa…anche gli adulti possono mangiare gli hamburger. >>
Regina sorrise scuotendo la testa dando ragione ad Emma.
Si lasciarono servire da Ruby che arrivava contenta con i piatti in equilibrio nelle mani, servì entrambe, gli portò le loro bevande e le lasciò al loro pranzo.
Emma addentò l’hamburger sporcandosi la faccia con la maionese.
<< Quindi cosa mi stavi dicendo prima? >> disse con la bocca piena.
<< Hai la faccia piena di maionese… >> disse Regina prendendo il suo fazzoletto e sporgendosi verso Emma per pulirle il viso. Quel gesto però si fermò a mezz’aria…forse era troppo prematuro. Emma notò quel gesto premuroso di Regina e nel momento in cui la mora si bloccò decise di avvicinare il viso al fazzoletto sorridendo.
Regina sorrise e pulì il viso così chiaro di Emma.
<< Non cambi discorso signor sindaco…mi doveva dire qualcosa o sbaglio? >>
<< Non cambio discorso, tu mi distrai… >>
<< Ah ah! Eccoci di nuovo, cambio di discorso in atto. >>
Regina sospirò!
<< Forse hai ragione sai? >>
Emma sgranò gli occhi.
<< Mi hai forse dato ragione? Regina stai bene? >>
<< Forse no! >> disse grattandosi la testa chiudendo gli occhi.
<< Ehi, calma, mi puoi dire tutto, lo sai vero? Che è successo? >>
<< Questa mattina è successo una cosa strana…>>
Emma arricciò il naso.
<< ...ero in camera e come tutte le mattine alzandomi mi sono specchiata, ma oggi qualcosa è cambiato. >>
Emma l’ascoltava senza mai distogliere lo sguardo, era talmente concentrata che si dimenticò di mangiare.
<< Mi sono ritrovata a pensare a te…Sembra una cosa stupida eppure oggi mi sono resa conto di quello che abbiamo passato in questo lungo periodo, abbiamo litigato, eccome se abbiamo litigato. Ti ho quasi uccisa, mamma mia…eppure adesso siamo qui, l’una di fronte all’altra senza urlarci contro, abbiamo fatto così tanta strada. >>
<< Puoi dirlo forte Regina. >>
<< Qualcosa è cambiato, siamo passate da nemiche ad amiche?! >>
<< È una domanda? >>
<< Forse… >>
<< Se lo è la risposta è sì… >> disse Emma scrollando le spalle.
<< Beh, siamo passate ad essere amiche…eppure per me non è abbastanza. Ecco cos’ho capito oggi. Che strana la vita, ti ho odiato, ho cercato di ucciderti perché avevo paura di te, avevo paura che tu mi potessi portare via l’unica fonte di felicità della mia vita e invece è stato completamente l’opposto. Tu piano piano sei diventata la mia felicità, il solo averti accanto mi rende la giornata migliore, il parlarti mi calma, la tua voce mi fa star bene…>>
<< Regina, cosa mi stai dicendo? >> disse Emma incredula. Tutto avrebbe pensato tranne quello, tutto. Regina si stava per caso dichiarando?
Regina percepì una strana vibrazione nella voce di Emma, i suoi occhi cambiarono espressione e questo le spezzò il cuore, eppure cosa si poteva mai aspettare? Quella rivelazione era come un temporale in un giorno di sole.
<< Sai che ti dico? Lascia stare, ho sbagliato a chiederti di venire, non dovevo dirti niente… >>
Regina si alzò dal tavolo, lasciò scivolare dei soldi sul tavolo ed uscì dal locale, rincorsa dalla bionda.
<< Non puoi andartene così. >> disse Emma urlando sull’uscio del locale.
Regina si girò di scatto.
<< Emma ti prego…>> disse asciugandosi una lacrima dalla guancia.
<< Regina…>> disse scossa Emma avvicinandosi un po’ di più a Regina.
<< Lascia stare davvero, ho sbagliato a scriverti. >>
Emma corse verso Regina e le afferrò il braccio facendola girare.
<< Ti prego Regina parlami. >>
<< Emma… >> disse lasciando scendere una lacrima sul suo viso.
Tutto quello era davvero più di quanto si potesse aspettare, quel sentimento si stava impossessando di lei e quando aveva provato a parlarne quello che aveva ricevuto era uno sguardo incredulo, forse deluso. Nella sua testa continuavano a vagare parole su parole, il discorso che aveva scritto questa mattina…ma niente di tutto quello era uscito dalla sua bocca, perché quegli occhi l’avevano frenata. Come poteva buttare tutto quello su Emma? Come poteva poi vivere sapendo che tutto ciò che provava non era ricambiato, forse, si ripeté tra sé e sé, era meglio tenere tutto dentro, continuare a vivere quella vita. Almeno avrebbe potuto condividere qualche momento speciale con Emma, non quelli che avrebbe desiderato, ma sarebbero stati sempre meglio di quello sguardo.
Regina si liberò dalla presa della bionda con uno strattone e cercò di andarsene, ma il suo braccio venne afferrato nuovamente e le due si trovarono faccia a faccia, ancora una volta.
Regina chiuse gli occhi e per qualche istante tutto le sembrò sparire, la strada, le voci, il sole, Emma, niente esisteva più, c’era solo lei e il nulla. La voce di Emma, però, la riportò sulla terra ferma.
<< Regina vuoi parlarmi ti prego? Mi vuoi spiegare che sta succedendo? >>
<< Vuoi davvero sapere cosa sta succedendo? Vuoi che te lo dica? Con il rischio di rovinare questa cosa, qualunque essa sia? >>
Emma annuì ancora più perplessa di prima, aveva intuito qualcosa, ma il suo cervello ancora negava, faceva finta di non aver compreso.
<< Benissimo, sarò chiara, cristallina… >> disse Regina quasi urlando e sbracciandosi.
<< La cosa è semplice, questa cosa che c’è tra noi, così, non può funzionare, non per me. Non ce la faccio a starti accanto e non poterti sfiorare il viso, o anche solo tenerti per mano. E stano, lo so, credevo di non essere capace di dire queste cose, né tanto meno provarle per una donna, per te. Eppure, eccoci qui ad affrontare questa bizzarra discussione in mezzo alla strada. Mi sono innamorata di te Emma Swan…già. Mi ci sono voluti parecchi mesi per realizzarlo davvero ed oggi, come un’illuminazione l’ho veramente compreso, ho preso possesso di questo sentimento che piano piano è nato dentro di me, ma che ho sempre tenuto rinchiuso sotto chiave. Cosa l’abbia fatto uscire allo scoperto? Non lo so neppure io, ma come vedi adesso siamo qui…>> disse agitando le mani.
<< Regina io… >>
<< Non dire niente…non c’è niente da dire davvero…ho sbagliato io a scriverti e chiederti di vederci, potevo tenere tutto dentro come ho sempre fatto e invece eccoci qui. Cosa mi sia preso non si sa. >>
Emma era incredula, tutte quelle parole l’avevano investita come un furgone in piena corsa e vedere Regina in quelle condizioni, con le lacrime agli occhi l’aveva spiazzata.
Emma si morse l’interno della guancia e ancora una volta Regina girò i tacchi…
<< Regina! >>
Regina si bloccò ancora una volta dopo aver fatto pochi passi, furiosamente si riavvicinò ad Emma e le urlò contro.
<< Non lo capisci che facendo così peggiori la situazione? Non lo capisci? Questo cuore qui >> disse prendendo con forza la mano di Emma per poi posizionarla sul suo petto. << Senti?  Questo cuore che credevo fosse spezzato batte all'unisono con il tuo. E non vorrei che questo sia un male, non vorrei che sia tutto sbagliato. Ma i tuoi occhi mi parlano, i tuoi occhi esprimono ciò che senti e questo mi terrorizza…Mi chiedo e se fosse tutto sbagliato? Ma come può essere l'amore una cosa sbagliata? Come può questo sentimento meraviglioso rappresentare un errore!? Eppure, questo sembra se guardo i tuoi occhi, ma ciò che provo non posso cambiarlo. Per cui sarò al pub in fondo alla strada questa sera e se tu dovessi decidere che questo amore vale la pena di essere vissuto, mi trovi lì. >>
Regina così lasciò la presa sulla mano di Emma e se ne andò tra le lacrime verso il suo ufficio. Nonostante tutto era riuscita ad esternare il suo amore per Emma, non era stato un gran successo, ma ancora nulla era perduto. Beh, lo sguardo di Emma non lasciava ben sperare, ma Regina dopo le solfe di Snow stava iniziando a credere nel potere del vero amore. Così nel tragitto che la portava in ufficio si chiese se quello che provava per Emma non fosse vero amore, e se il destino non le avesse condotte lì, in quel preciso momento per una specifica ragione. Tutto era collegato, tutto era avvenuto per un motivo…se lei non avesse scagliato la maledizione, Emma non si sarebbe ritrovata nel mondo reale, non avrebbe incontrato Neal e non avrebbe dato alla luce Henry. Senza quel sortilegio Henry non sarebbe piombato a casa di Emma e non l’avrebbe condotta da lei. C’è sempre una ragione dietro le cose della vita e adesso Regina riusciva a vedere come tutti i pezzi della sua storia si collegavano come i pezzi di un puzzle. Eppure, nonostante i pensieri di Regina, la scelta finale non spettava a lei, ma a quella bionda che ancora era immobile al centro della strada.
La confessione di Regina l’aveva spiazzata, respirò profondamente e metabolizzò il tutto, era davvero tanto da assimilare. Eppure, adesso tutto aveva un senso, il giorno del salvataggio di Henry, quel giorno alle miniere quando avevano entrambe rischiato di morire, il cappello magico che iniziò a funzionare solo nel momento in cui lei aveva toccato il braccio di Regina. E se davvero…
<< Noooo! >> Emma scosse la testa come a voler cacciare via quell’immagine.
Eppure, quando Regina le aveva preso la mano e l’aveva poggiata sul suo petto, il cuore di Emma aveva iniziato a battere all’impazzata in sincronia con quello della bruna.
<< Non può essere…>>
Emma alzò gli occhi al cielo e pensò a quanto strana fosse quella situazione, la figlia di Biancaneve fidanzata con la matrigna di Biancaneve… rise.
A quell’immagine seguì un grosso sorriso sul viso di Emma, che aveva ricostruito nella sua mente le più banali immagini assimilabili ad una coppia. Camminare per strada mano nella mano, poter condividere la colazione al mattino, poter spostare quella ciocca di capelli che andava sempre a coprire gli occhi di Regina, e poi, quando le balenò un’ultima immagine, ecco che il suo stomaco esplose. Pensò ad un bacio, un loro bacio, le loro labbra che si toccavano, le distanze che si azzeravano, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da quel turbinio di emozioni… forse Regina non era la sola a provare qualcosa e quel vuoto allo stomaco che le si era formato ne era la prova.
Erano passati pochi minuti dall’incontro con Regina ed Emma era ancora lì a contemplare il vuoto, pensando a tutto ciò che quel sentimento avrebbe implicato, ad un semplice bacio. Quel pensiero, una volta generato non uscì più dalla sua mente. Regina aveva ragione.
Non le serviva tutta la giornata per pensarci, le erano serviti pochi minuti per assimilare il tutto e per tirare fuori ciò che anche lei aveva tenuto segregato. Così, quando si rese conto che il tempo che si era preso era abbastanza iniziò a correre nella direzione in cui era andata Regina, fino a quando non la raggiunse.
<< REGINAAA! >> disse con tutto il fiato che aveva in corpo per poi accovacciarsi poggiando le mani sulle ginocchia.
Regina si girò e tirò su col naso, sgranò gli occhi.
Emma si ricompose e si avvicinò a lei.
<< Non ho bisogno di tutta la giornata, non posso aspettare questa sera… >>
<< Aspettare per… >>
Regina non riuscì a finire la frase. Emma azzerò le distanze, prese saldamente il viso di Regina con entrambe le mani e baciò le sue rosse labbra salate, bagnate dalle lacrime.
Al tocco delle loro labbra qualcosa dentro di loro si infuocò…quello era l’amore. Quell’amore che avevano lasciato sepolto in fondo al cuore, quell’amore nascosto, incatenato. Con quel bacio l’avevano liberato e finalmente dopo anni potevano tornare ad essere felici, questa volta per sempre.
Regina si staccò da Emma e riprese fiato per poi mordersi il labbro superiore.
<< Quindi hai deciso… >> disse ancora impossessata da quella sensazione strana che le fece girare la testa.
Emma la prese per i fianchi e la tirò a sé.
<< Sta zitta e baciami. >>
Le loro labbra si incontrarono una seconda volta e quello fu il culmine di ogni sensazione che entrambe avessero mai provato. Quello senza ombra di dubbio era AMORE.
  
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