Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Allonsysilverongue    17/12/2018    2 recensioni
{Hayffie}
Pochi anni dopo la guerra, durante un periodo di pace, Panem si ritrova con un problema che richiede una drastica decisione.Viene emanata una legge sul matrimonio che costringe Haymitch ed Effie a sposarsi.
---------
Dal testo:
Capitolo 35
La porta della stanza dell'assemblea si aprì di botto. Haymitch si fermò e girò la testa vedendo Fulvia avventarsi dentro la stanza, dirigendosi verso di lui. Plutarch lanciò un'occhiataccia alla moglie, per aver avuto l'audacia di interrompere un importante colloquio.
"Che c'è?" Chiese Haymitch dall'angolo della bocca, i suoi occhi che scrutavano i membri del concilio in piedi davanti a lui.
"C'è una chiamata per te, è urgente, proviene dal Distretto Quattro."
"Probabilmente é Annie. Dille che la richiameró una volta che avrò finito," sussurrò.
Fulvia scosse la testa. "É Johanna Mason e ha detto che se non fossi venuto al telefono, avrebbe rilasciato una tua foto di dieci anni fa molto compromettente. Non so cosa significhi, ma sembrava molto seria."
"Sono nel mezzo di una– "
La donna assottiglió le labbra e gli strinse i bicipiti. "Aveva ragione lei, sarebbe stato difficile dissuaderti. Non volevo arrivare a questo, ma riguarda tua moglie."
-------
Traduzione storia di Allonsysilvertongue
Genere: Angst, Dark, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO CINQUE

Haymitch la fece indietreggiare, facendola sbattere contro la parete piastrellata - e di colore blu-  del loro bagno, baciandola con un desiderio sfrenato. Le sue mani strinsero a coppa il sedere della capitolina, prima di scivolare giù per le sue cosce, accarezzandole la pelle. La strinse forte a sé, per poi sollevarla. Le sue lunghe gambe si avvolsero immediatamente attorno alla vita dell’uomo.

Grazie ad uno dei palmi di Haymitch, appiattiti contro il muro, Effie era incastrata tra il muro dietro di lei e il corpo di Haymitch, premuto contro il suo.

Lei, di tutta risposta, spostò una mano nello spazio tra loro facendola scivolare giù per afferrare gentilmente l' erezione dell'uomo e guidarla verso la sua entrata.

"Così impaziente," le sussurrò, senza fiato, al suo orecchio. La sensazione del suo respiro caldo su di lei le fece stringere più forte i fianchi di lui con le sue gambe facendo sibilare Haymitch di piacere.

Lo baciò in risposta e sussultò quando finalmente lui entrò dentro di lei. Effie si aggrappò a lui. Le sue braccia ora si stringevano attorno al suo collo mentre lui si avvicinava ancora di più a lei, intrappolandola e affondando dentro la donna che si dimenava. 

Questo dava a Haymitch un senso di orgoglio, perché sapeva che poteva farle perdere il controllo perfetto che ella aveva coltivato a lungo.

Effie gli leccò le goccioline d'acqua che gli scendevano lungo il collo. Il calore della sua lingua contro la freddezza della propria pelle fece rabbrividire Haymitch, che si affrettò ad intrecciare le loro dita, appoggiandole contro il muro accanto alla testa della bionda e facendo incontrare i loro fianchi.

Il vapore, proveniente dalla doccia che si era fatta Effie poco prima, aveva fatto appannare il vetro. 

La donna si stava facendo la doccia, canticchiando tra sé e sé, il suo corpo ricoperto di schiuma, quando ,improvvisamente, Haymitch si era precipitato in bagno rigettando, nella tazza del water, tutto il contenuto del suo stomaco. La donna aveva cominciato così ad urlargli contro e lui, di conseguenza, le aveva risposto a tono e tra urli e grida aveva finito per baciarla, i suoi vestiti inzuppati dall’acqua che scendeva dal doccino e il dito che pompava dentro di lei. Di tutta risposta la donna gli aveva strappato velocemente i vestiti di dosso, appendendoli sopra il vetro della doccia.   
                                                                                                                                                      
Non poteva certo negare che fosse entusiasta di come si fosse trasformata la giornata: con Effie che ansimava e lo pregava, invece di sbraitargli addosso.                                                                                                                           

Haymitch affondò la faccia nell’incavo del suo collo; i denti che le mordicchiavano la pelle di porcellana.                               

Effie affondò le unghie nella schiena di lui, lasciandogli dei graffi, mentre muoveva i fianchi al ritmo delle sue spinte.                   
                                                                                                                                                                                  
“Più veloce, Haymitch” pregò lei. “Si, così, cosi...”.                                                                                                                            

Uscì da lei quasi completamente, prima di rientrare con una spinta veloce, ripetendo l’azione più e più volte, quando Effie cominciò ad emettere mugolii e a contorcersi seriamente. I suoni che uscivano dalle sue labbra lo spronarono a muoversi più velocemente, il ritmo divenne erratico ed irregolare, mentre i suoi muscoli tremavano in attesa del dolce rilascio.   
                                                                                                
Sentì le pareti di lei stringersi attorno al suo membro, e la testa della donna rovesciarsi all’indietro mentre il suo corpo tremava di piacere, l’orgasmo che cresceva dentro di lei.

Haymitch continuò a muoversi dentro la donna, e con poche, ma profonde spinte, si svuotò dentro di lei, percependo le gambe indebolirsi.   
                                                                                                                      
Effie scivoló contro il muro, trascinando con sé Haymitch; accasciandosi sul pavimento del bagno, mentre l’acqua della doccia continuava a scendere copiosamente su di loro.

XxX

 "Cosa? Niente cibo?" Domandó Haymitch. "Dov'è ? Fare sesso al mattino mi ha tolto tutte le energie." 

"Preparatela da solo, bruto! Stamattina mi hai fatto perdere parte del mio tempo prezioso e sono in ritardo”, affannó Effie, mentre mandava giù il suo caffè del mattino. “Quello che è successo stamattina non ricapiterà mai più, Haymitch!” 

L’uomo fece un sorrisetto. Si era svegliato con una bruttissima sbornia, ma le cose che avevano fatto nella doccia lo aveva tirato su di morale e, nonostante quello che Effie aveva detto, dubitava che parlasse sul serio.                                                                                                                                                                           

La donna prese la borsetta e le chiavi e superando Haymitch si avviò verso la porta d’ingresso.                   

“Ci vediamo più tardi,” urlò da sopra la spalla.

Scomparve dalla cucina; la sua piccola figura che correva, fuori dalla porta d’ingresso, con i suoi tacchi rossi, per evitare di essere accusata di aver fatto ritardo al lavoro, senza rendersi conto che, quella mattina, si fosse dimenticata di prendere le sue pillole. 
  
XxX

“Ho sentito che state per avere un bambino,” disse Haymitch mentre stava entrando nella panetteria di Peeta. 
Il giovane ragazzo biondo si girò di scatto, con uno straccio appeso alla sua spalla e uno sorriso stampatogli sul suo viso. Katniss emerse dal dietro del negozio appena sentì il suono della voce del mentore.

Indossava la sua attrezzatura da cacciatrice: l’arco nella sua mano e la giacca di suo padre allacciata.

"Presto Peeta, chiama Plutarch e il suo team e falli venire qua! Haymitch Abernathy é sobrio ed é venuto a trovarci,” lo canzonò la ragazza. “Era ora.” 

Haymitch si rabbuiò. Non poteva certo incolpare la ragazza visto che, erano passati mesi da quando Peeta aveva riaperto la panetteria e lui non ci aveva messo ancora piede. Aveva continuato a ripetere loro che in uno di quei giorni sarebbe andato a trovarli, ma non lo aveva mai fatto.  

"Non avere quell’atteggiamento con me, Katniss," borbottò. 

Poi si spostò dietro al bancone dove c’erano Katniss e Peeta, il quale aveva il suo braccio intorno alla vita della ragazza. Haymitch gli diede un colpetto alla spalla, gli angoli della sua bocca si piegarono in un sorriso per poi rivolgersi a Katniss, poggiando la mano sulla sua guancia. 
"Congratulazioni, Dolcezza!” Sorrise. “Ad entrambi: ve lo meritate." 

Katniss gli sorrise, sulla sua faccia il più felice dei sorrisi che lui le avesse mai visto fare. 

"Fa un po’ paura, Haymitch. Io– Noi non sappiamo che cosa aspettarci e ultimamente sto continuando a pensare ai Giochi. Più spesso rispetto al solito. Cosa faremo se ci chiederà dei Giochi? Che cosa le dirò?" 
"O gli," aggiunse Peeta. 

"É a questo che serve il libro, no?” Disse Haymitch dando loro le spalle. 

Ancora adesso, odiava qualsiasi discorso riguardante ai Giochi."Quello che avete iniziato a scrivere dopo la guerra, tutte le storie di coloro che sono morti.”  

"Non voglio dimenticarli – Non sono sicura se…” Katniss si interruppe. 

Haymitch prese una pagnotta di pane al formaggio dalla ormai fredda teglia e se la portò vicino al naso, inalando il profumo del formaggio fuso. Fece un morso prima di voltarsi nuovamente verso di loro. 

"Come state tu ed Effie?" Domandó Peeta, cambiando argomento. "Siete sposati da tre mesi, giusto? Qualche pizzico di fortuna?” 

Haymitch alzó le spalle, i suoi fianchi appoggiati contro al bancone. Nessuno sapeva che Effie prendeva delle pillole anticoncezionali e preferiva che la situazione rimanesse così. Rabbrividì al pensiero dei problemi e dei guai in cui si sarebbero potuti cacciare entrambi per non aver rispettato la legge, se la persona sbagliata dovesse venire a sapere delle pillole di Effie.  

"Mi sembra di aver letto da qualche parte che si aspettano dalle coppie di aver già un bambino o almeno aspettarlo, entro il primo anno di matrimonio,”specificò Katniss, corrugando la fronte mentre cercava di ricordarsi se l’informazione fosse corretta. “Oppure dovranno fare degli accertamenti e delle visite mediche  per controllare che non ci siano complicazioni.”

"Entro il secondo anno," la corresse Haymitch. "Ma, ogni anno, ci saranno delle visite per determinare la salute della coppia e la fertilità. Non vogliono compromettere la salute del bambino, cercando di minimizzare il rischio di nascere con delle anomalie. Ci sono anche alcuni esami del sangue, per accertarsi che siamo puliti da droghe, farmaci o qualsiasi altra cosa.”  

"Sono molto cipigliosi e attenti," commentò Peeta. 

"Devono, immagino, visto che l’obbiettivo sarebbe quello di promuovere il parto.”  
"Si, okay," disse Haymitch. "Ascoltate, spero che non arriveremo mai a quel punto; intendo al fatto di me ed Effie con un bambino.” 

Katniss e Peeta si scambiarono un’occhiata e, un po’ terrorizzato, Peeta chiese, “Intendi?" 

"Ne stavo parlando con Plutarch e leggevo anche i giornali: i suicidi e l’infelicità generale della gente. Dobbiamo sciogliere questa legge e abbiamo bisogno di farlo ora. Vogliono promuovere la crescita della popolazione, ma, con tutti questi suicidi da ambo le parti, il numero  degli abitanti sta calando sempre di più.”  

“Aspetta un attimo, hai detto‘dobbiamo’?”

"É stata un’idea di Plutarch, ha detto che la gente avrebbe ben accolto l’idea se avesse visto voi due partecipare alla cosa. Vorrei solo che tutto questo casino finisse, Peeta. Non voglio trascinarvi davanti ai riflettori per essere usati nuovamente, ma gli ho promesso che ve lo avrei domandato.”

“No," disse Peeta con fermezza."No."
“Peeta…” fece Katniss.

Haymitch espirò lentamente. "Capisco, e non vorrei complicare le cose visto la condizione di Katniss."

“Condizione? Fai sembrare la gravidanza una cosa terribile! Ti aiuterò,” gli disse Katniss. Si voltò poi verso il marito, i cui occhi la guardavano, implorandola silenziosamente di riconsiderare la sua decisione. "Non dobbiamo per forza finire in prima pagina o con una troupe televisiva alle nostre calcagna; però possiamo dare una mano. Qualsiasi cosa dovremmo fare, la possiamo svolgere da dietro le quinte. La legge non è corretta. La gente non dovrebbe essere costretta a sposarsi in questo modo. Il. Matrimonio dovrebbe essere sacro, giusto? Un’unione tra due persone che si amano e che hanno bisogno l’uno dell’altro. Per questo ci siamo sposati, no?"

“Va bene,” acconsentí Peeta. "Ma non vogliamo pubblicità inutile. Metti questo in chiaro con Plutarch, per favore. Immagino che Effie abbia già elaborato programma o una sorta di piano su come dovremmo prepararci su questo?"

"Ah, ecco," ridacchiò Haymitch all’improvviso, dirigendosi verso la porta. “Lei non lo sa.”

“Cosa?!"

"Non ancora, comunque. Glielo dirò, sono sicuro che sarà contenta di liberarsi di me. Grazie ancora per aver deciso di aderire a questa cosa.” 


Haymitch scomparve per tutto il resto del giorno.

XxX 

Camminare per la città é qualcosa che Haymitch detesta con tutto il suo cuore. A causa del ‘cancello aperto’ che consentiva ai cittadini il trasferimento e un po’ anche a causa della legge sul matrimonio, i residenti originali del Distretto Dodici si erano ridotti ad una manciata. Il resto degli abitanti proveniva da diversi angoli del paese. Alcuni si erano trasferiti con il loro coniuge o cambiato residenza per ragioni del tutto sconosciute ad Haymitch.

“Ehilà, Haymitch," qualcuno lo salutò, accompagnato dal gesto di togliersi il cappello di paglia, però il vincitore non aveva assolutamente idea di chi fosse, così gli fece un segno con la testa per poi proseguire per la sua strada.

"Oi! Vuoi un po’ del mio stufato, ragazzo? Fai fare un po’ di affari a questa signora, eh?” Gli gridò Sae la zozza. 

La donna aveva comprato una piccola area nel piccolo mercato del distretto, che in precedenza era il mercato nero, visto che adesso la città era molto più grande, pulita ed organizzata. Aveva sistemato il suo ristorante e si era trasferita assieme alla nipotina al piano superiore di un edificio a mattoni a due piani. Era anche stato appeso alla porta un semplice cartello in legno con su scritto, con la pittura, “Benvenuti”. 

Un piccolo lenzuolo era stato appeso alla finestra: Le Migliori Zuppe di Sae; un nome ridicolo per un ristorante, pensava Haymitch, ogni volta che ci passava davanti. Nonostante il nome non fosse creativo, gli affari andavano bene per la vecchia, soprattutto grazie alla libera economia del mercato di Panem. Grazie al commercio e alle esportazioni di diversi ingredienti provenienti dai vari distretti, la sua zuppa divenne popolare. 

Il sapore era migliorato drasticamente grazie all’aggiunta di condimenti e spezie, che prima della Ribellione erano rare; adesso la sua zuppa non conteneva più la carne di animali selvatici o addirittura cani. 

Alzó la mano in segno di saluto. “Non oggi, mi spiace. Ho appena mangiato qualcosa dalla panetteria.”

“Prima o poi dovrai portarmi qui la tua amata mogliettina, ragazzo. Così la potrò conoscere bene e sono sicura che Sandy sarà molto contenta di poter parlare con lei!”

Haymitch fece una smorfia. 

Era più che sicuro di aver ormai oltrepassato la soglia del periodo adolescenziale, ma, da quanto ne aveva memoria, Sae La Zozza lo aveva sempre chiamato così, fin dal loro primo incontro, quando era solo un ragazzino magro che correva per il Giacimento. Sandy, la nipote dell’anziana signora, lo fissò con aria assente, ma non lo riconobbe.

Il modesto edificio a due piani finalmente apparve e Haymitch tirò un sospiro di sollievo per aver finalmente raggiunto la sua destinazione. Il Distretto Dodici aveva finalmente una biblioteca, da cui sarebbe stato per lui possibile cercare informazioni riguardanti la legge. Nonostante la libreria non fosse tanto grande quanto le altre negli altri distretti e non avesse tanti libri, secondo Haymitch andava più che bene.

“Dove posso trovare le copie dei giornali degli ultimi mesi?" Domandó Haymitch alla bibliotecaria, sporgendosi in avanti tamburellando le dita, aspettando con impazienza che la ragazza alzasse gli occhi dal libro che stava leggendo.

"Da quella parte," indicò la ragazza, i suoi occhi che non lasciarono mai la pagina del libro.

“Bene, grazie."

La biblioteca era stranamente silenziosa e Haymitch si sentiva leggermente isolato dal mondo, specialmente adesso che aveva appena attraversato la confusione in città. 

Trovò quello che cercava e cominciò a raccogliere i documenti datati pochi mesi prima che la legge venisse approvata, fino al giorno del suo matrimonio. Li portò ad un tavolo vuoto, nel retro della biblioteca, scrutandoli diligentemente e facendo piccoli appunti su un block notes giallo che si era fatto portare dalla bibliotecaria. 

L’obbiettivo di Haymitch era quello di raccogliere quante più informazioni possibili sulla Population White Paper, la legge, gli effetti e qualsiasi altra cosa ad essa correlata. 

I suoi progressi erano lenti, visto che, oltre ai giornali, aveva deciso di consultare anche altre fonti come diari o articoli, determinato com’era a trovare una soluzione.
 
XxX

Le ore passarono in fretta, mentre sedeva curvo sui suoi appunti. La sua mano gli doleva, e il collo e la spalla si erano bloccati; così, decise che avesse lavorato abbastanza per quel giorno e che sarebbe tornato il giorno dopo. 

Guardando l’orologio appeso al muro, notò che era rimasto lì solamente per tre ore. 

"Ridicolo, sembra che sia rimasto qui mezza giornata," borbottò. 

Quando uscì dalla biblioteca, muovendo le braccia in modo da roteare la spalla per alleviare il dolore, il cielo si era tinto di arancione e non c’erano più così tante persone in città. 

Mentre si diresse verso il suo posto preferito, il bar, la sua mente stava pensando a ciò che aveva appreso oggi in biblioteca.

Per questo motivo, Haymitch non si rese conto della figura che svoltò da dietro l’angolo e contro cui finí addosso. 

"Maledizione! Sei per caso cieca?”

“Garbato come sempre," replicò sfacciatamente Effie, raccogliendo la borsa da terra. "Cosa ci fai qui?"

“Cosa? Adesso mi stai anche tenendo d’occhio? Vuoi sapere con chi sono stato, a che ora e quando sarò di ritorno?" Chiese irritato.

“Quello non è ciò che–" sospirò. “Lascia stare."

Si allontanò da lui e, dal rumore che i tacchi facevano sull’asfalto, poteva capire che la donna fosse furiosa. 

“Eff," la chiamò. “Stai andando a casa?"

La donna si voltò di scatto. "Oh a te é permesso fare domande?”Lo canzonò.

“Va bene, va bene," alzó beffardamente il palmo in segno di resa. "Vuoi venire con me al bar?"

“Perché dovrei venire con te al bar?!" Chiese lei arrabbiata. "Haymitch, seriamente."

“Vorrei parlarti di una cosa. Dai vieni, non hai mangiato, giusto? Prenderemo qualcosa."

Effie assottigliò gli occhi.

"Sarebbe un appuntamento? Mi stai chiedendo di uscire?" Sembrava sospettosa, ma la sua voce la tradì. Sembrava quasi speranzosa.

“Dio, no," la schernì. "Ti ho detto che vorrei parlarti."
“Non al bar, Haymitch," si passò stancamente le mani tra i capelli.

“Bene" la prese per il gomito e la allontanò dal gruppo di alcuni negozianti che stavano pigramente chiacchierando sul marciapiede. 

“Parleremo mentre camminiamo verso casa”.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Allonsysilverongue