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Autore: lucaluca    18/12/2018    1 recensioni
Ora sei sola e devi ricominciare in qualche modo la tua vita che per un istante avevi abbandonato
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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RICOMINCIARE
 
Partiamo col dire che la vita non è fatta per viverla da soli.
S'impegnano i supermercati a creare le cosiddette monoporzioni per far credere che la società volge un tiepido sguardo alle persone single, si sforzano a smontare il concetto che in due si viva meglio, ma non ci riescono. 
Quelli con la pelle dura, quelle persone che paiono alberi secolari con la loro dura corteccia che li ha protetti da tutto e da tutti, coi segni delle cicatrici del tempo, in fondo in fondo sperano prima o poi di dividere la vita con qualcuno. Di scontrarsi al supermercato con la sbadata che porta male il carrello e d'instaurare un inutile discorso sul compagno o la compagna che non li aiuta in casa, ma che esiste. Fiumi di parole dette ad una sconosciuta per urlare al mondo che non si è soli. Anche loro, i single da una vita, vogliono questo momento.
D'altronde la vita a due è più semplice. Non passi le giornate ad organizzare incontri inutili che ti assorbono tutte le energie che potresti usare per leggere un libro che la tua migliore amica ti ha regalato senza sapere chi fosse l'autore, o per provare una ricetta nuova su come si friggono le melanzane senza olio per sconfiggere il cancro, o raccogliere tutte le fotografie disperse sul desktop del tuo computer che devi sistemare dal lontano capodanno del 2000 a. C. 
 
Per non pensare allo stress ed ai soldi buttati per trovare la palestra giusta, dove ti hanno detto, ma a te non capiterà mai, che si rimorchia facilmente e non è frequentata da gente che pare scappata di casa. Ovviamente mica ti vorrai sistemare dopo secoli di ricerca, col primo che arriva e che dopo due settimane ha perso il lavoro, ha un'accusa di stolking e due figli problematici da seguire con una ex moglie alcolizzata. Eh no, questo non lo vuoi. 
Perciò ti adoperi che la palestra scelta sia la più gettonata del momento, ma non affollata. Super tecnologica, ma non da ingegneri. Infatti una tua amica che sta con un ingegnere super tecnologico te lo ha già detto che è rigido, egoista, ansioso ed una frana a letto, perciò evita gli ambienti dove servono lauree in elettronica per perdere due chili in un anno. Va anche detto che non puoi pensare alla palestra economica dove con dieci euro al mese è già tanto se hai un tetto sulla testa, ma non puoi nemmeno scegliere quella super top dove per una rata mensile equivalente alla metà del tuo misero stipendio.
 
Una ragazzina alla reception ti vede arrivare, ti sorride sempre anche se l'hanno appena stuprata, ti dice che la vita è bella, ti dà della fortunata/fortunato, ti porge una salvietta calda ed una bottiglia di acqua dalla temperatura perfetta a seconda del clima esterno e ti augura di divertirti. La tua giornata in palestra potrà essere solo che splendida. Pazienza se la tua tessera e smagnetizzata, la strisci più volte, crei ingorgo e poi, quando quello della sicurezza si avvicina e la passa sul sensore le porte si aprono. Sorridi, tutti quelli coi minuti contati che avevi bloccato grazie al tuo impedimento ti sorridono, ma sai che sei odiata, perché stanno perdendo massa muscolare a causa tua. 
Raggiungi lo spogliatoio, cerchi un armadietto con dei numeri che tu possa ricordare, altrimenti, come nell'ultima palestra dove sei stata, fai scassinare tre armadietti prima di capire che il tuo non era lì, ma nell'altro spogliatoio. Ovviamente il ragazzo che ha aperto i tre lucchetti ti sorride, ti dice che capita a tutti, ma tu sai che appena ti avrà salutata, andrà a ridere di te con tutta la palestra, e il giorno dopo in bacheca comparirà un messaggio che invita tutti i clienti a memorizzare il numero dell'armadietto scelto per quel giorno.
Sei arrivata al tuo angolo, hai scelto il numero giusto che non puoi dimenticare dopo aver dovuto abbandonare tutte le altre possibilità perché già occupati. Quel numero ti è familiare, ma non lo associ a nulla, perciò non sei sicura, ma qualcosa devi fare, altrimenti la signora che arriva tutta sudata, ma con un trucco da notte degli Oscar, penserà che sei matta o che ti sei smarrita, perciò pazza due volte. Anche lei ti sorride, anche se in verità è il chirurgo plastico che l'ha fatta così.
Appoggi la borsa sulla panca rigorosamente lasciata bagnata dalla ragazzine tonica, truccata, sportiva, sudata, ma profumata che hai incontrato alla reception, ma non ti disperi, perché anche tu sarai così quando uscirai da quel postaccio.
Con disinvoltura fai finta di nulla, anche perché miss sorriso da chirurgo ti sta fissando, ora forse, la matta è lei. Asciughi il fondo esterno della borsa che ti ha regalato colei che ti ha spinto ad andare in palestra e ti ha offerto due mesi pagati nella palestra più cara della città perché comprati su internet, peccato che ti sei poi fatta abbindolare dal fisicato che al primo appuntamento per farti visitare la palestra, ti ha proposto un abbonamento triennale dove dopo una serie di passaggi numerici e averti fatto credere che eri la migliore, ti ha fatto strisciare la carta di credito per un'infinità di zeri prima della virgola. Pazienza.
Ora, la borsa e asciutta, il numero dell'armadietto non è complesso e lo potresti ricordare per le prossime due ore, perciò non ti resta che spogliarti. Però rifletti. Dove era sistemata la zona doccia? E quella bagno. Magari sei un po scomoda, perciò tutto il tempo che hai per trovare il tuo angolo perfetto, ti vola via. Nel frattempo la signora dal sorriso facile ha instaurato un dialogo con la vicina di armadietto che sfoggia un costume da ultima stagione sulla passerelle della fashion week di Milano, quei strani agglomerati di tessuto che tutti sanno che non si porteranno mai, invece lei si, perché statuaria, bella, sudata, ma fresca come una rosa. Parlano delle due ore precedenti passate a seguire istruzioni mortali dettate da un istruttore bello da morire, ma gay, con un fondoschiena da urlo, ma non per loro. 
Tu, pensi se cambiare armadietto e avvicinarti alle docce così da non sfilare davanti a sguardi fintamente amichevoli quando rientrerai dalla sfacchinata. Però ricordi che i bagni sono dalla parte opposta. D'altronde non puoi ricordare tutto. Hai seguito il ragazzo super fisicato che ti faceva vedere ogni angolo della palestra giorni prima, ma lì lui non era entrato e tu ti eri affacciata all'ingresso dello spogliatoio mentre lui ti suggeriva da dietro l'angolo che sulla destra c'era la zona relax, in fondo a sinistra le docce e verso la zona relax nuovamente i bagni. Tu avevi cercato di capire tutto, mentre sguardi di persone che arrivavano o partivano da quel luogo a te tanto sconosciuto, ti pugnalavano amichevolmente facendoti sentire tutt'altro che desiderata.
Comunque decidi di stare dove sei arrivata, anche solo per premiare lo sforzo che hai fatto per prendere un pezzo di scotex dalla parete ed asciugare borsa e panca. Ti senti pronta. Apri la borsa, apri l'armadietto e gli poni tutto ciò che ti servirà per dopo. Lasci la profumata salvietta calda che ti ha passato la ragazza alla reception, sai che la troverai fredda e piena degli odori che assorbirà nelle prossime ore mentre tu ti romperai la schiena, con lei lasci le infradito per la doccia, sia mai che ti possano crescere delle verruche per aver calpestato luoghi umidi e pubblici, lasci la borsetta del make-up, era compresa nella borsa da palestra, te lo ha fatto notare chi te l'ha regalata, ma tu ci hai messo solo il deodorante, il bagnoschiuma ed una spazzola, perché non hai pensato che dopo due ore di palestra, una doccia e magari un passaggio in zona relax e un'altra doccia, forse, un filo di fondotinta poteva renderti più presentabile al possibile individuo che ti apre la porta, oppure che ti saluta alla reception o che incontri nel tragitto verso casa. No, meglio essere sempre impresentabile! Così non dai false speranze. Te lo ha suggerito un personaggio di un romanzo che hai appena letto dove la protagonista urla al mondo intero che non bisogna vivere di espedienti, solo dura verità. Poi scopri che ha cinquant'anni, mai avuto una vera storia con qualcuno e che vive con dieci gatti, ma tu non puoi saperlo perché sei ancora a metà libro e lei a quel punto è bella, così dice, piena di corteggiatori, così scrive l'autrice è sta pensando al suo futuro.
Appoggi sul lato destro della borsa, il tuo look da palestra. Nel frattempo è arrivata un'altra cliente. Lei già esperta saluta le due signore da ore disperse nel fondoschiena dell'istruttore, appoggia decisa la borsa Dolce&Gabbana Sport e, come un mago davanti al suo impeccabile cilindro, estrae un completino da palestra da copertina di Vogue. Abbandoni il mondo che sta attorno a te, non è il tuo e ti concentri su ciò che hai in mano e che dovrai indossare. L'istruttore di turno ti aspetta. Ti spogli, evitando di guardare se qualcuno ti guarda, perciò cerchi di non fare rumore, ma appoggiare la calza che hai appena sfilato, pare abbia attirato gli sguardi di mezzo mondo su di te. Pazienza, non hai più tempo. Ti devi vestire. 
In quel momento inizia la tua fine.
Il tuo fantastico, studiato e ricercato completo da palestra vanta un pantaloncino che arriva sopra il ginocchio, ricavato dal taglio di una vecchia tuta da ginnastica anni ottanta che avevi deciso di non buttare e hai pregato tua madre di accorciare per usarla in palestra. Lei non voleva ed ora capisci il perché. In abbinamento hai una maglietta che ti arriva sotto il sedere super griffata, ma non è altro che la pubblicità di un evento mondano a cui tu non sei stata invitata, ma la tua cara amica ti ha regalato insieme alla borsa e hai due mesi di iscrizione alla palestra. 
Non hai altro, perciò indossi il tutto. Fantasmini bianchi e scarpe ginniche super colorate che con i pantaloncini blu e la maglia bianca non c'entrano nulla. Per finire, la salvietta da palestra in tinta della borsa, era annessa al regalo, perciò un tocco di colore blu diverso da tutti i blu che indossi. Bottiglia dell'acqua alla mano e sei pronta per raggiungere la sala pesi. 
Dov'è? Hai chiuso l'armadietto con il lucchetto comprato giorni prima da un individuo losco che vende biciclette riciclate, sorridi alle tre che parlano, sfilano, si vestono e ridono e vai decisa col tuo look da camionista verso l'uscita del tuo incubo. Sbagli, ovviamente e ti ritrovi nella zona relax. La ragazza addetta alle pulizie ti sorride e ti odia perché con le scarpe dai mille colori sei nella zona ricoperta da scritte che indicano il divieto di entrare con calzature non idonee. Sudi! Non hai ancora abbandonato gli spogliatoi, ma pare che tu abbia corso per decine di chilometri. Sarà, la vergogna, i fumi del bagno turco o dell'idromassaggio, ma tu sei già appiccicaticcia, come a luglio, senza vento, sole a picco solo su di te e tu col piumino Moncler appena comprato ad una svendita.
Ripassi dalle signore, sguardi di cortesia e completamente in imbarazzo, vai verso il lato opposto. Perfetto, ora sei in bagno, ma lì non dovevi andare. Fai finta di nulla, ti avvicini al lavabo e ti lavi le mani. Ovviamente il sensore non capta la tua presenza e devi cambiare lavabo. 
Hai litigato con lo spogliatoio, nella zona relax non torni sino a che la ragazza che ti ha sorriso, non finisce il turno e te la sei presa con il lavabo. Puoi ritornare dalle tre ancora nello spogliatoio, sorridere e cercare l'uscita.
Al terzo tentativo ritorni nella hall dove da dietro alla vetrata ti sorride la ragazza della reception pensando forse, che tu abbia già finito la tua giornata di attività fisica, visto che il capello scuro da ondulato è diventato riccio e trasudi caldo. 
Sali dalle scale, due rampe che ti portano alla sala attrezzi. Arrivata in cima credi di essere nell'Olimpo. Muscoli, mascolinità ed un puzzo di ascella trascurata da tempo ti assalgono, ma tu sei furba e, come ti aveva consigliato la tua amica, ti sei spruzzata del profumo nelle narici, ovviamente hai sofferto per il bruciore, ma ciò ti permette di non essere così sensibile agli odori. Perché tu odi percepire sapori o odori sgradevoli, e non puoi accettare di dividere nemmeno un minuto della tua vita con qualcuno che non sa di buono.
Sei lì da due minuti, ferma che osservi, ma nessuno gli dà peso. Tra due fisicati che si stanno amorevolmente specchiando facendosi i complimenti a vicenda, intravvedi colui che ti ha incastrato per i prossimi tre anni in quel mondo. Eccolo, bello come il sole col suo sorriso da sfondamento e il suo fisico perfetto, ma lui non ti vede. Certo, doveva solo farti strisciare la carta di credito, per il resto nulla. 
Perplessità a go go ed un senso di irrequietezza ti assale, ma subito una voce femminile di fianco a te nomina il tuo nome. Che gioia, qualcuno ti aspetta. Ti volti, lei si avvicina ed eccola, alta, biondissima col capello perfettamente sistemato a coda di cavallo, ma verso l'alto così da raggiungere quasi il soffitto. Corpo muscoloso raccolto in una tutina super aderente, potresti leggere la marca di assorbente che usa, scarpe da ginnastica create appositamente per lei e sguardo da amica del cuore con cui hai trascorso i momenti più belli della tua vita. Ti sorride, ti stringe la mano facendoti sentire la benvenuta, ma nessuno ti vede. 
Comincia nel chiederti quale sia il tuo obiettivo finale, la tua frequenza settimanale presso la palestra e poi ti inizia a prendere misure, peso, domande su cosa mangi, come e perché ed il tutto davanti ad un gruppetto di altri istruttori ventenni che ti osservano come tu guardi tua nonna che si è infilata in un tubino nero per girare "Colazione da Tiffany". 
Ingoi il rospo, comprese le misure che detta ad alta voce a se stessa. Paiono tutte un poco esagerate magari per lo spessore della maglia, potresti avere una crisi d'identità.
E via, ora l'ennesimo circo ha inizio. Buttata su macchine con nomi improponibili, l'attività continua per più di un'ora. Lei sempre bella e tonica, tu cessa, sudata, stanca e piena di aloni, persino nel fondoschiena, difficile da vedere, ma degli specchi posizionati in modo estremamente curato, fanno sì che la tua autostima decada da poco al nulla, in zero secondi. 
Finita la "scheda di prova", così la chiama la bionda super tonica, puoi cadere su un tappetino verde rigido per fare dello stretching. Ecco il momento perfetto dove sei tutt'uno col pavimento, lì da dove puoi solo crescere, perché se riesci a sfondare anche quello sei proprio down. Da quel ciglio puoi osservare chi non hai visto prima perché troppo intenta a seguire la bionda muscolosa che ora sorride alla sua nuova vittima, un signorotto sessantenne rotondetto che la guarda con due occhi da pesce lesso. Chissà se avrà occhi solo per lei anche alla fine della "scheda di prova".
La sala fitness si è riempita parecchio. Non è grande, ma potrebbe contenere almeno un centinaio di persone senza darsi troppo fastidio. Certo, le file di attesa agli attrezzi sarebbero parecchie, visto che per lo stesso gruppo di muscoli vi sono al massimo due macchine simili. Comunque non ci sono attrezzi liberi. Tutti occupati da persone simili e diverse che stanno cercando di sollevare, tirare, rovesciare o semplicemente eseguire l'esercizio giusto con l'attrezzo adeguato. Certo, ricordarsi tutto è complicato e, per esperienza ci vorranno diverse sedute per capire come funzionano macchine, pesi ed esercizi vari. 
Come per la piantina degli spogliatoi, è tutto chiaro finché non devi ripetere il percorso senza guida.
Stretching fatto alla perfezione, lo capisci perché ti senti più alta, magra e bella. Effetto che dura un paio di secondi, cioè fino a quando la tua amica del cuore, la bionda supersonica ti chiama, ti guarda e ti saluta: lei fresca come una rosa a maggio, tu come la stessa rosa a dicembre, resisti solo perché sei ghiacciata.
Ritorni negli spogliatoi scendendo dalle scale. Ti senti fiera di te, non ti sei persa, hai sorriso a chi saliva le scale per la prima volta e apri la porta davanti a te. Qualcosa non va, c'è un tavolo con seduti attorno ragazzi in tenuta da istruttori che mangiano e bevono in allegria. Ti sorridono sapendo che ti sei sicuramente sbagliata, tu chiudi la porta e rivai nel panico da smarrimento, poi poco più in là una porta si apre e riconosci lo sfondo rosa delle pareti a prova di equivoci: spogliatoio femminile.
L'ingresso non è meglio dell'uscita, dietro la porta decine di occhi, borse e risate di donne di tutte le età che si stanno preparando per iniziare la seduta o una serata nel mondo esterno. Rumori di Phnom, di docce fumanti, corpi lucidi o avvolti in costosi accappatoi e tu smarrita. Sei in mezzo ad un mondo, ricercando il tuo angolo che speri esista ancora. Raccapezzi il tuo numero di armadietto e ti siedi all'estremità della panca attendendo che la tua vicina raccolga tutto ciò che ha disseminato, se ne vada e tu possa cominciare i tuoi restauri.
La doccia è calda un momento si ed uno no. Dicono che faccia bene alla circolazione, ma tu vuoi essere massaggiata da acqua bollente. Ti avvolgi nella salvietta ormai fredda ed insaporita e ti avvicini al tuo armadietto. Peccato che nuovamente lo spazio sia occupato da una ragazza appena giunta e agitata perché in ritardo. Perciò rovescia la sua borsa nel tuo spazio vitale, lancia in modo distratto i vestiti in un armadietto lasciato aperto e scopri che è il tuo. Le sorridi, la fermi e le spieghi cosa sta succedendo, lei ti guarda sbuffando, arraffa tutto ciò che crede suo e la tua maglietta griffata puzzolente infradiciata da più di un'ora di palestra, finisce con le sue mutande ed i suoi vestiti. Avvenendo tutto in pochi secondi non riesci nemmeno a fermare tale isterico gesto e lasci che succeda.
Chissà quando riaprirà il suo armadietto e troverà la fresca sorpresa. Sicuramente non ricorderà a chi appartenesse quel cimelio ed urlando la butterà via. Potrebbe anche portarla in reception e dire che è stata abbandonata da una pivella alle prime armi in palestra e la figuraccia del giorno dopo sarebbe assicurata. 
Oltre alla zona relax si potrebbe evitare anche tutta la palestra per qualche giorno.
Ecco che con la borsa a tracolla rifai il percorso dell'ingresso al contrario. Quello della sicurezza è ancora lì, aspetta l'ennesima tessera non funzionante per il cliente, ma non per le sue possenti mani. Infatti, la tessera non funziona nemmeno all'uscita, ma stavolta non si danno bis, la si passa direttamente a lui, non aspetta altro e la porta magicamente si apre. 
Morale difficile farla entrare, ma poi non facciamola uscire.

 
   
 
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