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Autore: la luna nera    19/12/2018    9 recensioni
Firenze, si sa, è una delle capitali mondiali dell'arte e della cultura. Non è quindi raro che ospiti mostre ed eventi nei suoi innumerevoli edifici storici. A Palazzo Pitti ha da poco preso il via un'esposizione dedicata a Van Gogh che sembra indirizzata verso un grande successo di pubblico e critica. Ma qualcosa non va. Una misteriosa aggressione durante la notte ai danni di una guardia giurata rischia di mandare tutto all'aria e Laura non permetterà tanto facilmente al commissario Fiorini di bloccare l'omaggio al suo grande idolo Vincent Van Gogh.
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sera scese sui tetti di Firenze. Man mano che il che il cielo si tingeva delle sfumature della notte, le luci della città si accendevano come mille e più occhi che si specchiavano nelle sonnacchiose acque dell’Arno. Il rumore del traffico delle grandi arterie di collegamento cittadine si mischiava con la movida che andava ad animare il centro storico, affollato di turisti provenienti da ogni parte del mondo e dai fiorentini desiderosi di trascorrere le ore serali fra un aperitivo e uno dei tanti eventi organizzati in città. Nella zona di Campo di Marte le luci dello stadio “Artemio Franchi” spezzavano con prepotenza l’incanto della notte, andando a disturbare la sera di quella parte della città assieme ai nutriti gruppi di tifosi che attendevano l’inizio della partita.

Nel quartiere popolarmente detto Oltrarno, in un’ala di Palazzo Pitti, si spensero le luci sulla prima settimana dell’esposizione dedicata al maestro post impressionista Vincent Van Gogh, un’occasione più unica che rara di poter ammirare contemporaneamente i più grandi capolavori del genio olandese. Laura salutò la professoressa Gherardini, poi uscì dando un’occhiata di soddisfazione all’Autoritratto e si avviò per le strade di Firenze dirigendosi verso il suo piccolo monolocale. La Gherardini era molto soddisfatta dell’andamento della mostra nella prima settimana dall’inaugurazione, c’erano stati molti più visitatori del previsto, prenotazioni per le settimane a venire e una grande accoglienza dagli istituti scolastici che desideravano approfittare dell’occasione per mostrare agli studenti quei capolavori. Era anche orgogliosa di Laura, una delle sue studentesse che aveva seguito con interesse nel corso degli studi universitari sino alla laurea in storia dell’arte, a seguito della quale l’aveva contattata proponendole un’interessante collaborazione per organizzare l’evento sul maestro olandese a Palazzo Pitti. Riordinò le ultime carte del suo ufficio, attese lo spegnimento del computer e se ne andò. Poco più di mezz’ora dopo, all’interno dell’ala del palazzo, restavano solo le quattro donne delle pulizie e i tre vigilantes in servizio per la notte.
“Signore, abbiamo terminato di dar di ramazza?” Bianchini, uno dei tre, appariva piuttosto spazientito.
“Perché? Avete fretta?” Rispose Roberta.
“Certo che sì! Dobbiamo chiudere e alla svelta, dopo gioca la Fiorentina in Europa League!”
“Oh, voi e il pallone! Siete tutti uguali!” Borbottò. “Mio marito monopolizza il televisore quando c’è il calcio, io sono costretta a rinchiudermi in cucina con la TV piccola se voglio vedere “Il Segreto”, vi sembra giusto?”
“Ecco, appunto. Diamoci una mossa, così lei va a sciogliersi in lacrime davanti alla telenovela e noi tifiamo la Viola.” Sbuffò. “Accidenti a questa mostra del cavolo. Ho dovuto cedere i biglietti a mio figlio e alla sua fidanzata, dovevo essere libero stasera.”
“E che ci vuoi fare?” Perrone tentò di consolarlo. “Io il Palermo solo in TV posso vederlo, neanche ricordo com’è fatto lo stadio.”
“Pure tu eri di riposo oggi?”
“Sì, e non solo oggi. Ci chiesi una settimana di ferie proprio per scendere in Sicilia dai miei genitori e per colpa di questo Van Gogh del cavolo non me la diedero.”
“Fate come me.” Intervenne Larino. “Appassionatevi alle donne! Quelle non hanno orari, basta scaricare l’app giusta e il gioco è fatto.”
“Bah, lascia perdere le tue donnine calienti.” Bianchini gli diede poco peso. “Piuttosto, vedi se riesci a trovare quel sito della scorsa settimana in cui trasmettono le partite, fra mezz’ora inizia.”
“Non dovrebbe essere difficile, dammi un solo istante e… infatti. Eccolo qua! Ora non ci resta che attendere il fischio di inizio e poi te la guardi tutta.” Fece una breve pausa. “Intanto inizia a fare il primo giro di ronda. Su, vai!”
“E perché proprio io?”
“A me della Fiorentina non importa nulla, per cui, se dopo vuoi vedere la partita, adesso vai tu. Io e Perrone faremo i giri successivi fino a che non termina l’incontro. Coraggio, muovi le chiappe!”
E Bianchini obbedì borbottando.
“Eccoci, rompiscatole!” Roberta, assieme alle altre colleghe, lasciò le chiavi del loro deposito scope e detersivi sul tavolo delle guardie. “Noi abbiamo finito, queste mettetele al loro posto e non vi azzardate a perderle, altrimenti sono guai. Capito?”
“Agli ordini, marescialla!” Rispose altrettanto scherzosamente Larino.

Uscite le donne delle pulizie, i tre vigilantes restarono soli a presidiare la mostra, con un occhio rivolto alle telecamere di videosorveglianza interna e l’altro alla Fiorentina. Passavano i minuti, fra un gol mancato e azioni dai commenti non riferibili, i tre si alternavano nei giri di ispezione esterna come richiesto dagli organizzatori e tutto sembrava filare liscio come le notti precedenti. Terminò la partita con il punteggio di 0-0, Bianchini non era particolarmente soddisfatto perché avevano sprecato varie occasioni, grazie anche ad un paio di fantastiche parate del portiere avversario. “Ok, ragazzi. Ora vado io a fare il giro, voi intanto preparatemi il caffè.” Sbuffò. “Ma sia chiaro: la prossima partita me la guardo dalla Curva Fiesole, non qui dentro assieme a voi. Mostra del cavolo….” E se ne andò con la torcia accesa in mano. Fatto qualche passo all’esterno, la torcia si spense all’improvviso. “Beh? Che hai?” Si rassegnò a dover tornare indietro e chiederne un’altra ai colleghi, ma anche questa si spense improvvisamente come accaduto poco prima. “Qui c’è qualcosa che non va.” Affermò con sicurezza una volta raggiunti di nuovo i colleghi. “Possibile che si siano entrambe spente all’improvviso?”
“Sarà sfortuna.” Propose Perrone. “Le batterie potrebbero essersi scaricate assieme.” Gettò però l’occhio su alcuni monitor che mostravano due punti opposti della sala principale e notò dei disturbi alla trasmissioni piuttosto evidenti. “Ehi, qui c’è qualcosa che non va come dovrebbe.”
“I topi stanno rosicchiando i cavi?”
“C’è la rete wi-fi, genio.”
“Questa telecamera si è spenta!” Esclamò Larino. “Cazzo, vuoi vedere che… Bianchi’, togli l’allarme, svelto! Io vado ad ispezionare l’esterno; Perrone, tu vai dentro. Teniamoci in contatto radio e avvertite la centrale.”
Bianchini fece quanto detto dal collega ed incollò gli occhi ai monitor seguendo i colleghi in perlustrazione. Ad un tratto vide una finestra spalancarsi senza motivo, chiese spiegazioni a Larino, il quale non aveva notato nulla di strano all’esterno. Non c’era nessuno, neanche un alito di vento, eppure anche lui vide quella finestra aperta. Improvvisamente ci fu uno strano bagliore proveniente dall’interno, poi il buio ed un tonfo secco. Entrambe le guardie giurate chiamarono ripetutamente via radio Perrone che stava all’interno. Non ottennero risposta.
“Bianchini, che diavolo è successo?!” Larino prese a correre verso il collega con cui restava in contatto.
“Io…. Io non lo so!”
“Ma come non lo sai, cazzo?! Hai controllato le telecamere o no?!”
“Si sono spente all’improvviso!” Aveva il volto pallido. “Perrone stava perlustrando le sale, ho visto quella cavolo di finestra aprirsi, poi un bagliore e…..” Era agitatissimo e parlava in modo piuttosto confuso. “Ho avvertito una stranissima sensazione di oppressione, faticavo quasi a respirare e poi appunto i monitor si sono spenti e…..Oddio!!” Lanciò un urlo non appena gli schermi di videosorveglianza ripresero a funzionare mostrando Perrone steso a terra con una brutta ferita alla testa.


Che cosa è accaduto a Palazzo Pitti?











Ciao a tutti!
Felice di ritrovare vecchi e nuovi lettori. Ho lavorato sodo per regalarvi l’inizio della mia nuova long prima della fine dell’anno, detto fra noi anch’io ne sentivo la mancanza.
Restando nel mio stile, vi ho proposto il fatto principale che scatenerà tutta la vicenda in cui incontreremo personaggi che, spero, vi possano accompagnare lungo le settimane a venire.
Ringrazio fin d’ora chiunque voglia seguirmi in questa nuova avventura all’ombra della Cupola del Brunelleschi ed auguro a tutti voi un FELICE NATALE ED UN SERENO 2019.
Ci vediamo a Gennaio!

Un Abbraccio
La Luna Nera
 
  
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