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Autore: rhys89    21/12/2018    2 recensioni
Una sera ordinaria al Hunter’s Moon, un momento come un altro per scavare un po’ più a fondo tra i pensieri di cinque ragazzi – quasi – qualunque.
Perché nessuna melodia potrebbe mai esistere, senza ciascuna delle sue singole note.
S_Anzi, è lui quello diverso. Lo è sempre stato, prima come mondano, ora come vampiro.
C_Sospira internamente e si sforza di sorridere, cercando di non farsi prendere dalla nostalgia per qualcosa che è stato e non potrà più essere.
I_Vorrebbe poter fare qualcosa, vorrebbe poter almeno dire qualcosa… ma sarebbe tutto inutile, e lo sa.
J_È la sua certezza, la sua ancora… è il motivo per cui si sente dannatamente in colpa ogni volta che vede quell’espressione sofferente sul suo viso.
A_... lui resta lì, con un sorrisino ironico sulle labbra a riflettere che spesso non c’è neanche bisogno di una runa, per essere invisibili.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clary Fairchild, Isabelle Lightwood, Jace Wayland, Simon Lewis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolino dell'autrice

Buonsalve a tutti quanti! ^^
Mi affaccio timidamente in questo fandom inesplorato con una storia/esperimento ispirata dal contest Due è una compagnia, Cinque è un party! indetto da Setsy sul forum di EFP.
Questa storia comprende cinque drabble staccate (ciascuna con il suo titolo) ma consecutive, come cinque piccoli paragrafi di un'unica storia. Un'ulteriore particolarità, è che ciascun paragrafo è stato scritto dal POV di un personaggio diverso.

Prima di lasciarvi alla lettura, temo che dovrò tediarvi con un po' di note, così da capire meglio la storia:
- Ambientata nel periodo in cui Clary stava con Simon, una sera in cui Alec, Clary, Izzy, Jace e Simon sono usciti tutti insieme per andare a bere qualcosa al Hunter’s Moon.
- What if in cui Alec non ha mai incontrato Magnus oppure l’ha incontrato ma non hanno mai avuto una relazione; Simon si è comprato una moto demoniaca. Perché sì.

Ok, credo che sia più o meno tutto. Nelle note dopo la storia troverete una spiegazione anche sulla scelta dei titoli, ma per adesso vi lascio in pace :P

Disclaimer: i personaggi e la storia di Shadowhunters non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Come note sul pentagramma
Prompt: 14. “Siamo stati creati per essere invisibili, siamo nati solo per sentirci soli.” Mr. Rain
Fandom: Shadowhunters (Serie TV)
Personaggi/pairing: Alec, Jace, Clary, Izzy, Simon, Simon/Clary, Jace/Clary, Alec/Jace
Note: Alec, Clary, Izzy, Jace e Simon sono usciti tutti insieme per andare a bere qualcosa al Hunter’s Moon.
Note 2: Alec non ha mai incontrato Magnus oppure l’ha incontrato ma non hanno mai avuto una relazione; Simon si è comprato una moto demoniaca. Perché sì.
Numero parole (contacaratteri.it): 550

Come note sul pentagramma

Assolo in “re” – Simon

 Quando arriva la cameriera, il suo shot di sangue spicca macabro tra gli altri bicchieri. Non che questo sia strano, eh, ma è tutto l’insieme: loro che usano espressioni diverse dalle sue, che parlano di un lavoro diverso dal suo, che bevono drink diversi dai suoi… loro che sono diversi, punto.
 Anzi, è lui quello diverso. Lo è sempre stato, prima come mondano, ora come vampiro. Non importa quanto ci provi: non farà mai più parte del mondo di Clary… non davvero.
Non come Jace.
 All’improvviso Clary si gira a guardarlo e sorride, allungando la mano per stringere la sua.
 E “diverso” torna a essere solo una parola come tante.


Rimpianto in “fa” – Clary

 Simon le sorride di rimando e si sporge a darle un bacio, poi saluta tutti e va a recuperare la moto. Una moto demoniaca, di quelle che possono volare.
Proprio come quella che ha cavalcato con Jace una vita fa.
 Sospira internamente e si sforza di sorridere, cercando di non farsi prendere dalla nostalgia per qualcosa che è stato e non potrà più essere. Per quei sentimenti puri e bellissimi che la travolgevano all’epoca… quando tutto era dannatamente semplice.
 Alza lo sguardo per incrociare quello di Jace: sa che non è suo fratello, ma non riesce più a guardarlo con gli occhi di un tempo.
 Forse non ci riuscirà mai.


Amarezza in “la” – Izzy

 Quando Clary si alza per raggiungere Simon, Jace la segue con lo sguardo senza neanche rendersene conto. La guarda con occhi spiritati e Alec guarda lui, come sempre: negli occhi di entrambi, la stessa triste consapevolezza di un amore non corrisposto.
 Vorrebbe poter fare qualcosa, vorrebbe poter almeno dire qualcosa… ma sarebbe tutto inutile, e lo sa. Lo sa ed è dannatamente frustrante, perché li ama entrambi più della sua stessa vita e darebbe qualsiasi cosa per vederli felici… e invece niente.
 Ingoia quel dannato groppo che le è salito in gola e si costringe salutarli e tornare all’Istituto.
 In questo momento, hanno solo bisogno l’uno dell’altro. Non di lei.


Utopia in “do” – Jace

 Una volta soli, cerca lo sguardo di Alec. Non che l’impresa richieda poi chissà quale sforzo: non appena volta la testa, Alec è lì.
 Alec è sempre lì, per lui. Che sia in battaglia o in famiglia o in una delle tante cazzate che ha combinato nel corso degli anni, Alec c’era, c’è adesso e ci sarà sempre.
 È la sua certezza, la sua ancora… è il motivo per cui si sente dannatamente in colpa ogni volta che vede quell’espressione sofferente sul suo viso.
 Sospira e cerca di sorridergli.
 Quelle volte, pensa che sarebbe bello svegliarsi una mattina e ritrovarsi gay, solo per poter amare il suo parabatai come merita.


Intervallo in “mi” – Alec

 Jace è uscito da neanche trenta secondi e già una parte di lui si pente di non averlo seguito subito… ma è stato meglio così: un po’ di solitudine farà bene a entrambi.
O almeno lo spera.
 Tutto intorno, clienti e camerieri continuano indisturbati la loro serata e lui resta lì, con un sorrisino ironico sulle labbra a riflettere che spesso non c’è neanche bisogno di una runa, per essere invisibili: basta gettarsi in mezzo a una folla, e dimenticarsi di esistere. Solo per un po’. Solo quanto basta per ricostruire la sua maschera di bravo ragazzo, fratello, parabatai.
 Solo per tornare a combattere, col corpo e con la mente.



Note finali

E come promesso eccomi qui con alcune spiegazioni più dettagliate sui titoli.

Premessa: i paragoni sono fatti solo all’interno del gruppo di note “re, fa, la, do, mi”, e si prende come riferimento la loro disposizione all’interno del pentagramma:
- “re” è l’unica nota a non essere contenuta tra le righe del pentagramma: è tanto vicina da poter toccare la riga inferiore, ma non è né potrà mai essere al suo interno insieme alle altre note.
- “fa” è la nota più bassa: è quella più vicina al confine del pentagramma ed è l’unica che può guardare in basso, verso “re”; è al confine, ma è definitivamente all’interno, separata dall’ultima riga da quello che c’è fuori.
- “la” si è ritrovata suo malgrado a fare da cuscinetto tra “fa” e “do”, ma passa il suo tempo a guardare in alto.
- “do” invece guarda in basso verso “fa”, ma ormai lei è troppo distante perché possa raggiungerla; e poi alza la testa, verso “mi”.
- “mi” è quello più in alto, con più responsabilità; una sola, infima riga lo divide da “do”, ma è così spessa che per quanto lo desideri non potrà mai valicarla: deve accontentarsi di restargli accanto, vicini ma non quanto realmente vorrebbe.

Spero di non avervi annoiato con tutto questo parlare e parlare, in caso chiedo scusa ^^"

A presto!
rhys89


   
 
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