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Autore: torigingerfox    21/12/2018    3 recensioni
La vita di Draco Malfoy si è drasticamente complicata. Suo padre è ad Azkaban, sua madre è praticamente ostaggio del Signore Oscuro, e lui non ha idea di come sopravvivere al Sesto Anno, e alla guerra. Vorrebbe solo essere un sedicenne qualunque, che gioca a Quidditch e frequenta le lezioni. Un giorno durante Storia della Magia trova un bigliettino anonimo, una studentessa in cerca di un amico di penna. Spinto dalla curiosità, e dalla voglia di normalità...decide di rispondere. Ma chi sarà mai questa misteriosa sconosciuta?
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Da VI libro alternativo
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Draco aveva appena finito l’ultima lezione della settimana, doppi Incantesimi, e si stava dirigendo verso la sala comune. Camminava senza prestare attenzione a ciò che lo circondava, perso com’era nei suoi pensieri.

Aveva lasciato il suo biglietto sotto la sedia lo scorso mercoledì pomeriggio poco prima che la lezione di Storia della Magia terminasse, e si stava chiedendo se la sua amica di penna l’avesse già letto o meno.

Chissà come avrebbe preso le sue rivelazioni? Non se l’era sentita di scrivere che era un Serpeverde. Era praticamente certo che nessuna Serpeverde avrebbe mai lasciato un biglietto anonimo, e le altre Case non amavano particolarmente lui e i suoi compagni. Draco era ben cosciente di essere spesso arrogante e pieno di sé, ma non era certo un illuso. La nomea di Serpeverde non era delle migliori, e se la sua interlocutrice avesse scoperto la sua vera identità si sarebbe Smaterializzata davanti ai suoi occhi.

 

Chi mai avrebbe voluto frequentare Draco Malfoy, figlio di un Mangiamorte caduto in disgrazia? Esclusi i suoi compagni, il resto della scuola lo evitava come se fosse ricoperto di pus di Bubotubero.

 

Anche la misteriosa Sconosciuta avrebbe sicuramente smesso di scrivergli, se avesse scoperto che il suo amico di penna era il glaciale e famigerato Draco Malfoy.

 

Il mago era ancora perso nei meandri dei suoi pensieri quando, girato l’angolo―

 

«Ooommmpff!»

 

―si scontrò con qualcuno, finendo gambe all’aria. Che posa poco dignitosa per l’erede Malfoy. Draco si affrettò a ricomporsi e saltò su prima che qualcuno potesse vederlo, poi si girò per aiutare il malcapitato a fianco a sé.

 

«Granger?!»

 

La strega sbuffò, prima di alzarsi raccolse due libri che le erano scivolati nella caduta, poi si girò a guardarlo. «Le tue doti deduttive sono sorprendenti, Malfoy.»

 

Draco, che apprezzava il sarcasmo solo quando era lui a dispensarlo, da che era semplicemente stupito di vederla senza le sue guardie del corpo, si mise subito sulla difensiva.

«Cosa posso dirti? Dopo sei anni mi stupisco ancora che ti facciano entrare...»

 

Granger diventò paonazza, ma al contrario di quel buffone di Weasley, riuscì a mantenere un certo decoro. «Vedi, Malfoy...è questione di abbassare le proprie aspettative.»

 

Draco si chiedeva dove la Grifondoro volesse andare a parare. «Ovvero, Granger?», le chiese alzando un sopracciglio.

 

«Semplice, io non mi aspetto che tu abbia imparato a camminare ed evitare gli ostacoli allo stesso tempo. Così come non mi aspetto che tu la smetta con il tuo bigottismo insensato e gli insulti gratuiti. Dovresti provarci, è facile...e si rischiano meno delusioni.»

 

Se Draco non fosse stato in mezzo a un corridoio e non avesse rischiato di essere scoperto da qualche professore, con ogni probabilità le avrebbe scagliato una maledizione. C’era qualcosa in quella strega che lo mandava completamente fuori dai gangheri. L’atteggiamento da so tutto io, l’aria di superiorità e l’innata capacità di ridicolizzarlo e renderlo vulnerabile.

 

«Fai pure la splendida, Granger. Vediamo dove ti porterà questo atteggiamento...»

 

La strega impugnò la bacchetta, e Draco per un momento pensò che gli avrebbe lanciato un incantesimo. Ma il momento di rabbia passò, e Granger abbassò la bacchetta. Non era una persona violenta, senza contare lo schiaffo da capogiro che gli aveva assestato durante il terzo anno. E Draco, dal canto suo, preferiva sempre far finta che non fosse successo, ovviamente.

 

«Se pensi di intimidirmi con le tue minacce vuote hai proprio sbagliato a capire, Malfoy. Sappiamo tutti che quando il gioco si fa duro, preferisci correre da paparino piuttosto che affrontare i problemi.»

 

«Come osi parlare di mio padre? Dovresti sciacquarti la bocca prima di pronunciare il suo nome!», tuonò Draco.

 

Fortunatamente per entrambi, Theodore Nott scelse proprio quel momento per girare l’angolo.

 

«Draco! Sei ancora qui? Io avevo dime―», quando vide Granger in mezzo al corridoio, gli occhi che lanciavano saette e le braccia incrociate, si bloccò.

 

«Oh, ehm...salve Hermione», disse lanciando un’occhiata preoccupata all’amico, che lo stava fissando con la bocca spalancata.

 

Draco era sicuro di essersi perso qualcosa. Theo era suo amico da un’eternità, da ben prima che Tiger e Goyle iniziassero a seguirlo ovunque, abitudine che fortunatamente avevano perso da qualche settimana, e Draco mai aveva sospettato che il taciturno Serpeverde potesse essere in rapporti civili con Granger.

 

«Theodore», rispose la strega con un cenno del capo. «Ci vediamo mercoledì, arrivederci.», e si congedò prima che Draco potesse anche solo aprire bocca.

 

Il biondo si voltò verso l’amico, «Mercoledì? Ma cosa va farneticando?»

 

Theo alzò gli occhi al cielo, «Siamo solo compagni di banco durante Aritmanzia, Draco. La Professoressa Vector ci tiene a mischiare gli studenti di tutte le Case, così da...com’è che l’ha definito? Ah, sì...così da promuovere la cooperazione e l’unità

 

«Ah, e tu sei capitato con Granger? Poveretto.»

 

«Poteva andarmi peggio, amico. È una strega intelligente, e sa il fatto suo.»

 

Draco non credeva alle sue orecchie. «Se tuo padre potesse sentirti ti scuoierebbe vivo, Theo. Io starei attento al posto tuo.»

 

Il mago fece spallucce, «Fortunatamente è chiuso in una cella ad Azkaban ben lontano da qui, e non può sentire proprio un fico secco.»

 

Draco in quel momento provò un’enorme invidia per Theo, che poteva permettersi di fregarsene della volontà e delle affiliazioni del padre. Non poteva fare a meno di essere leggermente risentito con l’amico, a cui era concesso il lusso del libero arbitrio.

 

«Cos’è, ora smetterai di parlarmi solo perchè non penso che i Nati-Babbani siano spazzatura?», chiese allora Theo, interpretando male il suo silenzio.

 

«Pfff, se non ho smesso di parlarti quella volta il cui hai deciso che il rosa era il tuo colore preferito e sei andato in giro per una settimana con un mantello color zucchero filato, puoi stare tranquillo che non succederà certo adesso.»

 

Theo sorrise, rassicurato dalle parole del compagno. «Ottimo. Per la cronaca non era color zucchero filato, era un fantastico rosa fenicottero. Comunque, non posso certo sperare che tu capisca. Il tuo guardaroba scoppia di vitalità. Nero corvino, nero mezzanotte, nero fuligg―»

 

«Hai reso l’idea, Theodore. Grazie. Ora, se vuoi scusarmi, devo andare a recuperare il mio libro di Storia della Magia, l’ho dimenticato in classe mercoledì.»

 

L’amico lo salutò e si diresse verso i sotterranei, mentre Draco corse come un pazzo verso la classe del Professor Rüf. Se avesse trovato il bigliettino, avrebbe potuto escludere un sacco di ragazze dalla lista. Per la precisione tutte quelle che frequentavano Storia della Magia tra lunedì mattina e mercoledì mattina.

 

Draco aprì la porta dell’aula, ormai vuota, e facendo attenzione a non esser visto scivolò nella stanza. Il banco era il primo sulla sinistra. Draco si chinò e tastò sotto la sedia, staccò il bigliettino e lo aprì con dita tremanti. Era assurdo come l’unica cosa bella, l’unica cosa degna di nota di quel terribile anno fossero le poche righe di una sconosciuta. Draco aprì la pergamena e riconobbe all’istante la calligrafia precisa e pulita della misteriosa amica. Con un colpo di bacchetta chiuse la porta a chiave, e si sedette a leggere.

 

Ciao Sconosciuto-Non-Grifondoro,

Penso sia il caso di trovarci dei soprannomi, o l’introduzione della lettera finirà per occupare una riga intera. Che ne dici?

In ogni caso, per quanto trovi gli Elfi Domestici piuttosto carini, neanche io riesco a farmi andare a genio i Goblin. Dicono che siano creature piuttosto maliziose, e che mai si dovrebbero far patti con loro. Fortunatamente, ci ho avuto a che fare solo alla Gringott.

Per quanto riguarda il primo bigliettino, in tutta sincerità è stata una decisione presa su due piedi, non mi aspettavo che qualcuno lo trovasse.

Vuoi un indizio quindi? Ok, tanto vale la pena dirlo subito, visti i tempi che corrono.

Non sono una Purosangue.

Se non troverò una tua risposta, immagino che vorrà dire che sei una di quelle persone a cui importa di più la supremazia del sangue piuttosto che l’essenza delle persone, e se così fosse penso che non avremmo niente da dirci e che sia meglio finirla qui.

Ovviamente il mio è un doppio indizio, perchè non essendo Purosangue, non sono nemmeno una Serpeverde, quindi ricordati della mia magnanimità quando nella prossima lettera mi lascerai qualche nuovo indizio su di te (perchè ci sarà una prossima lettera, vero? Mi rifiuto di pensare che una persona che scrive lettere così profonde si lasci intimidire da qualche antenato Babbano).

Tornando alla mia non-serpeverdosità, il Cappello Parlante in realtà mi aveva detto che alcuni miei tratti avrebbero reso fiero Salazar Serpeverde stesso, ma che non mi sarei mai sentita veramente a casa nel covo dei serpenti.

Io personalmente non ho nulla contro le altre Case, anzi trovo tutto il sistema di divisione una cosa piuttosto stupida, che non fa altro che alimentare le divisioni e l’astio.

Mia madre mi dice sempre che la paura nasce dall’ignoranza, e che se non si conosce qualcosa, e lo si etichetta come diverso a priori, non si smetterà mai di averne paura.

Credo che sia il problema di moltissime persone, la paura del diverso. Se invece di erigere muri e fare di tutto per evidenziare cosa ci rende diversi, cercassimo tutti di concentrarci su ciò che abbiamo in comune, il mondo girerebbe per il verso giusto.

Il mio migliore amico è cresciuto con i Babbani, e l’hanno sempre odiato perchè ne avevano paura. Non hanno mai cercato di comprenderlo, di trovare un punto d’incontro. E il mondo magico non è tanto diverso. I Purosangue hanno tanta paura dei Nati-Babbani, quanto i Babbani ne hanno dei maghi. È un cane che si morde la coda, e se nessuno dice niente, se nessuno fa un passo avanti e dimostra che sono tutte fandonie...temo che finirà male per tutti.

Mi dispiace che il rapporto con tuo padre sia difficile. Io non passo molto tempo con i miei genitori, ma so che mi supportano e che saranno orgogliosi di me qualsiasi strada io intraprenda. Hai mai provato a parlargli? A fargli capire quanto sia importante per te che lui ti accetti per quello che sei?

Tornando a noi...quindi, vuoi sapere qualcosa di me. È difficile raccontarsi alle persone senza svelare troppi particolari, però posso provarci.

Il mio colore preferito è il blu, e dopo sei anni uno dei miei migliori amici non l’ha ancora capito e si ostina a regalarmi piume, inchiostri e vestiti in mille sfumature di rosso.

Non mi piace per niente il Quidditch, ma non mi sono mai persa una partita. Un sacco di miei compagni giocano per la squadra della nostra Casa e si offenderebbero se non andassi a vederli giocare. Nonostante non sia una fan dello sport, devo ammettere che la Coppa del Mondo di Quidditch mi aveva lasciata senza fiato―se non contiamo il disastro che è successo dopo la partita, ovviamente. Tu c’eri quella sera? Se sì, cosa ti ricordi meglio?

Caro Sconosciuto, spero di leggerti presto.

Nel frattempo...un abbraccio.

 

Draco aveva il cuore che batteva all’impazzata. Come poteva questa sconosciuta, questa non Purosangue misteriosa, suscitargli certe sensazioni? Come riusciva a parlare direttamente al suo cuore bypassando tutti i preconcetti che gli affollavano la testa?

 

Se suo padre avesse saputo che Draco stava intrattenendo una relazione epistolare con una strega inadeguata l’avrebbe sicuramente pelato vivo. Se l’attuale e innominabile inquilino di casa sua avesse mai scoperto un tale atto di sfida, l’avrebbe fatta pagare a tutta la sua famiglia, e Draco mai come in quel momento fu grato delle sue doti innate di Occlumanzia.

 

Una parte della sua testa gli gridava di gettare il pezzo di pergamena e dimenticarsi di quella pazzia, di tutte le cose pericolose scritte nella lettera. Ma Draco era stufo di ascoltare sempre la sua testa e mai la sua pancia. Voleva essere libero come Theo, e fregarsene del giudizio del padre.

Non poteva certo opporsi al suo volere, ma poteva rispondere a questa misteriosa ragazza, dimostrando a lei, e a sé stesso, che Draco Malfoy era più che un semplice ragazzino borioso, bigotto e viziato.

 

Senza ulteriori indugi, Draco frugò nella tracolla ed estrasse pergamena e inchiostro.

 

Cara Sconosciuta…


Nota: Come avrete notato, non sarà così semplice conciliare il rapporto che i nostri protagonisti creeranno nelle lettere, con i preconcetti e l’astio che provano l’uno verso l’altra. In tutte le mie storie cerco sempre di essere realista, e dare pregi e difetti a tutti i personaggi. Non mi piace che Hermione non abbia difetti, che venga descritta come la perfezione incarnata. In fondo, ci ha dato più volte dimostrazione che anche lei ha i suoi momenti...se chiudere Rita Skeeter in un barattolo o confondere Cormac McLaggen durante le selezioni di Quidditch di Grifondoro ne sono un’indicazione. Che dire? Spero che vi piaccia...d’ora in poi cercherò di intrecciare vita reale e scambi epistolari sempre di più. Ovviamente non poteva mancare Theo, il mio side character preferito. Mi sono innamorata di lui leggendo The Bracelet di Akashathekitty, una mia cara amica e una grandissima autrice del fandom Dramione inglese. A presto, come sempre mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate!

 
   
 
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