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Autore: TheSomeones    24/12/2018    0 recensioni
"Felix?Felix, riesci a sentirmi?"
"Non ti sei dimenticato della tua promessa, vero Felix?"
"Ti prego, dimmi che non te ne sei dimenticato...Felix..."
Improvvisamente spalancò gli occhi e tornò alla realtà, alzò di scatto il busto ed iniziò a stringersi le bende in cui era avvolto nella mano, come a volersi strappare il cuore. Si sentiva la testa scoppiare, ed il suo respiro affannato non faceva altro che far pensare ad un morto che era tornato a vivere. Rabbrividì appena si sentì la spalla toccata da un paio di caldi guanti neri, girò lentamente la testa verso la sua sinistra e volse la coda dell'occhio ad uno strano individuo: ricoperto da una lunga tonaca nera e con il viso oscurato da un cappuccio nero come la pece.
Genere: Angst, Avventura, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nessuno, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Non aveva mai sentito sensazione più dolce del gelido abbraccio dell'oscurità, che pian piano, lo stava trascinando verso il vuoto più totale, verso la perdizione del proprio essere.
I suoi occhi socchiusi non bramavano altro che la luce, e davanti a se, era quella la sua unica amica, come il faro per le navi, solo quel barlume di luce serviva a convincerlo che non fosse solo in quell'ammasso di tenebre.
Non si sa come e non si sa quando si sentì finalmente fermo, steso a terra con la schiena contro una superficie liscia e bianca come l'avorio. A fatica si mise in piedi, esponendo il corpo nudo e trasandato al cospetto dell'oscurità: regina di quel luogo.
La sua voce. no, le sue urla, si perdevano in quel vuoto infinito, talmente grande, il suono stesso non delle sue parole non esisteva.
Pian piano iniziò a perdere la vista così come le forze, e sarebbe scomparso una volta per tutte se non fosse stato per una voce...calda, vellutata, nostalgica cicatrice di un passato avvolto nella luce.

Felix?Felix, riesci a sentirmi?

Chiuse la mano a pugno e poggiò le nocche contro quel pallido pavimento, trovando in quelle semplici parole la forza di rialzarsi.

Non ti sei dimenticato della tua promessa, vero Felix?

Riuscì ad aprire lentamente gli occhi ed iniziò a guardarsi freneticamente intorno, urlando parole silenziose ma piene di odio verso l'oscurità che lo circondava.

Ti prego, dimmi che non te ne sei dimenticato...Felix...

Una lacrima gli cadde sulla testa ed improvvisamente trovò la calma, alzò lentamente la testa e volse lo sguardo verso l'alto, scorgendo, tra le tenebre più fitte, un bagliore. Allungò la mano verso la fioca luce e riuscì ad afferrarla tra l'indice ed il pollice, poggiandosela contro il petto. Chiuse gli occhi e la luce gli attraversò il busto, entrandogli nel cuore.
Improvvisamente il pavimento sotto di lui iniziò ad espandersi, e la luce non fece altro che aumentare in quel luogo buio come la notte.

Felix...se ti ricordi, raggiungimi...ti aspetto...a...

Improvvisamente spalancò gli occhi e tornò alla realtà, alzò di scatto il busto ed iniziò a stringersi le bende in cui era avvolto nella mano, come a volersi strappare il cuore. Si sentiva la testa scoppiare, ed il suo respiro affannato non faceva altro che far pensare ad un morto che era tornato a vivere. Rabbrividì appena si sentì la spalla toccata da un paio di caldi guanti neri, girò lentamente la testa verso la sua sinistra e volse la coda dell'occhio ad uno strano individuo: ricoperto da una lunga tonaca nera e con il viso oscurato da un cappuccio nero come la pece.

<< Ehy ragazzino, sta calmo >>

<< Chi...chi sei?Ed io...dove mi trovo? >>

Era così debole che anche il solo pensare a quelle domande lo faceva piegare dal dolore, portandolo a stringere l'occhio sinistro come prova. Lo strano individuo incappucciato gli porse un bicchiere d'acqua e poi si mise seduto di fianco al letto sul quale era stesso il debole ragazzo.

<< Sei a Crepuscopoli. Ti hanno ritrovato privo di sensi e vestiti in un vicolo vicino al negozio di Cid, non penso tu abbia passato una bella notte >>

Prese il bicchiere nella mano e bevette tutta l'acqua d'un sorso, per poi, passarsi il polso sulle labbra per asciugarle. Alzò leggermente le coperte ed osservò il proprio corpo pieno di fasciature, come se fosse appena uscito da uno scontro, nel quale, probabilmente, se l'era vista molto male.

<< Comunque, come ti chiami ragazzino? >>

Abbassò di scatto le coperte e si girò verso l'individuo incappucciato. Fu sul punto di rispondere più di una volta ma esitò sempre di più, per poi, abbassare lo sguardo.

<< Io mi chiamo...io sono... >>

Iniziò a tenersi la testa con la mano e riprese a stringere l'occhio dal dolore, probabilmente quello di cui stava soffrendo non era una semplice emicrania.

<< Nel sonno continuavi a ripetere un nome..."Felix" >>

<< Felix... >>

Abbassò lentamente la mano e riaprì l'occhio, trovando una lieve sensazione di sollievo nel sentire quel nome. Alzò lo sguardo verso lo strano individuo alla propria sinistra ed annuì lentamente, per poi guardare altrove.

<< Si...mi chiamo Felix >>

<< Bhe..."Felix", benvenuto. >>

L'individuo in nero si alzò dalla sedia e si diresse verso il tavolo, per poi, prendere da sopra di esso una tunica uguale alla propria e lanciarla sopra Felix, il quale, la afferrò al volo.

<< Vestiti ed aspettami fuori da qui, ho molto da spiegarti >>

<< C...certo >>

Una volta che l'individuo ebbe lasciato la stanza, sbattendo fragorosamente la porta, Felix uscì lentamente da sotto le coperte: ancora dolorante e stordito per il brusco risveglio. Indossò senza fatica la tunica nera offertagli e si mise davanti lo specchio, volgendogli i grandi occhi verdi simili a due smeraldi.

<< Felix... >>

Alzò il cappuccio nero pece e si coprì totalmente il volto. Prima di lasciare la stanza e raggiungere l'uomo, uscì in balcone ed alzò lo sguardo verso le stelle, fissandone una in particolare distante da tutte le altre.

<< Mantieni la promessa...Felix >>

Si poggiò la mano chiusa a pugno contro il petto, esattamente sopra il cuore, ed osservò la stella spegnersi improvvisamente sotto la sua vista. Una lacrima inaspettata gli solcò il viso, cadendo come una semplice goccia d'acqua a terra, talmente superflua, che neanche se ne era accorto di averla versata.

<< Felix!Datti una mossa! >>

<< A-arrivo! >>

Colto di sorpresa dal vocione dell'individuo in nero si sistemò rapidamente ed uscì dalla stanza, avvertendo una strana sensazione nel petto, un qualcosa che non riusciva a spiegarsi, un senso di nostalgia come pochi altri, che però, ti colpisce nel profondo. Una sensazione silenziosa quanto letale, la sensazione...di un passato immerso nell'oscurità.
   
 
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