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Autore: Aesingr    25/12/2018    1 recensioni
"Giovane drago... dove sei finito?"
Con questa domanda ci lascia Ignitus al termine dell'Alba del drago, dopo la sconfitta di Malefor e la scomparsa di Spyro e Cinerea.
Perché il loro nome non appare sul libro dei draghi?
Il loro è stato davvero un sacrificio?
Ma soprattutto... può Spyro amare davvero Cinerea?
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Ali di rubino, corna d'argento, occhi di smeraldo, squame d'ossidiana.
No, non erano queste le sue origini. Lei era qualcos'altro, qualcosa di ben più oscuro. Un frammento d'anima che trovava la pace soltanto nella mera astrazione dell'ombra e della notte, nella tetra e gelida oscurità del vuoto.
Un crepitio, e il guscio si era infranto.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DETESTO LE CATENE



Quanti anni erano trascorsi? Cinque? Dieci? Uno? Il tempo sembrava un pugno di polvere. Eppure il suo corpo continuava a crescere molto rapidamente.

Quella caverna era così accogliente, così calda. L'unica casa che potesse considerare tale, l'unica fonte di piacere in quel miasma di crudeltà e ribellione.
Il suo sonno si sarebbe interrotto in breve, dovevano come al solito disturbarla per quei dannati allenamenti. Ancora, ogni giorno di più e con sempre più veemenza.
Le sue squame avevano perduto il loro colore, sfumando nell'opacità di un grigio sempre più tendente al buio. Le ali le dolevano, le zampe bramavano riposo. Forse non v'era arto del suo corpo che non reclamasse pietà, ma avrebbe comunque dovuto alzarsi.
"Muoviti, è ora"
Appunto, ecco che arrivava. Alzò il muso e socchiuse le palpebre, esprimendo tutto il disprezzo possibile nei confronti della luce che filtrava, a partire dai cristalli incastonati sulle pareti, attraverso le sue ali poste a coprire il muso.
"Credo di aver bisogno di riposare ancora"
L'imponente figura le si avvicinò, maestosa nel suo incedere.
"Alzati! Non te lo ripeterò"
Gaul. Quell'infame. Aveva ormai smesso di inviare i suoi soldati, dopo aver capito che era completamente inutile tentare di obbligarla.
"Non riuscirei a sostenere gli stessi sforzi di ieri, lascia che riposi qualche ora in più"
L'enorme scimmia rimase statuaria per alcuni secondi, battendo il proprio bastone sul pavimento della grotta. Il tonfo riecheggiò nel vano circostante, ma non si udirono altri rumori.
Non poteva opporsi e lo sapeva. Tuttavia non lo avrebbe mai lasciato sopraffarla in quel modo, loro avevano bisogno di lei e il potere decisionale non le sarebbe potuto esser del tutto negato; né da lui, né dal suo esercito.
"Sai che qualunque tua ribellione potrebbe..."
"Non mi sto ribellando" si immise lei, in tono piatto. "Sto chiedendo un po' di riposo, dato che a causa dei tuoi stupidi metodi non mi reggo più in piedi"
Più di una volta l'aveva dovuta realmente sorreggere al termine dei suoi devastanti esercizi, restituendole le energie ormai prosciugate attraverso incantesimi e cristalli. Neanche la magia però avrebbe potuto permetterle di continuare a combattere se non l'avesse lasciata in pace per un po'. Il suo corpo ne stava risentendo più del previsto, ormai non riusciva più a distinguere il cielo delle sue squame.
Il suo corpo, per natura rivestito di sfumature biancoazzurre, si era confuso con la fuliggine e la cenere di una giovinezza sprofondata nell'oblio. Le sue ali si erano tinte di sangue, mentre le sue corna a forza di esser levigate da numerosi scontri avevano preso a brillare d'argento, assieme alle cuspidi che emergevano dal suo dorso. Più di una volta si erano rovinate, ricostruendosi più robuste e mortalmente lucenti di prima.
Gaul grugnì, emettendo un ringhio dalle fauci pelose.
"Non più di un'ora"
Cinerea abbassò il muso, ghignando soddisfatta. Non si sarebbe mai e poi mai piegata a lui.
"Scimmione... è inutile tu ti mostri autoritario con me, se sono qui e sono viva significa che io vi servo. O meglio, che servo al grande maestro. Per me sarà un onore aiutarlo nel suo ritorno, ma tu non sei niente per me. Se anche il tuo obbiettivo è quello di aiutarlo, invece di comportarti così faresti meglio a collabora..."
Un pugno sul muso la fece capitombolare indietro. L'impatto con la parete non fu così doloroso, ma la botta l'aveva stordita. Non perse contatto con la realtà neanche per un secondo, e si risollevò rapidamente sulle zampe con uno sguardo di sfida dipinto in due occhi d'inferno e in un chiostro di zanne scintillanti.
"Non mi fai paura sai? Neanche un po'" asserì la scimmia, avvicinandosi di un passo. "Ogni volta che ti ribellerai a me le conseguenze saranno quelle che conosci, a te la scelta"
L'espressione impertinente sul muso della giovane dragonessa non si spense neanche per un istante. Gaul stava mostrando crescente irritazione, non poteva permetterle una simile impertinenza.
Le sue zampe vibrarono. Strinse il proprio bastone da cui scaturirono alcune scintille luminose, mentre il suo unico occhio scrutava Cinerea con malignità.
Lei aveva visto cosa potesse fare con l'altro occhio di smeraldo, e quanto potesse essere pericoloso Gaul quando si scatenava. Tuttavia non lo temeva, non temeva nessuno.
Non abbassò neanche per un istante il proprio sguardo, e per qualche ragione fu la scimmia a voltarsi e ad allontanarsi. Sapeva che sarebbe stata punita in qualche modo per le sue continue ribellioni, ma non le importava. Ormai era abituata a sopportare e a resistere.
"Pensavo di andare a riposare le ali altrove, se sua schifosa maestà lo permette"
Gaul la ignorò. Che fosse per evitare di darle altre botte o perché non sapesse più come sottometterla, a lei andava bene in entrambi  i casi. Non aveva negato, né aveva avuto alcuna reazione che la costringesse a restare dov'era.
Quando si fu allontanato si incamminò verso l'esterno della grotta, percorrendo i cunicoli sotterranei che da sempre rappresentavano la sua dimora.

Non aveva in mente progetti particolari, voleva semplicemente rilassarsi sotto il sole. Di rado le era permesso di uscire, e considerando il poco tempo in cui poteva starsene libera dubitava sarebbe potuta andare lontano. Aveva pur sempre le sue ali, ma non le era possibile utilizzarle per fuggire via. Sia perché le facevano ogni giorno sempre più male, sia perché era certa di venir sempre osservata ed ogni eccessivo tentativo di rivolta le avrebbe solo causato evitabili sofferenze.
Inoltre...

Dopo qualche minuto di cammino si adagiò  fra alcuni cespugli, sospirando con una sfumatura di rassegnazione ad adombrare i suoi pensieri. Socchiuse le palpebre e cercò di rilassarsi, mentre la festa della natura danzava intorno a lei.
Non era solita restare ad ascoltare i suoni rilassanti del canto degli uccelli, dello zampettare delle creature del bosco e del frusciare del vento che accarezzava le fronde. Ormai provava gusto soltanto nel percepire le rocce frantumarsi sotto le sue zampe, il rumore dei fantocci di legno che si spezzavano e, le rare volte in cui il destino lo concedeva, la carne di quelle scimmie bastarde lacerarsi fra i suoi artigli.
Si era allontanata un bel po'. In breve sarebbe dovuta rientrare, così non avrebbe dovuto sorbirsi altre inutili lamentele da parte di Gaul o di qualcuno dei suoi viscidi scagnozzi.
Qualcosa le tirò la coda.
"Pss... non agitarti, chiedo scusa se ti disturbo"
Si girò di scatto ritraendosi. Fra i ciuffi verdi scorse una massa nera che si stagliava proprio dietro di lei, e due occhi azzurri fissarla intensamente. Chi diavolo era?
Rispose con un rumoroso ringhio gutturale, mostrando da subito le zanne.
"Come osi! Chi accidenti sare..."
"No no no no! Perdonami, è solo che... ho visto la tua coda e... wow però! Sei davvero stupenda"
Cinerea si alzò, scattando sulle zampe e uscendo dal cespuglio. Con un guizzo fu addosso all'intruso, con gli artigli pronti a dilaniarlo e le fauci grondanti rabbia.
Non rabbia rivolta direttamente a lui, ma aveva decisamente bisogno di sfogarsi su qualcuno; di mostrare la forza acquisita con gli allenamenti, agli altri e soprattutto a se stessa. Le restava solo quello.
"Aspetta! Ferma!"
Il drago dalle squame nere gridò terrorizzato nel vedersela balzare addosso. Cercò di ritrarsi e di proteggersi con le ali, ma Cinerea fu più veloce e lo colpì al collo e ai fianchi, facendolo cadere a terra, tirandolo per la coda.
Gli fu sopra in pochi secondi, durante i quali il drago provò a dimenarsi dalla sua presa con tutte le sue forze. Solo quando la dragonessa gli avvicinò le zanne al collo smise di agitarsi, convinto di esser prossimo alla fine.
"Chi sei!"
Le possenti parole di Cinerea risultarono ancor più intimidatorie di quanto lei stessa si aspettava. Lo fissò per diversi secondi, con fare deciso e dominante.
"S... se me l'avessi chiesto ti avrei risposto, non volevo far..."
"Rispondi!"
Premette gli artigli su una spalla del drago nero, affondandoli di pochi millimetri. Minuscole gocce vermiglie scivolarono attorno ai suoi artigli, ma in nessun modo la sua preda si mostrò sofferente.
"Sono Maledet, ed è inutile tu mi ferisca. Non posso sentire nitidamente il dolore, mi dispiace"
A quella rivelazione Cinerea sollevò il muso, leggermente perplessa. "Sono un drago nero come puoi vedere, e appena ho visto la tua coda sbucare dall'erba ho pensato di chiedere il tuo nome. Sei la prima che incontro simile a me"
Cinerea esitò. Rimase immobile per quasi un intero minuto, in silenzio, a studiare il corpo del drago e le sue reazioni mentre si trovava inerme sotto di lei. Sembrava spaventato, ma non sofferente.
Quando fece per allontanarsi si accorse che il maschio le aveva volontariamente poggiato l'unica ala libera sulla sua, come in un inconsueto
 ed innaturale gesto d'affetto. Non si mostrò sorpresa, ma si ritrovò ad assecondarlo senza neanche accorgersene. Dispiegò la membrana alare quasi involontariamente, strofinandola su quella di Maledet per riflesso.
Solo nel vederlo sorridere si accorse realmente di cosa stava accadendo.  Si ritrasse con gli artigli snudati, allontanandosi velocemente e permettendogli di sedersi. Continuò ad osservarlo con lo stoicismo di una statua intagliata da zampe divine, ma lui adesso non sembrava turbato.
"Non volevo farti arrabbiare, scusami davvero. Puoi almeno dirmi il tuo nome?"
Questa volta non esitò. In fondo non ne aveva motivo. Non c'era ragione per non degnarlo di una risposta, come, ne era certa, non ce ne fosse per scusarsi.
"Sono Cinerea, e le mie squame non sono sempre state di questo colore"
La magia di Gaul, i cristalli violacei e la lenta ma inesorabile corruzione proveniente dal luogo remoto in cui il suo maestro era stato rinchiuso l'avevano trasformata radicalmente. Neanche lei si sarebbe riconosciuta, se non avesse vissuto in prima persona quel tenebroso inferno.
"Oh, capisco. Invece io sono nato così, ma non so come sia accaduto. Mia madre è una dragonessa... piuttosto insolita, e quindi..."
Nel sentirlo oltremodo titubante, Cinerea si avvide di quanto invadente potesse esser risultata la sua pressione fisica e psicologica. L'avevano abituata ad agire in quel modo, con lei non si erano dimostrati diversi da come lei si stava approcciando a lui.
"Parla, non credo di volerti uccidere"
Solitamente era lei a sentirsi in un certo senso inferiore, almeno sul piano della libertà di scelta. In quel momento invece provava un'euforica sensazione di controllo che raramente le era permessa.
"Si, va bene. Mia madre è... come dire, è una dragonessa  un po' particolare. Da giovane non lo sapeva, ma era stata dotata di un elemento magico molto insolito. Lei è una dragonessa del vento, mentre mio padre è un comune drago dalle squame nere. Io sono nato così, strano non trovi?"
A qualsiasi cosa si stesse riferendo, quel drago le apparve notevolmente impazzito. Elementi magici? Cosa diamine significava?
"Non ti seguo, parla chiaramente"
Maledet inclinò il collo da un lato.
"Il punto è che neanch'io so dirti molto, non so ancora quale sia il mio potere"
"Intendevo dire che non so a cosa tu ti riferisca quando parli di elementi"
Il drago sollevò una palpebra, fissandola curioso.
"In che senso? Non hai mai sentito parlare dei poteri elementali dei draghi? Com'è possibile"
Cinerea ricambiò al suo sguardo altrettanto stranita.
"A quanto pare no, ed è presto spiegato il perché. Sono nata e cresciuta sotto le direttive delle scimmie, quindi nessuno mi ha mai spiegato granché sui poteri dei draghi. So solo delle vostre gesta crudeli e del vostro desiderio di distruggere ciò che di più bello esiste al mondo"
A quelle parole Maledet sgranò gli occhi. La sua coda, fino a quel momento in agitazione, si immobilizzò sull'erba e le sue ali vennero scosse da un fremito.
"C... cosa? E perché dovremmo! E poi a chi ti riferisci? Guarda che anche tu sei un drago"
"Certo, ma non della vostra feccia. Sono stata scelta dal Maestro delle ombre infatti, e lui tornerà per eliminare il male da questo mondo e purificarlo"
Il suo interlocutore sembrava basito. Certo, probabilmente era uno di quei giovani che non conoscevano a fondo il dolore che affliggeva le terre dei draghi e i regni circostanti. L'avevano avvertita che avrebbe potuto trovarsi a che fare con individui del genere.
Le nefandezze perpetrate dal puerile desiderio di dar battaglia, unito al sentimento di sfiducia che ogni essere senziente era in grado di provare, avevano condotto il mondo ad un'era che necessitava di un operato di ricostruzione. Un mondo in cui più niente vi sarebbe stato di corrotto, poiché gli esseri viventi avrebbero cessato di esistere e, assieme a loro, la malvagità sarebbe scomparsa.
"Io n... io non capisco, ora sono io a non capire"
Cinerea sbuffò.
"Può darsi che tu sia uno di quelli a cui le cose non vengono raccontate per come stanno, o forse stai semplicemente mentendo" sentenziò con convinzione la giovane dragonessa, con portamento austero. "Sono certa che tuo padre e tua madre sanno benissimo di cosa parlo. Magari sei solo troppo giovane, e reputandoti ancora incapace di capire ti tengono all'oscuro di tutto"
Maledet rimase immobile. Dalla sua risposta paraverbale si poteva intuire che una simile affermazione l'avesse spiazzato.
"Perché... tu non sei giovane?"
In effetti apparivano piuttosto simili nelle dimensioni e nell'età. Per assurdo, tuttavia, era proprio Cinerea ad avere molti meno anni alle spalle nonostante la propria forzata maturità mentale.
lei in ogni caso non rispose. Non si aspettava una risposta del genere, né era certa di saper controbattere. Il drago poi riprese a parlare con un tono di voce lievemente incrinato dall'incertezza.
"Sei... cioè, voglio dire, sei un po' strana Cinerea. Non voglio offenderti, ma mi metti i brividi"
Sicuramente quel drago conosceva la schiettezza. Non poteva dire di non apprezzarlo. "Ci sono sicuramente cose che non so, ma i miei genitori non sono cattivi come li stai dipingendo"
Aveva imparato a dialogare con i draghi che incontrava saltuariamente durante uno dei suoi voli. Con gli adulti scambiava poche brevi parole sul proprio aspetto e con i giovani si crogiolava in manciate di complimenti. Sempre la solita storia.
Quella volta però le sembrava diverso; non tanto per gli argomenti della conversazione, che ruotavano sempre attorno al fulcro dell'incomprensione reciproca, quanto per il modo di reagire alle sue azioni e alle sue affermazioni da parte del drago nero.
Non si fece troppe domande sul colore delle squame, non era entrata in contatto con abbastanza draghi da poterlo giudicare insolito. In ogni caso si sentiva affascinata, per la prima volta da quando aveva memoria.
Senza dubbio trovare qualcuno così simile a lei non le fu sgradito, ma non significava nulla. Non era vissuta abbastanza da poter distinguere l'ordinario dall'inconsueto, come non poteva discernere il giusto da ciò che non lo era.
Questo secondo concetto, probabilmente, non era stata ancora in grado neanche di sfiorarlo. Non glielo avevano permesso.
Si voltò in direzione della sua tana, nascosta dall'orizzonte e dal suolo ricco di alberi, corsi d'acqua e costruzioni, in un luogo in cui nessuno avrebbe mai potuto sospettare l'esistenza di un intricato reticolo di gallerie sotterranee.
Le scimmie avevano assoggettato non solo numerose talpe, ma tutti quegli individui appartenenti a specie reputate in grado di erigere il rifugio perfetto. Dopo di che, ovviamente, erano stati tutti eliminati.
"Aspetta!" cercò di richiamarla il drago nero, mentre lei dischiudeva le ali e si lanciava con eleganza verso l'alto, ben attenta a far perdere velocemente le sue tracce. Se si fosse fatta scoprire mentre tornava a casa non le avrebbero più permesso neanche di uscire.
Fortunatamente la pausa, seppur breve, fu sufficiente per ristorare il suo corpo quanto bastava per non dover trattenere un gemito ogni volta che si levava in volo. Si stava abituando anche a quello, le sue ali faticavano sempre meno a tornare produttive.
Per il momento non diede molto peso a quell'incontro,. Scese verso un fiume che scorreva placido sotto di lei, proveniente dall'innevato versante di un monte di cui non conosceva né nome né origini, immergendo il muso per rinfrescarsi e abbeverarsi in vista delle prossime fatiche.
Avrebbe avuto molto tempo per riflettere, decisamente molto tempo.

Non sarebbe stata la prima né l'ultima volta in cui l'avrebbero sottoposta a quella tortura. L'unica gratificazione si consumava nella certezza di starlo facendo di sua volontà, non era una punizione.
Sicuramente le scimmie di Gaul provavano un immenso piacere nel sottoporla a quel supplizio, tuttavia sapeva fosse indispensabile affinché il maestro delle ombre la potesse avere in forze al suo fianco durante la necessaria battaglia contro i draghi. Necessaria, così le avevano inculcato.
Per ciò non protestava quando alcuni soldati entravano nella sua caverna per incatenarla ai sinistri cristalli di luce viola, da cui l'infinita potenza del suo maestro veniva drenata fino nei meandri più celati del suo spirito.
Era quasi insopportabile, più di una volta aveva ceduto chiedendo di essere liberata. Sapendo che nessuno l'avrebbe ascoltata, dal momento in cui accettava di non opporsi si sarebbe affidata completamente alla sua capacità di resistenza fisica e mentale. Il maestro, dalla convessità in cui era stato rinchiuso, riusciva comunque a donarle un po' di sollievo. La aiutava a scivolare nelle tenebre sospingendola con i suoi artigli scarlatti, accompagnandola con i suoi gialli occhi carichi d'odio.
Erano una culla per lei nei momenti di indicibile agonia che il suo corpo doveva sopportare. Sentiva di star diventando sempre più insensibile a quei trasferimenti d'energia, segno che il processo era quasi ultimato. Soltanto la sua mente, in alcuni fugaci istanti di lucidità, continuava inconsciamente ad opporsi al dominio oscuro.
Non era lei a volerlo. Lei voleva soltanto realizzare il sogno del grande drago viola, l'unica creatura davvero degna di ottenere il potere. Con lei a comandare il suo esercito avrebbe potuto condurre le sue fila oltre ogni confine, oltre ogni montagna o oceano che si fosse interposto tra loro e l'obbiettivo che si erano prefissati.
Per qualche ragione il suo spirito non voleva cedere, non accettava di piegarsi completamente. Il suo corpo si opponeva al gelido tocco delle catene, a testimonianza che una parte di lei percepiva il bisogno di frantumare i legami che la vincolavano a quel luogo.
Detestava le catene. Odiava con tutta se stessa essere in balia di qualcosa o qualcuno, avrebbe preferito di gran lunga la morte. Nonostante tutto sapeva non ci fosse modo di spezzarle, non ancora almeno.

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Angolino convinto:

Da quanto non posto un angolino dell'autore! Che emozione! Va beh, volevo impregnare tutto con qualche

, ma non ho capito perché la sopraffina arte dell'html su EFP (solo su EFP) mi dia costantemente problemi xD che dire?
Spero questo incipit vi stia gustando, a partire dal passato di Cinerea che andrà incontro all'evoluzione che conosciamo, fino ai personaggi secondari che piano piano si sveleranno. Ho voluto distaccarmi un po' dall'idea di Cinerea torturata e basta come spesso si legge in giro, sia per introdurre la particolarità dei suoi elementi sia per dar più spazio alla sua forte personalità.
Maledet (come per Zell, Glaider, Solaris e Dorim in "Un destino oscuro") è un omaggio ad un amico che si sta spassionatamente leggendo la FF in attesa di sapere che fine farò fare al suo personaggio ;) per chi non ha letto un destino oscuro, consiglio di farlo prima di lanciarsi nel seguito di questa fiera lettura. Se non altro giusto per alcuni chiarimenti riguardo Malefor e gli antichi guardiani.
Ci tengo solo a precisare che i miei tempi di aggiornamento saranno molto più lunghi rispetto al passato, sia perché la tesi è alle porte (con ultimi esami annessi) sia perché non pubblicherò un capitolo finché non avrò scritto anche il successivo. Questo è dovuto al fatto che nella storiella precedente qualche volta mi toccava tornare indietro a correggere alcune cose, e vorrei evitare questo "PICCOLO INCONVENIENTE NARRATIVO" U.U

Chiudo con una tiritera tanto banale quanto probabilmente inutile: se vi va, se proprio non avete da fare oggi pomeriggio, se vi sentite in buona e se la nonna non vi ha obbligato ad iniziare la cena di capodanno a natale come accaduto a me, lasciate una recensioncina! Va bene critica, neutra, tendenzialmente positiva con sfumature purpuree fluorescenti, con il teschio rosso e nero... in tutte le versioni, almeno ci si fa due chiacchere su Spyronsolo che il fandom di The Legend ormai sembra sopito nei meandri del nulla.
Lode alla Reignited Trilogy, sia sempre consacrata la prima serie ^_^ i personaggi di The Legend però resteranno sempre impressi in me, e penso continuerò a scrivere boiate su di loro tipo per sempre.

Siccome questo angolino è già abbastanza lungo, vi ringrazio per la lettura... e vi auguro un buon natalissimo!
-Aesingr (Aes per amici e nemici)
 

  
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