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Autore: k_Gio_    30/12/2018    4 recensioni
In mezzo all'oceano succedono cose strane, si impartiscono lezioni di vita e si fanno incontri inaspettati.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo
 

 Aveva paura. Ne aveva avuta in quegli anni. A volte lo smarrimento e un senso acuto di dolore le avevano dilaniato il petto togliendole il respiro. Si chiese se fosse necessario auto infliggersi quell'ulteriore dispiacere. 
Era andata avanti, questo sì. Ma per una sirena a cui cento anni scivolano via come un normale anno di un essere umano non era stato un problema abituarsi. Sapeva che con lei il tempo sarebbe stato clemente. Sorte che non sarebbe toccata a lui. 
Si era ostinata a pensare che lui avesse vissuto una vita piena e appagante, che fosse andato avanti nonostante lei, nonostante loro. 
Si sfiorò lì dove una squama mancava all'appello. Sorrise. Quello era stato il suo unico contatto con lui in quei cento anni. Gliela aveva messa nella tasca della giacca in quel loro ultimo saluto, lui non ci aveva fatto caso ma lei sapeva che l'aveva trovata. Lo aveva percepito...e anche se magari non era andata così, lei voleva crederlo, solo pensare che nonostante tutto fossero ancora legati la faceva sentire meno sola.
Dopo essere tornata negli abissi con le altre, non ne aveva voluto sapere di rimanere con colei che le aveva inflitto una tale maledizione. Un tale castigo. Senza troppi giri di parole se ne era andata. Era riuscita a rubare alla sovrana del mare uno di quei potenti bracciali nella speranza di poterlo usare un giorno e se l'era filata via, senza salutare nessuno. Regina lo avrebbe scoperto? Probabilmente lo aveva percepito appena si era allontanata da quei confini non scritti, ma non le era importato. Non le importava nulla. Il sapere che poteva anche andare dall'altro lato dell'oceano e non calpestare la terraferma aveva fatto chiudere un occhio a Regina. Passati i cento anni e scoperto che il suo bel pirata era bello che seppellito da qualche parte, nella migliore delle ipotesi, l'avrebbe sicuramente fatta tornare a casa. Era solo questione di qualche anno, di questo Regina ne era convinta.
Fatto era che dopo qualche tempo di tentennamenti anche Ruby e Belle avevano lasciato Regina per andare in cerca di Emma e starle accanto. Emma avrebbe preferito continuare il suo percorso in solitaria ma non le aveva cacciate. Semplicemente continuò a vivere lasciando che il cuore non prendesse il controllo sulla sua mente, vivendo come se non lo avesse mai incontrato. Ogni giorno era una lotta con sé stessa. Che puntualmente perdeva.
Ma ora  la sabbia nella clessidra stava liberando gli ultimi granelli. Sarebbe potuta tornare in superficie ad accusare l'ennesimo scherzo della sua esistenza. Ma doveva farlo. Glielo aveva promesso, anche se sapeva come sarebbe andata a finire. Ma doveva. Per lei e per lui. 
Nonostante l'ovvietà della situazione aveva giurato a se stessa di aspettare la fine di quella maledizione per prendere in seria considerazione ogni iniziativa che le era passata per la mente. Ooh, e gliene erano passate tante in quegli anni. Solo dopo aver appurato la realtà dei fatti si sarebbe esposta. Sarebbe andata da Regina e l'avrebbe uccisa. 
Anche se era particolarmente improbabile un epilogo del genere ci avrebbe provato comunque, gliela avrebbe fatta pagare fino a che il suo cuore avesse battuto nel suo petto. Poi non le sarebbe importato cosa ne sarebbe stato di lei. 
Ma ora era lì, sotto la superficie delle acque di Arendelle, dopo cento anni di attesa. Vedeva il sole splendere sopra di lei, e tremava, tremava come un'alga in mezzo alla corrente. Si rigirava nervosa il bracciale tra le mani, non sapendo se indossarlo o scrutare dal pelo dell'acqua di scorgere la figura che aveva bramato e desiderato ogni singolo giorno. 
Il timore della delusione la faceva tentennare. Ma non aveva aspettato per avere paura, sapeva come sarebbe andata a finire, tanto valeva mettere la parola fine a quella storia.
Un giorno, avrebbe atteso un solo giorno, lì su quelle rive e poi basta. Niente più pensieri nostalgici e dolorosi. Solo vendetta. 
Sempre tra le onde si mise il bracciale al polso e si vestì con gli abiti che si era portata dietro. Inzuppata fradicia risalì la riva e incurante di apparire strana si mise a guardarsi intorno per scorgerlo. 
Le ore passavano lente, più di quanto avessero fatto tutti quegli anni messi insieme. Seduta sulla spiaggia, con il sole che pian piano si alzava alto nel cielo, si torturava i capelli di nuovo lunghi, lisciandoli e attorcigliandoseli tra le mani. Ogni tanto chiudeva gli occhi tentando di fare ella stessa una magia, di farlo apparire davanti a sé con quel suo sorriso scanzonato e il sopracciglio alzato. E sorrideva come una sciocca.
Se non si fosse presentato aveva deciso che non avrebbe cercato nulla a riguardo. Non voleva sapere nulla su come aveva condotto la sua vita, le avrebbe fatto troppo male qualsiasi versione le avrebbero dato. Voleva credere che fosse stato felice. Solo questo. 
Per non parlare di Anna e Elsa. Aveva sofferto così tanto in quei primi anni di esilio che si era ripromessa che non avrebbe pensato a nessuno di loro. Volendo credere in una vita appagante per ognuno della sua famiglia. Non avrebbe cercato informazioni nemmeno su di loro. 

Gli abiti ormai asciutti si sarebbero presto inzuppati di nuovo. Era di nuovo il tramonto, esattamente come un secolo prima. Sarebbe tornata negli abissi per compiere il suo ultimo atto. Ma prima si sarebbe goduta l'ultimo spettacolo della natura, come l'ultimo che il suo Killian aveva osservato prima di lasciarla andare per sempre. 
Si alzò, provando un insolito piacere nel sentire i granellini fini della sabbia sotto la pianta dei piedi. Aveva assaporato una simile sensazione una vita fa.
Non sarebbe venuto. Non poteva venire, probabilmente era morto da chissà quanto tempo.
Tirò su con il naso, più per abitudine che per vera necessità. Era vuota.
Guardò un'ultima volta quella sfera incandescente che stava per salutarla un'ultima volta. 
Sorrise nonostante tutto.
Poi la vide.
Una piccola macchia nera che veniva nella sua direzione. Non volle esultare. Non voleva sperare, ma il suo cuore prese a battere incontrollato.

Con il vento favorevole e le vele ben spiegate la Jolly Rogers solcava quelle acque senza indugio. Sulla nave era tutto un frenetico via vai. Erano in ritardo, un maledettissimo ritardo. E in quell'occasione non poteva permetterselo. Non se lo sarebbe perdonato.
Il Capitano della Jolly Rogers puntò il suo cannocchiale lì dove sperava di rivederla. Pregando che non fosse troppo tardi, perlustrò con lo sguardo ogni lembo di spiaggia possibile da quella posizione.
Un tuffo al cuore.
La vide.

Con il sole oramai ridotto ad un frammento oltre l'orizzonte, passi che non udiva da troppo tempo calpestarono la sabbia di fronte a lei. 
Si morse il labbro inferiore per impedirsi di correrre incontro a quello che doveva essere a tutti gli effetti un bel miraggio. Un bellissimo e magnifo miraggio. Anche se lontano di qualche metro Emma lo vide esattamente come lo aveva lasciato, forse solo di qualche anno più invecchiato ma nessun cambiamento significativo. La barba leggermente più lunga, i vestiti sempre e rigorosamente neri. Vide spiccare tra le sue collane anche la sua squama che brillava alla luce del sole morente. E poi i suoi occhi. Quegli occhi che aveva sognato ogni maledetta notte. Si arrese davani a quell'assurda verità. Aveva mantenuto la sua promessa.
Gli corse incontro volendolo di nuovo tra le sue braccia, lo vide fare altrettanto. L'impatto fu una fusione di due corpi troppo a lungo separati. Le mani corsero ai volti, dovevano guardarsi per credere davvero che fossero lì, insieme di nuovo e senza magia a tenerli separati. 
Sorrisero come due cretini. Due cretini innamorati.
«Stavo per andarmene»
«Ti avevo promesso che sarei tornato. Mantengo le mie promesse»
«Come...»
«Te l'ho detto. Sono bravo a sopravvivere» con il pollice le accarezzò la guancia, guardandola e ritrovando dopo anni la donna che aveva continuato ad amare in tutti quegli anni.
«Mi sei mancato Killian». Sentire il suo nome uscire di nuovo dalle labbra di lei gli fece dimenticare per un attimo tutti i giorni passati a maledire il destino. Sorrise poggiando la fronte contro la sua.
«Ora nessuno riuscirà a portarti via Emma. Dovessi uccidere ogni essere che provasse a separarci di nuovo. Non me ne starò più fermo a soccombere.»
«Sempre che io ti voglia ancora». Non ebbe modo di controbbattere a quella battuta che le morbide labbra di Emma cercarono quelle di Killian per un bacio atteso per cento anni. 

 

Fine

  



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Ebbene, questa volta è davvero finita. Dedico questo finale alla povera Smemorina che ho fatto penare più del solito. Spero che almeno questo epilogo sia meno straziante, mi sono comportata bene alla fine dai :'D
Ovviamente Killian ha trovato l'Isola che non c'è, avrà tante belle storie da raccontare ad Emma e ai loro futuri figlioletti :')
Non sapremo mai se usciranno dei figlioletti mezzi sirenetti ma chissà. Secondo me sì. Sarebbe una cosa carina ahahah Vivremo con il dubbio. Fatevene una ragione.
Questa storia è stata davvero difficile per me, non mi ero mai cimentata in cose del genere e ho toccato con mano quanto avventurarsi in terre inesplorate sia faticoso. Spero comunque che la ff sia risultata credibile e non troppo campata in aria, mi sono impegnata quanto possibile xD 
Non so se tornerò a scrivere long perché è davvero un lavoraccio incastrare tutto. Ma stavo scrivendo un qualcosa tempo addietro...ma non vedrà luce finché non avrà una conclusione, quindi non so se la leggerete mai. Ma in compenso potreste trovare one shot random. Quello è possibile. Ma non facciamo promesse del penulltimo dell'anno ahhaahha
Spero vi siate, almeno un po', divertiti leggendo questa ff altalenante. Ringrazio ancora e per l'ultima volta tutte voi che avete letto, recensito e messo la storia nelle categorie. Un grazie Immenso e vi auguro che questo 2019 sia un anno ricco di possibilità e magari con qualche gioia in più ahahhaahha
Alla prossima!
Gio

  
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