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Autore: angelo_nero    02/01/2019    18 recensioni
Questa storia partecipa a “Una Challenge sotto l’Albero” indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp
Prompt numero 5: A decide di confessare a B i suoi sentimenti la notte della Vigilia, ma poi lo vede baciare C…
[Pre-Androidi Saga]
Chi mi conosce sa che non amo Yamcha, anzi lo detesto dal più profondo del cuore. Ma ho trovato questo prompt opportuno per "fargli del male senza sporcarmi le mani" ;)
Enojy
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta, Bulma/Yamcha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fermo, seduto sul costoso divano, si allentò La cravatta dall'improponibile colore sentendosi soffocare dalla temperatura troppo alta della stanza. Si tolse la giacca poggiandola sul sofà accanto a sé, gli tremavano le mani per l'ansia e sentiva il cuore battere all'impazzata. Eppure non avrebbe dovuto essere così tanto agitato, era una cosa che solitamente tutto facevano, prima o poi. Ma le mani sudate e lo sguardo che vagava da una parte all’altra della stanza raccontavano un’altra storia. Fissò il pavimento cercando di calmarsi.Attorno a sé la solita combriccola di amici rideva e scherzava, alcuni più brilli di altri, e ciò non gli facilitava il compito.
Come al solito Bulma aveva esagerato con le sue mega feste, organizzandone una per la Vigilia di Natale. La casa era coperta di festoni, luci e pupazzi di neve di carta, fiocchi di neve fatti di cartoncino erano attaccate alle finestre dalle quali poteva vedere la neve continuare a scendere, comprendo tutta la città di bianco.
Quale occasione migliore di una festa per coppie* e la neve che cade morbida per ricordare alla propria ragazza che la si ama? Okay, avrebbe dovuto farlo prima, magari evitando anche di farsi beccare a guardare il culo di un'altra. O a tradirla. Ma non si può essere perfetti e l'importante è chiedere scusa. No?
La sua gamba faceva su e giù in modo frenetico testimoniando la sua irrequietezza per quanto aveva intenzione di fare. Pregò che tutto filasse liscio e che lei lo perdonasse. E che smettesse anche di farlo ingelosire adulando quel Saiyan. Aggrottò le sopracciglia rendendosi conto che probabilmente era colpa sua che non la faceva sentire amata se lei si stava spingendo tra le braccia del guerriero provieniente dallo spazio. Doveva ricordarle cosa provava per lei e farle dimenticare ciò che era successo qualche settimana prima. Si diede dello stupido per aver peccato di lussuria ancora una volta, nonostante l’amasse non riusciva a rimanerle fedele. Era più forte di lui.
Si alzò risoluto dal divano percorrendo l'abitazione alla ricerca della sua donna. Stranamente non era con gli altri a festeggiare e nemmeno seduta sulla veranda con un bicchiere di vino e una sigaretta, come usava fare quando era di cattivo umore. La cercò per parecchi minuti e, quando si stava per arrendere, sentì la sua voce squillante provenire da una delle camere per gli ospiti. Si avvicinò alla porta, lasciata dischiusa, e sbirciò all'interno: Bulma gli dava le spalle, fasciata in un bellissimo tubino blu che le arrivava al ginocchio, i capelli azzurri le sfioravano le spalle lisci e liberi dalla pettinatura afro indossata fin ora.
-Potresti almeno prendere qualcosa da mangiare, invece di fartelo portare!-
-Dacci un taglio, non mi interessano le vostre usanze.-
Vegeta, appollaiato sul davanzale della finestra lasciata semiaperta, guardava i fiocchi di neve scendere con lentezza apparentemente non interessato alla conversazione.
-Non devi interagire, basterebbe la tua presenza.-
La voce della donna era fievole, quasi una preghiera. Cosa strana per lei, che amava urlare per far comprendere meglio al suo interlocutore il concetto. Ma con lui parlava in modo pacato, come se avesse paura di spezzare quella quiete che raramente aveva visto tra loro. Si chiese per quale motivo insistesse tanto invece di lasciarlo stare. Avrebbe dovuto andarsene e chiudere la porta o irrompere e interrompere la conversazione invece rimase lì ad osservarli, quasi incantato.
L’azzurra rabbrividì dal freddo proveniente dalla finestra ma non sembrò importarle.
-Per favore.-
Vegeta fece roteare gli occhi sulla figura minuta della donna, incuriosito da quell’atteggiamento così remissivo nei suoi confronti. Non sapeva del perchè lei tenesse a quella festa nè perchè lo volesse presente, quando lui odiava ogni singola persona lì presente. Tornò a fissare fuori dalla finestra, le nuvole cariche di neve gli impedivano la visione delle stelle quella sera.
-Hai i tuoi amici, cosa vuoi da me?-
Bulma aggrottò le sopracciglia.
-Lo sai che non è la stessa cosa.-
Yamcha li guardava dallo spiraglio incapace di raccapezzarsi in quella situazione. A cosa le serviva la presenza di quel Saiyan se erano tutti di sotto per festeggiare insieme. Come se lui potesse in qualche modo cambiare la situazione.
Scese il silenzio nella stanza e il terrestre fu tentato di aprire la porta e interrompere quell’assurdità. Ma Vegeta scese dal davanzale con un balzo e si avvicinò alla donna, che continuava a rabbrividire di freddo. Rimasero fermi a guardarsi per secondi interminabili, quasi esistessero solo loro. Non poteva vedere gli occhi di Bulma brillare di una strana luce, nè le sue labbra piegarsi in un leggero sorriso quando lui le sfiorò il braccio con una mano.
-Sei strana, terrestre. Stai giocando con il fuoco.-
Gli occhi dell’alieno brillarono della stessa luce di quelli di lei ma non lo avrebbe mai ammesso nè Bulma glielo avrebbe fatto notare, rischiando di farlo sparire.
-Non ho paura di bruciarmi.-
Sul volto del principe si dipinse un ghigno.
-Sfrontata.-
Il terrestre non capì il senso di quella conversazione, c’era qualcosa di strano, quasi anomalo. Eppure sembrava così normale allo stesso tempo.
Era rimasto fuori città per un mesetto scarso a causa di una trasferta con la squadra e il litigio avuto con lei subito prima aveva contribuito a farli allontanare non solo fisicamente. Quando era tornato aveva avvertito l’urgenza di dirle ciò che provava, di chiederle scusa per quanto successo e prometterle che non sarebbe più accaduto. E credeva che farlo in un momento speciale come la vigilia di Natale sarebbe stato molto più romantico e lei l’avrebbe perdonato di sicuro. Però non era riuscito a stare solo con lei neanche un secondo finchè non era sparita tra i corridoi, mollandolo in mezzo ad amici e compagni a far baldoria.
E se mentre lui era stato assente quei due si fossero avvicinati?
Scosse la testa: impossibile, Vegeta non sembrava conoscere alcun sentimento a parte l’odio e Bulma non era il tipo di persona che poteva provare interesse per un uomo simile.
Eppure qualcosa non gli quadrava e cercò di far tacere quel campanello d’allarme che risuonava della sua testa ripassando il piano della “confessione d’amore stile film romantico”: l’avrebbe abbracciata da dietro, datole il regalo che teneva in tasca per impedirle di parlare e si sarebbe poi inginocchiato davanti a lei per farle la confessione più spassionata e sdolcinata che potesse tirare fuori. A quel punto lei gli sarebbe saltata al collo dicendogli che lo perdonava e che lo amava.
Sì,sarebbe andata così.
Ma la realtà era molto diversa dalla sua fantasia e davanti a Bulma c’era Vegeta, che sembrava volerla spogliare con gli occhi, non lui, con occhi brillanti d’amore. Il Saiyan fece un altro passo verso di lei, riducendo la distanza tra di loro a meno di dieci centimetri, mentre Yamcha trattenne il respiro rifiutandosi di credere che tra quei due ci fosse anche lontanamente qualcosa. Vide la mano del Saiyan accarezzare la pelle morbida del viso di lei e si sentì di troppo ad osservare quella scena così intima. Ma quella era la sua ragazza, quello non aveva alcun diritto di toccarla in quella maniera nè di farlo sentire a disagio.
Vegeta avvicinò le labbra all’orecchio di lei, le sussurrò qualcosa che la fece sobbalzare. Poi fece roteare le pupille verso l'uscio dove dalla porta semichiusa spuntava appena il viso sfreggiato del terrestre. Incatenò i loro sguardi.
Yamcha sussultò ma non si mosse, il suo corpo sembrò essersi congelato sul posto. La paura gli attanagliò le viscere mozzandogli il fiato. L’aveva visto, probabilmente sapeva fin dall’inizio che era lì, eppure il Saiyan non sembrò intenzionato a mettere fine alla sua esistenza, anzi tornò a prestare attenzione alla donna di fronte a lui.
Bulma alzò la testa verso di lui e a Yamcha parve sentire il suo battito accelerare di colpo, chissà cosa le aveva detto. Sgranò gli occhi quando vide il succinto vestito blu scivolare giù lungo il suo corpo fino a raccogliersi ai suoi piedi. La ragazza gli dava le spalle dandogli modo di vedere l’unico capo di abbigliamento presente sul suo corpo nudo: un paio di slip neri, semplici ma che metteva in risalto il suo fondoschiena. Niente reggiseno. La schiena nuda brillava nella flebile luce della luna che fliltrava dal vetro.
Lo sguardo di Vegeta fu calamitato dal corpo della donna ricoperto di brividi data la brezza gelida che entrava dalla finestra semiaperta. Ghignò di nuovo, in modo lussurioso sta volta sfilandosi rapidamente la t-shirt bianca che indossava. Sollevò il viso di lei beandosi dei suoi occhi scintillanti di passione e del leggero sorriso che le piegava le labbra rosse all’insù. Lanciò uno sguardo al terrestre che lo fissava con occhi sgranati, poi posò le mani sui fianchi della giovane donna, portandosela più vicina. Si leccò le labbra prima di posarle su quelle di lei, sentendola ricambiare un attimo dopo.
Yamcha rimase imbambolato a fissarli baciarsi tanto che non si rese conto della scatolina che scivolava fuori dalla tasca e cadeva a terra.
Non poteva credere ai suoi occhi, non riusciva a concepire che Bulma, la sua Bulma, potesse provare gusto a baciare quell’assassino. Sentì il cuore stringersi in una morsa e le lacrime salirgli agli occhi, continuare a guardare le mani del Saiyan vagare sul corpo di quella che credeva essere la sua ragazza gli faceva un male tremendo.
Si alzò quando Bulma iniziò a mormorare il nome del Saiyan. Ne aveva abbastanza.
Avevano litigato tante volte e altrettante lei l’aveva mollato. Ma erano sempre tornarti assieme, più forti di prima. Osservò la scatola che giaceva sul pavimento con sguardo infranto, il suo piano era andato a farsi benedire ancor prima di provare a metterlo in atto.
Fece una smorfia dandosi del cretino per non aver afferrato subito quando lei l’aveva lasciato, avrebbe potuto sperare che fosse un caso o che lui le avesse fatto un ricatto per giustificare tale atto  ma sapeva che ciò che aveva visto era semplicemente la realizzazione di ciò che temeva dall’arrivo del Saiyan in quella casa.
Fuori nevicava, di sotto i suoi amici festeggiavano il Natale con alcol e cibo. Ma la sua voglia di festeggiare si era volatilizzata nel momento in cui le labbra del principe avevano toccato quelle della scienziata.  
Aveva sognato di tenerla stretta tutta la notte dopo averle detto quelle due paroline magiche che facevano felici qualsiasi donna innamorata.
-Forse è il caso che me ne vada.-
Diede un calcio a quello che sarebbe dovuto essere un regalo di riconciliazione e scese le scale, lasciandosi alle spalle i due amanti e le sue speranze di  riconquistarla.
Lui l’amava ma lei amava l’altro.



*in Giappone il Natale è visto come una festa per coppie e innamorati.





Angolo Autrice:
Buon salve gente!
Buon Natale, in ritardo, e Buon Anno! Car* i/ le miei/ mie affezionatissim* (ma dove?) lettor*, come state? Come avete passato queste feste? Io mi sto ancora riprendendo dalle intense mangiate degli ultimi giorni- Devo necessariamente tornare in palestra o diventerò una botte.
Bene, a parte i miei mai-na-gioia, volevo ringraziarvi tutti per il supporto che mi date lasciando recensioni o anche soltanto leggendo le mie storie- Grazie!
Sta cosa qui sopra, comunque, è uno sclero partito dalla mia volotà di partecipare a un contest indotto sulla pagina Faceboon "Il Giardino di EFP". 
Io odio Yamcha, si sa, e lui nelle mie storie le gioie non potrà vederle neanche con il telescopio. Quindi perchè non dargli una bella mazzata anche a Natale? Giusto perchè si è più buoni :')
See you later,
angelo_nero
  
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