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Autore: Lady I H V E Byron    02/01/2019    2 recensioni
(Crossover con "Dragon Age Origins")
Impegnati nella ricerca e battaglia contro Master Xehanort e l'OrganizzazioneXIII, Sora, Paperino e Pippo finiscono in un nuovo mondo, in cui, con loro grande stupore, gli Heartless e i Nessuno non sono il pericolo principale...
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Paperino, Pippo, Sora
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Note dell'autrice: qui si noterà chi tiene davvero i fili della situazione... uno dei personaggi più odiati di KH



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Denerim. Capitale del Ferelden e sede del Palazzo Reale.
Nella sala delle udienze, diversi uomini e donne erano riuniti di fronte a due troni. Su uno sedeva una giovane donna di vent’anni, se non di più, dallo sguardo deciso, nonostante l’aspetto innocente, dai brillanti capelli biondi acconciati in due trecce raccolte dietro. Portava una corona, quindi doveva essere la regnante. Sull’altro, invece, era seduto un uomo vicino ai sessant’anni dai capelli corvini, ma in cui non si notava nemmeno l’ombra di un capello bianco, il volto scavato e con qualche piccola cicatrice, ma con poche rughe. Aveva ancora il fisico tonico e robusto, a giudicare da come le vesti che indossava “modellavano” il suo corpo. Entrambi avevano gli occhi chiari e lo sguardo deciso era ciò che li accomunava.
-Per questo io, quale vostro sovrano, vi chiedo di riunirvi sotto il mio vessillo!- disse l’uomo; aveva una voce potente –Dobbiamo recuperare quanto abbiamo perso ad Ostagar, e in fretta! Altri, approfittando di questa nostra “debolezza”, potrebbero attaccarci e soggiogarci e non possiamo permetterglielo! E per dimostrare loro che non intendiamo farci attaccare, elimineremo la Prole Oscura, tutti insieme!-
Alcuni erano entusiasti, altri erano dubbiosi. Tra di essi, un uomo si fece avanti.
-Mio signore, se mi è permesso dire una parola…-
La donna non disse niente: in quel momento, era l’uomo a gestire la situazione. Gli concesse la parola.
L’uomo che aveva parlato doveva avere sui quarant’anni, corporatura robusta e ventre leggermente gonfio, capelli rossi ormai sbiaditi e tra i peli rossi della barba si intravedeva qualche filo grigio. Fece un lieve inchino di ringraziamento, prima di fare un passo in avanti, rispetto ai presenti.
-Loghain, dal vostro ritorno, vi siete dichiarato reggente della regina Anora, ora chiedete a tutti noi bann, arle e teyrn di riunirci sotto il vostro vessillo per il nostro bene e per la salvaguardia del Ferelden…-
L’uomo, Loghain, gli rivolse uno sguardo di sfida, ma anche di offesa.
-Ma cosa avete da dichiarare su Ostagar? Sull’esercito? Sul re? La vostra ritirata è stata piuttosto… fortuita.-
Una dichiarazione che fece sconvolgere i presenti.
Loghain si mostrava sempre più offeso.
La donna sul trono, Anora, non ebbe alcuna reazione, ma si poteva tuttavia scorgere un’ombra di turbamento sul suo volto.
-Tutto ciò che ho fatto…- si giustificò l’uomo, il reggente –…è stato per mantenere l’indipendenza e l’integrità del Ferelden! Non sono venuto meno dai miei doveri dalla corona, e neppure voi dovreste!-
Ma l’uomo dai capelli rossi non si lasciò scoraggiare o convincere da quelle parole. Anzi, era persino più determinato di Loghain.
-I Bannorn non si piegheranno a voi solo perché lo avete ordinato!- esclamò, serrando le labbra.
Stesso sguardo del reggente.
-Eliminerò ogni pericolo per il Ferelden, che siate voi o chiunque altro!- dichiarò, con tono minaccioso.
Tali furono le sue ultime parole, prima di alzarsi.
L’udienza era finita: Loghain, scortato da due guardie, uscì dalla sala del trono, per entrare nelle sue stanze personali.
I nobili si dispersero, con loro anche l’uomo che aveva parlato con il reggente.
Anora, la donna sul trono, la regina, si alzò lesta dal trono, appena dopo essersi morsa le labbra, correndo per un breve tragitto.
-Bann Teagan, vi prego!- esclamò, implorandolo di interrompere qualunque cosa avesse in mente.
Teagan, così si chiamava l’uomo dai capelli rossi, si fermò, osservando la regina con aria preoccupata.
-Vostra Maestà…- allertò –Vostro padre farà scoppiare una guerra civile.-
La notizia della sconfitta di Ostagar era circolata in fretta nella capitale. Alcuni avevano creduto alla versione di Loghain, facendo ricadere sui Custodi Grigi la colpa della sconfitta, oltre ad essere stati artefici della morte di re Cailan. Altri, come Teagan, avevano nutrito dei sospetti sulla ritirata del generale, ora reggente del Ferelden, e ciò aveva provocato dei dubbi sulla sua persona.
-Se solo Eamon fosse qui…-
-Mio padre sta facendo quello che ritiene giusto per il Ferelden.- giustificò lei, quale figlia devota, prendendo le difese del padre.
-Ha preso la scelta giusta anche sul vostro consorte, Maestà…?- tagliò corto Teagan, strizzando gli occhi blu.
Anora non disse altro: la misteriosa morte di Cailan l’aveva sconvolta, sì. Ma addirittura sospettare del padre…
Non sapeva cosa pensare; non nascondeva, però, il fatto che anche lei nutrisse dei dubbi sul padre.
Ma non poteva mostrare ombra di esitazione. Era la regina. Doveva dare il buon esempio, mostrando fermezza e determinazione anche nelle situazioni più critiche.
Tuttavia, una lieve smorfia di disapprovazione e di disagio le sfuggì ugualmente. Pregò il Creatore che nessuno l’avesse vista.
Loghain Mac Tir, teyrn di Gwaren, generale delle truppe del Ferelden, attuale reggente del regno, subentrando così alla figlia Anora, si era ritirato nelle sue stanze.
-Lasciatemi solo.- ordinò alle due guardie che lo avevano scortato fin lì.
La sua prontezza, la sua determinazione sembravano essere svanite, non appena aveva rimesso piede nell’unico luogo dove poteva sentirsi al sicuro, se stesso. Dove non doveva dimostrare niente a nessuno.
C’era già una coppa di vino colma sul tavolo presente nella stanza. Non ci pensò due volte e la bevve.
Niente.
Quella sensazione non voleva andarsene. Quella fastidiosissima sensazione di angoscia e crollo.
La testa gli girava. Doveva sedersi.
-Anche oggi una giornataccia, eh?-
Quella voce lo fece sobbalzare.
-Accidenti! Per il Creatore!- imprecò, voltandosi nella stessa direzione della voce.
Nell’angolo della stanza, vicino alla porta, stava una figura snella, con indosso un cappotto nero. Il volto non era coperto dal cappuccio: Xigbar. Con il suo solito sorriso malefico.
Loghain sospirò, mettendosi a sedere di fronte al camino.
-Cosa volete, ancora?- domandò, passandosi una mano sul volto –Non vi è bastato tormentarmi con i vostri discorsi?-
Xigbar si mostrò offeso con quella frase. Lo accompagnò con un gesto, come se lo avessero colto in flagrante durante un furto.
-Oh! Che modi!- disse, infatti, prima di avvicinarsi -Davvero un bel ringraziamento a chi cerca di aiutarvi…-
Un altro sospiro da parte di Loghain.
-Vi chiedo scusa…- mormorò, senza staccare la mano dalla sua faccia –Ho apprezzato davvero il vostro interessamento alla mia causa, ma…-
-Ma…?-
Xigbar lo stava mettendo sotto pressione e a disagio. Tipico.
-Ma quel potere che mi avete dato… E’ troppo forte per me. Guardate.-
Allungò una mano verso il pavimento: comparve una pozza oscura, dal quale emerse un Heartless, uno Shadow.
Xigbar inclinò la testa e inarcò gli angoli della bocca verso il basso.
-Davvero notevole…- commentò.
-Aspettate…-
Infatti, lo Shadow, dopo aver vagato nella stanza, svanì nel nulla.
-Sfuggono al mio controllo. Loro e quelli bianchi.- spiegò Loghain, scoraggiato –Vagano nel Ferelden, allarmando gli abitanti. Come se non fossero già inutilmente preoccupati per la Prole Oscura.- scattò in piedi, deluso e furibondo; puntò il dito contro Xigbar -Voi mi avevate assicurato che avrei protetto il Ferelden con questi esseri, se avessi lasciato morire Cailan ed i Custodi Grigi! Che avrei protetto la mia gente! Da Orlais, dal Flagello, da tutto il Thedas! A me pare, invece, il contrario! Questi esseri stanno mettendo in allarme la mia gente! In che modo! Possono! Aiutarmi?!-
Era esasperato. Distrutto. Confuso. Spaesato. E, soprattutto, aveva paura.
“Sentimenti gustosi…” pensò Xigbar, sorridendo, per nulla intimorito da quella voce possente “Ma non quello che mi serve.”
Scostò con naturalezza il dito puntato su di lui.
-Il potere che vi ho donato, Loghain, è difficile da controllare, è vero. E so come vi sentite. Permettetemi di darvi qualche dritta. Avete dei dubbi, avete paura, questo è normale, ma se vi lasciate sopraffare da questi sentimenti, per forza gli Shadow e i Dusk non vi obbediranno mai. Loro lo sentono, quando chi li evoca prova sentimenti negativi, come dubbio, esitazione e Vattelapesca. Loro sono come il vostro esercito, devono essere ispirati da chi li comanda. Hanno bisogno di un capo forte e sicuro che li controlli. Sono i vostri sentimenti che li comandano. Mostratevi forte ed impassibile e vedrete che non esiteranno un secondo ad assecondare ogni vostro ordine, Loghain! Non avete forse detto che siete disposto a tutto per il Ferelden? Dimostratelo. Pensate che ogni cosa che ordinerete agli Heartless e ai Nobodies  di fare sarà per garantire la pace e la stabilità nel Ferelden.-
Quelle parole fecero riflettere Loghain. Si osservò la mano, con aria seria. Un capo. Gli Heartless ed i Nobodies avevano bisogno di un capo. Lui era amato e temuto dal suo esercito, una leggenda per l’intero Ferelden. Chi meglio di lui poteva essere degno di comandare quelle creature?
-Cominciate a fare pratica, basandovi su ciò che sto per dirvi…-
Altre avvertenze. Di nuovo. Erano quasi l’ordine del giorno, da quando quel “Xigbar” era comparso nella sua tenda, ad Ostagar, per proporgli un patto.
-Sicuramente, chissà in quale parte del regno, sarà comparso un ragazzo.- avvertì, serio.
Ciò catturò l’attenzione di Loghain.
-Un ragazzo…?- domandò, quasi perplesso. I ragazzi non erano rari nel Ferelden; cosa aveva questo di speciale?
-Sì, costantemente accompagnato da un papero e un cane parlante.- spiegò Xigbar, con le braccia incrociate e con il tono e lo sguardo di chi sta descrivendo un insetto fastidioso -A vederlo non vale niente, ma detiene una spada dai poteri particolari, il Keyblade. Una spada a forma di chiave. Ecco, Loghain, quest’arma è in grado di far vanificare i tuoi sforzi per garantire la pace nel Ferelden. Può letteralmente eliminare sia gli Heartless che i Nobodies e addio a tutti i vostri bei piani per il regno! Ricordate il nostro accordo? Io ho fatto la mia parte, ora tocca a voi, Loghain!-
Una minaccia per il regno. Questo bastò a Loghain per prendere le dovute precauzioni.
-Fornitemi la sua descrizione.- disse.
Xigbar sorrise.
“Ha abboccato…” pensò.
 
Nel frattempo, a sud del Ferelden, Sora, Paperino, Pippo, Morrigan e Alistair stavano proseguendo il loro viaggio verso Lothering. In quelle ore che dividevano le Selve dal villaggio, Sora, Paperino e Pippo ebbero modo di spiegare più dettagliatamente a Morrigan sugli Heartless e i Nobodies.
-Quindi è come se queste creature… fossero dentro di noi?- sintetizzò la donna, interessata all’argomento.
Sora storse la bocca e mosse le mani come per dire “Così, così”.
-Sì… una specie.- rispose, non molto sicuro –Fanno parte di noi. Rappresentano il lato oscuro di noi stessi. Come ti ho spiegato, quando a una persona viene tolto il cuore, questo diventa un Heartless. E il corpo diventa un Nobody, un guscio vuoto.-
-E… a proposito delle persone che state cercando…? L’Organizzazione XIII, giusto?- riprese Morrigan –Avete detto che anche loro sono dei “Nobodies”, vero…?-
-Sì, con sembianze umane.- annuì il ragazzo –Quelli che sembra si siano distinti per la loro volontà o cose così. All’inizio pensavo volessero usarmi per tornare umani. Per metà era vero. Ma secondo quanto mi è stato rivelato, sembra che il loro vero capo, Master Xehanort voglia trasferire parte di sé in tutti gli altri dodici membri, per scatenare una guerra. Ed è per questo che siamo in viaggio per fermarli.- si voltò verso di lei –Morrigan, sei proprio sicura di non averli visti? Hanno un soprabito nero e occhi gialli, ciò che li accomuna a Master Xehanort.-
Morrigan apparve come offesa, fermandosi.
-Ehi, io ho gli occhi gialli!- tuonò –Ma non faccio parte di nessun gruppo!-
Sora fu come spiazzato.
-Scusa, non volevo offenderti…-
Una risatina fu la risposta.
-Sto scherzando.- disse Morrigan, riprendendo a camminare -Ad ogni modo, gli unici esseri estranei che ho visto nelle Selve, oltre ai Custodi Grigi e l’esercito, siete stati voi e le strane creature cui date la caccia.-
Paperino procedeva a braccia incrociate.
-Bah, siamo al punto di partenza…- borbottò –E Sora ha già spifferato la nostra missione ad un’estranea…-
Pippo cercò di calmarlo, con la sua diplomazia.
-Ehi, abbiamo bisogno di aiuto, no?- fece notare -E’ quello che facciamo sempre ogni volta che esploriamo un posto nuovo, no?-
-Anche tu hai ragione, di nuovo.-
Alistair era rimasto indietro. Non voleva prendere parte alla conversazione. Procedeva silenzioso, con lo sguardo basso e l’espressione triste. Il mondo si era chiuso intorno a lui. Qualcosa lo turbava.
Poi si fermò, avvertendo una forte fitta alla testa e dei mormorii.
Emise qualche lieve lamento.
Il resto del gruppo se ne accorse.
-Cos’hai?- disse Morrigan, sospirando –Non mi dire che ti stanno venendo le paranoie…-
Alistair scosse la testa, in segno di dissenso.
-No… sono vicini…- mormorò, aprendo un occhio.
In effetti, qualcuno stava arrivando: un cane. Era alto mezzo metro e aveva il manto chiaro.
Si fermò vicino al gruppo, precisamente di fronte a Sora.
Questi, Paperino, Pippo e Morrigan apparvero confusi.
-Ehi, e tu che ci fai qui…?- disse Sora, abbassandosi  e accarezzandogli la testa. Anche Pippo si avvicinò.
-Yuk!-
Morrigan si rivolse ancora ad Alistair, che continuava a tenersi la testa.
-E tu ci hai allarmati… per un mabari?- disse, delusa. Anche Paperino era del suo umore.
Il cane si era voltato dal lato opposto, e cominciò ad abbaiare.
-No…! Per loro!- avvertì il giovane, indicando in avanti –SONO QUI!-
Il resto del gruppo scoprì presto a cosa si riferiva: delle strane creature si stavano avvicinando a loro.
Avevano il volto mostruoso, come un orco, la pelle grigia, come fosse in putrefazione, denti aguzzi e occhi grandi, neri e minacciosi.
Alcuni erano alti come un uomo, altri erano bassi.
Uno di loro, probabilmente il capo, fissò il gruppo di cinque, e si passò il pollice sulla gola, il tipico segnale “Uccideteli!”
Sora, Paperino e Pippo furono inorriditi da tali creature: erano più ripugnanti dei cadaveri di Port Royal.
-C-chi sono questi…?!- balbettò Sora, indietreggiando, tremando, nonostante avesse sguainato il Keyblade.
-I Prole Oscura.- rispose Morrigan, senza pensarci due volte, con il suo bastone stretto tra le mani.
Paperino sentì le penne rizzarsi.
-Q-QUEI PROLE OSCURA?!- starnazzò, desiderando con tutto se stesso di andarsene da quel mondo e mandare a monte il piano di fermare Master Xehanort.
Alistair, senza indugi, sguainò la sua spada e il suo scudo e corse di fronte ai compagni.
-Esatto!- rispose, in posizione di combattimento –E se non ci difendiamo, questi ci uccidono e addio Ferelden!-
A Sora bastava la determinazione di un amico per trovare il coraggio. E se Alistair non aveva paura, così non doveva averla lui.
Infatti, si mise al suo fianco e assunse anche lui la posa da combattimento.
-E io ti aiuterò!- disse, sorridendo.
Anche il giovane ricambiò il sorriso.
-Grazie, mi sento già molto meglio!-
Sora ispirò anche Paperino e Pippo. Morrigan era pronta dal principio. Anche il cane ringhiò, piegandosi come se dovesse prepararsi per una corsa.
Erano una dozzina. Quattro erano arceri. Il capo brandiva un bastone come quello di Morrigan. Il resto avevano armi per un incontro ravvicinato.
Non sarebbe stato facile come con gli Heartless.
Sora se ne accorse da subito.
Lui ed Alistair incrociarono le spade con due Prole Oscura, della loro altezza. Pippo si mise a roteare, con il suo scudo e il cane si avventò contro un Prole Oscura piccolo.
-Tu, strano papero!- esclamò Morrigan a Paperino, agitando le braccia al vento –Concentriamoci sugli arceri!-
Paperino era confuso.
-Non capisco…-
-FAI QUELLO CHE TI DICO!-
Lei era l’abitante di quel mondo; per forza sapeva cosa fare. Lui era solo un “ospite” e doveva adeguarsi.
Ancora perplesso, scagliò dei Thundaga contro i Prole Oscura arcieri, affiancato da Morrigan.
Uno di essi, però, era riuscito a scoccare una freccia, contro Sora.
Lui era impegnato contro altri due Prole Oscura per accorgersene e Pippo era troppo lontano per difenderlo.
Ma notò una strana ombra avvolgerlo.
-Attento, Sora!-
Alistair gli aveva fatto da scudo, parando la freccia con il proprio scudo. L’arciere fu eliminato grazie ad una combinazione di fulmine e fiamme da parte dei due maghi.
-Grazie!- ringraziò il ragazzo, spingendo la spada della creatura, che fu poi attaccata dal cane, scagliandosi contro la giugulare.
Alistair, poi, si avventò contro quello che sembrava il capo, mentre gli altri pensavano ai Prole Oscura rimanenti. Dal bastone che portava, sembrava un mago. Non fu difficile sconfiggerlo: bastò una rapida deviazione e un affondo diretto al petto.
Nemici eliminati. Sora tirò un sospiro di sollievo: era ancora vivo. Ma la visione di quei… Prole Oscura, lo aveva scosso molto.
La testa di uno di loro, infatti, probabilmente decapitata da Alistair, rotolò fino ai suoi piedi.
Sora, Paperino e Pippo facevano a gara a chi aveva lo sguardo più disgustato e impaurito insieme.
Non avevano mai visto creature simili: nemmeno gli Heartless facevano così paura.
-Lo so, è sempre questa l’espressione quando abbiamo il primo faccia a faccia con i Prole Oscura…- spiegò Alistair, con una punta di ironia –E la cosa peggiore è che non ci abituiamo mai… almeno nel mio caso.-
-A me non fa alcuna differenza.- aggiunse Morrigan, facendo spallucce, con le braccia incrociate.
-Per forza, tu li vedevi ogni giorno. Ad ogni modo, voi tre state bene? Mica siete feriti?-
Sora, Paperino e Pippo si osservarono. Erano completamente illesi. Solo un po’ spaventati per via dei nuovi nemici.
-No, siamo a posto.- disse il ragazzo.
-Ehi, non sarebbe nemmeno la prima volta che subiamo ferite!- ribatté, offeso, Paperino; poi, continuò, con aria strafottente –Ma in quei casi, ci sono io che lancio l’incantesimo di cura. Quindi, come puoi vedere, siamo a posto.-
Ma Alistair non ne era convinto, e nemmeno Morrigan.
-Ecco, è proprio di questo che parlavo. Avrei dovuto avvertirvi prima…- disse il giovane, infatti, grattandosi la nuca e mordendosi il labbro inferiore –Le ferite provocate da un’arma di un Prole Oscura non sono come le ferite di un’arma qualsiasi… ecco, ehm…-
Voleva dire qualcosa, ma qualcosa lo stava trattenendo. Guardava nevroticamente in ogni direzione. Magari stava solo cercando un modo per spiegarlo senza sconvolgere i tre forestieri.
La maga sospirò ringhiando, facendo un passo avanti.
-…se un Prole Oscura vi ferisce, diventate corrotti.- tagliò corto, passando subito al punto.
Alistair fece un verso di disapprovazione e delusione insieme.
-Ecco, io stavo appunto cercando un modo per spiegarlo senza per forza dire QUESTO…!-
-Sei negato per le spiegazioni, Alistair. Fosse dipeso da te, domani eravamo ancora qui.- ribatté lei, schietta e brusca.
Quella parola, “corrotti”, fece allarmare il trio.
-“Corrotti”? In che senso?- fece Sora, impallidendo.
Ormai la frittata era fatta. Alistair si fece avanti, cercando di essere il più oggettivo possibile.
-Come ha spiegato Morrigan…- spiegò, serio e dispiaciuto –Se una persona comune viene colpita da un Prole Oscura, se non muore sul colpo, riceve quello che chiamiamo la “corruzione”. Praticamente diviene servo della Prole Oscura, tecnicamente un ghoul, un essere a metà normale e metà Prole Oscura. La sua pelle diventa scura e quasi putrefatta, come quella dei morti, e i loro occhi perdono il lume. Ma la cosa più importante è che senti una strana musica nella testa che non se ne va più. Ti chiedono di porre fine alla loro vita. Ne abbiamo incontrati molti, di ghoul, che ci hanno implorato di ucciderli. Se qualcuno non li uccide, moriranno di una morte lenta e dolorosa. Praticamente, se diventi ghoul, sei già morto. Non auguro a nessuno questo fato…-
Sora, Paperino e Pippo erano sempre più pallidi.
-Ma state tranquilli…- assicurò Morrigan, divertita dalle loro reazioni –Siete completamente illesi. Non avete nemmeno un graffio.-
Tirarono tutti e tre un sospiro di sollievo: almeno una buona notizia.
-E non c’è modo di essere curati, da questa “corruzione”?- domandò Pippo.
-L’unica cura è diventare Custodi Grigi, come me.- spiegò di nuovo Alistair –Ed è un rito molto complicato da spiegare, quindi vedrò di spiegarlo il più breve possibile: praticamente bevi il sangue dei Prole Oscura.-
Una notizia da far venire il voltastomaco e la nausea.
-E’ disgustoso…- commentò Sora e Paperino era del suo stesso parere. Infatti, fece un verso di paura. Anche Pippo divenne, di nuovo, di tutti i colori.
-Lo so, lo pensavo e lo penso tutt’ora.- rivelò il giovane, con un sottile sarcasmo –Ma c’è una cosa positiva: se un Prole Oscura mi colpisce, non rischio di diventare un ghoul, e, cosa più importante, riesco a percepire la loro presenza. Quindi, se si avvicinano, io vi avvertirò in tempo e non rischieremo un’imboscata improvvisa. Come adesso, non percepisco niente. Quindi siamo al sicuro.-
Un’altra buona notizia.
-Beh, sembra molto utile.- fu il commento di Sora.
Il cane inclinò la testa, quasi uggiolando.
Attirò l’attenzione dei presenti.
Sora si chinò a sua altezza.
-Quei Prole Oscura brutti e cattivi non ti hanno fatto niente, vero bello?- chiese, dolcemente.
Alistair si mise una mano sotto il mento, come se stesse pensando.
-Ehi, mi ricordo di questo mabari!- rivelò, illuminandosi –Era di uno delle nuove reclute! Lo avevamo messo in un recinto perché aveva ingerito sangue di Prole Oscura. Credevamo sarebbe morto, ma sembra essersi ripreso. Mi sorprende che ci abbia raggiunto fin qui. Forse ha riconosciuto il mio odore, chissà.-
-Ti avrà scambiato per un suo pari…- mormorò Morrigan, sarcastica.
-Che cos’è un mabari?- domandò, curioso, Paperino.
-Una razza di cane molto evoluta.- spiegò Alistair –Scelti da Andraste stessa per essere cani da combattimento, ma sono altrettanto intelligenti e hanno la stessa memoria di un esattore delle tasse.-
Un altro nome ignoto per i tre forestieri.
-Andraste…?- domandò Sora, confuso.
Ciò quasi sconvolse Alistair.
-Sì, Andraste! Sapete, la…!- si interruppe subito -Ah, lasciamo perdere! Dimenticavo che non siete di queste parti…-
Tornarono sul cane.
-In effetti, è stato di grande aiuto contro i Prole Oscura.- notò Sora –In più lo conosci, Alistair. E sembra intenzionato ad aiutarci. Possiamo tenerlo?-
Il mabari abbaiò, contento.
Morrigan non sembrava convinta.
-Stiamo davvero considerando di portare un cane con noi?!- protestò, infatti, acida –Già dobbiamo occuparci di Alistair! In più abbiamo già un cane! Non ci serve un’altra bestia rognosa!-
Il giovane non diede peso alle parole su di lui, preoccupandosi, piuttosto, di quelle rivolte al mabari.
-Non è rognoso!- lo difese, infatti.
-E poi, guarda, sembra che abbia fatto una buona impressione su Pippo…-
In effetti, Sora non diceva il falso: Pippo si era avvicinato al mabari per farsi annusare, ma poi questi gli aveva rivolto il ventre.
-Yuk! Guardate! Gli piaccio!- disse, infatti, ridendo.
Sora, sciogliendosi a quella scena, osservò di nuovo Morrigan.
-Ti prego, Morrigan…- supplicò, facendo gli occhi dolci.
La maga sospirò.
-E va bene.- decise -A patto che se ne occupi Alistair.-
Alistair arretrò.
-Cosa…?- fece, infatti –Oh, no, io so a malapena badare a me stesso. E poi perché io?-
-L’hai detto tu stesso di conoscerlo e che forse ti ha riconosciuto dal suo odore. Quindi, che tu lo voglia o no, ha già instaurato un legame con te, e lo devi accudire. E poi magari ti aiuterà a diventare più maturo.-
-Grazie tante, Morrigan… non ricordo nemmeno il suo nome.-
-E se lo chiamassimo solo “cucciolo”?- propose Sora.
La proposta non allettò Alistair, Morrigan e Paperino, che si voltarono verso di lui, perplessi.
-Non ti sei sforzato con la fantasia, ragazzino…- commentò, acida, la maga.
Sora ridacchiò, imbarazzato.
-Io lo trovo adorabile!- disse Pippo, continuando a giocare con il mabari; si rivolse a lui –Tu che dici?-
Il mabari inclinò di nuovo la testa.
-Beh, allora è deciso. Ti chiameremo tutti “cucciolo”.- decise Pippo, gongolando.
Un abbaio fu la risposta, non chiaro se di approvazione o il contrario.
-Ora possiamo riprendere la marcia per Lothering?- riprese Morrigan, dopo l’ennesimo sospiro –Se lor signori permettono, si sta facendo buio. Dobbiamo trovare un posto per la notte.-
-Sì, sono d’accordo.- approvò il giovane –Andiamo, bello!- ordinò al mabari.
Ora erano in sei. Sei contro l’intero esercito di Prole Oscura.
 
   
 
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