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Autore: Selva oscura    05/01/2019    0 recensioni
Titolo rigorosamente scippato dal libro alle fonti del Nilo, ma visto che la storia si svolge nella mia bellissima città Roma, mi è sembrato giusto citare nel titolo il fiume Tevere.
Tratto dalla storia:
"Guardò la bella sorella che ora la fissava dal ritratto, con un dito sfiorò i lineamenti che le erano appartenuti ". Non ricordava nemmeno il viso del padre del quale la sua famiglia non parlava mai.
Una giovane donna appena uscita dal convento.
Un giovane uomo che si divide tra una madre despota e un'amante asfissiante.
Cosa avranno in comune loro due? Leggetelo per scoprirlo
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Sango, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Kagura/Sesshoumaru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il gioco dei colori

Ayame sospirò per l'ennesima volta guardando di sottecchi la sua signorina, quella mattina si era svegliata con un inquitudine nell'anima che sembrava non volerla lasciare. 
<< Sei sicura che verrà? >> chiese sollevando una ciocca di capelli corvini appuntandoli in cima alla testa della ragazza.
<< Certo. Perchè non dovrebbe? >> rispose Kagome cercando di infondere nella voce molta più sicurezza di quanta ne provasse.
<< Ma quasi non lo conosci... >> cercò di controbattere la rossa fissandola dubbiosa per la prima volta, ricordò di come era stata felice di vederla tornare a casa sana e salva e lo era stata ancor di più quando l'amica le aveva raccontato il suo incontro con quel ragazzo, che a suo dire era l'uomo più bello che avesse mai visto.
<< Veramente non lo conosco affatto! So solo che è un uomo gentile, e che mi ha assicurato che se fosse stato invitato sarebbe venuto. Tutto qui! >> spiegò la mora arrossendo.
<< Mmmmm... è un vero peccato che tu non possa portare i capelli sciolti. >> disse cambiando discorso rapidamente, osservando l'effetto dei scuri capelli in contrasto con la pelle bianca.
<< Oh, per piacere! Credi forse che abbia undici anni? E poi la zia non lo permetterebbe mai! Basta guardare il vestito che mi ha scelto! >> rispose indignata incrociando le braccia. Non riusciva ancora a crederci, gli zii non le avevano dato nemmeno il permesso di scegliersi l'abito e lei voleva indossarne uno privo di colletto e fronzoli raccapriccianti.
" Non che credesse di poter affascinare il Signor Inuyasha, con un vestito o con i capelli sciolti. Era perfettamente consapevole delle proprie attrattive, però sperava almeno di potersi presentare come una signorina perbene non come una che saltava dalle carrozze in movimento. " pensò torturandosi le labbra con i denti canditi.
<< E' veramente tanto bello? >> chiese Ayame rinunciando ad occuparsi dell'acconciatura.
<< Terribilmente... >> rispose sospirando la ragazza << Ha gli occhi d'un colore così inusuale, sono dorati come il sole d'agosto. E la bocca è... >> Kagome s'interruppe di botto guardando l'amica nelle iridi verdi, stava per dire che avrebbe voluto baciare il Signor Inuyasha, ma lei non sapeva nemmeno cos'era un bacio.
<< Lascia stare Ayame! Che venga o no, ora devi finirmi di acconciare i capelli. Santo cielo il ricevimento è solo tra cinque ore! >> affermò ridendo nervosamente.


<< Io proprio non ti capisco Inuyasha! Spiegami per quale assurdo motivo insisti per andare a trovare questi Shikon? Hai dei debiti verso di loro per caso e io non ne sono a conoscenza? >> esplose Koga in mezzo alla strada semi deserta.
<< Io non faccio alcun debito, se non sono padrone di me stesso! >> rispose Inuyasha lanciandogli un'occhiataccia gelida.
<< Il che non capita di frequente, ultimamente! >> rimarcò Koga guardandolo seriamente. << Svuota il sacco Inu, sai questa tua improvvisa voglia di andare da quelli, ha un che di sospetto. >>
<< Ma no! Che vai a pensare! Ascolta vedila in questo modo, noi due, si proprio noi due e non fare quella faccia scema. Stiamo... diciamo che stiamo per fare una buona azione! >> rispose il ragazzo sorridendo, spiegando per filo e per segno di come aveva conosciuto la Signorina Hirai.
<< Ho capito! >> disse l'amico al termine del racconto, anche se sinceramente non aveva capito un granchè. << Sei sicuro che la ragazza non ti piaccia? >>
<< E' graziosa, più che altro è divertente. Anche se non nel modo in cui immagini. >> rispose il ragazzo tranquillo.
<< Insomma è una brava ragazza. >> il tono quasi schifato dell'amico gli diede un immediato senso di fastidio, che lo avrebbe preso a pugni.
<< Si è una brava ragazza, ma sfortunata. Vedrai la troverai adorabile e poi non fa mai male ad entrare nelle grazie di Sota Shikon. >> 

" Che Diamine era successo? " pensò Miroku girando nell'ampio salone quasi vuoto al ricevimento si era presentato solo  un gruppetto di uomini di mezz'età, indubbiamente soci d'affari di Sota  Shikon. Il giovane dubitava fortemente che una ragazza come la piccola Kagome avrebbe trovato qualcuno d'interessante, in poche semplici parole avrebbe definito quel ricevimento un totale fallimento.
Il suo sguardo si fermò ad osservare la ragazzina, la trovò apatica e gli occhietti da folletto spenti in una muta espressione di delusione. Accendendo un sigaro si avvicinò a Kagome, incurante degli sguardi ammonitrici delle tre donne sedute.
<< Signorina siete un vero incanto quest'oggi. >> le sussurrò ammiccando sperando di far rinascere il suo sorriso ormai spento, la ragazza annuì alzando lo sguardo sul caro amico di famiglia. Miroku provò l'ennesima stretta al cuore, gli occhi cioccolato di lei scintillavano lacrime represse, si allontanò lentamente domandandosi per l'ennesima volta che diavolo era successo.
Con passo sicuro si diresse dalla donna che amava più di ogni altra cosa, e che venerava.
<< Kaede spiegami! >> era cosciente che poteva sembrare brusca la sua voce, ma moriva dalla voglia di prendere a pugni qualcosa.
<< Mio fratello ha spedito gli inviti a tutta l'alta borghesia romana, ma a parte loro non è venuto nessuno. >> rispose semplicemente la donna che guardava fissa le sue mani guantate. Non osava guardare la sua bambina in viso, non voleva assolutamente vedere il suo sguardo speranzoso e gioioso tramutarsi. Si stava comportando da vigliacca.
Miroku dall'altro canto stava pensando che per quanto era potente la sua carica non poteva costringere quell'ammasso di nobili a presenziare al ricevimento con la forza. Era ormai sicuro che era stato un gesto di comune accordo a snobbare il ricco banchiere e di ricordare di stare al suo posto, ma erano sempre gli stessi a correre da Sota quando si trovavano nei guai finaziariamente e supplicarlo. Perso nei suoi ragionamenti a malapena si accorse dei due giovani che stavano facendo la loro entrata.

" Eccola lì ! Circondata da quelle che sembrano le sue zie. " pensò Inuyasha guardando la ragazza che le sembrava più piccola e fragile di quanto lui si ricordasse.
<< Benvenuti Signori! Benvenuti a casa Shikon! >> esordì Sota in un tono fin troppo allegro e forzato, non aveva idea chi fossero i due ragazzi, ma era troppo sorpreso per indagare oltre.
Koga ed Inuyasha si scambiarono un occhiata eloquente infondo erano consapevoli fin dall'inizio che non vi avrebbero trovato nessuno delle loro conoscenze in quella casa.
<< Vi ringrazio Signore a nome mio e quello del mio amico del vostro invito. Io sono Inuyasha no Taisho, avete avuto con mio padre molte relazioni d'affari. >> disse il ragazzo stringendo la mano all'uomo.
<< Ma certo!! >> trillò Sota battendosi una mano sulla fronte, facendo girare i presenti. Miroku osservò molto bene i due nuovi arrivati, certo li conosceva: degli alza sottane di prima categoria. Ma infondo erano innocui.
<< Voi siete il figlio di Inu no Taisho, era un grande uomo ed un avvocato d'inestimabile fama. Come sta? >> l'animo dell'uomo gioiva, il figlio dell'uomo che era stato quasi come un fratello per lui, era presente per sua nipote.
<< Mi duole informarvi che mio padre non è più in vita. >> rispose il ragazzo tristemente.
<< Mi spiace. Ma venite a salutare mia nipote Kagome, da quanto so vi siete già conosciuti! >> disse sorridendo spingendo i due giovani ragazzi verso di lei ringraziando mentalmente i Kami per aver inviato quei due da lui.
<< Perdonate il ritardo Signorina Hirai, sa uno stupido contrattempo... >> esordì Inuyasha teatralmente esibendo un inchino aggraziato. Per tutta risposta lei lo guardò sussurando un grazie e fuggì lontano dal suo sguardo. 
Nel petto del ragazzo si agitarono diverse emozioni, la più forte ad emergere era sopratutto rabbia verso coloro che avevano così apertamente snobbato il padrone di casa, un ammasso di gentaglia corrotta e altezzosa.
" Che gente stupida!! Potevano anche partecipare ad un innocuo ricevimento, credevano davvero che i Shikon li avrebbero costretti a sposare la nipote? Povera ragazza..." pensò Inuyasha vedendola sparire seguita da una ragazza dai capelli color del fuoco. Si congedò garbatamente e intraprese la strada di casa, ma non aveva alcuna voglia di tornare in quell'ambiente freddo ed austero così prese la decisione di fare una lunga passeggiata immerso a pensare a Kagome, ad immagginare quale dolorosa delusione avesse provato. Sospirò e si accorse che le sue gambe lo avevano portato davanti l'abitazione della sua amante, scorse la figura elegante di lei tra le persiane socchiuse. Si allontanò scuotendo la testa infondo nemmeno lui era molto diverso dalla Signorina Hirai, soffriva pure lui anche se in un modo diverso. 
" Io Inuyasha no Taisho il più grande fanfarone e donnaiolo di Roma, mi sto preoccupando dell'infelicità di un altra persona? " si domandò tra lo stupore e lo sconforto. Tornò indietro sui suoi passi prendendo una decisione che se ci avesse riflettuto un poco di più, avrebbe sicuramente cambiato idea dandosi dell'idiota.


Sota bussò pianissimo alla porta della nipote, quasi temendo di spaventarla. Un semplice "avanti" lo spinse ad aprire la porta lentamente quasi certo che avrebbe trovato la stanza buia e la ragazza nel letto, invece la trovò sveglia e davanti la specchiera intenta a pettinarsi la lunga chioma, la stanza era innondata di luce.
<< Buon giorno piccola. Credevo che fossi al buio! >> esordi schietto l'uomo.
<< Non mi piace il buio, è nero. >> rispose Kagome sorridendo allo zio. << E' il gioco dei colori. Il nero è infido e malvagio, il bianco è la luce che brucia il nero che è dentro le persone. >> spiegò la ragazza guardando l'espressione esterefatta dello zio.
<< E l'arancio? >> chiese Sota sorridendo incuriosito da quello strano gioco.
<< L' arancio è il colore della felicità!! >> rispose Kagome illumminandosi come la luce che innondava la stanza.


Spazio autrice:
Ciaoooo a tutti e buon anno!!!! Eccomi di nuovo ad aggiornare un bel po di storie è passato quasi un anno dall'ultima volta che ho scritto. Un anno molto impegnativo caspiterina. Sono felicissima di aver avuto un po di tempo per ricominciare a scrivere un abbraccio a tutti e un bacione forte.
 
   
 
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