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Autore: Seira Katsuto    06/01/2019    0 recensioni
Sono una persona che fa pensieri strani e senza senso anche nei momenti meno appropriati, solitamente tengo per me tutte le cazzate che il mio cervello spara, ma essendo che mi sono rotta di parlare da sola ho voluto fare questa specie di diario in cui scriverò ciò che voglio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Scritto il 31/12/2018

Che cosa sto aspettando?

Non lo so più nemmeno io.

Ogni volta aspetto, aspetto sempre.

Mi aspetto che qualcuno arrivi, ma non viene mai nessuno.

Non importa se io pianga o meno intanto non c'è nessuno che mi possa vedere, quindi se nessuno vede il mio dolore perché dovrebbe arrivare?

Perché qualcuno dovrebbe provare a mettersi nei miei panni?

Sono stanca, sono davvero stanca.

Ogni anno succede sempre qualcosa, questa è la vita, ma sono davvero stanca.

Una volta è perché dei tizi decidono che possono percularmi sei ore su sei a scuola senza conseguenze, poi c'è la mia famiglia che non capisce nemmeno che sia ovvio che ci si voglia bene a vicenda, poi c'è quell'altra tizia che se la prende con me perché non la cago abbastanza.

Inoltre quando provo a reagire va comunque peggio.

I bulletti del cazzo? Quando li ho denunciati tutta la classe ha incominciato a dire "guarda che ora non siamo più 3 contro 1, ma 24 contro 1".

Inoltre, indovinate, uno di loro sapete che scenetta ha fatto? è andato a scrivere DEPRESSO sul gruppo di classe che data la denuncia sarebbe dovuto tornare nel suo paese.

E da qui ancora "hai esagerato" o "potevi resistere fino a fine anno".

Potevi resistere fino a fine anno.

Ma cosa cazzo devo sentire??? Che poi NESSUNO ha mai avuto le palle di venire a scusarsi con me dopo che OVVIAMENTE il tipo non si è mai trasferito in culandia e invece ha continuato a girare felicemente nella scuola.

Come se niente fosse.

Sapete cosa non mi va giù? Perché voi direte che "è normale facciano così, è la vita". No.

Se fai uno sbaglio ti scusi, come minimo.

Almeno questo mi ha insegnato mia madre, ma forse le persone non hanno più le palle di affrontare chiaramente le situazioni, di ammettere i propri sbagli quando sono evidenti, tutti fanno finta che nulla sia successo, come se non avessero mai fatto soffrire una persona.

Come se "intanto ormai è finita".

Non è mai finita. Se davvero volessero farlo, se davvero fossero pentiti come dicono, sarebbe i primi a venire da me, dopo tutte le parole che mi hanno tirato non sarà di certo una singola ad ucciderli.

Per non parlare di quell'amica che viene da me a dirmi "hai fatto bene a denunciare" e il secondo dopo ci ripensa (vedendo tutta la classe andarmi contro) e dirmi che "forse avevano ragione loro ed io ero nociva per la sua popolarità".

Perché devo avere a che fare io con certa gente? Probabilmente per questo mi sono chiusa sempre di più ed ho incominciato ad avere problemi seri nel relazionarmi.

Al solo pensiero mi incazzo se davvero è colpa di quell'esperienza se sono messa così male e faccia così tanta fatica ad uscirne, mi piglierei a ceffoni da sola.

Oppure parliamo di quando io mi sono andata a CONFIDARE con i miei presunti amici della mia cotta.

Il caos totale. La povera piccola Seira è troppo piccola per capire certe cose, troppo piccola per pensare con la sua testa, come si fa ad innamorare di uno così? Cioè è proprio ceca.

In tutta la mia fottutissima vita, anche prima di conoscere il russo ed innamorarmi, non mi sono mai, e ripeto mai, permessa di criticare il prossimo senza avere basi fondamentali su cui basarmi, senza conoscerlo.

Cos'ha fatto lui quindi? VOGLIO CAPIRLO. Non ho mai detto niente di brutto su di lui, non ho mai detto che lui mi abbia fatto soffrire, non ho detto nulla, nemmeno una parola.

Quindi perché? Dove ho sbagliato? Non mi aspetto che capiate il perché mi piaccia, ma davvero perché dovrebbe essere così sbagliato? Perché dovreste voi volermi imporre chi è meglio per me e chi no? Come potete anche solo pensare di avere il diritto di decidere una cosa simile? Ma chi credete che io sia?

È perché vi ostinate a credere che sia piccola? O solo perché sono una ragazza e quindi devo essere difesa dai grandi uomini? 

Ma prima di parlare pensate mai al fatto che il vostro interlocutore possa avere dei sentimenti?

Vi sta sul cazzo? Perché cazzo dovete per forza sparlarne DAVANTI A ME.

Giuro che preferisco quando lo fate in faccia a lui, almeno ha un senso quello che dite e lui può rispondere come si sente di fare.

Lo trovate così divertente? Sfotterlo davanti a me quando non c'è? E voi dovreste essere miei amici?

Mi sono stancata davvero questa volta.

Sapete quanto faccia fatica a restare me stessa ogni giorno? Mi ripeto sempre di non farmi influenzare da pregiudizi, di dare sempre una possibilità al prossimo, di fregarmene se a qualcuno sto sul cazzo a pelle e di comunque provare ad andarci d'accordo.

Però ogni volta, ogni singola volta, finisce così.

Tutti a dire che "la vita è una merda", quando siete i primi che quando vedete qualcuno di felice dovete calpestarlo e cercare di dirgli qualunque cosa pur di fargli pensare come voi che "la vita fa proprio schifo".

Sono stanca di avere intorno tutti depressi, sono stanca di non potermi mostrare felice perché se no "eh ma è normale che noi siamo tristi, un giorno capirai anche tu", non è quello il problema.

È normale che accadono cose davvero deprimenti nella vita, anzi credere che io abbia la vita perfetta è di per sé un insulto, però non puoi esserlo 365 giorni l'anno.

Perché se tu sei il primo a non voler minimamente cercare di essere felice, se sei il primo a dover fare il depresso e piangerti addosso, ad arrenderti e basta non sei altro che un codardo.

Ci credo che per questo non si riesca ad accettare il fatto che una persona può essere felice anche per un'amore non corrisposto.

Mi sarei dovuta deprimere, perché è così che tutti fanno.

Come potrei mai essere felice se non ricambia il mio grande amore? No, impossibile.

Se vi arrendete così semplicemente alla vita, se in ogni cosa dovete trovare quella più triste piuttosto che cercare quella bella non è un mio problema.

Se davvero volete vivere così fatelo. Io sono solo una stupida ragazzina che non ha ancora scoperto il vero dolore, per questo parlo così, per questo non vi capisco ancora.

Pensatela pure così, ma se per questo vi sentite in diritto di criticare la mia felicità e di prendermi per il culo, allora quella è la porta.

Mi sono stancata di essere trattata sempre come quella che non capisce un cazzo solo perché non esterna ogni singola ora della sua esistenza la sua tristezza.

Io voglio essere felice. Lo voglio ed è per questo che cerco di divertirmi più che deprimermi.

E soprattutto quando qualcuno se la prende con ciò che mi rende felice mi incazzo.

Anche se sono triste mi tiro su e cerco di essere felice, di fare altro e non pensare a qualunque cosa brutta sia successa, sono consapevole del fatto che ogni cosa triste poi passa, per questo ho sempre fiducia nel futuro (per quanto nero possa sembrare).

L'unica e sola persona che abbia mai avuto le palle di venire da me e dirmi quello che pensa, l'unica persona che anche se piangevo mi ha detto chiaramente la realtà dei fatti, per quanto dura potesse essere (quella fottuta verità che tutti cercano di evitare e di lasciar intendere senza mai avere il coraggio di dirmela faccia) per poi cercare comunque di tranquillizzarmi, l'unica fottuta persona che sia riuscita a rendermi un minimo più felice e fiduciosa devo vederla criticata così.

E perché? Perché mi piace? Perché non mostra i suoi sentimenti, non vuole far capire se tiene o meno agli altri? Perché ha le sue idee personali su un cazzo di videogioco? Dovrebbe essere il bel principino dolce e carino? Solo perché non è quell'"uomo perfetto" che si trova nelle favole, solo perché io ho voluto confidarmi, solo perché dovete per forza dirmi sempre che io sono troppo stupida per poter di pensare da sola, solo perché dovete per forza decidere VOI cosa è meglio per me, solo perché non volete nemmeno provare ad avere un minimo di rispetto nei miei confronti (ahimé son troppo piccola e immatura), solo per questo dovrebbe far così schifo da meritarsi battute su battute?

Poi venite da ME a dirmi che "io difendo il mio ragazzo ahahah", non avete mai pensato che forse non è quello a farmi incazzare? Forse è perché per forza dovete dire che lo difendo perché mi piace.

Cioè chiariamoci: non è che se lo dico significa che sono una cazzo di mongoplettica non capace di avere un'opinione propria su una persona.

Io sono venuta da voi confidandovi una cosa personale che mi ha reso felice, pensate ve l'abbia detta per farmi trattare da idoita? Grazie per la fiducia ricambiata.

Ma che vi aspettate che dica, cosa pretendete che significhi "affrontare la situazione"? Dovrei dire che "avete ragione, lui è una merda, mi ha rifiutato ed è single, com'è possibile" oppure pensate che dovrei stare zitta mentre insultate qualcuno a cui tengo.

Ma una diciassettenne dovrebbe spiegare cos'è il rispetto ad uno che ormai ha trent'anni? Questo sarebbe "affrontare la situazione"? È ovvio che qualunque cosa dica non cambierai opinione! Perché intanto potrai sempre uscire la scusa del cazzo "eh ma sei tu immatura e basta".

Mai pensato che forse è proprio per questo che ritengo inutile parlarne? Perché per avere ragione dovete sminuire il mio pensiero come se avessi due anni? Che senso a parlare con gente che reagisce in questo modo?

Perché cazzo dovrei sprecare il mio fiato per parlare con qualcuno che vuole avere per forza ragione. Che quando non ha più argomentazioni se ne esce con frasi come "eh che carina difende il suo ragazzo"?

Non ho più l'energia di una volta. Non ho più voglia di parlare con chi non gliene frega un cazzo nè di me nè di ascoltarmi, di cui non pensa un secondo a cosa potrei provare, di qualcuno che PER AVERE RAGIONE è disposto a calpestarmi senza pietà.

Non me ne faccio niente di "amici" così.

Mi sono stancata di piangere per questo, è passato un anno, ho provato a far finta di nulla, a lasciar perdere che abbiate per forza dei problemi con lui, ma nel momento in cui avete presupposto ancora una volta che le mie ragioni per cui lo difendessi fossero dovute dal semplice amore mi sono rotta.

Non lo accetto più.

Ma sapete che mi incazzerei anche a sentir sparlare su mi love? A sentire gente che critica il modo di giocare costantemente di qualcuno quando:

1) non è manco poi così vero.

2) è palesemente detto tanto per dir qualcosa di male su di lui.

3) Davvero un tale putiferio per un gioco?

Cristiddio se secondo voi fa schifo al cazzo NON GIOCATECI ASSIEME.

L'ho ripetuto fino all'esaurimento nervoso che se vi sta tanto sul cazzo fino a quel punto basta dirlo e glielo posso benissimo dire (se manco avete il coraggio), al massimo passerò del tempo con lui separatamente da quando sto con voi.

E prima che pensiate a qualche stronzata come "ma sei tu che vuoi sempre che giochi", io ho visto benissimo che proprio dopo la discussione che abbiamo avuto vi siete messi a giocare con lui SENZA DI ME.

Ma come? Non ero io il problema? Eravate tutti pronti a dirgli in faccia tutto eppure ci giocate insieme? "ma io non voglio mica perdere", se non volete perdere e lo ritenete così scarso com'è che non lo cacciate? Oppure se viene a chiedere chi gioca non riuscite a dirgli nulla? Oppure forse forse tutte le cazzate che sparate le dite solo tanto per rompere il cazzo? Mah, qui sento un po' puzza di ciò che è comunemente chiamata ipocrisia.

A questo punto direi però che il rapporto di amicizia si è già crepato, perché nel momento in cui questo è ciò che ricevo il mio pensiero è automaticamente: Ma se mai dovesse realmente succedere qualcosa, con chi ne potrei parlare? Chi è che ci sarebbe per me? Chi è che ascolterebbe le mie lacrime?

E no, non pensate cose come "che ti aspetti, te lo meritavi", perché io parlo di tutto.

Mr x, la mia famiglia, la scuola, tutti gli scogli che potrei incontrare nella vita: perché ne dovrei parlare con qualcuno che non riesce nemmeno ad accettare e rispettare le cose che mi rendono felice?

Perché ne dovrei parlare con qualcuno che sembra che stia aspettando che soffra solo per ridermi in faccia e dirmi "te l'avevo detto".

Me lo sono incominciata a chiedere esattamente un anno fa.

Mia madre si era depressa talmente tanto da urlami ogni giorno contro che nessuno le voleva bene, che non facevo mai un cazzo per lei, che era sola, aveva chiamato pure gli assistenti sociali dicendo che non era più competente a fare da genitore.

La situazione era davvero stressante, eppure pian piano notai dei cambiamenti nel mio modo di confidarmi, infatti allora ne avevo parlato un po' anche con qualcuno.

Ho iniziato a chiedermi se avessi mai parlato prima di allora dei miei a qualcuno, di com'è davvero la mia situazione familiare, che non è mai stata totalmente rosa e fiori.

Così in quel frangente ne parlai un po', eppure qualcos'altro cambiò nei mesi successivi.

La situazione si era un po' calmata, ma cominciai ad avere problemi con una tipa del gruppo del russo a scuola, che credeva che stessi con loro solo per lui e così aveva incominciato a trattarmi di merda cercando di coinvolgere pure gli altri del gruppo.

Alla fine tutto si è sistemato in un modo o nell'altro, io la chiamerei un problema di incomprensione reciproca anche dovuto al mio comportamento fin troppo chiuso.

Ma fu proprio allora che mi sono accorta di non poterne parlare con nessuno, mr x non aveva fatto nulla di che, eppure ero così certa che se ne avessi parlato con qualcuno poi l'avrebbero usata come scusa per avercela ancora di più con lui.

Caddi in depressione come mai prima d'ora.

Perché avevo perso fiducia nei miei amici che conoscevo da anni, perché pensavo che avrebbero preferito avere più informazioni per criticare lui piuttosto di cercare di starmi vicino e perché probabilmente avrebbero reagito davvero così.

Ho sofferto perché l'amore che provavo era troppo nuovo per reggere quella situazione con lui e ragionare con fermezza.

Ho sofferto perché le persone con cui mi sono confidata per anni non c'erano più.

Ho sofferto perché mi sono accorta che la verità è che non avevo nessuno.

Così tutto penso sia iniziare a cambiare davvero.

Proprio in quel periodo, dopo quei mesi di depressione, verso la fine della scuola, mia madre mi ha detto che aveva scritto il suo testamento (che aveva fatto appunto in gennaio).

Ma non è una questione democratica come potrebbe essere per altre famiglie che potrebbero viverla senza pensare seriamente che potrebbero schiattare a breve, almeno non per quanto riguarda lei.

Avete idea di quante volte ripete di voler morire?

O sul fatto che dice sempre che non vivrà a lungo.

Che noi non la aiutiamo mai, che non le vogliamo bene e che è stanca di tutto.

Allora parliamo di Luglio scorso, quando ha avuto l'incidente alla tibia, quello che ho pensato in quel momento, davanti a mia madre che dopo essersi rimessa nella sedia cerca di alzarsi e crolla nel pavimento, mio fratello e un tizio che cercano di metterla sul divano, per poi vedere il piede gonfissimo, storto e viola.

Qualcuno ha la minima idea di quello che abbia pensato quel giorno e i giorni successivi?

Ciò di cui parlo è: perché nessuno lo sa? Perché non ne ho parlato con nessuno?

Quando è successo, il tempo sembrava infinito, avrei voluto che qualcuno mi distraesse, magari una persona normale sarebbe potuta uscire con amici in giro, eppure io no.

Perché io non ho nessuno.

Nel momento del bisogno nessuno verrà da me. Mai.

Anzi è già tanto che qualcuno sapesse che fossi stata male

È vero, la distanza è un grosso ostacolo sopratutto per me, che ho amici praticamente solo lontani, infatti è anche questo il problema.

Il giorno prima dell'incidente avevo deciso di andare a Milano per trovare Mi love perché le era successa una cosa abbastanza brutta o per lo più spaventosa.

Il giorno seguente, quando mia madre ebbe l'incidente, ho capito due cose: Che io non potevo nemmeno per un giorno provare a far capire ad una mia cara amica che esisto e che quando, invece, io ne avrei avuto il bisogno, nessuno ci sarebbe stato.

Se non posso aiutare le persone che voglio bene e loro non possono aiutare me allora che senso ha? Che senso ha vivere in questo modo? Che senso ha se sono sempre da sola.

Che senso ha se pur essendo da sola nemmeno io posso aiutare gli altri.

Sono così inutile.

Non pretendo che gli altri vengano per forza da me, capisco ci siano molti ostacoli tra genitori, soldi e tempistiche, ma nemmeno io? Non posso neanche stare vicino a qualcuno che tutta la mia vita puntualmente mi crolla in faccia e me lo impedisca?

Che senso ha se non posso nemmeno stare vicino alle persone a cui tengo.

È stato così dannatamente triste, troppo.

In quei giorni non ho potuto far altro che pensare a quello.

"Mia madre non camminerà più", "Avevo promesso a Mi love che c'ero almeno per un giorno, ma nemmeno quello riesco a fare per lei" e "Non c'è nessuno che potrà distrarmi da questi pensieri".

In qualche modo pure quel periodo passò, pur lasciando più dolore di quante ne abbia raccontato.

Ma ritorniamo a Mr x e come le cose siano cambiate.

Vorrei prima però spendere almeno una frase per una persona che se lo merita, io non ero del tutto sola e triste in quel periodo, una singola persona, ogni giorno, mentre mi sentivo a disagio a parlare con tutti gli altri di "quante cose amassi ogni giorno di mr x" lui le ha ascoltate tutte fino alla fine, mostrandosi anche divertito in certe occasioni.

Grazie soldato.

Mi love alla fine, a differenza di altri, se l'è fatto andare bene, o forse io voglio pensarla così, semplicemente perché è lei.

Così da sola mi sono rialzata, come ogni giorno provavo le stesse cose e pensavo alle stesse stronzate con mr x.

Ricordo che quel giorno, in cui ho riniziato a parlare col gruppo più o meno normalmente, anzi ho incominciato a parlare persino di più, durante una noiosa lezione di storia dell'arte mi stavo addormentando, il prof mi aveva ripresa ma non riuscivo proprio a tenere gli occhi aperti, in quel momento qualcuno ha bussato alla porta.

Ho sentito una voce chiedere se avevamo delle casse, quelle poche parole sono riuscite a svegliarmi completamente, non riuscivo a vederlo bene dal mio banco, ma avevo scorto una camicia nera, era lui.

Quando se ne andò mi accorsi che non avevo più sonno, "sono senza speranze" ho pensato.

Dopo, nell'intervallo, ricordo che una nostra amica stava parlando di una tipa con cui parlava ultimamente, mr x, per svariati motivi, ogni volta che aveva rapporti con qualcuno tendeva a fare battute sul fatto che facesse sempre colpo, così in quel momento si avvicinato a me con fare divertito dicendo qualcosa come "visto? ci provano anche le donne con lei".

Il mio cuore ha sobbalzato, come sempre oserei dire, e in quel momento ho pensato "perché so già che mi ricorderò di questa battuta? O di quando è entrato in classe? Perché mi rimarrà impresso qualcosa di simile? Sono davvero senza speranza", ma cambiò comunque qualcosa, non ero stanca di quella situazione, anzi sorrisi a quel pensiero, però non potevo più continuare a crogiolarmi a fare la ragazzina innamorata, o almeno avrei dovuto diminuire un po' il mio comportamento, per questo alla fine, da quel giorno, dissi sempre ad ogni mio stupido battito "ignoralo" e così risposi quasi tranquillamente alla sua battuta "eh sì, è proprio una rubacuori".

Così non avrei più dovuto rompere gli altri con sta storia, così forse avrei infastidito meno lui, così nessuno avrebbe più pensato che lui sia l'unica cosa di cui mi possa importare, così avrebbero avuto meno voglia di dire la loro sui miei gusti, così avrei avuto meno seccature.

Però in fondo questa non è affatto una soluzione, per questo ora sto scrivendo probabilmente, perché il tempo passa, conosco persone nuove e pian piano mi dimentico di quel giorno, pian piano mi chiedo se fosse davvero giusto reprimere ogni cosa, se ne valesse davvero la pena e così incomincio più tranquillamente a far battute sul fatto che mi piaccia, a dirlo a tutti, a non tenerlo più un po' nascosto, ripenso a quanto mi piace parlare di quante cose mi facciano felice lui e ne parlo.

Così tutto ricomincia, "come fa a piacerti uno così", "non mi sembra sto granché", "lo difendi solo perché ti piace", ancora e ancora.

La verità è che non mi importa più di cosa dicano.

Sono triste perché una volta mi importava, una volta ne tenevo così tanto conto che per un istante ho creduto di essermi innamorata di qualcuno di pessimo solo per una loro opinione espressa troppo velocemente.

Ma sapete cosa? Io so cosa mi piace, cosa mi rende felice, io so cosa mi fa sentire bene, so quali potrebbero essere le conseguenze, so che potrei soffrire, lo so perfettamente.

Ma anche così non ritengo di dover cercare infiniti pregi, infinite giustificazioni a quello che provo, dopotutto perché dovrei? Perché alcune persone non riescono ad accettare che mi possa piacere qualcuno che non sia la persona perfetta per loro? Ma che se ne vadino un po' tutti a fare in culo sinceramente.

Volete pensare che tutto si sia rovinato per colpa sua? Che alla fine la cotta mi abbia reso cieca o più stupida? Che io sia immatura perché mi arrabbio o perché non voglia più avere a che fare con tutto questo? Pensatelo, pensate quel che volete.

Mi sono stancata, e forse questo significherà che perderò tutto, forse anche lui mi allontanerà o si stuferà di avermi tra i piedi, però non importa più.

Ho pianto così tanto, anche per cose peggiori e ho sofferto per cose peggiori, che ormai non importa quanto cadrò, non importa se un giorno non avrò nessuno, non importa se mi rinchiuderò in casa dal dolore, non importa quanto dolore possa provare perché sono certa che alla fine mi rialzerò comunque, che in qualche modo riuscirò a trovare un'isoletta pulita anche in mezzo a un mare di merda.

Non perderò mai la speranza di essere felice, non mi piegherò mai alla "vita di merda" che tutti dicono che arriverà, ho tanti sogni da realizzare e tante persone da incontrare, per questo anche nel peggiore degli scenari mi tirerò su e sorriderò ancora.

Ci sono tante altre persone che rendono la mia vita più felice e non mi rompono le scatole ogni due secondi, devo, anzi voglio vivere felice soprattutto per loro.

Se dovessi dire la ragione per la quale ho scritto e pubblicato tutto questo potrei dire che ero stanca, ma forse non è nemmeno così.

Penso che le verità siano due: Non ho nessuno con cui mi senta di poter dire tutte queste cose, anche se ci fosse sarebbero così tante che ne potrei parlare per mesi interi, e, soprattutto, l'ho scritto per ricordare in ogni momento a me stessa che posso superare ogni cosa, che per quanto possa essere triste, ci saranno sempre dei bei ricordi nell'arco di trecentosessantacinque giorni.

Non volevo iniziare questa storia parlando di questo, onestamente detesto parlare di cose deprimenti o che mi fanno incazzare, però, almeno per oggi, ho scelto di comportarmi diversamente dal solito.

Ho deciso di scrivere tutto, senza pensare troppo a chi potrei ferire e senza pensare a cosa potrei rovinare definitivamente.

Ho scritto più di tremila parole senza fermarmi ed è stata una bellissima sensazione.

Per quanto riguarda questo "diario" ho deciso che questo sarà come un prologo di ciò che scriverò in seguito, se vi interessa bene, se non vi interessa mi chiedo perché siate arrivati fino a questo punto.

Sono le quattro di notte, domani mi sveglierò e mi dirò di aver fatto una cazzata, ma in fondo fra meno di ventiquattro ore inizia un nuovo anno, per cui se proprio devo essere scazzata fino alla fine tanto vale finire in bellezza, no?

   
 
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