Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: Maiko_chan    09/01/2019    2 recensioni
[Estratto - Capitolo uno]
«Hai molta fame, eh?»
Questa voce… Ash fece un passo avanti, sforzandosi per ricordare dove l’avesse già sentita. Aveva un non so ché di familiare, ma non riusciva a collegarla ad un volto.
«Pika pii!»
La ragazza scoppiò a ridere all'improvviso – era un bel suono, forte ma che trasudava femminilità – e un Pikachu balzò le sul grembo, strusciando la sua guancia a quella della giovane donna. Ash, da quella posizione, non riusciva a vedere il suo volto, ma riconobbe immediatamente il pokemon. Con due falcate raggiunse il tavolino, accostandovisi.
«Pikachu, cosa ci fai qui?!» esclamò, facendo sobbalzare sia il piccolo esserino che la ragazza.
Ella si voltò e solo allora Ash capì per quale motivo Pikachu fosse così affettuoso.
«Ash?» «Misty?»

{Pokeshipping}
Dove Ash torna a Pallet Town e trova qualcuno che non vedeva da molto tempo
Prima classificata al Contest "Dai vita alla tua fantasia con i generi letterari!" indetto da 6Misaki sul forum di EFP e vincitrice del premio speciale Miglior Rosa.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Delia Ketchum, Gary, Misty, Pikachu | Coppie: Ash/Misty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


 

#4. Un nuovo inizio


 

Misty accarezzò il calendario appeso al muro, soffermandosi lieve sulla data cerchiata in rosso. Quello era l'ultimo giorno della sua permanenza e l'indomani sarebbe dovuta partire per tornare a Celestopoli. Misty sospirò, lasciando che la sua fronte poggiasse sulla parete fredda. Distese le labbra in una linea dura, per poi sbuffare. Si sedette sul bordo del letto che Misty sapeva essere lo stesso dove Ash aveva dormito per tanti anni. Ella si raggomitolò su se stessa, chiudendo gli occhi.

Trattenne le lacrime e non lasciò che neanche una le bagnasse le guance.

Misty prese un profondo respiro e continuò a rifare la sua valigia. Domani si sarebbe dovuta alzare presto per iniziare il viaggio di ritorno.

 

*  *  *

 

Ash girò a vuoto il cucchiaino dentro alla sua tazza colma di latte, sbuffando leggermente. Delia era indaffarata ai fornelli come sempre, canticchiando una musichetta allegra. Misty entrò in cucina, salutando garbatamente entrambi. Ash notò come evitò studiosamente di incrociare i suoi occhi. La presa che aveva sul suo cucchiaino si strinse.

Delia, ignara della tensione che permaneva nella stanza, si girò con un largo sorriso, mettendo a tavola le prelibatezze appena cucinate. Si mise a sedere anche lei, elargendo una carezza a Pikachu che stava mangiando la sua colazione con gusto.

«Allora ragazzi!» esordì Delia, guardandoli con occhi pieni di aspettative «Vi siete divertiti ieri sera? Il festival era davvero bello non trovate?» continuò lei, riempiendo il suo bicchiere di succo d'arancia «Senza parlare dei fuochi d'artificio! Hanno proprio superato le aspettative, non è vero tesoro?»

«Mmh? Ah, certo mamma» borbottò Ash, tenendo risoluto gli occhi sulla sua tazza.

Delia aggrottò le sopracciglia, confusa, e lasciò passare un attimo di silenzio. Avvertì allora il turbamento mal celato dei due ragazzi e mascherò la sua scoperta con un sorriso vuoto. Continuò a chiacchierare, lanciando occhiate preoccupate di tanto in tanto. Sospirò piano. Ah, chissà cosa sarà successo ieri sera... pensò, iniziando a mangiare. Delia masticò con lentezza, mentre un'idea prendeva forma nella sua testa. Osservò in silenzio l'imbarazzo e l'indecisione che emanavano tutti i gesti dei due ragazzi e infine annuì, decisa, e con rinnovata energia iniziò a togliere i piatti vuoti dal tavolo.

«Oh, ragazzi! Mi ero quasi scordata di dirvi...» cominciò con voce innocente, fingendo di non essersi accorta di nulla. «Stasera è una grande serata al nostro ristorante. Dopo il festival la gente viene sempre a flotte, ma sono sicura che per voi due un tavolo libero ci sia ancora. Per festeggiare la partenza di Misty vi ho organizzato una cenetta al ristorante! Non siete contenti?» esclamò, piena di giubilo.

Oh, pensò divertita, quanto darei per una macchina fotografica in questo momento!

Ash aprì un paio di volte la bocca, ma nessun suono vi uscì. Misty sembrava paralizzata, il braccio sospeso nell'atto di portare la forchetta alla bocca. Ash fu quello che si riprese per primo.

«Ah, mamma–»

«No, no caro non voglio sentire scuse, Misty sta per andare via e una cena è d'obbligo!»

«Ma Delia, mi avete già offerto la prima volta non posso certo accettare un'altra–»

«Misty, tesoro, sai benissimo che io ti considero parte della famiglia! Non c'è nessun problema e mi raccomando...» concluse, con un tono di finalità «anche il sindaco verrà a mangiare questa sera quindi pretendo che vi vestiate eleganti. E no Ash,» lo interruppe subito «la tua tuta migliore non vale!»

 

*  *  *

 

Ash sbuffò, frustrato, cercando di annodare correttamente la sua cravatta. Dopo l'ennesimo fallimento la lanciò sul divano con un verso di rabbia e dovette trattenersi dal passarsi le mani fra i capelli per non scompigliarli più di quanto già non fossero. Si strofinò una mano sulla bocca e decise che alla fine la cravatta non fosse necessaria, prendendo la sua giacca nera e indossandola. Con i jeans scuri che aveva messo e la camicia bianca, tutto sommato non era affatto un brutto spettacolo, si disse, sistemandosi i polsini. Pikachu rimaneva rannicchiato sulla poltrona, dormendo beato e ignaro dello stato d'animo del suo allenatore.

Delia e Misty erano già uscite, dirette al ristorante, perché Misty aveva insistito nell'aiutare la donna a sistemare tutto per l'apertura serale come ringraziamento della settimana passata. Delia, nonostante avesse cercato di dissuaderla, alla fine aveva accettato di essersi scontrata con qualcuno dal carattere ancora più testardo del suo e acconsentì alla sua richiesta a patto che Misty poi si godesse la serata senza protestare. Ash non sapeva se sentirsi sollevato o turbato dal fatto che Misty avesse immediatamente trovato una scusa per non rimanere da solo con lui.

Dalla stretta implacabile del suo cuore tutto sembrava puntare sull'ultima opzione.

Diede un'ultima carezza a Pikachu ed uscì, raggiungendo in pochi minuti il ristorante. I tavoli di fronte al locale erano già tutti occupati, grazie anche al bel tempo e alla temperatura mite, e appena Ash mise piede all'interno fu sopraffatto dal profumo dei numerosi manicaretti serviti. Anche il salone principale era gremito di gente, tutti in abito elegante, notò Ash, ringraziando silenziosamente sua mamma per aver insistito e per non avergli permesso di indossare una delle sue tute. Con lo sguardo cercò la familiare capigliatura arancione di Misty, ma senza successo. Accigliato, si diresse verso le cucine, schivando rapido qualche cameriere indaffarato. Per fortuna sanno che sono il figlio della proprietaria, pensò Ash, osservando il modo in cui lo fulminò con gli occhi un cameriere che gli era quasi finito addosso. Entrò nelle cucine, dove nessuno si girò neanche a guardarlo, troppo indaffarati a portare a termine le ordinazioni dei clienti. Vide Mimey fargli cenno di seguirlo dall'altra parte della stanza e gli si avvicinò, cercando di intralciare il meno possibile il lavoro dei loro dipendenti.

Appena Ash fu a portata di mano, Mimey lo agguantò per un braccio, tirandolo verso la porta sul retro con vigore. Ash non provò neanche a sottrarsi alla sua stretta.

«Ash, sei arrivato finalmente!»

Delia gli diede una veloce occhiata e, apparentemente soddisfatta da quello che stava indossando, annuì con decisione un paio di volte. Senza fermarsi un secondo tornò a tagliuzzare i pomodori che aveva sul tagliere.

«Segui pure Mimey tesoro, ti porterà lui al tuo tavolo.»

Mimey fece un verso d'assenso, tirandolo per il braccio, e Ash borbottò un saluto veloce prima di lasciarsi trascinare dal pokemon. Salirono le scale per andare al secondo piano e, quando Mimey si accostò alle vetrate che separavano il piccolo balcone, Ash quasi si strozzò con la sua stessa saliva quando il suo cervello realizzò quello che gli era davanti agli occhi.

Sua mamma aveva prenotato per loro il tavolo più romantico di tutto il locale, realizzò Ash buttando fuori una risatina isterica. Mimey aprì le vetrate e lo spinse senza cerimonie all'esterno, senza lasciare ad Ash del tempo per calmarsi.

Misty era seduta nello stesso punto dell'ultima volta, con il volto rivolto verso il cielo e un bicchiere d'acqua in mano. Ash deglutì, ammirandola in silenzio. Rimase fermo per qualche secondo, prima di raccogliere il coraggio e approcciare il tavolo. La luce della luna e delle candele rendeva l'atmosfera così romantica che Ash non poté fare altro che sospettare dello zampino di sua madre in quell'operato.

Questi pensieri però si rivelarono irrilevanti appena Misty si girò verso di lui. Stavolta Misty aveva deciso di indossare una semplice abito ceruleo, impreziosito da piccole perle bianche che delimitavano delle costellazioni. Mentre prendeva posto davanti a lei, Ash le sorrise, stordito dalla gioia quando Misty lo restituì con lo stesso calore. Misty giocherellò un poco con il braccialetto che aveva al polso e bevve un sorso dal suo bicchiere. Ash fu irrimediabilmente attratto dalle sue labbra e si sentì deglutire; per mascherare il suo nervosismo afferrò uno dei menù posti sul tavolo per decidere cosa ordinare.

Vide Misty allungare il braccio per prendere l'altro ed entrambi si immersero nella moltitudine di piatti offerti dal ristorante. Quando il cameriere arrivò a prendere i loro ordini, Ash si premurò di far scegliere a Misty per prima. Sarò pure un imbranato, rifletté, soddisfatto quando vide Misty guardarlo con deliziata sorpresa, ma mia mamma qualcosa mi avrà pur insegnato.

Una volta finito, un esitante silenzio calò su di loro. Ash spiegazzò con il bordo della tovaglia, cercando di non far notare quando in realtà si sentisse agitato.

«Allora Ash,» iniziò Misty, prendendolo alla sprovvista «cosa hai intenzione di fare dopo che andrai via da Pallet? Un altro viaggio?»

Ash si rilassò impercettibilmente, rassicurato da un terreno che conosceva bene.

«Ah, non saprei esattamente, ci sono ancora alcune regioni che non ho potuto visitare...»

La conversazione continuò su quell'argomento fino all'arrivo delle loro portate e per allora Ash aveva perso un po' dell'ansia che lo stava attanagliando e si era sciolto un po', iniziando a godersi la bella serata e la ancora più piacevole compagnia. Per la fine del loro pasto entrambi ormai ridevano per l'ultimo disastroso aneddoto di Ash e il modo in cui Misty gli stava sorridendo in quell'istante fece recuperare ad Ash un pizzico di speranza che aveva perso la notte scorsa.

Quando anche il dolce fu portato in tavola, la serata si era fatta decisamente più fresca e Ash riusciva a vedere che Misty ne stesse soffrendo, scossa di tanto in tanto da qualche brivido di freddo. Si alzò dal tavolo e con gesti veloci si sfilò la giacca, sistemandola con delicatezza sulle spalle di Misty. Ella alzò il volto verso di lui, guardandolo con quei begli occhi d'acquamarina, sorridendogli con una dolcezza che gli tolse il fiato. Vederla indossare la sua giacca fece scaturire in lui un fuoco così forte che fino ad allora non aveva mai creduto di poter provare per qualcuno. Ancora una volta si sporse verso di lei, abbassandosi, finché non la sovrastò con il suo corpo, respirando piano. Misty ancora gli sorrideva, ma i suoi occhi avevano una luce che prima Ash non aveva visto.

«Misty...» mormorò Ash, chinandosi verso di lei e alzando una mano per sfiorarle una guancia. Misty inspirò bruscamente, immobile sotto di lui. Ash le accarezzò piano una gota, guardando incantato come le sue guance si facessero sempre più rosse e bollenti sotto al suo tocco. «Misty, io–» sussurrò, ipnotizzato delle sue labbra, morbide e sode, «volevo dirti che io... per te...»

Le parole sembrarono scivolargli via di mano e Ash si chinò ancora, attraversando quei pochi centimetri che lo separavano da lei in modo da–

«No, Ash, fermati» soffiò Misty, sospingendolo via da lei, senza dargli il modo di poterla baciare con quella passione che Ash sentiva attraversargli le vene. Pur confuso, Ash si lasciò spingere via, con il cuore che iniziava a sgretolarsi dentro al suo petto.

«Ma Misty... pensavo che anche tu– pensavo che anche tu provassi qualcosa per me» bisbigliò Ash, guardandola con l'espressione di qualcuno a cui era stato sottratto qualcosa di meraviglioso.

«Oh, Ash» gli sorrise tristemente lei, guardandolo con occhi colmi di lacrime non versate «non penso che tu possa amarmi nel modo in cui vorrei.»

«Perché dici questo?» Distantemente Ash si rese conto di star tremando. «Perché non mi dai la possibilità di mostrarti che anch'io ti–»

«Non dirlo!»

Misty si alzò in piedi con un movimento brusco, girandogli le spalle e aggrappandosi alla ringhiera, come se essa potesse darle la forza per affrontare quella conversazione.

«E perché non dovrei dirlo, uh? Perché, Misty?» Ash si rese conto di aver alzato la voce, ma l'agonia che provava non gli dava tregua e doveva farle capire quanto in realtà lei significasse per lui, quando la volesse, quanto Ash non desiderasse altro che stringerla a sé e baciarla e non lasciarla più andare perché lui era stato stupido e sciocco e giovane e inesperto ma Misty doveva sapere che Ash la

«Perché? Vuoi sapere perché, Ash?» Misty si girò di scatto verso di lui, gli occhi che lanciavano saette. «Perché tu, alla fine di questa settimana, te ne andrai via come hai sempre fatto! In un'altra avventura o un altro viaggio, in cerca di medaglie e riconoscimenti, mentre io starò qui, alla mia palestra, aspettando inutilmente una tua chiamata o anche solo un segno che tu ancora ti ricordi di me, con un buco in mezzo al petto che non fa altro che farmi soffrire! Tu non hai il diritto di tornare qua e rubarmi il cuore di nuovo in neanche una settimana, facendo tornare a galla tutti quei sentimenti che mi ero ripromessa di lasciar andare! Quindi no, Ash, non hai il diritto di dirmi che mi ami quando l'unica cosa che tu abbia mai fatto da quando ci conosciamo è stata lasciarmi indietro!»

L'unico rumore fra di loro era il respiro affaticato di Misty, che si lasciò scappare un singhiozzo. Misty, coraggiosa e testarda Misty, permise solo a due lacrime di solcarle le guance, prima di ricomporsi e asciugarsele con rabbia. Ash la guardava pietrificato, senza avere la forza di fare nulla.

Misty si tolse la sua giacca, appoggiandola sul tavolo, allontanandosi come se l'avesse bruciata. Senza guardarlo uscì dalla terrazza, fuggendo via da lui, non dandogli il tempo di ribattere qualcosa. Dopo qualche minuto la vide per strada, diretta verso la loro casa, senza mai voltarsi indietro.

Ash rimase lì, sotto la luna, con il cuore spezzato, stringendosi al petto una giacca che ora profumava di lei.

 

*  *  *

 

Delia si alzò con un sorriso sulle labbra, canticchiando allegramente fra sé e sé. Se tutto era andato come sperava quelle due teste dure si stavano ormai godendo la loro meritata felicità. Ah, questi ragazzi! Pensò, scuotendo la testa, non sanno proprio come organizzare un buon appuntamento! Per fortuna che ci sono io, altrimenti quel testone di mio figlio non avrebbe il coraggio di invitarla fuori neanche fra una quindicina d'anni! E dire che ne è innamorato da anni e lei di lui...

Si vestì con rapidità e uscì baldanzosa dalla stanza, dirigendosi verso il salone. Se tutto era andato secondo i suoi piani adesso quei due le avrebbero detto che sarebbero partiti insieme per–

«Ah, Delia» la accolse Misty, con il suo bagaglio in spalla e pronta a partire per tornare a casa. Delia non ebbe bisogno di chiedere come fosse andata ieri sera: gli occhi arrossati di Misty erano una prova sufficiente. «Mi sarebbe dispiaciuto non riuscire a salutarla...»

«Oh, ma certo cara» Delia, ancora frastornata, lasciò che Misty la abbracciasse stretta. Fece finta di non sentirla tirare su con il naso. «Sei sempre la benvenuta da noi, tesoro» mormorò, stringendola.

Misty sciolse l'abbraccio, indirizzandole un sorriso spezzato. «Mi mancherai, Delia.»

«Anche tu tesoro, moltissimo.»

Delia la vide esitare un attimo, prima di decidersi.

«Sa per caso dove sia Ash? Volevo salutarlo ma non è da nessuna parte e...»

Delia si sforzò di sorriderle, accarezzandole piano un braccio. «Sono sicura che verrà a salutarti alla stazione, mia cara.»

Misty le sorrise piano, annuendo, quasi per convincere se stessa.

«Allora io vado. Ciao Pikachu» mormorò, elargendo un ultima carezza al pokemon che la guardava con i suoi grandi occhi tristi. «Oh, non fare così, sono certa che ci vedremo presto...»

«Pika pii...»

Quando infine Misty chiuse la porta dietro di sé Delia lasciò che la furia che sentiva si manifestasse nel suo volto. Dove era andato a finire quel disgraziato di suo figlio?!

 

*  *  *

 

Quando Ash ebbe infine il coraggio di attraversare la soglia di casa erano ormai passati una quindicina di minuti dalla partenza di Misty e ne mancavano solo venti alla partenza del suo treno. Delia dovette controllarsi dall'urlargli contro appena udì la porta chiudersi. Fu solo quando Ash si girò verso di lei, probabilmente avvertendo il suo sguardo di fuoco, che la sua rabbia evaporò di colpo, lasciando spazio alla preoccupazione quando vide il viso sofferente di suo figlio.

«Ash, tesoro...» iniziò, accogliendolo con cura fra le sue braccia «mi vuoi spiegare cosa è successo?»

«Ho rovinato tutto ancora prima di poter iniziare qualcosa con Misty, mamma» singhiozzò Ash, abbracciandola stretta.

«Perché dici così?»

Con voce spezzata Ash le raccontò gli eventi della sera prima, iniziando a tremare quando arrivò al momento in cui Misty lo aveva respinto.

«Oh tesoro...» mormorò Delia, cullandolo e cercando di farlo calmare. «E tu cosa le hai risposto?»

«Non sono riuscito a dirle nulla, mamma, l'ho guardata andare via senza dire una parola... e oggi...»

«Ash, tesoro, non voglio ferirti, ma riesco a capire quello che Misty stava cercando di dirti.» Ash la guardò con occhi colmi di dolore e Delia gli sorrise con tristezza, accarezzandogli i capelli «Non eri qui quando eravamo insieme ad aspettare qualche tua chiamata e non eri qui per vedere il modo in cui il suo sorriso scivolava via ogni qualvolta che alla fine tu non telefonavi. Non sto cercando di farti sentire peggio, tesoro,» lo interruppe prima che Ash potesse dire qualcosa a sua difesa «sto semplicemente cercando di farti comprendere quanto per lei siano stati duri questi ultimi anni e quanto poco adesso riesca a fidarsi di te. Ma rispondimi a una domanda Ash: sei innamorato di lei? Veramente innamorato?»

Ash annuì, le gote rosse come delle fragole.

«Tutti i campionati del mondo valgono lasciarla andare così? Senza neanche lottare?»

Ash si staccò da lei, portando il suo sguardo su Pikachu che lo guardava con comprensione. Sapeva già quale sarebbe stata la risposta.

«No mamma,» rispose Ash, pensando al vuoto che aveva provato dopo l'ultimo torneo «non valgono tanto quanto Misty.»

«E allora cosa ci fai ancora qui, disgraziato di un figlio! Vai da Misty e diglielo, prima che il treno parta!»

Ash si asciugò velocemente le lacrime, guardandola con occhi sgranati.

«Misty è già alla stazione?! Ma pensavo che il suo treno partisse alle 9!»

«Mancano solo quindici minuti, Ash!»

Ash imprecò a gran voce e Delia lo osservò scattare verso la porta, correndo senza guardarsi indietro.

«Buona fortuna, tesoro!» gli urlò dietro Delia, lasciando che Pikachu si arrampicasse sulla sua spalla.

«Pika pi!»

Delia chiuse la porta, augurandosi che tutto andasse per il meglio.

 

*  *  *

 

Misty sospirò, aggiustandosi meglio la zaino sulle spalle. Diede un'occhiata veloce all'orologio: mancavano solo dieci minuti alla partenza del treno. Probabilmente Ash non sarebbe arrivato in tempo per salutarla. Misty stirò le labbra in una linea dura. È stata una tua decisione, si ricordò quasi con disperazione, è meglio così per entrambi. Andrò avanti come ho sempre fatto. E poi nella palestra ci sono talmente tante cose da fare, non ho bisogno che qualcuno entri nella mia vita e–

«Misty! Aspetta Misty!»

Misty sobbalzò, guardando incredula Ash avvicinarsi, correndogli incontro. Si fermò davanti a lei, respirando affannosamente e facendole segno di aspettare un attimo. Misty non riuscì a fermare il sorriso divertito che le incurvò le labbra neanche se avesse voluto.

«Ash, sono felice che tu sia venuto a salutarmi, pensavo che tu–»

Ash la zittì mettendole una mano sulla bocca, guardandola con un'espressione decisa che Misty aveva visto soltanto in occasione di qualche incontro pokemon difficile, se non quasi impossibile. Misty trattenne il fiato, guardandolo con occhi sgranati.

«Lo so che avevi detto che non–» Ash si passò una mano fra i capelli, frustrato «Ascolta, Misty, so che in questi anni non sono stato presente nella tua vita. So che ti ho ferita e che probabilmente tu adesso non ti fidi di me perché ti ho fatto soffrire senza volerlo... Ma eravamo dei ragazzini stupidi che non sapevano nulla d'amore e di relazioni! Prima di adesso io non avevo mai pensato due volte a quello che facevo né tantomeno a quello che volevo sul serio, oltre a viaggiare e conoscere nuovi pokemon. Ma Misty vuoi sapere perché sono tornato a casa questa volta? È stato perché quando ho vinto l'ultimo torneo sugli spalti tu non c'eri, non c'era nessuna delle persone a me care, e la sensazione di vuoto che ho provato allora è stata tale da togliermi il fiato. Poi...» Ash deglutì, guardandola con occhi che la imploravano di comprenderlo. Lasciò che la mano che aveva posato sulle sue labbra scivolasse su una delle sue gote, accarezzandola con reverenza. «Poi sono tornato e ho rincontrato te e tutto è sembrato di nuovo riacquisire colore. Non posso prometterti che non vorrò più viaggiare e partecipare a tornei perché quello fa parte di me e di ciò che sono, ma io voglio che tu sia lì al mio fianco. Voglio poter stare insieme a te, svegliarmi e vederti lì accanto, festeggiare le mie vittorie e piangere le mie sconfitte, ma con te. Lo che se sembra una follia e che forse io non ne valgo la pena, ma Misty, per favore, dammi una chance. Una. Non ti chiedo altro. Lascia che provi a renderti felice. Io ti amo.»

Misty lo guardò, senza parole, scuotendo lievemente la testa. Ash le prese il volto fra le mani, assaporando il modo in cui Misty tremò sotto le sue dita. «Conservo ancora l'esca che mi hai dato tanti anni fa» confessò, lottando il rossore che gli saliva sulle guance a questa sua imbarazzante ammissione. «Non me separo mai ed è il mio portafortuna ad ogni gara e torneo a cui partecipo. Questo sentimento fra di noi non è qualcosa a cui ho pensato solo adesso Misty» soffiò, accarezzandole il volto.

Misty chiuse le mani sui suoi polsi, appoggiandole lì, senza forzare via le sue braccia. I suoi occhi del colore del mare splendevano sotto la quantità d'emozioni che lei stava cercando di non far fuoriuscire.

«Dimmi di sì.» la pregò Ash, asciugando le lacrime che infine le erano scivolate dagli occhi.

Un timido sorriso fece capolino sulle labbra di Misty, illuminandole il volto. Ash lesse la risposta nei suoi occhi e si lasciò scappare una risata felice, appoggiando la fronte a quella di lei. Il treno per Celestopoli partì, ma nessuno dei due gli fece caso.

Questa volta quando Ash si avvicinò per baciarla Misty lo raggiunse a metà strada, sorridendo in un bacio che sapeva di lacrime ma simboleggiava gioia. L'unica cosa che pensò Ash, mentre si perdeva nella morbidezza delle labbra di Misty, fu che era questo tutto quello che gli serviva per essere felice – Misty fra le sue braccia, che gli sorrideva con amore.

«Ti amo anch'io, Ash» mormorò Misty, fra un bacio e l'altro.

Ash sorrise, stringendola al petto, ripromettendosi di non lasciarla mai andare. La baciò ancora e lasciò che i rumori circostanti svanissero, cullato dalla melodia dei loro respiri.

Casa, finalmente.

 

 

 

 

 

 

 

 

Fine.

 

 

 
 


E anche questa storia è giunta al termine! Avevo scritto il primo capitolo nel lontano 2015 ed era rimasto nei meandri del mio pc fino ad ora, riportato alla luce solo grazie al magnifico contest che mi ha ridato la carica per concluderla e postarla. Lo devo ammettere, queste sono state quasi 12000 parole di sofferenza creativa xD Penso di aver urlato di gioia quando ho finalmente scritto la parola fine a conclusione del documento, lo devo ammettere. Quest'anno è iniziato proprio bene, e spero di continuare su quest'onda per tutto il suo corso. Ho un altro bel po' di contest da finire (e conseguenti fic rimaste a marcire nel mio pc che devono essere riesumate) e quindi spero di fare tutto quello che mi sono ripromessa, tra cui dare anche i mei esami LOL 
Ma, ahimè, non aspettatevi altro sul fandom Pokemon! Questa fic è stata un vero e proprio parto. Vi lascio qua sotto l'immagine colpevole del mio improvviso amore per questa coppia, e la scatenatrice del primissimo capitolo di questa storia. Non fosse stato per lei questa storia non sarebbe mai venuta alla luce, so enjoy! 

Lo ammetto, a riguardarla un po' di feels mi assaltano ancora per questi due! E sì, se ve lo state chiedendo, i look di Ash e Misty in questa fic sono stati ripresi da questa fanart, quindi potete benissimo immaginarli così. 

Alla prossima! 


 

 Find me on Tumblr (GENERAL BLOG + PERSONAL BLOG), AO3TwitterFBEFP forumWattpad and Writer's wing 

☞ Se ti piacciono i miei contenuti e le mie storie, considera anche se supportarmi su Ko-Fi! 
↬ Se vuoi commissionarmi una storia o un edit (chat & aesthetic) guarda le info sulle mie commissioni



 



Chiunque voglia lasciare un segno del suo passaggio è ben accetto! <3

 

 

aiko 舞妓 



 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Maiko_chan