Crossover
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Autore: fenris    11/01/2019    9 recensioni
[Moon Infinity][Kamen Rider] Dalla penna di Xephil e Fenris, tutta per voi la nuova grande cronaca di un incredibile viaggio e della battaglia che ne seguì: Il Male universale ha generato un nuovo figlio, un essere formidabile e spietato tramite il quale minaccia di far sprofondare il mondo nelle tenebre. Due gruppi di guerrieri (uno famosissimo, l'altro un pò meno) si uniscono per fronteggiare questa nuova terribile minaccia. Le due squadre, divise, dovranno però imparare prima a fidarsi l'una dell'altra e combattere insieme per poter vincere. Ma il loro avversario è il vero pericolo? Oppure l'oscurità nasconde molti più segreti di quanti se ne possa immaginare? Venite a scoprirlo, KAMEN RIDER ABOMINATION!
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Film, Libri, Telefilm
Note: Cross-over, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Warrior Uranus e il detective con due anime, W

Era una notte apparentemente calma a Futo City, tranne in un piccolo ospedale. L'ultima ospite del suddetto edificio, cioè Elena, si era ripresa in fretta dalle ferite riportate dal suo ultimo scontro ed era uscita dalla finestra al primo piano, ritrovandosi in un piccolo spiazzo con qualche cespuglio e fiori. S’incamminò in cerca dell'uscita, stando attenta a qualsiasi movimento.

“Non sapevo che i pazienti potessero essere dimessi dopo neanche tre ore di ricovero”, disse improvvisamente una voce alle sue spalle, facendola voltare di scatto e assumere una posizione di guardia. Di fronte a lei c'era un giovane uomo dai capelli castani molto disordinati e dai tratti chiaramente giapponesi, vestito con una camicia bianca, una giacca nera, una cravatta e un cappello a fedora che sembrava uscito fuori da un film degli anni 30.

“E tu chi saresti?”, chiese la figlia di Urano, più che pronta a ingaggiare battaglia se fosse stato un demone mandato a catturarla.

“Il tipo che ti ha portata qui ed è rimasto in attesa che ti svegliassi. Hidari Shotaro, detective privato”, si presentò lui togliendosi il cappello, ma la Warrior non fu molto rassicurata.

“Elena Zanon, piacere. Ora scusa, ma devo andare”, fece la ragazza tentando di uscire, ma Shotaro la prese per un braccio.

“Prima devo farti delle domande.” La Warrior non era tuttavia in vena di parlare e si liberò con uno strattone, per poi cercare di dargli un pugno al viso che venne parato facilmente. Non buttandosi giù d'animo, Elena riprovò a colpire, ma Shotaro parava ogni pugno e calcio con grande facilità.

“Niente male”, commentò Elena cercando di nascondere la sua sorpresa. Certo, era nella sua forma normale, era ancora stanca e si stava trattenendo, ma aveva comunque ricevuto il proprio addestramento da Michael e Silvia, perciò come poteva un semplice umano competere con lei? Mentre i due continuavano il loro ‘battibecco’, alcune figure indistinte si mossero tra i cespugli del giardino, osservando i due contendenti con intenzioni sinistre. Uno di loro uscì infine allo scoperto senza preavviso, saltando tra i due contendenti e puntando una pistola contro Elena, ma venne fermato da Shotaro, il quale lo colpì con un calcio al fianco e lo gettò poi a terra con una semplice presa, azione che venne tuttavia seguita dall'apparizione di altri esseri simili. Erano figure umanoidi vestite con un completo nero da gangster, guanti e il volto coperto da una maschera nera ricoperta di ossa bianche a formare un'espressione minacciosa. Elena non aveva mai visto creature simili nel suo mondo, ma al detective sembravano invece molto familiari.

“Come al solito voi Dopant vi fate vedere nei momenti peggiori”, commentò seccato Shotaro, prendendo una grossa chiavetta USB di colore viola, mentre alla vita gli appariva una strana cintura rossa con un ingresso fatto apposta per l'oggetto. Premendo un pulsante invisibile sulla chiavetta, da questa provenne una voce metallica che disse: “Joker!”, quindi Shotaro la inserì nella cintura e la piegò poi di lato urlando una parola che Elena aveva già sentito sulla spiaggia. “Henshin!” Il suo corpo venne avvolto da decine di strani cristalli, che si unirono chiudendolo in un'armatura nera con decorazioni viola, occhi rossi da insetto e due specie di antenne a forma di W. Il nuovo guerriero indicò le strane creature con un gesto estremamente virile dichiarando: “Kamen Rider Joker. Contate i vostri peccati.”

E si gettò nella mischia colpendo gli strani esseri con un misto di calci e pugni dall'incredibile coordinazione, spedendoli facilmente a terra. Vedendolo combattere, Elena non poteva certo tirarsi indietro, nonostante fosse un rompiscatole.

“Uranis Patrem Spiritus! Da Mihi Virtum Tuam! Sono la figlia di Urano,.e vi sconfiggerò in nome del padre dei cieli!”, annunciò la sua trasformazione, materializzando su sé stessa la sua divisa da combattimento e unendosi all'appena rivelato Kamen Rider.

“Gran bel costume. Che roba è?”, chiese ironico quest'ultimo.

“Disse quello con una tuta di spandex”, ribatté Elena sparando un colpo di vento contro il nemico più vicino. Shotaro ignorò il commento e ne prese un altro a calci. Nessuno dei due, però, si accorse che qualcuno li osservava da lontano. L'essere prese in mano un telecomando e, quando premette un pulsante, uno dei Dopant esplose in una tempesta di chiodi.

“Oh, cazzo!”, esclamò la Warrior circondando lei e Shotaro con un vortice di vento sufficiente a deflettere i chiodi, ma così facendo non notò un secondo Dopant lanciarle contro dei fili provenienti dal suo polso che la avvolsero immobilizzandola; dal canto suo, il Rider venne placcato e bloccato dal resto del gruppo di nemici. Solo allora il padrone delle creature decise di uscire allo scoperto.

“Scusate il trattamento brusco, ma le esperienze dei miei simili con le Warrior Planet mi hanno insegnato a essere prudente”, disse il demone più magro e secco che Elena avesse mai visto. Aveva un muso leggermente allungato, piedi stranamente simili a quelli di una scimmia e sotto le braccia delle membrane alari simili a quelle dei pipistrelli o degli pterosauri. Ma la cosa più spaventosa era la sua pelle, totalmente grigia e ricoperta da piaghe violacee, bolle e diverse cicatrici. Aveva anche spallacci e gambali rosso-neri, ma ridotti in pessime condizioni, e i suoi occhi erano completamente bianchi e molto inquietanti.

“E tu chi saresti, sgorbio?”, chiese rude Shotaro, pensando che fosse un altro Dopant, mentre lottava per liberarsi.

“Puoi chiamarmi Checker, Shotaro-san, e sono un umile servo del potente Lord Astaroth... Del quale la gentile signorina qui presente potrebbe dirti tutto, se lo volesse”, rispose lui con un viscido tono da lecchino per poi avvicinarsi saltellando ad Elena, ancora bloccata dai fili.

“Perché mi hai portato qui? Dove sono le altre?”, domandò autoritaria la figlia di Urano concentrando le sue energie per liberarsi.

“No, noi non c'entriamo niente. Siete arrivate in questa dimensione solo grazie al colpo di testa della vostra leader. Per quanto riguarda le altre tue compagne, dovrebbero essere sparse per il Giappone.”

“Grazie, è tutto quello che volevo sapere”, mormorò circondandosi con uno strato di vento tagliente, che distrusse finalmente i fili. Nello stesso momento, Shotaro riuscì a liberare una gamba e calciò via uno dei suoi assalitori, per poi liberarsi facilmente anche degli altri, che sparirono non appena vennero atterrati. Checker sbuffò.

“Uff, quasi una settimana passata a potenziarli e spariscono ancora come niente. Che rottura”, commentò annoiato, mentre altri Dopant si materializzavano da un'aura proveniente da lui stesso, ma, a differenza dei loro predecessori, questi avevano diverse armi al posto delle mani: pistole, mazze ferrate, armi da taglio e uno persino una motosega. Il Kamen Rider li guardò stringendo le mani.

“Potenziarli? Ti sei messo a fare esperimenti sui Dopant?! Lurido...!”

“Qual è il problema, non sono dei mostri?”, chiese Elena, non capendo perché Shotaro si fosse improvvisamente arrabbiato così tanto.

“Mostri che una volta erano esseri umani!”, rispose questi, facendo assumere alla figlia di Urano un'espressione sconvolta, senza smettere di fissare il demone, il quale mostrava invece un’aria annoiata.

“Ah, non preoccuparti: per crearli, mi sono limitato a mettere un po' di energia negativa dentro qualche cadavere preso al cimitero, che poi ho potenziato con delle Masquerade Memory e qualche altro trucchetto. Gli umani sono troppo noiosi per me, mi secca persino averli come ostaggi. Ma ditemi: volete restare lì a pensare quanto sia disgustoso o volete provare a distruggermi?” Entrambi i combattenti avevano avuto a che fare con un sacco di mostri crudeli e sanguinari, ma nella creatura che si trovavano di fronte c'era un senso di menefreghismo incredibile, come se non gliene importasse niente né di quello che aveva fatto, né di quello che gli avrebbero potuto fare.

“Cavolo, ne ho incontrati di demoni seccanti, ma tu sei il primo che mi faccia innervosire così tanto. E pensare che, se avessi un po' più di armatura e fossi più robusto, assomiglieresti a Diablo”, disse Elena. In quel momento, un'ombra di emozione sembrò finalmente passare sul volto dell'Heartdemon, nella fattispecie rabbia.

“Sono suo fratello, infatti. Per essere più precisi, siamo nati dallo stesso esperimento, lui però si è beccato tutto lo charme e io la nerdaggine. Fortunatamente sono ancora capace di fare questo.” Ed estrasse a sua volta una chiavetta simile a quella usata da Shotaro, che sussultò nuovamente nel vederla.

“C-Come hai fatto ad averla?”

“Non è così difficile con la nostra tecnologia...e una connessione alla Terra”, rispose sardonico il demone, premendo un pulsante invisibile sullo strano oggetto, da cui partì la voce: “Nazca!”, e puntandoselo infine sul petto, in cui affondò rapidamente fino a sparire al suo interno. L’istante successivo, venne avvolto da una strana aura, da cui emerse con indosso una corazza azzurra decorata da simboli e disegni neri ricordanti le antiche civiltà americane, curiosi pantaloni gonfi, una lunga sciarpa arancione e un elmo azzurro e nero attraversato da linee anch’esse arancioni. Con un movimento, Checker materializzò poi una katana azzurra nella sua mano destra e insieme ai suoi soldati si diresse contro Shotaro ed Elena, ingaggiando direttamente il primo in un serrato scambio lama-pugni e calci. La seconda invece, schivati i primi attacchi, avvolse i propri pugni in uno strato d’aria e attaccò i Dopant uno dopo l'altro, trapassandone il petto ma venendo anche colpita più volte allo stesso tempo, seppur senza riportare ferite gravi.

-Diamine, mi sono abituata troppo a lavorare in gruppo!- pensò la ragazza scagliando in aria un mostro con un'ondata di vento. Fortunatamente Shotaro se la cavava meglio, schivando i colpi di Checker e contrattaccando con grande abilità.

“Si può sapere perché volete quella ragazza?”, chiese il detective, abbassandosi per evitare un fendente e rispondendo con un calcio basso. Per tutta risposta, ricevette un colpo d'energia oscura che lo spedì contro il muro dell’ospedale; subito dopo, Checker disegnò una complicata ragnatela nell’aria con la sua katana, creando una serie di catene che scattarono in avanti e avvolsero il Rider.

“È una dei nostri peggiori nemici, W, non ti serve sapere altro”, rispose solo allora il demone, caricando la sua arma di energia e preparandosi a tagliare l’avversario in due. Fortunatamente, in quel momento, Elena riuscì a distruggere anche l'ultimo Dopant e scagliò una folata di vento che spinse via Checker, per poi inginocchiarsi davanti a Shotaro e tagliare le catene con un colpo di taglio della sua mano, avvolta ora in uno strato di vento che roteava con estrema velocità, sibilante e tagliente. Checker, tuttavia, si riprese in fretta e, senza perdere tempo, creò altri soldati Dopant armati prima di ripartire all’attacco.

“Elena-chan, non possiamo combattere qui. Siamo troppo vicini all’ospedale e potremmo finire per danneggiarlo in modo più o meno grave, mettendo in pericolo la vita dei pazienti all’interno. Doppiamo allontanarlo e trovare un altro campo di battaglia”, disse il Kamen Rider una volta libero. La mora lo guardò con un'espressione infastidita, ma dovette ammettere che non sbagliava.

“Non chiamarmi Elena-chan, ma va bene. Hai un modo per scappare?” Poté giurare che, sotto la maschera, Shotaro avesse assunto un sorriso sadico, perché la afferrò e se la mise sulla schiena come un sacco di patate, correndo poi verso il gruppo di nemici e scavalcandolo con un balzo all'ultimo istante, prima di dirigersi verso il parcheggio dell’ospedale. Tuttavia, la strada gli venne subito bloccata da una barriera contro cui sbatté violentemente, lasciando cadere a terra la povera guerriera; senza scoraggiarsi, il Rider provò a colpire la barriera con un paio di pugni, ma senza effetto.

“Elena-chan, tienili occupati per qualche secondo. Io rompo questa seccatura”, ordinò nuovamente Shotaro e la Zanon fu costretta ad obbedire, creando a sua volta una barriera di vento che fermò l'orda di mostri con la giacca.

“È vero quello che si dice sui Kamen Rider: non vi arrendete mai”, commentò Checker prendendo altre due chiavette e premendovi sopra prima di ‘inserirle’ in sé. ““Smilodon/Weather!!””. Questa volta la sua armatura diventò bianca e più spessa, assumendo contemporaneamente sembianze feline quali pelliccia giallo scura su braccia e gambe, artigli lunghi e rossi e due lunghe zanne a sciabola, spuntate al posto dei canini superiori. Con quel nuovo aspetto, il demone annullò facilmente con un gesto della mano il muro creato da Elena e sferrò un singolo calcio incredibilmente rapido e forte che la spedì ai piedi di Shotaro. Fortunatamente il Kamen Rider non era rimasto in panciolle: mentre Elena lo spalleggiava, aveva ripreso la chiavetta USB con cui si era trasformato e l’aveva inserita in un’entrata apposita a lato della cintura. “Joker Maximum Drive!”, tuonò una voce metallica, mentre un'energia viola chiaro si caricava nel pugno di Shotaro e questi saltava verso la barriera.

“RIDER PUNCH!”, gridò a squarciagola affondando il colpo e riducendo in frantumi il muro creato da Checker. Il demone, visto quanto successo, si gettò contro di lui, ma il detective fu abbastanza veloce da riprendere Elena e correre di nuovo verso il parcheggio dell'ospedale, dove mise la ragazza su una moto metà nera e metà verde, la cui parte frontale ricordava non poco l'elmo del proprietario. “Ehi, perché dobbiamo fuggire? Pensavo volessi combattere da qualche altre parte ora.”, protestò la figlia di Urano, mentre l'altro si sedeva accanto a lei.

“Come ho detto prima, qui rischiamo di distruggere tutto. E poi conosco gli oggetti che ha usato per trasformarsi, ora come ora non possiamo affrontarlo”, rispose Shotaro partendo ad alta velocità e infilandosi nelle strade della città.

“Quindi lo lasciamo andare? Per quello che ne sai, potrebbe aver già preso in ostaggio tutti i pazienti!”

“In quel caso, li lascerà intatti. Gli sono più utili da vivi che da morti. Comunque che hai a che fare con lui?”

“Ora ti spiego tutto, ma a titolo informativo, dove siamo? Non sembra Tokyo”, rispose la guerriera di Urano osservando le strade sotto i primi raggi del sole mattutino e non riconoscendone nessuna.

“Infatti, questa è Futo City”, rispose Shotaro tornando normale e passando i successivi minuti ascoltando la storia di Elena...e non sbattendo contro un muro per poco quando scoprì che tutti gli Showa Rider erano stati sconfitti da Diablo.

“…e questo è tutto. Decade aveva detto di fidarci dei Kamen Rider, perciò pensi di potermi aiutare?”, concluse Elena quando la moto si fermò davanti a un edificio con un cartellone che recitava 'Narumi Detective Agency'.

“Ma certo, basta che mi assumi. Dopotutto sono un detective”, disse Shotaro mettendo le chiavi nella porta. Elena alzò le spalle.

“Pensavo che voi Rider foste più altruisti. Comunque, non è un problema: i miei tutori legali posseggono una banca così grande da far sembrare la multinazionale più potente del mondo un chiosco dei gelati. Basta che fai un prezzo”, disse veritiera, pur adottando volutamente un tono ironico. Shotaro stava per rispondere, ma si beccò un colpo di qualcosa proveniente dalla porta ormai aperta e cadde a terra. Preoccupata che Checker li avesse trovati, Elena fu sul punto di trasformarsi, prima di vedere che ad attaccare il detective era stata una ragazza dai capelli neri raccolti in una coda e ancora in pigiama. Niente di pericoloso a prima vista, ma aveva un'espressione furente che alla Warrior ricordava molto Shizu arrabbiata e teneva in mano una ciabatta come se fosse stata la più pericolosa delle armi.

“Shotaro-kun, ma ti sembra questa l'ora di rientrare?! Eravamo tutti preoccupati, non sei neanche uscito con lo Stag Phone!”, sbottò lei alla povera vittima, che si rialzò massaggiandosi la fronte.

“Buongiorno anche a te, Akiko. Terui e Philip sono dentro?”, si limitò a chiedere Shotaro.

“Philip-kun è nell’hangar impegnato in qualche ricerca come al solito, mentre Ryu-kun è uscito proprio per cercarti visto che non tornavi. E non provare a cambiare discorso! Ci devi come minimo delle scuse per averci fatto preoccupare inutilmente!”, replicò la ragazza chiamata Akiko, tuttavia la sua rabbia si smorzò nel momento in cui vide l’espressione seria di Shotaro. Conosceva da abbastanza tempo il suo amico da sapere che, quando faceva quello sguardo, c’era sempre qualcosa di pericoloso sotto.

“Fidati, non l’ho fatto inutilmente. Al contrario, posso dire di avere per le mani uno dei casi più grossi che ci siano mai capitati finora.”

“Dici davvero?! E sarebbe?”

“Richiama Terui all’agenzia. Vi spiegherò tutto appena saremo al completo. Intanto, prego, Elena-chan.” Fece appena in tempo a finire la frase che un calcio tremendo negli stinchi lo fece urlare di dolore.

“Ti ho detto di non chiamarmi Elena-chan! Non prenderti tante confidenze, detective dei miei stivali uranici”, sbottò la Warrior, chiaramente seccata. Solo in quel momento, Akiko sembrò rendersi conto della sua presenza.

“E lei sarebbe…?”

“…La nostra cliente… Ahia, che male, cazzo!”, rispose con voce rotta Shotaro claudicando dentro l’agenzia.

“Sei la cliente, eh?” Akiko squadrò Elena da capo a piedi con tanta intensità che quest’ultima ne rimase quasi intimorita. Almeno finché Akiko non si sciolse in un sorriso malizioso. “Già mi sei simpatica. Mi piace il tuo stile! Ah, giusto. Io sono Narumi Akiko, il capo di quel montato e di quest’agenzia”, le disse con un inchino.

“Tu sei il capo?”, chiese Elena sgranando gli occhi. “Scusa se lo dico, ma… Così giovane?”

“Ho ventisei anni eh!” “…Ah, sì?” Non l’avrebbe mai indovinato, se non gliel’avesse detto. -Caspita se sembra più giovane- pensò prima di rispondere alla precedente presentazione: “Io mi chiamo Elena Zanon. Molto piacere.”

“Allora benvenuta, Elena-san”, disse Akiko invitandola ad entrare. Dopo un’ultima titubanza, Elena seguì i due all’interno dell’edificio, attraversando prima un ingresso piuttosto spoglio e arrivando poi nell’agenzia più eccentrica che avesse mai visto. Un piccolo salottino con un tavolo da biliardo nell’angolo e sopra di esso un tiro al bersaglio con freccette e una radio a dir poco antiquata era direttamente collegato ad un’ampia stanza con un letto a castello da una parte, una larga scrivania su cui sopra vi erano un telefono, una macchina per scrivere -seriamente?-, diversi documenti e libri dall’altra, alcune mensole con libri, una scala nel retro che pareva portare a una soffitta, un orologio a forma di elica al muro e un sacco di altre stranezze che sarebbero state bene in un ufficio degli anni 30. Seguendo Shotaro e Akiko, il primo aveva intanto rimosso il cappello e l’aveva appeso accanto ad altri simili su una porta alla parete sinistra del salottino, Elena si mosse in fretta nella stanza principale, guardandosi intorno con un’aria assolutamente incredula.

“Seriamente, ma quanti anni hai?” chiese infine avvicinandosi alla scrivania ed esaminando gli oggetti presenti. “Già pensavo che il tuo look fosse antiquato, ma questo è pure peggio… Che… Una macchina per scrivere?! Ma sai almeno cos’è un computer? E questo telefono? L’hai rubato da un antiquario?”

“Non mi aspetto che una teppista come te capisca”, ribatté Shotaro, apparentemente intoccato dal suo sarcasmo. “Tutto questo fa parte di un mondo più cool di quanto quello odierno possa mai essere. Un mondo per uomini veri, un mondo hard-boiled.” “Hard-boiled…?”, ripeté scettica Elena, mentre alle sue spalle Akiko sbuffava un:

“Eccolo che ricomincia…”

“Non esitare mai a prescindere dalla situazione. Questo è il vero stile di vita di un uomo tra gli uomini”, spiegò Shotaro come se stesse citando la più grande verità dell’esistenza, mettendosi a sedere dietro la scrivania e sfiorando gli oggetti criticati come se fossero stati i gioielli più preziosi del mondo. “Questo significa hard-boiled.” E concluse con una posa a dir poco virile, l’indice alzato che sfiorava leggermente la fronte e il pollice in su, quasi a imitare una pistola.

“…Sei davvero un montato”, fu la sola replica di Elena, per nulla colpita.

“Già! E non sei nemmeno davvero hard-boiled o quello che è! Sei più un half-boiled!”, aggiunse Akiko.

“Hard-boiled! HARD! Non HALF! Piantala di definirmi in quel modo!”

“E perché? È quello che sei!” Il litigio che poi seguì tra i due minacciò di far morire dalle risate Elena. Più che capo e subordinato, erano cane e gatto.

“Sentite, ragazzi, per quanto questo teatrino sia mortalmente divertente, credo che abbiamo cose più importanti di cui occuparci al momento. In particolare, quel folle di Checker. Ricordi, vero, Kamen Rider?”, li interruppe infine, assumendo un’espressione molto seria. A quelle parole, Shotaro ritornò istantaneamente serio a sua volta e pure Akiko sembrò agitarsi a sentirla chiamarlo così.

“Shotaro-kun, lei sa della tua…?”

“Sì, esatto. E il caso riguarda anche le Gaia Memory.” Il detective si rialzò dalla sedia e si diresse alla porta coi cappelli nel salottino. “Andiamo da Philip. Terui fra quanto sarà qui?”

“Ho ricevuto un messaggio poco fa. Due minuti e ci saremo tutti.”

“Ottimo.” Shotaro aprì la porta e invitò Elena ad entrare. La Warrior sgranò gli occhi sconvolta quando, scesa una piccola scaletta, si ritrovò in un enorme hangar segreto illuminato da delle luci blu soffuse, con una gigantesca struttura circolare dall’aspetto altamente tecnologico al centro, circondata da una griglia di passerelle e piattaforme metalliche sopra cui vi stavano diverse lavagne con molteplici scritte in pennarelli di colori diversi e, in un angolo, un piccolo divano e lì vicino qualcuno che scriveva su una delle lavagne mentre leggeva al tempo stesso un libro. Attraversando la passerella di collegamento tra le piattaforme, Elena poté vedere che si trattava di un giovane uomo dell’età di Shotaro, con corti capelli neri scompigliati e vestito pure lui in modo a dir poco eccentrico: se il detective aveva almeno costanza nel suo look datato, questo nuovo individuo aveva un look misto casual, con una maglia a maniche lunghe striata di giallo e bianco, mezziguanti gialli, pantaloni neri lunghi fino a sotto il ginocchio, scarpe rosse e un lungo soprabito blu con cappuccio e senza maniche. Ma chi era? Un nerd da laboratorio? Pure un tipo così stava nel loro gruppo?

“Elena Zanon”, disse il misterioso ragazzo senza nemmeno guardarla, facendola trasalire. Come faceva a conoscerla? “Membra delle Warrior Planet, conosciuta più precisamente come Warrior Uranus. Ho già letto tutto su di te. Ora sto studiando il resto della tua organizzazione. Non so come tu, anzi voi siate comparsi di colpo nella Biblioteca Planetaria, ma il vostro materiale è a dir poco straordinario. Strabiliante!” La sua voce aveva un tono informale ed estasiato, come un bambino davanti ad un negozio di dolciumi. Guardandosi meglio intorno, la ragazza si accorse che sulle lavagne c’erano scritte tutte frasi che riguardavano lei e le sue compagne, persino i loro superiori e i loro poteri. Sembrava di guardare la loro storia messa su carta, o meglio su lavagna.

“…Tu…mi conosci?”, chiese Elena con titubanza. Ora quel tipo le suonava quasi come uno stalker.

“Come sarebbe a dire che è comparsa di colpo nella Biblioteca Planetaria? Non erano presenti già da prima?”, domandò invece Shotaro.

“Non so come sia possibile, ma le informazioni su di lei e la sua organizzazione sono apparse tra i libri della Biblioteca Planetaria mentre svolgevo un’altra ricerca, come se una conoscenza più grande e complessa di quella del nostro mondo si fosse improvvisamente collegata ad essa”, spiegò l’altro. “E più tempo passa, più informazioni compaiono. È incredibile! Come se fossimo stati davvero collegati a un nuovo mondo!” Quelle parole fecero scattare diversi interruttori nei cervelli di Elena e Shotaro, che improvvisamente iniziarono a realizzare e collegare diverse cose.

“Lui è Philip, Elena. Il mio insostituibile partner”, disse poi il detective.

“Per pura coincidenza o magari fortuna, sembra essere entrato già in contatto con te e la tua realtà. Tanto meglio, questo ci risparmierà tempo.”

“Molto lieto di conoscerti, Elena- san”, la salutò l’ora identificato Philip.

“Piace- Aspetta un secondo, vorresti farmi credere che tutte queste cose su di me e le mie compagne le hai studiate e scritte solo da quando abbiamo lasciato l’ospedale?!”, chiese Elena incredula.

“Più o meno sì. E mi mancano ancora un sacco di cose da studiare.” La Warrior era a dir poco sconvolta e si girò verso Shotaro in cerca di risposte, ma questi si limitò ad alzare le spalle.

“Meglio che aspettiamo che ci siano anche-” Venne interrotto quando Akiko entrò nella stanza tirando per una mano un nuovo arrivato, un uomo forse poco più vecchio di Shotaro e Philip dai corti capelli neri schiacciati e tirati da un lato, che indossava una giacca di pelle rossa sopra una maglia nera e pantaloni anch’essi in pelle rossa. Anche se ne non aveva esattamente il classico abbigliamento, emanava la tipica aria da poliziotto duro e inflessibile, di quelli che non badavano alle mezze misure per assicurare i malviventi alla giustizia. “Ecco appunto.”

“Elena-san? Vorrei presentarti l’ispettore della polizia di Futo nonché mio marito, Terui Ryu”, disse Akiko indicando il nuovo arrivato, che le rivolse un sorriso prima di inchinarsi alla Warrior.

“Molto piacere”, si presentò quello con voce chiara e decisa.

“Marito?”, non poté non chiedere Elena. Così giovani erano già sposati? Decise di accantonare il pensiero per il momento, c’erano altre priorità dopotutto. “Sono anch’io molto lieta di conoscerti, Ryu. Sono Elena Zanon. Sei anche tu un Kamen Rider come Shotaro, vero?”, aggiunse poi tirando a indovinare.

“Proprio così. Kamen Rider Accel, per servire la legge e la giustizia”, rispose Ryu. “E se tu ti trovi qui e conosci le nostre identità, allora significa che nemmeno tu sei una normale ragazza, giusto? E che la situazione è critica proprio come mi ha detto Akiko, dico bene?”

“Più che bene”, rispose la guerriera di Urano prima di rivolgere un sorrisetto beffardo a Shotaro. “Direi che è lui qua il tipo, come dici tu, hard-boiled. Al momento ti batte tre a zero in fatto di virilità, sai?”

“Ohi! Bada a come parli!”, sbottò il detective, chiaramente offeso. “Essere hard-boiled non è certo una cosa alla portata della comune polizia, che credi?”

“Dunque un ispettore che è pure un Kamen Rider sarebbe un comune poliziotto?” Shotaro fece per replicare, ma nessuna parola uscì dalla sua bocca aperta, chiaramente spiazzato dall’affermazione della ragazza, la quale ghignò nel vederlo così. “Appunto.”

“Hem-hem!”, si schiarì Akiko. “Per quanto mi diverta vederti sbeffeggiarlo, non credete che sia ora di parlarci di quello che succede?”

“Sarà meglio, sì”, disse Shotaro, contento di tirarsi fuori da quella conversazione imbarazzante, assumendo un atteggiamento ben più serio. “Le cose stanno così…” Lui ed Elena passarono i successivi dieci minuti a spiegare l’intera situazione a Philip, Ryu e Akiko, dalla sconfitta degli Showa Rider per mano di Diablo all’attuale minaccia di Checker. Quando ebbero finito, i tre erano uno più pensieroso o preoccupato dell’altro.

“Demoni, guerriere planetarie e un’organizzazione che combatte i primi viaggiando nello spazio cosmico ed eventualmente anche nel tempo, un Kamen Rider malvagio creato dal signore dei demoni, gli Showa Rider prigionieri e un demone capace di usare le Gaia Memory”, riosservò tutto Ryu con aria di colpo stanca. “Sembra tutto così assurdo, eppure non posso negarne la realtà dopo tutto quello che abbiamo già vissuto. Ora capisco perché eri così agitato, Hidari.”

“Già. Piuttosto sono sorpreso che Tsukasa non sia ancora venuto a dirmi niente. Eppure dovrebbe essere più consapevole di chiunque altro di noi della delicatezza della situazione attuale.”

“O forse al momento è impossibilitato per qualche motivo”, ipotizzò Philip. “Conoscendo Decade, posso dire con certezza che non è il tipo da stare fuori una battaglia del genere, soprattutto considerando che ha già affrontato una volta quel Diablo e dunque dovrebbe sapere come combatterlo. Certo, è un tipo piuttosto capriccioso ed è impossibile prevedere cosa gli passa per la testa, ma sa benissimo quando è tempo di prendere le cose alla leggera e quando no. Hai detto che Diablo si è ritirato dopo essere stato ferito gravemente, giusto?” Elena annuì. “Questo mi fa arrivare solo a poche possibili conclusioni.” Anche Shotaro parve intuirlo, visto che si voltò verso di lui.

“Vuoi forse suggerire che sia andato a cercare Diablo per finirlo?”

“Forse. O forse sta attirando la sua attenzione lontano dalle Warrior e gli altri Rider. Dopotutto dobbiamo tenere conto che quel demone si è definito un cacciatore di Kamen Rider, dunque è sicuro che ci cercherebbe ancora dopo essersi ripreso e questo ci metterebbe in serio pericolo, soprattutto considerando che è un nemico così potente e probabilmente lo sarà ancora di più la prossima volta. Decade l’ha già sfidato e dunque non solo sa come combatterlo, ma al momento è quello più nel mirino dello stesso Diablo.”

“Come fai a dirlo?”, chiese Elena.

“Hai detto che è un tipo forte e combattivo ma anche con un certo senso dell’onore, no? Questo mi suggerisce che sia uno che detesta l’umiliazione della sconfitta e per questo vorrebbe a tutti i costi una rivincita da colui che l’ha sconfitto, in questo caso Decade appunto.”

“Significa che ci conviene agire più in fretta che possiamo, prima che Diablo possa prendere Tsukasa e magari venire poi ad aiutare il suo fratellino contro di noi”, disse Shotaro, concludendo il puzzle. “Philip, ci serve un piano per battere quel Checker come prima cosa. Puoi accedere alla Biblioteca Planetaria?”

“Subito.” Allargando leggermente le braccia, Philip chiuse gli occhi e parve cadere in una sorta di trance perché pure il suo respiro rallentò fin quasi a sparire. Elena lo fissò sorpresa prima di voltarsi verso gli altri, in cerca di spiegazioni.

“Philip ha la capacità di accedere alla Biblioteca Planetaria, una raccolta di tutte le informazioni conosciute al mondo. È chiamata anche Gaia Library ed è collegata direttamente al flusso vitale del pianeta. Inoltre, è da lì che provengono le Gaia Memory che usiamo. Puoi definirla come la vera Gaia Memory”, spiegò Shotaro.

“Connettendosi ad essa, può eseguire una ricerca riguardo qualsiasi cosa gli chiediamo tramite alcune parole chiave e, alla fine, è in grado di dirci non solo tutto a riguardo, ma anche di scoprire eventuali segreti.” Elena rivolse uno sguardo sbalordito al giovane in trance.

“Incredibile…”

“Ci sono, Shotaro”, disse ad un tratto Philip.“Parole chiave?”

“’Gaia Memory’. ‘Demoni’. ‘Copia’. ‘Collegamento’”, rispose Shotaro. Dopo qualche secondo, Philip tornò a parlare:

“Ho ancora più di un risultato possibile. Mi serve qualcos’altro per arrivare al punto.

” “Prova ‘computer’”, s’intromise a quel punto Ryu e allora, dopo un paio di altri secondi in più, Philip annunciò riaprendo gli occhi: “Trovato!” Gli altri si misero in ascolto.

“Questo essere, Checker, stando a quanto ha detto e dimostrato di fare, ha ottenuto un qualche collegamento con la Gaia Library e dunque la capacità di usare le Gaia Memory generate dal flusso vitale del pianeta, tuttavia questo non sarebbe possibile senza due cose: una tecnologia abbastanza avanzata per recuperare i residui di memoria delle Memory e poter ricreare anche quelle distrutte e un corpo capace di reggere il loro potere. Ha detto che è stato creato con questo scopo, dunque è probabile che il suo creatore abbia reso il suo corpo tale durante il processo, ma per poterlo fare, questi avrebbe dovuto prima studiare a fondo la vera Gaia Memory e costruire qualcosa per poterla imbrigliare e controllare, qualcosa che avrebbe poi implementato nella creazione di Checker per dargli le sue abilità. E quel qualcosa è sicuramente ancora presente.”

“…Vuoi forse dire che Checker ha una specie di connessione diretta alla Gaia Memory tramite un qualche congegno impiantato che gli permette di generare le Memory da lui desiderate sul momento e di utilizzarle grazie al suo corpo modificato apposta? Come una specie di wireless interiore?”, azzardò Shotaro.

“Precisamente. Le Gaia Memory che ha usato finora erano state tutte distrutte da noi in precedenza e il collegamento alla memoria del flusso del pianeta è qualcosa di estremamente complesso e difficile, soprattutto per recuperare qualcosa già raccolta in precedenza. Per quanto il suo creatore sia potente, non fa direttamente parte del nostro mondo e dunque dubito che abbia potuto creare più di una via d’accesso alla vera Gaia Memory in così poco tempo. Anche la mia famiglia impiegò più di un decennio per avere diretto accesso ad essa dopotutto e mio padre aveva dedicato buona parte della vita al suo studio. Inoltre, Checker stesso ha detto di essere uscito imperfetto dalla sua creazione, un risultato difettoso in breve. Questo mi porta a pensare che il suo creatore l’abbia creato implementando in lui la conoscenza finora raccolta e la tecnologia finora sviluppata sulla Gaia Memory per permettergli di acquisire i suoi poteri direttamente da essa, ma non è riuscito né a creare una perfetta via d’accesso ad essa né un essere capace di usare il suo potere appieno. Un buon risultato considerando il breve tempo impiegato per farlo, ma ancora lontano da quello ottenuto dalla mia famiglia tramite i Driver. Direi che è più simile all’uso che ne faceva Isaka Shinkuro.”

“Un momento, la tua famiglia c’entrava con queste Gaia Memory?”, domandò Elena sorpresa. Philip si rabbuiò in risposta.

“Il mio vero nome è Sonozaki Raito, Elena-san”, spiegò. “E fu la mia famiglia a scoprire il flusso vitale del pianeta, ad avervi accesso e creare così sia le Gaia Memory che il mio collegamento con la Biblioteca Planetaria. E sempre loro furono quelli che minacciarono Futo City, sfruttando e mettendo in pericolo i suoi abitanti per scoprire meglio i poteri della vera Gaia Memory e riuscire un giorno a dominarla per controllare il mondo stesso. Almeno finché Shotaro non li sconfisse e mi liberò dal mio fardello.”

“Ehi, non fare quella faccia!”, disse Shotaro battendogli amichevolmente sulla spalla. “Sei il mio partner e Futo è la mia città, perciò era mio dovere e piacere farlo. Lo sai, vero?” La risposta di Philip fu un sorriso grato.

-Forse in fin dei conti è davvero un tipo quasi figo- pensò Elena guardando Shotaro con occhi nuovi. Malgrado i suoi atteggiamenti, il giovane detective sembrava essere davvero all’altezza del suo nome di Kamen Rider e protettore della città. Non che glielo avrebbe mai detto, figurarsi.

“Tornando alla questione… Significa che se riuscissimo a interrompere in qualche modo il collegamento di Checker alla Gaia Memory, lui perderebbe tutti i poteri o almeno la capacità di acquisire altre Memory da essa, giusto?”

“Altamente probabile”, fu la risposta di Philip. “Ma ci conviene agire in fretta perché è altrettanto probabile che più tempo rimarrà collegato alla Gaia Memory, più dimestichezza e abitudine svilupperà con il suo potere, rendendosi così sempre più forte e pericoloso.”

“Allora che siamo aspettando?! Diamogli una lezione!”, sentenziò con forza Akiko.

“Sai, Akiko, tu mi ricordi un po' la mia amica Itsuki, con una spruzzata della nostra leader. La cosa mi piace”, commentò Elena notando il suo entusiasmo.

“Oh, lo prendo come un complimento. Gli altri invece chi sono?”, domandò lei curiosa.

“Mmh, per ora inquadro Philip come un misto tra Nanà, che è la saccentona del gruppo, e Inori, che è la più piccola. Ryu e Shotaro devo ancora decidere.”

“Tsk, io sono unico”, commentò vagamente tronfio il detective prima di premere un pulsante su una specie di telefono. “Comunque, se dobbiamo trovarlo, c'è un solo posto da cui cominciare a cercare indizi.” Quando finì di parlare, due delle piattaforme su cui il gruppo si trovava si chiusero su di loro, mentre il resto della struttura si attaccava a esse.

“M-Ma cosa?!”, esclamò Elena stupita da quella sorpresa, persino essendo abituata  all'hangar di Xana, che sboccava direttamente sulla baia di Tokyo. In breve, i cinque si trovarono all'interno di una specie di carrarmato o camion la cui facciata ricordava a grandi linee l'elmo di Shotaro, con due grandi attenne a ricordare una W, larghi occhi rossi da insetto e otto ruote motrici che si misero subito in movimento per uscire dal garage.

“Tranquilla, Elena-san, è solo il nostro veicolo, il RevolGarry”, la rassicurò Philip, mentre Akiko seccata dava un altro colpo di pantofola a Shotaro.

“Ma avverti la prossima volta!”

“Scuuuusa se siamo di fretta…”, rispose il detective sotto lo sguardo a metà tra il divertito e il terrorizzato della cliente italiana. Fortunatamente quel mostro era molto più sicuro di quanto sembrasse e, a parte molto tremolio da tutte le parti, arrivarono a destinazione in circa mezz'ora senza incidenti, anche se la Warrior era sicura che avessero saltato un paio di volte... Non si azzardò a chiedere come.

“Tu...sei totalmente scemo”, fece Elena puntando il dito contro Shotaro e andandogli contro. Dal canto suo, il Kamen Rider rimase impassibile mentre i restanti tre cercavano di nascondere un risolino.

“L'ho detto, eravamo di fretta e stavolta non devo interrogare nessuno per scoprire dove andare. Perché è qui che è cominciato tutto”, rispose lui ignorando la lamentela e indicandole il luogo dov'erano giunti. Sembrava trattarsi di un enorme parco, pieno di alberi e con un immenso prato ormai incolto, ma c'erano anche quelle che erano decisamente le rovine di un'immensa villa.

“Che cos'è questo posto?”, chiese curiosa. C'era qualcosa di strano, avvertiva un'immensa tristezza tutto attorno, come se una tragedia si fosse abbattuta lì diverso tempo prima e volesse ancora farsi ricordare.

“La tenuta Sonozaki, la mia vecchia casa e dove una volta si trovava la vera Gaia Memory”, rispose Philip malinconico e con un'espressione triste. Nonostante quello che i suoi parenti avevano fatto, non si sentiva di odiarli; d'altronde, era grazie anche al loro estremo sacrificio se alla fine era potuto restare insieme al proprio partner per difendere Futo.

“Vi era un pozzo che dava direttamente alla Biblioteca Planetaria, possiamo dire”, chiarì Ryu, continuando da dove aveva interrotto l'amico, “e avevano scoperto come estrarre le informazioni che poi sarebbero diventate Gaia Memory.”

“Quindi sperate di trovare qualcosa qui?”

“Beh, se c'è un posto da cui cominciare a scoprire come sono nati i poteri di Checker, è questo. Potrebbe esserne addirittura la fonte, se è stato riesumato il pozzo della Gaia Memory”, rispose nuovamente Philip e, a un suo gesto, degli strani esseri uscirono dal RevolGarry. A uno sguardo più preciso, Elena si accorse che erano dei robottini a forma di animali, che le dissero chiamarsi Memory Gadget. Il gruppo si mise quindi a rovistare tra le macerie, cercando qualsiasi segno che facesse pensare che qualcuno avesse riattivato la vera Gaia Memory. Nel frattempo, le uniche due donne presenti discutevano.

“Elena, non so se invidiarti o avere pietà di te. Una squadra tutta di ragazze...”

“Sì, capisco cosa vuoi dire. Io e Marisa ci conosciamo da quando siamo nate e a volte ancora ci accapigliamo. Per fortuna Shizu, Silvia e l'Ammiraglio sanno come sistemare tutto. A proposito, com'è vivere con due Kamen Rider ed essere sposata a uno di loro?” Lei scrollò le spalle.

“Complicato, ma anche divertente. Ho avuto l'occasione di incontrare e aiutare decine di persone e vivere avventure incredibili, ma puoi immaginare come mi preoccupi ogni volta che Ryu esce di casa. Meglio non dica cos'è successo il giorno del nostro matrimonio. E poi anche mio padre era un Kamen Rider. Sokichi Narumi, alias Kamen Rider Skull, il primo difensore di Futo.”

“E dov'è ora, in pensione?”, scherzò la mora prima di notare lo sguardo triste della giovane donna e capire cosa fosse successo. Purtroppo, non era mai stata la migliore a parlare di famiglia, gli unici genitori che aveva avuto erano stati Michael e Silvia. “Oh, scusa. Tendo ad aprire troppo la bocca.”

“Nah, tranquilla, tanto è successo anni fa. Purtroppo, dopo una missione, venne...infettato e non poté più starmi accanto, ma prese con sé Shotaro-kun come apprendista perché lo sostituisse e potesse proteggere me e Futo. Morì proprio la notte in cui salvarono Philip-kun.” Elena, in quel momento, si voltò verso i tre maschi. Shotaro stava facendo una strana danza simile a quello di una scimmia e Philip gli diede una pacca sulla spalla prima di farsi una risata.

“Sì, ora penso di stare inquadrando un po' quel cretino. Ti ricorda tuo padre, vero?”. Akiko emise una breve risata prima di posarsi su un pezzo di roccia.

“Eh, no! Mio padre era un duro sul serio, che mi telefonava e picchiava cattivi contemporaneamente. Come il mio Ryu. Ora aspetta, credo di aver trovato qualcosa...”, disse tirando la roccia con un po' più di sforzo. Quando però alzò la suddetta in una sua posizione di trionfo, dallo spazio sottostante comparve una figura nera, una delle stesse che avevano accompagnato Checker. Elena si mosse per distruggerlo prima che potesse fare alcunché, ma Akiko la precedette facendo cadere inavvertitamente la roccia sul mostro.

“Complimenti per i riflessi”, le disse la figlia di Urano, prima che l’altra prendesse però la sua ciabatta, l'arma più terribile mai conosciuta da Kamen Rider e mostri d'ogni genere.

“Non era l'unico”, commentò arrabbiata quando altri Dopant simili a scheletri uscirono dalle macerie, tutti armati. Elena si trasformò, mentre Ryu le raggiungeva, ora equipaggiato con un Driver simile al manubrio di una moto.

“Nessuno tocca mia moglie se posso impedirlo”, disse inferocito prima di prendere una Gaia Memory rossa, da cui partì un: “Accel!”, inserirla nella cintura, e girare l'acceleratore, da cui partì un rombo. “HEN...SHIN!”, gridò. Una figura d'energia rossa arancio, simile al contatore di una moto, si formò attorno a lui e lo avvolse in un'armatura scarlatta con grossi spallacci, un elmo con decorazioni argentate sotto gli occhi e tra di essi a formare un corno e lenti blu scuro. Protezioni metallizzate si trovavano su braccia, gambe e addome, mentre sulla schiena aveva uno strano zaino simile sempre al manubrio di una moto.

“Vai, Ryu-kun!”, lo incitò Akiko. L'ispettore si lanciò quindi contro gli avversari, stendendoli rapidamente e schivando al tempo stesso i colpi. Lo stile di Ryu si soffermava soprattutto su forza e velocità, ma Elena notò che anche in lui, così come in Shotaro, la tecnica non mancava di sicuro.

-Cazzo, ho ancora tanto da imparare- pensò la guerriera di Urano, quando l'uomo prese una spada con un'impugnatura a fucile da chissà dove e la usò per indicare Shotaro e Philip, che stavano avendo il loro ben da fare, ma con ancora più nemici. Peggio che mai, tra di essi c'era anche Checker, di nuovo trasformato nel guerriero ibrido Smilodon/Weather del precedente scontro e impegnato in un corpo a corpo col detective, visibilmente in svantaggio.

“Va ad aiutarli, qui ce la caviamo!”, gridò l’ispettore infilzando un Dopant. Elena lasciò quindi i due e, alzandosi in volo con un soffio di vento, atterrò proprio su un Dopant armato di ascia che stava per attaccare alle spalle Philip, a sua volta impegnato con un altro avversario. Da lì creò un proiettile di vento contro il sorpreso Checker, scagliandolo lontano insieme a vari sottoposti.

“Uff, speravo che il ‘dividi et impera’ sarebbe bastato…”, sbuffò il demone col solito tono annoiato rimettendosi in piedi e pulendosi dalla polvere. Ancora una volta Elena si chiese come qualcuno conosciuto come 'Il Male Universale', sempre impegnato ad escogitare nuovi piani per distruggere la Terra, potesse creare qualcuno così svogliato.

“Non sarebbe il caso di trasformarsi?”, chiese la Warrior creando una lama di vento per tagliare in due un altro mostro.

“Subito, maestà”, disse ironico Shotaro alzando la Joker Memory e facendo apparire nuovamente il suo Driver, solo che questa volta, come notò subito Elena, aveva due aperture per le Gaia Memory. A sorpresa della ragazza, inoltre, anche a Philip apparve lo stesso Driver; quest’ultimo prese poi una Memory verde, da cui fuoriuscì un “Cyclone!”

“Due Kamen Rider? Di bene in meglio”, esclamò lei, contenta che ci fosse finalmente una buona notizia.

“Non proprio, Elena-san”, la corresse Philip, dando un calcio a un altro Dopant.

“Cosa?”

“Noi non siamo due Kamen Rider... Noi siamo un unico detective e un unico Kamen Rider”, concluse Shotaro inserendo la sua Memory nel proprio Driver, mentre il compagno inseriva la propria nel suo. La Cyclone Memory scomparve per riapparire subito nell’altro ingresso del Driver del detective accanto alla Joker Memory e Philip parve perdere i sensi in quel momento. Shotaro lo prese al volo e lo adagiò a terra prima di rialzarsi e piegare i due scompartimenti della cintura ai lati opposti a formare una W, gridando la propria trasformazione: “HENSHIN!”

Come all'ospedale venne avvolto da diversi cristalli viola, ma questa volta ad accompagnarli c'era anche un piccolo tornado e diversi altri cristalli verdi. A fine processo, la nuova tuta materializzatasi aveva la metà sinistra come quella nera e viola della forma di Joker, mentre la destra era verde e con decorazioni dorate, ma per il resto identica, e aveva una lunga sciarpa bianca intorno al collo. Così trasformato, il Rider chiamò il RevolGarry per mettere al sicuro al suo interno il corpo di Philip, poi si rivolse a Checker col suo solito gesto. “Kamen Rider W. Conta i tuoi peccati, demone”, gli intimò con una doppia voce, mentre entrambi gli occhi scintillavano di rosso. Così sfidato, il demone si lanciò contro il proprio obbiettivo, lanciando rapide artigliate miste a raffiche di ghiaccio che l’altro schivò sul momento e contrattaccò con grande rapidità. Elena si unì in fretta a lui, colpendo la testa di Checker con un calcio e poi manipolando la pressione dell'aria per scagliargli contro potenti onde d’urto sufficienti a spaccare il terreno e farlo arretrare.

“Niente male, Warrior Uranus, ma manchi di...versatilità!”, la prese in giro il demone scagliandole contro un fulmine e centrandola dritta in petto. Shotaro e Philip, vedendo l'accaduto, cambiarono le Memory, inserendone una color platino al posto della Joker e un'altra rossa al posto della Cyclone. “Heat, Metal!”, squillò il Driver e la corazza cambiò nuovamente, diventando grigio metallizzata a destra e rossa a sinistra, e sulla schiena del Rider comparve un lungo bastone da battaglia. Dopo averlo impugnato, si diresse verso Checker, parando i vari attacchi elettrici e contrattaccando con un mix di calci e colpi di bastone, che l’avversario parò a sua volta con la katana dell’appena riattivata Nazca Memory.

“Heh, te la cavi bene per usare poteri che non ti appartengono”, commentò la voce di Shotaro dal lato sinistro del nuovo Rider schivando con un balzo un fendente, quasi ammirato.

“Grazie. Devo dire che avere i giorni contati è un buon incentivo quando si tratta di allenarsi”, rispose l’altro attaccando nuovamente con la katana e scontrandosi col bastone dell'avversario.

“Cosa?”, chiese la voce di Philip dal lato destro del Rider, stupito dal commento del demone. Prima che quello potesse rispondere, però, venne travolto da un ciclone creato da Elena, che lo spedì dritto contro una macchia d'alberi, radendola al suolo con una grossa onda d'urto.

“Però, Shotaro. Ti stavo decisamente sottovalutando. Ma cos'avete fatto esattamente?”, chiese la mora ai due investigatori fusi. Shotaro ovviamente non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma era felice di aver finalmente ricevuto un complimento dalla ragazza.

“Quando io e Shotaro ci trasformiamo insieme usando il Double Driver, diventiamo un unico Kamen Rider, W. In questo modo, possiamo combinare senza problemi i poteri delle nostre Gaia Memory e sopperire uno alle debolezze dell'altro.”

“Due partner perfetti, come Groucho e Dylan Dog.”

“Chi?”, chiese Shotaro, incuriosito dal paragone.

“Ah, sono i protagonisti di un fumetto italiano, ma vivono in Inghilterra. Dylan è un investigatore del paranormale eternamente squattrinato ma molto intelligente, amico con un ispettore e il cui assistente, identico a uno dei fratelli Marx, racconta barzellette di dubbio gusto. Devo dire che in questo caso tu vinci, Philip”, spiegò lei con una mezza risata.

“Oh. In questo caso, siamo entrambi onorati dal paragone”, la ringraziò Philip.

“…Solo che Dylan in più di trent'anni si è fatto pressappoco metà della popolazione femminile inglese e oltre”, scherzò Elena, non riuscendo a resistere dal punzecchiare un'altra volta Shotaro, il quale si avvicinò furioso nonostante i tentativi del partner di calmarlo.

“Ehi, sappi che io...”, iniziò, prima di venire interrotto da Checker. Il mostro si era infatti ripreso ed era atterrato tra i due, colpendoli contemporaneamente con un fendente rotante.

“Siamo qui per discutere della vita sessuale di W o dobbiamo combattere? Sono un demone impegnato”, chiese prima che il suddetto Rider si riprendesse e lo colpisse in pieno petto con una stoccata del suo bastone.

“Scusa, dovevamo chiarire due cose. Poi, che intendevi con l'avere i giorni contati?”

L'altro per tutta risposta fece un sorrisetto amaro e rispose: “Semplice, io e i miei fratelli non siamo semplicemente difettosi per aspetto e abilità, anche la nostra durata vitale è molto limitata. Nostro padre ha provato a stabilizzarci con metodi diversi, nel mio caso impianti da cyborg e una connessione al vostro pianeta, ma si è basato sulle scarse conoscenze che aveva dello spirito della Gaia(1) del nostro mondo, W, e non è bastato. Mi restano tre o quattro giorni al massimo, probabilmente meno visto che queste Memory mi affaticano ancora più in fretta.”

“Cosa? Sapevo che Astaroth fosse un bastardo da quando ha spedito Belphagor a tormentare me e Marisa, ma torturare così i suoi figli è il colmo! Come puoi ancora servirlo?”, esclamò Elena, veramente infuriata sia col signore demoniaco che con quell'essere apparentemente privo d'emozioni di fronte a lei.

“Ho forse altra scelta?”, fu l’incolore risposta di Checker. “Fammi indovinare: potrei unirmi a voi buoni? Combattere il mio creatore? Fare qualcosa di nobile nella mia breve vita per elevare in qualche modo la mia anima corrotta? Perché è la cosa giusta da fare? Bah, che noia. Risparmiati i cliché del buono che prova a convincere il cattivo a passare dalla sua parte con qualche smielato discorso buonista.” Quasi a voler evidenziare il suo fastidio per un simile argomento, il demone si infilò e girò pigramente un dito nell’orecchio, come a volerlo sturare. “Sinceramente vuoi che ti risponda? Semplice: lo servo perché Lord Astaroth è e rimane il mio signore e creatore. Senza di lui, non avrei nemmeno avuto questa breve vita che tuttora possiedo, sarei stato meno che polvere, assolutamente nulla. Non è forse già questo un motivo più che sufficiente per servirlo fedelmente? E poi, è proprio perché sto dalla parte di Lord Astaroth che posso compiere i miei esperimenti senza preoccuparmi di lamentele o proteste sulla loro dubbia moralità. Moralità… Che parola noiosa e ributtante. Io non sono come alcuni miei fratelli guerrafondai. Testare e scoprire nuovi effetti di poteri già esistenti o estinti, come appunto le Gaia Memory, vedere quali siano le loro effettive potenzialità e come poterle applicare senza alcuna paura di eventuali effetti negativi… Queste sono passioni per cui vale la pena spendere la propria vita, dico io. E Lord Astaroth me le garantisce. Che poi possa farlo in una nuova vita eterna o anche solo in questa attuale e breve, sinceramente non me ne frega un cazzo. Finché vivo, voglio vivere come mi pare e stare qui a dar retta a voi paladini della giustizia non è di certo tra i miei interessi. E questo è quanto. Contenta?”

“…Sei rivoltante.” Elena non era affatto contenta, tutt’altro. Ora più che mai vedeva in quel demone non solo una seria minaccia, ma anche una delle personalità più odiose e spregevoli che avesse mai visto. Checker non aveva alcun reale rispetto della vita, a malapena lo aveva per la propria, era interessato solo ai suoi inumani esperimenti e ai loro risultati, completamente incurante delle catastrofi che potevano causare. Era un essere menefreghista e insensibile, incapace di provare emozioni positive e, a quanto pareva, succube volontario del suo creatore Astaroth. Parlare con lui non era altro che uno spreco di tempo.

“Sei stato molto chiaro”, disse Philip dal lato rosso di W. “Ora abbiamo le idee chiare, giusto, Shotaro?”

“Assolutamente”, rispose Shotaro dal lato color platino di W. “In parole povere, prima ti abbattiamo e meglio è.” Ed estrasse la Metal Memory dal Driver per poi inserirla in un’apposita entrata identica sul bastone che impugnava, mentre la voce della cintura esclamava: “Metal Maximum Drive!”

“Mi piace di più il tuo modo di pensare, W. Diretto e semplice, come dovrebbero sempre essere le cose!”, disse Checker chiaramente compiaciuto, richiamando il potere della Nazca Memory ma subendo nel processo una nuova metamorfosi: da azzurra, la corazza divenne arancione, i pantaloni rossi e i disegni sul suo corpo da neri a bianchi, mentre la sua energia aumentava notevolmente. Assunto quel nuovo aspetto, il demone si scagliò sul Rider a velocità supersonica con la katana tesa di lato per colpire.

““Metal Branding!!””, urlò W contrapponendo il proprio bastone all’assalto nemico; le due estremità dell’arma sputavano ora posteriormente delle potenti lingue di fuoco, conferendo al Rider un’incredibile accelerazione in avanti, come un missile. Katana e bastone s’incontrarono a mezz’aria e, dopo alcuni secondi di stallo, fu la prima ad avere la peggio: la lama si spezzò violentemente in due e il bastone proseguì la sua corsa colpendo Checker in pieno petto e sbalzandolo indietro di parecchi metri. Quest’ultimo crollò a terra e riassunse la sua forma originaria, mentre la Nazca Memory schizzava fuori dal suo corpo e andava in pezzi come effetto del Maximum Drive.

“Bel colpo!”, si complimentò Elena affiancandolo. L’altro rispose con una risatina soddisfatta prima di rivolgersi al nemico.

“Quelle Memory sono il risultato del lavoro di tutta la vita della mia famiglia e appartengono alla Terra stessa. Non hai né il diritto né il merito di usarle!”, esclamò Philip. Il demone, però, si rialzò impassibile.

“Credi davvero di potermi giudicare dopo quello che ha fatto la tua famiglia, W? Anzi, Sonozaki Raito?”, gli chiese in tono vagamente beffardo.

“Non giustifico l’operato della mia famiglia, né ho intenzione di difendere le loro azioni, ma so che loro volevano comunque operare a fin di bene e, alla fine, hanno saputo riconoscere i loro errori e pentirsene. Per questo, io li perdono e non permetterò che la loro memoria venga infangata ulteriormente da qualcuno come te!”

“Ben detto, partner!”, disse Shotaro. “Inoltre, non dimentichiamo che con la tua sola presenza e i tuoi esperimenti, stai mettendo in pericolo ancora una volta i cittadini di Futo e io questo non lo perdono! In quanto detective e Kamen Rider di questa stupenda città, non ti permetterò di abusarne oltre!” Il Rider afferrò ed estrasse poi entrambe le Memory dal Driver e ne prese altre due, stavolta una dorata e l’altra blu, che inserì subito al posto delle precedenti prima di riattivare la cintura. “Luna, Trigger!”, urlò la voce metallica di quest’ultima, mentre il bastone di W svaniva, la metà rossa diveniva dorata, quella platino cambiava in blu e una sorta di grossa pistola simile ad una magnum compariva sul pettorale della seconda metà, subito impugnata dalla mano destra di W.

Elena rivolse una nuova occhiata sorpresa e ammirata al suo nuovo, anzi ai suoi nuovi compagni; quei due erano senza dubbio la coppia di partner più stravagante e insolita che avesse mai conosciuto, ma erano anche una delle più toste e incredibili. Erano diversi come il giorno e la notte, eppure accomunati da un comune e invidiabile senso di giustizia, tanto forte da creare tra loro una chimica e una sincronia pari a quella tra lei e le sue compagne, forse anche superiore e, in nome di quella giustizia, loro erano pronti ad affrontare qualsiasi nemico o pericolo.

“Dopo una simile dichiarazione, non posso certo essere da meno!”, esclamò ricoprendo le proprie braccia con due vortici d’aria. “Aprite la strada, ragazzi, e penserò io a finirlo una volta per tutte! Se uniamo le forze, vinceremo facilmente!”

“Ricevuto, ragazza!”, replicò la voce di Shotaro prima di fare fuoco. Invece di normali proiettili, la pistola sparò una serie globi di luce dorata che seguivano una traiettoria ondulata e curva prima di piombare sul nemico, il quale si ritrovò così colpito da tutte le direzioni da quegli strani colpi e fu costretto a indietreggiare e muoversi lateralmente per evitarli, ma ogni volta che si spostava, i globi lo inseguivano.

“Bel trucchetto, W, ma che mi dici di questo?”, fece Checker balzando in aria e attivando due Memory: “Smilodon/Invisible!”, annunciarono queste ultime prima di entrare nel corpo del demone e dargli ancora una volta i tratti da tigre dai denti a sciabola; in aggiunta, però, subito dopo essersi trasformato, questi sparì nel nulla.

“Che è successo?!”, domandò confusa Elena, ma prima che Shotaro o Philip potessero risponderle, sia lei che il Rider con due anime vennero scagliati a terra da una feroce serie di colpi che riconobbero al tatto come artigliate.

“Quel maledetto…! Si è reso invisibile!”, fece Shotaro con voce dolorante provando a rialzarsi, ma un’altra artigliata lo prese al petto e lo ributtò a terra.

“Cosa?!”, fece Elena prima di subire a sua volta altre due artigliate che le lacerarono il costume e la carne su braccio e fianco sinistri, facendola sanguinare e urlare di dolore.

“Vi è piaciuto? Proviamo ad aggiungerci anche questo”, fece Checker tornando visibile e generando una nuova Memory tra le dita, dalla quale provenne il nome: “T-Rex!” Inserita anche quest’ultima, il suo corpo mutò drasticamente: le parti non coperte di pelo di braccia e gambe si ricoprirono invece di squame grigio-verdastre e l’intero busto si tramutò in una sorta di enorme testa di tirannosauro con tanto di occhi, naso e denti aguzzi, mentre una lunga coda scheletrica spuntava alle sue spalle. Così mutato, il demone scomparve di nuovo.

“Che diavolo vuole fare?”, domandò Elena guardandosi intorno per provare a localizzarlo. “Ricordo quella Memory. Un gran brutto ricordo, a dirla tutta…”, rispose Shotaro con voce rotta, ripensando al giorno in cui aveva incontrato Akiko e perso un'altra persona cara. “Meglio rimanere in-” Non fece in tempo a concludere la frase che l’onda d’urto di un devastante ruggito li investì con una violenza inaudita, sollevandoli in aria e mandandoli poi a ruzzolare lungo il suolo, storditi e indeboliti. W cercò di rialzarsi per primo, seppur barcollante per il tremendo colpo subito, mentre Elena, non potendo contare come lui sulla protezione dell’elmo, era talmente assordata da quel tremendo urlo che i timpani le vibravano ancora, impedendole di stare in piedi.

“Allora, Warrior Uranus, credi ancora che sarà così facile sconfiggermi?”, domandò beffarda la voce di Checker, apparentemente da ogni direzione. “Voi sarete anche in due, anzi tre, ma io ho dalla mia la potenza della vera Gaia Memory, la potenza originale della Terra stessa! Come potete sperare di battermi?”

“Beh… Qui sei tu a sbagliarti”, ribatté Shotaro in tono stranamente spavaldo. “Chi ha detto che siamo solo in tre?” E quasi a volergli rispondere, in quel momento la voce di Akiko urlò: “Da quella parte, caro! È LAGGIÙ!”

“Engine! Steam!” Una nuvola di vapore bollente si propagò a breve distanza da W e la Warrior e, in mezzo a un cumulo di scariche elettriche apparse dentro di essa, riprese visibilità il corpo di Checker. “Zanon-san!”, gridò Ryu brandendo la propria spada, da cui proveniva il vapore. “Puoi creare un vortice d’aria per tenere il vapore intorno a lui?”

“Ci…puoi scommettere!”, replicò la Warrior, desiderosa di vendetta, e, protendendo le mani aperte in avanti, generò una piccola tromba d’aria intorno al demone, impedendo così al vapore di disperdersi e intrappolando il nemico al suo interno. Nel frattempo, Ryu premette il grilletto sulla sua spada. “Engine! Electric!” A quel suono, sferrò un fendente che generò stavolta una potente scarica di elettricità che si propagò fino a colpire in pieno Checker, fulminandolo e paralizzandolo temporaneamente.

“Co-come avete fatto a trovarmi?!”, chiese quest’ultimo mentre faticava per non lamentarsi dal dolore e non cadere in ginocchio.

“Con questi!” rispose trionfante Akiko indicando un paio di grossi e strani visori sui suoi occhi; avevano lenti rosse come quelli ad infrarossi ed erano collegati da un curioso ponticello a barre arancioni. “Queste lenti sono il Denden Sensor e non c’è niente che non possano vedere! Neppure la tua Invisible Memory!”

“Ben fatto, Akiko!”, disse Ryu prima di afferrare uno dei manici sulla propria cintura e iniziare a girarla per dare gas. “Hidari, pronto per un Rider Twin Maximum?”

“Ci puoi scommettere!”, rispose Shotaro estraendo la Trigger Memory e inserendola in un’apposita porta d’ingresso sulla sua pistola, che cambiò in una forma più simile ad un corto fucile. “Trigger Maximum Drive!” Contemporaneamente, Ryu dette ancora gas e premette il grilletto della sua spada. “Engine! Accel Maximum Drive!”

““RIDER TWIN MAXIMUM!!””, gridarono infine in coro entrambi, scagliando in perfetta sincronia il loro attacco: la pistola di W sparò una raffica di globi energetici blu e dorati ben più potenti dei precedenti, mentre la spada di Accel scagliava un’onda concentrata di energia rossa a forma di A. Il doppio attacco investì in pieno Checker sbalzandolo a diversi metri di altezza e separandolo forzatamente dalle Invisible e T-Rex Memories, che andarono subito dopo in pezzi.

“E ora il gran finale! Prendi questo!”, urlò Elena sferrando un pugno verso il terreno e generando così un’enorme sfera di vento sopra Checker, che si abbatté su quest’ultimo con la forza di una meteora e lo schiantò al suolo. “Uranis Ruina!” Il polverone che si alzò a seguito dell’impatto nascose il nemico o ciò che ne rimaneva agli occhi del gruppo, ma proprio quando sembrò che avessero vinto, Checker riemerse dal cratere che si era formato, ferito e barcollante, ma ancora vivo e con la Smilodon Memory non ancora distrutta.

“Che male… E va bene, lo ammetto. Vi ho…decisamente sottovalutati”, commentò il demone con la sua solita nonchalance. Il pestaggio appena ricevuto non sembrava averlo affatto preoccupato. “Non contavo di usare così presto tutte le mie risorse, ma devo ammettere di essere parecchio stufo di questa battaglia e di tutti voi. Siete più difficili da eliminare di un branco di scarafaggi.” Una delle sue mani artigliate si alzò e nel palmo apparve una nuova Memory, una pure troppo familiare ai Rider.

“Quella è…!”, esclamò sconvolto Philip un istante prima che dalla Memory venisse la parola: “Terror!” e questa penetrasse nel corpo del demone che subì subito l’ennesima trasformazione: le gambe vennero avvolte da pantaloni rossi, il torso si ricoprì di pelle nera corazzata e sopra la testa comparve una strana ed enorme cresta simile a una maschera azteca blu. Non appena la metamorfosi fu completa, uno strano liquido blu scuro iniziò a propagarsi come vivo dai piedi di Checker e si espanse rapidamente intorno e sotto ai piedi dei Rider e della Warrior.

“Hidari! Va tutto bene?”, domandò Ryu voltandosi verso il compagno. W tremava un po’, ma sembrò riscuotersi in fretta.

“…S-sì, sto bene. Sto bene. È solo che è da un po’ che non sentivo questa sensazione e mi ero dimenticato come fosse. Preferivo non ricordarla…”, rispose Shotaro con voce leggermente incerta. Un istante dopo, però, un urlo di terrore li fece voltare e videro Elena in ginocchio, che si teneva la testa tra le mani e aveva gli occhi sbarrati, pervasi dal terrore più puro; la ragazza alzò lo sguardo al cielo per gridare ancora, fuori controllo.

“BASTA! BASTAAAAA!! FATELO SMETTEREEEEEE!!!” E prese ad agitarsi in preda a convulsioni di paura, rivivendo tutti gli incubi della sua infanzia.

“Dannazione, è vero! Lei non ha mai affrontato la Terror Memory!”, fece W. “Terui, tienilo a bada per un po’! Devo farla riprendere!”

“Ricevuto! Akiko!”

“Capito, ci penso io!”, rispose la ragazza rindossando il Denden Sensor. “Tu dagli addosso, Ryu-kun!”

“Con piacere!” Con quell’urlo, Ryu piombò su Checker tempestandolo di colpi con la sua spada, colpi che l’altro bloccò o respinse coi propri artigli. Dopo diversi scambi infruttuosi, il Rider spinse via il demone ed estrasse una grossa Memory blu sormontata da un apparecchio che sembrava formato da un cronometro e da una specie di mini-semaforo, la girò per attivarla e inserì nel Driver al posto della Accel Memory. “Trial!”, fece risuonare la cintura mentre emetteva anche un suono simile al conto alla rovescia prima della partenza di una gara di Formula 1 e, allo stesso tempo, sul semaforo brillavano prima la luce rossa, poi la gialla e infine la blu. In quel momento, con uno squillo di partenza, la Memory brillò, l’armatura del Rider cambiò da rossa a gialla e la stessa figura simile al contatore di una moto si formò intorno a lui, stavolta di colore blu, e si mosse dai suoi piedi alla testa trasformandolo ancora.

Da gialla, l’armatura di Accel divenne blu, più snella e leggera, lo zaino scomparve, su petto, ginocchia e dorsi delle mani si formarono delle protezioni metalliche e gli occhi vennero coperti da visori arancioni sormontati da una cresta grigia sulla cima della testa. “Il tuo traguardo è la disperazione, demone!”, pronunciò con forza Ryu per poi scagliarsi su di lui, correndo ad una velocità impressionante al punto da imitare sia l’accelerazione che il rombo delle Formula 1 in piena gara. Colto di sorpresa, Checker faticò a rispondere agli attacchi e numerosi pugni e calci lo colpirono in pieno, costringendolo ad arretrare. Nel frattempo, W prese Elena e l’allontanò con fatica dalla battaglia, visto che la Warrior non smetteva di dimenarsi e gridare impazzita.

“NON TOCCARMI! TI PREGO SMETTILA! FALLO SMETTERE!”, ripeteva come una nenia ad un passo dalle lacrime, pregando che l'ammiraglio venisse a salvarla come fece quando lei e Marisa erano delle bambine.

“Shotaro, sai come fare?”, fece la voce di Philip mentre W poneva le proprie mani sulle orecchie di Elena e faceva in modo che guardasse solo lui.

“Ho un’unica idea per farlo, la stessa che permise a me di superare questo terrore. Se è la tipa che credo, ce la farà”, rispose l’altra metà del Rider prima di rivolgersi alla ragazza: “Ehi, Elena, mi senti? Elena?! Elena!” “FALLO SMETTERE TI PREGO! BASTA CON-”

“ELENA ZANON!” Gli occhi sbarrati di lei lo guardarono finalmente in faccia, mentre lui le copriva le orecchie abbastanza da non farle sentire i rumori dello scontro ma solo la sua voce. “Hai una squadra anche tu, vero? Delle partner, delle compagne, GIUSTO?!” Non aspettò che lei gli rispondesse e continuò: “Pensa a loro. Pensa alle tue compagne, al bene che vuoi loro e a come ti fanno sentire. Vi siete già trovate contro nemici terribili in passato, no? Quante volte hai sentito questo terrore? Scommetto che non è la prima, vero? Eppure l’hai superato ogni volta. Mi sbaglio?” Il volto di Elena si rilassò impercettibilmente, pur rimanendo spaventato. “Ricorda come hai fatto a superarlo, chi era lì ad aiutarti e il motivo per cui dovevi combattere nonostante la paura. È normale averne, lo sai bene anche tu. Così nasce il coraggio. Dicevi di essere una tosta, no? Allora dimostramelo! O forse, alla fine della fiera, questo detective antiquato è più tosto di te? Eh, Elena-chan? No? Dimostralo!”

“Non sei stata l’unica a dover superare una simile difficoltà, Elena. Anche Shotaro ha affrontato questo terrore, ma ha saputo superarlo. Fidati delle sue parole”, aggiunse la voce di Philip. “Inoltre, io, lui e Terui non saremo le tue compagne, ma non ti abbandoneremo finché questa storia non sarà finita, perciò ricorda che non sei sola. Te lo promettiamo.” Elena sembrava colpita, ma tremava ancora. In quel momento, una forte esplosione attirò la loro attenzione e, sollevando gli occhi, videro Ryu volare via, colpito da una sfera d’energia rossa stranamente familiare.

“Quella è…!” Si voltarono verso Checker in tempo per vederlo assorbire una nuova Memory che aveva emesso la parola: “Taboo” e mutare la parte inferiore del suo corpo in una sorta di enorme massa cilindrica rossa a destra e nera a sinistra, con diverse cuciture al centro e un grosso occhio nero senza palpebre sulla punta.

“E non ho ancora finito” fece il demone mostrando un’altra Memory prima di attivarla e assorbirla. “Claydoll!”, si udì prima che il suo braccio sinistro si trasformasse in una specie di cannone che sembrava composto di argilla solida, come gli spallacci corazzati e circolari che gli apparvero sulle spalle. A quel punto, alzò il cannone appena acquisito e sparò una nuova serie di sfere di energia, che stavolta erano tra il rosso e il bronzo e sembravano molto più veloci e potenti, contro W ed Elena.

“Maledizione!”, esclamò il Rider scattando in piedi e contrapponendo i proiettili della sua pistola alle sfere, tuttavia i colpi nemici erano troppo forti e solo pochi di essi vennero fermati dai suoi. La maggior parte delle sfere colpì W scagliandolo di lato, ma alcune si diressero invece verso Elena, ancora inerme. ““ELENA NO!””, urlarono in coro i due detective, ma per fortuna un lampo grigio intervenne all’improvviso e respinse le sfere rimanenti. Quando si fermò, poterono vedere che si trattava di un piccolo dinosauro robot, lungo circa 20 centimetri e di colore grigio-azzurro, simile ad un Velociraptor come aspetto.

“Fang!”, esclamò Philip, grato alla piccola Memory senziente, e la creatura emise un acuto verso riecheggiante in risposta.

“Bravo piccolo! Tienila d’occhio finché non si riprende, ok?”, aggiunse Shotaro indicando Elena prima di alzarsi. “Noi dobbiamo aiutare Ryu.”

“Shotaro-kun! Philip-kun! Ryu-kun!”, urlò in quel momento Akiko. “L’ho trovato! L’accumulo di energia è più alto nella parte bassa della schiena, intorno alla colonna vertebrale! È come se ci fosse un contenitore lì!”

“““Ricevuto!/Capito!!”””, urlarono in coro rispettivamente Ryu e Shotaro/Philip, mentre Checker, per la prima volta dall’inizio della battaglia, sembrava preoccupato.

“Che cosa?! Ancora quei maledetti occhiali?!”, esclamò prima di scagliare una raffica di sfere proprio contro Akiko, ma Ryu, sfruttando la velocità straordinaria della Trial Memory, si mise tra loro e respinse ogni attacco con una serie di calci fulminei.

“Non osare nemmeno toccare mia moglie, capito?!”, ruggì prima di rispedire l’ultima sfera al mittente con un poderoso calcio diretto. Il colpo centrò in pieno il braccio cannone del demone facendolo esplodere in mille pezzi, ma quello si limitò a sorridere dato che, nel giro di pochi secondi, l’arto si rigenerò completamente.

“Se avete scoperto il mio segreto, allora dovrò accelerare i tempi. Che seccatura”, borbottò seccato prima di riattivare e riassorbire la Weather Memory, riguadagnando così la corazza bianca su petto e addome e sui lati del volto. Dopodiché, si alzò in volo e iniziò a scagliare fulmini, fiammate, raffiche di vento e sfere di energia sui Rider, bombardandoli da tutte le direzioni. Tutta quella concentrazione di poteri parve però eccessiva per il suo corpo, visto che scoppi di scintille iniziarono a fuoriuscirgli dalle articolazioni e dalle fessure dell’armatura. “Utilizzare tutte le Memory più potenti dei vostri vecchi nemici è davvero sfiancante, come immaginavo, soprattutto per un corpo difettoso come il mio…”, disse ansimando leggermente. “Alla fine della fiera, probabilmente sarò fortunato se riuscirò a vedere anche solo l’alba di domani, ma poco male perché mi assicurerò che non la vediate nemmeno voi, Kamen Rider!”

“Non sperarci!”, replicò W con la voce doppia di Shotaro e Philip, mentre riassumeva nel frattempo la forma CycloneJoker e una strana Memory, ben più grande delle precedenti e dalla forma di uccello, li sorvolava respingendo tutti i colpi diretti verso di loro. Lo sguardo di Elena cadde prima su W poi su Accel e qualcosa riprese a gridare dentro di lei di combattere. Il terrore causato dall’attacco del nemico era ancora grande, ma non aveva più intenzione di rimanere a subire senza reagire o gridando come una mocciosa. Aveva ragione Shotaro: lei non era così e aveva già superato paure e pericoli ben peggiori di quello e, cosa ancora più vera, lei non era sola, né ora né mai. Aveva delle compagne fidate, delle amiche insostituibili e ora dei nuovi compagni intrepidi e giusti che l’avevano aiutata in qualunque modo, perciò non aveva assolutamente nulla da temere dal suo nemico. Che fosse stato Checker o Astaroth in persona, lei, Warrior Uranus, non si sarebbe mai arresa senza combattere. Mai!

“…Vuoi una dimostrazione…eh, detective da strapazzo?”, disse stringendo i denti e rimettendosi in piedi. “…Vuoi…vuoi vedere se sono una tosta, eh…? Te lo faccio vedere io… A te e a quel maledetto demone… Io sono una Warrior Planet e ho giurato di non arrendermi mai davanti al male! Posso avere paura, ma non smetterò comunque mai di combattere!” Ai suoi piedi, Fang emise un acuto verso di approvazione, a cui lei rispose con un sorriso e un buffetto sulla testa. “Ben detto, piccoletto! Grazie del supporto!” Con rinnovato vigore, la ragazza scattò verso i due Rider e, approfittando del fatto che Checker era distratto, generò un fortissimo turbine che investì il demone schiantandolo a terra, per poi scagliargli contro due enormi sfere d’aria compressa che lo fecero rotolare lontano, intontito e ferito. “Allora, Dylan Dog dei poveri(2)? Ti è piaciuta la mia risposta?”, urlò verso Shotaro.

“Tsk, sei proprio una teppistella…”, replicò il detective, seppur con una chiara nota divertita nella voce.

“Per fortuna sei tornata in te”, fece invece il suo partner. Intanto, la Memory uccello era volata sopra il corpo privo di sensi di Philip, adagiato nel RevolGarry, e l’aveva colpito con un raggio verde smeraldo che l’aveva apparentemente assorbirlo dentro di essa. A quel punto, la Memory tornò da W, il quale la prese al volo e la inserì nel Driver per poi aprirla, facendole assumere una forma a X. “Xtreme!”, provenne dalla cintura, mentre un’abbagliante luce arcobaleno si sprigionava dal centro del corpo di W, esattamente lungo la linea che separava le sue due metà, linea che prese ad allargarsi visibilmente. Quando la luce infine scomparve, le due metà verde e nera erano ora separate da una banda argentea con riflessi iridescenti che attraversava verticalmente il centro del corpo del Rider, gli spallacci erano diventati a forma di W rovesciata di 90° verso l’esterno e le antenne a forma di W sull’elmo erano invece diventate una X. Nella mano sinistra, inoltre, gli era comparso uno scudo biancoargenteo e verde su cui vi erano quattro decorazioni con ingressi per le Gaia Memory e disposte a formare anch’esse una X.

“Wow! E quella è…?”, chiese Elena, stupefatta dalla sua nuova forma.

“L’Xtreme Memory. La più potente di tutte nonché vero collegamento alla vera Gaia Memory!”, risposero W con le voci di entrambi. “Ora che siamo connessi ad essa, riusciamo a percepire più chiaramente il potere di Checker. E, grazie ad Akiko, ora sappiamo che dobbiamo fare!” Sollevò una Memory verde chiaro e la inserì in un’impugnatura che sporgeva dalla cima dello scudo. “Prism!”, fece la voce metallica prima che W afferrasse ed estraesse dallo scudo una spada nera con il filo verde e una X raffigurata sulla guardia. “Terui, Elena, seguite le nostre mosse!”

““Ricevuto/Va bene!!””, risposero all’unisono rispettivamente l’altro Rider e la Warrior. Correndo al fianco di W, i tre assalirono Checker, il quale si era intanto rialzato e stava cercando di volare di nuovo in aria, ma stavolta Elena continuò a creare raffiche di vento per ostacolarlo e farlo rimanere vicino al suolo, dove Ryu e W lo assalirono con una serie di calci e fendenti. Il demone parò i colpi e scagliò delle scariche elettriche contro il primo e delle sfere infuocate contro il secondo, ma Ryu li evitò con dei rapidissimi spostamenti laterali, mentre W si limitò a pararli col suo scudo. Il Rider con due anime si scagliò poi in avanti e centrò il nemico diverse volte con la sua spada, più forte e veloce che mai, costringendolo ad arretrare proprio verso Elena, la quale rivestì le sue braccia con aria vorticante e colpì con un doppio pugno la schiena del demone, che venne poi letteralmente sollevato in aria e infine schiantato a terra da un fortissimo tornado scaturito dagli arti della figlia di Urano.

“Elena, tienilo a terra usando il vento!”, ordinò W.

“Capito!” La Warrior generò una specie di maglio d’aria che si abbatté sulla testa di Checker, il quale sollevò istintivamente le braccia per difendersi, ma fu così costretto a stare a terra per resistere alla pressione.

“Terui, ora! LA SCHIENA!”

“Ricevuto!” Accel estrasse la Trial Memory dal Driver e attivò il cronometro su di essa per poi lanciarla in aria e scattare rapidissimo contro il demone bloccato. Arrivatogli alle spalle, iniziò a tempestargli di calci sempre più veloci la schiena, al punto da disegnare su di essa l’immagine di una T che sembrava fosse stata tracciata dai pneumatici di una macchina durante una sgommata. Dopo forse il millesimo calcio, Ryu si fermò e riafferrò al volo la Memory lanciata in precedenza, stoppando contemporaneamente il cronometro. “Trial Maximum Drive!”, urlò la Memory nel momento in cui i numeri si fermarono a 9,8. “9,8 secondi. Era il tempo che ti separava dalla disperazione!”, dichiarò Ryu dando le spalle all’avversario. Questi urlò di dolore mentre numerosissime scariche elettriche fuoriuscivano dalla T tracciata dal Rider, in particolare dalla parte bassa della schiena, finché uno strano congegno simile ad una scatola non venne espulso con forza da quel punto ed esplose subito dopo, lasciandogli una grave ferita bruciata. Dal suo corpo presero poi ad uscire le Memory finora assorbite.

“Chiudiamo la partita!”, disse W rinfoderando la spada e inserendo quattro Memory negli ingressi dello scudo. “Heat Maximum Drive! Luna Maximum Drive! Joker Maximum Drive! Cyclone Maximum Drive!”, recitò in successione la voce metallica del Driver, poi W riestrasse la spada, la cui lama ora risplendeva dei quattro colori delle Memory e intorno ad essa vorticavano altrettante piccole sfere luminose dei medesimi colori. “Bicker Charge Break!”, gridò fendendo ripetutamente il corpo di Checker con la spada, distruggendo una Memory ad ogni colpo. Dopo Weather, Claydoll, Taboo e Smilodon, però, dalla testa del demone emerse qualcosa di gigantesco che sbatté via W, impedendogli di distruggere anche la Terror Memory. Alzando gli occhi, i Rider e la Warrior si accorsero trattarsi di un’enorme Barong, una creatura del mito vagamente simile ad un incrocio tra un drago e un leone, ma con testa e corpo blu e ricoperti di simboli aztechi, che ricordavano la maschera sopra il capo di Checker, ora diventata grigia e vuota dopo l’evocazione del mostruoso essere. Quest’ultimo prese il demone con una delle sue zampe e volò in aria con un colpo d’ali.

“…Sapete, io mi ritengo un tipo calmo e pigro e detesto perdere la pazienza…”, disse Checker in tono piatto, il suo corpo che nel frattempo perdeva i tratti acquisiti dalle Memories salvo per quelli derivanti appunto dalla Terror Memory. “…ma devo riconoscere che adesso mi avete davvero mandato su tutte le furie. Se proprio volete finire questa storia nel peggiore dei modi, allora vi accontento!” Detto questo, balzò sulla testa del Barong evocato e sollevò una Memory diversa da tutte le precedenti: era nera ed emanava un’aura inquietante e opprimente, più di qualunque altra finora usata. “Non posso più richiamare altre Gaia Memory ora che avete distrutto il mio collegamento a quella del pianeta, ma questa l’avevo creata io stesso prima della battaglia in caso le cose fossero andate male. Avrei preferito non usarla, ma non mi lasciate altra scelta!” E la attivò per poi puntarsela al collo. “Sacrifice!”, disse una voce distorta e riecheggiante mentre il demone assorbiva la Memory e il suo corpo mutava divenendo completamente nero ed emanante un fumo violaceo simile a vapore e diversi simboli sconosciuti di luce cremisi apparivano su tutta la sua superficie. Quel fenomeno si espanse presto anche al Barong, che divenne anch’esso completamente nero, ricoperto di simboli rossi ed emanante vapori violacei. Contrariamente alle aspettative dei Rider, però, invece di attaccarli, la bestia e il suo cavaliere volarono via, diretti verso la città.

“Ehi, fermi! Dove scappate?”, gridò Elena furiosa.

“Tu ami la tua città, vero, W?”, domandò in rimando Checker al Kamen Rider con due anime, il volto piegato in una smorfia orrenda. “Ho un ultimo esperimento da fare: scoprire se il mio animaletto può distruggerla completamente con la sua autodistruzione… O se per completare l’opera, sarà necessario anche il mio!”

“VUOI DISTRUGGERE FUTO?! NON PUOI MALEDETTO BASTARDO!”

“Vuoi impedirmelo? Allora dovrai fermarmi!” Con quella frase, il Barong batté le ali più forte, diretto verso la città. L’avrebbe raggiunta in appena un minuto.

“Quel dannato…! Non possiamo perdere tempo!”, gridò Shotaro richiamando con un pulsante il RevolGarry. Il veicolo si aprì in due rivelando una serie di parti di altri veicoli sulla sua enorme ruota; uno di questi, simile alla parte posteriore di un aereo venne sparata nell’aria. “Terui!”

“Ci sono già!”, rispose l’ispettore riassumendo la forma base di Accel e balzando proprio davanti alla parte sparata. Con somma sorpresa di Elena, le sue gambe si combinarono con essa e gli conferirono un aspetto ibrido Rider-macchina aerea, per poi accendere il motore presente e permettere a Ryu di alzarsi in volo. W invece lanciò il suo scudo in aria e questo prese a girare talmente velocemente da diventare un disco volante di luce arcobaleno, su cui il Rider saltò sopra e iniziò a cavalcare come una sorta di skateboard. Prima che potesse chiamarla, Elena esclamò: “Vi seguo!” E usando i suoi poteri dell’aria, creò una corrente ascensionale intorno a sé che le permise di alzarsi in volo accanto ai due Kamen Rider, sebbene in maniera un pò barcollante a causa della sua inesperienza con la tecnica. I tre inseguirono immediatamente Checker, raggiungendolo proprio quando questi era ai confini di Futo; inorridendo, Shotaro si accorse che i simboli rossi sui corpi dei nemici erano diminuiti considerevolmente e la loro energia sembrava sempre più fuori controllo.

“Voi Kamen Rider e Warrior Planet siete davvero ostinati e io odio la gente ostinata!”, disse Checker scagliando una serie di laser di aura nera dalle mani, che il trio evitò con una serie di manovre aeree.

“Se pensi davvero che ti lasceremo distruggere la nostra città, sei completamente fuori strada!”, gridò W con la sua voce duplice prima di colpire ripetutamente ai fianchi il Barong con la sua spada. Diversi squarci si aprirono sul corpo del mostro, ma questi non parve risentirne e lo allontanò con un’artigliata. Ryu, allora, accelerò fino a trovarsi davanti al Barong e usò la sua spada per colpirlo sul muso, spingendolo di lato e facendogli perdere l’assetto per un secondo. Elena ne approfittò subito per attaccare con diverse sfere d’aria compressa, ma non erano sufficienti a fermare i nemici. E i segni sui loro corpi divenivano sempre meno numerosi.

“Quei segni sono il conto alla rovescia! L’unico modo per fermare la Memory è distruggerla prima che si esauriscano!”, osservò Philip. “Dovremo unire le forze di tutti per farcela!”

“Quanta fatica per un mondo destinato a sparire… Mi date davvero fastidio”, fece nauseato Checker prima di scagliare altri laser, ma quando li schivarono di nuovo, fu il Barong stavolta ad attaccare, soffiando un mare di fuoco nero dalla bocca che avvolse i Rider e la Warrior, bruciandoli e facendoli precipitare. “Visto? Non potete fermare l’inevitabile, come non potete sconfiggere Lord Astaroth!”

“Qui…ti sbagli”, ribatté W riprendendosi e caricandolo ancora. “Finché noi avremo fiato in corpo combatteremo! E senza arrenderci mai riusciremo sicuramente a vincere!”

“In nome della giustizia, della libertà e di tutte le persone che amiamo, noi non possiamo fallire!”, esclamò Ryu riacquistando l’assetto e seguendo W.

“E certo non perderemo contro di voi, che mettete in pericolo l’umanità solo per i vostri scopi egoistici! Noi vinceremo te, Checker, e poi anche Diablo e Astaroth!”, concluse Elena usando una nuova corrente d’aria per fermare la sua caduta e darsi propulsione verso l’alto.

“E allora MORITE TUTTI INSIEME!”, urlò il demone facendo gettare in picchiata il Barong. I segni di entrambi erano ormai quasi del tutto spariti e la belva soffiò un’altra fiammata, mentre Checker saltava dalla sua testa e volava più in alto, lanciando altri laser.

“Elena, seguimi!”, gridò W brandendo di nuovo la sua spada, ora pulsante di nuovo di energia arcobaleno. “Bicker Charge Break!”, ruggì vibrando il fendente e squarciando il Barong dalla bocca alla coda. Elena gli fu dietro, mentre Ryu diede altro gas girando la maniglia del suo Driver, attivandone il Maximum Drive.

“Te l’avevo già detto prima, ricordi, mostro? Il tuo traguardo è la disperazione!”, gridò puntando la spada in avanti e avvolgendosi di fuoco quando i motori spinsero al massimo. Accel divenne così una vera e propria cometa a forma di A che entrò nella bocca del Barong, indebolito dal colpo di W, e fuoriuscì da sopra la sua coda, trapassandolo da parte a parte. La bestia lanciò un ultimo urlo prima di precipitare esanime al suolo, sempre però coi simboli che andavano sparendo sempre di più. “Hidari, Philip, Zanon-san! FINITELO!”

“““OVVIAMENTE!!!”””, urlarono gli altri tre evitando i colpi di Checker e spingendolo in alto a suon di fendenti e raffiche di vento. Solo qualche segno rimaneva sul suo corpo ormai.

“Non ce la farete mai! È troppo tardi!”, sghignazzò il demone cercando di scendere verso la città, ma Elena si mise in mezzo.

“Mai dire mai, demone!”, gridò tendendo una mano a W. “La spada!” L’altro parve capire e gliela lanciò; appena presa, la Warrior la ricoprì di vento e, con un fendente, scagliò una potente lama aerea che non solo spinse più in alto Checker, ma tagliò i legamenti sulle sue braccia rendendole inermi.

“Bel colpo! Ora finiamolo!”, gridò W inserendo la Prism Memory nell’ingresso a lato della cintura: “Prism Maximum Drive!” Subito dopo, chiuse e riaprì l’Xtreme Memory sul davanti del Driver: “Xtreme Maximum Drive!” Una potentissima energia arcobaleno lo avvolse facendolo salire sopra all’avversario; nel processo, W porse una mano ad Elena, la quale la afferrò e si lasciò portare a sua volta in posizione. Mentre volavano insieme, inaspettatamente, la Warrior si accorse che l’energia di Xtreme era diventata color smeraldo e stava penetrando anche in lei, potenziandola immensamente.

“Ma che succede…?!”, domandò confusa.

“La volontà dell’Xtreme Memory… Della Terra stessa! Sta unendo i nostri poteri!”, esclamò entusiasta Philip.

“Allora non deludiamola! Colpo finale!”, urlò Shotaro. Rider e Warrior scesero poi in picchiata sul demone coi piedi protesi in avanti, divenendo simili ad una meteora di energia smeraldina circondata da aloni di luce e sfere arcobaleno e avvolta da un tifone violentissimo. “““URANUS DOUBLE STORM PRISM XTREME!!!”””, fu il loro ruggito di guerra mentre il loro duplice calcio si scontrava sul petto di Checker, precipitandolo contro il Barong ancora in caduta libera e schiantando entrambi su un campo ai margini della città con un boato assordante. La Sacrifice Memory andò in pezzi nel processo. W ed Elena raggiunsero a terra Ryu e insieme si avvicinarono al demone, riverso al centro di un enorme cratere fumante; anche se ancora vivo, era palese che non sarebbe sopravvissuto a lungo, visto che la metà inferiore del suo corpo era andata distrutta e quella superiore era ricoperta di ferite e abrasioni che mostravano diversi circuiti ormai fulminati fusi con la carne bruciata. Lentamente, ciò che restava di Checker iniziò a polverizzarsi pochi secondi dopo, mentre la sua bestia era già divenuta cenere.

“Chi avrebbe mai detto che uno come me avrebbe lottato con tanta ostinazione…”, mormorò, quasi beffardo verso sé stesso. “Sinceramente, agli inizi, anche se era un ordine di Lord Astaroth, me ne fregava poco di vincere o morire, mi era sufficiente potermi godere quella breve vita che mi era stata data… Ma lottare con voi e le vostre convinzioni così granitiche ha finito per smuovere pure me… Roba da matti. Ecco perché voi eroi siete una così gran seccatura…” W, Accel ed Elena sciolsero le loro trasformazioni e il primo fece un verso divertito.

“Sarebbero queste le tue ultime parole?”, domandò.

“Beh, che ti aspettavi? Qualche minaccia o imprecazione finale? Maledizioni a tutto spiano? Per favore. La mia miglior minaccia te l’ho già fatta quando ho usato la mia Memory personale e, se adesso ci penso su, mi rendo conto che non era nemmeno questo granché. Si vede che non sono tipo da simili cliché…”

“In effetti, ho sentito di molto meglio da altri cattivi…”

“Dovrai accontentarti, purtroppo per te… In ogni caso, sincerità per sincerità, devo ammettere che combattere con voi, Kamen Rider W e Accel, e te, Warrior Uranus, è stato più divertente di quanto credessi… Sarete stati anche miei nemici, ma mi avete lasciato un bel ricordo della mia breve vita e, per questo, voglio rivelarvi una cosa come ricompensa: non riuscirete a fermare quel montato del mio fratellino Diablo e nemmeno Lord Astaroth. Non finché non capirete la vera natura della Croce di Fuoco e il suo vero potere.”

“La Croce di Fuoco?”, chiese Elena.

“La fonte del potere di tutti i Kamen Rider e dei mostri loro nemici, o meglio la sua incarnazione. È ciò che cerca Diablo e che il mio signore vorrebbe acquisisse, così diverrebbe il più potente servo a sua disposizione, un concentrato di tutti quei poteri così incredibili.” Quella prospettiva fece rabbrividire tutti i presenti.

“Cosa dobbiamo fare allora? Che significa che dobbiamo capire la sua vera natura per vincere?”, domandò Shotaro.

“Tchtchtch”, rispose ghignante Checker agitando debolmente un dito prima che questo si disintegrasse. “Io vi ho già detto tutto quello che potevo. Il resto ora sta a voi, dovrete guadagnarvelo da soli. In quanto a me…finalmente potrò riposare da questa gran rottura…” Il suo corpo divenne completamente grigio, ma lui non aveva ancora finito: “Quasi dimenticavo: buona fortuna. Ne avrete bisogno, eroi…” E scomparve in una nuvola di polveri e ceneri con un’ultima risatina.

“…Uno stronzo fino alla fine”, sbottò Elena calciando un sassolino per il nervoso.

                                                                                                                                       *****

Quella sera, Shotaro, Elena, Ryu e Akiko, dopo essersi medicati le ferite, stavano nell’hangar segreto di W e discutevano con Philip su una possibile risposta alle ultime parole di Checker, ma finora né le supposizioni del detective e dell’ispettore né la ricerca nella Biblioteca Planetaria dell’ex-Sonozaki avevano dato frutti.

“…Non capisco davvero. Informazioni ce ne sono, ma sono tutte sparse e confuse, come se le conoscenze inserite fossero incomplete o incerte”, spiegò il giovane dopo l’ennesima immersione nella fonte del sapere del pianeta. “O forse, ma mi sembra assurdo, come se qualcuno avesse nascosto o alterato in qualche modo queste informazioni… Però chi potrebbe mai alterare in questo modo la memoria della Terra stessa, soprattutto dopo l’acquisizione di informazioni anche dalla realtà di Elena-san…?”

“Astaroth”, disse proprio quest’ultima dopo una pausa di cinque secondi di silenzio. “Scommetto quello che volete che c’è il suo zampino in questa storia. Quel maledetto non è certo diventato il signore dei demoni per niente: non è solo estremamente potente, ma anche molto intelligente, astuto e subdolo. Se sapeva che noi o chiunque altro potessimo in qualche modo trovare informazioni a suo svantaggio, allora avrà fatto sicuramente in modo di evitare che tali informazioni venissero scoperte.”, affermò con tono fermo, ma senza poter nascondere la propria preoccupazione. Se il re degli Heartdemon poteva fare qualcosa di simile allo spirito di quel pianeta, cosa gli impediva di danneggiare anche lo spirito della loro Gaia? Scosse la testa non volendoci pensare, la prima regina della terra meritava di riposare in pace... o chissà cosa sarebbe successo altrimenti.

“Quindi abbiamo le mani legate”, fece Ryu, buio in volto. “Se davvero ha nascosto le informazioni necessarie chissà dove, allora non potremo recuperarle senza affrontarlo direttamente.”

“Ma se ciò che ha detto Checker è vero, non saremo probabilmente in grado di vincere senza prima risolvere questo mistero…”, disse Shotaro rigirandosi il cappello tra le mani.

“Magari mentiva! Non credete? Insomma, dopo tutto eravamo nemici, perciò che motivo aveva di dirci queste cose? Forse voleva solo prenderci in giro!”, provò a far notare Akiko, confusa più di tutti su quella storia così inverosimile.

“Ne dubito fortemente”, negò subito il detective. “Era nostro nemico, vero, ma ho visto il suo sguardo quando è morto e posso dire con sicurezza che non ci stava mentendo tanto per farci un dispetto. Non era nemmeno nel suo carattere fare qualcosa del genere in punto di morte, gli sarebbe sembrata una bambinata.”

“Sono d’accordo con Shotaro”, approvò Philip. “Al momento, l’opinione di Elena-san è la più probabile, ma è anche la più problematica. Tu che l’hai affrontato, puoi confermarci quanto sia forte effettivamente Diablo, giusto?”

“Sì, confermo”, rispose subito Elena, ricordando ancora con orrore come quel demone avesse sconfitto da solo lei e le sue compagne apparentemente senza troppe difficoltà. “Checker era molto forte, vero, ma Diablo non è nemmeno paragonabile a lui, è una differenza come tra cielo e terra. Noi commettemmo l’errore di sottovalutarlo, ma lui aveva comunque appena sconfitto un altro Kamen Rider forte come voi, dunque non era nemmeno al suo massimo ed era pure in inferiorità numerica. Eppure, è riuscito a batterci tutte e ci avrebbe sicuramente uccise se non fosse stato per Decade. Inoltre, c’è la seria possibilità che, vista la sconfitta subita contro di lui e la ferita inflittagli da Shizu, quando tornerà, Diablo sarà stato reso ancora più forte per poter vincere. E Astaroth dev'essere a sua volta molto più potente di lui... stiamo pur sempre parlando di un essere che fu al fianco di Dio all'inizio del tempo.”

“ Non è la prima volta che dei Rider affrontano delle cosiddette 'divinità', ma tu ne sai più di noi. Allora è sicuro: non possiamo affrontarli adesso, non direttamente e non senza un piano”, fece Philip sconsolato. “Se solo avessimo più informazioni…”

“Ci serve aiuto. E se provassimo a metterci in contatto con le tue compagne, Elena?”, chiese Shotaro. “Voi ne sapete più di tutti noi su quei demoni e Philip ha detto che il vostro solo arrivo gli ha aperto un mondo nuovo di conoscenza. Forse anche solo un contatto più diretto con voi, potrebbe riempire questi buchi nella Biblioteca o darci comunque modo di saperne di più.”

“Credi che se fosse possibile, non l’avrei già fatto?”, sbottò la Warrior. “ Eravamo tutte senza telefono, e senza Xana non ho mezzi per contattare la flotta lunare!”

“E non hai proprio nessun modo di comunicare con loro?! Tutta la tecnologia che avete e manco sapete restare in contatto?!”

“Che ne vuoi sapere tu di tecnologia, che vivi nel passato remoto! Manco sai cos’è a momenti, quindi falla finita di parlare di cose che non conosci!”

“BASTA ENTRAMBI!”, urlò Akiko brandendo ben due ciabatte con sopra la scritta ‘disciplina’. Sia Shotaro che Elena arretrarono atterriti nel vederle. “Litigare come poppanti non ci porterà a nulla, perciò datevi una regolata! Dopotutto, non è che avremo notizie di loro agitandoci per nulla! La cosa migliore ora è stare calmi e pensarci su!” Abbassò le ciabatte risedendosi accanto a Ryu.“E perché no, speriamo in un colpo di fortuna! Potrebbe capitare!”

“Sì, certo”, fece sarcastico Shotaro. “Ora iniziano a parlarci dal Double Driver, guarda...” Manco aveva finito che dal suddetto Driver venne una voce femminile: “Mi ricevete? Sono il capitano Martina Florence, chiamo dall'Amanogawa High School. C'è qualcuno in ascolto?” Tutti guardarono prima il Driver, poi Elena, Shotaro e di nuovo il Driver, così sconvolti da non aprire bocca per diversi secondi.

“Non. È. Possibile”, disse Shotaro incredulo, ma Elena lo spinse da parte per prendere il Driver: “Martina? Sei proprio tu?!”, gridò usando l’apparecchio come una radio.

“Elena!”, esclamò dall’altro lato la voce entusiasta della sua compagna cyborg.

“Elena-san, giusto? Mi chiamo Kisaragi Gentaro. Hai incontrato un Kamen Rider per caso?”, si aggiunse un’allegra voce maschile dal lato di Martina.

“Sì, un detective rompip...”, cominciò la figlia di Urano, prima di essere interrotta dal soggetto dell’insulto: “Ehi, a chi hai dato del rompipalle? Ti ho appena salvato la vita da quell'affare!”

“Shotaro-san!”, esclamò Gentaro dall’altro lato del Driver. Tutti rimasero poi ad ascoltare la successiva discussione tra il capitano del Millennium e le Warrior Planet, fino alla comunicazione delle coordinate per il luogo d’incontro il giorno dopo. Infine, Elena si unì al coro de “Non osare mancare!” che concluse il loro ritrovo.

“Tranquilla, le proteggeremo noi. Vero, signori?”, disse uno dei Kamen Rider alla radio per rassicurare gli animi.

“Ovvio, per un detective la sicurezza del suo cliente è una priorità”, decise di aggiungere Shotaro, contento che le cose stessero andando finalmente nel verso giusto. Accanto a lui, Elena gli rivolse un’occhiata prima sorpresa poi grata, senza farsi vedere però. Quando la comunicazione si chiuse, Philip sospirò sollevato: “Beh, fortunatamente c’è ancora speranza. Abbiamo una possibilità adesso.”

“Già, puoi dirlo, partner”, concordò Shotaro per poi sbadigliare. “Ci conviene riposarci adesso. Domani ci aspetta un lungo viaggio e una dura battaglia.”

“E così la mia sicurezza è la tua priorità, eh, grande detective?”, chiese Elena in tono strano. “Vuoi dire che mi proteggerai tu tutto il tempo? Anche stanotte nel sonno?”

“Che-che stai dicendo…?”, chiese il detective, di colpo spaventato.

“Sai che dormirò qui, no? Quindi starai in piedi a sorvegliarmi? O pensi ad altro?”, scherzò lei in tono fin troppo dolce. “Però in effetti sei stato così figo prima… Forse sei davvero come Dylan Dog, alla fine… Vogliamo scoprirlo(3)?”

“NON-NON SCHERZARE SU QUESTE COSE CON M-ME! IO-IO SONO UN PRO-PROFESSIONISTA, CHE C-CREDI!”

“Allora perché ora balbetti?”

“IO NON B-BALBETTO!” Dietro di loro, Akiko si piegava in due dalle risate, Ryu osservava vagamente divertito e Philip sembrava solo perplesso. Dopo una nottata di scherzi e battute quasi senza fine, Shotaro e Philip caricarono quanto più materiale utile possibile sul RevolGarry insieme ad Elena, pronti per la partenza per Osaka e l’incontro con gli altri Rider e le Warrior. Akiko e Ryu sarebbero invece momentaneamente rimasti a Futo.

“Metteremo in sicurezza la città il prima possibile”, stava dicendo Ryu, “poi potrò raggiungervi.”

“Non metterci troppo, Terui, o finiremo i nemici prima di te”, scherzò Shotaro.

“E tu sii prudente, Hidari. Non sono nemici facili questi.”

“E non provare a far accadere qualcosa ad Elena-san!”, si raccomandò Akiko. “Avrò la tua testa se violi il nostro codice di detective!”

“Non serve che tu me lo dica, capo”, rispose l’altro con nonchalance, poi aggiunse: “Abbi cura di te.”

“Anche tu, Shotaro-kun”, s’addolcì la ragazza. “E anche tu, Philip-kun! Bada a loro! Buon viaggio!”

“Lo farò”, rispose Philip sorridendo.

“Grazie di tutto, davvero”, disse Elena abbracciando Akiko. “È stato un piacere conoscerti, Akiko.”

“Il piacere è stato tutto mio, Elena-san! Spero di rivederti un giorno e di conoscere tutta la tua squadra di supereroine!”

“Eheheh, lo spero anch’io con tutto il cuore! Un giorno ci rivedremo di sicuro!”

“Combattere al tuo fianco è stato un onore, Elena Zanon”, disse Ryu inchinandosi. “Sarà un piacere farlo ancora in futuro.”

“Stessa cosa per me, Ryu”, ricambiò la Warrior. “Tieni sempre in sicurezza questa città, eh!”

““A presto, ragazzi!”””, salutarono Shotaro e Philip per poi salire sul RevolGarry con Elena e partire, diretti verso Osaka.

“Ora capisco perché ti definiscono half-boiled: sei davvero troppo emotivo per fare il duro tu…”, osservò beffarda Elena notando la nostalgia negli occhi di Shotaro.

“Ma tu sei davvero-”

“…ma non è così male, anzi. Sinceramente, è proprio questo a renderti figo.”

“…Mi hai dato del figo?!”

“Chi, io? Te lo sarai immaginato.”

“Tsk! Ma guarda questa!” Tuttavia, sul volto del detective vi era ora un sorriso compiaciuto e divertito. “Allora, pronti per l’avventura?”

“Ci puoi scommettere!”, rispose Elena con forza.

“Andiamo, partner”, approvò Philip. Il RevolGarry sfrecciò rombante lungo la strada, accelerando sempre di più.

                                                                                                                     *****

“…Tu sei sicuro di questo?”, domandò Diablo con scetticismo.

“Assolutamente”, gli rispose Narutaki sorridendo perfidamente. “Se seguirai questo sistema di coordinate, la prossima volta potrai intercettare Decade prima che lui stesso giunga in quel luogo, così potrai coglierlo di sorpresa e impedirgli di fuggire.”

“Come mai vuoi aiutarmi? Tu sei un umano, no? Sai che noi demoni vogliamo la schiavitù o la distruzione della vostra razza? Che hai in mente?”

“Mi spiace, Diablo-san, ma preferisco tenere per me simili informazioni. In ogni caso, sappi che dal mio punto di vista, Decade rimarrà sempre la minaccia più grande per questo mondo e qualunque altro esistente. Lui è il distruttore e, se rimarrà in vita, un giorno distruggerà tutto, perciò è imperativo che sparisca una volta per tutte. E tu sei al momento l’unico che possa fermarlo.” Una distorsione dimensionale simile a quelle del Rider sopracitato si formò alle spalle dell’uomo. “Sta a te se fidarti o meno, ma posso garantirti che io non mento. Ci rivedremo presto, Diablo-san.” E scomparve al suo interno. Diablo fissò il punto dove Narutaki era scomparso. Era fortemente dubbioso che quell’uomo fosse suo alleato, tanto più che potesse davvero volere la vittoria di un demone su un essere umano, eppure c’era qualcosa che gli diceva che stesse dicendo la verità quando parlava delle coordinate per intercettare Decade. Aveva visto la scintilla d’odio nei suoi occhi ogni volta che si nominava quel Kamen Rider e dunque era chiaro il suo risentimento verso di lui, anche se non sapeva per quale motivo.

“Pensi forse di sfruttarmi per eliminare il tuo nemico, umano?”, disse infine il demone schioccando le fauci sotto la maschera. “Però devo riconoscere che la tua proposta mi stuzzica parecchio… Va bene, Narutaki, starò al tuo gioco per il momento. In quanto a te, Decade-senpai, ti consiglio di prepararti perché molto presto non potrai più giocare ad acchiapparello tra le dimensioni.” E scomparve a sua volta in un portale oscuro. Nessuno dei due, tuttavia, aveva notato la giovane ragazza dai capelli castani raccolti in due codine ai lati che li osservava, nascosta all’ombra di una formazione rocciosa poco lontana. I suoi occhi nocciola erano pieni di preoccupazione e timore.

“Sapevo che sarebbe successo, ma speravo che per una volta le cose andassero diversamente”, mormorò sconsolata Angelica. “Spero con tutto il cuore che tu sappia quello che fai, Narutaki.” Alzò gli occhi per osservare il Sole che andava tramontando. “Ti, prego, Tsukasa, fai attenzione.”

1) Lo spirito della prima e fin'ora unica regina della terra, Gaia Earthmother, nonchè mamma di Silvia, divenne tutt'uno col pianeta alla sua morte. Incontrò Shizu in un'occasione e fu lei stessa a dare ad Aurora le sue armi.

2) Tecnicamente è Dylan stesso il Dylan Dog dei poveri, ma potete capire cosa intendeva Elena.

3) Beh, Shotaro non è poi così vecchio rispetto ad Elena(anche se contando la vita passata di lei, la differenza d'età s'inverte a suo favore di quasi un millennio) ed è un bel ragazzo.
 
Shotaro Hidari, aka Kamen Rider W, aka Kamen Rider Joker: protagonista indiscusso della serie “Kamen Rider W” e  11 degli Heisei (=post 2000) Rider a vestire i panni di uno degli eroi mascherati al servizio dell’umanità. Legatissimo alla sua città natale Futo City fin da piccolo, Shotaro rimase meravigliato nel momento in cui vide per la prima volta il suo futuro mentore, il detective veterano Sokichi Narumi, aka Kamen Rider Skull, trasformarsi per distruggere un Dopant. Da allora, comprendendo i veri pericoli che gravavano su Futo, giurò di fermare chiunque minacciasse di far piangere la sua città e divenne infine apprendista investigatore proprio sotto Sokichi. Nel seguito della loro ultima missione, però, la stessa in cui i due incontrarono per la prima volta e liberarono Philip, l’impulsività dell’allora troppo giovane e spericolato Shotaro fece saltare la loro copertura e Sokichi rimase colpito a morte da un proiettile nemico. Per poter sopravvivere, Philip offrì a Shotaro il Double Driver e così i due si trasformarono insieme in Kamen Rider W per la prima volta e usarono il suo potere per scappare. Da quel momento, Shotaro raccolse l’eredità del suo maestro e, divenuto il nuovo detective nonché Rider di Futo, giurò di proteggere la città e i suoi cittadini e allo stesso tempo svelare il mistero dietro “Museum”, la misteriosa quanto oscura organizzazione che teneva prigioniero Philip, aveva portato alla morte di Sokichi e faceva esperimenti sulle Gaia Memory e i Dopant. Dopo una lunga guerra, Shotaro e Philip riuscirono infine a svelare tale mistero e sconfiggere la famiglia Sonozaki, leader del Museum, ma a costo della vita di Philip; da quel momento, Shotaro divenne un detective solitario e continuò a combattere da solo i malvagi della città, almeno fino al momento in cui l’Xtreme Memory con l’inaspettata collaborazione dell’ultima Sonozaki, Wakana, riportò in vita Philip permettendo ai due di ridiventare partner e riformare W per proteggere ancora Futo. Impulsivo e troppo imprudente da giovane, Shotaro è un tipo molto sveglio e capace, amante di tutto ciò che definisce hard-boiled e dell’investigatore fittizio Philip Marlowe, al quale si ispira sia per look che per modi. Fissato con gli anni 30 al punto da non vestirsi mai senza il suo fedora o da non usare mai nessun oggetto moderno se non per casi di estrema necessità, spesso si comporta in un modo che ritiene essere cool e da duro per ispirare l’immagine del perfetto detective severo e infallibile, ma la sua goffaggine e l’eccessiva empatia finiscono sempre per fargli fare delle figuracce o renderlo troppo coinvolto nel caso da risolvere; allo stesso tempo, questa sua empatia gli permette di capire subito le persone e riuscire ad intuire i veri motivi dietro le loro azioni, oltre ad attirare intorno a sé una folta cerchia di persone pronte a tutto per aiutarlo. La sua forte emotività unita al suo altruismo sono i motivi per cui i compagni lo definiscono half-boiled anziché hard, ma sono anche definiti i suoi migliori attributi, opposti alla talvolta eccessiva freddezza del suo mentore Sokichi; molto legato al suo maestro, Shotaro ha ereditato il suo spirito giusto e si prende cura della figlia di lui Akiko e Philip anche per omaggiare la sua memoria. Oltre a possedere notevoli doti intuitive e deduttive, sviluppate nel corso del suo lavoro, Shotaro è un combattente eccellente, capace di combattere ad armi pari molti e potenti nemici anche da solo nella forma di Kamen Rider Joker, nella quale compensa la minore versatilità rispetto a W con la sua conoscenza delle arti marziali e la sua grande esperienza. Quando poi diviene Kamen Rider W insieme a Philip, la maggiore versatilità della nuova forma nonché l’intelligenza e la conoscenza delle Gaia Memory del partner lo rendono ancora più potente, al punto da poter contrastare persino gli avversari più ostici e pericolosi.
 
Philip, aka Raito Sonozaki, aka Kamen Rider W: coprotagonista della serie di W e partner di Shotaro, nonché seconda metà del Rider dalle due anime. Originariamente il figlio minore della famiglia Sonozaki, Raito trovò la morte da bambino quando, durante uno scavo archeologico con i parenti, cadde nel pozzo che portava alla vera Gaia Memory, cuore del pianeta stesso, ma venne successivamente resuscitato proprio da quest’ultima come un avatar di dati connesso direttamente ad essa. Suo padre Ryubee, capo della famiglia e dell’organizzazione segreta Museum, decise di usare tale connessione per controllare la Gaia Memory e iniziare un fenomeno chiamato Gaia Impact, con cui tutti gli umani sarebbero diventati come il figlio e avrebbero potuto sopravvivere alla futura estinzione a cui, a suo dire, erano destinati; per tale scopo, fece alterare la memoria di Raito in modo da dimenticare la sua vera identità e la sua storia e poterlo in seguito sacrificare con più facilità. Ora conosciuto come Philip, egli venne salvato da Sokichi e Shotaro e, dopo la morte del primo, accetto di collaborare col secondo offrendogli il Double Driver e le Memory sviluppate dal Museum per poter combattere l’organizzazione e proteggere la città. Dopo diverse battaglie, però, Philip venne catturato e il Gaia Impact iniziato; l’intervento di Shotaro permise la liberazione di Philip e il fallimento del piano di Ryubee, ma a causa del nuovo contatto con la vera Gaia Memory, il corpo di dati dell’ex-Sonozaki divenne troppo instabile per durare e si sgretolò dopo la loro ultima battaglia e trasformazione in W. Qualche tempo dopo, sua sorella maggiore Wakana, unica superstite della famiglia e legatissima al fu Raito, attivò una versione personale del Gaia Impact con cui usò la propria energia per riportate in vita Philip dopo un anno dalla sua attivazione, sacrificandosi per riportare in vita il fratello, il quale poté così tornare da Shotaro e continuare a proteggere Futo insieme a lui come W. Rispetto al più impulsivo ed emotivo Shotaro, Philip è il lato calmo e calcolatore del duo, sempre in cerca della soluzione più logica e razionale per risolvere le cose, compresi i casi da investigare e le battaglie, e questo lo porta spesso a scontrarsi con il partner, ma il loro legame è comunque così forte che riescono sempre a risolvere le loro dispute e portare brillantemente a termine gli incarichi ricevuti. Apparentemente privo di interesse nelle persone a causa dell’amnesia causatagli dal padre, Philip possiede una mente eccezionale e curiosa che si emoziona anche per le piccole cose, al punto che non è soddisfatto finché non ha raccolto e letto tutte le informazioni riguardo l’argomento di interesse, che segna mano a mano che scopre sulle lavagne dell’hangar segreto dell’agenzia, luogo dove vive la maggior parte del tempo per nascondersi al Museum. La sua ossessione è tale che non è possibile distrarlo su altri argomenti finché non ha finito e rimane sveglio anche giorno e notte pur di continuare a studiare l’attuale argomento d’interesse, oltre ad usarsi anche come cavia per certi esperimenti fisici. Come Raito, ama molto la sua famiglia, anche dopo la scoperta della verità, ma il suo senso di giustizia, acquisito dalla convivenza con Shotaro, gli impedisce di schierarsi dalla sua parte e, alla fine, decide di fermarli anche a costo di combatterli. In quanto avatar della vera Gaia Memory, Philip, possiede una connessione diretta alla Biblioteca Planetaria, la memoria stessa della Terra e fonte di tutte le informazioni esistenti su di essa e ciò che vi esiste sopra e intorno, che gli permette di scoprire praticamente qualsiasi cosa tramite una ricerca al suo interno, abilità utilissima soprattutto nei casi dei Dopant. In battaglia, pur formando metà del potere di W, solitamente lascia il controllo al più esperto e combattivo Shotaro, ma quando serve, anche Philip è in grado di combattere abilmente, sfruttando uno stile perlopiù riflessivo e intuitivo.
 
Ryu Terui, aka Kamen Rider Accel: personaggio principale e secondo Kamen Rider della serie di W. Prima della storia della serie principale, Ryu trovò la sua famiglia completamente massacrata da un misterioso Dopant che li aveva congelati a morte; deciso a vendicarsi, scoprì con una serie di indagini la provenienza da Futo City delle Gaia Memory e divenne supervisore della polizia della città per poter così trovare ed eliminare l’assassino della sua famiglia. Coadiuvato da una misteriosa donna di nome Shroud, in realtà Fumine Sonozaki, moglie di Ryubee Sonozaki( e quindi madre di Philip), Ryu ottenne da questa i poteri di Kamen Rider Accel e li usò per iniziare ad eliminare i Dopant e combattere il Museum, entrando inevitabilmente in conflitto con W. La sua personalità fredda e vendicativa creò presto un forte contrasto tra lui e il Rider di Futo, che non accettava di uccidere un Dopant sconfitto e/o in forma umana, soprattutto dopo la comparsa dell’assassino della sua famiglia e possessore della Weather Memory, il dottor Shinkuro Isaka, in quanto Ryu divenne deciso solo ad eliminarlo, incurante dei danni collaterali. Alla fine, però, fu proprio il contatto con Shotaro, Philip e Akiko a permettergli di riprendersi dalla sua follia e fermare per sempre Isaka, dopo la sconfitta del quale, decise di rimanere a Futo e diventare ispettore della polizia per supportare i suoi nuovi compagni fino alla sconfitta definitiva del Museum. Durante la serie, sviluppa dei sentimenti romantici per Akiko Narumi e arriva a sposarla qualche tempo dopo la sua fine; con lei avrà inoltre una figlia, sebbene mai vista finora, e continuerà ad agire come ispettore e secondo Kamen Rider di Futo. In origine un tipo gentile e molto legato alla famiglia, Ryu sviluppò un carattere gelido e vendicativo dopo la morte dei suoi cari, carattere che, a inizio serie, spesso sfocia in una parziale psicopatia e mancanza di preoccupazione per eventuali innocenti coinvolti, soprattutto dopo la ricomparsa del loro assassino Isaka. Questa sua personalità contrasta fortemente con quella empatica di Shotaro e questo causa inizialmente una faida tra i due Rider, almeno finché Shotaro, compresi i veri sentimenti di Ryu, non riuscirà a fargli comprendere la vera importanza del loro dovere come Kamen Riders e a farlo desistere dall’idea di vivere per la vendetta scegliendo invece di limitarsi a fermare Isaka. Da quel momento, Ryu riacquista la sua vecchia personalità e diviene un insostituibile difensore della giustizia e della legge di Futo; poliziotto duro e severo ma anche comprensivo, è sempre pronto a risolvere qualunque caso e aiutare il prossimo, ma la sua lunga ricerca della vendetta l’ha reso un po’ goffo nel comprendere i sentimenti delle persone e spesso si trova a disagio nei rapporti sociali. In battaglia, Ryu è un guerriero nato, abile sia nelle arti marziali che nell’arte della spada, che unisce il suo addestramento come agente contro il crimine alla sua esperienza come Kamen Rider Accel e gli permette di combattere efficacemente sia umani che Dopant. Pur mostrando solitamente uno stile aggressivo e ben più brutale di W, Ryu è incredibilmente sveglio e acuto, riuscendo spesso a trovare nessi nei casi più rapidamente di Shotaro e a volte anche di Philip e sfrutta questa sua abilità anche negli scontri per intuire in fretta il miglior modo per battere il proprio avversario.
 
 
 
 
 

Salve a tutti da Fenris e Xephil, ragazzi, scusate enormemente per questo ritardo, ma altri impegni, in particolare le cene di famiglia, ci hanno bloccato più del previsto. Siamo inoltre spiacenti di riferire che causa l'imminente sessione, dovremmo prenderci un periodo di pausa. Nel mio caso dovrebbe durare fino a metà Febbraio, ma non posso garantire per Xeph. Ci auguriamo comunque che questo piccolo battibecco tra Elena e Shotaro vi sia piaciuto, così come gli scontri e ovviamente il villain di turno, Checker. Speriamo ovviamente che abbiate passato buone vacanze e buon anno a tutti! A presto, controllate appena possibile per i nuovi capitoli.

Prossimo episodio:' Warrior Saturnus e il medico dei videogiochi, Ex-Aid!'
 
  
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