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Autore: Harley Sparrow    11/01/2019    4 recensioni
Anno 1993/1994
Mentre Harry Potter vive il suo terzo anno a Hogwarts, tre ragazzi Serpeverde del quinto anno si troveranno ad affrontare misteri inaspettati. Tra feste clandestine nel bagno dei prefetti, amori, delusioni, un misterioso cane nero che sembra perseguitarli e la minaccia del famigerato assassino Sirius Black che cerca di introdursi a Hogwarts, riusciranno Edmund, Margaret e Frannie ad arrivare a fine anno interi e a passare i G.U.F.O.?
*
Sono presenti anche personaggi Disney e de Le Cronache di Narnia, faranno da contorno alla storia. Vi consiglio di leggere l'introduzione per capire meglio come abbiamo gestito loro e i personaggi di Harry Potter.
*
Dal testo:
“Era…Era…”
“Sì” rispose Margaret, che aveva il volto rigato dalle lacrime.
“Ma cosa ci faceva un Dissennatore qui? È grave, praticamente siamo tutti disarmati!” disse Laetitia con la voce incrinata.
“Per Sirius Black, ovvio. Vorranno assicurarsi che non tenti di avvicinarsi a Potter. Ma è davvero assurdo mandarne uno qui sopra!” esclamò Frannie con rabbia.
Quei pochi istanti di gelo avevano riportato alla mente di tutti dei ricordi terribili.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Serpeverde
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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XX
 
L'ULTIMO GIORNO 

Gli avvenimenti della sera prima avevano scosso i tre Serpeverde. Non sapevano esattamente cosa fosse successo a Black, ma di una cosa erano sicuri: aveva cercato di salvare la vita a Potter e ai suoi amici, e anche a mente lucida su questo non c’era alcuno spazio per i dubbi. Durante la mattina avevano saputo della fuga di Black, mentre nel pomeriggio si sparse un’altra, terribile voce. Il professor Lupin era un lupo mannaro, ed era stato Piton a spargere la voce, riferendo la notizia ai membri più razzisti della sua Casa, i quali avevano fatto il resto.
Nel primo pomeriggio, mentre Frannie, Mag e Edmund uscivano dal castello per prendere parte all’ultimo picnic dell’anno, in riva al lago, la prima cosa che notarono fu lo stormo di gufi che spiccavano il volo dalla Voliera. Non era mai successo prima, non a un giorno dalla fine del trimestre.
“Spero che non sia per quello che penso” disse Mag stringendosi nelle spalle.
“Lo scopriremo domani, sul Profeta” disse Edmund abbassando lo sguardo.
“Giuro che se qualcuno fa un qualsiasi commento su Lupin gli lancio una fattura” disse Frannie con rabbia.
Né Mag né Edmund osarono ribattere, anche perché erano sicuri che in quel caso le avrebbero dato man forte.
Fino al pomeriggio prima erano stati convinti che quella fosse la conclusione dell’anno più bella che potessero sperare, ora non ne erano più sicuri. Raggiunsero i compagni di classe in riva al Lago Nero, ma notarono con disappunto che per il momento c’erano solo Fred, George, Laetitia e Angelina Johnson. Parlavano fra di loro sommessamente, guardandosi intorno.
“Hey” si fece avanti Frannie. Si salutarono e presero posto accanto agli amici.
“…Avete saputo?” esordì Angelina titubante.
“Sì, ma non c’interessa” disse Frannie, cercando di mettere in chiaro la loro posizione senza risultare aggressiva da subito.
“Tutto sommato nemmeno a noi” disse Fred.  
“Anzi, non c’interessa proprio” aggiunse George.
“Anche se stanotte ha rischiato di uccidere nostro fratello e i suoi amici” disse Fred rabbrividendo.
“…Ma la reazione della maggior parte degli studenti è stata esagerata” disse Angelina, che da Prefetto aveva dovuto sopportare i deliri di qualche Grifondoro spaventato.
“Decisamente…” annuì Edmund, che con Frannie aveva avuto lo stesso ingrato compito durante il pranzo.
Il fatto che fosse il miglior professore di Difesa che avessero mai avuto era inevitabilmente sbiadito di fronte alla notizia che quel miglior professore fosse un lupo mannaro.
“È stato Piton” disse Mag disgustata “è stato lui a spargere la voce, sapeva cosa avrebbe provocato, e lo ha fatto ugualmente”.
“Lo odio con tutta me stessa” disse Laetitia.
Fred, George e Angelina si guardarono di sottecchi: loro odiavano Piton da sempre.
“Che cosa succederà adesso?” chiese Mag prendendosi la testa fra le mani.
“Beh, tutto dipende da Silente” disse Laetitia.
“Dubito che dipenda totalmente da lui” disse Frannie “Se i genitori si uniscono come fanno di solito temo che…”
Si bloccò. Non ci voleva nemmeno pensare.
“In ogni caso” disse Mag “è il miglior insegnante che abbiamo mai avuto, niente cambierà questo fatto”.
Tutti annuirono solennemente.
“Dove sono tutti gli altri?” chiese Edmund ai gemelli.
“Spero che arrivino” disse George guardandosi intorno “nella nostra Sala Comune c’era una baraonda incredibile”
“Anche nella mia” rispose Laetitia.
Frannie e i due amici Serpeverde non risposero neanche. Era tutto partito dalla loro Sala Comune.
“Chissà i Tassorosso come se la passano” disse Mag cercando di celare la vergogna per la propria Casa e per il suo direttore.
“Non meglio di noi” disse Angelina “Diggory mi ha detto che molti hanno già scritto ai genitori”.
“Li odio tutti” disse Edmund a denti stretti.
Rimasero a parlare ancora un po’ dell’argomento finché non arrivarono altri ragazzi del quinto anno, fra cui Tony, accompagnato da un paio di amici, Lee Jordan e stranamente anche Belle, che prese subito posto accanto a Laetitia. Insieme a lei c’era un ragazzo che non parlava mai con nessuno del gruppo, forse non li riteneva alla sua altezza.
“Allora, cosa offrono le cucine oggi?” chiese finalmente Laetitia per cambiare discorso.
Fred levò la bacchetta e scoprì una decina di vassoi pieni di dolci e salatini.
“Le bevande sono a riva” disse George ammiccando verso una gran quantità di bottigliette di succo di frutta che erano state immerse nell’acqua per rimanere al fresco.
Lee incantò la sua radiolina come aveva fatto il giorno prima e le note di I wanna dance with somebody diedero vita alla festa.
“Uh, questa l’ascoltavo da bambina!” disse Mag con aria sognante e iniziando a canticchiare.
Lontano dal loro gruppo, tre ragazzi parlottavano fra loro mesti, e Mag ogni tanto lanciava loro uno sguardo. Ron Weasley aveva una stampella accanto e si lasciava accarezzare la spalla da Hermione. Si appuntò mentalmente di chiedere ai gemelli se c’era del tenero fra i due. Potter invece parlava, ma non sembrava un ragazzo spaventato per la fuga dell’uomo che gli aveva dato la caccia per un anno intero. A un certo punto i tre furono raggiunti da un allegrissimo Hagrid. Non era difficile intuire il perché della sua contentezza: il giorno prima il suo amato ippogrifo era sfuggito dall’esecuzione. Mag sorrise fra sé e tornò a discutere con Edmund, Fred e Laetitia sulla Coppa del Mondo di Quidditch. L’Irlanda stava avanzando inarrestabile verso la vittoria, e anche se erano ancora agli ottavi di finale c’erano buone possibilità di arrivare in semifinale… O addirittura in finale. Non notò che Harry abbandonò il gruppo e corse verso il castello.
Intanto Frannie e Tony si stavano sfidando a scacchi per la prima volta in assoluto. Il Tassorosso la stava distruggendo, ma lei sembrava più occupata ad ammirare lo sguardo concentrato del ragazzo, invece di impegnarsi seriamente nella partita. Quando Tony fece scacco matto senza grossi sforzi lei si ridestò, indispettita.
“Ed, hai un rivale” disse quando tornò a unirsi al suo gruppo.
Intanto era partita Total eclipse of the heart e un gruppetto di Tassorosso si mise a canticchiarla.
 “Non mi dire” rispose lui per niente impressionato.
In realtà era troppo occupato ad ascoltare quella canzone che sembrava descrivere per filo e per segno la sua situazione sentimentale. E poi stava guardando Mag, che insieme ad altri ragazzi probabilmente Nati Babbani o Mezzosangue giocava a pallavolo in un campo rudimentale che avevano creato con dei rami spezzati. Poco più in là Aurora e altre ragazze giocavano a Badminton con una margherita ingrandita e incantata in modo da sembrare un volano, intanto la canzone continuava a riempire l’aria.

And I need you now tonight
And I need you more than ever
And if you only hold me tight
We'll be holding on forever
And we'll only be making it right
'Cause we'll never be wrong
Together we can take it to the end of the line
Your love is like a shadow on me all of the time


Frannie seguì lo sguardo dell’amico, notò cosa lo stava distraendo da lei e dalle sue chiacchiere e gli diede una gomitata.
“Ahia” sbottò lui contrariato “Che vuoi?”
“Niente” disse Frannie ridendo e prendendo da un vassoio una focaccina ai pomodorini “è che avevi lo sguardo perso, come se ci fosse qualcosa di più importante di me nelle vicinanze”.
Edmund aveva già la risposta pronta da darle, ma si bloccò prima di dirla ad alta voce. Le avrebbe detto che no, non ruotava tutto intorno a lei, ma sapeva che Frannie ne avrebbe approfittato per dirgli cose che non voleva sentirsi dire, perciò dovette ingoiare il rospo e dirle che era tutto orecchi.
Frannie alzò gli occhi al cielo per la clamorosa coda di paglia dell’amico e gli raccontò della sua scarsa performance a scacchi contro McMartian.
“Beh, non ci vuole tanto per batterti” disse lui ridacchiando e dando per scontato che anche Tony non fosse un campione per quello sport.
“No, no. È davvero bravo!” insistette lei senza successo.
Edmund diventava estremamente pieno di sé quando si trattava di scacchi. Pensò che un giorno avrebbe voluto vederlo sfidare Tony.
“E va bene, andiamo a giocare con Mag” disse Frannie balzando in piedi e trascinando l’amico verso il campo improvvisato.
Intanto la canzone era finita e aveva lasciato il posto a una ben più ritmata.
“Ma non sappiamo neanche come si gioca” protestò lui. Frannie non gli diede ascolto.
“Giochiamo anche noi!” annunciò al gruppo di amici, che la squadrarono con sospetto.
“Ma ci hai mai giocato, Firwood?” chiese Lee Jordan alzando un sopracciglio.
“Mag mi ha spiegato la teoria una volta” rispose lei con un’alzata di spalle “non fare il razzista con noi che non ci abbiamo mai giocato, Jordan”.
Mag era troppo occupata a canticchiare sulle note di Take on me, così quando si sentì presa in causa si limito a sorridere e annuire, anche se era vero a metà. Un conto era raccontarla, un altro era giocare sul campo. E poi ci avrebbe scommesso che Frannie non ricordava nulla di quel che le aveva spiegato probabilmente mesi prima… Non ricordava cosa aveva mangiato a colazione… Ma era anche vero che fra tutti nessuno era così bravo a giocare, quindi anche se si fosse aggiunto qualcun altro le sorti della partita non sarebbero cambiate di molto.
Guardò la formazione della squadra avversaria e capì per quale motivo era apparsa Frannie: Tony aveva accettato di giocare solo se a partita conclusa avrebbero usato la palla per giocare a calcio. Con lui giocava anche Belle, ma era sicura che Frannie avrebbe accettato quella presenza molesta pur di trovarsi in squadra con il ragazzo.
“Bene, dato che siamo cinque contro cinque possiamo finalmente fare sei contro sei” disse in tono pratico, poi si voltò verso Edmund, gli sorrise ed esclamò “Io mi prendo Pevensie!”.
Si convinse che lo aveva fatto per far stare insieme Frannie e Tony, non perché ci teneva ad avere Edmund nella sua squadra. E poi, a dirla tutta, Edmund era bravo negli sport, imparava in fretta.
Frannie entrò in campo con un sorriso soddisfatto, ricambiato da tutti i compagni di squadra tranne Belle, Edmund invece prese subito posto battendo il cinque prima a Mag e Miles, poi al resto della squadra.
“Mi ha costretto Frannie” disse a Mag mentre dall’altra parte Angelina iniziava a battere.
“Immaginavo” disse Mag prima di ricevere la palla con un gran sorriso stampato sul volto.
Alla fine, come immaginava, né Edmund né Frannie ci misero molto per imparare a giocare in maniera dignitosa. Lee Jordan, che scherniva Frannie dall’altra parte della rete, si rivelò una vera e propria piaga per la squadra, tanto che la portò alla disfatta quasi totale. Mag però poté vantarsi di una serie di punti fatti su Belle e, ciliegina sulla torta, di una schiacciata in faccia che la lasciò intontita per almeno un minuto. Frannie, incapace per natura di fare gioco di squadra, si era lasciata sfuggire uno sghignazzo ai danni dell’odiata compagna, rendendosi conto troppo tardi che non erano cose da fare, specialmente con i compagni di squadra. Tony infatti l’aveva guardata sconcertato – poi era scoppiato a ridere.
Alla fine, quando Lee, Angelina, Tony, i Weasley e qualche altro ragazzo, iniziarono a giocare a calcetto, Mag, Frannie e Edmund si lasciarono cadere sul prato, stremati.
“E tu passi le tue estati a giocare a pallavolo?” chiese Frannie esausta, ma contenta della vittoria.
“Sì, è divertente” disse Mag con un sorriso “E voi due siete stati quasi bravi”
Quasi? E quel punto che ho fatto sul vostro compagno Corvonero?” disse lei tronfia.
“Pura fortuna” disse Mag con un’alzata di spalle.
A dire il vero non sopportava quel ragazzo, avrebbe voluto buttarlo fuori dal campo dopo dieci minuti di partita.
“Come la nostra vittoria, eh?” continuò la ragazza senza placarsi per un attimo.
Mag e Edmund si scambiarono uno sguardo divertito e al tempo stesso rassegnato.
“C’è da dire che la pallonata in faccia che si è beccato da parte tua è stata epica” disse Edmund.
“E meritata, non lo sopportavo più!” aggiunse Mag guardando il ragazzo confabulare con Belle e guardarli con astio.
“Modestamente l’ho messo a tacere io, al posto vostro” si vantò Frannie.
“E si meriterebbe anche di ascoltare al posto nostro tutti i deliri di onnipotenza di Frannie, ininterrottamente” aggiunse Edmund.
Frannie fece finta di non averlo sentito e si mise seduta per guardare la partita di calcetto.
“Guardatelo, che classe!” disse indicando Tony che attendeva concentrato il tiro di Fred o George, il quale mancò totalmente la rete avversaria.
“Ah-ah! Weasley piedi di banana!” urlò Frannie mettendo le mani spalancate davanti alla bocca per far arrivare più forte la sua voce.
Il ragazzo si voltò verso di lei e le fece un gestaccio, poi tirò di nuovo contro Tony, ma questi parò il colpo, al che Frannie impazzì completamente e Edmund e Mag non riuscirono più a recuperarla fino alla fine della partita. Inoltre, udendo gli schiamazzi della ragazza, Tony si era voltato e le aveva sorriso, decisamente troppo per lei.
A un certo punto Edmund si alzò per portare qualcosa da mangiare e da bere alle due amiche. Il sole era ancora alto, ma nel giro di un paio d’ore sarebbero dovuti andare via.
“Ci pensate che domani torniamo a casa?” disse Mag in preda alla malinconia che ogni anno la sorprendeva l’ultimo giorno di scuola.
“A questo penseremo domani” disse Frannie, anche se in fondo era piuttosto triste anche lei.
Quel pomeriggio erano riusciti a dimenticare gli avvenimenti di quelle giornate, ormai i G.U.F.O. erano una paura lontana, e loro avevano tutta l’estate davanti per divertirsi. L’estate era sempre stata una promessa di spensieratezza e allegria, anche questa volta non era da meno. L’aria fresca e profumata riscaldava il cuore, metteva voglia di vivere e di sorridere.
Mag respirò a pieni polmoni quell’aria e si godette il momento. La musica suonava incessantemente, gli schiamazzi delle ragazze che si rincorrevano per bagnarsi con l’acqua del lago mettevano allegria, i ragazzi più tranquilli, fra cui Laets, si erano appostati sotto un faggio per leggere in santa pace, c’era anche chi giocava a carte o a scacchi… Era la Hogwarts che amava, Hogwarts nel suo momento di pieno splendore e vitalità.
Una ventina di metri più in là i ragazzi del settimo anno stavano dando più o meno la stessa festa, che per loro sarebbe stata l’ultima tutti insieme, quindi non si erano uniti al resto degli studenti come i giorni precedenti. Edmund li guardava con una certa malinconia. Peter parlava con Esmeralda sorridendo felice per la fine M.A.G.O., mentre alcuni facevano il bagno.
Mag e Frannie se ne accorsero e si scambiarono uno sguardo non sapendo cosa fare o dire.
“Hai parlato con Peter in questi giorni?” chiese Mag guardandosi le unghie con noncuranza.
Edmund sussultò leggermente. Davvero era così facile capire a cosa pensava? Doveva imparare a nascondere di più i suoi sentimenti, anche se in fondo non gli dispiaceva essere consolato dalle sue migliori amiche.
“Non molto, ha da fare” disse con finta indifferenza.
“Avete ancora tutta l’estate davanti, e poi sono sicura che quando partirà ti scriverà in continuazione” disse Mag mettendogli una mano sulla spalla.
“Se penso a tutto il tempo che ho perso in questi anni…” disse infine lui, vinto dalla voglia di dire ad alta voce quel pensiero che lo tormentava da tempo.
“Il tempo non sarebbe stato abbastanza neanche se foste stati amici da subito” disse Frannie.
“Noi lo siamo stati più o meno da subito eppure tra due anni dovrete passarmi una quarantina di fazzoletti al momento dell’addio” disse Mag cercando di sdrammatizzare.
“Che poi non sarà un vero addio. Non lo è nemmeno con Peter” puntualizzò Frannie reprimendo l’impulso di prendere a bottigliate in testa i due amici e la loro emotività.
“Hai ragione Fran” disse Mag facendo un sospiro, poi sorrise “Vi ricordate come eravamo piccoli e scemi anni fa?”
“Fin troppo” disse Edmund incapace di trattenere a sua volta un sorriso, il pensiero rivolto al loro terzo anno, quando avevano iniziato a fare comunella durante le lezioni della Cooman. Prima erano amici ma lui aveva delle questioni in sospeso con sé stesso che gli impedivano di essere l’amico che Mag e Frannie meritavano.
“Se fossi stata in una qualsiasi altra Casa non mi sarei mai divertita così tanto” ammise Mag.
“Perché Serpeverde è la perfezione e i suoi membri sono esseri praticamente perfetti sotto ogni aspetto, e le altre Case possono solo accompagnare” disse Frannie come se la cosa fosse ovvia.
Noi siamo la perfezione” puntualizzò Mag tornando a sdraiarsi sul prato.
Rimasero ad assaporare quelle parole in silenzio per qualche minuto, intanto gli schiamazzi della festa si facevano sempre più alti, dovevano essersi aggiunti altri studenti.
Edmund fece per dire qualcosa quando la sua attenzione fu catturata da una strana ombra che si stava avvicinando a loro. In un primo, folle momento, pensò che si trattasse di un Dissennatore, ma non era né nero né tantomeno avvertiva un senso di profonda tristezza. Era una massa informe che si confondeva con il colore del cielo. Si avvicinava in maniera un po’ incerta, come una grossa foglia sospinta pigramente dal vento.
Quando si rese conto di cosa fosse era troppo tardi.
“Cazzo” sbottò facendo appena in tempo a voltarsi verso Mag per farle scudo con il corpo, ma il gesto fu totalmente vano. La ragazza riaprì gli occhi un istante prima che l’enorme bolla d’acqua si rovesciasse su lei, Edmund e Frannie, accanto a lei.
“Ma che caz…” sbraitò Mag tirandosi su in preda allo spavento e tossicchiando.
“Scusa, non me ne sono accorto in tempo…” balbettò Edmund spostandosi da lei, imbarazzato. Mag invece era arrossita violentemente.
Frannie invece alzò in piedi. A una decina di metri da loro, sulla riva del lago, Fred e George si stavano rotolando dalle risate insieme a qualche altro Grifondoro.
“Questa ce la pagate, Weasley” disse Frannie tirando fuori la bacchetta. Mag e Edmund balzarono in piedi e fecero lo stesso.
Aguamenti!” disse Mag avvicinandosi ad ampie falcate ai due ragazzi.
Un getto di acqua fredda prese Fred in pieno petto, mentre Frannie era corsa fino al lago e aveva sollevato un’altra bolla d’acqua e con Edmund stava cercando di ripagarli della stessa moneta. I due avevano gettato un Protego, che però scomparve inspiegabilmente pochi secondi dopo, permettendo ai due Serpeverde di consumare la loro vendetta. Mag si guardò intorno e vide Laetitia riporre con noncuranza la bacchetta a terra e ritornare a leggere con un sorrisetto sulle labbra. Avrebbe dovuto ringraziarla. Ora anche i gemelli erano fradici. Intanto i cinque, a cui si erano uniti Angelina e Lee Jordan, erano entrati nel lago e si schizzavano con le mani, ogni tanto qualcuno cadeva, ma c’era sempre un amico pronto a tendere la mano per continuare la guerra.
Dopo mezzora erano tutti di nuovo stesi sul prato per asciugarsi. I capelli di Mag continuavano a gocciolare e ogni tanto li scuoteva apposta verso i Grifondoro per bagnare di nuovo gli amici.
“Fai attenzione” si lamentò Jordan a un certo punto.
“No” rispose lei con noncuranza, suscitando la risata di Frannie e Edmund.
Verso le cinque e mezza molti iniziarono a incamminarsi verso il castello, ubriachi di felicità per quell’ultimo pomeriggio passato insieme. Quando il sole di giugno asciugò completamente i ragazzi, anche Frannie e gli altri si alzarono e andarono verso la Sala Comune per finire di fare i bagagli.
Passarono davanti alle grandi clessidre che raccoglievano i punti accumulati dalle quattro Case nel corso dell’anno e notarono con sommo disgusto che Grifondoro avrebbe vinto anche quell’anno, merito della Coppa del Quidditch che aveva portato alla Casa abbastanza punti per assicurarle la vittoria, anche se Serpeverde se l’era cavata molto bene, seguita da Corvonero. I Tassorosso erano lontani anni luce dai Grifondoro.
“L’anno prossimo dobbiamo vincere, è una questione di onore” disse Mag.
“Al diavolo l’onore, dobbiamo vincere e basta!” rispose Frannie.
Si ritirarono nei rispettivi dormitori e si diedero appuntamento per l’ora di cena.

 
*

Il banchetto di fine anno non fu molto piacevole, e non solo perché la Sala Grande era addobbata con i colori del Grifondoro e i membri della casa rosso e oro erano più chiassosi del solito. Il professor Lupin non si era presentato a cena e Silente non aveva fatto alcun accenno a lui. Piton invece sembrava estremamente allegro; l’unica consolazione fu che i suoi colleghi non sembravano condividere il suo stesso entusiasmo. Inoltre ai tavoli l’argomento principale era proprio il segreto svelato di Lupin. I quattro Serpeverde erano nauseati. Jasmine lo aveva scoperto quel giorno, ma era d’accordo con loro: Piton non avrebbe dovuto dirlo a nessuno e Hogwarts era popolata da troppi razzisti.
L’indomani sarebbero partiti poco prima di mezzogiorno, per cui avevano la mattinata libera. Rimasero in Sala Comune a far passare la serata insieme al resto dei membri della Casa, iniziando a salutarsi con alcuni di loro. Poi arrivò la notizia che tutti temevano.
“…Alla fine quello zoticone di Hagrid è riuscito a far scappare quella stupida bestia” aveva iniziato a dire Malfoy ai suoi compagni, seduti poco vicino al gruppo del quinto anno.
“…Almeno quel buono a nulla di Lupin ha presentato le dimissioni e l’anno prossimo non ci sarà più!” continuò tutto tronfio.
Frannie lasciò cadere il bicchiere che teneva in mano, Mag sentì qualcosa dentro di lei precipitare. Forse era il suo cuore. Edmund sbuffò e Jasmine arricciò le labbra.
“Non ci posso credere” mormorò Frannie.
“Non è giusto” disse Mag, che dopo quella notizia si sentiva come svuotata.
Andarono a dormire con un peso sul cuore che non se ne sarebbe andato con la notte. Quei giorni erano stati così strani e densi di avvenimenti che era difficile essere completamente tristi, ma al tempo stesso era impossibile essere completamente allegri.
Mag, Frannie e Jasmine rimasero a parlare per un po’ e a deprimersi per il caro professore, poi spensero la luce definitivamente. Miles arrivò dopo molto e loro non se ne accorsero.
L’indomani si alzarono tutti presto, troppo in ansia per la partenza. Edmund aveva aspettato in Sala Comune le tre ragazze, così andarono tutti insieme in Sala Grande per la colazione.
Guardarono verso il tavolo degli insegnanti e notarono ancora una volta che Lupin non c’era.
“A me questa cosa non va proprio giù” disse Frannie iniziando a servirsi la colazione.
“Neanche a me” disse Edmund. Adorava Lupin, Hogwarts non sarebbe stata la stessa senza di lui.
“Sentite, ci ho pensato. Adesso facciamo colazione con calma e poi andiamo a salutarlo. Vi va?” disse Mag con decisione.
I tre amici la guardarono un po’ incerti.
“E se ci manda via?” chiese Jasmine.
“Se non ci ha mandati via quando gli abbiamo portato la torta a Natale …” rifletté Frannie.
“Ma adesso è diverso, non vorrei metterlo in imbarazzo, o magari si arrabbia!” disse Edmund incerto.
“La scuola intera lo sta mettendo in imbarazzo” insistette Mag.
“Hai ragione. Se lo merita” disse Frannie “Io ci sto”.
Mag sorrise, sapeva che non sarebbe stato difficile convincerla.
“Va bene, ci sto anche io” annuì Edmund “lo diciamo anche a Laets?”
Mag in tutta risposta si alzò e andò a parlare con l’amica al tavolo dei Corvonero, la quale annuì con decisione.
Finita la colazione si alzarono e a testa alta si diressero verso lo studio dell’amato professore.
Fu Mag a bussare, dopotutto era stata una sua idea.
“Chi è?” chiese una voce da dietro la porta.
“Rosander, professore, avremmo bisogno di parlarle” rispose con voce incerta.
Udirono un sospiro, poi la porta si spalancò e rivelò ufficio del professore, il quale stava raccogliendo tutte le sue cose stipandole in un grosso baule. Non era più l’ufficio caldo e accogliente che avevano visto a Natale.
Lupin li salutò cordialmente senza guardarli in faccia, visibilmente imbarazzato.
“Noi… Abbiamo sentito che se ne va, è così?” chiese Mag.
“Temo di sì, ho dato le dimissioni ieri mattina” rispose lui puntando la bacchetta verso una scatola e facendola levitare dentro al baule “ora sto… oh, eccolo!” disse prendendo da un armadietto uno Spioscopio.
“Non è giusto” disse Frannie senza fiato.
“Noi non vogliamo che se ne vada” disse Edmund tenendo lo sguardo fisso sul pavimento.
In tutta risposta Lupin sorrise e scosse la testa.
“Piton non avrebbe dovuto dirlo alla scuola” aggiunse Laetitia, supportata dagli amici.
“Il professor Piton – è ancora vostro professore, Oaks, non mi guardi così” disse Lupin vedendo che la ragazza faceva una smorfia “dicevo, il professor Piton ha preceduto qualcosa che sarebbe successo ugualmente prima o poi, vi prego di non prendervela con lui”.
“Ma…” s’intromise Mag, ma il professore la bloccò subito.
“…Se non lo avessi fatto sarebbero arrivati i gufi dei genitori. Nessuno vorrebbe un Lupo Mannaro come insegnante dei propri figli”
“Io sì” si affrettò a dire Frannie “e anche i miei genitori”.
“Ai miei non penso che interessi molto, sono Babbani! E comunque nemmeno a me” aggiunse Mag con un sorriso tremulo.
A dire il vero capiva perfettamente la situazione, era inutile insistere.
Gli occhi di Lupin si velarono per un istante, si voltò e iniziò a svuotare i cassetti della scrivania.
“Ora andate, potete godervi Hogwarts per un’altra oretta, coraggio!” disse cordialmente.
Loro rimasero fermi, incerti sul da farsi. Frannie non voleva farsene una ragione.
“Lei è il miglior insegnante che abbiamo mai avuto! Non se ne vada!” disse un’ultima volta.
Lupin sorrise ma scosse la testa ancora una volta.
“Grazie, significa tanto per me” disse “e ora andate”.
Il gruppo si guardò di sottecchi e capì che la conversazione era finita. Quando ormai furono sulla soglia della porta udirono il professore ancora una volta.
“Anche io e i miei amici uscivamo di nascosto dal castello” disse “ora che non sono più vostro professore posso dirvi in tutta libertà che una ventina di anni fa saremmo andati molto d’accordo”
Mag arrossì violentemente, Frannie fece un sorriso a trentadue denti, mentre Edmund gli fece un cenno di rispetto.
“…Ma state lontani dai pericoli i prossimi anni, va bene?” disse tornando serio, ma con lo sguardo complice “…E ora, addio” disse facendo l’occhiolino e voltandosi di nuovo verso la scrivania.
“Arrivederci” rispose Frannie decisa.
Quando tornarono in Sala Comune erano decisamente più felici, le ultime parole di Lupin li avevano consolati. Forse non tutto il male era venuto per nuocere. Lupin si era rivelato ancora una volta una grande persona.
Quando salirono sull’Espresso per il ritorno si sentivano più leggeri. Il professore non sarebbe tornato, ma almeno loro avevano avuto la possibilità e il coraggio di dirgli quelle cose, se non gliele avessero dette avrebbero avuto il rimorso per tutta la vita.
Jasmine e Aladdin salirono per primi e trovarono uno scomparto vuoto, Frannie, Edmund, Laetitia e Mag li raggiunsero poco dopo.
“Quando siamo arrivati eravamo sempre noi” constatò Mag prendendo posto vicino al finestrino, accanto a Edmund.
Erano gli stessi di nove mesi prima, ma molte cose erano cambiate, nel profondo. Jasmine e Aladdin non erano più due semplici amici, il loro rapporto era cresciuto e maturato, solido come la roccia; Edmund aveva imparato ad aprirsi con le sue amiche e anche se la strada per la felicità era ancora molto lunga, in quella lontana sera di novembre si era liberato di un peso enorme che lo opprimeva da anni. Mag, Frannie e Laets erano rimaste le stesse di sempre, ma forse più mature, e ovviamente più belle.
“Che anno, ragazzi” sospirò Laetitia prendendo posto di fronte a Mag.
“Certo che un tranquillo ce lo sogniamo ultimamente!” disse Frannie.
“Secondo me è colpa di Potter, è da quando è arrivato che succedono cose strane” disse Edmund ridacchiando.
“Possibile” disse Frannie facendo una risata.
“…Ci vedremo quest’estate, vero?” chiese Mag.
“Beh, intanto ci vediamo fra due settimane, per la Coppa!” disse Frannie pensando che l’amica si fosse dimenticata di quel dettaglio.
“Questo lo so, ma poi non voglio lasciar passare quasi due mesi prima di rivedervi!” disse lei alzando gli occhi al cielo.
“Se non sbaglio ci devi una serata al cim…nema!” disse Edmund sperando che lei se ne ricordasse.
“Giusto!” disse Frannie. Non avrebbe ammesso esitazioni da parte dell’amica.
“Cinema? Cos’è questa storia?” chiese Laetitia illuminandosi. Mag le spiegò in breve com’era nata l’idea.
“…E Frannie vuole vedere un cartone, speriamo che a luglio ci sia qualcosa!” concluse Mag.
“Esce Il Re Leone!” disse Laetitia “L’ultimo Classico Disney”
“Ma certo, è vero! Bene, allora andremo a vedere quello!” disse Mag.
“Quando andiamo?” chiese Frannie elettrizzata, già pronta a fare progetti.
Mag prese dalla borsa un’agenda e guardò il calendario di luglio.
“Se ci vediamo per la Finale potremmo aspettare fino alla fine di luglio, tipo il 29! Venite a casa mia e insieme andiamo al cinema, tanto è dietro l’angolo, possiamo andarci a piedi, a meno che nel frattempo non vogliate imparare ad andare in bicicletta…” disse immaginandosi i due amici Purosangue alle prese con i mezzi di trasporto Babbani.
“No, grazie” rispose subito Frannie “Allora, rimaniamo d’accordo per il 29? Così inizio a dirlo ai miei genitori che dovranno portarmi”
“Per me va bene” disse Edmund, felice quanto l’amica “Non vedo l’ora!”
“Voi venite?” chiese Mag a Jasmine e Aladdin che erano rimasti ad ascoltarli in silenzio.
“Non credo, dopo la Finale torniamo in Arabia” disse Jasmine.
“Ci racconterete com’è andata!” aggiunse Aladdin.
“Perfetto!” trillò Frannie “…E poi ci sarà il mio compleanno, al quale ovviamente siete tutti invitati. Ci vedremo – fece rapidamente il conto – tredici giorni dopo il cinema!”
“Ah, quindi lo festeggi qualche giorno dopo?” chiese Mag interessata.
“In che senso?” rispose Frannie guardandosi intorno.
“Tredici giorni dopo il 29 è l’11 agosto!” disse Mag.
“Ma no, è l’8! Tredici giorni dopo il 29!” rispose Frannie decisa “lo festeggiamo quel giorno e aspettiamo la mezzanotte!”
“No, Fran, luglio ha 31 giorni!” insistette Mag.
“Guarda che lo so!” ribatté Frannie.
Mag era già pronta a mettersi a contare con l’amica ad alta voce quando Edmund, che era rimasto concentrato a contare fino a quel momento, si intromise.
“Ha ragione Mag, se vuoi farla l’8 sono dieci giorni” disse ridendo.
“Ecco!” esclamò Mag indicando Edmund.
“Oh, forse avete ragione” rispose Frannie con noncuranza.
“Togli il forse” disse Mag alzando gli occhi al cielo. La matematica non era un’opinione.
“Ma che importa! La scuola è finita, Mag!” si intromise Laetitia, che aveva voglia di fare tutto tranne che mettersi a contare.
“Importa, perché se mi dice tredici giorni dopo io mi preparo per tredici giorni dopo, non dieci!” le disse Mag alzando gli occhi al cielo.
“Va bene, va bene, in ogni caso qualche giorno dopo ci rivediamo” disse Frannie con naturalezza. Edmund guardò Mag come per dirle “Lascia perdere”.
Fortunatamente in quel momento arrivò la signora del carrello e i sei furono occupati a pranzare. Quando ebbero finito Frannie annunciò che sarebbe andata a cercare Tony. Laetitia si alzò con lei dicendo che voleva iniziare a salutare i suoi amici Corvonero.
“Ed, vieni con me che vorrei salutare Aurora?” disse Mag notando che lei e l’amico stavano per rimanere soli con Jasmine e Aladdin, i quali sembravano avere tanta voglia di rimanere un po’ da soli. Continuavano a lanciarsi sguardi languidi.
“Ok” disse Edmund scattando in piedi. Forse aveva pensato alla stessa cosa.

 
*

Laetitia si era addentrata nello scomparto in cui si trovavano due delle persone che Frannie aveva più odiato quell’anno: Belle e Alex Windfall, il Corvonero che aveva giocato contro di lei a pallavolo il giorno prima. La ragazza avanzò alla ricerca dei Tassorosso con una smorfia. Tony si trovava in uno scomparto insieme ad alcuni amici della sua stessa Casa, un paio di Grifondoro e un Serpeverde che Frannie conosceva di sfuggita, che realizzò in quel momento essere il fratello di Tony. Appena Tony la vide si illuminò e uscì dallo scomparto, lasciando sul suo sedile i bastoncini di liquirizia che stava per mangiare.
“Hey, Frannie!”  le disse chiudendosi la porta di vetro alle spalle “come mai qui?”
“All’inizio dell’anno mi chiamava Firwood” pensò la ragazza cercando di rimanere calma.
“Volevo salutarti, probabilmente dopo non ci sarà il tempo” disse lei facendo un gran sorriso.
“Hai ragione, hai fatto bene!” disse lui sorridendole a sua volta.
“Allora…” iniziò Frannie con il cuore che le batteva a mille “è stato un bell’anno!”
“Hai ragione, anche se alla fine non mi hai insegnato quella cosa senza bacchetta!” disse lui ridendo.
“Oh, è vero! Beh, abbiamo l’anno prossimo per questo!” disse lei illuminandosi. Ora che si era calmata un po’ riusciva a pensare con più lucidità.
“Ci sarai alla Finale?” chiese speranzosa.
“Certo che sì! Verrò con mio padre e poi mi trovo con qualche amico” rispose lui.
“Beh allora ci vediamo anche lì!” disse la ragazza allegra “E poi ci sarebbe un’altra cosa…”
Lo guardò negli occhi e sperò di non star correndo troppo.
“Dimmi”
Ti amo con tutta me stessa” pensò Frannie, ma optò per tenerselo per sé.
“…Il 9 agosto è il mio compleanno. Vorrei organizzare una festa nella mia casa al mare e sicuramente sarai fra gli invitati!”
“Oh, figo! Ci sarò di sicuro, tanto in vacanza con la famiglia parto la settimana dopo!”
“Perfetto!” trillò la ragazza reprimendo la voglia di abbracciarlo “Ti manderò l’invito con i dettagli via gufo!”
“Lo aspetterò con piacere!” rispose lui.
Frannie rimase a guardarlo in adorazione. Lui dopo qualche istante di silenzio si imbarazzò leggermente, così riprese la parola.
“Beh… Allora ci vediamo! Buon rientro!” le disse prima di darle un bacio sulle guance.
“Anche a te!” rispose lei diventando rossa.
Quando Tony rientrò nel suo scomparto lei si voltò e tornò sui suoi passi con il cuore a mille, maledicendosi per non avergli detto tutto quello che prima o poi avrebbe avuto il coraggio di dirgli, del fatto che fosse felice che in quei mesi si fossero avvicinati così tanto, che l’anno successivo avrebbero dovuto studiare insieme di più, e magari avrebbero anche potuto uscire insieme. E soprattutto avrebbe voluto dirgli che era la persona più meravigliosa a questo mondo e in tutti gli universi possibili, e che lo amava… Ma ovviamente non ce l’aveva fatta. Eppure vederlo così allegro e ben disposto nei suoi confronti le diede un po’ di speranza.

 
*

Intanto Mag e Edmund erano riusciti a trovare Aurora e si erano fermati nello scomparto con lei, Philip e altri tre ragazzi per chiacchierare un po’. Edmund guardava Philip e Mag convinto di captare segnali di adorazione della ragazza nei confronti della sua cotta storica, ma in realtà Mag ormai non ci pensava più.
“Scrivimi quest’estate! Magari un giorno ci facciamo un giro insieme!” disse Mag quando si alzò è abbracciò l’amica.
“Ma certo!” rispose lei “Adesso Philip può Smaterializzarsi e usare la magia, mi porterà dove voglio, vero Phil?”
Il ragazzo annuì e sorrise.
Mentre tornavano, Mag riempì la testa di Edmund di elogi nei confronti dell’amica Tassorosso, mentre lui ascoltava rapito.
“E poi è così gentile… A volte sento proprio il bisogno di stare con le…” si bloccò.
Erano arrivati nello spazio che separava due vagoni e aveva visto un ragazzo con dei capelli rossi piuttosto famigliari. Quando capì di chi si trattava accelerò il passo e Edmund la seguì.
Quando entrarono nel loro vagone Mag si bloccò sul posto.  
“Hai visto anche tu? Con chi era?” chiese seria.
“Stai attenta, Mag!” disse lui imbarazzato. La ragazza si era fermata di colpo e lui le ara andato addosso.
“…Comunque credo che fosse Elsa” disse lui guardando un punto indefinito fra i capelli della sua interlocutrice “non conosco nessun altro che abbia capelli così biondi”
“Oh” disse Mag pensierosa “Beh, si è consolato in fretta, devo dire”.
I due, Elsa e Hans, che avevano visto si stavano baciando con vivo trasporto.
Edmund biascicò un “A quanto pare…”. Improvvisamente si scurì in volto e non proferì parola finché non furono rientrati nel loro scomparto, dove trovarono Laetitia e Frannie, le quali erano tornate poco prima, ma dalla parte opposta del treno, per cui non avevano visto la compagna di classe alle prese con il Serpeverde del sesto anno.
“Laets, tu lo sapevi che Hans sta con Elsa?” chiese Mag riprendendo posto.
“CHE COSA?” chiese lei chiudendo seccamente il libro che teneva in mano.
“Li abbiamo appena visti qui fuori” disse Mag pensierosa.
“Dovrò fare un discorsetto anche a lei” disse Laetitia “Ma che razza di problemi avete, amiche mie?!”
Frannie scoppiò a ridere, Mag arrossì.
“Senti, non è colpa mia se mi piaceva” disse Mag, che ormai si era quasi completamente ripresa dalla rottura e ne parlava con naturalezza, senza che le venisse voglia di piangere o andare a cercare Hans per picchiarlo.
“Vero, forse la colpa è sua!” disse Laets pensierosa “Magari vi ha rifilato un Filtro d’Amore”.
Mag non disse nulla. Era convintissima del contrario, a lei era piaciuto davvero quel ragazzo, ma non voleva parlarne. La presenza di Edmund la metteva in soggezione. 
Una domanda premeva per uscire dalla bocca di Edmund, ma non aveva il coraggio di farla davanti agli altri, e soprattutto davanti a Frannie, che ne avrebbe approfittato per fare il Cupido improvvisato come al solito. Fortunatamente Jasmine parlò per lui.
“Ma… A te non interessa, vero Mag?” chiese titubante.
La ragazza rimase seria e stranamente non arrossì.
“No, non m’interessa. Non voglio più avere a che fare con lui, semplicemente non mi aspettavo di vederlo con lei, tutto qui” disse tranquillamente.
Edmund accanto a lei sorrise impercettibilmente e Frannie, di fronte a lui, che non lo aveva perso d’occhio un momento, sorrise a sua volta.
Laetitia imprecò ancora qualche volta contro il Serpeverde, ma poi si placò e cambiarono discorso.
“Parliamo di cose più importanti!” disse Frannie “Tony ha detto che verrà al mio compleanno!”
Erano tutti così felici per Frannie che quasi applaudirono.
“Bene, così magari tra un tuffo e l’altro trovi il coraggio di dichiararti e la smetti di rompere a noi” disse Jasmine con affetto.
“Non essere sciocca, non mi dichiarerò il giorno del mio compleanno” disse Frannie con una risata “Non ho intenzione di rovinarmi l’esistenza, dato che mi dirà di no”
Mag alzò gli occhi al cielo.
Arrivarono a King’s Cross troppo in fretta. Erano tutti piuttosto malinconici al pensiero di passare due settimane separati. Jasmine e Aladdin, che sarebbero tornati in Arabia insieme, invece erano piuttosto tranquilli. Una volta scesi dall’Espresso cominciarono a salutarsi e abbracciarsi.
“Ci vediamo fra due settimane!” disse Frannie abbracciando fortissimo gli amici ad uno ad uno.
Edmund abbracciò Mag per ultima, imbarazzato. Questa volta fu lei a stringerlo più forte del solito.
“Ci vediamo, stammi bene” gli sussurrò all’orecchio.
Quando sciolsero l’abbraccio si guardarono per un istante e poi distolsero lo sguardo. In quel momento si avvicinarono i fratelli del ragazzo per salutare i suoi amici e prelevare il fratello. Anche i gemelli Weasley corsero verso di loro per salutarli.
“…Club dei secchioni…”
“…Amici…”
“…Fate delle buone vacanze!”
“…Ci vediamo alla Finale!”
Dissero prima di raggiungere il resto dei fratelli.
Superarono la barriera che portava al mondo Babbano e trovarono i genitori di Frannie, Mag e Laetitia che parlavano fra di loro. Ormai si conoscevano da qualche anno e avevano piacere a scriversi ogni tanto. Mag notò con piacere che c’era anche la sua sorella minore, Francy, e corse ad abbracciarla.
Ognuno se ne andò con la propria famiglia. Anche i Pevensie erano stati accolti dalla madre, che aveva lo sguardo più sbattuto del solito, ma appena li vide sembrò ringiovanire di parecchi anni. Lucy e Susan corsero ad abbracciarla, Peter le diede un bacio sulla guancia, mentre Edmund si avvicinò a testa bassa, prima che la madre lo ingabbiasse in un abbraccio più forte di quello che aveva riservato alle sorelle.
Lui finalmente sorrise, anche se gli mancavano già i suoi amici.



 
* * *


 

Note Autrice

E così l'anno scolastico è finito.
Io e la co autrice ci prenderemo una piccola pausa, riprenderemo a pubblicare a Febbraio. Ricordo che i capitoli del prossimo anno sono conclusi, e siamo ben avviate nella scrittura di quello successivo (L'Ordine della Fenice).
La storia che ci aspetta, spero che la apprezzerete, porterà nuovi personaggi e tante novità.
Come andrà per i nostri ragazzi la rovinosa finale della Coppa del Mondo di Quiddtch? Durmstrang e Beauxbatons cosa avranno da offrirci? Il Ballo del Ceppo porterà gioie o dolori? Cosa cavolo facevano gli spettatori della seconda e terza prova tre maghi, oltre a fissare un lago e un labirinto vuoti? Ma soprattutto, quei tonti dei protagonisti si daranno una mossa e si dichiareranno?
Questo e altro ancora, ma solo se continuerete a seguirci!
Buon 2019 a tutti e a presto ♡

Si accettano pareri, impressioni, recensioni, critiche e tutto quello che preferite, ora che la storia è finita. Saremo felici di ricevere un feedback anche dai nostri lettori silenziosi

Ricordo che potete seguire per aggiornamenti, curiosità, meme e immagini la mia pagina facebook Harley Sparrow - EFP l'account  Instagram  della storia e il profilo Wattpad della co-autrice LittleTurtle95 QUI

 
   
 
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