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Autore: MC_Outlaw    16/01/2019    2 recensioni
Fanfiction ambientata alla fine della S2, dopo gli avvenimenti dell'Heroes Day e di Papillon Scarlatto
A Parigi, arriva un visitatore proveniente da molto più lontanto di quanto si possa pensare. Ha bisogno di aiuto, e ci sono solo due persone in tutta la città che sono in grado di fare qualcosa per lui e con lui. Se non riuscirà nel suo intento, il più grande male mai esistito si abbatterà sul mondo... come è già successo
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Let's Fight!'
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Disclaimer: Questa Fanfiction non la volevo pubblicare (... si, tenete conto che anche io trovo incredibile averlo dovuto scrivere). Non subito almeno, in realtà avevo intenzione prima di finirla e poi di pubblicarla, a pezzi se necessario, ma con l'iniziare della S3 ho un pò di timore di perdermi nelle cose che succedono. Al momento, essendo uscito solo gli episodi Chameleon e Weredad, posso almeno essere tranquillo con me stesso. Spero di non metterci molto a finirla, così da pubblicare il resto. Detto ciò, vi lascio alla lettura!




 

Parigi, un tranquillo pomeriggio come tanti. Il cielo era sereno, le persone camminavano per la strada, ed in tante scuole si sentiva finalmente il trillo della campanella d’uscita. Da ormai qualche settimana nemmeno Papillon si era più fatto vedere, dopo la dura batosta subita anche potenziato sotto la luce di Papillon Scarlatto. Ma la calma, in una città come quella, era destinata a non durare

Nel cielo, in un angolo appena invisibile della Tour Eiffel, si aprì un piccolo squarcio dal nulla. Proprio da quella fenditura saltarono fuori prima una persona, che atterrò in piedi sulla monumentale attrazione, e subito dietro di lui un essere ben più piccolo, che invece si librò in cielo fluttuando. Un giovane ragazzo, dai capelli neri come la pece, rasati alla bene e meglio fino al collo, con gli occhi di colore verde acqua ed un accenno di borse sotto di essi. Portava addosso pantaloni di una tuta mimetica ed una maglia nera, più un paio di scarpe rosse, indumenti che definirli casuali pareva piuttosto adatto. La cosa che più di tutte sembrava fuori luogo, però, era un pendente attorno al collo che pareva essere fatto in bronzo ed anche pesare più del necessario, anche se a lui non sembrava dare fastidio

Il minuscolo essere al suo fianco invece era nient’altro che un Kwami, ricoperto in ogni dove da piccole squame rossastre e con dei teneri e stanchi occhioni marroni, rettiliani data la forma stretta della pupilla. Dalla bocca sbucavano timidamente due canini più aguzzi del normale e possedeva persino una coda biforcuta

Il ragazzo si strofinò gli occhi e poi osservò per qualche attimo attorno, sorridendo soddisfatto

“Ha funzionato… ha funzionato davvero!” esclamò, affacciandosi il più possibile dalla torre, quasi rischiando l’osso del collo talmente era prossimo ad una caduta “Cavolo, ma l’hai visto il cielo?! È fantastico!”

“Si, va bene, ma stai attento...” disse timidamente la piccola Kwami, preoccupata. Lui si ritirò leggermente e le diede una leggera pacca sulla testa, facendola sorridere per il gesto affettuoso

“Stai tranquilla Shiv, non ho intenzione di morire adesso. È solo che…” tornò a guardare verso l’orizzonte, per poter vedere meglio la città “… ci hanno parlato così tanto di questo posto, ma dal vivo è ancora meglio di quanto immaginassi!”

Un fischio alla base della torre attirò la sua attenzione. Si affacciò, stavolta non abbastanza da impensierire la compagna, ed osservò a terra qualcos’altro che lo lasciò incredulo. Data la giornata estremamente tranquilla in ogni dove, l’agente di polizia Roger era impegnato al semplice compito di gestire il traffico davanti all’attrazione parigina, Per molti sarebbe potuto sembrare un compito ingrato, ma lui era ben soddisfatto di far rispettare la legge, in ogni suo modo

“Guarda laggiù!” gli disse, indicandolo euforico “Deve essere l’agente Roger!”

Lei aguzzò la vista e fece una piroetta, felice quanto l’amico “Hai ragione! E… magari può aiutarci!”

La coppia si scambiò uno sguardo, intendendosi senza dire ulteriori parole. Lui afferrò saldamente il pesante medaglione appeso al collo e lo alzò al cielo, pronunciando la formula magica “Shivihs, trasformami!”

La luce della mutazione tipica dei Miraculous cominciò a risplendere sopra la torre, mentre la Kwami fu assorbita dal ciondolo. Il ragazzo venne avvolto da fiamme rosse e vivide, rannicchiandosi sia con le gambe che con le braccia, formando ciò che pareva essere un uovo infuocato e pronto a schiudersi. Un paio di artigli aguzzi e ferali furono ciò che cominciò a romperlo, rivelando non un costume, ma bensì un vero e proprio nuovo corpo. Il braccio fuoriuscito era ora ricoperto di scaglie dello stesso colore della Kwami e terminanti in unghie aguzze ed affilate, così come l’altro ed il resto delle gambe, ora scoperte per metà. Anche il petto era nudo, rivelando scaglie leggermente più chiare di quelle precedenti. Ma il volto era ciò che più di tutti era cambiato. Non era più un viso riconoscibile, neanche lontanamente umano. La normale bocca era stata sostituita da fauci allungate e piene di zanne acuminate, accompagnata dal naso, che si era ridotto a due narici fumanti appena sopra di esse. Gli occhi si erano fatti completamente gialli e richiusi in una fessura particolarmente stretta, come fosse arrabbiato. Indosso, sebbene non sembrasse, portava dei pantaloni corti e due marsupi, uno per fianco, tutti dello stesso colore della nuova pelle. Per terminare la mutazione, lanciò un potente ruggito in aria, mostrando ancora l’ultimo pezzo mancante del nuovo corpo, due ali larghe ognuna un paio di metri e dalla membrana di colore viola. Anche la sua stazza era notevolmente aumentata, adesso poteva essere alto quasi quanto un autobus. Non era più un essere umano, o almeno lo era solo per metà, mentre per l’altra metà era mutato in un drago. Ed un drago ruggente era proprio ciò che era ora raffigurato sul suo pendente, adesso non più un gioiello a se stante ma un vero e proprio pezzo del suo nuovo corpo, incastonato tra i pettorali come un marchio

Senza pensarci due volte, si lasciò andare ad una caduta libera giù dalla torre, spalancando le ali per rallentare la propria velocità ed allargandole per potersi muovere e proprio piacimento nell’aria

I passanti, nel vedere una figura così possente venir giù ad una tale velocità, si fermarono ad osservarla confusi ed inquieti. Ma appena videro l’effettivo aspetto del ragazzo, iniziarono ad allontanarsi velocemente di lì, spaventati da quanto sembrasse truce. Appena atterrato sulle proprie gambe, anche Roger si accorse della presenza alle sue spalle e rimase quasi di sasso nel vedere la mostruosa creatura avvicinarsi a lui con fare quasi minaccioso. Ma non poteva allontanarsi da lì, anche se non ne sarebbe mai stato ing rado doveva pur provare a difendere i cittadini

“A-Altolà!” gli ordinò, alzando la paletta del traffico “No-No-Non so quale sia il tuo nome, ne per quale motivo tu sia stato akumizzato, ma… ma-ma non farai del male a nessuno!”

Il mezzo drago assunse un espressione confusa. Dalle sue fauci non uscì una voce umana, ma una più profonda e roca, anche se piuttosto calma e posata

“Akumizzato? Ma io non sono stato akumizzato!” esclamò, alzando le mani, come a far vedere che non aveva cattive intenzioni “Sono qui solo per parlare con lei, agente”

Nonostante l’aspetto, il suo modo di fare riuscì quasi a tranquillizzare il poliziotto, che però rimase guardingo. Abbassò la paletta e alzò invece lo sguardo per capire meglio cosa volesse da lui

 

Non molto lontano di lì, poco lontano dal Collegio Dupont, Marinette si trovava assieme all’amica Alya. Anche loro erano da poco uscite da scuola e si apprestavano a tornare a casa, aspettando solo che Nino salutasse Adrien mentre saliva sulla sua macchina. Non fecero in tempo ad aprire bocca per discutere, però, che entrambe ricevettero una notifica sul cellulare, loro come tanti altri ragazzi, Nino ed Adrien compresi. Molti altri, infatti, agguantarono i propri cellulari per sapere di cosa si trattasse. Era un applicazione creata da polizia e telegiornali per indicare attacchi akuma, così da avvertire di rientrare in casa e non uscire. Per lei, però, era solo un ottimo modo per sapere quando prepararsi a scrivere sul Ladyblog e che cosa

Si aprì un video in diretta di Nadja Chamack, dalla piazza della Tour Eiffel, che mostrava un nemico già affrontato in passato dai due supereroi di Parigi intento a seminare il panico

“Ma quello… è Rogercop?!” chiese Marinette, incredula. Era probabilmente la quarta volta che vedeva quel supercattivo in azione da quando era diventata Ladybug. Oltre alle grida di terrore delle persone lì attorno, sentirono proprio lui parlare alla trasmissione

“Questo è un messaggio per Ladybug e Chat Noir. Venite subito qui alla Tour Eiffel, oppure io… farò… vedere alla città che cosa sono in grado di fare”

Detto quello, allungò una mano e la trasmissione si interruppe. Marinette, preoccupata che la situazione potesse precipitare, alzò lo sguardo verso l’amica e inventò qualcosa per andarsene di lì

“Io… credo sia meglio che corriamo a casa, Rogercop è lontano, ma non si sa mai!”

“Si, hai ragione” rispose lei, per poi rivolgersi al proprio ragazzo ”Nino! Muovetevi, dobbiamo andare!”

Neanche il tempo di dirlo che vide il Gorilla afferrare Adrien per un braccio e trascinarlo in macchina, con tutta l’intenzione di andarsene di lì in fretta. Nino corse subito da lei e cominciò a parlarle sottovoce

“Credi che ci daranno i nostri Miraculous?” chiese, con aria speranzosa. Lei gli mise una mano davanti alla bocca e lo zittì

“Ma ti sembra il caso di chiedermi una cosa simile qui?! Ti sentiranno!” esclamò in risposta, per poi calmarsi. Non era rimasto più nessuno che potesse ascoltarli “Ok, come non detto… comunque, non credo proprio. Se è solo Rogercop, se ne possono occupare tranquillamente Ladybug e Chat Noir da soli, come hanno già fatto. Noi pensiamo solo ad andare a casa, ora” alzò nuovamente la voce solo per parlare all’amica “Marinette, tu...”

Ma quando Alya tornò a cercare con lo sguardo l’amica, non vide neanche più lei. Era sparita molto velocemente

“Uh, sarà già corsa via. In effetti sembrava avere fretta”

 

In realtà, Marinette si era nascosta appena lì vicino, lontana da sguardi indiscreti

Si cominciò ad osservare attorno per sicurezza e Tikki svolazzò fuori dalla sua borsa, chiedendole “Che succede?”

“Rogercop. Di nuovo” disse lei, quasi irritata e dispiaciuta dalla situazione” Andava bene la prima volta, Burattinaia e Papillon Scarlatto sono stati un conto, ma una quarta volta? Il signor Roger dovrebbe prendersi una vacanza...”

“Strano, con due super come voi in città pensavo potesse essere sempre vacanza per la polizia!” esclamò in risposta, ricevendo una carezza per il tentativo di tirarla su di morale. Poi, però, il suo minuscolo stomaco si fece sentire “Accidenti… oggi non ho fatto colazione… non so per quanto tempo potrai rimanere trasformata”

“Mi dispiace, è colpa mia, ho fatto di nuovo tardi e non sono riuscita a prendere nulla da mangiare...” si intristì lei più nel vederla così a causa sua che per il poco tempo di trasformazione

“Non fa nulla! Sono sicura che risolveremo questa storia in fretta!” le disse, facendola stare subito meglio data la grande positività della Kwami rossa

Si diedero poi un piccolo cenno con il capo e con la formula “Tikki, trasformami!” attivò la propria trasformazione assorbendo la piccola Kwami e diventando in pochi secondi Ladybug. Prese il proprio yo-yo e lo lanciò su un palo della luce, tirandosi sopra i tetti per muoversi più in fretta per le vie di Parigi

Poco più in là, in strada si era formata una piccola coda. Nulla di disordinato o altro, ma la gente stava cercando di allontanarsi il più possibile dall'akuma. Il Gorilla era talmente impegnato a tenere d’occhio la strada e le altre macchine da non rendersi conto che Adrien era sgattaiolato fuori dall’auto. E, nel suo caso, “sgattaiolare” era proprio il termine più adatto. Si infilò non visto dentro una cabina telefonica e Plagg uscì dal suo zaino per prenderlo in giro

“Adesso cosa fai, ti credi Superman? Guarda che le mutande sopra il costume le ho sempre odiate!”

“Spiritoso…” disse, impensierendosi subito dopo e chiedendogli “Senti, non ti è sembrato anche a te che Rogercop avesse qualcosa di strano nel video?”

Plagg si grattò la testa “Beh… ho sentito solo la voce, non saprei dirti. Strano in che senso?”

“Non lo so… forse me lo sono immaginato. In ogni caso, meglio agire in fretta”

Quando allungò la mano, il Kwami nero si preparò, sapeva bene cosa veniva dopo

“Plagg, trasformami!” esclamò, assorbendo il magico essere e diventando anche lui Chat Noir. Aprì la cabina e si lanciò con un unico balzo anche lui sopra i tetti della città

 

A poco più di metà strada, i due super si incrociarono, ovviamente diretti entrambi nella stessa direzione. Chat si affiancò a Ladybug, che sorrise felice di vederlo. Lui attaccò a parlare mentre correvano

“È una bella giornata, Milady, che cosa la porta ad avere così tanta fretta?” disse, spiccando un balzo per evitare un comignolo “Perché non ci fermiamo un po' ad osservare il panorama, per una volta?”

“Perché abbiamo da fare, Chaton, come tutte le altre volte” rispose lei, premendogli sul naso per scherzare “Per fortuna questa volta il nemico lo conosciamo”

“Già, Rogercop… non ne avremo mai abbastanza di lui. Purtroppo”

I due arrivarono all’ultimo edificio prima della piazza della Tour Eiffel e si fermarono per osservare la situazione. Era tutto calmo, non c’erano troppi segni di distruzione per fortuna. La corvina scrutò nei dintorni per cercare il bersaglio

“Credo che dovremmo fare due chiacchiere con l’agente Roger, quando lo avremo liberato… eccolo!” esclamò, indicando appena sotto alla torre il loro nemico. Impugnarono entrambi le loro armi e spiccarono un salto in lungo

 

Atterrarono proprio di fianco all’akumizzato, in posizione di guardia. Rogercop non ci mise niente ad accorgersi di loro, facendoli stare ancora di più sull’attenti. Ma non fece nulla di aggressivo, non puntò le armi contro di loro né avanzò minacce, ma al contrario sorrise soddisfatto

“Eccoli, sono arrivati!” esclamò, con quella che dal vivo adesso riconoscevano come la normale voce dell’agente Roger “State tranquilli, non sono qui per restare”

Rimasero piuttosto confusi, e lo furono ancora di più nel vedere sbucare alle sue spalle un’altra creatura grossa quanto lui, alata e rossa, che gli parlò come se nulla fosse “Perfetto, grazie mille”

Passò poi a rivolgersi con loro, ma bastò solo posare i suoi occhi su di loro per fargli venire un groppo alla gola “Ladybug, Chat Noir… non potete capire quanto sia felice di vedervi...”

“E tu… chi sei?” chiese Ladybug, preoccupata e senza abbassare la guardia

“O cosa sei?” chiese anche Chat, che come lei era rimasto con il bastone pronto a scattare. Il ragazzo ritornò alla realtà nel vederli così sulla difensiva

Subito si rese conto di ciò che stava accadendo e scosse la testa per riprendersi “Io… si, scusate, per me è una situazione molto particolare…” tossì, emettendo un po' di fumo dalla bocca e passandosi una mano sulla faccia per riprendersi meglio “Mi presento. Io sono Dragakin… il Miraculous Wielder del Miraculous del Drago” disse, indicando il medaglione per mostrare di cosa parlasse. Se prima i due super erano confusi, ora erano rimasti basiti

“Aspetta… un Wielder?!” esclamò Ladybug “Ma… che cosa...”

“Ve ne parlerò meglio tra poco” la interruppe lui, rivolgendosi poi a Rogercop. E fu a quel punto che Ladybug e Chat Noir rimasero completamente spiazzati

Dragakin fece materializzare sul proprio volto il sigillo della farfalla, lo stesso che compariva su chi veniva Akumizzato da Papillon, che comparve poco dopo anche davanti al viso dell’uomo vittima di quel potere

“Ti tolgo subito i poteri o vuoi farci qualcosa?” chiese, incrociando le braccia ed aspettando una risposta

“Prima vorrei rimettere a posto il danno che ho fatto. Non volevo sparare, solo puntare a terra e fare scena, ma mi è partito un colpo... torno da te appena ho sistemato tutto”

Il mezzo drago annuì e lo lasciò andare, togliendo il sigillo. Passò persino in mezzo ai due super, sorridendo e salutandoli come se fosse del tutto normale. Ci stavano capendo così poco che non sapevano più chi dei due tenere d’occhio. Dragakin allargò le ali ed indicò la torre sopra di loro “Seguitemi, abbiamo molto di cui parlare”

Detto ciò, iniziò a batterle con vigore per alzarsi in volo e raggiungere la cima della Tour Eiffel. Il duo di eroi lo osservò allontanarsi, senza muoversi e con gli occhi sgranati. Si scambiarono poi uno sguardo incerto

“Ne abbiamo affrontate di situazioni assurde” commentò Chat, girandosi verso Rogercop e vedendo che stava provando a rimettere a posto il danno causato alla strada con i suoi poteri di manipolazione, che però non sembravano sortire effetto su qualcosa di inanimato “Ma questa… forse le può battere tutte”

Ladybug invece tenne lo sguardo fisso nella direzione presa da Dragakin, pensierosa “Concordo...”

Lui passò ad osservare lei, che sembrava avergli dato una risposta senza riflettere e gli chiese “Stai pensando se ci possiamo fidare?”

La coccinella scosse la testa “No, io… sto pensando che… è come se fossi certa di potermi fidare, ma non so il perché”

Il biondo gli mise una mano sulla spalla “Istinto” poi anche lui fissò nella direzione del fantomatico Wielder “E penso di essere nella tua stessa situazione. Andiamo?”

Dopo un cenno con il capo, Ladybug fece roteare il proprio yo-yo e lo stagliò sopra la monumentale costruzione, per tirarsi su velocemente assieme a Chat Noir

 

Il nuovo arrivo della città aspettava con non poca ansia che la coppia di Wielder lo raggiungesse, Era appoggiato ad un corrimano ed osservava nervosamente il panorama davanti a lui, meditando a fondo ed eseguendo molteplici respiri profondi

Devo stare attento a quello che dico… non posso rivelare troppo… neanche a loro... pensò, come monito ed allerta, prima di sentire il rumore di un filo fendere l’aria dietro di se e voltarsi

Ci misero solo pochi secondi per arrivare e trovare Dragakin in attesa del loro arrivo, con un espressione indecifrabilmente arrabbiata sul volto. Ma nonostante gli occhi trasmettessero rabbia, il sorriso che aveva in volto sembrava comunicare tutt’altro

“Non pensavo che foste così lenti” disse lui, ironico

“Siamo qui, adesso” andò dritta al sodo Ladybug “Hai detto che dobbiamo parlare, ma prima di tutto vorremmo delle spiegazioni”

“Ma certo” rispose annuendo, a guardandoli un po storti “Ne avete tutto il diritto… prima, però, fatemi fare una cosa”

Dragakin chiuse gli occhi ed annullò la trasformazione, ritornando ad essere il normale ragazzo di prima, sorprendendo non poco i due super davanti a loro. Prima dice di essere un Wielder come loro e poi annulla la trasformazione come se nulla fosse davanti ad altre persone

“Ecco, così va meglio. Mi sembravate abbastanza a disagio con il mio aspetto trasformato”

“Ma… perché lo hai fatto?” chiese Ladybug, stupita “Non dovremmo rivelare le nostre identità in questo modo… anche se non ti conosco”

Il giovane sospirò e quasi sembrò farsi triste “È impossibile che voi mi conosciate… e comunque, da dove vengo io, non è importante. Non più” poi ritornò a sorridere “Mi presento. Sono AJ, mentre questa è Shivihs. Shiv, se volete abbreviare”

Presentata, la Kwami fece fare capolino ai suoi occhi da dietro la sua testa, intimidita e quasi impaurita. Quando Ladybug e Chat Noir la notarono, sobbalzò e ritornò a nascondersi alle spalle del ragazzo

“Si, lei è… molto timida” disse con tono di nuovo mesto “Immagino abbiate molte domande. Da dove volete iniziare?”

Ladybug indicò oltre la torre “Intanto, vorrei che ci spiegassi… quello!” terminò, non sapendo neanche cosa chiedere di preciso

“Intendi dire Rogercop?” rispose lui “Avevo bisogno che qualcuno vi facesse uscire allo scoperto, Rogercop è stato il primo che ho trovato”

“Non hai risposto alla domanda” rincarò lei “Come hai fatto a fare akumizzare l’agente Roger?!”

AJ, prima di rispondere, si batté il palmo della mano sul volto “Mi sono dimenticato di lui!”

Mise una mano in tasca e tirò fuori una scatola porta Miraculous. I due non poterono non riconoscerla. La aprì e rivelò al suo interno il terzo motivo del loro sgomento per quella giornata, quello che sembrava proprio essere il Miraculous della Farfalla

Non solo quello, ma appena aperto il contenitore, il gioiello al suo interno cominciò a brillare e davanti ad AJ si materializzò il Kwami dello stesso Miraculous, Nooroo. Il ragazzo si grattò la testa

“Scusami Nooroo, mi sono lasciato trasportare e non ti ho neanche fatto uscire...” gli disse dispiaciuto. L’esserino viola sorrise

“Non fa nulla, l’importante è che abbia funzionato!” poi si rivolse a Ladybug e Chat Noir e fece un leggero inchino a mezz’aria “È un piacere rivedervi”

Si rese però conto, come anche AJ e Shivihs, che i due erano rimasti piuttosto sorpresi nel vedere sia lui che quel Miraculous lì con loro. Lo si poteva intuire dalla bocca spalancata e dalla paralisi dell’intero corpo in pose poco consoni alle loro immagini di supereroi senza paura, oltre che per gli occhi sgranati e sull’orlo di un tic nervoso. Prima avevano si visto il sigillo, ma avevano creduto che non era possibile si trattasse proprio di quel gioiello

“Ma… ma tu… come… è impossibile!” esclamò Chat, che assunse poi una posizione di combattimento “Come fai ad avere il Miraculous della Farfalla? Ti ha forse mandato Papillon? O forse... è tutto un trucco di Volpina!”

AJ non gli rispose, piuttosto prese la spilla e gliela lanciò. Chat, d’istinto, allungò la mano e la afferrò, constatando che era tutt’altro che un illusione e che adesso era lui ad avere in mano lo strumento più potente del loro acerrimo nemico

“Per rispondere alla vostra domanda di prima, sono riuscito a potenziare Roger perché il Miraculous del Drago mi permette di utilizzare tutti i poteri dei Miraculous che possiedo, anche se non ne possiede di propri. Non faccio stancare i Kwami in questo modo, neanche Shivihs. Se ne avessi altri potrei farvi vedere meglio di che parlo, ma purtroppo quello è l’unico che ho. A proposito… Nooroo, sei ancora collegato con lui, vero? Non vorrei gli si annullasse la trasformazione senza preavviso”

“Tutto sotto controllo” rispose il Kwami, mostrando stavolta sul proprio volto il sigillo

“Ma… come fai ad averlo tu?” chiese Ladybug, sfiorandola dalla mano di Chat per constatare che fosse reale ed avvicinandosi poi a Nooroo, per osservarlo meglio “Tu… hai per caso… sconfitto Papillon?” chiese, insicura delle sue parole. Il Kwami della Farfalla sembrò dispiacersi, ma provò a non darlo a vedere

“No. Il vostro Papillon purtroppo ha ancora il suo Miraculous...” rispose, questa volta con aria adirata “E non sapete cosa darei per strapparglielo dalle mani a quel… quel…!”

“AJ, per favore...” mormorò Nooroo, angosciato. AJ, nel vederlo reagire così, si calmò

“… a dire il vero, nessuno sa chi era Papillon, non saprei neanche da dove iniziare a cercarlo per combatterlo. E Nooroo non può dirmelo, i Kwami non possono rivelare le identità dei propri Wielder neanche a distanza di secoli”

Ladybug sentì un brivido lungo la schiena e si interessò ad una frase appena detta dal ragazzo “Cosa vuoi dire con ‘nessuno sa chi era’?”

AJ si grattò nuovamente la testa ed assunse il tono più serio che poteva, guardando entrambi dritti negli occhi “Speravo di arrivarci con calma, ma immagino che se non ve lo spiego subito non capirete nulla… va bene, allora. Dovete sapere che io non appartengo a questo posto… più che altro, non appartengo a questo… ecco… tempo. Sono venuto qui dalla Parigi di venticinque anni nel futuro”

Dette quelle parole, nell’aria calò uno strano silenzio. Ne i ragazzi né i Kwami dissero più nulla, quasi circondati da tensione due di loro ed imbarazzo gli altri tre. Chat e Ladybug non sapevano letteralmente cosa dire, provarono ad aprire la bocca per emettere dei suoni, ma non stavano più capendo nulla di cosa stava succedendo. Prima Rogercop buono, poi un Wielder che non avevano mai visto prima, il Miraculous della Farfalla fuori dalle grinfie di Papillon ed anche un viaggio nel tempo. Erano troppe informazioni da elaborare, anche per chi come loro aveva affrontato l’impossibile. AJ, vedendoli annaspare per aria come pesci senza dire nulla, sospirò pesantemente e lasciò cadere le braccia, esasperato

“Ecco, lo sapevo che andava a finire così… non mi credete, dico bene?”

Ladybug cercò di formulare una frase “Beh… tu… insomma, come ti aspetti che ti crediamo? È assurdo! E come diavolo avresti fatto a viaggiare nel tempo?!”

“Con l’aiuto di una donna che conoscerete sicuramente, Alix Kubdel… più precisamente, con i suoi poteri da Chronogirl. Ed il costo per un viaggio tanto lungo è stato altissimo...”

“Il costo? Chronogirl ha...” cercò di dire la corvina. Non era il fulcro principale della discussione e non capiva cosa pensare del suo racconto, ma non aveva un’idea precisa di cosa chiedere in quel momento. Venne però interrotta sul nascere per via di un fraintendimento

“No, no! Scusa, mi sono espresso male, lei non ha preso la vita a nessuno per farmi fare questo viaggio, ha solo dovuto pattinare a lungo… intendevo dire che abbiamo perso tanti innocenti, prima di riuscirci...”

“Ok, senti, basta con tutto questo modo di fare misterioso!” esclamò Chat, che si era ripreso mentre AJ spiegava la situazione “Che cosa vuol dire che avete perso degli innocenti?!”

“Quello è esattamente il motivo per cui mi trovo qui adesso” disse, diventando nuovamente serio “Sono qui per mettervi in guardia. Tra esattamente una settimana a partire da oggi, il mondo verrà sconvolto da una catastrofe… che inizierà con la vittoria di Papillon”

Anche se quello sembrava essere un duro colpo e la peggiore delle notizie, i due super non fiatarono, ma si limitarono a stare ad ascoltare con aria piuttosto preoccupata e desiderosa di saperne di più

“Entro sette giorni, Papillon riuscirà ad ottenere i vostri due Miraculous ed ad esprimere il suo desiderio… ma purtroppo, nulla andrà come pensa lui. Quello che chiederà non verrà realizzato. Non del tutto, almeno… ciò che otterrà sarà liberare la forza più malvagia e letale che possiate immaginare, un essere che porterà alla morte milioni di persone su tutto il pianeta. Libererà un mostro, il demone Akuma, dalla sua prigione, che provocherà un massacro in ogni angolo della Terra...”

“Akuma? Come le farfalle malvagie di Papillon?” chiese Ladybug

“Si… ma molto, molto peggio...”

Non se ne era reso del tutto conto, ma mentre parlava aveva cominciato stringere con forza il pesante Miraculous appeso al suo collo, colto da una sensazione di angoscia e paura che provava ormai da molti anni. Ma cercò di farsi forza, inalò un profondo respiro e andò avanti a parlare

“Mentre Chronogirl caricava energia per il viaggio nel tempo, sono state molte le vittime di Akuma che ci hanno difesi dando la loro vita per la causa… ci abbiamo messo mesi per accumulare abbastanza potenza e per minimizzare le perdite… ma anche solo un innocente era e sarà sempre troppo alto come prezzo...”

Finito di parlare, alzò nuovamente lo sguardo su Ladybug e Chat Noir. Erano entrambi piuttosto sconvolti, ma allo stesso tempo dubbiosi sulle sue parole. Ladybug gli si avvicinò

“Tutto quello che ci hai raccontato sembra terribile… ma…”

“Ma non mi credete” terminò AJ al posto suo

“Beh, come possiamo crederti? La vittoria di Papillon, viaggiare nel tempo, un demone…”

“Lo so, lo so, ma so anche come convincervi che non vi sto raccontando storie. Vi posso parlare di alcune cose che succederanno in questa settimana, per esempio”

“Prima vorrei fare un’altra cosa” gli disse però lei “C’è una persona che voglio farti incontrare, che ci confermerà almeno se quelli che hai sono davvero dei Miraculous”

Per un momento, fu il nuovo arrivato a restare senza parole, senza ben intendere al primo colpo chi intendesse. Poi venne come colto da un ricordo improvviso e sembrò quasi sobbalzare

“Vuoi forse presentarmi Maestro Fu?!” esclamò, con le mani davanti alla bocca per l’emozione “Oh cavolo, non speravo in tanto! Shiv! Incontreremo l’ultimo Guardiano dell’Ordine dei Miraculous!”

“… davvero?” chiese lei timidamente, sempre da dietro le sue spalle

“Se il Maestro conferma quello che dite, continueremo volentieri a sentire quello che hai da dirci” confermò Chat, sorridendo alla piccola. Lei sorrise in risposta, ma volò quasi subito a cercare riparo per l’imbarazzo

 

Il tempo di una passeggiata da casa sua ed il trio venne raggiunto in quella stessa piazza dall’anziano Fu, accompagnato dal ben nascosto Wayzz. Lo aspettavano ai piedi della torre ormai da un po' di tempo senza parlare, per mancanza di argomenti più che per altro. Appena Ladybug lo vide, gli corse incontro

“Buongiorno, Maestro… scusi se l’ho fatta venire fin qui, ma non sapevamo se fosse una buona idea portarlo da lei”

“Avete fatto bene” rispose l’uomo, passando ad osservare poi AJ. Più di preciso, il Miraculous appeso al suo collo ed i Kwami che gli volavano vicini. Gli si avvicinò e il Kwami della tartaruga fece capolino per incontrare un vecchio amico

“Nooroo… sei davvero tu!” esclamò “Dopo tutto questo tempo, è bello rivederti!”

“Anche per me, sebbene io e te ci siamo già rincontrati, ormai da anni dal mio punto di vista” rispose il Kwami della Farfalla, dimostrando il suo inimitabile modo da fare quasi altolocato

“Quindi, tu confermi che lui è davvero Nooroo” chiese Fu all’esserino verde, ricevendo un cenno positivo in risposta. L’anziano si rivolse quindi al ragazzo “Molto piacere, ragazzo. Ladybug mi ha parlato di te al telefono. AJ, giusto?”

“Si, e lei è Wang Fu, l’ultimo dei Guardiani… è un grande onore per me conoscerla” disse, abbozzando un inchino. Il ciondolo, con quel gesto, fece da contrappeso involontario e gli fece abbassare la testa più del voluto, costringendolo a prenderlo con le mani per risollevarlo e dando all’anziano modo di entrare nell’argomento

“Il tuo Miraculous è curioso… non l’ho mai visto prima. Dove lo hai trovato?”

AJ risistemò il pendente e fece per iniziare a spiegarglielo, ma dovette azzittirsi prima di subito “Io… non posso dirglielo”

“Per quale motivo?” chiese l’uomo, inarcando un sopracciglio

“Sono venuto nel passato solo per cambiare alcuni avvenimenti, non ho problemi a parlare di cose poco importanti o di eventi legati a quello che devo fare… ma ci sono anche tante cose che non posso proprio dire. Rischio di modificare cose che devono restare come sono… spero capisca”

Fu si lisciò il pizzetto, ragionando sulle sue parole “Si, capisco, immagino quindi che sia una cosa piuttosto seria il modo in cui lo hai ottenuto”

“Più di quanto crede” rispose, venendo colto nuovamente dalla tristezza nel suo modo di fare. L’anziano se ne accorse e gli poggiò una mano sul braccio per confortarlo, fin dove poteva arrivare

Shivihs, nel vedere Wayzz, si fece coraggio ed uscì allo scoperto

“Tu devi essere Shivihs” commentò il Maestro vedendola. Lei però era concentrata solo sul Kwami della Tartaruga, con gli occhi un po' lucidi

“Wayzz...” mormorò lei, volandogli addosso per abbracciarlo “Dopo tutto questo tempo...”

Il Kwami verde non capiva nulla di cosa stava succedendo, ma sentiva che lei si stava confortando non poco nello stringerlo in quel modo, perciò la lasciò fare. Fu, nel frattempo, osservò più da vicino sia lei che il Miraculous appeso al collo di AJ. Non riusciva a percepire da esso alcun tipo di magia, come quella di cui era pregno il Braccialetto della Tartaruga al suo polso. Ma riconobbe senza alcun dubbio la magia attorno alla Spilla della Farfalla, e Shivihs non era diversa in nulla rispetto a Wayzz o Nooroo. Inoltre, in qualche modo, l’energia magica era comunque presente anche attorno al ragazzo

Fattosi un idea generale, Maestro Fu tornò a rivolgersi a Ladybug e Chat Noir, che si erano fatti in disparte per quel momento. Pensò per un momento a delle parole adatte da utilizzare “Il ragazzo dice la verità, per quanto riguarda il suo Miraculous e quello di Nooroo. Sono entrambi autentici. Per la storia del viaggio nel tempo, credo spetterà a voi decidere se credergli oppure no”

“Grazie, Maestro...” rispose Ladybug, un po' irrequieta

L’anziano così come era arrivato se ne andò, almeno dopo che Shivihs si decise a lasciare andare Wayzz. Rimasero nuovamente solo i tre Wielder in quella piazza, due dei quali non sapevano bene cosa dire. Per loro fortuna, fu AJ ad iniziare a parlare

“Allora, mi starete a sentire adesso?”

Dopo un piccolo scambio di sguardi, Chat Noir gli rispose “Ok, se non sbaglio volevi raccontarci di alcune cose che accadranno in questa settimana… vediamo se ci prendi”

“Mi piace la vostra diffidenza, è sempre un bene averne, anche se non abbiamo molto tempo” rispose sorridendo, per poi tirare fuori un paio di fogli di carta dalle tasche “Queste sono alcune cose che mi hanno detto succederanno. Ve li lascio, così potrete tenerli d’occhio mentre accadono”

I due super presero i foglietti e diedero una occhiata alla prima voce della lista

“Domani la nostra scuola chiuderà per una ristrutturazione imprevista e non riaprirà mai più...” lesse Ladybug, a cui AJ chiarì subito

“Mi hanno spiegato che avrebbe dovuto riaprire la settimana successiva... ma ovviamente, non è stato possibile”

“Aspetta, come fai a sapere qual’è la nostra scuola?” chiese nuovamente la ragazza in rosso

“Beh, io so chi siete senza i costumi. Tutti nel mio tempo lo sanno, come sanno chi erano Carapace, Rena Rouge e… Queen B mi avevano detto che già ora sapete tutti chi è. Volete che vi chiami con i vostri nomi, per caso?”

“NO!” esclamò Ladybug, facendolo sobbalzare per l’improvviso scatto

“Heh… si, lo so, non volete rivelarvi chi siete…” ridacchiò quasi. Gli avevano ben spiegato quel rapporto di segretezza tra i due, voleva solo testare di persona cosa comportasse

“Noi andiamo nella stessa scuola?!” esclamò Chat, sorridente dell’indizio appena scoperto sull’identità della ragazza, per poi mettersi a spulciare meglio la lista in cerca di altri. Ladybug, vedendolo fare così, gli strappò il foglio di mano e li riconsegnò entrambi ad AJ

“Tienili tu questi. Facciamo che le cose ce le dirai prima che accadano, va bene? Tanto puoi chiamarci sui nostri Miraculous, ti daremo il nostro numero”

“Certo, come preferisci” rispose, riprendendo i pezzi di carta e vedendo quasi divertito la delusione sul viso del gatto nero “Comunque ho già i vostri numeri, non serve che me li diate. Non credo li abbiate mai cambiati”

Un rumore pesante di passi attirò la sua attenzione alle sue spalle. Rogercop si stava avvicinando, con aria soddisfatta

“Tutto finito! Ho dovuto girare un po' in cerca di cemento a presa rapida, ma almeno ho rimesso a posto la strada. Dragakin dov’è?”

AJ, sebbene alto fino solo al ventre dell’uomo, alzò il braccio più che riuscì per farsi notare “Quaggiù, sono io”

“...oh. Ti… facevo più alto” rispose, stupito nel vederlo non trasformato, ma senza dire una parola a riguardo “Comunque, non mi servono più i poteri, potresti togliermeli? Inizio a diventare… ingombrante”

Il ragazzo fece un cenno a Shivihs e lei uscì dal suo nascondiglio, volando davanti al suo viso e stringendo a Nooroo la mano. Stavolta fu sul volto della Kwami cremisi che si formò il sigillo della farfalla. Di lì a breve, il corpo di Rogercop venne avvolto dall’oscurità e sparì, lasciando solo il normale agente Roger, mentre dal suo fischietto uscì l’essere responsabile della mutazione. Ma non era una farfalla, bensì un minuscolo draghetto cornuto, bianco candido come gli insetti che mandava Papillon, senza ali né zampe ma in grado di volare. La singolare creatura si scagliò all’interno del pendente al collo di AJ e sparì così come era comparsa

“Grazie di tutto l’aiuto che ci hai dato” gli disse il moro

“È stato un piacere… ” rispose Roger, un po' stordito, come era normale dopo l’akumizzazione “Ora… penso che andrò a stendermi...”

Barcollante, l’agente di polizia si allontanò, un po' troppo stanco per dire o fare altro. AJ lo osservò sorridente

“Sabrina ha ragione, era davvero un brav’uomo… “ commentò con se stesso, venendo però ascoltato dai due ragazzi alle sue spalle

“Senti, anche prima tu...” cercò di chiedere Ladybug, ma un rumore molesto si fece strada nell’aria. Era il classico bip intermittente che annunciava l’imminente fine della trasformazione, sebbene non avesse fatto minimamente uso dei poteri

“No, non adesso...” commentò tra se e se “Mi dispiace, ma Tikki non ha potuto mangiare nulla oggi, me lo aveva detto che la trasformazione sarebbe durata poco”

AJ gli annuì “Facciamo così, ci rivediamo domani, così vi spiegherò tutto con calma. Dirlo solo ad uno di voi due non ha senso, se devi scappare via vai pure. Ora che sapete la storia faremo prima, non c’è più bisogno dei convenevoli. Shivihs, trasformami!”

Detta la frase, la Kwami venne assorbita dal medaglione appeso al suo collo, facendolo ritornare ad avere il minaccioso aspetto di Dragakin. Si rivolse poi a Chat “Adesso che abbiamo fatto, mi ridaresti la Spilla della Farfalla?”

L’eroe in nero, quasi dimenticatosi di averla ancora con se inserita nella cintura, la prese e gliela lanciò, come aveva fatto lui prima sulla Tour Eiffel. Pensando a quello che sapevano fino al giorno prima, gli sembrò quasi una follia consegnare quel Miraculous a qualcun altro, ma la situazione era ben diversa in quel momento. Il mezzo drago la afferrò al volo ed aprì le ali, sollevandosi da terra e salutandoli “Andrò a cercare un posto per passare la notte. A domani!”

Senza il tempo di rispondere, accelerò e lo persero di vista tra i tetti della città. I due, nonostante il poco tempo rimasto a lei, si fermarono qualche secondo a cercare di carburare tutte le informazioni. Si sentivano un po' spaesati, sapevano che diventare supereroi contro Papillon portava spesso a situazioni del genere, ma nonostante credessero di potersi sempre aspettarsi di tutto, quello non rientrava comunque nello standard

“Francamente, non so se adesso ci ha dato più risposte o se ci stiamo semplicemente facendo più domande” commentò Chat, senza ricevere però risposta da Ladybug. Si voltò verso di lei e la vide con un espressione cupa, come se avesse paura “Va tutto bene?”

“Io… si, credo… non lo so… quello che ci ha detto che succederà è spaventoso… sono piuttosto preoccupata”

“Si, ti capisco...” rispose lui, mostrandosi meno spavaldo del solito, cosa che Ladybug notò subito “Però se AJ sta davvero facendo tutto questo e la storia che ci sta raccontando è vero, allora crede davvero di poter risolvere le cose. Anche se spero che su certe cose esagerasse, solo per farci capire la gravità della situazione”

Quando gli orecchini alle sue orecchie trillarono ancora una volta, capì che il tempo stringeva ancora di più

“Domani ha detto che ci spiegherà tutto meglio, per ora non serve tormentarsi. Milady!” fece un cenno con la mano alla compagna e cominciò ad allontanarsi

Con queste ultime parole, spiccò un balzo e salì sparendo sui tetti di Parigi. Anche Ladybug effettivamente doveva sparire, non poteva ritrasformarsi lì, quindi senza pensare o dire altro impugnò lo yo-yo e si catapultò anche lei tra le strade parigine volatilizzandosi

 

Ormai era calata la notte. Marinette era rientrata ed era già stata accolta dai suoi piuttosto preoccupati genitori. Anche loro avevano saputo di Rogercop e non vedendola rincasare avevano già pensato al peggio, ma si bevvero la sua scusa di essersi nascosta a casa di Alya dato che lì erano più vicine. Adesso, senza un briciolo di fame e con mille pensieri sulla testa, osservava il cielo stellato dal terrazzino sopra casa sua, con occhi persi nel nulla sopra di se. Tikki, che ancora stava divorando dolci per essere al massimo delle forse, cercò di parlarle quanto meno per farla riprendere

“Marinette… cosa succede? Che cos’è che ti tiene tanto in pensiero?”

“Io… non lo so, Tikki, credo… siano state alcune cose che ha detto AJ. Ci ha detto che… che in tanti per lui sono… morti… forse mi ha messo un po' di paura...”

Si rimise più seduta che sdraiata, osservando la Senna e la parte di ponte che si poteva vedere da lì, mentre Tikki ritorno' alla sua cena cercando di non far trasparire emozioni in proposito, quando era palese anche la sua preoccupazione

“E nonostante questo, vorrei comunque saperne di più. Anche se terribile, vorrei sapere come stanno le cose esattamente per lui...”

Presa da un momento di vista da falco, notò qualcosa muoversi in cima al ponte. Sembrava essere una figura alata che osservava proprio nella sua direzione. E prima di rendersene conto, la stessa figura spiccò il volo e gli si avvicinò a gran velocità. Dragakin, ancora trasformato, atterrò in piedi sul parapetto che rendeva sicuro quel piccolo spazio aperto, osservandola con espressione indecifrabilmente furiosa. Si sentì quasi spaventata, nel vederlo

“Ancora sveglia a quest’ora?” chiese lui, accovacciandosi sulla balaustra “Dovresti riposare, avremo un bel po' da fare nei prossimi giorni”

Lei, abituata alla sua solita vita segreta, fece la parte della finta tonta

“Ehm… ma… di che cosa stai parlando? E… chi sei?”

Dragakin, ricevendo una risposta del genere, assunse uno sguardo tra l’irritato ed il disagiato

“Marinette, ve l’ho detto anche prima, so chi siete tu e Chat Noir… non farmi queste sceneggiate, per favore...”

“Oh… già” rispose, ricordando meglio chi aveva davanti e grattandosi la testa imbarazzata. Poi si fece un po' più irrequieta “Hai ragione, è solo che...”

Non finì la frase, non era neanche sicura di che cosa dire. Il ragazzo atterrò sul pavimento ed annullò la trasformazione, mentre Shivihs e Nooroo si misero a svolazzare sopra le sue spalle. Poi cercò di dire ciò che lei non riusciva

“È solo che vi abbiamo un po' sconvolti, me ne rendo conto. Mi dispiace...”

“No, no, non devi dispiacerti! Se lo avete fatto è perché è necessario! In realtà non ho molto sonno… è che ho così tante domande...”

“Beh, chiedi pure” rispose sorridendole “Non ci sono così tante cose di cui non posso parlare, la maggior parte penso di potertele dire”

Lei sorrise a sua volta e fece segno al ragazzo di sedersi su una sdraio a fianco alla sua. Accettò di buon grado l’invito e si mise comodo, così che lei potesse iniziare con i quesiti

“Ma che cosa ci facevi sul ponte? Non dovevi trovare un posto per dormire?” chiese curiosa. Non era tra i suoi pensieri, ma di sicuro era strano

“Il posto l’ho trovato, ma non voglio dormire… è la prima volta che vedo una Parigi così, voglio godermi ogni attimo”

“La Parigi del tuo tempo… che città è?” domandò, un po' più impaurita. Lui si rabbuiò un po' nel rispondergli

“Ormai non so neanche se possa essere considerata una città… non so se nel mondo esista ancora qualcosa come una vera città. Ormai ovunque ti giri ci sono solo rovine, polvere e distruzione”

“Tutta colpa di quel demone… Akuma...”

AJ le diede un cenno positivo con la testa, senza dire una parola. Da lì, Marinette capì che su quell’argomento non avrebbe detto molto, non perché non poteva, ma perché non se la sentiva. Osservò poi Shivihs sempre nascosta dietro di lui tirare fuori ogni tanto la testa per osservarla.

“Perché non vai da lei?” sussurrò a Tikki, che fece volentieri come dettogli e le si avvicinò

“Ciao, Shivihs! Molto piacere!” esclamò sorridendole

La Kwami cremisi sembrò farsi coraggio nel vederla ed uscì dal suo nascondiglio

“P-Piacere...” mormorò imbarazzata. Nooroo si mise al suo fianco per aiutarla

“Non lo da a vedere, ma è molto contenta di rivederti” disse per lei, che abbassò la testa senza però smettere di osservare Tikki

“Di rivedermi? Quindi nel futuro noi ci conosciamo”

“Oh, certo che si” rispose AJ “Conosciamo te, Plagg, Trixx, Pollen e Wayzz. Siete stati voi ed i vostri Wielder ad allenarci, in fondo”

“Noi… allenare voi?” chiese Marinette

“Ma certo. Voi eravate gli unici a sapere come funzionano i Miraculous. Quando io… ho trovato il mio, mi avete fatto da insegnanti. Mi avete mostrato come funzionano e ciò che mi permettono di fare. Mi avete anche mostrato tanti posti, come questo terrazzo e le vostre case… vederle adesso mi fa uno strano effetto”

“Ah, quindi è così che mi hai trovata ora, sapevi dove cercare”

AJ non rispose, ma sorrise per confermarle l’affermazione. Tikki, però, era un po' meno sorridente

“Aspetta, tutti gli altri Kwami invece? Li conoscete, vero? Ed il Maestro Fu… lui sa come funzionano i Miraculous, perché non vi ha spiegato nulla?”

AJ, Nooroo e Shivihs si fecero ben più scuri in viso. Sapevano che una domanda del genere sarebbe arrivata, prima o poi. Marinette, anche se un po' spaventata dalla risposta, voleva sentirla

“Maestro Fu… oggi è stata la prima volta che l’ho incontrato. Nel mio tempo, lui è stato una delle prime vittime di Akuma, da quello che mi avete raccontato...”

“… cosa?” mormorò Tikki

“Akuma sapeva che era imprigionato per via dei Miraculous. Tu e Chat Noir, assieme a Rena Rouge, Carapace e Queen B siete stati in grado di sfuggirgli a lungo, ma non Fu. Lo trovò e lo uccise, distruggendo anche tutti i Miraculous che aveva sempre tenuto al sicuro” impugnò il medaglione al suo collo “Gli ultimi Miraculous rimasti nel mio tempo sono i vostri ed i miei...”

Tikki si fermò ad osservarlo con le mani sulla bocca, sconvolta da quella risposta. Marinette la prese delicatamente tra le mani e se la portò al petto, per farla sentire al sicuro. La sentiva leggermente tremante, ma non poteva essere altrimenti dopo aver saputo qualcosa di simile. Ma la ragazza, giunti a quel punto del discorso, voleva saperne di più

“Anche prima… anche prima tu hai parlato di tante persone al passato. Maestro Fu, l’agente Roger, persino Papillon… tutti loro sono...”

“Si” sentenziò, freddo “Quasi tutti coloro che in questo tempo sono adulti, nel mio non ci sono più. Alcuni di loro li ricordo con i nomi in cui erano da akumizzati… Rogercop, Mr Piccione, Chitarrik, Il Mimo, Malediktor… e tanti, tanti altri… Akuma ha bersagliato ed ucciso adulti in tutto il mondo, pensando erroneamente che ci fossero loro dietro agli Wielder… in davvero pochi sono sopravvissuti al suo massacro...”

Marinette rimase a bocca aperta, ma non poteva demordere dall’ascoltare o dal chiedere. Non in quel momento

“E… come siamo… sopravvissuti, noi e gli altri?”

“Beh… Akuma non è onnipresente, deve spostarsi per portare distruzione… nel suo viaggiare per il mondo, spesso passavano mesi prima che tornasse in un luogo, quindi ci si poteva organizzare in qualche modo per sfuggirgli e difendersi… anche se quello che aveva fatto qui a Parigi è stato terribile, vi siete impegnati e siete riusciti a creare un rifugio ancora adesso sicuro per i suoi abitanti. È lì che vivo, assieme a tutti gli altri...”

“Non mi stai dicendo tutto…” chiese, sentendo un brivido sulla schiena solo per la domanda che stava per fargli. Aveva paura della risposta, forse sapeva anche di cosa si trattava, ma doveva sapere “Cosa è successo a me, Chat e tutti gli altri Wielder? Prima hai parlato anche di noi al passato...”

“… voi… “ rispose, stringendo i pugni e cercando di farsi forza. Stava cercando di essere vago, ma ormai non poteva più fare finta di nulla “… qualche anno fa, Akuma è ritornato ed ha quasi fatto breccia nel rifugio… per evitare che uccidesse tutti… voi cinque lo avete affrontato… e tanti all’interno del rifugio vi hanno seguiti per aiutarvi, anche se eravate totalmente contrari, ma nessuno voleva rimanere in disparte a lasciarvi combattere da soli… eravate molto più forti di adesso, siete riusciti persino a ferirlo ed indebolirlo… ma per farlo... avete sacrificato le vostre vite, nello scontro”

La corvina sbiancò, sia nello scoprire la verità e sia nel sentire il tono grave con cui AJ stava parlando. Anche quella sembrava una cosa che gli stava facendo male dire, ed ancora di più per lei da sentire, ma stavolta il ragazzo non si fermò

“Sia voi che i vostri Kwami avete messo tutte le vostre energie nell’ultimo attacco… non avete minimamente considerato la vostra sicurezza, solo quella di chi avevate intorno… e comunque non è bastato… siete riusciti a ritornare al rifugio, ma al vostro arrivo… avete riportato a casa le vittime ed i superstiti, e poi… siete caduti a terra, e… “ mentre parlava, i suoi occhi si fecero lucidi e si portò le mani a coprirseli “Quel giorno sono morti a centinaia… anche... anche i miei genitori…”

“AJ...” cercò di dirgli Marinette, vedendolo pronto a scoppiare in lacrime. Adesso capiva perché era così riluttante a parlare di Akuma. Come Dragakin era terrificante e tutto ciò che aveva passato era qualcosa che non poteva nemmeno immaginare, eppure in quel momento le sembrava così esposto ed indifeso, quasi come un bambino

“Ricordo ogni giorno quando hanno lasciato il rifugio per l’ultima volta” cominciò a dire, intervallando a sospiri dovuti al pianto “… erano così… così sicuri dei poteri dei Miraculous… mi hanno sorriso, hanno detto che sarebbe andato tutto bene… che sarebbero tornati presto… ma quando sono tornati, loro… loro…“

La giovane si alzò dalla sdraio e, non sapendo cosa dirgli, si limitò ad abbracciarlo. Anche Tikki vide che Shivihs e Nooroo sembravano essere rimasti piuttosto sconvolti nel rivangare il passato, quindi imitò l’amica e gli si avvicinò per stringerli. Ora che gli era vicino sentiva quanto stesse trattenendo i singhiozzi, quasi a non volersi mostrare più devastato di quanto già non sembrasse. Ma sicuramente non voleva allontanarla, anzi, sembrava sentirsi meglio nell’averla così vicina

Dopo qualche momento, AJ si rese conto che una reazione simile non era adatta al momento né a quello che era venuto fino a lì a fare. Cercò di riprendersi e sospirò pesantemente, per espirare tutto ciò che aveva trattenuto dentro

“Mi spiace, ma ho ancora gli incubi per quel giorno… mi è sempre difficile parlarne...”

“Non serve scusarti… è del tutto normale...” rispose Marinette, sorridendogli più che poteva. In realtà, sapere che era morta in uno scontro l’aveva provata più di quanto desse a vedere. Ed AJ se ne rese conto, anche senza che lei mostrasse alcun segno di paura

“Queste sono tutte cose che ho intenzione di mettere a posto… salverò tutti quanti, non importa a quale prezzo… se cambio ciò che accadrà nel vostro tempo, Akuma non si sarà mai liberato e nessuno morirà. Durante quello scontro io non ero ancora in grado di combattere e voi non me lo avete permesso, ma stavolta sarà diverso” La tirò nuovamente verso di se e fu lui, stavolta, ad abbracciarla, stringendola più che poteva “Marinette, te lo prometto… non permetterò in alcun modo che accada qualcosa a te, a Chat Noir ed a nessun altro”

In qualche modo, anche se piuttosto spaventata da quella storia, le parole del ragazzo la rassicurarono e le misero il cuore un po' più in pace

“Grazie...” le disse lei, staccandosi dall’abbraccio e fissandolo seria “Ma non pensare di fare tutto da solo. Sei venuto da noi in questo tempo per cercare aiuto e noi faremo di tutto per rispondere alla tua richiesta”

“Hehehe...” ridacchiò lui, pulendosi il viso “Quando parli così, mi sembri come Rena ti ha sempre descritta quando ti prendeva in giro, una supereroina dei fumetti”

“Si, sembra proprio una cosa che direbbe Alya...” disse lei, imbarazzata. Lui inarcò un sopracciglio

“Come sai che Alya è Rena Rouge?” chiese “Credevo che a parte Chloe non sapeste le vostre identità”

“Beh, non la sappiamo io e Chat… e lui non sa chi sono Rena e Carapace, mentre io si, perché ho dato io i Miraculous a loro due. Effettivamente, anche Alya e Nino adesso sanno chi sono a vicenda…”

“Wow...” disse, con aria stupita “Non me l’avevate mai raccontata così… mi avevate solo detto che le vostre identità segrete erano un casino. E adesso capisco perché lo avevate definito un ‘groviglio inutile’”

“Groviglio inutile?” chiese, senza però ricevere risposte. Il moretto, finita la discussione, si alzò in piedi e si stiracchiò le braccia

“Beh, credo che per stasera sia abbastanza… appena potrò, dovrò raccontare tutto a Chat Noir, anche lui ha il diritto di sapere le cose come stanno”

“Ehm… lo volevo chiamare proprio per raccontarglielo… scusa se non te l’ho detto subito”

“Oh… beh, non scusarti, è meglio così, almeno non mi devo ripetere” disse, osservando dritto davanti a se “Prima che vada, c’è altro che volevi sapere?”

Lei scosse la testa “Quello che mi hai detto era abbastanza… e sono con te, non morirà nessuno stavolta. Ma… come possiamo esserne sicuri? Hai detto che Papillon ci sconfiggerà e prenderà i nostri Miraculous”

“In realtà non l’ho mai detto” rettificò lui “Ho solo detto che ha espresso il desiderio con i vostri Miraculous, l’ho chiamata la sua vittoria perché è sempre stato quello il suo obiettivo, ma non so come siano andate effettivamente le cose. Se ve li ha sottratti con la forza, con l’inganno o in qualunque altro modo, solo voi due lo avete sempre saputo, ma non avete mai voluto parlarne. Chloe ogni tanto sembrava persino intendere che eravate stati voi a darglieli”

“Tipico di lei...” borbottò sottovoce, venendo però sentita dal ragazzo

“Non lo ha mai detto con cattiveria… non troppa, almeno. Semplicemente ha sempre trovato impossibile che Papillon sia riuscito a prenderveli. Ma in qualche modo ci è riuscito… ed ho un piano per impedirlo. Ma di questo ve ne parlerò meglio domani sia a te che a Chat. Shivihs, trasformami!”

La Kwami venne assorbita dal medaglione ed AJ si trasformò in Dragakin, causando un leggero disturbo a Marinette, nuovamente per il cambio di stazza. Più che l’aspetto, era quello a sorprenderla maggiormente

“Adesso credo che andrò a dormire, dovresti fare anche tu lo stesso. Buonanotte, Marinette!”

“Ah… aspetta!” gridò lei, mentre si stava alzando in volo “Ho un’ultima domanda, prima che tu te ne vada, ed è un po' più… personale”

“Mh? Cosa sarebbe?”

“Ecco, è molto imbarazzante per me da dire, ma… tu sei un caso a parte… insomma… c’è… c’è un ragazzo che mi piace, moltissimo. Si chiama Adrien Agreste…”disse, venendo accolta da uno sguardo basito del wielder dragonico “Volevo chiederti se nel futuro, noi due...”

Dragakin la interruppe mettendo una mano avanti e parlandole sopra “Le faccende sentimentali sono tra le cose di cui categoricamente non parlerò, mi spiace. Certe cose andranno come andranno, per te come per chiunque altro. Non voglio metterci bocca per poi rischiare di modificare coppie future. Cosa succederebbe se io adesso andassi dai miei genitori per dirgli che si metteranno insieme e nascerò io, secondo te?”

“Ehm… non saprei...”

“Nemmeno io. Quindi mi tengo alla larga da certe storie”

“Sei noioso” gli rispose, facendo finta di arrabbiarsi, anche se capiva il suo punto di vista. Lui sorrise mostrando le zanne

“Dopo tutte le volte che mi avete detto di essere troppo avventato, mi fa strano sentire una cosa del genere. A domani!”

Detto ciò, il ragazzo si alzò in volo e si allontanò velocemente, rovinando con uno scatto il poco ordine rimasto sul terrazzino e ritornando al suo rifugio temporaneo, lasciando Marinette nuovamente da sola con Tikki ed i suoi pensieri. Ma stavolta non erano riflessioni dubbiose, anzi, stava già iniziando a ragionare su come poteva essere il più utile possibile. Quella promessa fatta da AJ non era tanto per dire o buttata al vento, sentiva che veniva dal cuore. Teneva a lei, a Chat Noir, ai propri genitori, ai loro compagni supereroi ed a tante altre persone che nel tempo aveva perso, ed era determinato a sistemare le cose. Lei non sarebbe affatto stata da meno

“Per prima cosa, chiamo Chat e gli racconto tutto. Se lo conosco, credo che neanche lui stia riuscendo a chiudere occhio stasera” disse tra se e se, ignorando il consiglio di Dragakin di andare a letto, per iniziare una lunga e probabilmente difficile conversazione con il Wielder del Gatto Nero


Ormai si era fatta mattina. Marinette non ricordava per niente a che ora fosse andata a dormire. Non ricordava nemmeno se anche solo ci fosse andata. Voleva essere sicura di non tralasciare nessun dettaglio mentre discuteva con Chat di ciò che AJ aveva detto la sera prima, ma così facendo si era ridotta ad uno zombie. La mano, piegata in modo infastidito e stanco, si allungò verso il pulsante di spegnimento della sveglia che disturbava il suo riposo. Gli occhi sembravano voler fare di tutto per non aprirsi, o almeno non completamente, infastiditi dalla poca luce che usciva dalla finestra. Un rigolo di bava impediva al cuscino di staccarsi completamente dalla sua faccia, cosa che in ogni caso non sembrava desiderare accadesse. Mancava solo la fame di cervelli

Con tutta la forza che riuscì a trovare, si alzò a sedere sul letto. Doveva pur esserci un motivo se quell’aggeggio infernale aveva iniziato ad emettere suoni. Dopo pochi minuti di riflessione mista a coma cerebrale, si rese conto di essere faccia a faccia con Tikki, che gesticolava e svolazzava in cerchio pur di essere notata

“Che succede?” riuscì miracolosamente a bofonchiare

“Succede” rispose la Kwami, preoccupata e rassegnata “Che ancora non ho capito come fai a riavviare la sveglia mentre dormi…”

Convivendo a malincuore con il concetto di ‘tardi’, e che questo andava a braccetto con la ‘sveglia’, ritrovò in un attimo la forza e si fiondò con lo sguardo sull’ora indicata. Erano le 8 passate, stavolta tardi le sembrava un complimento

“Accidenti! La scuola!”

Con velocità da fare invidia ad un podista, riuscì in qualche modo a lavarsi, cambiarsi ed uscire dalla sua stanza prima che Tikki potesse anche solo pensare o sperare di dirle o ricordarle qualcosa in proposito. Poté solo roteare gli occhi al cielo nel vederla così scattante

Si ritrovò in qualche modo giù dalle scale tutta intera, ordinata e pronta a scattare ad ogni minimo segnale. Vide i genitori dietro al bancone tra impasti e farina, tranquilli e sereni a preparare pane e prodotti di panificio vari

“Marinette, buon...” cercò di dire Tom, il padre, prima di effettivamente notare in che stato era la ragazza”… giorno?”

Poteva chiaramente vedere dalla sua espressione e dal fiatone che il cuore ed un polmone stavano facendo a gara a chi dovesse essere sputato per primo

“Tardi… scuola… sveglia… colazione… libri...” ansimò lei, non sapendo più neanche bene cosa stesse succedendo attorno a lei

La madre Sabine, con il tono più calmo e rilassante possibile, le si avvicinò per tranquillizzarla “Tesoro, calmati, non è tardi. Non ti sono neanche venuta a svegliare perché oggi la vostra scuola è chiusa”

“Tardi… scuola… chiusa?” disse, ritrovando un po' di senno

“Hanno chiamato stamattina presto” continuò il padre “Devono chiudere per dei lavori di ristrutturazione, sembra che li abbia richiesti il Sindaco stesso. Un’intera settimana sicuro, poi vedranno se servirà altro tempo”

All’improvviso le ritornarono in mente le parole di AJ del giorno prima. Già da quando si era aperto con lei la sera prima aveva praticamente smesso di avere dubbi sulle sue parole, aveva percepito quanto fosse sincero, ma sentire che ci avesse preso su quello fu per lei la conferma finale. Tikki, nascosta dietro la porta, si fece vedere mentre scosse la testa in cenno negativo, facendole capire che tutta quella fretta era stata inutile e che lei già lo sapeva

Mentre il suo battito cardiaco cercava di ritornare ad un ritmo normale, la porta del negozio si aprì e proprio a quel cuore sembrò mancare un battito. AJ aveva appena varcato la porta del negozio come se nulla fosse, lasciandole il tempo solo di assumere un espressione spaventata

“Buongiorno… ah, Marinette! Cercavo proprio te!” esclamò, per poi rivolgersi alla coppia di panettieri “Buongiorno!”

“Ciao” gli rispose Tom, per poi incuriosirsi “Sei un compagno di scuola di Marinette? Non mi pare di averti mai visto”

“Si, sono solo in un’altra classe. Ero venuto a chiamarla. Dato che la scuola è chiusa, Alya voleva organizzarsi per fare un giro in centro, visto che ero qui vicino mi ha detto di passare a dirglielo. Vieni anche tu?”

“Ehm… io… “ mugugnò, presa in contropiede dalle sue parole. Nonostante sapesse che fosse una palese bugia, il suo modo di dirlo così tranquillo le fece quasi credere che fosse vero

“Se vuoi andare vai pure, non c’è problema” le disse Sabine, pensando aspettasse un loro permesso

“O-ok, si, vengo con... voi!” rispose, come risvegliatasi

“Bene, allora andiamo, non facciamoli aspettare... come al solito” disse, quasi a voler sottolineare l’essere una ritardataria della corvina, facendo scappare un risolino ai genitori. Senza aggiungere altro se non i saluti, i due uscirono dalla panetteria

Appena fuori e stando attenta a non essere visti, Marinette si rivolse contrariata ad AJ

“Ma che ti è saltato in testa?! Mi è preso un colpo quando ti ho visto entrare! Non avevamo detto di chiamarci per vederci?!”

“Non capisco il problema” rispose sorridendo

“Beh, i miei genitori...” cercò di dire, venendo interrotta. Per lui stava diventando quasi un’abitudine bloccare le sue frasi a metà o completarle per lei

“Loro non sanno nulla di questa storia e così continuerà ad essere. Non è che ora che mi sono fatto vedere sappiano tutto, mica mi sono messo a chiamarti Ladybug o a parlare del futuro”

“Beh, vero, sei stato molto attento…” il suo tono si fece un po' più preoccupato “Anche il modo in cui ti sei inventato tutta quella storia… sei bravo a mentire”

AJ abbassò lo sguardo, capendo cosa la ragazza intendesse “Mi dispiace, so bene che a te non piace chi mente così spudoratamente… però non posso fare altrimenti. Per venire qui, guardarmi in giro e fingere che non sappia nulla di ciò che accadrà con chiunque eccetto te e Chat, anche solo per riuscire a parlarvi senza rivelarvi cose che non devo, mi sono dovuto esercitare un sacco con… credo si chiami la ‘faccia da poker’. Sto facendo un sacco di fatica per pensare bene ad ogni frase che dico, su certe cose ho bisogno di mentire per aiutarmi a farlo...”

Marinette, anche se contrariata perché appunto mal sopportava le persone false, non poteva non capire il suo punto di vista. Pensandoci, sapeva che nella sua situazione avrebbe fatto la stessa cosa

“Va bene, ma spero che a noi almeno tu stia dicendo tutto”

“Con quello che dobbiamo fare, sarei un imbecille a non dirvi tutto il necessario” rispose, per poi voltarsi verso la casa della ragazza un’ultima volta “Ok, adesso facciamo così, vai alla Tour Eiffel e trasformati, io vado a prendere Chat Noir e ci troviamo lì”

Lei gli annuì, ma poco prima di iniziare a dirigersi verso la piazza del monumento, notò che sulla guancia del ragazzo si stava facendo strada una lacrima, ma che neanche lui si era accorto della sua presenza

“Hey, tutto bene?”

“Hm?” mugugnò, accorgendosi solo così della goccia che gli stava attraversando il viso “Oh, si, tutto bene… credo sia solo… aver visto i tuoi genitori, ecco. Sono come li hai sempre descritti…”

La giovane si portò una mano al cuore, intuendo di cosa stesse parlando “Anche loro sono...”

“Mi spiace...” rispose, non volendo aggiungere altro a riguardo “Cambieremo anche questo. Cambieremo tutto”

Dopo un cenno con la mano, il ragazzo si avviò verso le strade di Parigi in cerca del prossimo obiettivo. Lei invece, anche solo per un attimo, fu in grado di capire come potesse sentirsi lui per la perdita dei genitori, cosa che la rese più determinata di quanto già non fosse

 

In casa Agreste, nonostante la settimana di pausa scolastica, per Adrien non ci sarebbe stato comunque un momento di riposo. Dal momento che non avrebbe avuto lezione fuori casa, il padre del ragazzo si era organizzato con l’assistente Nathalie per poter ricevere lezioni dentro di essa. Per fortuna di entrambi gli Agreste, l’unico suo insegnante che trovarono disponibile fu quello di lingua Cinese. Fortuna per Gabriel in quanto avrebbe potuto organizzare meglio la settimana del figlio, ma soprattutto fortuna per Adrien, dato che l’insegnante non era altri che Maestro Fu sotto falso nome. Con lui almeno si sentiva rilassato rispetto che durante le sue altre lezioni, anche se in quel momento era piuttosto turbato per via delle cose che gli aveva raccontato Ladybug. Non poteva non pensare al fatto che quell’uomo avrebbe fatto una fine del genere, ma per questo non stava riuscendo a parlare né a guardare l’anziano direttamente

“Ragazzo mio” iniziò a dire Fu, percependo la tensione nell’aria “Qualcosa ti preoccupa? Forse il nuovo Wielder?”

“Cosa?” rispose, rendendosi conto del suo modo di fare “Oh, no, con lui… abbiamo capito che non mente, è solo che… ci ha raccontato alcune cose che succederanno se non dovessimo farcela, cose… terribili”

“Pensavo che ormai vi foste abituati ad essere sotto pressione come supereroi” rispose, cercando di essere gioviale per farlo stare a suo agio

“Si, ma questa volta è diverso… sappiamo già che non ce l’abbiamo fatta, ed anche se AJ ci ha detto che possiamo impedirlo, la cosa mi preoccupa comunque”

“Sono sicuro che non sia venuto qui per nulla, a cercare un aiuto che non può ricevere. Si fida di voi due, nonostante sa già come sono andate le cose nel suo tempo. Vorrà dire qualcosa, non credi?”

“Forse... che devo semplicemente avere più fiducia io” rispose Adrien, sorridendo finalmente a Fu

La chiacchierata dai due venne interrotta da un suono alla finestra. Sentirono come bussarci contro, ed infatti quando si voltarono verso i vetri, videro AJ che li salutava entrambi. Dati i molteplici pericoli dello stare in quella posizione, tra cui non solo il cadere ma anche l’essere scoperto dal Gorilla, Adrien si alzò in fretta per aprirgli e farlo entrare. Con grande agilità, AJ riuscì almeno a non rompersi il naso, quando effettivamente cadde di faccia ma per sua fortuna in avanti

“Ahi… grazie” gli disse, rimettendosi in piedi

“Ma che ci fai qui? Potrebbero scoprirti! E poi hai idea di quanto sia stato pericoloso arrampicarti fin lì? Potevi almeno trasformarti”

“Lo so, lo so, ma… volevo vedere casa tua quando era ancora intera, per una volta” si osservò in giro, constatando che già solo la stanza era una vista più che sufficiente “Devo dire che è anche meglio di come mi è stato raccontato. E comunque, non mi sono trasformato solo perché non serviva, sono in grado di salire dall’esterno di una casa anche da solo”

“È stato un rischio inutilmente grosso!” rispose, incrociando le braccia e guardandolo male. AJ, prendendosela un po' a male per la sua reazione, si fece meno spavaldo

“E va bene, non lo farò un’altra vola” disse, sorridendo subito dopo e parlando sottovoce “…forse” si accorse solo dopo della presenza di Fu nella stanza “Maestro, buongiorno”

Fu gli rispose semplicemente con un inchino

“In ogni caso, sono qui perché voglio parlare con te e Ladybug del mio piano, ed iniziare anche a metterlo in pratica magari. Lei già ci aspetta alla Tour Eiffel, muoviamoci”

Come era arrivato stava già per andarsene, ma Adrien lo fermò facendogli notare l’ovvio

“Aspetta, non posso andarmene così su due piedi! Prima dobbiamo pensare a qualcosa per farmi uscire senza essere visto!”

Il viaggiatore del tempo non intuì subito cosa volesse dire, ma i ricordi si fecero strada poco a poco “Ah, già, tuo padre e la sua assistente… non ti lasceranno andare tanto facilmente, eh?”

“Beh, no, ma non ho intenzione di restare escluso da questa storia!” gli mise una mano sulla spalla ”Ladybug mi ha raccontato tutto ciò che gli hai detto ieri sera. Ci siamo dentro tutti e tre!”

“Tutti e sei!” esclamò Plagg, sbucando dalle spalle del biondo “Sempre a dimenticarti dei Kwami, tu… anche io, Tikki e Shivihs facciamo la nostra parte!”

“Heh… grazie, ragazzi” rispose, mostrandosi meno felice di quanto non fosse

“A coprire la tua uscita ci penso io” intervenne Fu, colto però da un Adrien non troppo convinto

“Ne è sicuro?”

“Non c’è alcun problema. Per Wayzz sarà facile imitare la tua voce”

Il Kwami verde si cimento subito in una dimostrazione, provando a copiare la voce di Adrien con la magia “Come ti sembra?”

La voce era un po' più adulta di quanto doveva essere, ma per il resto da fuori sarebbe sembrata praticamente la stessa “Andrà bene!” rispose il giovane Agreste “Allora andiamo. Non facciamo aspettare troppo le signore!”

Anche se era stato proprio lui a dire ad AJ di non farlo, Adrien si affacciò alla finestra e spiccò un balzo oltre il muro del giardino, lasciandolo basito

“Ma guarda tu, e poi dice a me...”

Prima che potesse seguirlo, Fu gli si avvicinò “Il nome ‘Longg’ ti dice nulla?”

“Uh… Longg, eh?” rispose, grattandosi la nuca ed abbassando lo sguardo. Aveva più volte sentito quel nome dagli altri Kwami, ma qualunque cosa avesse risposto non se la sentiva di dare spiegazioni in proposito. Per sua fortuna, tutto ciò che l’anziano guardiano voleva era vedere la reazione da parte sua

“C’è un motivo se il tuo Miraculous mi incuriosisce… io possiedo un Miraculous del Drago, ma non è un per niente come il tuo, ed è abitato dal Kwami Longg, non da Shivihs. Anche lei, comunque, dona poteri nello stile di un drago, ma in un modo ben diverso da quello che conosco. Non ho detto nulla ieri per evitare di fare sorgere troppe domande, ma resto ancora molto curioso di dove tu lo abbia trovato… potrei avere soprattutto una teoria a riguardo...”

“Maestro Fu, per favore, non… non posso parlarne, davvero” rispose, voltandosi e cercando di non guardarlo “È importante che né lei né nessuno in questo tempo lo sappia… ”

Fu sorrise “Allora è molto probabile che la mia teoria sia fondata”

AJ, voltandosi di nuovo verso di lui, sentiva che l’uomo probabilmente aveva intuito tutto. Gli sorrise a sua volta, soddisfatto di aver incontrato una persona come lui, anche se per poco tempo. Qualcuno legato ai Miraculous in un modo profondo quanto il suo, seppur totalmente diverso. Senza aggiungere altro, seguì la direzione presa da Adrien, ma non prima che il maestro potesse dirgli un ultima cosa

“Non smettere mai di avere cura di Shivihs”

“Non lo farei mai” rispose AJ, saltando anche lui giù dalla finestra. Dopo quello scambio di parole aveva capito che trovava estremamente piacevole parlare con Fu, ma non avevano un minuto da perdere. Il tempo sembrava essere tanto, ma stringeva sempre di più

 

Adrien stava aspettando che AJ lo raggiungesse appena dietro al muro della casa, ma non pensava certo che ci avrebbe messo così tanto ad arrivare. Quando finalmente anche lui scavalcò la barricata ed atterrò al suo fianco, tirò un sospiro di sollievo

“Bene, sei qui… iniziavo a credere che ti avessero beccato”

“No, mi ero solo fermato a scambiare due parole con Maestro Fu. Devo dire che non mi dispiacerebbe discutere con lui, di tante cose...”

“Hey, lo hai detto tu! Se impediamo al demone di uscire, nulla di tutto questo accadrà, e tu probabilmente conoscerai Maestro Fu nel futuro perché sarà ancora vivo!”

“Ehm… in realtà, non ho alcuna idea di che cosa succederà a me ed al futuro da cui arrivo, se sistemeremo tutto”

“...come sarebbe a dire che non ne hai idea?” chiese, inarcando un sopracciglio e scuotendo la testa

“Beh, non è che sia un massimo esperto di viaggi nel tempo! Se mettiamo a posto le cose, potrei tornare e trovare un mondo migliore… ma potrebbe anche non cambiare nulla per il mio tempo e modificarsi solo il vostro futuro… o ancora, potrei persino sparire perché non mi sarebbe mai servito venire nel passato… potrei anche solo non riuscire più tornare indietro! Ci sono tante possibilità! Il fatto che non parli di tante cose è anche quello dovuto al fatto che non so cosa succederebbe se lo facessi!”

“Aspetta… hai anche preso in considerazione l’idea di non risolvere nulla per te nel futuro, o persino di sparire?”

“Con tutte le teorie che io e gli altri abbiamo fatto prima di partire… si, l’ho fatto”

“Ma…”

“Adrien” lo interruppe AJ, prima di entrare in discussioni troppo lunghe e complicate “Ci sono già stati tanti ‘se’ e tanti ’ma’. Per come la vedo io, sapere che da qualche parte le cose non sono orribili come nel mio tempo è già abbastanza. Se riesco a sistemare anche solo il vostro futuro, potrò ritenermi più che soddisfatto, a prescindere dalle conseguenze”

“… è comunque piuttosto… triste” aggiunse lui, dispiaciuto

“Lo so. Ma è meglio triste piuttosto che apocalittico, non credi?”

“Si, forse...”

Gli mise una mano sulla spalla e lo scosse un po “Dai, basta perdere tempo in chiacchiere ed andiamo!”

Per cercare di sdrammatizzare, Adrien gli rispose a tono indicando la sua stanza “Fino a prima, eri tu quello che si era perso in chiacchiere!”

“Ora non fare la punta su tutto!” rispose, sorridendo, ma percependo comunque nel ragazzo davanti a lui un senso di disagio. Forse dirgli certe cose non era stata una buona idea, ma fino a che poteva parlare, avrebbe parlato

Senza ulteriore tergiversare, il duo si avviò velocemente verso un luogo appartato, ed un vicoletto appena entrati in città fu il più adatto. Si nascosero da sguardi indiscreti, cosa che in realtà importava più ad Adrien che ad AJ, e pronunciarono entrambi la formula della trasformazione

“Plagg, trasformami!”

“Shivihs, trasformami!”

Dopo essere stati avvolti da un lampo di luce divennero Chat Noir e Dragakin, ed ognuno a suo modo si sollevarono sopra i tetti della città per muoversi più velocemente. Mentre il Wielder del drago volava sopra la sua testa, a Chat non poté non scappare un pensiero

“Sai, è stata la prima volta che mi sono trasformato davanti a qualcuno… è già successo con Ladybug, ma abbiamo tenuto gli occhi chiusi o comunque non ci stavamo guardando. Mi sembra persino strano”

“Per me non è nulla di speciale” rispose lui facendo spallucce “Una vecchia abitudine, forse, ma mi sono sempre trasformato a prescindere da chi avevo intorno”

“Sai… forse quella è l’unica cosa che Akuma ha fatto di buono, nel tuo tempo...” mormorò lui “Lo so che l’identità mia e di Ladybug dovrebbe restare un segreto, per le nostre vite normali e tutto… ma ormai ci soffro ogni giorno di più. Sono innamorato di lei, questo credo tu lo sappia” disse, senza notare gli occhi sbarrati di Dragakin “Siamo fianco a fianco ogni volta che combattiamo, ma non so chi sia. Nel tuo tempo, i problemi sono altri...”

“E ridagli con questo groviglio...” sospirò a bassa voce Dragakin, senza farsi sentire dal ragazzo, per poi alzare la voce con solo tre parole che sarebbero state perfette anche per la ragazza soggetto del discorso “Sei un idiota”

“Cosa?” chiese Chat, che non aveva davvero sentito, perso nel suo stesso discorso. Lui scosse la testa

“Nulla, lascia perdere… è solo...” provò a dire, ma mentre parlava, osservò in basso, verso la strada. Si trovavano di fianco ad un parco, ma la cosa che più di tutte adocchiò fu una ragazza in particolare. Si immobilizzò, quasi pietrificato. Chat frenò subito la sua avanzata, vedendolo fermarsi

“Che succede?”

“Quella… “ disse, stringendo i denti, con un tono adirato “Quella ragazza… quella con la giacca rossa!”

Chat si voltò nella direzione in cui stava guardando. Vide un gruppo di ragazze che passeggiava ridendo dei fatti loro. E tra tutte, l’unica che aveva indosso una giacca rossa era a che l’unica lì in mezzo che conoscesse

“Intendi dire… Lyla?” domandò, osservando che dalle narici di Dragakin aveva iniziato a fuoriuscire del fumo

“Lyla… Volpina… VOLPINA!” gridò furente il ragazzo, per poi far disperdere nell’aria un minaccioso ruggito

Chat Noir, nel vederlo reagire in quel modo, si spaventò non poco. Era la prima volta che lo vedeva arrabbiato per qualcosa, ma non sapeva neanche per cosa. Notò che lungo la sua schiena si innalzarono alcune scaglie acuminate formanti una linea, partendo dalla testa e raggiungendo la coda. Gli sembrò persino che gli artigli di mani e piedi si allungarono, pronti a scattare e colpire. Il suo respiro si fece ben più profondo ed agitato, emettendo a scatti getti di fumo nero e bollente. Gli occhi, ormai ridotti ad una fessura, erano simili a quelli di un serpente pronto a scattare sulla preda

Aveva intuito che era pronto a scatenarsi un disastro, ma prima che potesse intervenire lui nel cercare di capire cosa stesse succedendo e fermarlo, Nooroo si materializzò e gli si parò proprio davanti agli occhi

“AJ, adesso calmati! Non è la Volpina del nostro tempo! Non ha fatto nulla di male!”

“MA...” rispose lui, senza distogliere lo sguardo dalla giovane, che dato il mostruoso latrato si era voltata a guardarlo con aria piuttosto a disagio, lei come chiunque per strada

“Non possiamo farlo! Lo sai bene!” insistette il Kwami della Farfalla “Già fermare Papillon è rischioso, se dovessimo intrometterci anche su altre cose, potremmo pentircene!”

“Gh… nhg… io… si... va bene...” rispose, cercando di calmare il suo respiro, ma non riuscendoci molto bene. Quando notò come Chat lo stava guardando, si voltò dall’altro lato “Vai… vai alla torre, io… io vi raggiungo dopo!”

Senza dare spiegazioni o altro, riprese a volare, ma molto più veloce di prima e senza che Chat avesse neanche la possibilità di seguirlo. Anche Nooroo rimase indietro con aria preoccupata, per poi mettersi a seguirlo seguendo la posizione del suo Miraculous. Ora che la situazione sembrava essersi rasserenata, Chat si riuscì a togliere di dosso quella sensazione spaesata e si rese effettivamente conto che Dragakin se ne era andato

“Ma… cosa gli è preso?” si domandò, adesso anche lui preoccupato. Dato che non sapeva bene cosa fare, fece come dettogli e si avviò alla Tour Eiffel, sperando di poterne scoprire presto di più

 

Appena arrivato allo Champ de Mars, Chat Noir si osservò intorno, alla ricerca del motivo per cui era andato lì. Che non si fece certo attendere a mostrarsi. La sua Milady stava aspettando trasformata ormai da un quarto d’ora che i due arrivassero

“Beh, finalmente sei arrivato” gli disse, comunque sorridendo, per far vedere che era tutto a posto “AJ dov’è?”

“… speravo fosse già qui” rispose, mostrando la sua preoccupazione

“È successo qualcosa?” domandò lei con la sua solita empatia

“Stavamo venendo qui insieme, ma a metà strada si è fermato perché ha visto Lyla. Sembrava quasi volerla attaccare… dovevi vederlo, era fuori di se. Già come Dragakin fa impressione, ma non è nulla in confronto a come si era ridotto. Sbuffava fumo, si è messo a ruggire, sembrava essere diventato un drago per davvero. Io non sono riuscito a fare nulla, ma Nooroo credo lo abbia calmato. Poi ha detto che sarebbe arrivato più tardi e se ne è andato... ma non so a fare cosa, e neanche dove...”

“Mi sembra che tu stia esagerando… va bene, Lyla avrà anche i suoi problemi, ma perché avrebbe dovuto reagire così?”

“Credimi, non sto per niente esagerando. Ci sono tante cose che non sappiamo su di lui… da quello che ha detto Nooroo, credo che Volpina abbia fatto qualcosa, nel suo tempo”

“Beh… allora dovremmo andare a cercarlo e chiederglielo”

Chat incrociò le braccia e si fece dubbioso “Pensi che sia davvero una buona idea? Se ha reagito così, forse non vuole averci attorno...”

Ladybug, prima di rispondergli, gli sorrise “Ci ha promesso che non ci sarebbe successo nulla di male, che ci avrebbe aiutati fino in fondo… ed io ho fatto la stessa cosa. Se adesso ha qualcosa che non va, anche questo conta come aiutarlo”

“Mmh… bene, d’accordo” rispose mostrandosi pronto ad agire “Andiamo a cercar...”

Senza riuscire a completare la frase, un rumore di combustione li fece girare di scatto. In lontananza, videro una poderosa e violenta fiammata stagliarsi nel cielo, originata da fonte sconosciuta a tutti, ma non a loro due

“… trovato?” commentò Chat, indicando la direzione dal quale si era alzato il fuoco. Non servì dire nulla, entrambi impugnarono le proprie armi e si avviarono verso il luogo dalle qualche ormai si vedeva solo il fumo ascendere al cielo

 

Senza rendersene conto, seguendo la traccia infuocata arrivarono nella periferia di Parigi, nei dintorni dei quartieri dormitorio. Non c’era molta vita lì attorno, ma più si avvicinavano a quella zona e più sentivano rumore di urti e raramente piccole scosse, oltre a gemiti furenti, sicuramente più facili da seguire del resto. Dopo poche vie, finalmente individuarono il loro obiettivo

Il fuoco, o almeno ciò che ne rimaneva, stava facendo salire i suoi vapori bollenti dall’interno di un canale di scolo. Ed era anche lì che le grida ed i colpi si sentivano meglio. Poco più avanti dell’ingresso al condotto fognario, videro Dragakin colpire con vigore le pareti a pugni, calci e ginocchiate, mentre Nooroo si teneva leggermente a distanza, aspettando sconsolato. Fu lui, per primo, ad accorgersi di Ladybug e Chat Noir

“Immagino si sia un po' fatto notare, vero?” chiese, con aria mogia

“Che cosa sta facendo?” chiese la ragazza, facendo notare il loro arrivo anche al mezzo drago, che però volse su di loro solo lo sguardo. Prese un profondo respiro, almeno per cercare di calmare i sospiri nervosi, ed appoggiò la testa al muro. Sembrava essersi fermato dal devastarlo

“Ecco...” iniziò a spiegargli Nooroo “AJ ha un… come dire...”

“Un problema di gestione della rabbia...” terminò Dragakin per lui “Sai che non devi farti problemi a dirlo”

“Non mi piace come suona…” gli rispose il Kwami scuotendo la testa

“Già...” mormorò in risposta, per poi rivolgersi nuovamente agli altri Wielder “Quando mi arrabbio, ho bisogno di sfogarmi in questo modo. Nel mio tempo ho una stanza apposta, qui… mi sto arrangiando”

Chat Noir si avvicinò al dragonide. Osservando il muro poté ben constatare l’effettiva forza del Miraculous del Drago, i punti che aveva colpito erano adesso spaccati da impatti particolarmente potenti. Il fumo arrivava proprio da alcuni di essi, ridotti in cenere ed ancora fumanti, conseguenza di fiammate in aggiunta ai colpi fisici. Sicuramente l’esplosione che avevano visto era stata l’opera di un getto fiammeggiante sfuggito al poco controllo che sembrava avere “Quindi è per questo che sei corso via...”

“Si… non è che volessi nascondermi, tutti sanno che ho questo problema” alzò la testa e si voltò a guardare Chat in faccia “Neanche ne hanno troppa paura, sanno che so quando andare a sfogare la rabbia. Sono io però che ho paura... non so cosa potrei fare a chi mi sta intorno, potrei fare del male a qualcuno senza volerlo”

“Ma perché ti sei arrabbiato così tanto?” gli chiese Ladybug “Che cosa è successo con Lyla?”

Solo a sentire il nome della ragazza, Dragakin dovette immediatamente scagliare un pugno contro il muro, facendo sobbalzare Chat per la reazione così improvvisa. Poi sospirò, segno che stava già passando e si mise a spiegare

“Per spiegarvelo meglio, dovrò dirvi come Akuma uccide gli umani. Non fa nulla di diretto, non ci attacca di per se, ma utilizza delle farfalle per incanalare il suo potere nei nostri corpi… e gli umani non sono in grado di reggere alla cosa. Un minimo di contatto, e sei morto...”

“Anche le farfalle… è troppo simile a Papillon...” constatò Ladybug

“C’è una spiegazione per quello” gli iniziò a spiegare stavolta Nooroo “Tutta questa storia di Papillon che vuole i vostri Miraculous… è stato tutto un plagio di Akuma. Il demone gli ha spiegato che con i vostri Miraculous potrebbe esprimere il suo più grande desiderio e gli ha spiegato come usare il mio Miraculous per ottenerli… per questo ha chiamato le farfalle nere ‘akuma’, quasi come forma di ringraziamento. Ciò a cui trasmetto il mio potere non ha mai avuto un nome, è stato lui il primo a dargliene uno...”

“Aspetta… stai forse dicendo che Papillon non è veramente cattivo?!” esclamò Chat, ma fu una domanda a cui Nooroo non rispose, limitandosi ad abbassare la testa. Fu Dragakin a parlare per lui, scuotendo la testa in cenno negativo

“Anche se Akuma gli ha spiegato come fare, è lui che non si fa scrupoli di alcun genere per ottenere ciò che vuole… forse è meno cattivo di quanto voi crediate, magari è stato un po' deviato da quel maledetto, ma resta sempre un folle di per se. Ma quel demone, invece… è un sadico bastardo, ed ha utilizzato le farfalle come forma di pura ironia! Un ringraziamento anche il suo, non c’è dubbio...”

“E tutto questo cosa ha a che fare con Lyla e con Volpina?” chiese nuovamente Ladybug, ritornando al nocciolo della questione

“C’entra, perché Akuma non uccide indiscriminatamente. Fa come Papillon, la farfalla ti entra in corpo e ti offre un patto… seguilo nella sua opera di morte e avrai un posto nel suo esercito… rifiuta, mostra esitazione, cerca anche solo di combatterlo… e si prende tutta la tua energia vitale… ma un essere umano con anche solo un minimo di morale non accetterebbe mai. Da quello che sappiamo, nel mondo non sono neanche una decina gli umani che sono entrati nella sua armata… e tra tutti...”

“No… non può essere...” cominciò a comprendere la coccinella, sbarrando gli occhi. Anche Chat ci era arrivato, senza che dovesse dire altro, ma lui continuò comunque

“Anche Volpina ne è entrata a far parte” disse, per poi lasciarsi scappare un sorriso nervoso “Chloe ci ha spesso parlato di sua madre Audrey, o Regina dello Stile, di come si è sempre comportata con lei, con il padre, con tutti quelli che aveva intorno… ma nemmeno una donna del genere si è unita a quel mostro” strinse i denti e sbatté un’altra volta un pugno contro la parete “E Volpina, invece… !” sospirò nuovamente, provando a calmarsi per l’ennesima volta “Nell’ultima battaglia contro Akuma, quella dove voi...” cercò di dire, ma si interruppe e proseguì “… beh… c’era anche lei. Ha massacrato centinaia di nostri compagni ed amici… è uno dei peggiori esseri umani mai esistiti… irrecuperabile… dovrebbe marcire sotto tre metri di terra...”

Dragakin strinse i pugni e le zanne, mostrandosi ancora piuttosto furioso. Chat rimase in silenzio ed incupito. Capiva la sua rabbia, non poteva credere che qualcuno potesse tradire l’intero genere umano in quel modo, eppure in qualche modo avrebbe voluto controbattere alle sue parole, fargli capire che si sbagliava. Ma venne battuto sul tempo. A prendere le parole in sua difesa, nonostante la sua antipatia per quella specifica ragazza, fu Ladybug

“Io… credo che tu ti sbagli...” gli disse, confondendolo un po' “Nonostante quello che ci hai detto… io non credo che nessuno sia irrecuperabile, o che meriti di morire… Lyla è una ragazza molto complicata e problematica… e se lo è ancora adesso, non penso che in una settimana cambierà qualcosa… ma forse possiamo aiutarla a migliorare con il tempo, se ci impegniamo. Non voglio che nessuno muoia… neanche lei”

Chat, come al solito, fu parecchio fiero ed orgoglioso di sentire quelle parole dalla sua innamorata e partner. Dragakin, per un primo momento, rimase a fissarla in silenzio con occhi leggermente straniti, senza dire una parola, ma dopo qualche secondo non riuscì a trattenere una risata sonora

“Hahahaha! Oh accidenti, mi ero quasi dimenticato che sei sempre stata così! Magari ci metti un po', ma finisci sempre con il vedere del buono in chiunque! Persino in quella ragazza!” gli disse, asciugandosi una lacrima dovuta alle risate

“Mi sembra che adesso tu stia meglio” gli disse felicemente Nooroo, data la grassa risata

“Oh, si, ora va molto meglio” gli rispose lui. Chat, nonostante con l’altezza gli arrivava a malapena ai pettorali, si sentì in obbligo di tirargli una gomitata al fianco, non troppo forte da fargli male ma abbastanza da farsi sentire “Ahi… e questo perché?”

“Perché se c’è qualcosa che non va finché sei qui nel nostro tempo, vieni a dirlo a noi invece di scappare via in quel modo, va bene? Mi hai fatto preoccupare, ed è la seconda volta oggi! La terza non ci andrò così leggero!”

“Heh… anche tu non sei molto cambiato negli anni su certe cose” disse sorridendogli. Sospirò e soffiò leggermente lontano dai ragazzi, facendo scaturire dalle fauci una minuscola lingua di fuoco “Va bene, direi che mi sono calmato del tutto...”

“Ottimo!” continuò Chat, allungandosi per mettergli una mano sulla spalla “Adesso quindi puoi parlarci della tua idea”

Dragakin annuì. Ladybug si avvicinò per sentire meglio il piano. Il posto magari non era il massimo, ma dato che erano riuniti e non avevano in fondo grosse pretese, non importava. Quello che importava era capire come evitare di essere sconfitti da Papillon

 

“Bene, partiamo dai fatti. Tutto ciò che sappiamo è che Papillon è riuscito a sottrarvi i Miraculous ed a liberare in questo modo Akuma. Che vi abbia sconfitti, che ve li abbia presi con l’inganno, bloccandovi, confondendovi le idee, questo non importa. La cosa importante è che voi dovete assolutamente tenere i vostri Miraculous il più stretti a voi possibile”

“Niente di più facile! Possiamo usare della colla e tenerli al sicuro il tempo necessario a sconfiggerlo!” suggerì Ladybug, ricordandosi l’esperienza vissuta contro Piantagrane, ma il mezzo drago dovette dissentire

“E credi che della semplice colla impedirebbe a Papillon di prendervi i gioielli? Sarebbe capace di tagliarvi le orecchie o le dita, se servisse…” per conferma, i due si voltarono verso Nooroo, che non negò la possibilità e fece semplicemente spallucce

“E allora come potremmo essere certi di tenerli al sicuro?” chiese Chat

“Beh, guardate me!” disse indicando il punto in cui era incastonato il suo medaglione “Il Medaglione del Drago è unito al mio corpo, è impossibile togliermelo se non annullo la trasformazione o non vengo sconfitto”

Per dimostrare la tesi, fece avvicinare a Chat la mano verso il rilievo del gioiello, constatando che effettivamente non era nemmeno in grado di impugnarlo, figurarsi toglierlo

“Beh, buon per te, ma questo cosa ha a che fare con noi?” continuò a chiedere Chat

“Vi ho già detto che nel futuro siete più forti. Non è una solo questione di allenamento o di età, sono proprio i vostri Miraculous che sono stati… modificati, ecco. Anzi, potenziati è il termine più adatto”

“Potenziati?” si incuriosì il gatto nero “Come?”

“Lo hanno fatto i Kwami stessi. C’è un motivo se riuscite ad utilizzare solo una volta a trasformazione i loro poteri, ed è lo stesso motivo per cui si stancano e devono recuperare le forze una volta tornati normali. I Kwami sono spiriti, concetti, esseri interamente fatti di energia pura che solo la magia dei Miraculous rende tangibili. Ed è quella stessa energia che trasmettono a noi Wielder per trasformarci e sfruttare i loro poteri. Ma loro, di per se, sono estremamente più forti nell’uso della loro magia. Credo che abbiate già visto entrambi Plagg in azione, mi avete raccontato che senza Chat ha quasi distrutto Parigi semplicemente sfiorando il terreno o soffiandoci sopra”

“Vuoi dire che i Kwami… non ci stanno aiutando al massimo delle loro possibilità?” domandò Marinette, sentendosi un po' presa in giro, ma subito Dragakin lo percepì e si spiegò meglio

“Non lo fanno perché non vogliono, ma perché non possono. Essendo fatti di energia, quella che vi trasmettono è come se fosse la loro stessa vita. Se ne usassero troppa, rischierebbero di morire per lo sforzo, o anche di uccidere il Wielder per via di un potere ingestibile dal corpo umano. Ma, per paura di questo, si sono sempre limitati più del necessario”

“Quindi, se ho capito bene, dovremmo chiedere a Tikki e Plagg di donarci più della loro energia quando ci trasformiamo!” intuì Chat, ma nuovamente, Dragakin scosse la testa

“Per quanto sarebbe la cosa più facile, non è possibile. Ci avete messo quasi tre anni a trovare il giusto quantitativo per evitare che né voi né loro vi ammazzaste da soli. Noi abbiamo a malapena una settimana di tempo.

No, quello che ho in mente è forse più pericoloso, ma è anche l’unica via possibile. Ho intenzione di portarvi con me nel futuro, recuperare i… beh, i vostri nuovi Miraculous, ed utilizzarli per la prossima battaglia”

“… cosa?!” domandarono i due in sincronia, ma solo Ladybug proseguì “Tu vorresti… portarci nel futuro?”

“Esattamente!”

“Ma…” proseguì ancora Ladybug “Se era questo il tuo piano fin dall’inizio, perché non ti sei portato dietro i nostri Miraculous per darceli?”

In un attimo, Dragakin sembrò incupirsi “… perché… non posso prenderli...”

“Ne stai facendo una questione di rispetto, visto che per te noi due siamo… morti?” chiese Chat, ritrovandosi a rabbrividire per la frase appena detta. Anche Ladybug sembrò incupirsi nel sentire parole simili. Dragakin, invece, assunse un espressione di stupore mista a disagio, contrariato

“… ma di che diavolo parli? Qui c’è in gioco la vita di milioni di persone, se avessi potuto ve li avrei portati. Quello che volevo dire è che proprio fisicamente non posso toccarli. Nessuno può neanche avvicinarsi a quei gioielli ormai!” prese poi a raccontare con aria nostalgica “Vedete, il modo in cui voi cinque ve ne siete andati, ha ferito terribilmente i vostri compagni Kwami. Sono rimasti traumatizzati… e per cercare di sopprimere il dolore, hanno creato attorno a loro ed ai Miraculous una barriera fatta della loro magia” iniziò poi ad elencarli tutti, tenendo il conto “Chiunque cerca di avvicinarsi all’Anello del Gatto Nero rischia di essere polverizzato, la Collana della Volpe causa allucinazioni che impediscono di prenderlo, il Pettine dell’Ape ti paralizza… gli Orecchini della Coccinella sono i più strani, hanno intorno un campo di fortuna che fa sempre accadere qualcosa affinché non possano essere raggiunti. Animali che li portano via, problemi strutturali attorno a loro, emergenze, malattie, nel tempo abbiamo visto di tutto. Per quanto riguarda il Bracciale della Tartaruga… quello nessuno osa toccarlo. Vedete, lo Scudo Protettivo generato da Wayzz e Carapace è ancora adesso la difesa principale del rifugio, lo circonda completamente anche dopo tutti questi anni… anche dopo tutto ciò che è successo. Temiamo sempre che smuoverlo possa disattivarlo… Carapace stesso ha continuato a combattere senza più utilizzare il suo potere, per paura che così facendo il rifugio si sarebbe ritrovato indifeso...”

“Plagg...” mormorò Chat, intristito nel sapere il destino toccato al suo piccolo amico. Ladybug non disse nulla, ma si vedeva che era preoccupata quanto lui per Tikki. Rifacendo rapidamente mente locale e concentrandosi sui fatti, il Wielder del Gatto Nero avanzò una domanda “Ma… se sono protetti in questo modo, noi che cosa possiamo fare per prenderli?”

“Semplicemente… essere voi” rispose stavolta Nooroo “Quando Tikki e Plagg sentiranno che siete li e state bene, abbasseranno le difese magiche per voi. Almeno, è quello che pensiamo...”

Dragakin poggiò la mano sul Medaglione “Anche Shivihs ha detto che è possibile, ma non certo… possiamo solo sperare che funzioni”

Ladybug e Chat Noir si scambiarono uno sguardo preoccupato. Quell’idea sembrava buona, ma andare nel futuro li spaventava per più di un motivo. Non capivano se erano pronti o no a vedere come il mondo sarebbe diventato nel caso in cui Akuma riuscisse a liberarsi. Inoltre, la corvina aveva una preoccupazione

“Ma… le persone che ci conoscono… non rischiano di rivelare chi siamo?”

Il mezzo drago sospirò “Ce l’hai proprio con questa storia… tranquilla, ne avevamo già parlato prima che partissi, sanno tutti che devono regolarsi e stare attenti a cosa dicono”

“In questo caso… io… credo che si possa fare!” esclamò in risposta, per darsi più coraggio “Se pensate che è l’unico modo, allora verrò nel futuro con te!”

“Beh… di certo non ti lascio andare da sola, Milady!” aggiunse il biondo “Non andrai in nessun posto pericoloso senza di me al tuo fianco a proteggerti!”

“Grazie, Chaton, voglio proprio vedere quando toccherà a me salvarti la coda, come il più delle volte” rispose ironica, dando solo spazio al compagno per scherzare

“Mia cara, sappi che ti lascio credere che abbia bisogno di aiuto ogni volta perché sono un gentiluomo!”

Ladybug si lasciò scappare una risatina senza rispondere nulla, mentre Dragakin li osservava sorridendo. Erano così simili a come erano nel suo tempo anche nel modo di scherzare che non poteva non avere nostalgia. Poi si diede uno scossone e si riprese, non c’era tempo per essere melensi

“Va bene, se abbiamo deciso, allora direi di muoverci! Tornate a casa vostra e preparatevi, se ne avete bisogno cercate delle scuse con chi di dovere, perché potremmo stare via più di una giornata! Quando sarete pronti, partiremo”

“A-Aspetta!” rispose Ladybug preoccupata “Perché dobbiamo trovare delle scuse? Se viaggiamo nel tempo, ci basterà poi tornare indietro nel momento dopo la partenza e sarebbe tutto a posto, no?”

“Ehm… non funziona proprio così” rispose il drago, estraendo e mostrando loro un oggetto contenuto nei suoi marsupi, un orologio che entrambi riconobbero come quello di Alix pulsante dell’energia violacea del Miraculous della Farfalla “Quando avete affrontato Chronogirl, lei viaggiava nel tempo per se stessa, quindi ha aperto e chiuso un portale immediatamente. Io invece devo fare avanti ed indietro, perciò ho lasciato il portale aperto dove sono arrivato, anche se bloccato, così che nulla possa passare. Ma facendo così, il tempo in entrambi i posti al momento sta scorrendo all’unisono. Dovete considerarlo come se doveste viaggiare molto lontano, tipo in un altro Paese”

“… potremmo avere problemi...” gli rispose Chat, sapendo che almeno lui era consapevole della sua situazione “Cosa dovremmo dire?”

“Neanche io saprei cosa inventarmi per stare fuori casa così a lungo, non senza far scoprire che sono sparita...” si aggregò Ladybug, facendo arrovellare tutti i presenti. Mentre ai due diretti interessati però non sembrava venire in mente alcuna buona idea, fu il Wielder dragonico che ad illuminarsi

“Oh, si! C’è una cosa che… aspettate!” tirò fuori la lista dei suoi ‘racconti dal futuro’, in cerca di un informazione in particolare “Eccola, me la ricordavo! La vostra scuola per questa settimana di chiusura sposterà le lezioni da un’altra parte. A detta di Max, per voi non sarà obbligatorio andarci perché è fuori Parigi ed i costi di viaggio, cibo e tutto il resto sono a carico delle famiglie. Quasi nessuno della vostra scuola ci andrà… ma voi potreste dire che dovete andare lì per forza e che per non fare avanti ed indietro c’è un alloggio!”

“Beh… si, credo possa andare bene” gli rispose Ladybug, d’accordo con l’idea

“Sono abbastanza sicuro che in casa non mi faranno storie se gli dico così!” fu d’accordo anche Chat, anche se il sorriso abbozzato da lui sembrò meno convinto di quello della ragazza

“Allora è deciso” Dragakin incrociò le braccia, chiuse gli occhi e cominciò a mugugnare qualcosa tra se e se, più che altro numeri che sembravano minuti. Poi riaprì le palpebre e gli sorrise “Tornate a casa vostra e preparatevi bene, l’appuntamento è questa sera alle otto in cima alla Tour Eiffel. Se ho calcolato bene l’orario, arriveremo nel mio tempo attorno all’una e mezza di pomeriggio!”

I due super, anche se un po' presi alla sprovvista dal momento tanto improvviso della partenza, annuirono decisi. Quella sera avrebbero intrapreso una crociata nell’incognito futuro

 

Marinette era positivamente convinta che dire ai suoi genitori di quel viaggio non le avrebbe causato problemi e che a loro sarebbe andato bene. Nonostante odiasse mentir loro su certe cose, sapeva che tutto quello che riguardava Ladybug doveva comunque rimanere segreto, quindi avrebbe chiuso un occhio su se stessa per quella volta. Adrien era invece ben più preoccupato. Sapeva ormai che il padre non lo limitava più in nulla per quanto riguardava la scuola, aveva dimostrato di poter avere la sua fiducia su certe cose, ma sarebbe stata la prima volta che avrebbe dovuto convincerlo ad affrontare un viaggio di più giorni. Ma non poteva fare altrimenti: per partecipare, avrebbe dovuto prendere la situazione di petto ed affrontare di persona l’argomento con Gabriel

Il giovane Agreste, una volta rincasato rientrando dalla finestra ancora con le sembianze di Chat Noir, si ritrasformò e trovò ancora il Maestro Fu e Wayzz, intenti a coprirlo. Per fortuna, non era entrato nessuno fino a quel momento

“Tutto risolto?” chiese l’anziano uomo

“Quasi… grazie dell’aiuto, Maestro. Adesso dovrei andare a parlare con mio padre… potrebbe essere una cosa lunga”

Fu non gli fece domande, ma dai suoi occhi si poteva percepire quanto fosse importante la cosa, o almeno quanto il ragazzo fosse serio. Si mise in piedi e fece nascondere il Kwami verde sotto la sua giacca “Allora, credo che andrò. Buona fortuna, ragazzo mio”

“Ne avrò bisogno” rispose lui sospirando

Si diresse subito verso l’ufficio del padre, cogliendo di sorpresa il Gorilla per il modo di fare piuttosto frettoloso, dato che fino a quel momento credeva di averlo sentito parlare tranquillamente. Il Maestro Fu gli passò a fianco e si diresse invece verso l’uscita, osservando quanto poteva e senza dare nell’occhio il giovane, fino a quando non arrivò all’uscio e dovette perderlo di vista

Bussò alla porta della stanza e venne subito accolto da Nathalie, che aveva in volto un’espressione alquanto dubbiosa e preoccupata, che però Adrien neanche notò. Senza che Adrien dicesse nulla, si fece strada ed andò subito a cercare il padre, in piedi come al solito dietro alla sua scrivania

“Adrien” gli disse, quasi strizzando gli occhi “Che cosa ti serve?”

“Papà, c’è una cosa che devo dirti…” disse, respirando profondamente, ma iniziando ad avere un attacco di ansia ogni tanto “Questa… questa sera io dovrei partire, con la scuola. Piuttosto che chiudere, hanno deciso di… di spostare le lezioni fuori Parigi, dove hanno trovato posto. Io… io dovrei andare con loro, è… è obbligatorio e… dovrei stare via qualche giorno, non so bene...”

Alla fine si bloccò, lo sguardo del padre fisso e severo su di lui era da sempre un gran deterrente che gli impediva di parlare. La sua espressione non era cambiata né in meglio né in peggio mentre gli parlava, non riusciva a trasparire come l’avesse presa. Per un secondo, però, sembrò quasi sorridere, ma fu una cosa passeggera

“Beh, se è obbligatorio, allora non c’è problema. Mi fa piacere che tu ti stia impegnando così tanto per seguire le lezioni. Effettivamente, stavo avendo problemi ad organizzarti degli incontri con i tuoi insegnanti. Non mi fa molto piacere che tu vada via così a lungo, ma capisco che è necessario”

“… aspetta… vuoi dire che ti sta bene?” gli chiese quasi incredulo, volendosi assicurare delle sue parole

“Adrien, sai che nutro grande fiducia in te. Forse non te lo dimostro spesso, ma è così. Sono che posso fidarmi di te per una cosa del genere… ma per ogni cosa, al minimo problema, chiama subito la tua guardia del corpo o Nathalie, mi raccomando”

“Io… si, ma certo!” esclamò, sorridente. Non avrebbe mai sperato che il padre avrebbe accettato così di buon grado, neanche che si sarebbe dimostrato così tanto ben disposto “Adesso vado, devo prepararmi per il viaggio! Grazie papà!”

Così come era arrivato, Adrien se ne andò, chiudendosi la porta alle spalle. Nathalie, però, non era per nulla tranquilla. Ed appena il ragazzo non fu più in loro presenza, anche Gabriel mutò espressione, dimostrandosi più cupo di quanto non sembrasse di solito

“È sicuro che sia una buona idea signore?” chiese Nathalie

“Sono sicuro che starà bene… è un ragazzo in gamba”

“Non intendevo Adrien” proseguì lei “Il suo piano è… davvero rischioso”

Gabriel si voltò verso l’enorme dipinto della moglie alle sue spalle “Lo so bene. Ma che cos’altro posso fare? Neanche come Papillon Scarlatto sono riuscito a sconfiggere Ladybug e Chat Noir… vederti costretta ad usare il Miraculous del Pavone per aiutarmi è qualcosa che non avrei mai voluto accadesse…”

“Ma non ha idea delle conseguenze! Cosa accadrebbe se...”

“Non ho scelta!” esclamò lui, zittendo la segretaria con la sola voce “È l’ultima possibilità che mi resta… per fortuna, Adrien non sarà in città quando inizierà tutto, non voglio che resti coinvolto” prese in mano la spilla della farfalla e comparì Nooroo, piuttosto confuso a differenza della donna, inconsapevole di cio di cui l'uomo parlasse "Devo farlo… per lei”

 

Marinette, dopo aver raccontato la storia del viaggio ai genitori, aver dovutamente nutrito Tikki perché fosse in forze e fatto finta di prepararsi per tutto il pomeriggio, oltre che cercare di riposare prima del viaggio, adesso si stava dirigendo sotto le sembianze di Ladybug verso l’imponente Tour Eiffel, saltando sui tetti di Parigi con aria quasi angosciata. Aveva cercato di sopprimere il pensiero, ma adesso più si avvicinava e più ciò che cercava di negare stava per realizzarsi. Avrebbe visto come si era ridotto il mondo dopo la sconfitta sua e di Chat Noir. Quello che il loro insuccesso avrebbe causato, le vite perdute e la distruzione causata da Akuma

Arrivò ai piedi della torre e trovò Chat Noir già lì presente. Si era fermato ai piedi dell’edificio per aspettare l’arrivo della ragazza, sapeva che sarebbe arrivata più tardi di lui. Soprattutto perché era arrivato all’appuntamento con mezz’ora di anticipo

“Milady” esordì lui, inizialmente senza dire altro. Ma nuovamente gli bastò uno sguardo per capire che la ragazza avesse dei pensieri che gli frullavano nel cervello “Preoccupata?”

“Un po'… “ rispose lei, sfregandosi nervosamente le mani “Stiamo per vedere cosa potrebbe succedere a fine settimana… fa quasi strano pensarlo”

“Sai… credo dovremmo vederla come una motivazione!” esclamò lui, facendola riprendere per un momento dall’ansia “Stiamo per vedere cosa succederà al mondo se dovessimo perdere? Bene! Dopo allora saremo più determinati per impedire che accada!”

Il suo modo di pensare riuscì almeno a strappare un risolino alla corvina “A volte non capisco come fai, con te sembra sempre che tutto debba andare bene!”

Lui afferrò ed allungò il costume che aveva sul petto “Sono vestito più nero della notte, il mio potere distrugge qualsiasi cosa io tocchi, se non fossi almeno così positivo mi prenderebbero per uno dei cattivi” Vedendo poi che Ladybug sembrava essersi tranquillizzata, indicò la torre sopra di loro “Allora, andiamo?”

Lei sospirò e sorrise “Certo!”

 

Con salti, usi dello yo-yo ed acrobazie varie, risalirono come il giorno prima la torre, fino a quando non trovarono AJ sdraiato sul pavimento metallico nello stesso spiazzo in cui avevano già discusso. Appena li vide, si rimise a sedere per potersi alzare più comodamente

“Ci aspetti da tanto?” domandò Ladybug, vedendolo quasi addormentato

“No… osservavo le stelle” volse lo sguardo al cielo “Non prendetemi per smielato o altro, ma non essendo molto sicuro farlo nel mio tempo, non capita mai di vederle” per svegliarsi, si diede due pacche in faccia e riprese in mano l’orologio di Alix “Va bene, andiamo!”

“Non ti trasformi prima?” gli chiese Chat

“Preferisco diventare Dragakin solo se è necessario… e nel mio tempo non puoi mai sapere quando lo è. Shivihs si stancherebbe troppo a trasformarmi e de-trasformarmi più volte”

Senza aggiungere altro, il ragazzo svoltò un piccolo angolo che portava a non essere più coperti dalla torre da sopra. Allungò l’orologio e in mezzo all’aria iniziò a materializzarsi una specie di spaccatura, una crepa luminosa nel cielo. Infilò le mani dentro ed applicò abbastanza forza da dilatare lo squarcio, facendo diventare la piccola cicatrice un vero e proprio varco bianco splendente. Infine vi entrò dentro con un salto, sparendo al suo interno. Ladybug e Chat Noir si scambiarono uno sguardo quasi ansioso, ma non ci misero che un attimo a seguirlo a ruota, gettandosi all’interno del portale temporale uno dopo l’altro






Salve a tutti ragazzi, qui MC Outlaw! Come ho già detto nel disclaimer ad inizio pagina, la Fanfiction volevo aspettare a pubblicarla, ma i tempi della S3 mi hanno tagliato le gambe. In realtà tutto quello che potevo volervi dire è scritot lì, posso solo aggiungere che, per quanto mi piacerebbe dire il contrario, la storia sono ben lontano dal finirla. Mancano ancora un sacco di passaggi che reputo importanti, ma mi sto sforzando per scrivere ogni giorno anche solo una pagina, pur di terminarla. Detto ciò, alla prossima!
MC Outlaw
   
 
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