Fanfic su attori > Cast The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: LilyGreenEyes93    17/01/2019    3 recensioni
Voi credete nell'amicizia tra uomo e donna? Io ne sono una sostenitrice convinta e mi ritengo fortunata ad averla nella mia vita. Non c'è cosa più genuina e vera a mio parere, ma so che, come in tutte le cose, ci sono dei limiti che vanno rispettati, dei confini che se costretti a superare, potrebbero cambiare tutto. Il cambiamento è cambiamento, non è positivo e neanche negativo: è qualcosa che stravolge e che semplicemente, necessita di tempi di assimilazione e accettazione. Da qui parte la mia storia, che prende in prestito dei volti e delle storie che adoro. Spero di avervi incuriosito... vi lascio con una citazione dalla canzone che presta il titolo a questa avventura:
"Let's waste time
Chasing cars
Around our heads.
I need your grace
To remind me
To find my own.
If I lay here
If I just lay here
Would you lie with me and just forget the world?"
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Jeremy Renner, Robert Downey Jr., Scarlett Johansson, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CHAPTER 11. DOWNEY-DAY (PARTE 1)



POV SCARLETT.

 

Sono le 5:30 del mattino e mi trovo in cucina, già da un’oretta abbondante, con più caffè in circolo che sangue probabilmente, pronta a preparare la colazione più incredibile che quei balordi dei miei amici abbiano mai anche solo pensato di mangiare. Ovviamente, se c’è da lavorare in cucina, Chris è al mio fianco. In teoria, sarebbe più appropriato Robert, dato che ormai la cucina è diventato il suo regno d’elezione, ma se sono sveglia a un’ora del genere, è proprio perché LUI in primis non deve saperlo.

Non è una mattinata qualunque, nossignore.

Sono le 5:32 del 4 aprile.

È il DD!

È il Downey-Day! E non importa cosa tu debba fare, quali ricorrenze religiose o storiche si commemorino proprio in quella data, quali impegni, quali festività di parenti (che siano matrimoni, compleanni, anniversari) o anche funerali, quali mezzi di trasporto tu debba prendere (aerei, treni, navi, mongolfiere, biciclette o sottomarini), a quale santo votarti affinché non ti colga una polmonite, quale medico scongiurare di lasciarti uscire dall’ospedale se ti sei rotto una gamba o sei in travaglio…nulla ha importanza quel giorno! È anche vietato morire! È il Downey-Day e tu devi esserci. Punto. Si fermano gli orologi, perché la persona più egocentrica del mondo compie gli anni il 4 aprile e niente potrà evitarti di partecipare alla sua festa. Festa che, appunto, si sarebbe tenuta quella sera nel club più “in” di tutta LA, con DJ incredibili, fiumi di alcool, paparazzi, amici e colleghi del festeggiato. Poche persone… giusto un 350 circa, andando per difetto.

Come ogni anno, però, si presentava sempre il solito problema: cosa puoi regalare a Robert Downey Jr il giorno del suo cinquantesimo compleanno? Oh sì, perché quell’anno, proprio quando avevamo pensato di convivere per la durata delle riprese del film e quindi essere praticamente una cosa sola, la Diva avrebbe compiuto la bellezza di 50 anni. Mica roba da poco…mica poteva essere un compleanno facile…mica potevamo cavarcela con torta, candelina e spumante…mica potevamo organizzare il tutto qualche giorno prima…nossignore! Festeggiava mezzo secolo di vita e noi, suoi amici/figli/adepti, dovevamo spararla grossa. Più grossa di quello che il suo ego era riuscito a progettare per il party. Vorrei potermi prendere il merito della trovata del secolo, ma per quanto mi pompino di complimenti e soldi, non sono ancora arrivata a quei livelli.

L’idea è stata di Ruffalo, mesi prima, una sera in cui Robert non c’era e stavamo appunto approfittando della sua assenza per mettere a punto il nostro regalo.

 

 

«Una macchina? Gli piacciono le macchine!»

«Scar, hai idea di quante ne abbia? Non che gli bastino mai, però sarebbe come regalare a te un paio di scarpe…»

Guardo scettica Chris: amo le scarpe, ho una fissazione per le scarpe, perché averle regalate dovrebbe essere un problema? Anzi!

«Scar… sì che sarebbe un suicidio regalartele!»

Oddio… ha questa abitudine di interrompermi, o meglio, di prevedermi…odio l'espressione compiaciuta sul suo volto ogni volta che si rende conto che sì, stavo per dire esattamente quello…odio essere così prevedibile per lui.

Ok, ammetto che spesso questa abilità ci è tornata utile per salvarci da situazioni imbarazzanti, senza dire neanche una parola. Cioè, non provo esattamente odio...Il fatto è che non mi piace come gongola quando ha ragione, il che capita più volte di quanto sia disposta ad ammettere.

«Saresti in grado di trovare mille difetti anche nella scarpa perfetta! “Oh…è bellissima, ma preferisco che la punta sia più a punta; rosse sì, ma rosso sangue; mi piace il tacco alto, ma non alto quanto la mia gamba!”» mi fa il verso, lo stronzo! 

«Va bene, va bene! Ho afferrato il concetto!» davvero, potrei strozzarlo…soprattutto ora che se la ride con gli altri.

«Ma la smettete?! Stavamo parlando di Rob!»

«Un viaggio?»

«Tom…ultimamente passiamo più tempo sugli aerei che nel nostro letto. Dovremmo farlo licenziare al massimo… Susan potrebbe esserne felice!»

«Sai Jim, non sarebbe poi male come idea… consideratela per il mio compleanno!»

«Come no… togliamo Hemsworth come Thor...lasciamo che ci lincino alle premiere...certamente, genio»

«Perché invece per Downey era una buona idea?»

«Ehi, per Spiderman ha funzionato!»

È calato il silenzio e tutti stiamo fulminando Tom, che ha l’abilità di parlare sempre a sproposito. Vedo Sebastian prendere un lungo sorso della sua birra, sbatterla sul tavolino in modo violento e puntare un dito contro il nostro adorato Spiderman di quartiere, l’espressione dura da “sono il Soldato-fuoriditestacomeuncavallo-d’Inverno”.

«Ascoltami bene: siamo tanto felici di averti, ma non permetterti mai più di farci sentire facilmente sostituibili, perché potremmo reagire molto male e sai di cosa siamo capaci!»

Tom ci sta guardando con gli occhi spalancati, non riuscendo a capire quanto seri siamo in questo momento, sul viso un sorrisino insicuro… posso riuscire a vedere il panico montargli negli occhi, man mano che il silenzio continua a persistere tra di noi.

«Puhuahuahauhauahua!»

Niente. Sempre lui. Chris proprio non ce la può fare. Scoppia a ridere nel suo modo plateale e sguaiato: testa all’indietro, mano sul cuore. Mi chiedo come faccia ad essere un attore con una così scarsa capacità di controllo su se stesso. Devo ammettere però che la sua risata è contagiosa, così adorabile e genuina...Alla fine, infatti, cediamo tutti, mentre Tom cerca di dissimulare l’imbarazzo con dei sussurrati “sapevo che non eravate seri…” e un sorriso forzato. È dolcissimo.

«Tornando a noi, io avevo pensato a un concerto!»

«Cap…non è una buona idea mandare Mr “Io sono Iron Man” in mezzo a una folla scalpitante, anche se in area vip. Non se lo godrebbe a pieno…»

«Mark ha ragione… sarebbe stato di sicuro carino, ma credo che ci stiamo avvicinando però…magari una discografia?» tento, neanche troppo convinta in effetti.

«Aspettate. No, l’idea del concerto è bella, ma dobbiamo pensarla diversamente… e poi, compie 50 anni, voglio ricordarvi: deve essere qualcosa di davvero speciale…già mi ha telefonato per dirmi che la festa sarà epocale. Dobbiamo lasciarlo senza parole!» 

Mark ha ragione, come al solito…ma cosa diavolo possiamo comprargli? Di solito sono io quella dalle grandi idee, infatti tutti continuano a fissarmi, come se fossi la loro ultima speranza, l’unica boa in mezzo al mare.

«Smettetela di guardarmi! Mi state facendo venire l'ansia! Pensate piuttosto!»

«Ok... parliamo! Buttiamo fuori quello che ci viene in mente...allora: Robert...che è un egocentrico e la vera Diva di Hollywood lo abbiamo detto più volte...»

«Chris, potrebbe strapparti la tua chioma fluente con le pinzette per sopracciglia, se ti sentisse parlare così!»  

«Ma ho ragione, Scar... cosa possiamo mai architettare di così incredibile, pazzesco, da sballo e fuori dalla portata di qualunque essere umano sulla faccia della terra che non porti il nome di “Robert Downey Jr”? Siete stati di recente nel suo ufficio? Si è fatto spedire quella A gigantesca che hanno utilizzato per Age of Ultron fuori la base Avengers... non so se mi spiego! Potrebbe spostare le montagne, se lo volesse...potrebbe decidere di costruirsi sul serio un'armatura funzionante, potrebbe comprarci tutti con un sorriso!»

«Davvero è riuscito ad avere quella...cosa?» sono sinceramente sconvolta! Sapevo quanto gli piacesse l'idea di averla, ci avevamo scherzato su molto, pensando in quale angolo della casa avrebbe potuto metterla senza far saltare i nervi a quella santa donna della moglie (e, infatti, a quanto sembrava, faceva bella mostra di sé nel suo ufficio e non in camera da letto come aveva giurato di fare), ma pensavo che fosse appunto solo un gioco. E invece no...Era serio. Serissimo.

«Stavo per dire: “ehi, frenate i voli pindarici”, ma evidentemente non ho ancora ben capito con chi ho a che fare...»

«Tu non ne hai idea, Tom...mi sorprende che non abbia fatto un giro di videochiamate per farla vedere a tutti noi! Sarà stato particolarmente impegnato...»

Continuiamo a farneticare sulla potenza ammaliatrice di Rob, quando la radio decide di passare finalmente un pezzo decente: “What Happens Tomorrow” dei Duran Duran. Inevitabilmente parto a canticchiarlo, subito seguita da Chris che è seduto vicino a me, e improvvisiamo un duetto niente male, attirando l'attenzione  di Mark, che ci guarda con gli occhi spalancati.

«UN CONCERTO!»

«Mark...hai bocciato la mia idea giusto 5 minuti fa!»

«Non avete capito... come abbiamo fatto a non pensarci subito? Se Maometto non va alla montagna...allora la montagna va da Maometto!» 

Io continuo a non capire, e guardo i miei amici che in silenzio cercano di afferrare quello che solo a Mark sembra essere scontato. Mi volto verso Chris e lo vedo passare da un' aria confusa quanto la mia a una a dir poco allarmante, prima di saltare in piedi e mettersi le mani nei capelli.

«Oddio, oddio...non dici sul serio? Davvero puoi fare una cosa del genere? Non puoi fare sul serio, non puoi! Se stai scherzando giuro che ti tiro un pugno!»

«Certo che posso!» Mark è saltato su e adesso quei due imbecilli si stanno abbracciando, emettendo versi striduli da ragazzine con gli ormoni a mille.

«Ehi, allora di che cavolo state parlando?!» urlo, ottenendo un leggero calo di entusiasmo tra i due, tale da permettere a Mark di voltarsi verso di noi.

«Ragazzi: portiamo i Duran Duran al Downey-Day!»

 

 

Sorrido ricordando quella sera. Diciamo che quel regalo dovrebbe bastargli per tutta la vita, ma mi sembrava giusto controbilanciare la follia di quell'idea con qualcosa di più...umano, contenuto e per pochi intimi? Una cosa semplice, normale, che gli ricordasse che, nonostante i giovani lo venerino più di un dio, non lo è. Per niente. E cosa c’è al mondo, di più semplice e normale che ti ricordi di non essere un dio, ma che, anzi, ti fa sentire esattamente quello che sei, ossia un provvisorio e superfluo essere umano, circondato da veri affetti, se non una colazione in “famiglia”? Certo, trattandosi di un regalo di compleanno, una colazione coi fiocchi.

Per questo ora mi trovo sveglia all’alba, con le mani sporche di farina, a sussurrare istruzioni a Hemsworth, sperando che a) quella vecchia bacucca di Rob non si svegli prima del solito e faccia saltare tutto, b) che quelle sottospecie di coinquilini, invece, si sveglino in tempo.

Avrei potuto dormire un pochino in più, con la collaborazione di tutti, ma sicuramente avremmo fatto un casino di pazzi solo per preparare la tavola, quindi noi MasterChef della villa (sempre secondi al festeggiato) abbiamo pensato di sacrificarci per la causa.

«Credi riusciremo a preparare tutto prima che si svegli?»

«Certo tesoro… sono più preoccupata per gli altri…»

«Allora… Stasera ci divertiremo eh? Non lo ammetterò mai davanti a Rob, ma adoro le sue feste, e quest'anno poi... non oso neanche immaginare quanto sarà incredibile...per non parlare della sua faccia!»

«Sì, dopo questa se non ci confesserà amore imperituro, non gli parlerò mai più!»

Continuiamo a preparare le pastelle per pancake, frittelle e crepes dolci e salate, muffin ai mirtilli o cioccolato, confetture e creme varie. Salsicce, uova in tutte le cotture e salse, pane tostato con formaggio e prosciutto. Per finire, frutta fresca, premuta d’arancia, latte, caffè, tè, tisane e centrifugati con verdura.

«Credi che riusciremo a mangiare tutta questa roba?» Chris guarda con aria scettica la lista che abbiamo stilato con gli altri qualche giorno fa. Forse, e dico forse, qualcosina avremmo potuto risparmiarcela…

«Beh…mal che vada ne avremo per i prossimi due giorni!»

«Dio, India impazzirebbe…adora fare colazione»

Mi volto a guardarlo, intenerita da quel pensiero appena accennato e mi sento una persona terribile. Nella prima settimana di convivenza sono stata così presa dalle mie fisime e dai miei problemi, e nella seconda dai primi servizi fotografici, allenamenti e interviste, da non avere avuto il minimo riguardo per le persone che mi circondano. Siamo qui ormai da circa due settimane e, nonostante fossi a conoscenza delle difficoltà tra Chris ed Elsa, non mi sono minimamente preoccupata di chiedergli come stesse.

«Sono una pessima amica, non è vero?»

Dovrei mordermi la lingua, maledizione! Scar, ti pare che per parlare di lui, devi comunque metterti al centro del discorso?

Benissimo…adesso mi parlo pure da sola! 

«Perché dici questo…?»

Oh Chris…ma quanto sei buono?

«Dai…siamo qui da tanto e… come stai? Sul serio, mi dispiace essere stata così assente, ma se ti va di parlarne, lo sai che puoi contare su di me» gli dico guardandolo dritto negli occhi. 

«Non devi scusarti di nulla, Scar… hai avuto il tuo bel carico ultimamente. E poi, non saprei cosa dire… va tutto bene, ma non così tanto. La verità è che questo lavoro ti risucchia l’anima e con tre figli e una moglie…ecco, non pensavo sarebbe stato così complicato» si lascia scappare una risata amara, mentre continua a sbattere le uova in una ciotola.

«No, nessuno lo sa… dovete resistere Chris. Voi, cavoli, siete stupendi…»

«Lei è stupenda. Elsa… la amo. Ha messo in pausa la sua vita, per me, per la mia carriera. Mi sento così egoista alle volte…ma, insomma nel giro di pochi anni è cambiato tutto, sono sulla cresta dell’onda e scendere adesso, non è possibile»

«Tesoro, lei non ha messo in pausa la sua vita… ha messo in pausa la sua carriera. Ed è bene scindere le due cose, perché sono completamente diverse. L’ha fatto per un motivo validissimo: la vostra famiglia. Avete dei figli, sono un dono, non una zavorra… ed hai ragione: questo è il tuo momento, non puoi mollare dopo i mille sacrifici che ci sono voluti per arrivare dove sei adesso. Sarebbe un insulto a te stesso e anche alla fiducia che lei ha in te. Elsa si è presa semplicemente una pausa, perché tra i due era suo dovere farlo a questo punto delle vostre carriere. Sono sicura che quando verrà l’occasione, saprai fare tu un passo indietro per concederle il tempo che si merita. Questo significa stare insieme sul serio, scegliere di essere una famiglia. State andando alla grande…» e sono sincera. Li ho sempre ammirati molto ed Elsa è davvero una donna con le palle. Quante, con una carriera avviata in mano, avrebbero deciso di agire come ha fatto lei? Poche… molto poche. Io, ad esempio, non sono una di quelle. La cosa non mi toglie il sonno la notte, avrei preferito evitare un matrimonio e un divorzio, ma sono sempre stata una di quelle persone che per capire, deve prima sbagliare. Sposarmi è stato un errore, lo ammetto. Non rimangio nulla del mio passato, sia chiaro, e Ryan rimarrà comunque nel mio cuore… ma ho capito che non ci si può sposare solo per amore. L’amore non basta per far funzionare un matrimonio, sono necessari dei compromessi e se nessuna delle due parti è disposta a farne, significa che non è il momento. O la persone giusta. O forse, non era Vero Amore? Non lo so. Sicuramente, questioni di priorità e attualmente la mia, sono decisamente io. “Vergogna su di me e sulla mia stirpe!”…non m’importa.

«Dico davvero Chris…ce la farete!»

«Mi mancano, tutto qua… e quando torno a casa, sembra che debba riconquistare terreno, ogni volta…è sfibrante e non so cosa fare, onestamente» 

Finisco di versare l’ultima dose d’impasto all’interno degli stampi, prendendomi un attimo di tempo prima di rispondergli. Alzo gli occhi nei suoi e la parole vengono via da sole.

«Riempi il tempo. Fai che sia speciale, sempre. La ami, ami i tuoi figli… lascia che sia questo a muoverti, anche se sei stanco e con poca fantasia, portala semplicemente a cena. Sono le piccole cose ad essere importanti tesoro, fidati. E soprattutto, togliti questa faccia da colpevole: è il senso di colpa a far sentire l'altro una vittima. Tua moglie si è presa del tempo per i figli, per dare a te quello che meriti in questa fase della tua vita. Lo ha fatto con piacere e per amore...si sta occupando dei vostri bambini, non penso che sia una tortura questa. Smettila di trattarla come se le avessi tolto qualcosa, prima che questo influisca su di te ed inevitabilmente sul vostro rapporto» gli accarezzo un braccio, prima di infornare l’ultima teglia di muffin.

«Che dici se beviamo un altro po’ di caffè fuori, mentre questi si cuociono?» gli dico incoraggiante, dopo un po' di silenzio, mentre preparo le nostre tazze.

«Andata…!» sorride sincero e mi stritola in un abbraccio dei suoi.

«Grazie Scricciolo...»

«Ancora con questo soprannome?!»

«Ti calza a pennello…puoi mettere tutte le scarpe alte che vuoi…» sorrido e non posso far altro che ricambiare l’abbraccio. 

Siamo sul portico…Il sole è ormai fuori dall'acqua. Tra un'oretta massimo Rob sarà sveglio, non è per niente un dormiglione, ma ormai è tutto pronto, possiamo permetterci qualche momento di relax.

Mugolo con il naso dentro la mia tazza, mentre inspiro forte uno dei miei odori preferiti in assoluto. Quanto amo il caffè. E non solo per le sue proprietà, di cui ovviamente non posso assolutamente fare a meno, se voglio riuscire a interagire con gli esseri umani durante le mie giornate, ma per il sapore, prima di tutto: così forte, così unico e inimitabile. Insomma, sono una fan anche di tè e tisane, ma date a chiunque da bere una tazza di caffè e saprà dirvi esattamente di cosa si tratta. Unico, appunto. Ha il potere di creare la scusa perfetta per qualsiasi circostanza: devo parlarti? “Prendiamoci un caffè!” . Voglio invitarti ad uscire, ma non sono ancora pronta per un appuntamento impegnativo? “Ti andrebbe di prendere un caffè?”. Ho 10 minuti di pausa sul set? “Chi viene a prendere un caffè con me?”. Voglio stare un po' da sola? “Tranquillo, ho solo bisogno di un caffè!”. Incontri qualcuno dopo molto tempo, ma non hai davvero intenzione di incontrarlo ancora? “Dai, sentiamoci per un caffè una di queste volte!”.

PERFETTO!

Mentre sono impegnata a stilare per me stessa un’ode al caffè, non mi rendo conto da subito che Chris mi sta osservando attentamente.

«Perché sorridi in quel modo?»

«Nulla...pensavo a quanto amo il caffè!»

Veniamo interrotti dalla suoneria del cellulare di Chris. Non sono neanche le 6 del mattino, mi chiedo chi potrebbe mai telefonare ad una persona a quest'ora. Forse Elsa? Sarà successo qualcosa?

«Ehi... chi è?»

Anche Chris ha un'espressione stranita, forse avrà pensato la stessa cosa, evidentemente non aspettava alcuna telefonata.

«Aspetta... Ooooh, ok: ti rendi conto di che ore sono, sì? Dove hai lasciato la tua educazione impeccabile?» 

Ha guardato lo schermo del telefono, aprendosi subito in un sorriso enorme, rispondendo senza neanche dirmi di chi si tratta. 

«Fammi capire: quindi adesso sei diventato anche una specie di stalker che controlla gli accessi su WhatsApp?»

«Chi è?!» sono curiosa come una scimmia, infatti un altro dei soprannomi che mi hanno affibbiato è “scimmietta”, appunto, ma è più forte di me… Chris sembra così felice…

«Bello, aspetta un attimo, ti metto in vivavoce...c'è la scimmietta con me» ecco, infatti. Lo fulmino con lo sguardo, pronta a lanciarmi in una serie di improperi, quando una risata che potrei riconoscere tra mille esce dalle casse dall'altoparlante del telefono di Chris, freddandomi per qualche secondo.

«Buongiorno, Scar!»

Quella voce. Non che mi servisse ulteriore conferma, ma toglie completamente qualsiasi mistero sull'identità del nostro interlocutore. Quel calore, quell'inflessione...così tranquillo, divertito, con quel filo di ironia che alle mie orecchie suona più forte di uno squillo di tromba, ma che so perfettamente di poter cogliere solo io. Ci metto un attimo di troppo a riprendermi e spero vivamente che il mio shock passi per semplice confusione agli occhi del mio compagno.

«...Tom. Ciao!» sbotto.

«Ciao!» potrei strozzarlo.

«Ciao!» Chris mi fa il verso... pensandoci, ora potrei strozzare lui, invece!

«Ci siamo salutati abbastanza, vi pare? Non che mi dispiaccia sentirti, lo sai, ma mi spieghi perché mi stai teflonando all'alba? Dove sei?»

«E voi cosa ci fate svegli a quest'ora, scusate? Comunque, te l'ho detto: prima di chiamarti mi sono accertato fossi attivo! Sono appena atterrato a New York! Tra poco ho l'imbarco per L.A... stasera ci sono anche io

Oh porca merda.

«Noooo! No ci credo! Grande! Pensavo non ce l'avresti fatta! Non hai idea del muso che ha messo su Rob quando gli ho detto che era in dubbio la tua presenza!»

...e del sospiro di sollievo che avevo fatto io? Nessuno dice niente?!

«Ho fatto un casino, credetemi, ma non potevo perdermi questo DD! Per non parlare del nostro regalo... voglio godermeli anche io i Duran Duran!»

«Hai ragione fratello! Senti, hai bisogno che ti venga a prendere in aeroporto? Per che ora arrivi al LAX?»

«No Chris, tranquillo, volevo solo avvisarvi. Comunque ho un paio di cosette da fare dato che mi trovo in città, vi raggiungo direttamente alla villa. Anzi, se mi mandi l'indirizzo esatto sarebbe perfetto»

«Come preferisci... La festa è alle 7, considerando che ci vuole un'oretta per arrivarci da qui, non fare troppo tardi. Ci pensiamo noi a sistemarti la stanza, così quando arrivi non dovrai fare nulla...»

Ma certo, ho pronta per lui la tua biancheria fresca e pulita, gli sistemerò il letto e magari mi ci faccio trovare anche dentro…

NO! Scarlett, NO!

«Quindi… per quanto tempo ti fermerai?» Oh bene, genio, digli pure che può prendersi una camera in albergo a questo punto! Mi rendo conto della gaffe immediatamente, ma qualsiasi tentativo di arginare la figuraccia, la farebbe invece crescere esponenzialmente. Merda...e devo smetterla di parlare con me stessa come se il mio cervello avesse nome e vita propria! 

«Oh... ecco, in verità resterò fino agli MTV Awards, devo accompagnare una persona...quindi una decina di giorni, non di più, ma farò un po’ avanti e indietro probabilmente…ve l’ho detto: ho fatto un macello per esserci!»

«Che bello allora, ci saremo quasi tutti!» cerco di rimediare con un entusiasmo più che finto: Chris mi guarda con aria interrogativa e vorrei davvero scappare il più lontano possibile. Il fatto è che mi ha preso troppo di sorpresa, non ho avuto il tempo di digerire la cosa e prepararmi... soprattutto dopo che Seb mi ha confessato che, praticamente, Tom non avrebbe voluto rompere la nostra relazione, ma che l'ha fatto perché (secondo lui!) io non ci stavo davvero. Invece c'ero... eccome se c’ero!...e ora non ho idea di come mi senta e di come dovrei comportarmi.

«Sì, sarà divertente... ma, pensandoci, forse avete bisogno di stare concentrati per prepararvi alle riprese, forse sarebbe meglio prendere una stanza d'albero...»

Mi sento orribile. Il dispiacere che sta provando è palese dal tono della sua voce. Amiamo stare tutti insieme, so quanto possa mancargli il gruppo e, nonostante l'imbarazzo che provo verso di lui, non voglio condizionarlo fino a questo punto. E poi... Eravamo buoni amici, prima che tutto accadesse...mi rendo conto che mi piacerebbe poter tornare indietro...e magari fermarmi al punto in cui la storia prevedeva me, lui e quella lingua impudente che si ritrova, tra le game…le mie gambe, se non fossi stata abbastanza chiara.

Ok, è evidente che il mio corpo e la mia mente iniziano a risentire del luuuuuungo periodo di pausa che mi sono presa dal sesso per… lavorare? Pensare? Pensare. 

Cerco di tornare in me (e anche di un colore che non sia rosso pomodoro) e rispondo prima che possa farlo Chris.

«Tom! Aspetta… non ci pensare neanche. Questa è casa nostra, c'è una tazza di Loki che ti aspetta» segue un breve silenzio e io incrocio le dita.

«Avete l'Earl Grey, vero?»sorrido: ci siamo capiti e ne sono felice, davvero… magari avesse capito anche la parte della lingua…

SCARLETT!

«Immancabile!… ora però dovremmo andare, Chris: tra poco dobbiamo andare a svegliare i ragazzi…» taglio corto, deve finire questa telefonata, ora!

«Oh sì! Scusa Tom, ma abbiamo organizzato una mega colazione a sorpresa per Rob, e Scar ha da sfornare dei muffin! Ti mando l’indirizzo e tu scrivimi appena atterri!»

«Ecco il perché della sveglia all’alba! Sapevo che avrei dovuto prendere l’aereo ieri…!»

«Tranquillo, ci troverai sommersi dal cibo! Comunque, dobbiamo dirlo a Rob che stai arrivando?»

«No Scar, voglio fargli una sorpresa!» 

«Stiamo esagerando, ha 50 anni, questa è la volta buona che ci resta secco!” 

«Chris!» 

Sento Tom ridere e nonostante so che sarà una settimana particolarmente complicata, spero che alla fine possa aiutarci a superare la soglia di camera mia.

…..

…….

NO! Scarlett, NO! Ripeti, da brava!

“Spero che alla fine possa aiutarci a superare il nostro trascorso e l’imbarazzo”

 

…L’imbarazzo di superare la soglia di camera mia. 

…..

…….

Maledizione!

 

 

•••

 

 

 

POV CHRIS.

 

Sono passate quasi due settimane da che siamo qui. Aspetto. Cosa? Bella domanda. 

Durante i primi giorni di reclusione, i ragazzi sono venuti a turno a bussare alla mia porta, trovandomi esattamente come sto adesso: sul letto, con la schiena poggiata alla testiera, le gambe incrociate e le braccia conserte. Le domande sono sempre le stesse: “Come stai? Tutto bene?” 

Non sono mai riuscito a dare una risposta… perché non lo sapevo, non lo capivo come mi sentissi. La svolta c’è stata quando, alla fine, è salito su Rob. Sì, perché un tipo come lui, che ti trova seduto sul letto, con lo sguardo fisso nel bagno di fronte, ad osservare il tuo riflesso attraverso lo specchio, non ti chiede “come va?”, ma ti chiede “cosa  diavolo stai facendo?”. 

Cosa stavo facendo? Non c’avevo pensato mai. Mi ero soffermato solo a capire, invano, come stessi… eppure, la risposta mi salì spontanea: “sto aspettando”.

Aspettavo…Cosa? 

Aspettavo di sentirmi in pena, ma l’unica cosa che percepivo era tranquillità. Questo mi faceva impazzire. Davvero rompere con quella che era stata la mia donna per due anni, con la quale avevo condiviso una casa, mi stava facendo quell’effetto? All’inizio pensavo che era lo shock, che presto avrei realizzato quello che era successo e che avrei iniziato a soffrirne come un cane…

Errore! Mi sentivo sollevato, dispiaciuto ovviamente, ma… libero. Finalmente. 

Ecco: quelle sensazioni di benessere, mi facevano sentire sporco. 

Avevo un aspetto orribile, non riuscivo a dormire molto la notta e passavo la maggior parte del tempo in palestra o nella mia camera, facendomi vedere dai miei amici il tempo necessario per mangiare qualcosa e fumare una sigaretta. Per tre giorni non avevo parlato con Scarlett come avrei voluto: sentivo che lei mi teneva gli occhi addosso, ma non riusciva a trovare un contatto con me e io non gli rendevo le cose semplici. Non mi andava. Non ce l’avevo con lei, per nulla al mondo, anzi, mi mancava da morire, ma mi sentivo uno schifo…non volevo che mi vedesse, che capisse, che potesse anche solo lontanamente pensare che c’entrasse qualcosa. Perché una cosa l’avevo capita: c’entrava…eccome! Infatti, lei non mi perdeva di vista, ma chi la osservava in modo morboso, ero io…e lo facevo talmente bene, che non si era accorta minimamente del fatto che fossi diventato una specie di stalker. 

Al quinto giorno di mutismo e isolamento, però, Scarlett era entrata nella mia camera, trovandomi nella solita posizione.

 

 

«Cosa ci fai ancora lì?»

«Tu cosa ci fai sveglia?» mi volto a guardarla. Si tortura le mani dietro la schiena, come se questo mi evitasse di capire che si sente nervosa e insicura. Non voglio fare lo stronzo: ricordo perfettamente quello che le ho detto in macchina, la promessa di non lasciarla sola… ma non mi aspettavo di sentirmi così sporco, di volerle stare così tanto accanto da aver paura di starle vicino. 

La osservo: ha un pantaloncino grigio e una maglietta bianca, i pieni nudi. Continuo a guardarla e lei non sembra volersi schiodare da lì, ma inizia a sfregarsi le braccia con le mani. Devo smetterla di guardarla… 

«Si gela qui dentro…dovresti coprirti, ti beccherai un raffreddore. Il meteo ha annunciato un paio di giorni più freddi del solito, forse pioverà…» mi volto verso le finestre e in effetti sono aperte e io non ho la maglietta.

«Scar… stiamo davvero parlando del meteo?»

«Mi manchi»

Anche tu. 

«Avevi detto che non mi avresti lasciata sola…avevi detto che saresti stato bene…che noi eravamo ok. Allora, se è così, non allontanare anche me»

In questo momento i suoi occhi sono ancora più grandi del solito, lucidi e spaventati. Non mi serve guardarla per saperlo. Lo so e basta. 

Sento il materasso sotto di me abbassarsi e mi rendo conto che mi si è seduta accanto…

Non guardarla, brutto stronzo maledetto, non devi guardarla!

«Tu avevi detto che eri confusa… che avevi bisogno di tempo, di calma…beh, anche io… è quello che sta succedendo…»

«Chris, guardami!» 

Non posso fare altro che obbedirle. 

«Io non ho bisogno di tempo… ho bisogno di te!»

Sì…ha gli occhi enormi.

Vorrei… poterla accarezzare. Mi manca in un modo così strano, a livello mentale, fisico…epidermico. Vorrei dormire con lei, come abbiamo sempre fatto… ma mi spaventa. Non mi fido di me…e qualcosa mi dice di non fidarmi di “noi”. 

«Cosa ci sta succedendo?» lo sussurro appena, il corpo e l’anima in tensione. La vedo persa per un attimo, respira più velocemente…forse non si aspettava una domanda del genere. Forse…forse non mi chiederà: “di cosa parli?”…non so davvero cosa sperare…

«Io… non lo so, ma chiudermi con te è qualcosa che non farò: non ci serve e non voglio…e non mi importa più niente di tutto il mondo. Mi importa di me e di te…»

Mi sembra di riprendere a respirare di nuovo…non perché i miei mostri interiori e le mie domande abbiano trovato pace, né lo schifo per me stesso è svanito nel nulla… ma perché non sono solo in tutto questo. C’è lei. 

«Vieni qui…» anche a me non mi importa quanto in realtà sia spaventato, non mi importa di niente.

La prendo per un polso e la tiro a me, apro le gambe per farle spazio, in modo che possa poggiare la schiena sul mio petto. Sento il suo corpo rilassarsi contro il mio e quasi la lancio via quando sento quei piccoli ghiaccioli che si ritrova al posto dei piedi, cercare calore suoi miei.

«Ma sei morta per caso?!»

«E tu non lo sai che io ho sempre mani e piedi congelati, per caso?»

Se la ride…potrei ucciderla di solletico, ma mi blocca rendermi conto di quanto sia intima tutta questa situazione e di come per noi, in effetti, sia la normalità.

Sorrido sulla sua spalla, afferro la coperta con una mano e ci copro alla buona, iniziando a stringerla con le braccia, intrecciando le mie gambe alle sue…sento le sue mani accarezzarmi lentamente… il suo odore. Così suo…eppure, così simile al mio. 

 

Dopo quella notte le cose tra noi sembra che siano tornate come prima: niente più tensioni, discussioni o mutismi… 

Non abbiamo più dormito insieme. Questo non è poi così strano, in fin dei conti, non è che siamo soliti farlo SEMPRE. 

La cosa strana, in realtà, è un’altra. La sera, quando tutti sono nelle loro camere, lei si presenta nella mia: abbassa la maniglia della porta con il gomito ed entra con due tazze di tisana, camomilla o quello che è, me le passa mentre sono seduto sul letto, chiude la porta e poi mi raggiunge, accucciolandosi, come quella notte, tra le mie braccia. Abbiamo passato così le notti, guardando un film in tv, parlando dei prossimi progetti, delle nostre famiglie, dei ragazzi, della scena che dobbiamo iniziare a preparare prima o poi e, inevitabilmente, di sesso (il che è del tutto normale per noi)…e mai, è rimasta per dormire. Non so perché, non ho voluto chiederglielo…e a me, forse, va bene così…

Nel senso… ecco, tornando al discorso “sesso”, è imbarazzante svegliarsi con una donna, con la quale non puoi permetterti di avere certe reazioni fisiche e che sono difficilmente camuffabili…e no, di questo non ho intenzione di parlarne con lei. 

Va bene che non è qualcosa che posso controllare, ma… ecco, non credo sia mai successo in passato e da quando siamo qui insieme, tendiamo a stare particolarmente appiccicati a letto… 

È imbarazzante, inappropriato… e non voglio trovarmi nella condizione di non riuscire a pensare lucidamente, perché  questo è quello che sta succedendo. 

Il problema è…non si può spiegare come sia incredibilmente calda e liscia la sua pelle, ok?!?!…durante il giorno sono sicuro che non sia come appena sveglia! Che sia bollente non è una cosa speciale, lo so, ma Dio…al tatto è la cosa più morbida e perfetta che io abbia mai toccato nella vita! E di pelli ne ho toccate parecchie, non perché voglia fare il playboy di Hollywood, ma di certo non è la prima donna che accarezzo… lei è…

…..

…….

Maledizone! 

Ma quanti anni ho?! Devo darmi una calmata, sto parlando di Scarlett… la mia migliore amica, cazzo, mi dovrebbe fare repulsione un’idea del genere, non eccitarmi come un ragazzino… è Scarlett! 

…..

…….

È Scarlett, appunto. 

Qui ho bisogno di una doccia fredda, anche se una vocina proveniente dai recessi della mia mente dice che non porterà via la mia vergogna, mentre l’altra mi dice che dovrei trovarmi uno sfogo…per placare gli ormoni impazziti…perché di questo si tratta, va bene?! Niente di romantico o trascendentale…ho bisogno di una scopata, semplice sesso, ecco. 

Non faccio in tempo ad alzarmi dal letto, che il soggetto dei miei assurdi pensieri fa irruzione in camera. Ha il viso stravolto…va bene che si sarà svegliata prestissimo per preparare la colazione, ma ha le guance chiazzate di rosso, il fiatone e si passa le mani tra i capelli sporchi di farina.

«Che hai?» non posso evitare di ridacchiare, è davvero buffa, non penso che sia il caso di preoccuparsi, anche se è parecchio agitata. 

«Tom. Sarà qui stasera e si fermerà da noi, non so per quanto…»

Ooook…ora, forse un pelino preoccupato lo sono… ovviamente per lei, insomma, non voglio che ci stia di nuovo male.

«Oh…come ti senti?» la vedo spostare lo sguardo ovunque e deglutire diverse volte. 

«La verità?» mi domanda e io le faccio cenno di sì con la testa, mentre apro la bottiglietta d’acqua poggiata sul mio comodino, iniziando a bere a piccoli sorsi…

«Sento che mi servirebbe una scopata… semplice sesso»

I piccoli sorsi rischiano di uccidermi e mentre lei mi guarda con gli occhi sgranati, poggiata alla porta della mia camera, io tossisco come un dannato.

…..

…….

No. Non credo che il sesso possa più essere un argomento di conversazione per noi.

Maledizione!












 

•••Spazio Autrice•••

Ciao a tutti :) come avevo promesso, sono qui prima del solito...ed ecco un nuovo capitolo (particolarmente lungo, forse)!
La grande novità è il narratore in prima persone...cioè... ce ne sono due! 
Volevo tentare questa cosa, forse non è una grande mossa avendo scritto i primi dieci con un POV unico ed esterno. Voi fatemi sapere cosa ne pensate, io mi sono divertita a scriverlo, nonostante sia stato tutt'altro che semplice!
Per quanto riguarda la trama, c'è un piccolo salto avanti (sono passati una decina di giorni dalla partenza di Jenny) e un paio di flashback...con l'entrata in campo di una vecchia conoscenza...e soprattutto: il compleanno del mio amore! sì, perchè Chris sarà sempre il Capitano del mio cuore...ma Rob è il primo amore e quello non si scorda mai, si sa :) 

Bene, spero che riusciate a vedere le immaginie e che vi sia piaciuto questo capitolo così diverso.
Ringrazio tanto voi che seguite questo mio film mentale, con la speranza che diventi anche vostro :) 
Grazie in particolare alle carinissime Francesca_Cattelan e Lulu17 per le fantastiche recensioni che mi hanno lasciato...è bellissimo tutto questo!!! 

Un bacio,
Lily <3 




 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: LilyGreenEyes93