Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Signorina Granger    20/01/2019    10 recensioni
“Cristal, cosa stai facendo?!”
Janelle rise mentre entrava nella sua cabina armadio, guardando la figlia agghindata con i suoi vestiti e un paio di tacchi ai piedi mentre gironzolava, guardandosi intorno con curiosità:
“Sto giocando alla moda, mamma. Che borsa metto con questi vestiti?”
“Quella rossa a bauletto?”
“Mh, no, quella a trapezio rigida si abbina meglio. Me la passi?”
“D’accordo Miss, sei diventata la mia nuova stylist per caso?”
*
“Avalon… Avalon, che cosa hai fatto?!”
“Cris, non è come pensi, io…”
“CHE COSA HAI FATTO?!”
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The Justice





Janelle Blackwood, nata Nott, diede alla luce la sua terza figlia nella soleggiata e calda mattinata del 7 agosto 1991. Le due figlie maggiori, Meghan e Avalon, furono molto felici dell’arrivo di una sorellina, ma lo stesso non si potè dire del marito: Lawrence si limitò a gettare un’occhiata torva alla bambina, borbottando che non ne poteva più di avere femmine per casa, prima che la piccola Cristal venisse affidata alla loro elfa domestica per essere lavata.

Il padre non si prese mai la briga di prestare attenzione alla figlia o di cercare di conoscerla, ma la moglie non se ne dispiacque mai: preferiva di gran lunga vedere Cristal crescere sorridente e serena, lontana dai maltrattamenti che il marito, invece, riservava spesso a lei o alla loro primogenita.

Moglie perfetta, figli perfetti, una vita perfetta, ecco ciò che Lawrence desiderava. Ciò naturalmente includeva anche un figlio maschio, tanto che Janelle tirò un sospiro di sollievo quando la sua quarta ed ultima gravidanza portò alla nascita di un bambino. 
Barnabas ricevette fin da subito moltissimo affetto dalle sorelle maggiori, specie da Cristal, che fu felicissima di avere un “bambolotto” da coccolare e di non essere più additata come la piccola di casa.

E mentre il bambino cresceva, Cristal si avvicinava sempre di più ad Avalon, la secondogenita: la terza Blackwood adorava Meghan, la maggiore, ma la ragazzina metteva quasi in soggezione la minore. Cristal si sentiva infatti leggermente intimorita dalla sua perfetta sorella, una specie di miniatura di sua madre plasmata dal padre per essere esattamente come la voleva, una perfetta primogenita da sfoggiare. 

Lawrence non prestava grande attenzione alle figlie minori, concentrandosi solo sul figlio e sulla maggiore, ma Janelle non se ne faceva un crucio: finché ne aveva la possibilità, era felice di poter tenere Avalon e Cristal “al sicuro” dal marito.


*


“Cristal, cosa stai facendo?!”

Janelle rise mentre entrava nella sua cabina armadio, guardando la figlia agghindata con i suoi vestiti e un paio di tacchi ai piedi mentre gironzolava, guardandosi intorno con curiosità:

“Sto giocando alla moda, mamma. Che borsa metto con questi vestiti?”
“Quella rossa a bauletto?”
“Mh, no, quella a trapezio rigida si abbina meglio. Me la passi?”

“D’accordo Miss, sei diventata la mia nuova stylist per caso?”

Janelle sorrise mentre porgeva la borsa alla figlia, guardandola sistemarsela sul gomito per poi riprendere a gironzolare con il naso per aria. La bambina si fermò davanti allo specchio e sorrise soddisfatta, asserendo che da grande voleva essere elegante come la madre.

“E lo sarai piccola mia, del resto è qualcosa che difficilmente si può imparare. Prendi Avalon, per esempio.”
Janelle sedette sul divanetto sistemato al centro della stanza e rivolse un sorriso divertito alla figlia, guardando Cristal ridacchiare prima che la voce offesa di Avalon giungesse dalla stanza accanto:

“Guardate che vi sento! Scusate se a me non piacciono quelle stupidaggini!”
“Prima o poi io e Cris ti faremo carina, vero piccola?”
“Certo mamma!”


*


“Ciao Barnabas… ciao mamma.”
“Ciao Cris.” 

Barnabas, che teneva la madre per mano, rivolse un’occhiata malinconica alla sorella maggiore mentre la ragazzina salutava Janelle: nonostante litigassero spesso a causa dei caratteri piuttosto simili le era molto affezionato, e l’idea di restare a casa da solo non gli piaceva.

“Ciao piccola, fai la brava. Ragazze, tenetela d’occhio, ok?”
“Non preoccuparti mamma, ci penso io alla piccoletta.” Avalon sorrise compiaciuta, ignorando lo sguardo torvo che Cristal le lanciò prima di rivolgersi timidamente al padre, salutandolo con un filo di voce.

“Comportati bene, Cristal… non mettere in cattiva luce te, la famiglia o le tue sorelle, intesi?”
“Sì papà.”

La bambina annuì e, non osando chiedere un abbraccio, rivolse un’ultima occhiata a madre e fratello prima di seguire le sorelle sul treno, sporgendosi subito dopo dal finestrino.

“Ciao! Ci vediamo a Natale!”

Cristal agitò la mano in direzione della famiglia, guardando Barnabas ricambiare energicamente mentre Janelle, continuando a tenere il bambino di sette anni per mano, guardava “le sue ragazze” con gli occhi quasi lucidi.

“Non piangere mamma, staremo benissimo!”
Cristal sorrise e Janelle annuì: lo sapeva ed era felice, in parte, che stessero lontane da casa. Da casa e da suo marito.


*


Avalon era, in tutto e per tutto, la sua ancora: la sorella con cui confidarsi, a cui chiedere aiuto e consigli, sempre. Cristal adorava Avalon, alla quale si sentiva da sempre più vicina rispetto a Meghan, e per questo si accorse facilmente – e ne soffrì – quando la sorella inizió ad allontanarsi da lei, qualche anno dopo, e a non dirle cosa la turbava.

Avalon le nascondeva qualcosa, ne era certa, e aveva a che fare con la loro stessa famiglia. Eppure la ragazza si ostinava a non volerle dire niente e a fare finta che fosse solo un’impressione della minore, che arrivò anche a parlarne con la madre. Janelle, però, evitò l’argomento e suggerì alla figlia la medesima cosa, lasciandola più confusa e delusa che mai.

La più giovane delle ragazze Blackwood non poteva sapere che il padre, resosi conto delle enormi capacità della secondogenita, aveva iniziato a prestare particolare attenzione ad Avalon, arrivando persino ad “ingaggiarla” per dei lavori non particolarmente eticamente e moralmente corretti.
La ragazza inizialmente aveva provato a rifiutarsi, ma il padre – insieme allo zio, suo fratello minore – aveva tirato in ballo i suoi fratellini e Avalon non aveva potuto far altro che acconsentire ad aiutarli nei loro sporchi affari.

Le cose andarono così per diverso tempo, finché Avalon non lasciò casa e famiglia apparentemente senza dare notizie ai familiari.
Cristal ne soffrì tantissimo, si sentiva tradita e abbandonata senza motivo dall’amatissima sorella, che aveva parlato della sua fuga solo con la madre e la sorella maggiore, non volendo metterla in mezzo.

Avalon visse lontana da casa per soli cinque mesi, poi qualcosa la costrinse a tornare: lei e Meghan non si erano più viste, ma avevano escogitato un modo per comunicare attraverso due collane identiche che entrambe possedevano. In caso qualcosa fosse andato storto, aveva detto Avalon prima di sparire, la sorella avrebbe dovuto usare la collana per farglielo sapere, in quel caso sarebbe tornata all’istante. 

Era tardo pomeriggio quando la giovane strega rimise piede nella casa dov’era cresciuta, ma ad aspettarla trovò uno scenario molto diverso da quanto aveva immaginato: sua sorella, così come sua madre, giaceva priva di sensi sul costoso tappeto del salotto in una pozza di sangue. C’era anche Barnabas accanto a loro, e l’unico incolume era proprio suo padre, che l’aspettava seduto sulla sua poltrona come se nulla fosse.

“Era ora. Mi chiedevo se saresti venuta a soccorrere tua sorella, o se il tuo egoismo avrebbe avuto la meglio.”
“Che cosa gli hai fatto?! Sei pazzo?!” Avalon, senza fiato, si avvicinò alla sorella gettandosi sul tappeto sporco di sangue mentre Lawrence sbuffava piano, borbottando con tono gelido di aver provato a chiedere a moglie e figlia dove si trovasse con gentilezza per settimane, ma che niente aveva dato risultati.

“La colpa è tua, Avalon, non saresti dovuta sparire. Mi servi ancora, non credere di poter decidere cosa fare.”
“E hai torturato tua moglie e i tuoi figli per farti dire dove fossi?! Non lo sapevano nemmeno loro, pazzo psicopatico!”

Avalon, tremando, si alzò e agguantò la sua bacchetta – dopo aver appurato che la sorella non aveva polso – prima di lanciare un incantesimo contro il padre, riversandogli contro tutto l’odio e il risentimento che aveva accumulato durante gli ultimi anni. 

Alla fine, fu proprio la magia che Lawrence aveva usato a suo favore per anni ad ucciderlo, ma Avalon non si curò particolarmente del cadavere del padre, avvicinandosi invece a Barnabas, l’unico che ancora respirava.

“Piccolo Barney? Ti prego non lasciarmi anche tu, piccolo…” Tremando, la strega si inginocchiò vicino al fratellino, accarezzandogli i capelli e scuotendolo piano. Suo padre l’aveva costretta ad uccidere molte persone per i propri comodi e lei si era piegata solo per il bene della sua famiglia. Non poteva permettersi di perderli tutti nell’arco di un solo giorno.

“Mamma?!”

Quando sentì la porta dell’ingresso sbattere e la familiare voce di Cristal Avalon si sentì raggelare. Non riuscì, tuttavia, a Smaterializzarsi ed esitò vicino al corpo del fratello, fratellino che non voleva lasciare un’altra volta, dando alla ragazza il tempo necessario per raggiungere il salotto e bloccarsi sulla soglia, assistendo con orrore a quel macabro spettacolo.

“Avalon… Avalon, che cosa hai fatto?!”
“Cris, non è come pensi, io…”
“CHE COSA HAI FATTO?!” 

Avalon fece per alzarsi e cercare di spiegarsi, ma la sorella minore non le diede il tempo di farlo: in tutta la sua vita non aveva mai visto così Cristal, che uscì letteralmente di senno e iniziò a lanciarle contro oggetti e Incantesimi di ogni sorta, piangendo e urlando allo stesso tempo.

“Cris, ti prego, non voglio…”
“Non ti voglio sentire, sei una pazza! Una pazza!”


Non volendo fare del male alla sorella, che non le dava tregua o il tempo di parlare, un’Avalon quasi in lacrime si vide infine costretta a Smaterializzarsi, lasciando soli Cristal e Barnabas agonizzante.

“Barnabas… Resisti, ok?”
Cristal, piangendo silenziosamente, si avvicinò al fratellino prima di abbracciare il ragazzo e Smaterializzarsi, comparendo al San Mungo un attimo dopo.

Avalon, invece, riapparve a molti km di distanza e si lasciò cadere al suolo tremando come una foglia, prendendosi il viso tra le mani per nascondere le lacrime mentre pregava che Barnabas sopravvivesse.
Suo padre era morto, certo, ma aveva ancora qualcuno a cui farla pagare per tutto quello che aveva perso.


*


La notizia della morte dello zio paterno non toccò particolarmente Cristal, che non aveva mai provato affetto per quell’uomo: Thomas non le era mai piaciuto molto, anzi, da bambina ne era sinceramente spaventata. Lui e suo padre avevano sempre avuto qualcosa che strideva, agli occhi della strega.

Sapeva che la responsabile del decesso era Avalon, ne era sicura. E anche se dello zio non le importava, e forse non particolarmente nemmeno del padre, Cristal voleva vendicare madre e sorella. 

“Cris, penso davvero che la troverai?”
“Certo che la troverò, Barney. Quella non è più nostra sorella, non so come abbia perso il senno ma pagherà per aver ucciso nostra madre e Meg, te l’assicuro.”

Barnabas non aveva mai visto sua sorella così determinata, e sapeva che era meglio non ostacolarla: infondo per quanto male potesse fare sapere che Avalon aveva ucciso il padre, 
la madre e Meghan ciò lo portava a pensare a sua volta che fosse giusto trovarla e farla rinchiudere. Era doloroso ammetterlo, ma sua sorella, la stessa che da piccolo gli allacciava le scarpe, era pericolosa. 
E se Cristal era così decisa a trovarla per sbatterla ad Azkaban, lui non poteva che essere d’accordo con l’unica parte della sua famiglia che gli era rimasta.

Il ragazzo non proferì parola, limitandosi ad avvicinarsi alla scrivania della sorella per abbracciarla. Cristal, dopo un attimo di esitazione, ricambiò la stretta e nascose il viso nell’incavo del collo del fratello, mormorando di non preoccuparsi e che, in un modo o nell’altro, se la sarebbero cavata: non avrebbe mai permesso che qualcuno provasse a fargli del male un’altra volta.







………………………………………………………………………….
Angolo Autrice: 

Buonasera! 
Come promesso eccomi qui con la OS di un’altra delle nostre bellissime Virtù. 
Questa volta non vi chiedo di votare, ma arrangerò con i nomi che mi avete dato l’altra volta… Anticipo solo che la prossima sarà su un altro Peccato. 

A presto, 
Signorina Granger 
   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger