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Autore: Fata_Morgana 78    22/01/2019    2 recensioni
E' una OS senza pretese, scritta dal punto di vista di Snape e del suo rapporto controverso con il Natale. Avrei dovuto pubblicarla prima, ma ho avuto alcuni problemi con la tecnologia.
Dal testo:
Odio il Natale.
Lo odio con ogni fibra del mio essere.
È una festa inutile, consumistica e piena di finzione.
Nessuno ama veramente gli altri.
Nessuno perdona realmente dei torti subiti.
Io, ad esempio, non sono mai stato in grado di perdonare mio padre.
Quell'inutile babbano ubriacone che ha ucciso mia madre, spezzandole il cuore, ed ha reso me la persona cinica e fredda che sono.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Seconda Opportunità'
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Odio il Natale.
Lo odio con ogni fibra del mio essere.
È una festa inutile, consumistica e piena di finzione.
Nessuno ama veramente gli altri.
Nessuno perdona realmente dei torti subiti.
Io, ad esempio, non sono mai stato in grado di perdonare mio padre.
Quell'inutile babbano ubriacone che ha ucciso mia madre, spezzandole il cuore, ed ha reso me la persona cinica e fredda che sono.

Non ho mai potuto festeggiare in pace il Natale.
In casa c'erano sempre litigi. Gli unici ricordi che ho sono legati a cocci e bicchieri rotti, il tutto condito dagli insulti di mio padre e dalle lacrime di mia madre che incassava stoicamente i colpi proteggendo me dalla furia ubriaca di Snape senior.

Le cose sono migliorate da quando ho iniziato a frequentare Hogwarts. Tutto per merito di lei, Lily Evans. Lei, che con la sua dolcezza, ha saputo portare uno spiraglio di sole nella mia triste esistenza lasciandomi sempre piccoli doni la mattina di Natale.
Doni che hanno sempre saputo far nascere un sorriso, piccolo ed imbarazzato, sulle mie labbra.
Per alcuni anni, grazie alla presenza di Lily, ho imparato ad apprezzare il giorno di Natale.

Dopo la sua morte, però, le cose sono cambiate in peggio. Io sono tornato ad essere me stesso, cinico e chiuso in me stesso. Non ho più partecipato alle feste di Natale organizzate dalla scuola e non ho mai partecipato al "Babbo Natale segreto" organizzato da Albus per rendere più "divertente" la permanenza a Scuola di alcuni di noi.
Dalla perdita dell’amicizia di Lily, la mia giornata di Natale si svolge sempre nello stesso modo: una fiala di pozione sonno senza sogni, così che possa dormire ininterrottamente l'intera giornata lontano dalle strenne natalizie e dal troppo cibo sui tavoli della Sala Grande.

Quando mi sono svegliato questa mattina, mi sono sentito più leggero. Natale è passato, niente più auguri, né strette di mano o abbracci inopportuni. Niente più abbondanza di dolci o piatti troppo speziati.
Oggi sarà una lunga giornata, mi dedicherò alle attività che preferisco: leggere e camminare lungo le sponde del Lago Nero mentre gli altri smaltiscono il troppo cibo trangugiato ieri.

Passandomi una mano sul viso, raggiungo la mia scrivania. Gli Elfi domestici della Scuola hanno lasciato il vassoio con la mia colazione, sorrido e mi servo una tazza di caffè nero bollente.
Sto per mettermi seduto quando il bubolare di un gufo mi fa sobbalzare: mi giro lentamente verso la poltrona del salotto e noto un gufo reale dal piumaggio argento e nero che mi osserva con aria assonnata.
Alzo un sopracciglio e l'animale allunga verso di me una zampa dove qualcuno ha legato un pacchetto.
Lo libero dall'ingombro poi dò all'animale del bacon e lo osservo volare verso la guferia.

Con circospezione, osservo il pacchetto sulla poltrona indeciso se buttarlo o meno tra le fiamme del camino.
Non appena lo tocco, una pergamena si anima permettendomi di leggere un messaggio:

"Spero che questo mio piccolo regalo non la offenda, Signore.
Buon Natale, professore.
Con stima, Clarice Johnson"

Apro il nastro che tiene chiuso il pacchetto ed osservo criticamente il contenuto e un sorriso increspa le mie labbra: la signorina Johnson mi ha regalato una preziosa radice che mi sarà molto utile durante la preparazione di alcune pozioni.
Finisco di bere il caffè, poi inizio a scrivere un breve messaggio di ringraziamento.

"Signorina Johnson,
La ringrazio per il dono assolutamente non necessario"
Ma non riuscii a finire il biglietto di risposta perché qualcuno iniziò a bussare insistentemente alla porta.

Reprimendo un mugugno scocciato andai ad aprire, trovandomi davanti la suddetta signorina in lacrime. La osservai alzando un sopracciglio ripetendo a me stesso di stare calmo, che una sfuriata avrebbe solo peggiorato la situazione.

Clarice alzò i suoi occhi per un momento e, notando la mia espressione tesa, incassò la testa tra le spalle mormorando parole di scuse. Era corsa da me perché una compagna di dormitorio l'aveva accidentalmente ferita mentre studiavano un incantesimo e lei non sapeva come porre rimedio al problema.
Sbuffando la lasciai entrare, poi mi dedicai a rimediare ai disastri combinati dalla sua compagna di Casa.

Restammo in silenzio per tutto il tempo. Lei con gli occhi lucidi e le guance in fiamme.
Io troppo scocciato e concentrato per dedicarmi ad una cosa futile come fare conversazione.
Non appena terminai di fasciarle la mano offesa, Clarice scattò verso la porta. Mi sembrava di sentire il suo cuore battere così forte che pensai stesse per venirle un infarto.
La osservai in silenzio aprire la pesante maniglia della mia porta e solo quando sentii la serratura scattare mi riscossi dai miei pensieri dicendo:
- Domani vada in Infermeria, signorina.
Lei annuì sbiancando e, ferita dalle mie parole, si girò per uscire. Dalla sua bocca non uscì nessun suono, anche se gli occhi sembravano pieni di lacrime.
Arricciando le labbra la osservai: un fagotto di abiti sui 13/14 anni, forse alle prese con la sua prima cotta.

Magari verso di me. Sbuffai contrariato ma, un attimo prima che si chiudesse la porta alle spalle, ricordai il suo prezioso regalo di Natale.
Dandomi dell'idiota perché in realtà aspettava parole di ringraziamento da me, raggiunsi la porta con due rapide falcate e, dopo averne fermato la chiusura, dissi:
- Ho gradito il suo dono, signorina. Ma non era necessario. Le stavo scrivendo un messaggio in risposta.
Gli occhi tristi di Clarice presero immediatamente vita e, con le guance rosse per l'emozione, rispose:
- Grazie per aver accettato il mio regalo, signore. - incatenò per un breve istante i suoi occhi ai miei, continuando - Grazie per essersi preso cura di me. Buon Natale in ritardo, Signore. - sorrise, e i suoi occhi si accesero di caldi riflessi.
Mormorai qualche frase di circostanza troppo turbato dal suo sorriso per riuscire a mantenere la mia maschera per molto.

Sospirando, chiusi la porta con alcuni incantesimi anti intrusione poi tornai alla mia scrivania pensando a cosa rispondere a quella strana ragazzina. L'unica che, dopo Lily, era riuscita a farmi sorridere il giorno dopo Natale. Così, dopo aver gettato il precedente biglietto nel camino, presi una nuova pergamena e scrissi: "Buon Natale a lei, signorina. S. Snape"
Incantai il biglietto e gli ordinai di raggiungere Clarice Johnson nei suoi alloggi.

Mentre il biglietto a forma di colibrì volava via dalla mia stanza, mi appoggiai allo schienale della poltrona dicendo con un sorriso:
- Buon Natale mamma, ovunque tu sia. Buon Natale Lily, buon Natale Clarice e... Cento punti a Serpeverde...

  
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