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Autore: Kira Eyler    22/01/2019    5 recensioni
[500 parole]
"[...] «Non dovresti dormire?» la ragazza al tuo fianco ti porge con dolcezza quella domanda. [...]
«Non ci riesco», è l’unica cosa che riesci a rispondere. In realtà vorresti dormire, ma il buio ti spaventa e non ci riesci. La sensazione di essere intrappolato nelle tenebre e quella di essere alla mercé dei ricordi, possibile vittima di quel demone che ti scava nello spirito pur essendo impedito di vedere, semplicemente non ti piacciono e quindi aspetti l’alba. La luce li allontana, almeno i più brutali. [...]
«Va tutto bene,» ti sussurra, «ci sono io. Ti proteggo io»[...]"
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'ἄπειρον '
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Oggi doppio aggiornamento perché da un po' mi stavo esercitando a scrivere storie di sole cinquecento parole. L'obbiettivo era quello di vedere se riuscivo a trasmettere qualcosa, ma non sono soddisfatta dei risultati *linciatemi*...
Però, per non lasciar morire queste storie sul pc e per non avere la tentazione di cancellarle, ho preferito postarle entrambe. Che poi, per quanto riguarda tutte le long in corso, ho preferito stopparle e scriverle su Word perché... volevo... cercare di migliorare lo stile. Quindi per ora credo di apparire solo con qualche flash/shot :D *linciatemi per la seconda volta* (Eh, sì, sto avendo una crisi di stile. E sto cercando di scrivere qualcosa fluff, ma chissà se lo vedremo mai!)
Detto questo, spero non ci siano errori e auguro buona lettura e fortuna ai coraggiosi.
-Kira

Vincere

Notte.
Una coperta di pece che da molti è attesa, da altri temuta. Di notte si possono lasciare fuori tutte le battaglie combattute durante il giorno, chiudere gli occhi, non pensare e se si è soli, si riesce a rilassarsi; gli altri, invece, la vedono come una guerra dove tutti i pensieri negativi riemergono dall’abisso dei ricordi, dove lacrime scorrono senza freno e dove si soffoca tra i dolori del giorno e se si è soli è orribile, poiché più fragili ed esposti ai mostri.
Mostri che si nascondono nell’ombra e che non si sa mai che forma abbiano assunto pur di braccarti e tormentarti. È ironico che tutte le cose brutte che ti sono accadute siano successe solo di notte, questo momento della giornata che ti rovina da sempre la vita e il sonno.
«Non dovresti dormire?» la ragazza al tuo fianco ti porge con dolcezza quella domanda.
La guardi e lei ti sorride. Il sorriso le rende più dolce il viso, illuminato già dall’ottimismo della sua anima che si riflette negli occhi da cerbiatta e incorniciato dai lunghi capelli castani, un po’ scompigliati per il sonno interrotto.
«Non ci riesco», è l’unica cosa che riesci a rispondere. In realtà vorresti dormire, ma il buio ti spaventa e non ci riesci. La sensazione di essere intrappolato nelle tenebre e quella di essere alla mercé dei ricordi, possibile vittima di quel demone che ti scava nello spirito pur essendo impedito di vedere, semplicemente non ti piacciono e quindi aspetti l’alba. La luce li allontana, almeno i più brutali.
Ti abbraccia senza dir nulla. Ricambi cercando di far piano, perché ti sembra più delicata di un fiore: mezza assonnata, magra e così bassa che riesce a poggiare la testa contro il tuo petto.
«Va tutto bene,» ti sussurra, «ci sono io. Ti proteggo io».
Vorresti dirle che nessuno è in grado di farlo e invece, con un fil di voce, rispondi: «Non merito proprio niente...»
Lei scioglie l’abbraccio, alza il capo e allunga una mano verso il tuo viso; ti carezza una guancia, poi ridacchia e divertito, capisci che dovresti abbassarti. Ti siedi a terra sul tappeto a gambe incrociate, lei ti imita sedendosi davanti a te sulle ginocchia e ti schiocca un bacio sulla fronte, dopo averti circondato il collo con le braccia.
«Non meriti nemmeno di soffrire e di morire di paura,» afferma, passa le dita tra i tuoi capelli con dolcezza, «perciò, fino a quando avrai paura del buio, ti proteggo io e non voglio sentirti dire cose tristi. Ce la faremo, vinceremo».
Non sei ottimista come lei, né sei certo che tutta quella storia finirà. Anche adesso, mentre ti abbraccia, puoi sentire la presenza dell’incubo che non aspetta altro di farti soffrire: tradire l’oscurità con la luce è una delle cose che non avresti mai dovuto fare. Decidi di non pensarci, chiudi gli occhi e ti bei delle sue carezze e del suo calore. Calore umano, non demoniaco.
«Vinceremo», ripeti per autoconvincerti. «Vinceremo», e sorridi anche tu.

 
   
 
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