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Autore: _Bri_    22/01/2019    6 recensioni
Storia ispirata in parte a "Sex Education", nuova serie televisiva di Netflix.
Elliott Johansson non ne sapeva niente d’amore, figuriamoci di sesso. Se qualcuno gli avesse detto, magari con una premonizione un po’ raffazzonata, che si sarebbe ritrovato chiuso nel bagno delle ragazze del terzo piano –praticamente in disuso, vista la costante fastidiosa presenza di Mirtilla Malcontenta- a dare consigli ai suoi compagni di scuola sul come migliorare la propria vita sessuale, Elliott avrebbe singhiozzato risate a rotta di collo.
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Robins, Nuovo personaggio, Roger Davies
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sex Education
Prologo
 
Elliott Johansson non ne sapeva niente d’amore, figuriamoci di sesso. Se qualcuno gli avesse detto, magari con una premonizione un po’ raffazzonata, che si sarebbe ritrovato chiuso nel bagno delle ragazze del terzo piano –praticamente in disuso, vista la costante fastidiosa presenza di Mirtilla Malcontenta- a dare consigli ai suoi compagni di scuola sul come migliorare la propria vita sessuale, Elliott avrebbe singhiozzato risate a rotta di collo.
Invece eccolo lì, con le gambe lunghe rannicchiate a sé sul water rigorosamente chiuso e deterso, a torturarsi il septum argentato mentre, dal bagno accanto, proveniva la voce lamentosa di Zacharias Smith che, a quanto pareva, era appena stato mollato da una grifondorina del quinto anno.
 
“Colpa del Quidditch!” lamentò lui, con tono sempre più provato “Era così assurdamente…sexy, con il fango sui capelli, sul naso, sulla divisa e…”
 
“E tu hai pensato che chiederle dove fosse arrivato, il fango, fosse una cosa intelligente da fare, se ho capito bene.”
 
Elliott si sentiva incredibilmente a disagio, eppure non aveva proprio saputo rifiutarsi quando Roger Davies, il suo migliore amico (nonché praticamente unico), lo aveva spronato a mettere su le assurde sessioni di pronto soccorso psicologico. Colpa dell’atavica pigrizia che lo animava forse, o dell’assoluta incapacità di discutere per sciocchezzuole, Elliott aveva prestato ascolto all’assillo costante di Roger durato per ben tre giorni, scatenatosi dopo quella festicciola nella Sala Comune, a seguito della schiacciante vittoria di Corvonero nei confronti di Serpeverde.
 
“Bevi! Bevi! Bevi!”
 
Roger Davies, capitano della squadra, era circondato da maschietti e femminucce corvonero, che lo osannavano come fosse una divinità. Defilato in uno dei divani di confortevole velluto blu, Elliott se ne stava sulle sue, bevendo l’ennesimo cocktail preparato dalle incapaci mani di Marcus Belby, mentre i suoi grandi occhi color acquamarina saltellavano sulla scena dei festeggiamenti. Aveva deciso che avrebbe bevuto tutta notte: non giocava a Quidditch e lo sport destava in lui lo stesso interesse delle lezioni di Sibilla Cooman (che materia da sempliciotti, la Divinazione), ma lontano dai libri –anche se questa non era di certo una regola- il corvonero nerovestito sentiva spesso l’esigenza di ‘sballarsi’ e mai e poi mai, in un’occasione come quella, avrebbe detto di no, nemmeno se gli avessero rifilato cacca di Erumpent liofilizzata, probabilmente.
Insomma: tutti si divertivano ed il livello di sconcerie aumentava proporzionalmente al tasso alcolemico. Elliott avrebbe passato ore stravaccato su quel divano in cui stava facendo la fossa, fra una bevuta ed una risata; non fosse che l’arrivo di Roger al suo fianco, avesse portato con sé una scia di streghe in lizza per il ruolo di ape regina, obbligando Elliott a farsi stretto stretto per lasciare il posto a quante più donzelle possibili.
 
“Ells! Gran bella festa! Non trovi?”
 
Assurdamente lucido –neanche troppo assurdamente, visto che Roger non beveva quasi mai- il capitano cominciò a regalare allo sfortunato amico energiche pacche sulla spalla ossuta. Elliott lanciò uno sguardo alla graziosa biondina strizzata al suo fianco, che indirizzava occhiate fameliche a Roger, seduto al fianco opposto. Il mago si sentì improvvisamente di troppo e avrebbe anche deciso di compiere l’eroico gesto di alzarsi, per far crollare la sua compagna di casa fra le braccia del mezzo Uruguayano, se non fosse che, un’animata discussione, attirò l’attenzione di tutti i presenti. Elliott grattò la scarmigliata nuca corvina dal taglio asimmetrico, mentre lo sguardo fluttuò sulla rossa Marietta Edgecombe che lanciava improperi al povero pallidissimo Stephen Cornfoot; il ragazzo tratteneva due bicchieri fra quelle mani che, Elliott soppesò, sembravano davvero troppo piccole in confronto al resto del corpo.
 
“Ma…Mary! Non era ciò che intendevo…”
 
Marietta fece mulinare i crespi capelli rossi, prima di puntare l’anulare verso il mago con minaccia.
 
“Io lo so cosa intendevi dire! Ma ti assicuro, mezzo merluzzo di un Cornfoot, che non è colpa dell’acne se non vengo a letto con te!”
 
“Wow!” Esclamò Roger, finalmente interessato a qualcosa non fossero le tipe che lo tocchicciavano in maniera ingorda e, secondo Elliott, decisamente fuori luogo. Va da sé che tenere quei pensieri sigillati nella testolina brillante fu automatico, visto che il corvonero non aveva intenzione alcuna di attirare il malumore delle sue colleghe.
 
“Non ho mai pensato questo…” balbettò, esitante, Stephen mentre lanciava occhiate intorno a sé, diventando così di una vago colore roseo nel rendersi conto che tutti, ma proprio tutti, avevano sentito le grida funeste di Marietta la rossa. “…non credi che d-dovremmo parlarne…noi due soli?”
 
Era evidente che Stephen non avrebbe potuto dire nulla di più sbagliato. Non solo aveva sottolineato l’improvviso accumulo di acne sul suo viso, che l’aveva resa insicura al punto di rifuggire ogni tipo di contatto fisico: aveva appena fatto notare a Marietta di star facendo una scenata, cosa che costò alla giovane un’esplosione incontrollata. Il party per festeggiare la vittoria Corvonero si era appena tramutato in una carneficina di tartine di verza viola e laghi di gin-tonic con tanto gin e poca tonica. Cho Chang, deliziosa strega dall’aria est-asiatica, nonché migliore-amica-del-cuore della rossa pazzerella ed esagitata, s’avvicinò con cautela alla furia nel vano tentativo di farla calmare, meritandosi così una tramezzino alla pasta d’acciughe dritto sul naso.
Chi rideva, chi sussultava, chi giurava di aver visto spuntare delle corna dalla testa di Marietta e chi, come Luna Lovegood, vaneggiava dando la colpa ai gorgosprizzi di cui doveva aver piena la testa la compagna, fatto sta che Elliott –chissà mosso da quale arzigogolato pensiero inconcepibile ai più- s’alzò di scatto, per rivolgersi con tono piatto e profondo alla strega impazzita:
 
“Il tuo astio è comprensibile. Del resto chiunque se la sarebbe presa al posto tuo. Ciò nonostante sono convinto che tu abbia sfortunatamente frainteso le parole di Stephen, che altro non voleva che farti un complimento. Pensaci bene: chi mai avrebbe mosso delle offese alla ragazza che le piace da quasi tre anni?”
 
Marietta, pronta a lanciare l’ultimo vassoio ancora integro contro il neo-ragazzo, che frequentava da soli due mesi, si immobilizzò nel sentire la voce pacata di Elliott Johansson. Verso di lui piroettò, assottigliando gli occhi chiari.
 
“Continua”, fece minacciosa. Elliott non s’era nemmeno reso conto di aver fatto quello che aveva fatto e, interdetto (ed ubriaco un bel po’), si guardò intorno grattandosi un braccio, fino ad incontrare la faccia implorante di Stephen, il quale mimò un ‘tiprego’ con la bocca, incitandolo silenziosamente a proseguire. Elliott non era tipo da attirare attenzioni su di sé; eppure ad una simile richiesta d’aiuto non seppe resistere. Schiarì la voce, torturò per breve tempo l’anellino posto fra le narici e, dopo un sospiro, proseguì:
 
“Quello che voglio dire è che qualunque ragazzo sognerebbe avere intimi e piacevoli incontri con la ragazza che ama. Non credi che collimare il proprio corpo con quello del proprio oggetto del desiderio, possa essere ritenuto l’atto più estatico al mondo? Non giudicare il tuo Stephen per questo, ma tenta di leggere fra le righe del suo approccio forse un po’ inadeguato, ma sincero, molto sincero.”
A Marietta bastarono quelle poche parole frutto dell’alterazione alcolica, per smollare sul tavolo il vassoio di tartine e rivolgere lo sguardo, ora docile e sognante, a Stephen che sembrava ancora molto dubbioso e anche un po’ impaurito.
 
“Quindi è vero che mi ami?”
 
Stephen boccheggiò; poi, come percorso da una scossa, si raddrizzò ed esclamò: “Io?! Ma c-certo che ti amo!”
 
“Da tre anni? Davvero?”
 
Con fiducia ritrovata il mago s’avvicino a Marietta, che attirò a sé tirandola per un fianco.
 
 “Davvero”, concluse, prima di baciarla con passione davanti a tutti, fregandosene dell’odore d’acciuga emanato dalla sua ragazza, che nel lancio forsennato s’era schizzata tutta. Uno spesso silenzio calò fra i presenti, poi una ola da stadio partì dalla prima fila dei curiosi spettatori: Elliott Johansson aveva appena compiuto un miracolo.
 
“Amigo! Sei stato eccezionale!” Elliott barcollò sotto il peso delle braccia di Roger, che gli avevano stretto il collo con forza.
 
“Io veramente…beh…”
 
“Dammi retta Ells, il tuo è un dono: salverai moltissimi adolescenti impacciati dalle inevitabili figuracce sessuali, nonché li libererai dai loro blocchi!”
 
Elliott si paralizzò “Che?! Van…non scherziamo!”
 
“Sai quanti ragazzi fanno finta di non avere problemi, ma sotto sotto nascondono animi catastrofici come il signor Cornfoot? Tu, amico mio, potrai aiutarli a non percepire il sesso come una sfida da affrontare, bensì come un piacere da godere!”
 
“Davvero Rog, non c’è storia.”
 
“Ed io mi occuperò di trovarti i clienti! Potremo chiedere quattro o cinque galeoni a seduta, mi sembra onesto per una vita di gioie, senza inutili paturnie a girare per la testa.”
 
“Io me ne vado.”
 
“Faremo strada, vedrai, fidati del tuo amico Roger!”
 
In tutta la sua vita, Elliott aveva dato si e no una decina di baci, ma non si era mai sbilanciato oltre ciò. Non che non fosse un ragazzo piacente, per carità; certo, bisognava avere gusti un po’ particolari, ma il mezzo svedese era tutto fuorché da buttare via. Eppure non c’era stata nessuna ragazza che lo avesse spinto a voler ‘andare oltre’ e di questo, il brillante mago, non se ne faceva di certo un cruccio. Per questo non si capacitava di come si fosse trovato in quella situazione, a dispensar consigli ai suoi coetanei che, al contrario, tentavano di ispezionare l’argomento chi con foga, chi con entusiasmo, chi con rassegnazione.
Smith continuava a straparlare, mentre Elliott s’era distratto a pensare che sua madre avrebbe riso, all’idea che quel suo figlio tanto atipico dispensasse lezioni di educazione sessuale a mezza Hogwarts.
 

 
Che dire? Sí, questa sarà una mini-long decisamente sciocchina, ma è arrivata alla testa come un fulmine e mi sono trovata costretta ad assecondare l’ispirazione. Come accennato nell’anteprima, in parte la storia è ispirata a “Sex Education”, nuova serie di Netflix. Ma ora le presentazioni:
Per chi ha letto “Di Ghiaccio e Tempesta”, o ancor meglio segue la mia interattiva “Di Necessità…Virtù!”, avrà riconosciuto Elliott Johansson, corvonero un po’ stralunato ma geniale, che io amo davvero tanto e proprio per questo mi ero riproposta di dedicargli il giusto spazio, prima o poi. Beh, quel poi è arrivato, anche se non so quanto sia contento Eli di questo.
 
Un paio di delucidazioni:
 
Elliott è mezzo svedese, figlio di babbani.
 
Roger Davies nel mio head-canon è mezzo Uruguayano (idem, per chi segue l’interattiva questo già lo sa) ed è un fico senza senso. Questa caratterizzazione a cui mi sono ispirata viene dritta dritta da AdhoMu, che tratta di Roger Davies nella os “Profumo di Nebbia” (in cui appare anche Elliott) e nella mini long “50 first Davies”.
 
Bri

 
 
 
 
 
   
 
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