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Autore: Death Lady    25/01/2019    1 recensioni
Dal testo:
[...]
Mi hai rapito. Mi chiedo se sia legale questa cosa. Il tuo sorriso mi ha strappato il cuore dal petto. Non ho neanche capito come è successo, non ricordo neanche se, in effetti, sono stato proprio io a darlo a te. Però se devo dirtelo, non mi importa proprio perché con te sto bene e poi anche io ho il tuo cuore in ostaggio. È ancora un furto se è uno scambio non volontario? Forse si chiama amore. L’amore è rubarsi l’un l’altro, non appartenere più a sé stesi, avere la responsabilità del cuore dell’altro e non del tuo, giusto?
[...]
Tra miliardi di persone che potevano stringermi la notte ho scelto di farmi stringere da te.
La mia casa.
Il mio cielo.
.
Questa è la prima volta che mi cimento in una Larry, spero vi piaccia
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"I didn't fall in love with you. I walked into love with you,
with my eyes wide open, choosing to take every step along the way.
I do believe in fate and destiny, but I also believe
we are only fated to do the things that we'd choose anyway.
And I'd choose you; in a hundred lifetimes, in a hundred worlds,
in any version of reality, I'd find you and I'd choose you" 

― Kiersten White, The Chaos of Stars

 

And I'd choose you

Non sapevo che avrei incontrato l'amore nel modo più bizzarro possibile: in un bagno, sullo sfondo di anonime mattonelle bianche, illuminato da fredde luci al neon. Non sapevo che poche gocce di pipì fossero l'equivalente di una freccia di Cupido e che la tua voce sarebbe stata come l'aria per i miei polmoni e come musica per le mie orecchie.

È stato sicuramente poco romantico - con l'odore di disinfettante che entrava prepotentemente nelle narici- e decisamente imbarazzante -sotto il tuo sguardo color del mare, luminoso e divertito-. Sicuramente, non uno scenario da film con uccellini che cinguettano e un sole splendente. Eppure, se ad oggi mi chiedessero se avessi voluto che fosse andata diversamente, risponderei "Assolutamente no!".

Per noi è stato il momento e il posto perfetto, siamo stati noi fin dall'inizio.

 

È stato così naturale sorridersi, permettere al verde di perdersi nel blu, in quella galassia che sono i tuoi occhi ogni volta che sei felice. È stato istintivo cominciare a parlare come se ci conoscessimo da sempre, come se avessimo trovato qualcosa -o meglio qualcuno- a cui appartenere.

"Oops"

"Hi!"

Uno scambio di battute così strano per due sconosciuti, specialmente in quella situazione! Parole del tutto prive di contesto.

 Forse però, avevamo già iniziato a perderci l'uno nell'altro dimenticando il mondo attorno a noi, per questo non facevamo caso a quello che dicevamo.

In quel momento, comportarsi in quel modo, dire quelle parole, sembrava semplicemente giusto.

–Mi chiamo Louis– avevo detto tendendo la mano, gli occhi ancora divertiti, con le rughette ai lati a incorniciarli delicatamente.

–Harry– avevo risposto arrossendo e ricambiando il sorriso.

Louis e Harry. Sembrava giusto così.
 
Era giusto abbracciarci stretti, ridere, raccontarci i nostri segreti, le nostre paure e speranze, prenderci in giro, rincorrerci, scherzare ...

L'andare a vivere insieme poco dopo il nostro incontro è stato semplicemente un "di più", una conseguenza diretta dell'essere noi.

Fin dal primo momento non mi sono mai sentito solo con te, come se ad ogni passo non fossero solo le mie gambe a muoversi, ma anche le tue. Sentivo la tua presenza accanto a me, dentro di me, attorno a me. L'abbiamo vissuta insieme questa avventura, senza mai permettere che uno dei due restasse indietro.

–Lou– avevo sussurrato una sera mentre guardavamo la TV sdraiati sul divano. La mia testa era sulle tue gambe e tu giocavi con i miei ricci, intrecciandoli ancora di più.

–Dimmi–

–Vorrei restare così per sempre. Mi prometti che staremo così per sempre? –

Non avevi risposto a quella domanda. Mi avevi semplicemente stretto a te, respirando il profumo dei miei capelli. Anche tu avresti voluto che tutto rimanesse come era in quel momento: solo noi due, senza problemi. Forse per la tua età, o semplicemente perché sei sempre riuscito a capire prima di me queste cose, eri spaventato da quello che poteva riservarci il futuro, per questo non hai risposto.
 

 

Ho pensato che ci appartenessimo fin dal primo momento. In quell'accezione di appartenenza che non si riferisce al possesso ma alla sensazione di calore, gioia e nostalgia che si sprigiona nel petto quando si torna a casa. Quando, guardando un posto pieno di bei ricordi, spunta un sorriso e ti senti felice e sereno.

Nel momento in cui i nostri occhi si sono incontrati ho sentito un piccolo pezzo di me abbandonarmi per andare a rifugiarsi in te. Non so nemmeno se dopo tutti questi anni e tutti i nostri sguardi rubati mi sia rimasto ancora qualcosa di mio o se la mia anima, un battito di ciglia dopo l'altro, ormai viva in te.

È stato naturale legare le nostre vite, addormentarci abbracciati distesi sul nostro divano, guardarci fino a consumarci durante le sere in cui finivamo le parole.

Non ricordo il momento in cui mi sono detto che non avrei mai permesso a nessuno di portarti via. Probabilmente, non mi sono nemmeno accorto che piano piano stavi prendendo molto più che un piccolo spazio nel mio cuore, con quel tuo sorriso da bambino e i tuoi modi teatrali. 

 

Ricordo il tuo chinarti su di me la prima volta, insicuro, e le tue labbra posarsi delicatamente sulle mie, soffici e forse un po' screpolate per via del freddo di Londra. Ricordo i nostri respiri legati diventare uno solo, prendendo quella forma che avremmo voluto prendere anche noi: un corpo unico, etereo, invisibile ma compatto, caldo e dolce.

La prima volta che ci siamo amati avevamo solo le stelle e la Luna a farci da testimoni. La tua pelle calda a contatto con la mia, le nostre mani che si rincorrevano, le nostre voci che cercavano di entrarci sottopelle, tra le costole.
 

–Haz, penso di essermi innamorato di te– avevi detto una sera con la mia testa poggiata sul tuo petto.

Ti avevo abbracciato forte, seppellendo un sorriso alla base del tuo collo.

–Anche io, Lou– avevo risposto con il cuore colmo di gioia.

Ci eravamo baciati fino ad avere le labbra gonfie e i polmoni che bruciavano in cerca d'aria. Poi ci eravamo addormentati, sicuri di non voler essere in nessun altro posto sulla Terra che non fosse l'uno tra le braccia dell'altro.
 

 

My hands, your hands
Tied up like two ships
Drifting, weightless
Waves try to break it
―One Direction, Strong

 

 

Ultimamente, mi è capitato di pensare che il Destino sia come un marinaio che sceglie con cura le sue barche. Me lo immagino come un uomo anziano, con una lunga barba bianca, la pelle abbronzata e braccia possenti.

Seduto su un pontile tutto il giorno, con le onde del mare che gli solleticano delicatamente le caviglie, guarda il mare. Accarezza con lo sguardo varie imbarcazioni, le studia, cerca di capire quali, tra le centinaia che gli passano davanti ogni giorno, possano essere in grado di affrontare insieme un viaggio lungo una vita. Poi, una volta trovate, le lega con nodi così complicati e resistenti che nemmeno le tempeste sono capaci di rompere, con corde grosse e forti come le nostre mani quando si cercano tra la folla, per poi stringersi appena si incontrano.

Io credo nel Destino. Sono sicuro che se tu avessi avuto successo e io no, prima o poi ci saremmo incontrati ancora. Chissà se sarebbe stato così semplice amarci come lo è stato per noi quando eravamo ancora solo poco più che bambini. Magari, ho pensato spesso, è per questo che non abbiamo mai esitato: eravamo piccoli per porci domande di grande importanza, affrontavamo ancora tutto con l'entusiasmo dei giovanissimi. A me piace. A te piace. Stiamo bene. Facciamolo. Stiamo bene.

A proposito di Fato, c'è una leggenda giapponese che dice che le anime gemelle siano legate l'una all'altra tramite un filo rosso attaccato al mignolo. Magari il nostro filo era troppo corto, per questo ci siamo incontrati così presto.

Io credo nel filo rosso, credo nel Destino, nell'Amore a prima vista perché se non fossi così sentimentale, se dubitassi di tutto, non sarei in grado di spiegarmi noi due.

 

Mi hai sempre preso in giro per questo, per la mia ingenuità.

 

–Haz, che succede? Perché mi hai chiamato urlando? – avevi detto correndo verso di me con la voce intrisa di preoccupazione.

Ti avevo guardato tra le lacrime, la vista era talmente appannata che a stento riuscivo a scorgere il tuo viso.

–Lou è successa una cosa terribile! –

Studiavi il mio viso le sopracciglia aggrottate, avvicinandoti sempre di più, cercando di capire perché fossi così sconvolto.

–Cosa è successo? –

A quel punto le lacrime avevano iniziato a scorrere lungo le mie guance rosse e io avevo indicato il caos di vetro e cibo sul pavimento. Mi avevi guardato con sguardo confuso, spostando rapidamente gli occhi da me al pavimento. Potevo vedere benissimo il leggero sorriso che cominciava a formarsi sule tue labbra.

–Il sale, Lou! – avevo esclamato spazientito. Tu non capivi mai quelle cose.

–Il sale cosa? –

Ti avevo guardato esasperato –È caduto tutto il sale a terra! Un barattolo intero! – avevo detto alzando la voce –Chissà per quanto tempo la sfiga ci accompagnerà, nella nostra vita! –

Ero davvero disperato e tu sei scoppiato a ridere. Una risata genuina, con la testa gettata indietro e gli occhi socchiusi.

–Sei proprio scemo, Harry– avevi detto continuando a ridacchiare.

Ero arrossito terribilmente a quelle parole

–La sfiga non esiste! Non essere ridicolo, tesoro– mi avevi detto.

Poi, avevi sorriso e avevi cominciato ad asciugare le mie lacrime passandomi i pollici sulle guance.

–Ma cosa dici, Lou, certo che esiste! Mia nonna ruppe uno specchio e-

–Harry, ti fidi? – mi avevi interrotto con un tono dolce.

Avevo annuito.

–Bene. Ti assicuro che la sfiga non esiste. E, se proprio dovesse esistere, la prenderò a calci in culo per te– avevi detto facendomi ridere.

Le settimane seguenti erano state contornate da prese in giro, e forse alla fine avevo iniziato a credere più a te che a mia nonna.
 

 

For your eyes only, I'll show you my heart
― One Direction, If I could fly

 

I tuoi occhi sono perfetti: sono celesti, come quelli descritti nei libri di favole.

Hai gli occhi delle fate: chiari, brillanti, sinceri, profondi come il mare, immensi come il cielo. Sono sicuro che la mia anima sia andata a rifugiarsi proprio nel tuo sguardo, a giocare con le nuvole, protetta dalle tue ciglia così lunghe da far invidia a qualsiasi ragazza.

Per loro farei di tutto. Solo guardarli mi fa sentire bene.

Mi ricordo di quella volta che abbiamo litigato furiosamente. Quando sei andato via da casa nostra i tuoi occhi erano diventati del colore del ghiaccio, freddi e tristi. Tra la band, una cosa e un'altra non siamo riusciti a vederci per quasi un mese. Sono stati i giorni più brutti della mia vita, con solo la musica a farmi compagnia, a evitare che pensassi sempre e costantemente a tutte le brutte parole che ci eravamo urlati contro.

Niall mi chiamava spesso in quel periodo, assicurandosi che mangiassi, dormissi, mi lavassi. Io volevo solo sprofondare nel pavimento per cercare di evitare di percepire il tuo odore che, nonostante i giorni, mi sentivo ancora addosso, come una seconda pelle. Avevo provato a scrivere qualcosa ma in ogni frase, in ogni riga, nota, lettera, suono c'eri tu. Scrivevo dei tuoi occhi, della tua voce, delle tue labbra, raccontavo al mondo della tua figura illuminata dalla fredda luce del frigo. Non so se stavo scrivendo per gli altri o per me stesso, per la paura di dimenticare i piccoli dettagli che ti caratterizzavano.

Ero terrorizzato dal pensiero che quella sarebbe potuta essere la nostra litigata definitiva, che non ci saremmo più parlati. Non volevo pensare che la settimana prima avevamo avevamo fatto l'amore perché sarebbe potuta essere l'ultima volta, e io non volevo smettere di amare ogni centimetro del tuo corpo, di odorarti, di toccarti, di assaggiare le tue labbra, di sentire la tua voce chiamarmi dolcemente, di avere il tuo fiato e le tue mani addosso.

Essere stretto dalle tue braccia dopo tutti quei giorni lontani, rivedere i tuoi occhi, abbandonarmi alle lacrime sul tuo petto, baciarti è stato come tornare a casa.

 

Mi hai rapito. Mi chiedo se sia legale questa cosa. Il tuo sorriso mi ha strappato il cuore dal petto, non ho neanche capito come è successo. Non ricordo neanche se, in effetti, sono stato io a darlo a te. Se devo dirtelo però non mi importa proprio come è andata perché con te sto bene, e poi anche io ho il tuo cuore in ostaggio. È ancora un furto se è uno scambio? Anche se si tratta di uno scambio non volontario? Forse si chiama amore.

L'amore è rubarsi l'un l'altro, non appartenere più a sé stessi. È avere la responsabilità del cuore dell'altro e non del tuo, giusto?

 

Born free, but still they hate.
A born me, no I can't change
It's always darkest just before the dawn.
So stay awake with me, let's prove them wrong.
― Rise Against, Make It Stop

 

Non abbiamo mai avuto bisogno di chiederci se fosse giusto, se noi fossimo giusti. Lo abbiamo sempre saputo.

Eppure, qualcuno ha provato ha distruggerci. Hanno fatto di tutto per farci sentire in colpa per quello che provavamo.

Hanno provato a cambiarci, ad allontanarci. O il successo e la musica o noi due. Questa è la vita delle celebrità, avevano detto.

Ma come può un sentimento così puro essere sbagliato? Come può essere un errore il fatto che nel mio cuore senta le farfalle ogni volta che sorridi con quella tua dentatura perfetta?

Perché tenerci lontano?

Perché costringerci a fingere?

Eravamo così piccoli ... Eppure, siamo cresciuti in fretta, forse troppo.

Abbiamo passato tante notti a chiederci se non fosse il caso di darci un taglio. Per un momento ho quasi pensato riuscissero a portarti via da me, perché sei immenso eppure così piccolo e fragile.

Lo so che tra i due sei tu quello più riflessivo, quello che pensa anche dieci volte prima di fare qualcosa. Sei il più intelligente, ma anche quello che ha sofferto di più, quello che ha sussurrato più di una volta tra le lacrime "Lo faccio per te, piccolo".

Ma non possiamo cambiare. Non possono cambiarci.

Io non posso cambiare.

Non voglio.

È così sbagliato dire che mi rendi più forte?

Non so come siamo riusciti a rimanere uniti nonostante i giorni in cui non parlavamo, in cui le uniche cose che dicevamo erano frasi imparate ormai a memoria, in cui ripetevamo gesti meccanici, in cui la vita sembrava non appartenerci più. Non so come siamo sopravvissuti nonostante quelle volte in cui litigavamo perché eravamo stufi di soffrire, perché ci amavamo talmente tanto da non riuscire a pensare di essere l'uno la causa del dolore dell'altro.

Alla fine, siamo sopravvissuti a tutto perché noi siamo Casa, e non puoi restare lontano da casa a lungo.

Che dicessero quello che volevano, non ci importava quanto fosse ovvio.

Siamo sempre stati così palesi da risultare imbarazzanti ai nostri stessi occhi.

Ci gridavamo canzoni da un lato all'altro del palco, ci perdevamo nei nostri sguardi, ci capivamo senza nemmeno aprire bocca.

Avevamo deciso, inizialmente per rabbia, che se non potevamo gridarlo avremmo inciso il nostro amore sulla pelle.

Lo avrei scritto sui muri di tutto il mondo se avessi potuto.
 

 

A volte, quando mi abbandono ai ricordi, mi chiedo se l'aver fatto cadere il sale in cucina sia in parte causa di tutto quello che ci è successo, ma ho smesso di credere alla sfiga tempo fa. Ora credo in te, anche se ho la sensazione di aver semplicemente scambiato una fede con un'altra. Se devo essere sincero, però, sono contento del fatto che, nonostante la tua avversione per la superstizione, io non abbia cambiato l'idea che ho del Destino. E sono certo che, in fondo, a queste cose ci credi anche tu, solo che devi mantenere la tua immagine da duro e quindi eviti di dirlo. Io però posso dirlo per tutti e due, perché sono il più strambo dei due, il più sognatore.

Io credo nel Destino, ci credo davvero, ma credo ancora di più nel fatto che siamo destinati a quello che scegliamo. È contorto: siamo destinati a fare delle scelte, ma allo stesso tempo sono le nostre scelte a determinare il Destino. Se ci pensi bene però è ovvio che sia così. Siamo noi in qualche modo a guidare il Fato dalla parte giusta, perché è vero che esistiamo e siamo legati indissolubilmente, ma è anche vero che io ti ho scelto.

Tra miliardi di persone ho scelto te. Tra miliardi di sofferenze ho scelto le nostre. Tra miliardi di sorrisi ho scelto il tuoHo scelto di guardare i tuoi occhi, ogni giorno. Ho scelto di stringere le tue mani, anche quando sembrava impossibile. Ho scelto di ascoltare la tua voce per sempre, di sentire il tuo sussurro commosso quando hai risposto "Lo voglio" il giorno del nostro matrimonio. Ti ho scelto come scelgo di mettere più anelli di quanti possa portarne una persona normale, come scelgo di farmi crescere i capelli, di mettere lo smalto anche se va contro i "canoni perfetti" della società, come quando scelgo di indossare dei vestiti improponibili.

Tra miliardi di persone che potevano stringermi la notte ho scelto di farmi stringere da te.

La mia casa.

Il mio cielo.

Non potrei mai scegliere un mondo senza te e credo che questo vada al di là perfino del Destino. È qualcosa che ho dentro. Come se non riuscissi a immaginarmi senza di te.

Ti sceglierei sempre perché mi fai sentire vivo. Sento che è qualcosa che va oltre tutto. Se dovessi rinascere, ne sono sicuro, rinascerei solo per innamorarmi di te ancora una volta, solo per rivivere i nostri baci, le nostre carezze, i nostri respiri fusi in uno solo. Solo per scegliere te ancora e ancora.

Ne sono sicuro, non esiste una realtà senza Hazza e Lou.
 

 

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Ok. Ok, è finita.
Spero non sia andata troppo male come prima volta.
È la prima volta che pubblico su questo sito e sono contenta di aver iniziato con questa storia.
Devo ammettere che non avrei mai pensato che un giorno sarei finita a scrivere in questo fandom, sui Larry, citando le loro canzoni.
La verità però è che ormai mi sono entrati sottopelle.
Mi sono svegliata questa mattina e ho deciso di scrivere di loro, semplicemente perché per me il loro amore è la definizione stessa del sentimento amore.
Non penso che possano esistere Harry senza Louis, o Louis senza Harry. 
 
Grazie per essere arrivati fin qui.

Lady xox
 

   
 
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